Redazione

Abbiamo apprezzato l’invito rivolto dal Presidente Emiliano ai Sindacati ed il clima propositivo dell’incontro che si è tenuto nella giornata di ieri [martedì 28 maggio] in Regione. Siamo il Sindacato delle Persone e valutiamo positivamente ogni apertura di dialogo che le Istituzioni rivolgono ai rappresentanti del mondo del lavoro, specialmente in una fase molto delicata come quella che sta vivendo il nostro territorio di Brindisi ed il suo Sistema Industriale che rischia di perdere la sua tenuta a causa delle molteplici vertenze in corso.

Tuttavia conosciamo bene la distanza che esiste fra le parole – giuste, necessarie, apprezzabili – ed i «fatti concreti» che sono fondamentali, vitali ed urgenti per migliaia di lavoratori brindisini, in modo prioritario per i lavoratori del settore industriale interessati dalle più impellenti vertenze in corso.

Serve agire subito, non solo a parole, per evitare che in migliaia si ritrovino senza un lavoro, senza salario, senza possibilità di sostentamento per la propria famiglia. Le «azioni» che servono al territorio di Brindisi, nello stato in cui versa la città ed il circondario, devono essere molto concrete in quanto già molto tempo e molte parole sono state perse nel vuoto senza che nulla sia cambiato per il nostro territorio.

Non siamo sfiduciati del ruolo che la Regione - ed ogni altro Ente Locale chiamato a confrontarsi con il fenomeno “Brindisi” – possa avere. Chiediamo - anzi, pretendiamo - che ogni azione e misura ipotizzata dalle Istituzioni possa essere realmente messa in campo in tempo brevissimo. Non è un nostro capriccio: le lettere di licenziamento o cassa integrazione sono già sul tavolo degli Amministratori Delegati o, in alcuni casi, già state recapitate ai lavoratori interessati. Il tempo non sta scadendo: è già finito.

Considerata l’apertura offerta con l’incontro di ieri al mondo sindacale aspettiamo il Presidente Emiliano accanto a noi nella Manifestazione convocata a Brindisi il prossimo venerdì [31 maggio] proprio con lo scopo di sensibilizzare Istituzioni ed opinione pubblica sui gravi rischi che corrono i lavoratori del settore industriale brindisino e di converso tutta la città ed il territorio. Migliaia di posti di lavoro in meno significano centinaia di migliaia di euro in meno in circolo per l’intera economica del territorio oltre a gravi difficoltà a sostenere il costo della vita per altrettante famiglie.

È la dignità dei lavoratori e di un intero territorio quella ad essere in gioco in queste settimane e le parole, le buone intenzioni, il galateo istituzionale apprezzabile ed apprezzato dai Sindacati, da soli non bastano. Servono fatti. Bene il Tavolo di Sviluppo (e non di Crisi!) per Brindisi proposto da Regione Puglia ma lo si convochi subito e lo si doti di risorse, misure e cronoprogrammi chiari.

Serve reale vicinanza a Brindisi e non solo durante lo storico evento del G7. Confidiamo che il Summit mondiale delle prossime settimane che si celebrerà in Terra di Brindisi possa essere un autentico punto di svolta per l’attenzione che la politica nazionale, regionale e locale ha il dovere di dedicare a questo territorio.

Il Coordinatore provinciale UIL Brindisi
Fabrizio Caliolo

 

Una grandinata micidiale ha colpito la provincia di Lecce, distruggendo le coltivazioni in pieno campo, dalle zucchine alle angurie, dai pomodori alle carote, dalle cipolle alle patate fino alle melanzane e ai peperoni. E’ un vero e proprio bollettino di guerra secondo Coldiretti Puglia il bilancio della violenta grandinata che si è abbattuta in campo aperto a Nardò e Copertino, con tutte le colture orticole andate perse.

La grandine – sottolinea la Coldiretti Puglia - è l’evento climatico avverso più temuto dall’agricoltura in questa fase stagionale per i danni irreversibili che provoca alle coltivazioni in campo, perché colpisce frutta e ortaggi in modo da provocarne la caduta o danneggiandoli in modo tale da impedirne la crescita o lasciando deformazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione. Un evento climatico avverso che – precisa la Coldiretti regionale – si ripete sempre con maggiore frequenza ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis.  

Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – insiste Coldiretti Puglia – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

Sono disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono – denuncia Coldiretti Puglia - l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante.

L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – conclude la Coldiretti  Puglia – si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque.

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Sono passati 40 anni da quel mese di maggio del 1984, quando Legambiente organizzò prima a Brindisi e poi a Lignano Sabbiadoro, il primo congresso internazionale in Italia sull'impatto ambientale delle centrali termoelettriche a carbone e sulla necessità del ricorso alla valutazione di impatto ambientale. La direttiva europea sulla VIA fu promulgata soltanto l'anno seguente. In un contesto nel quale si sosteneva che l'abbattimento delle emissioni avvenisse grazie alla diluizione in atmosfera, per la prima volta si compararono normative, studi e tecnologie e si documentò come realizzare scientificamente uno studio di impatto ambientale. Il Congresso fu un appuntamento di grande importanza per l'ambientalismo scientifico e il merito principale va riconosciuto al Professor Virginio Bettini, tragicamente scomparso nel settembre del 2020 a causa degli effetti del COVID. Nei quarant’anni successivi Legambiente ha sempre combattuto sia i danni sanitari e ambientali, sia il sonno della ragione e delle coscienze prodotto dal modello di sviluppo fondato sui grandi impianti termoelettrici. Sicuramente l'asta di Terna del febbraio 2022 ha rappresentato una chiave di volta. Avere escluso dal capacity market le riconversioni a gas dei grandi impianti termoelettrici alimentati a carbone ha, inoltre, favorito significativamente l'uscita dai combustibili fossili. Ovviamente, la scelta di Enel di non procedere con i progetti di riconversione delle centrali alimentate a carbone era stata già presa prima dell'asta di Terna. La decisione di investire sui poli energetici delle rinnovabili è stata ufficializzata subito dopo. L'invasione russa dell'Ucraina, avvenuta tre giorni dopo l'asta di terna, ha finito con il favorire scelte governative per mantenere provvisoriamente in esercizio gruppi in dismissione delle centrali alimentate a carbone e di puntare sulla Hub del gas che è il fulcro reale del piano Mattei proposto dall’attuale governo. I poli energetici delle rinnovabili invece sono al centro dei programmi di Legambiente per la transizione ecologica ed energetica per un futuro equo e sostenibile. Da tempo erano ben chiari i programmi europei per giungere alla neutralità climatica entro il 2050, portando l’Europa ad essere carbon free. Le istituzioni italiane a tutti i livelli, ma anche le rappresentanze imprenditoriali, si sono fatte trovare impreparate. Elettricità Futura, componente importante di Confindustria, ha ben dimostrato le positive ricadute economiche e occupazionali legate alla realizzazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili per una produzione annua di 20 GW. Legambiente e Cgil aprirono il confronto pubblico con Enel sin dall'aprile del 2022, poco dopo l'asta di terna. Evidenti sono i ritardi a Brindisi nel definire i piani per la decarbonizzazione. L'autorizzazione integrata ambientale dettava chiaramente i tempi e i contenuti per la dismissione della Centrale termoelettrica Brindisi Sud. Si è perso ulteriore tempo rincorrendo l'impossibile proposta di riconversione che è in netto contrasto con i piani di decarbonizzazione promossi dalla UE e ai quali l’Italia deve uniformarsi.

Governo, Regione Puglia, Provincia e Comune di Brindisi, con le rappresentanze imprenditoriali hanno avuto tutto il tempo per costruire un piano per la decarbonizzazione, ma ad oggi non vi è stata alcuna proposta concreta. È il governo che deve programmare e coordinare gli interventi di bonifica. È il governo che dal 2007 rinvia le analisi di rischio all'interno dell'area SIN. Una gestione intelligente delle analisi di rischio può sbloccare i tanti progetti presentati nell'area SIN. Legambiente già alla fine del 2019, con le scuole medie superiori di Brindisi ha presentato proposte per un piano di rigenerazione dell'area che va dal petrolchimico alla centrale termoelettrica Brindisi sud. Ma quali sono le proposte, direttamente o indirettamente collegabili a Enel, da mettere in campo? e quali altre possono essere richieste? Enel prevede: • un impianto fotovoltaico in area SIN di 140 MW; • un impianto di produzione di batterie per l’accumulo; • uno stabilimento, da collocare in capannoni Enel della società ACT Blade, per la produzione di pale eoliche innovative con la prospettiva 128 posti di lavoro all'inizio e 500 a pieno esercizio; • un piccolo impianto fotovoltaico di 6 MW a Cerano e uno eolico di 114 MW a Erchie, entrambi con una quota da destinare a produzione di idrogeno; Sono inoltre in corso interventi di efficientamento della rete di distribuzione che interessano direttamente Brindisi. Attualmente la centrale termoelettrica Brindisi sud impiega 230 dipendenti che saranno destinati ad altre attività. Più complicato sarà ricollocare coloro che sono impegnati nell'indotto (a quanto pare 400). Enel ha avviato un corso di formazione per 120 installatori di pannelli fotovoltaici. Va evidenziato che sono profondamente carenti le figure professionali che vanno dagli installatori e i manutentori, ai tecnici in tutte le filiere connesse alle fonti rinnovabili. Si può chiedere di più a Enel? Assolutamente sì, ma come più volte detto, sono in primo luogo le istituzioni e rappresentanze imprenditoriali che devono recuperare i loro ritardi e coordinare piani di dismissione e bonifica di impianti esistenti, di transizione energetica e di investimento sulle rinnovabili, a partire da quanto Enel prospetta. Tutto ciò comporta eliminare le pastoie burocratiche (che interessano analisi di rischio e progetti presentati o da presentare) e fare una scelta di campo, a cominciare da due questioni che esemplificano le contraddizioni: 1. il progetto del deposito costiero di GNL è un anacronismo energetico che blocca un’area fondamentale del porto di Brindisi e rappresenta la negazione nella stessa area dello scalo intermodale del traffico merci da nave a treno e viceversa. Rete ferroviaria italiana, ha dato ha voluto accelerare il finanziamento e la fase operativa per appaltare i lavori dello scalo intermodale.

Sono le istituzioni e la politica che possono far impegnare Enel Logistic in un settore di grandi potenzialità come quello della logistica portuale (a Molfetta la società Lisa Logistic, in un contesto molto meno favorevole, prospetta da 500 a 700 posti di lavoro). 2. Incredibile è il modo in cui è stata gestita la possibilità di realizzare a Brindisi la cantieristica per impianti eolici offshore nel basso Adriatico, in una prima avanti non portata avanti in base alla falsa asserzione che il cono di atterraggio dell’aeroporto non consentirebbe il trasposto di aerogeneratori, che in realtà verrebbero movimentati non in verticale. Si rischio così perdere così a favore di Taranto una filiera, di significativa ricaduta economica e occupazionale, di produzione di componenti di assemblaggio, di manutenzione, controllo e supporto per gli impianti da realizzare. Non sarebbe più opportuno portare avanti per il porto un progetto per la cantieristica riguardante la filiera di produzione di imbarcazioni da diporto che, preceduta da un piano di formazione specifico, si dice che potrebbe offrire 300 posti di lavoro? Oggi a Brindisi si preferisce sostenere il deposito costiero di GNL, privo di prospettive industriali e capace di fornire appena 38 posti di lavoro, invece di investire sullo sbandierato “porto green”, che i progetti sopra richiamati consentirebbero di costruire, e sul polo energetico delle rinnovabili.

Doretto Marinazzo

Operazione di recupero di un cane da parte dei vigili del fuoco di Brindisi che sono intervenuti a Mesagne in contrada Capitan Pietro per salvare un cagnolino che era caduto in un pozzo profondo 7 metri. L'operazione è andata a buon fine e il cane dopo aver scodinzolato intorno ai suoi salvatori si è fatto coccolare dal proprietario. 

 

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L’ultima, ripugnante strage nella tendopoli di Rafah ci offre lo spunto per alcune considerazioni sulla nostra doppia morale quando confrontiamo l’occupazione della Palestina con altri teatri di guerra.

Appena venerdì, la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja aveva ordinato perentoriamente a Tel Aviv di fermare l’offensiva contro la cittadina al confine con l’Egitto, dove ha trovato riparo un’imponente popolazione di profughi che nei sette mesi passati si è vista distruggere tutto e si è trascinata infinite volte da una parte all’altra della Striscia, in cerca di un accampamento di fortuna.

Senza grosse sorprese, l’ordine della Corte è stato ignorato e in una cinquantina tra anziani, donne e bambini hanno terminato la loro misera esistenza sbrandellati dal sacro tritolo di Israele. “Abbiamo eliminato due comandanti di Hamas”, è stata la replica dell’IDF, che tra un’operazione “mirata” e l’altra ha fatto fuori 45.000 palestinesi.

Nel quadro generale del diritto, quest’ultimo episodio conferma due propensioni in capo ai Paesi occidentali che manifestano in Israele la loro massima espressione:

1) i Trattati internazionali sta sempre agli altri rispettarli: per noi che li scriviamo sono carta straccia;

2) in casa nostra non rischieremmo la vita di un solo civile per colpire due ricercati, in casa altrui per colpire due ricercati va bene ammazzare 50 civili.

Ma lo sterminio di Gaza, trasmesso in chiaro tutti i giorni dal 7 ottobre, ci insegna e racconta molte altre cose.

Ci insegna che per noi, alcune comunità di umani sono nate per soffrire. Ed è giusto che sia così.

Ci insegna che se ti ribelli a un’occupazione che va avanti da 57 anni, sei un “terrorista”.

Se ti comporti per 57 anni da terrorista per mantenere un’occupazione… “sei l’unica democrazia del Medioriente”.

Che dal 1948, Israele ha il “diritto di esistere” sulla terra di Palestina. Dopo 76 anni, uno Stato di Palestina è ancora troppo presto per riconoscerlo.

Che il colonialismo in Africa e America latina è stato un crimine contro l’umanità.

Quello sionista in Palestina, un’ideale romantico.

Ci insegna che se la Russia occupa parte dell’Ucraina, è criminale.

Se Israele occupa tutta la Palestina, è la volontà di Dio!

Che se la Russia occupa parte dell’Ucraina, si becca 14 pacchetti di sanzioni in due anni.

Se Israele occupa tutta la Palestina, in 57 anni riceve armi e ogni genere di assistenza.

Ci insegna che se una potenza coloniale rade al suolo le scuole e le università del territorio che occupa, quelli “violenti” sono i collettivi studenteschi che chiedono l’interruzione degli accordi con gli istituti universitari di quella potenza coloniale.

Che giovani e studenti sono da esempio solo se combattono battaglie politicamente corrette (clima, uguaglianza di genere). Quando protestano contro uno sterminio che avviene sotto i loro occhi, diventano “cattivi e antisemiti”.

Ci insegna che nei paesi “canaglia”, mettere a ferro e fuoco le città è “lotta per la democrazia”.

Da noi, contestare due punte avanzate della propaganda sionista, come Maurizio Molinari e David Parenzo, è un pericoloso segnale d’intolleranza!

Che chiedere libertà e giustizia, nelle piazze o nelle università, è da estremisti.

Meglio ripetere a cantilena “pace”, senza mai prendere posizione, senza mai chiamare vittime e carnefici coi loro nomi.

Lo sterminio in corso a Gaza ci insegna che 1.200 israeliani uccisi fanno orrore, barbarie, crimine, disumanità, antisemitismo.

1.000 palestinesi uccisi… preoccupazione! 10.000 palestinesi uccisi…molta preoccupazione! 20.000, 30.000, 35.000 palestinesi uccisi, inclusi 15.000 bambini, più altri 10.000 cadaveri da recuperare… grande preoccupazione. Proprio non ci riusciamo a spingerci oltre.

Ci insegna che se 100 civili in Europa finiscono sotto le macerie dopo un terremoto, parte una campagna di soccorso internazionale.

Se 10.000 civili restano sepolti sotto le bombe in Medioriente… pace all’anima loro!

Che se le fosse comuni le allestisce la Nato (Kosovo 1999)1 o le inventano le agenzie di stampa (Romania 1989)2, valgono l’accusa di genocidio.

Se sono corroborate da video di bulldozer (Caterpillar D9, edizione speciale per l’esercito israeliano) che, davanti a un ospedale, spalano e maciullano cadaveri come fossero rifiuti… eh, la guerra è una brutta cosa!

Lo sterminio di Gaza ci insegna che infamare un miliardo e mezzo di musulmani con la scusa del fondamentalismo islamico, lo sentiamo quasi un diritto. Mentre, chiedere a una parlamentare “scusi, lei è ebrea?” durante un’intervista radiofonica, è “sintomo di una degenerazione sociale e culturale”.3

Ci insegna che se anche la vera ortodossia giudaica è contraria al nazionalismo religioso, alla conquista di una terra e alla cacciata della sua popolazione nativa, quelli da condannare sono i giovani che solidarizzano con i palestinesi, non i governi e le comunità ebraiche che appoggiano un progetto coloniale messianico.

Ci insegna che in questo “nostro” mondo, quello che conta non è la realtà dei fatti ma il principio…e per principio, le azioni di un capo di stato democraticamente eletto non potranno mai essere equiparate a quelle di un “cattivo” per definizione, anche se causano infinitamente più morti, infinitamente più distruzione.

In estrema sintesi, riprendendo la celebre massima del Marchese del Grillo, lo sterminio di Gaza ci racconta ancora e sempre, oggi come un secolo fa, che “noi siamo noi e voi non siete un cazzo!

  • Fabio Mini, Le false coincidenze per fare le guerre – Il Fatto Quotidiano, 28 marzo 2022
  • Misinformation from the archives: Timisoara's “mass graves” – France24, 20 dicembre 2019
  • “Senatrice, lei è ebrea?” L’inquietante domanda di Zanchini ad Ester Mieli – Shalom. Comunità ebraica di Roma, 24 aprile 2024

Luca Debenedettis

Comitato di solidarietà col popolo Palestinese 

Fantastica settimana quella appena trascorsa per l’I.P.E.O.A. di Brindisi e in particolare per cinque studenti, tutti provenienti da città diverse, che hanno ospitato altrettanti studenti lituani nell’ambito del progetto Erasmus+ “Sustainable Gastronomy”.

Andrea Perrucci (Mesagne), Francesca Missure (Tuturano), Giulia Morleo (Erchie), Njna Favia (Latiano) e Donato Stifanelli (Veglie), coordinati dai docenti, Rosanna Carrozzo, Luigi Colucci e Pasquale Stoppa hanno affrontato temi legati alla sostenibilità alimentare, acquisendo conoscenze su cibo e gastronomia sostenibile, arricchendo le proprie competenze sociali, culturali e digitali, sviluppando abilità comunicative e collaborative in lingua inglese.

Il ricco programma ha previsto attività di gruppo transnazionale a scuola, escursioni e visite guidate sul territorio alla scoperta della storia e della cultura locale. Molto apprezzata la visita guidata nell’oasi protetta di Torre Guaceto ed in particolare di un’azienda, sempre facente parte della stessa zona, che produce e conserva il famoso Pomodoro “fiaschetto”.

Un grande ringraziamento va prima di tutto alle famiglie dei nostri studenti, senza di loro questa meravigliosa esperienza non sarebbe stata vissuta.

E naturalmente un grazie va al Dirigente Scolastico, prof. Cosimo Marcello Castellano che ha autorizzato la partecipazione al progetto e a tutto il personale scolastico che ne ha permesso la buona riuscita.

Alla conclusione non poteva esserci soddisfazione più grande nel ricevere questo messaggio dai colleghi lituani (che riportiamo in inglese) dopo il rientro in patria:” Thank you, Rosanna, Luigi and all Italian team for this wonderful week, for your hospitality! It was unforgettable experience our students and us, teachers! Hope to see you soon in Lithuania!”.

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Prevenzione della ludopatia: conclusione del progetto
con un talk/spettacolo a Mesagne

FATE IL NOSTRO GIOCO
30 maggio teatro comunale di Mesagne, ore 10

 

Si conclude il 30 maggio, con uno spettacolo teatrale a Mesagne, il progetto per la sensibilizzazione e contrasto alla ludopatia “La vita non è un gioco”, realizzato dalla Asl Brindisi con il Teatro Pubblico Pugliese e condotto da Meridiani Perduti e Factory Compagnia Transadriatica.

Il 30 maggio alle 10.00, nel teatro comunale di Mesagne, è in programma il talk/spettacolo “Fate il nostro gioco”, a cura della compagnia torinese Taxi1721, una performance in cui il rigore della scienza e della matematica si uniscono al divertimento per smascherare i falsi miti del gioco d’azzardo. L'evento è dedicato alle scuole ma è aperto alla cittadinanza fino a esaurimento posti disponibili.

Intervengono per i saluti istituzionali il sindaco Toni Matarrelli, il direttore generale Maurizio De Nuccio, il direttore sanitario Vincenzo Gigantelli, il direttore amministrativo Loredana Carulli e il direttore del Teatro Pubblico pugliese Sante Levante. Seguirà in chiusura l’intervento dell’equipe del Gap Brindisi con il direttore del Dipartimento per le dipendenze Patologiche, Salvatore De Fazio e la psicologa del Sert di Mesagne, Simona Capraro.

Il progetto, avviato nel mese di marzo, aveva l’obiettivo di promuovere una cultura critica del gioco nella popolazione con il supporto del teatro e delle arti visive in genere. Il primo appuntamento ha previsto la proiezione del cortometraggio di Simone Salvemini “Aspettando la Cuccagna” nel Teatro Impero di Brindisi, a cui è seguita l’attività laboratoriale, nei mesi di aprile e maggio, con una serie di incontri condotti da Sara Bevilacqua, attrice e regista, e Morena Mazzara, psicologa psicoterapeuta, in collaborazione con l’associazione Auser di Brindisi e l'istituto Carnaro di Brindisi.

Il fenomeno del gioco d’azzardo patologico ha assunto in Italia una dimensione inquietante con danni sociali e sanitari sempre più rilevanti che coinvolgono persone di tutte le fasce di età, con un sommerso tra i più giovani, anche minori, a causa della diffusione del gioco online, più difficile da monitorare.

In questo quadro si inseriscono le attività di cura dei servizi della Asl e i progetti di prevenzione per cercare di contenere il fenomeno.

Sono disperati i commercianti e i residenti del centro storico di Mesagne a causa dell’inciviltà e malcostume che hanno alcuni ragazzi che nella tarda serata imbrattano gli ingressi delle attività commerciali con bevande, food e altro. Per non parlare delle discussioni ad alta voce. Più volte i commercianti hanno presentato dettagliate denunce alle forze dell’ordine senza riuscire a debellare gli atti di inciviltà. In alcuni casi questi atteggiamenti sono stati ripresi dalle telecamere presenti nel centro storico. Alcuni mesi fa la polizia riuscì a identificare una banda di ragazzi che dopo aver rubato in alcune attività del centro storico avevano arredato con i manufatti trafugati una vecchia abitazione nel borgo e lì trascorrevano le nottate tra bevute di liquori rubati e schiamazzi. “Il problema è il malcostume di questi ragazzi che bighellonano davanti alle nostre attività bevendo, mangiando e facendo altro. Ogni mattina siamo costretti a ripulire le loro bravate. Non si tratta solo di un caso sporadico bensì continuativo. Più volte li abbiamo affrontati, ma nulla è cambiato”, ha spiegato la proprietaria di un’attività commerciale cui gli ha fatto eco un altro commerciante. “La mia attività – ha detto - si trova davanti a una zona dove ci sono alcuni pub. I ragazzi acquistano bevande e cibo e li consumano seduti davanti al nostro ingresso. Al mattino, ogni mattino, ci tocca pulire togliendo le bottiglie vuote e gli scarti del cibo”. Eppure l’amministrazione comunale ha investito un bel po' di soldini per dotare il centro storico di cestini in cui poter depositare i vari rifiuti che ogni giorno vengono svuotati dagli operatori ecologici. Oltre a ciò vi sono in strada i bidoni delle attività di ristorazione, non belli da vedere nell’antico borgo, ma utili per depositare i rifiuti differenziandoli. Addirittura il Comune ha posizionato i posaceneri in cui depositare le cicche di sigarette per non gettarle in strada. Inoltre ogni giorno c’è un netturbino preposto alla pulizia del centro storico. Ma da solo non ce la fa a ripulire l’intero borgo. E l’estate con relativa movida non è ancora iniziata. 

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Non è una faike news né una bufala. A Mesagne sono stati vinti con un gratta e vinci dal costo di 5 euro ben 500mila euro. Altro che bruscolini. La caccia al fortunato è scattata subito anche se è difficile individuare chi possa essere perché il biglietto è stato acquistato presso la tabaccheria ricevitoria del centro Appia Antica di Mesagne. Dal centro commerciale, infatti, ogni giorno passano migliaia di persone di ogni ceto sociale. Dunque, un gratta e vinci da 5 euro ha regalato un tesoro a uno dei clienti della tabaccheria del centro commerciale di Mesagne. Con un biglietto della serie “Numerissimi” da 5 euro sono stati vinti 500mila euro presso la tabaccheria “Premium Tobacco”, ubicata all’interno del Centro Commerciale Appia Antica di Mesagne. Secondo le informazioni fornite da Lottomatica, il biglietto è stato venduto mercoledì 22 maggio e solo ieri si è diffusa la notizia. I titolari, considerando l’alto numero di clienti, non sanno a chi abbiano venduto il biglietto vincente. Di certo c’è che una volta che la notizia si è diffusa sono stati diversi gli avventori che si sono recati presso la tabaccheria per acquistare i gratta e vinci delle varie serie disponibili nella speranza di poter vincere un premio se non da migliaia di euro almeno di consolazione. La speranza è che i 500mila euro siano stati vinti da qualcuno che ne ha bisogno e che in questo modo vede cambiare in positivo la propria vita.

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Ha avuto un ottimo successo per il gradimento riscontrato negli studenti il laboratorio di scrittura UNSCRIPTED PER SOCIAL E TV tenuto dall’esperto d’eccellenza Antonio Tocci ed organizzato dall’associazione MusicArte negli studi di Lab Creation di Mesagne in una tre giorni di corso full immersion.  

Tocci, autore di produzioni iconiche per Mediaset e Sky, ha insegnato ai corsisti, provenienti da Trani, Lecce, Francavilla Fontana, ma anche da fuori regione, da Salerno e Napoli, come concepire e sviluppare un format fino alla sua realizzazione. Gli studenti, entusiasti dell’esperienza, grazie agli insegnamenti di Tocci hanno sviluppato il proprio stile attraverso un metodo innovativo, pratico e dinamico, focalizzandosi sulla scrittura di format e scalette ed interagendo con professionisti del settore con i quali hanno scambiato le proprie esperienze.

Il laboratorio è stato organizzato dall’ associazione Collettivo MusicArte all’interno del Nodo Galattica di Mesagne, facente parte della Rete Galattica Giovani Puglia, e il Comune di Mesagne nella persona del consigliere comunale Vincenzo Sicilia. Infine, il laboratorio ha rappresentato un’opportunità unica per promuovere creatività e innovazione per i giovani e per il loro futuro lavorativo, facendoli tra l’altro interagire con altri social creator come:
Federico Fusca - chef e content creator;
Giulio Pasqui e Ivan Buratti – founder e co-founder di Webboh, piattaforma del gruppo Mondadori, che sono stati ospiti live dell’ultima giornata del laboratorio.
Per informazioni si può contattate l’Associazione MusicArte al numero 3920060788, oppure inviare una email a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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