Redazione

Un inverno ricco di collegamenti da e per la Puglia quello presentato dalla compagnia aerea Ryanair stamattina nell’aeroporto ‘Karol Wojtyla’ di Bari. Oltre 480 voli a settimana su 45 rotte verso una serie di importanti destinazioni europee per le vacanze tra cui Berlino, Madrid e Londra da Bari e Pisa, Bruxelles e Treviso da Brindisi. Ryanair ha incrementato la propria capacità invernale in Puglia di oltre il 20% rispetto al periodo pre-covid e prevede di trasportare quasi 5,5 milioni di passeggeri da/per la regione nel 2023. Una crescita che supporta oltre 4000 posti di lavoro in totale, inclusi 90 posti di lavoro diretti.

“La conferenza di oggi - ha dichiarato il Presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Maria Vasile - ci dà ragione della strategia messa in campo da tempo dal management della Società per migliorare e ampliare l’offerta di collegamenti da e per la Puglia. In Ryanair troviamo sempre un partner pronto a scommettere su nuove rotte che il mercato ci chiede. Del resto, la compagnia accogliendo le nostre richieste e lavorando al fianco del nostro commerciale, ci ha permesso di ripartire dopo lo stop causato dalla pandemia e di registrare numeri da record, superiori allo stesso periodo del 2019, anno d’oro per gli aeroporti pugliesi. L’aumento delle rotte rispetto agli scorsi anni – ha proseguito Vasile – ci dà ragione del lavoro svolto sino ad ora, della fiducia dimostrataci dal nostro azionista e dell’affidabilità dei nostri aeroporti. Per questo, sulla scia dei risultati raggiunti, posso confermare che continueremo ad operare in tal senso, perseguendo la nostra strategia, anche in vista della prossima stagione estiva per la quale abbiamo già annunciato, nei giorni scorsi, importanti novità e confidiamo – ha concluso - che di qui a marzo altre rotte si possano aggiungere in modo da completare la rete dei collegamenti anche verso mercati strategici per la nostra industria del turismo”.

 “Giornate come questa – ha dichiarato l’assessore ai Trasporti della Regione Puglia, Anita Maurodinoia – ci devono non solo far riflettere sulla strada intrapresa dall’azionista e dall’assessorato ai Trasporti, volta al miglioramento delle infrastrutture, ma anche convincerci della evidente ripresa dei traffici aerei dopo la pandemia. Con largo anticipo rispetto ad ogni più rosea aspettativa, possiamo annunciarvi che abbiamo raggiunto i 9 milioni di passeggeri. Quindi, sono fermamente convinta che questo sia il momento giusto per investire nelle infrastrutture della regione, in particolar modo in quelle aeroportuali che ritengo fondamentali non solo per la qualità del servizio offerto, ma anche e soprattutto per gli standard di sicurezza garantiti. Il nostro intento, come quello di Aeroporti di Puglia, è di offrire ai passeggeri che transitano negli aeroporti pugliesi il meglio a livello di servizi e di sicurezza. La Puglia è terra d’eccellenza in tutti i campi e noi che la governiamo, dobbiamo fare in modo che questi standard siano sempre in crescita.

 Migliorare le infrastrutture significa accogliere al meglio i turisti. Se gli aeroporti pugliesi hanno raggiunto standard alti, nonostante lo stop dovuto alla pandemia, è perché il management ha operato perché tutto il lavoro fatto fino al 2019, anno d’oro degli aeroporti, non andasse disperso. Al contrario, i numeri, non solo confermano il trend, ma ci descrivono una situazione in costante crescita. Un plauso quindi – ha concluso – a tutta la squadra di Aeroporti di Puglia, con la quale continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto”.

 “Siamo lieti di celebrare il nostro operativo invernale in Puglia da Bari e da Brindisi – ha dichiarato il country manager di Ryanair per l’Italia, Mauro Bolla - operando 45 rotte verso fantastiche destinazioni come Budapest, Bruxelles o Vienna, offrendo ai nostri clienti tariffe più convenienti per i loro viaggi invernali. Poiché Ryanair continua a crescere e a offrire una scelta sempre più ampia e una maggiore affidabilità ai propri clienti italiani, ci aspettiamo di trasportare circa 5,5 milioni di passeggeri da/verso Bari e Brindisi nell’anno fiscale 2023, quasi il doppio rispetto al numero di passeggeri nel 2022, un’ulteriore dimostrazione del nostro impegno verso il mercato italiano e della crescita di posti di lavoro e del turismo. Per celebrare l’annuncio dell’operativo invernale sulla Puglia, abbiamo lanciato una promozione con tariffe a partire da €24,99 per viaggi fino alla fine di Marzo 2023, che dovranno essere prenotati su ww.Ryanair.com entro la mezzanotte di venerdì 2 dicembre”.

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Tornano agli antichi splendori i due spilloni rinvenuti in una delle tombe della necropoli a cremazione di Torre Guaceto. Dopo l’intervento di restauro realizzato dagli esperti del Museo Sigismondo Castromediano di Lecce, i manufatti faranno rientro presso il laboratorio di archeologia della riserva. 

Si sono incontrati questa mattina presso il museo archeologico leccese, i rappresentanti istituzionali degli enti coinvolti nella fruttuosa collaborazione che ha portato al restauro di un importante corredo funerario femminile del II millennio a.C. scoperto nel 2021 sotto la superficie dorata della spiaggia delle conchiglie dell’area protetta.
Hanno partecipato al tanto atteso evento, il presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Rocky Malatesta, la soprintendente, Francesca Riccio, il direttore dello scavo e del laboratorio di archeologia, Teodoro Scarano, ed il presidente del Polo Biblio-Museale di Regione Puglia, Luigi De Luca. 
I monili oggetto dell’intervento conservativo provengono dalla tomba 6 della necropoli protostorica a cremazione di Torre Guaceto e sono due spilloni in bronzo, del cosiddetto tipo Franzine, accompagnati da due perle d’ambra che si datano al Bronzo Recente (XIII-XII secolo a.C.). 
Il precario stato di conservazione dei reperti riconosciuto al momento della scoperta aveva indotto gli enti coinvolti nell’attività di ricerca, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi e Lecce, Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento e Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, a trasferirli presso il laboratorio di restauro del Museo Castromediano. torre_guaceto_reperto_monili.jpg
La riconsegna di oggi rappresenta l’ennesimo risultato raggiunto grazie alla stretta collaborazione che lega le tre istituzioni e che sancisce le politiche di conoscenza, conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-archeologico della riserva che, grazie anche all’istituzione di un proprio laboratorio di archeologia, rappresenta un unicum nel panorama italiano. 
Ora, in attesa di individuare uno spazio museale utile alla loro valorizzazione e fruizione, i reperti restaurati saranno custoditi presso il laboratorio di Torre Guaceto, nel quale sono conservati anche tutti gli altri materiali rinvenuti nella necropoli a cremazione attualmente in corso di studio. 
Le indagini condotte negli ultimi due anni, in regime di concessione da parte del Ministero della Cultura, dall’Università del Salento in collaborazione con il Dipartimento di Storia, Culture e Civiltà dell’Università di Bologna con il sostegno del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, hanno portato all’individuazione di oltre 30 deposizioni funerarie che, in base ai materiali archeologici rinvenuti e alle datazioni radiocarboniche effettuate su un primo campione di resti umani, potrebbero collocarsi tra la fine del XIV ed il XII secolo a.C., ovvero tra la fine del Bronzo Medio e le prime fasi del Bronzo Finale. 
Una scoperta straordinaria figlia dello sforzo di ricerca che l’Università del Salento conduce nel territorio dell’area protetta di Torre Guaceto da oltre 15 anni con un progetto indirizzato allo studio dell’archeologia dei paesaggi costieri. 
“L’attività archeologica nella nostra riserva – ha commentato il presidente del Consorzio di Gestione dell’area protetta, Malatesta -, rappresenta non soltanto una prospettiva fondamentale per storicizzare un luogo così unico e speciale, ma mostra anche un modello di collaborazione istituzionale molto efficace, impreziosito da un mecenatismo culturale che il tessuto economico del territorio ha messo a sua disposizione da qualche anno a questa parte, generando così un sistema davvero virtuoso su cui poter costruire grandi progetti anche in futuro”.
“La vicenda del recupero e del restauro di reperti così importanti come i due spilloni di Torre Guaceto testimonia ulteriormente l’importanza dele ricerche archeologiche nel territorio salentino” – ha aggiunto la soprintendente Riccio – “E’ un tema che ci sta particolarmente a cuore e che ci impegna nel sovraintendere a un gran numero di concessioni – alcune delle quali in corso da molti anni - conferite a studiosi ed operatori a livello nazionale e internazionale. Alla ricerca e allo studio si accompagnano necessità di conservazione e valorizzazione per le quali, sempre più, è importante poter contare su una proficua collaborazione interistituzionale”.

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Si è svolto a Brindisi il 29 novembre scorso un convegno sulla pirotecnia con rappresentanti delle istituzioni, esperti e operatori del settore, che si è chiuso con grande spettacolo pirotecnico sul lungomare di Brindisi. Secondo gli organizzatori l’evento “ha l’obiettivo di dare centralità ai fuochi d’artificio quali vero e proprio linguaggio artistico, tratto caratteristico dell’identità, della tradizione e della storia del territorio nonché importante settore imprenditoriale”.

Non sappiamo se durante il convegno si sia osservato un minuto di raccoglimento per i morti da lavoro in questo comparto industriale. Si ricorderà la strage di Modugno del 24 luglio 2015 con dieci operai morti –  senza voler fare sensazionalismi – morti disintegrati in una fabbrica di fuochi di artificio.

Nel 2018 muore sul lavoro ad Arnesano, per rimanere in Puglia, Gabriele Cosma, giovane di soli 19 anni ucciso in una fabbrica di fuochi artificiali; esprimemmo sincere condoglianze alla famiglia del povero giovane ed un sincero augurio di guarigione all’operaio colpito nel corso dello stesso evento. 

Il 19 ottobre 2020 nella fabbrica di fuochi d'artificio PiroDaunia, in contrada Torre Gramigna, nel territorio compreso fra San Paolo di Civitate e San Severo, in provincia di Foggia, è rimasto ucciso un operaio di 54 anni, Angelo Longo.fuochi_pirotecnici.jpg

Il 2 agosto 2020 moriva sempre a San Severo Luciano Delvicario, di 43 anni, a seguito delle ferite riportate nell’esplosione nella fabbrica di fuochi in cui lavorava avvenuta il 31 luglio precedente.

"Sono una ventina le esplosioni in fabbriche o depositi di fuochi d'artificio dal 2000 a oggi, più di una all'anno - ricorda Antonio Brizzi, segretario generale del sindacato Conapo dei vigili del fuoco in una intervista a Repubblica qualche giorno dopo - segno che si tratta di attività a elevatissimo rischio sulle quali il Ministro dell'Interno deve porre l'attenzione del governo e disporre maggiori controlli e attività di prevenzione, potenziando e utilizzando anche i vigili del fuoco".

Da molti anni stiamo portando avanti una critica di fondo alla produzione di una merce che “inquina sempre e spesso uccide”. È tempo di mettere al bando la produzione, commercializzazione e importazione dall’estero dei fuochi artificiali; da anni cerchiamo di interloquire anche con consumatori e acquirenti invitandoli a scelte più ecologiche che evitino inquinamento e sprechi; da anni tuttavia, proponiamo alle istituzioni, quantomeno, di vigilare seriamente sulle condizioni di sicurezza. Le istituzioni parlamentari avevano “promesso” una “legislazione speciale”, per garantire maggiore sicurezza; le bozze che abbiamo potuto leggere in verità non facevano che ribadire criteri e norme già in vigore dai tempi del DPR 303/1956.

Il fenomeno si inserisce poi sul piano culturale nel modello storico di “festa, farina e forca” al quale è ora di dire basta da subito; negli scaffali dei supermercati infatti si vanno già accumulando prodotti esplodenti dai nomi patetici più che fantasiosi: Fontana bizantina, petardo Vampiro, Lampada spaziale, Fontana Mississippi, Fontana ruotante, spesso con costi anche esorbitanti.

Resta un quesito: ha senso consentire la produzione e l’uso di simili ordigni? La domanda è retorica visto che sono fonte di inquinamento acustico e atmosferico, inquinano l’acqua e il suolo; sono causa di traumi, ustioni, mutilazioni, morte (in particolare nella fase di produzione e accumulo); a fronte del numero degli addetti alla produzione il comparto è tra i più pericolosi; spaventano i bambini, gli anziani e gli animali.

Troviamo incomprensibile come le feste religiose e laiche in tutta Italia, una risorsa enorme che va valorizzata con altri strumenti (con la ricerca storica, antropologica, sociale), vengano “abbellite” da una merce così inquinante e mortifera che deve essere messa al bando, esattamente come l’amianto. Ovviamente sostenendo la riconversione delle imprese e sostenendo i lavoratori.

Una considerazione poi su Brindisi, una città così penalizzata dall’inquinamento industriale e portuale e che tante battaglie ha affrontato per la tutela della salute pubblica. Nessuna obiezione sullo svolgimento del congresso delle industrie pirotecniche, ma assolutamente contrari alla manifestazione pirotecnica serale composta “da 5000 manufatti di produzione esclusivamente artigianale distribuiti su 10 postazioni di sparo che andranno ad interessare una linea frontale di oltre 100 metri” che avrà riempito l’aria di grandi quantità di polveri e combusti. Non ne comprendiamo il significato alla luce delle ragioni anzidette, e ci sembra persino più ragionevole ciò che accadeva a Vienna, ancora nei primi decenni dell’800, quando si sparavano cannonate con la presunzione che la polvere da sparo nell’aria contrastasse la diffusione del colera; erano tempi in cui alcuni scienziati caldeggiavano la teoria epidemista (diffusione dell’agente patogeno – ancorché sconosciuto - attraverso l’aria).

E' di queste ore la notizia che il Comune di Lugo di Romagna, che abitualmente inseriva la manifestazione pirotecnica nelle celebrazioni della fine d’anno, da quest’anno l’ha abolita. Un gesto di responsabilità che speriamo sia seguito da molti Sindaci e da organizzatori di feste laiche e religiose.

Associazione Salute Pubblica

 

Stanza Bolla COVID e caos organizzativo al PerrinoStanza Bolla COVID e caos organizzativo al Perrino. Premesso che all’interno dell’ospedale è scoppiato un nuovo focolaio COVID che hacoinvolto pazienti e utenti e la situazione sembra destinata a peggiorare , si è avutanotizia di quanto disposto dalla direzione Sanitaria del P.O. Perrino in meritoall’individuazione e all’attivazione di “stanze bolla” presso le U.O. del nosocomio.

Si consideri che il SARS-cov-2 è un virus respiratorio che si diffonde principalmenteattraverso il contatto stretto (< 1 metro) con una persona infetta e che la via primariadi contagio è costituita dalle goccioline del respiro (droplets) delle persone infette.Secondo i dati attualmente disponibili, le persone sintomatiche sono la causa piùfrequente di diffusione del virus. Tuttavia, le più aggiornate evidenze suggerisconoche la trasmissione possa avvenire anche da soggetti paucisintomatici o anche deltutto asintomatici.Si evidenzia che alcune procedure mediche (ventilazione polmonare non invasiva edinvasiva, broncoscopia ecc…) possono produrre goccioline droplets molto piccole(chiamate nuclei di goccioline aerosolizzate o aerosol) che sono in grado di rimanerea lungo sospese nell’aria e possono potenzialmente essere causa di trasmissionedell’infezione.La trasmissione indiretta può avvenire anche attraverso oggetti o superficicontaminati. Il virus può sopravvivere da alcune ore fino a diversi giorni sullesuperfici.Tenuto conto di quanto sopra esposto, la scelta fatta dalla Direzione Medica del P.O.Perrino di individuare “stanze bolla” all’interno delle unità operative appareparadossale.

Nella nota 94628 la Direzione sanitaria ha intimato ai dirigenti delle U.O. del nosocomiobrindisino, l’individuazione e l’attivazione delle “stanze Bolla”, atte ad ospitare ipazienti positivi al Covid e asintomatici. La nota presenta alcune criticità a nostroavviso molto importanti che potrebbero avere un effetto rebound sulla salute deipazienti stessi e degli operatori sanitari.In primis le “stanze bolla” individuate nella maggior parte delle U.O. coincidonoquasi sistematicamente con le vie di fuga previste dal decreto legislativo 81 del 2008e pertanto i contenitori e i tavolini, nonchè il semplice passaggio ostruiscono di fattola via principale di emergenza: “Le vie e le uscite di emergenza devono rimaneresgombre e consentire di raggiungere il più rapidamente possibile un luogo sicuro”.In secondo luogo le “stanze bolla” rischiano di diventare “untori” poichè la“separazione funzionale, posta nei corridoi a separare la zona pulita da quellainfetta, non sempre è possibile. Mancano i presupposti per poter gestire i pazientiCovid positivi dentro i reparti a cominciare dalle caratteristiche delle stanze, lacommistione di percorsi e transito di operatori, gli spazi necessari per la vestizionee svestizione, l’igienizzazione di percorsi e ascensori, l’uso esclusivo delleapparecchiature elettromedicali.Quanto disposto dalla DS non tiene conto dei processi organizzativi e del maggioreimpegno a carico della U.O.

La gestione dei letti Covid è a carico dell’organico infermieristico e operatori sociosanitari presente in reparto già notevolmente ridimensionato rispetto a gli standardassistenziali ordinari, considerato, che il contagio si sta diffondendo in manieraconsiderevole tra gli operatori e queste condizioni lavorative potrebberopotenzialmente accentuarlo.Con l’organico così ridotto la sostituzione del collega malato ricade su chi rimane inservizio, saltando i turni di riposo, sommando a straordinari orari aggiuntivi in unaforma di organizzazione del lavoro che risulta ingestibile e insostenibile.Ancora più importante è che nella nota non c’è alcun riferimento ai percorsi interniall’Ospedale.

Si parla di pazienti asintomatici, ma se si aggravano? Cosa succede sei reparti COVID non hanno posti?Inoltre per quanto riguarda i trasferimenti dei pazienti COVID occorre chiarire benele modalità. In molti casi si chiede ai reparti di procurarsi la barella biocontenitiva,in altri il paziente viene trasportato con un “cubo” posto sopra la testa e nonrisulterebbe che tale strumento rientri nei DPI previsti dalle norme vigenti.Per quanto sopra la Funzione Pubblica CGIL Brindisi chiede:• La revoca della nota 94628• La convocazione di un incontro monotematico per contribuire, così comeprevisto dalla normativa vigente, a definire tra le parti l’organizzazione del lavoroin un presidio che già mostra una carente dotazione organica anche in ragionedei carichi di lavoro presenti nello stesso.Nelle more di un urgente riscontro, nella consapevolezza dei risvolti scaturenti da ogniatto amministrativo su materie delicate che attengono la garanzia della salute esicurezza degli operatori sanitari e della cittadinanza.

Dati del giorno: 30 novembre 2022

1.501
Nuovi casi
9.158
Test giornalieri
6
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 347
Provincia di Bat: 92
Provincia di Brindisi: 172
Provincia di Foggia: 212
Provincia di Lecce: 483
Provincia di Taranto: 174
Residenti fuori regione: 17
Provincia in definizione: 4
14.635
Persone attualmente positive
218
Persone ricoverate in area non critica
16
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.555.336
Casi totali
13.235.038
Test eseguiti
1.531.418
Persone guarite
9.283
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 499.758
Provincia di Bat: 131.492
Provincia di Brindisi: 148.602
Provincia di Foggia: 217.153
Provincia di Lecce: 326.794
Provincia di Taranto: 209.954
Residenti fuori regione: 16.343
Provincia in definizione: 5.240
Il Comune di Mesagne ci ritenta e pubblica il bando per la gestione del canile rifugio e sanitario. Il bando innovativo che punta al benessere degli animali, alla rieducazione e alla gestione ordinata, prevede anche ben due figure alle dipendenze di due educatori cinofili. È possibile trovarlo nella sezione AVVISI del sito istituzionale della Città di Mesagne. La scadenza della presentazione delle offerte sarà mercoledì 18 Gennaio 2023 alle ore 12. Il termine per le richieste di chiarimenti l’ 8 Gennaio prossimo.

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Il SuperEnalotto fa tappa in Puglia: a Bari centrato un “5” da 43 mila euro, a Castellaneta (TA) un "4Stella" da 50 mila euro. La Puglia torna sui radar del SuperEnalotto: nel concorso del 29 novembre, come riporta Agipronews, è stato centrato un “5” del valore di 43.701,61 euro. La giocata vincente è stata registrata nella tabaccheria di via Modugno 1 a Bari, mentre a Castellaneta, presso la tabaccheria di viale Europa 15, è arrivato un "4Stella" da 50.460,00 euro. Il Jackpot, intanto, continua a salire toccando quota 318,3 milioni di euro, record per il gioco, che saranno in palio nella prossima estrazione. L'ultima sestina vincente è arrivata il 22 maggio 2021, con i 156,2 milioni di euro finiti a Montappone (FM), mentre in Puglia l’ultimo "6" è quello da 26 milioni di euro realizzato a gennaio del 2014, a Bari.

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Act Blade a BR, Amati: “No-a-tutto senza nemmeno il coraggio di dirlo. Che c’entra il PD con questo modo di fare?” 

Dichiarazione del consigliere regionale del PD Fabiano Amati. 

“Che c’entra il PD con il modo di fare della Giunta di Brindisi? Il no-a-tutto senza nemmeno il coraggio di dirlo e difenderlo, com’è accaduto sulla vicenda Act Blade, sbloccata grazie alla determinazione del ministro Fitto. 
Al Comune di Brindisi regna una buona dose d’irresponsabilità e d’ignavia, come avrebbe detto Pasquale Villari, al servizio di un grande programma di spostamento senza alcun movimento. Parole e comunicati stampa, mai accompagnati da un provvedimento valido da annunciare o difendere; impegno costante a criticare i provvedimenti degli altri, mettendo in scena la tecnica calcistica del contropiede e però indirizzandosi sterilmente verso la tribuna piuttosto che nella direzione della porta per fare gol. 
Per questo motivo e dopo l’ennesima prova di lassismo e indifferenza, se pure ce ne fosse il bisogno, attendo la riunione provinciale e aperta del Partito Democratico, come deciso nell’ultima direzione, per interrogarsi su Brindisi e sul nostro sostegno alla Giunta Rossi”

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Torna “Incanto di Natale”, il cartellone di eventi organizzato dall’Amministrazione Comunale di Francavilla Fontana che, a partire da domenica 4 dicembre, scandirà i giorni di festa con percorsi di luce, pettolate, musica, spettacoli, mercatini, gastronomia e tante sorprese.

“Incanto di Natale – spiega l’Assessora alla Cultura Maria Angelotti – torna ad animare le strade e le piazze della nostra Città. Dal 4 dicembre sino all’Epifania Francavilla Fontana sarà al centro di un intenso programma di spettacoli pensati per grandi e bambini. Siamo felici di poter tornare a vivere a pieno e in comunità il periodo più suggestivo dell’anno.”

Il prologo del cartellone andrà in scena domenica 4 dicembre dalle 17.30 con l’open day del Terzo Istituto Comprensivo nel centro storico e, dalle 18.00, con il talento del Circo Teatro Viaggiante in via Roma.

Mercoledì 8 dicembre, nel giorno dell’Immacolata, alle 18.30 in via Roma arriveranno gli artisti di strada e gli zampognari. In Piazza Dante sono attesi l’inaugurazione del presepe artistico di Simone Saracino, la presentazione della III edizione del concorso “Il Mirabile Segno del Presepe” e il grande ritorno di “Piovono Pettole”, la classica pettolata a cura della Pro Loco.  Alle 20.30 spazio alla musica di Anna Rita Birtolo con “Note di Natale” a cura dell’Associazione Una Nota per Mattia e della Pro Loco.

Domenica 11 dicembre dalle 18.30 nel centro storico e in via Roma sarà la volta de “La notte bianca dei bambini” con magia, musica, animazione e spettacoli. In Corso Umberto I il Gruppo Alfa Romeo Sport Club degli Alfisti e la Pro Loco presenteranno un affascinante viaggio nel tempo con una mostra dedicata alle auto d’epoca. Da domenica 11 a martedì 13 dicembre, sempre dalle 18.30, in via Roma sono attese “Magie d’inverno”, un mercatino di Santa Lucia a cura degli esercenti del centro in collaborazione con la Pro Loco.

Sabato 17 dicembre dalle 17.30 nel centro storico appuntamento con l’open day del Primo Istituto Comprensivo.

Domenica 18 dicembre alle 18.30 in via Roma sfilerà la Parata Street Magic Fantasy. In piazza Dante l’Auto Moto Club Città degli Imperiali presenterà la quarta edizione di Presepi on the road. Da domenica 18 dicembre sino al 6 gennaio partirà anche Spaccafrancavilla con un affascinante viaggio tra i presepi cittadini. Non mancheranno, in via Roma, abbracci gratis per Natale e in Piazza Dante le pettole della Pro Loco.

Martedì 20 dicembre dalle 16.30 bambine e bambini della Scuola dell’Infanzia del Secondo Istituto Comprensivo saranno i protagonisti di un open day nel centro storico.

Venerdì 23 dicembre in Piazza Umberto I appuntamento con “La magia di Babbo Natale” con un viaggio incantato nel paese del personaggio più amato dai bambini. Sabato 24 dicembre, giorno della vigilia di Natale, dalle 19.00 torneranno gli zampognari nelle vie del centro storico, mentre nel Santuario della Croce si terrà la Ninna Nanna a Gesù Bambino. Lunedì 26 dicembre alle 11.00 in piazza Dante premiazione del concorso di presepi e presentazione del concorso d’arte “Le fiabe pugliesi”.

Venerdì 30 dicembre alle 20.30 al Teatro Italia concerto di fine anno dell’Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento con le voci della soprano Luciana Distante e del tenore Filippo Cervellera. Dirige il maestro Felipe Aguirre. Evento a cura della Pro Loco.

Sabato 31 dicembre in Piazza Umberto I dalle 23.00 concerto della notte di Capodanno. Domenica 1 gennaio torneranno per le vie del centro storico gli zampognari, mentre martedì 3 gennaio alle 19.30 nella Parocchia dello Spirito Santo sarà di scena il coro polifonico San Nicola diretto da Annamaria Lecce. Evento a cura dell’Arciconfraternita San Bernardino da Siena e Pro Loco.

Chiusura in grande stile venerdì 6 gennaio con la festa della Befana che andrà in scena a partire dalle 18.00 in via Roma.

Il cartellone di Incanto di Natale è a cura dell’Amministrazione Comunale in collaborazione con il DUC Città degli Imperiali, la Pro Loco di Francavilla Fontana e il GAL Terra dei Messapi.

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Sequestrati 80 barboncini toy in un allevamento lager in provincia di Torino. Enpa: “Basta cani come regali di Natale, ecco cosa succede nelle fabbriche dei cuccioli”

Una carica di 80 barboncini toy sono stati salvati da una situazione veramente difficile di un allevamento in provincia di Torino dove i cani vivevano in condizioni igieniche estreme e in spazi ristretti. La segnalazione è arrivata da alcuni vicini di casa dell’allevatore che hanno sentito dei forti odori provenire dalla struttura. L’operazione dei Carabinieri del Corpo Forestale di Pinerolo insieme al servizio veterinario Asl ha fatto emergere le condizioni di degrado in cui vivevano i cani: sporcizia, denutrizione, totale mancanza di igiene. Le autorità hanno quindi messo sotto sequestro l’allevamento e hanno iniziato a cercare delle soluzioni per i cani, contattando l’Ente Nazionale Protezione Animali. I trasferimenti dei cani sono stati organizzati in varie fasi. Cinquanta barboncini toy e un borzoi sono ospitati dalla Sezione Enpa di Val della Torre, dieci sono stati affidati all’Enpa di Torino che ha trovato per loro una casa e il restante presso rifugi della zona.

“Siamo intervenuti - afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa - per prenderci cura dei cani che erano fortemente denutriti, sporchi e vivevano nel totale degrado. Fortunatamente le Forze dell’Ordine, che ringraziamo per l'incredibile lavoro, hanno convinto l’allevatore a cedere i cani che equivale alla possibilità per loro di avere presto un’adozione consapevole e definita. Purtroppo nonostante ciclicamente se ne parti, le persone non hanno consapevolezza di quello che succede in questi cucciolifici che abbiamo anche a casa nostra, in Italia. Cani costretti a vivere nel degrado e nella sofferenza per soddisfare l’ingente richiesta, che si impenna nel periodo natalizio, del mercato dei cani di razza. Ancora meno poi ci si interroga su che vita facciano molte “fattrici”, ovvero le femmine usate per riprodursi e gli “stalloni”. Spesso tenuti una vita in un box , senza nessuna interazione sociale. Adottate e non comprate! Gli animali sono esseri senzienti!”

Ricordiamoci che il traffico di animali e le situazioni di degrado delle fabbriche dei cuccioli esistono perché c’è una domanda di questi cuccioli. Fondamentale quindi, per decidesse comunque di non adottare e di rivolgersi ad un allevamento è informarsi bene e chiedere che fine facciano fattrici e stalloni, chiedere di vederli di persona, visitando la struttura, e domandare quanti cuccioli all’anno nascono nel loro allevamento. A Natale non regalate cuccioli! Gli animali sono esseri senzienti, non pacchi regalo.

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