Redazione

A Gallipoli la protesta con l’hashtag #SOS_EU_Fishing. Sono quasi 500 i pescherecci pugliesi che saranno “affondati” dalle nuove linee europee che prevedono la scomparsa della pesca a strascico, il settore più produttivo della marineria nazionale, con un impatto devastante sull’economia sull’occupazione e sui consumi. Una misura contro la quale i pescatori di Coldiretti Impresapesca protestano nei i porti italiani e anche a Gallipoli in provincia di Lecce, facendo suonare all’unisono le sirene delle imbarcazioni. Una mobilitazione che riguarda tutta l'Unione Europea con l’hashtag #SOS_EU_Fishing, per la giornata dell’Europea che si celebra il 9 maggio.

L’obiettivo è far arrivare la protesta a Bruxelles e al Commissario alla Pesca ed all’Ambiente Virginijus Sinkevicius, le cui nuove linee di indirizzo ad integrazione della Politica Comune prevedono provvedimenti choc per la Flotta Italia. La misura più dirompente – sottolinea Coldiretti Impresapesca – è il divieto del sistema di pesca a strascico che rappresenta in termini di produzione ben il 65% del pescato nazionale, operando di media non più di 130 giorni all’anno, secondo l’analisi di Coldiretti Impresapesca. Ma le nuove linee prevedono anche la restrizione delle aree di pesca con tagli fino al 30% di quelle attuali, denuncia Coldiretti Impresapesca, con scadenze ravvicinate nel 2024, 2027 per concludersi nel 2030.

Scelte che sono il frutto di un estremismo ambientalista lontano dalla logica e che non tiene conto peraltro di quanto già promosso dalla stessa Unione Europea sul fronte della tutela degli stock, con le norme di contenimento dello sforzo di pesca nel Mediterraneo, in particolare per Adriatico e West-Med, avviate nel 2019 e seguite dai pescherecci italiani, che, a detta della stessa Commissione, cominciano a dare risultati positivi sulla conservazione delle risorse ittiche. Un risultato raggiunto grazie ai sacrifici delle marinerie italiane – ricorda Coldiretti Impresapesca- che vengono ora di fatto cancellati, mentre le stesse regole non vengono seguite dai pescherecci dei Paesi extraUe che si affacciano sul Mediterraneo, liberi di fatto di pescare anche più di prima approfittando delle restrizioni a cui sono obbligate quelle nazionali.

L’eliminazione della pesca a strascico senza che siano state peraltro previste risorse adeguate per la riconversione significa per l’Italia - calcola  Coldiretti Impresapesca - la rinuncia ai 2/3 del pescato nazionale, aggravando ulteriormente una situazione che nel 2022 ha visto arrivare in supermercati e ristoranti del nostro Paese oltre 1 miliardo di chili di prodotto straniero tra fresco e trasformato, pronto spesso per essere servito come tricolore nei ristoranti.

Quasi 8 pesci su 10 che arrivano sulle tavole sono stranieri spesso senza che i consumatori lo sappiano, soprattutto a causa della mancanza dell’obbligo dell’indicazione di origine – denuncia Coldiretti Puglia -  sui piatti consumati al ristorante che consente di spacciare per nostrani prodotti provenienti dall’estero che hanno meno garanzie rispetto a quello Made in Italy.

Gli effetti combinati dei cambiamenti climatici, delle importazioni selvagge di prodotto straniero e di una burocrazia sempre più asfissiante impattano sulla sopravvivenza delle 1.500 imbarcazioni pugliesi – ricorda Coldiretti Puglia - ma anche sulla salute dei cittadini poiché con la riduzione delle attività di pesca viene meno anche la possibilità di portare in tavola pesce Made in Italy, favorendo le importazioni dall’estero di prodotti ittici che non hanno le stesse garanzie di sicurezza di quelle tricolori.coldiretti_pescherecci_in_Puglia_Protesta_della_marineria_di_Gallipoli_.jpg

Nei mari italiani si pescano ogni anno circa 180 milioni di chili di pesce cui vanno aggiunti gli oltre 140 milioni di kg prodotti in acquacoltura – spiega Coldiretti Impresapesca – mentre le importazioni dall’estero hanno ormai superato il miliardo di chili. Una situazione che lascia spazio agli inganni dal pangasio del Mekong venduto come cernia al filetto di brosme spacciato per baccalà, fino all’halibut o la lenguata senegalese commercializzati come sogliola. Una frode in agguato sui banchi di vendita in Italia e soprattutto nella ristorazione dove non è obbligatorio indicare la provenienza. Tra i trucchi nel piatto più diffusi in Italia ci sono anche – continua la Coldiretti Impresapesca – il polpo del Vietnam spacciato per nostrano, lo squalo smeriglio venduto come pesce spada, il pesce ghiaccio al posto del bianchetto, il pagro invece del dentice rosa o le vongole turche e i gamberetti targati Cina, Argentina o Vietnam, dove peraltro è permesso un trattamento con antibiotici che in Europa sono vietatissime in quanto pericolosi per la salute.

Alle importazioni selvagge e alle scelte Ue si sommano anche gli effetti combinati del surriscaldamento, dei cambiamenti climatici e di una burocrazia comunitaria sempre più asfissiante, con il risultato – spiega Coldiretti Impresapesca – che la flotta peschereccia pugliese ha perso oltre 1/3 delle imprese e 18.000 posti di lavoro, con un contestuale aumento delle importazioni dal 27% al 33%. Di assoluto rilievo i numeri del settore in Puglia, segnala Coldiretti, il cui valore economico è pari all’1% del PIL pugliese e arriva fino al 3,5% se si considera l’intero indotto, conta 1500 imbarcazioni, 5000 addetti, 10 impianti di acquacoltura e mitilicoltura. Le aree vocate sono prioritariamente Manfredonia, Molfetta, sud Barese, Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi.

Una crisi quella del settore ittico, che si trascina da 30 anni – rileva Coldiretti Puglia – in un mercato, quello del consumo del pesce, che aumenta, ma sempre più in mano alle importazioni. La produzione ittica derivante dall’attività della pesca è da anni in calo e quella dell’acquacoltura resta stabile, non riuscendo a compensare i vuoti di mercato creati dell’attività tradizionale di cattura. Una rinascita che passa per il mercato e sulla quale Coldiretti sta cercando di impegnarsi a fondo, facendo partire iniziative nei Mercati di Campagna Amica che hanno come obiettivo la vendita diretta, la semplificazione e la tracciabilità.

Un business non indifferente se si considera che a livello globale – conclude Coldiretti – ogni persona consuma oltre 20 chili di pesce vero all’anno, mentre gli italiani ne mangiano circa 28 chili pro capite, sopra la media europea che è di 25 kg.

Il consiglio di Coldiretti Impresapesca è di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Per quanto riguarda il pesce congelato c’è l’obbligo di indicare la data di congelamento e nel caso di prodotti ittici congelati prima della vendita e successivamente venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”.E intanto bussa già alla porta il pesce in provetta dove l’ultima deriva arriva dalla Germania con i primi bastoncini di sostanza ittica coltivati in vitro senza aver mai neppure visto il mare, mentre negli Usa con un’abile strategia di marketing si stanno buttando sul sushi in provetta. La società tedesca Bluu Seafood impegnata nel progetto – spiega Coldiretti – promette di ricreare in laboratorio la carne di salmone atlantico, trota iridea e carpa partendo da cellule coltivate e arricchite di proteine vegetali.

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PUGLIA: IL SUINO NERO LOCALE, ECCELLENZA SOSTENIBILE ITALIANA, PROTAGONISTA A TUTTOFOOD CON FILIERA MADEO.

Sarà presentata a Tuttofood, la fiera agroalimentare che si terrà a Milano dall’8 all’11 maggio, la gamma di prodotti “Re Nero 100% puro Suino Nero Italiano”. Si tratta del primo marchio collettivo nazionale in zootecnia, approvato dal Ministero delle Imprese lo scorso anno e che si accinge ad entrare in commercio con la certificazione di Agroqualità, ente certificatore del gruppo Rina e del Sistema Camerale Italiano. Protagonista la Puglia dove viene allevata una delle cinque razze del progetto di filiera, ovvero l’apulo-calabrese.

“Si tratta di una riscoperta di produzioni di alta qualità e ad alto valore aggiunto che si candidano ad interpretare appieno le nuove tendenze di consumo in tema di sostenibilità ambientale, benessere animale e gusto autentico – dichiara Anna Madeo, presidente di Filiera Madeo capofila Rete Nazionale del Suino Nero Italiano – Preserviamo la biodiversità e la purezza di razze pregiate di suino nero, presenti nei diversi territori della nostra filiera da oltre 2.700 anni, sin dagli antichi Greci e Romani. Un patrimonio gastronomico inestimabile da valorizzare”.

 

Il marchio “Re Nero” è il frutto del progetto “Filiera Suino Nero Italiano”, promosso dall’associazione di categoria Agrocepi e vincitore del IV bando del Ministero dell’Agricoltura sui Contratti di filiera e di distretto con protagonista la zootecnia pugliese. I risultati saranno illustrati nel convegno “Suino Nero: Re per Qualità, Sostenibilità e Italianità” che si terrà mercoledì 10 maggio presso lo stand aziendale a Tuttofood in fiera a Milano-Rho, con inizio ore 11:00. Parteciperanno Corrado Martinangelo, presidente Agrocepi, Anna Madeo, presidente Filiera Madeo, Enrico De Micheli, Amministratore delegato di Agroqualità e il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.

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In seguito ad intense e meticolose attività d’indagine scaturite da alcune scritte e svastiche apparse nella città di Mesagne l’11 marzo 2023, gli investigatori della polizia giudiziaria e della polizia scientifica del Commissariato di P.S. di Mesagne coordinati dalla Procura della Repubblica dei Minori di Lecce, ne individuavano i presunti autori in tre soggetti minorenni ai quali veniva notificata la conclusione delle indagini preliminari con il rinvio a giudizio per i reati di deturpamento e imbrattamento di cose altrui. Dall’attività d’indagine non sono emersi elementi dai quali ipotizzare che il gesto sia riconducibile ad ideologie estremiste.

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Il giovane cantautore fasanese, Thomas Maggi, conosciuto come Tomblack, ha raggiunto un importante traguardo nella sua carriera musicale: la sua canzone "La guerra fa paura" ha superato i 200.000 ascolti su Spotify entrando in diverse playlist ufficiali.
La canzone, scritta all'inizio della guerra tra Russia e Ucraina, è stata dedicata alle vittime del conflitto e ha immediatamente catturato l'attenzione del pubblico grazie al suo testo intenso e profondo, che descrive la crudeltà della guerra e il dolore delle persone coinvolte.
La voce di Tomblack ha saputo trasmettere perfettamente il senso di disperazione e di speranza della canzone, conquistando così il cuore di molti ascoltatori.
Thomas, che ha sempre sognato di usare la sua musica per esprimere i suoi pensieri, è molto felice e orgoglioso di questo risultato. "Questa canzone è per tutte le vittime della guerra e per coloro che lottano per la pace", ha dichiarato il cantautore. "Sono grato a tutti coloro che hanno ascoltato la mia musica e che mi hanno sostenuto in questa importante missione."
Il successo di "La guerra fa paura" dimostra che la musica può essere usata come mezzo di denuncia e di sensibilizzazione sociale, e che i giovani talenti
come Thomas Maggi, in arte Tomblack, possono far sentire la loro voce anche su temi delicati e importanti.
Per ulteriori informazioni su Thomas Maggi e la sua musica, si prega di visitare il suo sito web ufficiale o le sue pagine social.
 
SITO WEB: www.tomblack.tk

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Avviso pubblico – Consorzio BR4, organizzazione laboratori estivi 2023. Il Consorzio per la realizzazione del Sistema Integrato di Welfare dell’Ambito Territoriale BR4 informa che è in fase di organizzazione l’edizione 2023 dei laboratori estivi, un appuntamento realizzato con l’obiettivo di promuovere ulteriori opportunità di apprendimento e socializzazione in favore di minori con disabilità e in condizioni di fragilità.

L'Ente ha provveduto a pubblicare sul sito istituzionale  - l’Avviso per l’acquisizione di manifestazione di interesse finalizzata allo svolgimento di laboratori estivi in favore di minori beneficiari del servizio di integrazione scolastica specialistica, del servizio di assistenza educativa domiciliare e di minori con bisogni educativi speciali segnalati dai Servizi Sociali dei Comuni. Attraverso la procedura avviata, si intendono individuare organizzazioni del Terzo Settore, imprese profit/non profit e agenzie/enti formativi, d'istruzione ed educativi attive sul territorio dell’Ambito Territoriale Sociale BR4 interessate a condividere, formulare ed attuare una proposta progettuale rispondente agli obiettivi indicati nel bando.

La domanda dovrà essere consegnata a mezzo Pec all’Ufficio di Piano entro il 19.05.2023, (all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.gne); nell’oggetto andrà indicata la dicitura “Manifestazione di interesse per lo svolgimento dei laboratori estivi anno 2023” e occorrerà allegare la documentazione richiesta, compilata sull’apposita modulistica (Allegati A e B, sono disponibili sul Sito del Consorzio).

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Gli assessori al Turismo della Valle d’Itria chiedono alla Regione di attivare i collegamenti con gli aeroporti. Fasano, Martina Franca, Cisternino, Locorotondo e Ceglie Messapica scrivono alla Regione per chiedere il potenziamento della mobilità turistica.  

 In una lettera all’Assessore Regionale al Turismo Gianfranco Lopane gli assessori dei comuni della Valle d’Itria, in piena sintonia, hanno chiesto con urgenza l’istituzione di collegamenti automobilistici giornalieri con gli aeroporti di Bari e Brindisi. 
 
La lettera è stata firmata congiuntamente da Vincenzo Angelini Assessore al Turismo di Martina Franca, Ermelinda Prete Assessore al Turismo di Locorotondo, Roberto Pinto Assessore al Turismo di Cisternino, Antonello Laveneziana Assessore al Turismo di Ceglie Messapica e Pier Francesco Palmariggi Assessore al Turismo di Fasano. 
 
«Potenziare i sistemi di mobilità – dichiara l’assessore al Turismo della città di Fasano Pierfrancesco Palmariggi -, soprattutto da e per gli aeroporti, è una condizione imprescindibile per l’evoluzione delle destinazioni turistiche. Quello del servizio stagionale di collegamento tra l’aeroporto di Bari e il Gargano, gestito da Aeroporti di Puglia, è un modello consolidato ed efficace che adesso deve considerare anche gli altri territori ai vertici della classifica pugliese degli arrivi e delle presenze turistiche. Questa iniziativa, condivisa con i colleghi assessori al Turismo della Valle d’Itria, siamo certi troverà riscontro da parte dell’Assessore Lopane, con il quale siamo pronti a definire ogni aspetto organizzativo e logistico. Vogliamo continuare a lavorare tutti insieme, in sinergia, per elevare gli standard dei servizi, a beneficio della nostra industria turistica e delle esperienze di qualità che ispirano tanti viaggiatori a scegliere la Puglia».
 
Questo il testo: 
 
Al fine di perseguire la strategia di potenziamento dei collegamenti tra le infrastrutture aeroportuali e le principali destinazioni turistiche pugliesi, la Regione Puglia con Legge nr. 10 del 17.04.2007 ha disposto l'attivazione dei servizi automobilistici di collegamento tra gli scali aeroportuali e le aree regionali di maggiore attrazione turistica, in particolare siti UNESCO, per il tramite di AdP S.p.A.;
 
la Legge Regionale n. 10/07 (art. 8) prevede in particolare che:
 
«La Regione Puglia, a fini di promozione turistica, destina proprie risorse all'attivazione di servizi automobilistici di collegamento tra gli scali aeroportuali e le aree regionali a maggiore attrazione turistica, in particolare per i siti UNESCO, patrimonio dell'umanità.
Per le finalità di cui al comma I la Giunta regionale istituisce i predetti servizi e ne dispone l'attivazione per il tramite della società Aeroporti di Puglia, che ne definisce le modalità di esercizio»;
 
innegabilmente i trulli della Valle d’Itria rientrano tra le meraviglie del mondo da tutelare e la loro storia millenaria li rende una testimonianza dal valore inestimabile: un sito di valore universale ed eccezionale che attira ogni anno flussi di turisti sempre più importanti;
con Delibera n. 421 del 28/03/2022 la Regione Puglia ha confermato, a mero titolo esemplificativo, per l'estate 2022, il collegamento automobilistico tra l'Aeroporto di Bari/Palese ed i diversi Comuni del Gargano: Manfredonia, Margherita di Savoia, Mattinata, Monte Sant'Angelo, Vieste, Rodi Garganico, Peschici/Calenelle, e Zapponeta;
 
il programma operativo relativo al collegamento denominato "Gargano Easy to Reach" con attivazione del servizio di collegamento a far data dal 1° giugno 2022 fino al 30 settembre 2022 prevede ben 4 corse giornaliere;
manca ancora ad oggi un simile collegamento con la Valle d’Itria, che invece è divenuto imprescindibile e improrogabile;
 
Tanto premesso i sottoscritti Assessori al Turismo dei Comuni della Valle d’Itria chiedono che vengano avviate quanto prima le intese con AdP e venga istituito un collegamento giornaliero tra gli aeroporti di Bari e/o Brindisi che presenti le stesse caratteristiche del servizio precedentemente menzionato «Gargano Easy to reach».

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"Tronco ciclabile Eurovelo5 Muro Tenente-Centro Storico di Mesagne". Arrivano i primi Tecnici, per conto della ditta che eseguirà i lavori, con droni in dotazione, e già stamani  sono stati eseguiti i primi rilievi strumentali al Parco archeologico. Il tutto per finalizzare il Progetto esecutivo. Un progetto finanziato con fondi (2 milioni 250 mila Euro) rivenienti dal Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari (PNC), nell'ambito della pianificazione del Ministero della Cultura per l'Appia Regina Viarum. Iniziano gli incontri ravvicinati e Lunedì anche il Prof Gert-Jan Burgers , sarà presente al Comune di Mesagne per la costituzione di un tavolo Tecnico, insieme all'Ingegner Claudio Perrucci  - RUP- (Responsabile Unico del Procedimento) e l'Architetto Marta Caliolo, dirigente responsabile per il Parco Archeologico di Muro Tenente. 

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FOCUS SULLE PROBLEMATICHE DEL COMPARTO ORTICOLO RELATIVE ALLA COMMERCIALIZZAZIONE DEI CARCIOFI. 

Intensificare i controlli per garantire la tracciabilità dei prodotti, a tutela degli agricoltori locali e dei consumatori.

Con questo obiettivo, il Prefetto Michela La Iacona, accogliendo la richiesta pervenuta dalla Confederazione Agricoltori Italiana (CIA), ha presieduto stamane un incontro sulle problematiche che interessano il comparto orticolo di questa provincia, con specifico riferimento alla commercializzazione del carciofo, eccellenza dell’agro brindisino, prodotto su una superficie di 3400 ettari.

Hanno partecipato alla riunione il Questore di Brindisi, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, il Comandante del Gruppo Carabinieri Forestali, il Comandante della Capitaneria di Porto, il Direttore dell’Agenzia delle Dogane, il Direttore Sanitario della Asl insieme a rappresentanti del Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, il Comandante della Polizia Locale di Brindisi e il Direttore dell’Ispettorato Centrale Repressione Frodi Italia sud-est.

Nello specifico, i rappresentanti della CIA hanno evidenziato le difficoltà degli agricoltori a vendere il prodotto ad un prezzo competitivo a causa dell’importazione da Paesi extracomunitari di carciofi a prezzi notevolmente inferiori a quelli locali.

A tal fine, è stato dedicato un focus specifico sulla questione della tracciabilità del prodotto per evitare che carciofi provenienti dall’estero, con costi di produzione e di manodopera più bassi, possano essere venduti come locali.

In esito alla riunione,  con il contributo di tutti i partecipanti, si è convenuto di intensificare i controlli nei luoghi di vendita sia all’ingrosso che al dettaglio, al fine di verificare la documentazione attestante la provenienza del prodotto, nell’ottica di tutelare l’economia legale del territorio e il consumatore.

Sono stati, altresì, programmati incontri periodici volti ad analizzare i risultati delle attività poste in essere.

Ampia soddisfazione è stata espressa dai rappresentanti della CIA per l’attenzione alla problematica prospettata che interessa un settore produttivo tradizionalmente rilevante, la cui tutela è fondamentale per sostenere la competitività del settore.

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Giornata Nazionale contro la Pedofilia e la Pedopornografia. 

Nella Giornata Nazionale contro la Pedofilia e la Pedopornografia, la Polizia Postale condivide i dati più significativi di un impegno quotidiano, per la tutela dei minori da ogni forma di rischio cibernetico.
La lotta all’abuso sessuale online in danno di minori diventa sempre più puntuale nel cercare di porre un argine a fenomeni gravi quanto complessi: cresce il numero dei soggetti adulti arrestati per reati di pedopornografia, adescamento online e abuso sessuale di minori.  Si tratta di soggetti ad alto livello di pericolosità poiché colti in flagranza di reato, perché detentori di grandi quantità di materiale pedopornografico o in quanto abusanti di bambini e ragazzi nelle loro disponibilità.
Sono spesso uomini, con un’età inferiore ai 50 anni, che in maniera sistematica, sfruttano le caratteristiche tecniche dei diversi servizi di rete per assicurarsi il miraggio dell’anonimato e dell’impunità.
L’adescamento si riconferma come un fenomeno preoccupante che investe fasce di età sempre più precoci, nei luoghi della massima sicurezza percepita, come le chat con i compagni di scuola e le piattaforme di gaming. Sono le vittime più fragili e fiduciose verso gli altri, anche quando sconosciuti, e sono quelli che hanno il rapporto più spontaneo e naturale con le nuove tecnologie.
Per questo appare quanto mai urgente proteggerli dalle attenzioni deviate di soggetti adulti, che si concentrano proprio dove la presenza di minori è più cospicua. I genitori sono il primo baluardo di sicurezza per bambini e ragazzi ed hanno, nell’ascolto e nel dialogo, gli strumenti più potenti per rendere la tutela dei bambini una realtà e la loro sicurezza un fatto.
Il Dossier “Dentro i numeri: la lotta alla pedofilia online” contiene non solo numeri in grado di raccontare un rischio attuale ma vuole descrivere un sistema di tutela come quello portato avanti dalla Polizia Postale, fatto di sinergie interistituzionali e attività multidisciplinari nelle quali la commistione dei saperi e degli impegni miri a costruire soluzioni possibili ed efficaci.
La rete è oggi il luogo del progresso e dello sviluppo delle società ma è diventata anche strumento di amplificazione della minaccia all’infanzia e all’adolescenza: la protezione dei bambini e dei ragazzi da ogni forma di abuso sessuale è possibile, può diventare realtà se si rompe il silenzio, se si creano alleanze, se si condivide la responsabilità di proteggerli anche online, sempre.
Il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica - Polizia Postale e delle Comunicazioni “Puglia”, e le dipendenti Sezioni Operative di Lecce, Brindisi, Taranto e Foggia, hanno collaborato con il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza nelle attività di prevenzione e monitoraggio della rete contribuendo all’oscuramento e l’inserimento in black-list nel 2022 di 51 e nel 2023 di 21 siti a contenuto pedopornografico.
Per quanto riguarda l’attività repressiva, il Centro Operativo “Puglia” e le Sezioni provinciali, hanno complessivamente denunciato 71 soggetti nel 2022 e 35 nel 2023 per aver scaricato, condiviso e scambiato foto e video di abuso sessuale di minori, traendo in arresto 6 persone nel 2022 e 2 nel 2023, con l’ultimo arresto effettuato il 28 aprile a carico di un individuo per detenzione e scambio di un’ingente quantità di materiale pedopornografico (centinaia tra foto e video). Nel corso del 2022 in Puglia sono state complessivamente 8 le persone denunciate per il reato di adescamento online e 7 solo nei primi mesi del 2023.
Accanto all’attività investigativa e repressiva, il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica - Polizia Postale e delle Comunicazioni “Puglia”, e le dipendenti Sezioni Operative, svolgono una costante attività di prevenzione, attraverso incontri formativi con le scuole e presso i principali luoghi di aggregazione sociale, allo scopo di formare ed informare gli utenti ad un utilizzo consapevole e sicuro della rete.

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COMITATO PROVINCIALE ACSI BRINDISI. 

CELLINO YOUNG CUP, GIOVANI PROMESSE DEL CALCIO E DEL BASKET PER LO SPORT E LA SOLIDARIETÀ. 
 
Domenica 7 maggio, alle ore 16.00, presso lo Stadio Comunale A. Brigante di Cellino San Marco si terrà la prima edizione dell’evento sportivo Cellino Young Cup, quadrangolare di calcio giovanile e Torneo di Basket fortemente voluto dal Comune di Cellino San Marco in collaborazione con il Comitato provinciale ACSI di Brindisi ed il patrocinio di Sport e Salute territoriale come occasione di aggregazione sana per le nuove generazioni in uno dei comuni più suggestivi della Terra di Brindisi.
 
Un evento di forte valenza sportiva ed aggregativa che vedrà la partecipazione di squadre provenienti dalle province di Lecce e Brindisi accolte dal Primo Cittadino di Cellino Marco Marra, dall’assessore allo sport del comune brindisino Davide Montinaro e dal presidente del Comitato ACSI di Brindisi Carmine Ignoni.
 
L’iniziativa sportiva sarà anche occasione per richiamare famiglie e pubblico presente alla solidarietà verso i meno fortunati: sarà presente a bordo campo uno stand della onlus Cuore Amico Progetto Salento Solidarietà per una raccolta fondi straordinaria da dedicare alle tante storie di disabilità e sofferenza che da anni Cuore Amico accompagna in tutto il Salento.
 
Con ACSI lo sport è vita, è benessere, è passione, è solidarietà. Con ACSI lo sport è differente.