Redazione

La Commissione regionale Sanità, presieduta da Mauro Vizzino, ha approvato a maggioranza la proposta di legge presentata dal consigliere Antonio Tutolo (Gruppo Misto) recante “Disposizioni per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno di anziani e persone con disabilità”.

Nello specifico, si tratta di uno strumento che introduce forme di prevenzione e contrasto delle condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno di anziani e persone con disabilità nell’ambito di presidi assistenziali di qualunque tipo, anche diurno.
Sono previsti due obblighi principali: l'installazione autonoma di un sistema di telecamere a circuito chiuso, con conseguente comunicazione all’Azienda sanitaria locale di riferimento, in caso di strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali. Fermo restando il rispetto degli attuali regolamenti nazionali ed europei sulla privacy e sui diritti delle persone con disabilità e per la loro attivazione sarà necessario acquisire il consenso degli ospiti o dei loro tutori.  In caso di inadempimento, scatta la revoca automatica dell'accreditamento istituzionale e delle autorizzazioni all'esercizio dell'attività.
"Il secondo obbligo riguarda la formazione iniziale e permanente del personale che opera nelle strutture, con verifiche periodiche sulla professionalità e sul mantenimento delle capacità psico-attitudinali a relazionarsi, in condizioni di stress, con soggetti vulnerabili.
"Nel testo della legge è anche prevista la disposizione a carico dell’assessore regionale di redigere ed emanare, entro 15 giorni dall’entrata in vigore, un apposito regolamento sulle possibilità di visita dei parenti nelle strutture private.

“Abbiamo la responsabilità di proteggere in ogni modo quelle persone che non sono nelle condizioni di potersi difendere da sole o di denunciare i soprusi subiti – commenta Tutolo – e quindi abbiamo il dovere di individuare gli strumenti tecnici e legislativi per impedire che si ripetano inaccettabili violenze fisiche e psicologiche  come quelle a cui abbiamo assistito in situazioni recenti, oltre a quelle di cui non siamo nemmeno a conoscenza. Un disabile e un anziano maltrattato, anche se non parente proprio, lo dobbiamo considerare comunque un nostro congiunto a tutti gli effetti, e quindi spero che questa norma ora sia approvata all’unanimità dal Consiglio, così da garantire tranquillità, sicurezza e serenità ai pazienti, alle rispettive famiglie e agli stessi lavoratori che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono persone perbene e veramente dedite ai loro assistiti. Intanto – conclude - ringrazio i colleghi che hanno firmato la mia proposta e quelli che l’hanno votata in Commissione”.

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La Protezione civile della Regione Puglia ha diramato il seguente bollettino di allerta gialla: "Precipitazioni sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, con quantitativi cumulati da deboli a puntualmente moderati".

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Se la città di Mesagne sta facendo di tutto per assurgere a divenire un primario centro turistico di interesse storico-culturale, anche in ambito internazionale, ha bisogno di un corpo di polizia locale efficiente che possa tenere sotto controllo l’inciviltà e gli abusi che quotidianamente si verificano. Il tutto per renderla una città vivibile e green. Attualmente il corpo è composto da 26 unità di cui 3 andranno in quiescenza entro fine mese. Complessivamente tra il 2021 e il 2022 il comando ha perso 8 vigili, tutti con esperienza nei settori nevralgici dei servizi. Secondo le norme regionali la pianta organica della polizia locale mesagnese dovrebbe essere composta di circa 35 unità che potrebbero aumentare poiché la città è un centro d’arte, di cultura e di interesse turistico. Infatti, la legge regionale 37 del 2011 all’articolo 6 comma 3 prevede “almeno una unità operativa per ogni settecento abitanti o frazione superiore a quattrocento abitanti, ovvero di almeno una unità per ogni cinquecento abitanti per i comuni capoluogo di provincia o a vocazione turistica e almeno una unità ogni quattrocento per le città metropolitane”.

Naturalmente il sottodimensionamento di un corpo di vigili si nota nello svolgersi dei servizi e, naturalmente, nella qualità degli stessi. Tenendo presente che quotidianamente il comando deve fare i conti con le assenze dovute alle ferie, ai permessi previsti dalla legge 104, alle malattie, che non permettono di avere le unità necessarie al territorio. Il territorio, infatti, è piuttosto vasto poiché molte contrade sono divenute residenze stanziali bisognevoli, quindi, dei servizi. Tra le altre cose il comando dallo scorso anno non ha più un comandante, bensì un vice comandante, Antonio Ciracì, facenti funzioni. Lo stesso non è in servizio a tempo pieno a Mesagne, ma a scavalco con un altro Comune della provincia di Brindisi in cui ha il grado di comandante. Il contratto di Ciracì con Mesagne scadrà il prossimo 30 giugno. Anche se i ben informati danno per scontato un rinnovo della convenzione fino al prossimo mese di dicembre. L’amministrazione comunale con questa formula ha “evitato” di nominare un comandante a tempo pieno.

Scelta che se da una parte ha permesso un risparmio economico per le casse pubbliche dall’altra non ha ottenuto una presenza costante dell’ufficiale presso il comando. Nonostante ciò l’amministrazione, conscia del problema, ha indetto un concorso pubblico per l’assunzione di due vigili a tempo indeterminato. La prossima settimana dovrebbe essere nominata la commissione. Ha anche deliberato l’assunzione di altri due vigili a tempo determinato dal 1° luglio al 31 dicembre 2023, per 18 ore cadauno. Di fatto è come avere un solo vigile. Non è tutto poiché tra poche settimane dovrebbero svolgersi degli incontri sindacali per prorogare l’orario di lavoro del prossimo semestre fino alle ore 24. Infine, l’amministrazione comunale per venire incontro alle esigenze del comando ha acquistato due auto nuove, due Fiat Tipo, che saranno consegnate a giorni e ha disposto l’acquisto del vestiario nuovo.   

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Risolto il caso dell’uomo morto a Mesagne mentre bruciava le stoppie. Infatti, nella nottata di lunedì il medico legale nominato dal magistrato della Procura della Repubblica di Brindisi ha accertato che Alessandro Balestra, mesagnese di 52 anni, è deceduto in un suo terreno a seguito di un malore. Quasi sicuramente un arresto cardiocircolatorio. L’ispezione cadaverica ha accertato visivamente i segni di quella che è questa patologia. Stessa valutazione è stata fatta dalla polizia scientifica che ha eseguito una serie di accertamenti scientifici. Solo allora i poliziotti hanno dichiarato il cessato allarme su questa vicenda. Pertanto il corpo, che giaceva in una depressione del terreno, è stato riconsegnato alla famiglia per le esequie. Tuttavia, c’è da dire che il Balestra essendo stato riverso per terra per diverse ore è stato esposto ai fumi tossici delle stoppie che era intento a bruciare. Fumi che non avrebbe inalato poiché già morto. L’episodio ha particolarmente scosso la cittadina messapica. I fatti si sono verificati nella giornata di domenica, quando Alessandro Balestra come nei giorni precedenti si era recato, a bordo della sua Fiat 600, in un terreno di contrada Torretta, zona residenziale di Mesagne, per tagliare e dare fuoco alle erbe infestanti che prosperano nei terreni a seguito delle piogge delle scorse settimane. Un’operazione che aveva iniziato già nei giorni precedenti anche con la potatura di alcuni rami degli alberi da frutto. Precedentemente a dargli una mano era andato un nipote. Domenica, invece, si era recato nel terreno da solo. Aveva iniziato a tagliare e bruciare l’erba, quando ha accusato un malore e si è accasciato per terra. Pur trovandosi il terreno in una zona residenziale nelle vicinanze non c’era nessuno che ha assistito alla scena. Né tanto meno l’uomo avrà avuto il tempo di chiedere aiuto. Dopo il malore è rimasto disteso per terra per parecchio tempo a breve distanza dal posto in cui stava bruciando le stoppie, una depressione del terreno che non ha permesso una immediata visione spaziale del luogo.

A mezzogiorno non ha fatto ritorno a casa per il pranzo. Circostanza che ha destato una certa preoccupazione nella madre, con la quale il 52enne viveva. La donna ha iniziato a impensierirsi poiché erano trascorse diverse ore e non vedendolo ritornare si è resa conto che qualcosa di grave era accaduto al suo figliolo. Così ha chiamato il centralino della polizia e ha lanciato l’allarme. Gli agenti hanno avviato le indagini, diramando il bollettino di ricerche anche alle altre forze dell’ordine presenti sul territorio, e iniziato a monitorare il territorio partendo proprio dalla contrada Torretta. Ed è qui che dopo aver eseguito un sopralluogo hanno rinvenuto la Fiat 600 e, purtroppo, il corpo dell’uomo riverso per terra ed esanime. Sul posto sono giunti i vigili del fuoco del comando provinciale di Brindisi che hanno illuminato la zona e permesso il controllo della stessa. In contrada Torretta è giunto in nottata il medico legale nominato dal magistrato della Procura di Brindisi che ha eseguito un attento esame cadaverico. Sul corpo ha rinvenuto i segni di quelle che sono le cause di morte relativa a un arresto cardiocircolatorio. I fumi tossici delle stoppie, ancora fumanti nella notte, non hanno inciso sul decesso del Balestra. Subito dopo il magistrato ha disposto la rimozione del corpo e la consegna alla famiglia per svolgere i funerali.

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Questa mattina il Presidente della Provincia di Brindisi Toni Matarrelli ha fatto visita al Centro di Fauna Selvatica, coordinato dalla biologa Paola Pino d'Astore, osservando il lavoro che viene fatto quotidianamente per accogliere e curare gli animali selvatici in difficoltà. Un luogo magico al servizio della fauna ferita o intossicata: qui vengono prestate cure alimentari, igieniche e di assistenza veterinaria, con relativa degenza, riabilitazione e rilascio in natura.IMG-3725.jpg

Un servizio rivolto tanto ai cittadini che dovessero incappare in un animale selvatico in difficoltà, quanto alle Forze dell'Ordine.

In questi anni nel centro di proprietà dell’Ente sono stati ricoverati oltre cinquemila animali, tantissimi dei quali - una volta curati e riabilitati - sono stati restituiti alla vita libera, in oasi naturalistiche e riserve naturali.IMG-3726.jpg

Il Presidente Matarrelli ha poi fatto visita all’Istituto Tecnico Agrario “Pantanelli” di Ostuni dove ha incontrato gli studenti del quinto anno, dicendosi orgoglioso di poter vantare nel proprio territorio una realtà di tale prestigio. IMG-3729.jpg

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Sono 21 giovani amministratori in erba. Tra loro ci sono 11 donne. Gli eletti sono studenti che vanno dalla quarta Primaria alla seconda Media e affiancheranno l’amministrazione comunale nella guida della città per una Fasano che sia a misura di tutti, soprattutto dei più piccoli e rendere i giovani protagonisti nelle istituzioni, come recita il nome stesso del progetto portato avanti dall’amministrazione Zaccaria. È il nuovo Consiglio comunale dei Ragazzi e delle Ragazze che è stato eletto nei giorni scorsi e che il 16 maggio si insedierà ufficialmente con la prima seduta a palazzo di città, alle 9.30. Gli eletti. Il sindaco è Riccardo Lussone (scuola «Pascoli», Fasano). I 20 consiglieri sono: Davide Cavallo, Alba Cannone e Giorgia Sibilio (scuola «Pascoli», Fasano); Michelangelo Fina e Elena Trapani (scuola «Bianco», Fasano); Marian Fanigliulo, Umberto Micoli, Sara Maggi e Domenico Napoletano (scuola «Collodi», Fasano); Sofia Legrettoglie (scuola «Latorre», Fasano); Giuseppe Pio Potenza, Diletta Pagnelli e Francesca Triggiani (scuola «Galizia», Fasano), Flavio Cofano e Leoluca Rubino (scuola «Mignozzi», Fasano); Nicoletta Pinto e Jacopo Amodio (scuola Media «Galilei», Pezze); Beatrice Laghezza (scuola «Madre Teresa di Calcutta», Pezze); Giovanna Soleti (scuola «don Guanella-don Milani»); Giuseppe Zaccaria (scuola «Fortunato», Montalbano). Il progetto. Oltre sei mesi di lavoro, da novembre a maggio, tantissimi studenti coinvolti. Il progetto che ha portato al nuovo Consiglio comunale dei Ragazzi e delle Ragazze si è articolato in un lungo e approfondito percorso di formazione che ha coinvolto ragazzi, docenti, amministratori, professionisti. Innanzitutto c’è stato un ciclo di lezioni di educazione alla cittadinanza che ha convinto gli studenti di quarta e quinta Primaria e di prima, seconda e terza Media. Gli incontri sono sati tenuti dagli avvocati della LAF (Libera associazione forense) che gratuitamente hanno messo a disposizione la loro professionalità e hanno introdotto i ragazzi nei meccanismi della vita amministrativa a partire dalla Costituzione fino alle norme di funzionamento delle istituzioni cittadine.

Poi c’è stata la presentazione delle liste sui temi di ambiente e territorio, cultura e scuola, sport e tempo libero, solidarietà, volontariato e rapporti con Unicef. E ancora: la campagna elettorale e le elezioni. Ora il prossimo passo è la scelta degli assessori tra i candidati eletti che coadiuveranno il sindaco. «La partecipazione dei ragazzi alla vita politico-amministrativa della città è un obiettivo strategico che ci siamo prefissati di perseguire con serietà e convinzione – dice l’assessore all’Istruzione Donatella Martucci –. Il progetto del Consiglio comunale dei ragazzi è partito a novembre 2022 e ha visto coinvolti circa 1600 alunni, oltre 80 classi su quattro istituzioni scolastiche del territorio, tra scuola Primaria e Media. Voglio ringraziare tutti coloro i quali hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa: docenti, genitori e partner di progetto, perché grazie al lavoro di squadra fatto i nostri ragazzi potranno diventare protagonisti di scelte ponderate e consapevoli per la propria città. Il progetto ovviamente non si ferma qui: dopo la parte “politica”, inizia quella più propriamente amministrativa e i ragazzi con le loro proposte, idee, suggerimenti, consigli potranno incidere sul presente e il futuro della città in maniera reale e, soprattutto, concreta».

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Sale a 120 miliardi il valore del falso Made in Italy agroalimentare nel mondo, anche sulla spinta della strana “alleanza” tra Russia e Usa che, divise dalla guerra in Ucraina, si classificano rispettivamente come il Paese dove le produzioni tricolore taroccate sono cresciute e di più nell’ultimo anno e quello in cui registrano i più elevati fatturati. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti in occasione di Tuttofood a Milano dove nello spazio della Coldiretti al Padiglione 1 - Stand A13-D34 è stata inaugurata la prima esposizione della top ten del Made in Italy tarocco a tavola con la classifica delle più grottesche imitazioni delle specialità nazionali scovate in tutto il mondo che tolgono spazio e valore sui mercati ai veri prodotti tricolori.

La vera novità del Made in Italy tarocco è rappresentata oggi – spiega Coldiretti - dalla Russia. Con la guerra in Ucraina e l’embargo agli scambi commerciali che ha vietato l’esportazione a Mosca di una importante lista di prodotti agroalimentari come frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce si è diffusa nel Paese di Putin una fiorente produzione di imitazioni del Made in Italy a tavola che hanno sostituito le esportazioni tricolori. Il risultato – denuncia la Coldiretti – è che in molti territori, dagli Urali alla regione di Sverdlovsk, sono sorte fabbriche specializzate nella produzione di imitazione dei formaggi e salumi italiani per sostituire quello originali.

Si tratta di impianti per la lavorazione del latte e della carne per coprire la richiesta di formaggi duri e molli così come di salumi che un tempo era soddisfatta dalle aziende agroalimentari italiane. Il sindacato russo dei produttori lattiero-caseari, Soyuzmoloko, ha stimato che la produzione di formaggio russo è quadruplicata raggiungendo i 47 miliardi di rubli (600 milioni di dollari), di cui una discreta fetta è rappresentata proprio dai prodotti simil italiani, come il Parmesan. E se le incerte prospettive di mercato legate alla guerra hanno rallentato gli investimenti negli impianti tecnologici necessari alla stagionatura, i produttori di formaggio russi hanno comunque espresso fiducia che la Russia possa iniziare a produrre parmigiano di alta qualità da esportare attivamente in 5-7 anni.

Il “Russkiy Parmesan”, ad esempio, viene prodotto nel territorio di Stavropol e sul sito dei produttori si assicura che “è un’alternativa al Parmigiano-Reggiano, è fatta con latte pastorizzato e matura 12 mesi e ha una consistenza dura molto simile e un gusto e un aroma intensi specifici”. Nelle stesse aziende si producono anche Montasio, Pecorino, mozzarella e ricotta – informa la Coldiretti – ma sui mercati si trovano anche mascarpone, robiola Made in Russia, diversi tipi di salame Milano, di mozzarelle “ciliegine”, di scamorze, insalata toscana, Buona Italia e pizza Sono Bello Quattro formaggi con tanto di errore grammaticale.

Se la Russia è il Paese dove il falso Made in Italy è cresciuto di più, la leadership produttiva è saldamente nelle mani degli Stati Uniti, con il fenomeno delle imitazioni di cibo tricolore che è arrivato a rappresentare oltre 40 miliardi di euro, un terzo in valore dell’intero mercato dai tarocchi, secondo Coldiretti e Filiera Italia.  Basti pensare che il 90% dei formaggi di tipo italiano in Usa – sottolinea Coldiretti – sono in realtà realizzati in Wisconsin, California e New York, dal Parmesan al Romano senza latte di pecora, dall’Asiago al Gorgonzola fino al Fontiago, un improbabile mix tra Asiago e Fontina.

La produzione di imitazioni dei formaggi italiani – sottolinea la Coldiretti – nel 2022 ha raggiunto negli Usa il quantitativo record di oltre 2,7 miliardi di chili, con una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni, tanto da aver superato addirittura la stessa produzione di formaggi americani come Cheddar, Colby, Monterrey e Jack che è risultata nello stesso anno pari a 2,5 milioni di chili. Il problema riguarda però tutte le categorie merceologiche come l’olio Pompeian made in Usa, i salumi più prestigiosi, dalle imitazioni del Parma e del San Daniele alla mortadella Bologna o al salame Milano venduto in tutti gli Stati Uniti.

Ma l’industria del falso Made in italy a tavola è diventato un problema planetario con il risultato che per colpa del cosiddetto “italian sounding” nel mondo – stima la Coldiretti – oltre due prodotti agroalimentari tricolori su tre sono falsi senza alcun legame produttivo ed occupazionale con il nostro Paese. In testa alla classifica dei prodotti più taroccati secondo la Coldiretti ci sono i formaggi partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano con la produzione delle copie che ha superato quella degli originali. Un fenomeno diffuso soprattutto nel Sudamerica dove peraltro rischia di essere ulteriormente spinto dall’accordo di libero scambio Mercosur che obbliga di fatto Parmigiano e Grana a convivere per sempre con le “brutte copie” sui mercati locali, dal Parmesan al Parmesano, dal Parmesao al Reggianito fino al Grana.

Ma ci sono anche le imitazioni di Provolone, Gorgonzola, Pecorino Romano, Asiago o Fontina. Tra i salumi sono clonati i più prestigiosi, dal Parma al San Daniele, ma anche la mortadella Bologna o il salame cacciatore e gli extravergine di oliva o le conserve come il pomodoro San Marzano.

Ma tra gli “orrori a tavola” non mancano i vini, dal Chianti al Prosecco – spiega Coldiretti – che non è solo la Dop al primo posto per valore alla produzione, ma anche la più imitata. Ne sono un esempio il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi, il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova mentre in Brasile nella zona del Rio Grande diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione prosecco sempre nell’ambito dell’accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur.

“Il contributo della produzione agroalimentare Made in Italy a denominazione di origine alle esportazioni e alla crescita del Paese potrebbe essere nettamente superiore con un chiaro stop alla contraffazione alimentare internazionale” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “si tratta di una priorità per la nuova legislatura” poiché “ponendo un freno al dilagare dell’agropirateria a tavola si potrebbero creare ben 300mila posti di lavoro in Italia”.​

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Nelle giornate del 27 aprile e 08 maggio 2023, la Sezione Polizia Stradale di Brindisi nell’ambito del “Progetto INCROCI”, è stata presente per l’iniziativa di educazione alla legalità sui temi della SICUREZZA STRADALE, FERROVIARIA e sui pericoli connessi all’utilizzo della RETE, messe in atto dal Dirigente Scolastico Dott.ssa Angela ALBANESE e Prof. Gianluca FARINA, negli Istituti delle Scuole Secondarie di  II grado dell’IPSEOA, IPSSS e dell’IPSIA di Ceglie Messapica (BR).

L’ iniziativa, rivolta ai giovani in età scolare, ha l’obiettivo di far comprendere l’importanza della sicurezza stradale, ferroviaria e in rete, attraverso moduli didattici, al fine di evitare che i giovani non assumano comportamenti pericolosi. I temi, trattati dall’Isp. Ambrogio Bovino e dall’ Ass.CC Elvira Picoco della Sez. Polizia Stradale di Brindisi, hanno evidenziato la pericolosità di determinate condotte e i rischi connessi, mediante proiezioni di filmati realizzati dal Centro Sperimentale di Cinematografia e lo svolgimento di specifici esercizi elaborati dal Dipartimento di Psicologia dell’Università Sapienza di Roma.

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Tramite una convenzione sottoscritta tra la Provincia di Brindisi e la Santa Teresa Spa, è stata affidata alla suddetta società la gestione dei Poli Biblio-museali di Foggia, Brindisi e Lecce.

Una collaborazione che giunge a seguito dell’accordo sottoscritto lo scorso dicembre tra la stessa Provincia di Brindisi e la Regione Puglia per l'esecuzione della convenzione in parola a valere sulle risorse di cui al bilancio della Regione Puglia per l'anno 2023 per una spesa complessiva di € 1.530.000,00.

La convenzione ha durata un anno: dal 01.01.2023 al 31.12.2023.

La Provincia di Brindisi ha così attivato, mediante affidamento diretto in house

providing alla società “Santa Teresa S.p.A.", il servizio di "GESTIONE DEI POLI BIBLIO- MUSEALI REGIONALI", al fine di garantire la continuità della gestione delle strutture delle Province di Foggia, Brindisi e Lecce e la gestione della Biblioteca ex provinciale di Brindisi, inserita nel sistema regionale dei Poli Biblo-Museali, mediante il ricorso a 46 unità di personale in carico alla Società.

Il personale è rappresentato da:

  • 28 unità part-time, già dipendenti della Società dislocate presso le strutture della Provincia di Foggia;
  • 6 unità part-time già dipendenti della Società di cui n. 5 unità dislocate presso il Museo di Brindisi e n. 1 unità presso la Biblioteca dei Ragazzi di Brindisi,
  • 5 unità che sono già operanti alla data del 31.12.2022 con contratti di lavoro autonomo e/o incarichi di collaborazione presso le strutture Biblio-Museali di Lecce;
  • 7 unità part-time dipendenti della Società da dislocare presso la Biblioteca regionale di Brindisi a far data dal 01.07.2023 e sino allo scadere della convezione.

Le strutture coinvolte nello svolgimento delle attività sono:

- per la Provincia di Foggia: Biblioteca La Magna Capitana, Museo del Territorio, Museo di Storia Naturale, Galleria d'arte Moderna e Contemporanea, Biblioteca di Canosa;

- per la Provincia di Brindisi: Biblioteca Mediaporto, Biblioteca dei Ragazzi, Museo Ribezzo; -

- per la Provincia di Lecce: Museo di Castromediano, Biblioteca Bernardini;

I servizi all'interno dei Poli Biblio-Museale consistono essenzialmente in:

  • Servizi di accoglienza.
  • Servizi di didattica nel corso delle visite giornaliere di scolaresche.
  • Funzionalità dell'area gestionale intesa come l'insieme delle funzioni di gestione per l'erogazione dei sevizi, i miglioramenti possibili del fare sistema e riguardano: organizzazione (persone- formazione-lavoro), marketing comunicazione e promozione, goverante territoriale e integrazione gestionale.
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Dichiarazione del presidente della Commissione bilancio e programmazione Fabiano Amati. 

“Martedì scorso il delirio, giovedì meglio e oggi è tornato il delirio della fila all’anagrafe di Fasano. E riferisco cose viste con i miei occhi e registrate con la mia fotocamera. 
Una fila incivile ai tempi dell’informatizzazione, tutti ammassati con gravi violazioni di privacy sugli stati di malattia e con stranezze da fare spavento: per esempio, affisse ai muri le indicazioni Asl sul rinnovo automatico dell’esenzione ticket per reddito, ma i cittadini in fila perché la Asl dice che devono farlo i medici di medicina generale, oppure attraverso il sito internet, mentre i medici di medicina generale dicono che dovrebbe farlo la Asl allo sportello. Chi dice la verità? Boh! 
In ogni caso, tornerò giovedì prossimo e spero di trovare in funzione il nuovo sportello presso il PTA, per dare innanzitutto maggiore ordine agli adempimenti, assicurare una migliore assistenza informativa e far vedere da vicino, ai dirigenti centrali della Asl Brindisi, la gran confusione in corso e quindi la necessità di aiutare in ogni modo la volenterosa responsabile pro tempore Giulia Calabrese, posta alle prese di questo grave problema nei primi giorni dell’incarico.
Io non mollo la presa. Come al solito”.

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