Redazione

Quattro auto sono andate a fuoco la notte scorsa a Mesagne, Fasano e Francavilla Fontana. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Brindisi, i carabineiri e gli agenti del commissariato di Mesagne. A Mesagne le fiamme oltre a distruggere due mezzi hanno causato danni importanti alla facciata di un’abitazione. Secondo i primi accertamenti sul posto non sono stati rilevati elementi tali da far pensare a un incendio di natura dolosa. Tuttavia, una serie di circostanze al vaglio degli investigatori farebbe pensare il contrario. Pertanto le indagini stanno scandagliando la vita privata dei proprietari dei mezzi. Utili agli accertamenti potrebbero essere alcuni filmati delle telecamere di videosorveglianza presenti in zona. L’episodio si è verificato poco dopo le ore 3 del mattino in via Principe di Piemonte. Qui sul lato sinistro della strada sono posteggiate diverse auto tra le quali una Renault Captur e una Daewoo Matiz. A un tratto la Renault Captur ha preso fuoco. Le fiamme erano così alte che hanno raggiunto la facciata dell’abitazione attigua annerendola e la Matiz posteggiata davanti. Il crepitio delle fiamme e lo scoppio dei finestrini hanno svegliato i residenti che si sono riversati in strada. Solo una coppia di anziani che risiedeva nell’abitazione interessata dalle fiamme dell’auto si sono rifugiati nel giardino. È stato lanciato l’allarme e sul posto sono giunti i vigili del fuoco di Brindisi che hanno lavorato circa due ore per domare l’incendio e mettere in sicurezza la strada. Nel frattempo in via Principe di Piemonte sono giunti i poliziotti che hanno avviato le indagini. Nonostante non siano state trovate tracce di combustibile per la ricostruzione della dinamica dei fatti l’episodio potrebbe essere di natura dolosa. Un chiaro atto intimidatorio su cui indagano gli agenti che in queste ore oltre ad ascoltare i proprietari dei mezzi coinvolti stanno acquisendo le immagini delle telecamere di videosorveglianza al fine di ricostruire l’episodio e cercare di individuare i responsabili. Intanto a Fasano e Francavilla Fontana si sono verificati altri due incendi di auto. A mezzanotte e quattro minuti in contrada Lama Cupa, in territorio di Fasano, un’auto è stata data alle fiamme. Sul posto sono giunti i vigili del fuoco del distaccamento di Fasano e i carabinieri. I militari stanno indagando per individuare i responsabili. A mezzanotte e 34 minuti si è verificato a Francavilla Fontana un incendio di auto lungo la via per Grottaglie. Anche qui sono giunti sul posto i vigili del fuoco di Francavilla Fontana e i carabinieri che hanno avviato le indagini per ricostruire la vicenda.

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I Tamburellisti di Otranto al centro commerciale “AppiAnticA”.

Oggi, domenica 25 agosto, per la rassegna “Spettacoliamo”: musica, degustazione e il laboratorio per bambini.

 Nuova tappa estiva al centro commerciale AppiAntica di Mesagne che oggi, domenica 25 agosto a partire dalle ore 17.30, dà appuntamento in galleria con la musica dei Tamburellisti di Otranto. Ad attenderli, grandi e piccini, troveranno i balli al ritmo della migliore pizzica salentina, una imperdibile degustazione e un coinvolgente laboratorio di tamburello per bambini. L’ingresso è gratuito.

 

«Radici e tradizioni da proteggere e trasmettere alle future generazioni per ricordare la propria essenza», da qui l’idea del maestro Massimo Panarese di aggregare quaranta bambini con la passione per la musica. Radici e tradizione sono anche gli elementi che riassumono la mission del gruppo dei Tamburellisti di Otranto, nato nell’aprile del 2009 con l’intento di avvicinare in particolare i giovanissimi, e in generale gli appassionati  di ogni età, alla musica popolare. Il progetto negli anni è cresciuto fino a guadagnarsi la presenza in piazze prestigiose e la partecipazione a diversi programmi televisivi nazionali. Come tengono a sottolineare i protagonisti, il nome Tamburellisti di Otranto non è solo una questione geografica, ma è soprattutto un legame identitario con la cultura della Terra d’Otranto.

Ufficio Scolastico Provinciale di Brindisi rischia di far chiudere l’Istituto Tecnico Economico di Mesagne.

Siamo davvero all’assurdo!
La Provincia di Brindisi, con il suo Presidente Dr. Matarrelli Antonio, ha provveduto, dopo 
decenni di mancata manutenzione, a ristrutturare completamente l’Istituto Tecnico 
Economico “E. Ferdinando” di Mesagne, facendolo diventare una struttura gioiello, 
spendendo centinaia di migliaia di euro, ed ora la scuola già Istituto Commerciale rischia di 
chiudere i battenti!
Le famiglie sono allertate ed il Forum delle Associazioni Familiari di Puglia, con la sua 
Commissione Scuola, non può disinteressarsi a tale problematica!
I fatti consistono in ciò: 1) non è stata concessa la prima classe all'Economico pur avendo 
iscritto 23 alunni di cui 3 diversamente abili. La scuola non ha chiesto al Provveditorato 32 
ore in più ma solo 8 ore, perché avrebbe provveduto con proprie economie di bilancio ad 
affrontare la situazione, senza pesare sulle casse dell’Ufficio Scolastico; 2) per il personale 
ATA è stato attribuito 1 solo collaboratore scolastico (ne aveva chiesti almeno 4), 2 assistenti 
tecnici (bastava 1 per il tecnologico) e nessun assistente amministrativo (ne aveva chiesti 
almeno 2 per la funzionalità della segreteria totalmente oberata di carte e lavoro); 3) per i 
posti in deroga di sostegno, ad oggi ne sono stati assegnati solo 8. Per coprire le necessità 
dei ragazzi ne sono stati chiesti 23, quindi ve ne sono 15 in meno.
Non concedendo la prima classe vi è il rischio di eliminare qualsiasi sezione scolastica e 
che quindi le attuali classi, dalla seconda alla quinta, siano terminali del corso di studi. In tal 
modo Mesagne perderebbe una scuola importante per il territorio e per le famiglie dello 
stesso, le quali sarebbero costrette a far frequentare i propri figli fuori Mesagne, con un 
depauperamento educativo del territorio ed un notevole aggravio di spesa familiare. Eppure 
una delle tematiche oggi attuali è quella della lotta alla povertà educativa! Ma in che modo 
si vuole fare tale lotta? 
Chiediamo, pertanto, che il Provveditorato di Brindisi riveda le proprie posizioni sui fatti 
sopra indicati e che le associazioni sindacali di categoria CGIL, CISL e UIL prendano 
posizione al riguardo, a tutela dei lavoratori, nonché l’amministrazione comunale intervenga 
a tutela delle famiglie e del territorio.
Forum delle Associazioni Familiari Puglia - Sezione di Mesagne.

A seguito di segnalazioni pervenute da numerose fonti che denunciavano l’esercizio di un’attività abusiva di ristorazione in sede fissa, con prevalente manipolazione e cottura di carne e pesce, in contrada Giovanbattista, in area esterna al quartiere Sant’Elia – Brindisi, è stata organizzata e condotta, congiuntamente,specifica attività di controllo da parte degli Ufficiali e Agenti di Polizia Giudiziaria, in servizio presso la Questura di Brindisi, il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, il Nucleo di Polizia Amministrativa – Comando Polizia Locale – e il Dipartimento di Prevenzione, Igiene e Nutrizione – Azienda Sanitaria Locale.
Il controllo veniva eseguito all’interno di villetta indipendente, avente un’estensione di alcune centinaia di metri quadri, costruita abusivamente nel corpo di fabbrica principale e, successivamente,ampliato nella volumetria, mediante la costruzione di alcune verande anch’esse abusive, tutte opere in assenza di agibilità e quindi non fruibili dalla proprietà, né tanto meno dai clienti dell’esercizio pubblico di somministrazione di alimenti e bevande.
Sul posto gli Organi inquirenti verificavano la veridicità dellesegnalazioni avendo modo di accertare il prosieguo dell’attività abusiva, già gravata da precedenti Ordinanze di cessazione immediata dell’attività di ristorazione e da Diffida all’osservanzadelle stesse, tutti provvedimenti amministrativi emessi dal Settore Attività Produttive – SUAP del Comune di Brindisi, sempre disattesidal gestore.
Nel corso del controllo vi erano diversi avventori intenti a consumare i pasti, condizione che portava a contestare al gestore la violazione, di cui all’art. 61/3° della Legg Regionale n. 24/2015 perché in corso l’attività in assenza della prescritta autorizzazione/titolo abilitativo;illecito che prevede, oltre all’applicazione della sanzione pecuniaria,la sanzione accessoria della chiusura immediata dell’attività di somministrazione.
A causa dell’assenza di certificazione sanitaria e di mancata attivazione del sistema di autocontrollo sulla salubrità dei prodotti alimentari, il personale ispettivo procedeva a sequestrare il prodotto alimentare e a conferirlo, secondo quanto previsto dalla disciplina in materia.
Assunto quanto accertato e verificata l’inosservanza delle Ordinanzedi cessazione, il personale ispettivo apponeva i sigilli al fine di rendere efficaci ed esecutive le Ordinanze disattese, facendo presente che la violazione dei sigilli, in base al codice di procedura penale,prevede l’arresto facoltativo in flagranza per chiunque vada a violarli.
L’attività interforze proseguirà nei prossimi giorni a tutela della salute e dell’incolumità pubblica, orientando i controlli verso le attività non lecite che alterano le regole del libero mercato e della leale concorrenza.

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 CRIMINALITÀ: COLDIRETTI PUGLIA,  RAID IN CAMPAGNA PER RUBARE 40 Q.LI UVA: MAPPA FENOMENI CRIMINOSI PROVINCIA PER PROVINCIA

I fenomeni criminosi sono sempre più legati alla ‘stagionalità’ delle produzioni e delle attività

Ennesimo furto di 40 quintali di uva quando la vendemmia nel foggiano è ormai alle porte, con la criminalità anche spicciola che rende difficile la quotidianità degli imprenditori in campagna, con i raid che sono un fenomeno ormai senza soluzione di continuità da anni e costringono gli agricoltori a vigilare di notte, ma gli episodi si stanno registrando anche in pieno giorno. La denuncia è di Coldiretti Puglia, alla notizia del furto di un quantitativo ingente di uva a San Severo in provincia di Foggia, dove nei giorni scorsi sono stati selvaggiamente tagliati i tiranti di un tendone di uva ai danni di un altro giovane agricoltore.

Ormai nelle campagne pugliesi le attività criminose sono legate alla “stagionalità” delle produzioni, con squadre ben organizzate tagliano i ceppi dell’uva da vino a marzo/aprile, rubano le ciliegie a maggio, l’uva da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l’anno, ma preferiscono i carciofi brindisini e gli asparagi foggiani, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi – afferma Coldiretti Puglia - perché molto apprezzati dai mercati. Infine sradicano e portano via gli olivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca. I furti sono praticamente quotidiani tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne.

Si moltiplicano i furti di ferro, acciaio, rame, cavi elettrici e telefonici in campagna – aggiunge Coldiretti Puglia - con le aziende agricole che rimangono spente e isolate telefonicamente, mentre i pozzi per i irrigare restano fermi, pregiudicando le produzioni agricole che hanno bisogno di acqua.

Masserie, pozzi e strutture letteralmente depredate, chilometri e chilometri di fili di rame, letteralmente volatilizzati – segnala Coldiretti Puglia - lasciano le imprese senza energia elettrica e possibilità di proseguire nelle quotidiane attività imprenditoriali, furti di prodotti in campo e delle piantine resistenti a Xylella appena messe a dimora, taglio di ceppi di uva da vino Primitivo, di uva da tavola e tiranti di tendoni, sabotaggi di cantine, taglio e furti di ulivi secolari, sono solo alcuni degli atti criminosi a danno degli agricoltori.

Le campagne sono in balia di gruppi della criminalità, delle agromafie che fanno il paio con le ecomafie, che non si fermano – insiste Coldiretti Puglia - neppure davanti al momento di incertezza con la guerra e l’emergenza che sta arrecando gravi danni alle aziende agricole, anzi si moltiplicano i fenomeni criminali con furti di mezzi, prodotti agricoli e chilometri di fili di rame, smaltimento di rifiuti di ogni genere nei campi, poi bruciati, con un danno economico e ambientale incalcolabile.

LA MAPPA DEI FENOMENI CRIMINOSI PROVINCIA PER PROVINCIA

BARI E BAT

Non si arresta la strage di ulivi nelle campagne con piante danneggiate, atti vandalici, danni e furti di olivi secolari che hanno spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne, mentre altri si sono affidati a istituti di vigilanza.

Dai furti di animali a fini estorsivi fino ad arrivare all’uccisione degli stessi, la criminalità strisciante nelle campagne di Bari e BAT minaccia di aggravarsi con i furti  di tubi e idratanti, fino al saccheggio o al danneggiamento dei pozzi artesiani.

Nel periodo della raccolta delle olive, i predoni delle campagne fanno razzia di olive che come diamanti andrebbero sorvegliate di notte e scortate durante i trasferimenti nei frantoi.

I mandanti dei gruppi criminali sono italiani anche se spesso si avvalgono di ‘manodopera’ straniera. Depredano gli oliveti del barese, della BAT. In 2/3 minuti riescono a portare via oltre 30 kg di olive ad albero, battendo gli ulivi con mazze anche di ferro per far crollare il maggior numero di prodotto, danneggiando al contempo le piante. Le squadre di malfattori trascinano le reti sotto gli olivi a mano a mano che i complici percuotono i rami, per raccogliere il maggiore numero possibile di olive in caduta. Oltre alla perdita di reddito per il furto di olive e al danneggiamento delle piante, gli agricoltori sono costretti ad impiegare più manodopera per recuperare dal terreno parte della ‘refurtiva’ che i ladri, trascinando velocemente le reti di raccolta, non riescono a portare via. Gli agricoltori, ormai per il terzo anno consecutivo, sono vittime di un fenomeno che si sta consolidando e aggravando nel tempo.

I frantoi sono costretti ad avvisare la Questura prima di far partire i camion di olio extravergine alla volta delle varie destinazioni italiane per farli scortare fino all’imbocco dell’autostrada, eppure questa è la situazione nella BAT e soprattutto ad Andria, culla dell’olivicoltura pugliese. Il fenomeno che si ripete ogni anno mette a repentaglio l’incolumità stessa degli olivicoltori, costretti a fare ronde diurne e notturne. Le forze dell’ordine hanno un territorio assai vasto da presidiare, pertanto ampie zone non sono pattugliate. Stessa sorte subiscono mandorle, uva da tavola, uva da vino, perché i gruppi criminali seguono la stagionalità delle produzioni.

FOGGIA

I comuni maggiormente interessati da questo problema sono Cerignola, Lucera, Orta Nova, Torremaggiore, San Severo, San Marco in Lamis, S. Giovanni Rotondo, Poggio Imperiale, ma il fenomeno è diffuso su tutto il territorio provinciale, con una recrudescenza di fenomeni estorsivi con aggressioni che si stanno verificando a Manfredonia.

La tipologia di furti risulta essere di varia natura. Si passa dalla sottrazione del raccolto dalle piante in campo, dagli asparagi ai carciofi, alle aggressioni per il furto dei mezzi agricoli e/o delle attrezzature e/o del bestiame, dei raccolti già messi su cassoni, o addirittura alla sottrazione dei cavi di rame e del ferro. Molto diffusa è la razzia dei mezzi agricoli con la successiva richiesta di riscatto. Si moltiplicano i furti di rame, cavi elettrici e telefonici in campagna con le aziende agricole che rimangono spente e isolate telefonicamente, mentre i pozzi per i irrigare restano fermi, pregiudicando le produzioni ortofrutticole che hanno bisogno di acqua. La criminalità mette le mani anche sulle reti di distribuzione irrigua del Nord Fortore del Consorzio per la bonifica della Capitanata, dopo i furti e i danneggiamenti a pozzi artesiani ed aziende agricole che si sono moltiplicati nelle ultime settimane in tutta la Puglia.

Le campagne foggiane sono in balia di gruppi della criminalità, delle agromafie che fanno il paio con le ecomafie, con lo sversamento di rifiuti di ogni genere nei campi, poi bruciati, con un danno economico e ambientale incalcolabile.

TARANTO

Raid nei vigneti in provincia di Taranto dove oltre al furto delle barbatelle, ora a sparire, complice il buio della notte, i pali in acciaio degli impianti viticoli. Si registrano furto di mezzi agricoli in aumento soprattutto nell'area orientale e fenomeno di questi giorni il furto delle balle di fieno dai campi durante la notte nell'area foraggiera soprattutto nell’area zootecnica di Mottola. Per non parlare del taglio dei ceppi e dei tendoni dell’uva da tavola e da vino e dei furti di produzioni agricole di pregio che stanno interessando sia la zona orientale a Manduria, Sava, Maruggio che quella occidentale, con in testa Castellaneta, Palagiano e Ginosa.

BRINDISI

I raid nelle campagne con il furto di pali di acciaio dei vigneti sono un fenomeno che prima si registravano solo di notte, ma gli episodi si stanno registrando anche in pieno giorno. Si stanno moltiplicando le segnalazioni di scarico notturno di rifiuti nei campi, compreso Eternit e copertoni, mentre gli agricoltori vengono multati e obbligati a provvedere alla rimozione con ditte specializzate.

Si segnalano furti di carciofi, ortaggi, mezzi agricoli quali trattori, scopatrice, furgoni, oltre alla recrudescenza del fenomeno dei furti di ulivi e uva. I mezzi agricoli sono rubati soprattutto durante le ore diurne, nel pieno dello svolgimento delle attività agricole e all’imbrunire si registra il maggior numero di furti di olive.

LECCE

La maggiore incidenza di furti in aree rurali in provincia di Lecce si verificano nell’hinterland della città capoluogo, in particolare nei comuni confinanti con Lecce e immediatamente vicini al confine con la provincia di Brindisi. In questi comuni si sono verificati numerosi casi di furti di pali tutori sia di vigneto che di oliveto, furti di piante di olivo appena trapiantate e di tubi di irrigazione, compreso anche alcuni attrezzi agricoli.

Altri casi si sono verificati nella zona del Capo di Leuca, con irruzioni notturne nelle aziende e furto di gasolio agricolo ed attrezzature.

Mesagne, nel segno di Leonardo e di De Nittis l’ultima settimana di «Agosto in mostra».

Iniziano le tappe più avvincenti del viaggio nei «Sette secoli di arte italiana», proposto dalla grande mostra allestita nel Castello di Mesagne a cura del prof. Pierluigi Carofano, grazie all’impegno di Puglia Micexperience, la rete di imprese che promuove l’evento con Puglia Walking Art, il Comune di Mesagne e la Regione Puglia e la collaborazione del Ministero della Cultura.
In questa ultima settimana di «Agosto in Mostra» in castello mesagnese sarà un pullulare di iniziative a partire già da domani, domenica 25 agosto, quando - nelle visite guidate gratuite incluse nel prezzo del biglietto alle ore 19 e 20.30 - un focus particolare sarà dedicato all’opera di Giuseppe De Nittis, del quale proprio il 21 agosto è stato ricordato il 140° anniversario della scomparsa. Barletta, la sua città natale e custode della Collezione che lo stesso artista le donò, lo ha degnamente onorato ed ora questi onori, con il focus dedicato a questo grande pittore, si spostano nel castello di Mesagne dove sono esposti due «momenti di vita moderna nell’aria di Parigi», come chiosò il prof. Carofano in occasione del vernissage. A Mesagne, infatti, sono esposti il «Busto di donna» e «Dans le monde», opere del 1883, entrambe provenienti dalla Collezione barlettana.
E non finisce qui. Lunedì 26 agosto è in programma «Aperimostra», «visita guidata più aperitivo con degustazione di vini del territorio e finger food», in collaborazione con l’Ais (Associazione Italiana Sommelier) Brindisi. La visita guidata alla mostra è a cura di M’Arte Turismo, quindi l’aperitivo con degustazione di vini di Tenute Lu Spada (previsto l’ingresso a 3 gruppi alle ore 18 - 19,15 – 20,30, prenotazione obbligatoria ai numeri +39 3291668064 - +39 0831732285). 
E poi… il grande evento con e per Leonardo da Vinci, i suoi collaboratori, la sua bottega ed il suo mondo. Alle 20,30 di giovedì 29 agosto è in programma «Enigma Leonardo», serata dedicata al genio del Rinascimento a cura del prof. Nicola Barbatelli che, a partire dalla sua opera ospitata in mostra, la «Vergina delle Rocce (versione Cheramy)» (vi è della bottega leonardesca anche la «Madonna dei fusi») trasporterà i partecipanti in un viaggio avvincente e appassionante attraverso documenti inediti e videoricostruzioni. Una serata con la presenza del curatore della mostra, prof. Pierluigi Carofano.
«Ad inizio del mese – ha dichiarato in queste ore Pierangelo Argentieri, presidente di Nicexperience -, con queste iniziative e con “Enigma Leonardo”, avevamo proposto ulteriori motivazioni per intraprendere il viaggio nei sette secoli di arte italiana, declinata attraverso 51, significative opere d’arte dagli epigoni di Giotto ai contemporanei: i numeri dei visitatori e i consensi registrati ci spingono a proseguire lungo questa scia, che vuole tenere insieme cultura e turismo di qualità in Puglia».

UN GIGANTE PER COACH OLIVE: ILIMANE NDOYE.

Si aggiungono gli ultimi tasselli al roster della New Virtus Mesagne targata Rossotono: Ilimane Ndoye, Classe 2005, é un nuovo giocatore gialloblu.
Nazionalitá senegalese, Ilimane ha vestito in precedenza le maglie dei Dragons Prato e della Orange1 Bassano. Grazie ai suoi 201 cm, Ndoye fa della forza fisica e dell'atletismo le sue armi migliori. Dotato di buoni fondamentali, é un lungo atipico che riesce a giocare bene anche in campo aperto.
Ndoye, che sarà utilizzato in doppio tesseramento con la Fortitudo Basket Francavilla, non nasconde il suo entusiasmo per questa opportunità: ”Personalmente sono molto contento di entrare a far parte della famiglia New Virtus, per me sarà un anno importante perché potrò confrontarmi con gente più grande ed esperta, lo staff tecnico é di alto livello e imparerò tanto sia da loro che dai senior del team. Sono carico e non vedo l’ora poter iniziare questa nuova esperienza”.
Coach Davide Olive descrive così il neo arrivato in casa gialloblu: ”Da Ilimane mi aspetto tanto, è un ottimo atleta con buone capacità di corsa e presenza a rimbalzo. Ha un buon tiro ed un lungo capace di muoversi bene anche senza palla. Sono convinto che saprà dimostrare di poter stare in questa categoriia e di poter diventare presto un fattore”.

Il 25 agosto, alle 19, presso la Chiesa di San Domenico a Oria, una messa in memoria di Maria Marsella, Antonia Carbone e Maria Dell’Aquila, tragicamente scomparse nel 1993

Si alzarono all'alba per guadagnare appena 23.000 lire. Tanto avevano promesso loro, Maria Marsella, di 25 anni, Antonia Carbone, di 29 anni, e Maria Dell’Aquila, di 51 anni. Era la mattina del 25 agosto 1993. Si alzarono all'alba per andare a lavorare nei campi, ma a casa non tornarono più.

 Quel giorno, le tre donne viaggiavano su un pulmino sovraffollato, insieme ad altre quindici braccianti, dirette verso i campi. Il veicolo, omologato per nove persone, trasportava diciotto lavoratrici. La strada si trasformò presto in una trappola mortale: dopo una collisione con un camion, il pulmino uscì di strada, causando la morte. Altre dieci donne rimasero ferite, segnando per sempre la vita di chi sopravvisse a quella tragica mattina.

 Per non dimenticare questo drammatico evento e per onorare la memoria delle tre vittime, la Flai Cgil Brindisi organizza una giornata di memoria collettiva. Domenica 25 agosto, alle ore 19:00, presso la Chiesa di San Domenico a Oria, si terrà una Santa Messa in loro ricordo invitando tutta la cittadinanza a partecipare a questo momento di riflessione e di preghiera.

 Alla cerimonia saranno presenti oltre al Sindaco Cosimo Ferretti, la Segreteria Flai Cgil Puglia e Flai Cgil Brindisi, Antonio Macchia Segretario Generale Cgil Brindisi e il Coordinamento Provinciale di Libera Brindisi.

 Subito dopo la Messa, intorno alle 20, ci ritroveremo presso il Monumento alle Vittime del Caporalato per deporre una corona di fiori. Un gesto simbolico per ricordare tutte le vittime dello sfruttamento lavorativo e del caporalato, affinché la loro sofferenza non sia stata vana.

 Invitando tutta la comunità a partecipare numerosa a questa giornata di memoria e di lotta per i diritti si rinnova insieme l’impegno della Flai Cgil contro il caporalato e a favore della sicurezza sul lavoro. “Solo mantenendo viva la memoria e lottando uniti possiamo sperare di vincere questa battaglia”.

 E tutto questo è necessario più che mai oggi, dal momento che nei campi i lavoratori continuano a morire e il caporalato è una piaga che non è stata debellata, anzi.

 Qualche giorno fa, ad esempio (il 18 agosto scorso), probabilmente per il caldo e la fatica un bracciante è morto mentre lavorava nei campi: è successo a Borgo Piave, poco a sud di Latina. Un lavoratore indiano di etnia sikh di 54 anni, Dalvir Singh è stato trovato senza vita in un campo, dov’era impiegato con contratto e permesso di soggiorno in regola.

 Questo episodio si è verificato, a nemmeno due mesi di distanza -  sempre in provincia di Latina - del dramma di Satnam Singh, il bracciante indiano buttato sul ciglio della sua abitazione assieme al braccio, che gli era stato amputato da un macchinario, dal proprietario dell'azienda agricola per cui lavorava così come tanti altri episodi altrettanto violenti.

 La battaglia della Flai su questo fronte è sempre attiva, come dimostra il contributo portato nelle scorse settimane al Tavolo permanente provinciale per il contrasto dello sfruttamento lavorativo in Agricoltura e del Caporalato svoltosi in Prefettura. In questa sede abbiamo chiesto, tra le altre cose, all'Autorità di governo, che Brindisi non si lasci sfuggire i 2 milioni di euro disponibili per la creazione di strutture anti-ghetto e rimarcato  la necessità di incrementare sensibilmente le adesioni alla Rete del lavoro agricolo di qualità , parlando della necessità di fare rete in particolare sui temi trasporti e residenza come strumenti fondamentali per togliere alla malavita l’intermediazione illecita della manodopera nei campi. Abbiamo espresso tutte le nostre criticità in merito alla legge Bossi -Fini, sugli insediamenti abusivi e chiesto di creare una struttura pubblica per fare in modo favorire un corretto incontro tra domanda e offerta di lavoro nei campi.

 Sono solo alcuni degli importanti temi che ci vedono da sempre impegnati nella costruzione di maggiori diritti e tutele e dei lavoratori agricoli e dell'agroindustria e su cui continueremo con maggior determinazione la nostra lotta per sconfiggere il caporalato.

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Sono 102 le tartarughe marine nate nella riserva di Torre Guaceto dal primo nido documentato nell’area protetta. Un evento eccezionale concluso con l’ingresso in mare delle piccole grazie all’impegno del personale del Consorzio di Gestione, dei volontari dei campi WWF e di “Io sono Torre Guaceto” che, in staffetta, hanno presidiato e protetto il nido. 

Il primo nido documentato della Riserva Naturale dello Stato e Area Marina Protetta di Torre Guaceto è stato rinvenuto in località Punta Penna Grossa, fronte Nord del Parco. Scoperta l’avvenuta deposizione delle uova, da parte di uno dei primi attivisti storici del Parco, Antonio Fiume, fondatore della cooperativa per l’educazione ambientale, Thalassia, il Consorzio di Gestione della riserva si è immediatamente attivato per la tutela del nido, predisponendo la sorveglianza h24 con il personale dell’ente pubblico, i ragazzi dei campi WWF ospitati nell’area protetta per la stagione estiva ed i volontari del gruppo “Io sono Torre Guaceto”. torre_guaceto_tartarughe_caretta_caretta_piccoline_2.jpg
Tutti hanno dato il massimo, affrontando anche il non semplice presidio notturno, con un unico obbiettivo: assicurare la nascita delle piccole tartarughe marine, specie fortemente minacciata dall’impatto antropico sul mare. 
“Nei giorni abbiamo monitorato la schiusa di numerose uova - ha spiegato il biologo faunista responsabile del centro recupero tartarughe marine del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Giacomo Marzano -, fino ad arrivare a registrare la nascita naturale di 88 esemplari. Poi, questa mattina, come da protocollo di tutela Cites, a tre giorni dal blocco delle schiuse, temendo che la pioggia avesse eccessivamente compattato la sabbia, impedendo agli animali di emergerne, siamo intervenuti per agevolare l’apertura delle ultime uova. Sono venute così al mondo ulteriori 14 tartarughe marine. Vissuta a pieno l’emozione della prima immissione in mare delle piccole, abbiamo controllato l’intero nido e contato la presenza di 4 uova non fecondate e di 9 nelle quali lo sviluppo dell’esemplare si era interrotto”. torre_guaceto_tartarughe_caretta_caretta_piccoline_3.jpg
Un grande giorno per il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto che, dall’avvio della stagione estiva, sta seguendo e dettando le linee guida per la tutela di svariati nidi di tartaruga marina rinvenuti lungo la costa Nord-adriatica pugliese. 
“È la celebrazione della vita, emblema dell’impegno costante per la tutela della natura che questo ente mette in campo da oltre 20 anni - ha dichiarato il presidente del Consorzio, Rocky Malatesta -, con il contributo dei suoi operatori, così tanto dediti alla protezione della riserva da essere impegnati nelle attività di salvaguardia anche come volontari e delle associazioni da sempre schierate al nostro fianco”. 

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