Redazione

COLDIRETTI PUGLIA, VOLANO CONSUMI GELATO MA BALZO PREZZI +10%; SALGONO ZUCCHERO +6%, LATTE +7% E UOVA +9%. 
Balzo dei consumi di gelato con l’arrivo del grande caldo nel primo vero anticipo di estate del 2022 nonostante un aumento dei prezzi che sfiora il 10%, con gli aumenti che colpiscono il settore del gelato che conta in Puglia circa 3.000 gelaterie, con 5.500 addetti. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, sulla base degli ultimi dati Istat su uno dei prodotti più amati da italiani e stranieri che però sconta l’impennata dei costi per l’energia e le materie prime usate nelle preparazioni, dallo zucchero (+6%) al latte (+7%) fino alle uova (+9%) anche a causa delle tensioni internazionali legate alla guerra in Ucraina.

Un settore – sottolinea la Coldiretti regionale - fortemente segnato dagli effetti della guerra in Ucraina che ha spinto i costi energetici ma anche quello delle materie prime agricole di base con effetti sui costi di produzione che hanno costretto gli operatori a ritoccare verso l’alto i listini. 

Il settore è comunque in espansione anche grazie – aggiunge Coldiretti Puglia - ai gelati 'inventati' dagli agricoltori che stanno proponendo il gelato al latte d'asina, al latte di capra, fino ad arrivare al gelato all'olio extravergine di oliva.

Ad essere preferito è di gran lunga il gelato artigianale nei gusti storici anche se - sottolinea la Coldiretti regionale  - cresce la tendenza nelle diverse gelaterie ad offrire "specialità della casa" che incontrano le attese dei diverse target di consumatori, tradizionale, esterofilo, naturalista, dietetico o a chilometri zero come i gelati con frutta e verdura locali ma anche con formaggi DOP o grandi vini.

Da segnalare negli ultimi anni il boom delle agrigelaterie che garantiscono – aggiunge Coldiretti Puglia - la provenienza della materia prima dalla stalla alla coppetta con gusti che vanno dal latte di asina a quello di capra e pecora, all’olio extravergine di oliva. Nelle agrigelaterie è particolarmente curata la selezione degli ingredienti, dal latte alla frutta, rigorosamente freschi con gusti a “chilometro zero” perché ottenuti da prodotti locali che non devono essere trasportati con mezzi che sprecano energia ed inquinano l’ambiente.

Una risposta alla ricerca di genuinità nel consumo di gelato che – sostiene la Coldiretti Puglia – è dimostrata dal fatto che tra le ultime tendenze si è assistito ad una crescente attenzione ai gusti di stagione e locali ottenuti da prodotti caratteristici del territorio. Una spinta che ha favorito la creatività nella scelta di ingredienti che valorizzano i primati di varietà e qualità della produzione agroalimentare nazionale, dal gusto di basilico fino al prosecco ma ci sono anche – continua la Coldiretti regionale – le gelaterie tradizionali che si riforniscono dai produttori agricoli, creando gusti rigorosamente a km zero.

I consumi di gelato hanno superato i 6 chili a testa all’anno in Italia secondo stime della Coldiretti e ad essere preferito è di gran lunga il gelato artigianale nei gusti storici anche se – precisa la Coldiretti – cresce la tendenza nelle diverse gelaterie ad offrire “specialità della casa” che incontrano le attese dei diverse target di consumatori, tradizionale, esterofilo, naturalista, dietetico o vegano.

Un cambiamento nelle abitudini alimentari provocato – sottolinea la Coldiretti – dall’innalzamento repentino della colonnina di mercurio sull’Italia con temperature superiori ai 30 gradi dopo un mese di aprile segnato da temperature inferiori di 0,35 gradi rispetto alla media storica del periodo secondo l’analisi della Coldiretti su dati Isac Cnr.

La produzione del gelato nel mondo ha oltre 500 anni di storia – continua la Coldiretti – con le prime notizie che risalgono alla metà del XVI secolo nella corte medicea di Firenze con l’introduzione stabile di sorbetti e cremolati nell’ambito di feste e banchetti, anche se fu il successo dell’export in Francia a fare da moltiplicatore globale con il debutto ufficiale in terra americana: con l’apertura della prima gelateria a New York nel 1770 grazie all’imprenditore genovese Giovanni Bosio. Da allora – conclude la Coldiretti – la corsa del gelato non si è più fermata.

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Una grande festa, un evento di quelli da ricordare. Ieri il Consorzio di Torre Guaceto ha reimmesso in natura due tartarughe marine recuperate lo scorso gennaio a Torre Canne, nel primo caso grazie alla segnalazione di una famiglia che faceva pulizia spiagge, nel secondo, perché avvistata da una cagnolina. 

Ieri mattina, sono tornati alla vita da animali liberi altri due delle decine di esemplari che ogni anno vengono salvati nel centro recupero tartarughe marine dell’area protetta di Torre Guaceto. 
La storia delle due Caretta caretta, ancora tanto giovani da non poterne riconoscere il sesso, ha avuto un lieto fine bello tanto quanto il contesto del loro recupero. 
La prima richiesta di intervento da Torre Canne, il personale del Consorzio l’ha ricevuta a metà gennaio. All’altro capo del telefono, una famiglia che, come di consuetudine, stava facendo pulizia spiagge alle prime luci del mattino, quando si è imbattuta nella tartaruga. 
Grazie alla richiesta di aiuto, il personale del centro recupero della riserva si è precipitato sul posto ed ha recuperato la piccola. 
Il secondo alert è giunto alla fine dello stesso mese e questa volta a chiedere l’intervento di Torre Guaceto erano una signora con la sua cagnolina, l’eroina di questa storia. Durante le operazioni di recupero, la donna aveva raccontato agli operatori della riserva di aver visto quella che credeva essere la carcassa di una tartaruga e di essersene allontanata per il dispiacere. Lei voleva andare via dalla spiaggia, la sua Kikka, no, categoricamente no. Più la signora provava a portarla via, più la cagnolina abbaiava ed insisteva per portarla vicino alla Caretta caretta. Questo fino a quando, la donna, stremata, le ha detto retta e, arrivata accanto all’animale, ha capito che era ancora vivo. 
Da qui, la grande gioia della scoperta e la chiamata al personale di Torre Guaceto, che è accorso.
“Nei primi giorni di ricovero delle due tartarughe – ha raccontato la vicepresidente WWF del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Lara Marchetta -, sembrava che non sarebbe mai arrivato il giorno della grande festa della loro liberazione. Le piccole erano state recuperate in pessime condizioni, erano ormai in ipotermia, si pensava che non ce l’avrebbero fatta, ma le cure e la dedizione degli operatori del Consorzio, oltreché la fortuna di aver incontrato brave persone ed una cagnolina speciale hanno cambiato il loro destino. E ieri, le due Caretta caretta sono tornate al mare, nelle acque protette della riserva”. 
A liberare la prima, insieme ad un operatore del Consorzio, ci ha pensato la bambina che quel giorno di gennaio la vide spiaggiata mentre faceva volontariato con i suoi genitori e che l’ha ribattezzata con il nome Baci prima di lasciarla andare via. 
La seconda è stata reimmessa in mare da un’altra bambina sorpresa dal grande evento in spiaggia, ed è tornata al mare aperto, con il nome di Kikka, in onore della sua salvatrice. 
Ad assistere all’occasione speciale un gruppo di utenti altrettanto unici, i 30 ragazzi del centro diurno Auxilium di Acquaviva delle Fonti arrivati al mattino in riserva per visitarla con le guide del Parco. 
Baci e Kikka, come tante altre Caretta caretta prima di loro, sono tornate a casa, in mare, nel mare che si spera sia sempre più protetto e ospitale per gli animali che lo abitano. 
Video di Francesco Iurlarohttps://youtu.be/2f3xhgTtd4c.
Parco Baden Powell in Contrada Tagliata: l’incontro e l’accordo con il gruppo Scout Mesagne 1 per ripulire, preservare e valorizzare l’area verde.
Insieme ai loro Capi, i ragazzi del ‘Clan dei Girasoli’ del Gruppo Scout Mesagne 1 hanno raggiunto nei giorni scorsi Palazzo Celestini per la sottoscrizione del patto di valorizzazione con il quale si sono reciprocamente impegnati per la tutela del Parco Baden Powell, dividendosi compiti e responsabilità al fine di ottimizzare tempi e risorse.matarrelli_con_scout_mesagne_1.jpg
L’obiettivo è rendere accessibile e fruibile un spazio naturale che per splendere ha bisogno delle migliori sinergie. "Il Comune da solo non ce la fa, ma i collaboratori che si sono resi disponibili ad aiutarci nella nobile impresa sono autorevoli, giovani e tanto motivati. E questo mi fa molto ben sperare nella buona riuscita dell’intento. Ci metteremo subito al lavoro per onorare l’accordo", ha spiegato il sindaco Toni Matarrelli.bosco_baden_powell_maggio_22.jpg

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La trasmissione di Telenorba "il Graffio" andata in onda ieri registrata nel teatro Verdi, ci ha confermato, ove ve ne fosse ancora bisogno, che sui temi dell'energia, in questa città si viaggia a due velocità. Quella di chi non riesce ad immaginare un futuro diverso dal passato e la visione strategica e avveduta del Sindaco basata sulla capacità di programmazione. Che tradotto in soldoni significa, l'interesse di pochi contro quello collettivo. Tutto legittimo, se non fosse però che la già avviata transizione energetica è un fatto assai serio che ha a che fare con la vita di tantissima gente e che governarla significa saper essere lungimiranti, cioè saper cogliere le occasioni di sviluppo vere, quelle dal respiro ampio e lungo, non quelle con l'affanno di 18 mesi di emergenza.

Quelle capaci di generare lavoro pulito e sicuro nel tempo. Le parole pronunciate dal presidente dell'Autorità Portuale Patroni Griffi secondo il quale gli investimenti in energie rinnovabili sono "ammortizzatori sociali" non possono trovarci d'accordo. Lo abbiamo ascoltato ancora dire che carbone e gas possono essere sostituiti solo da carbone e gas. Cioè, per lo stesso Patroni Griffi a Bari il futuro è un porto turistico con un investimento di 36 milioni di euro per puntare alla nautica da diporto mentre a Brindisi il futuro è solo il fossile, con l'enorme deposito GNL di Edison all’imbocco di Costa Morena, il raddoppio di TAP, una nave rigassificatore davanti al porto e la centrale di Cerano che torna a bruciare 3/4 milioni di tonnellate di carbone.

Per la verità la strategia di Patroni Griffi ci era già chiara, a partire dagli attracchi di sant'Apollinare di cui non si ha più traccia pur autorizzati da anni ed immediatamente cantierabili. Brindisi ha bisogno senza ulteriori ritardi di quella idea di futuro raccontata dal sindaco: basta scelte di retroguardia, puntare con decisione sulle rinnovabili non solo per la produzione di energia ma anche e soprattutto per la creazione di filiere produttive ad esse collegate (e il progetto del parco eolico offshore ci pare un inizio importante) e chiedere al governo le risorse, fino ad oggi negate, per gestire gli impatti sociali della transizione energetica. Il futuro non può essere una nave rigassificatore con poco più di 100 persone specializzate a bordo e nessun ritorno per la città. Riprendiamo la mobilitazione in città, per chiedere maggiore attenzione al governo e per ridare dignità al nostro porto: il futuro di Brindisi lo decide Brindisi, abbiamo già dato tanto, troppo, adesso dobbiamo avere.

BRINDISI BENE COMUNE

Potrebbero essere a una svolta le indagini per la morte del mesagnese Carlo Giannini avvenuta a Sheffiel, nel South Yorkshire. La polizia da diverse ore ha fermato una coppia di giovani accusata di tentato omicidio a un giovane avvenuto poche ore prima nel medesimo parco di Manor Fields Park. Si tratta di un somalo di 26 anni e della ragazza di 19 anni che era in sua compagnia.

L'omicidio è maturato in Inghilterra, nel South Yorkshire, nella città di Sheffield, dove Carlo Giannini era ritornato a lavorare dopo una parentesi tedesca. Infatti, con il fratello Stefano e la cognata Valentina avevano avviato una pizzeria in Germania, nel cuore della foresta nera. Poi Carlo aveva deciso di fare ritorno in Inghilterra. Perciò il movente della sua morte è da ricercare lì. Potrebbe essersi trattata di un’aggressione con rapina avvenuta nella notte all’interno del parco oppure, cosa ancora più inquietante, Carlo si è recato nel parco per incontrare, inconsapevolmente, qualcuno. Probabilmente il suo assassino. 

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Una delle regate  più importanti  del Centro-Sud Italia della classe Optimist,  la III Tappa del circuito Optisud 2022, nonché finale di circuito,  si svolgerà nel weekend del 20, 21 e 22 maggio nelle acque di Porto Cesareo con l’organizzazione del Circolo Nautico L’Approdo, insieme a Fiv VIII zona e alla Lega Navale Italiana sez. di Porto Cesareo ,  il supporto del Comune di Porto Cesareo e dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo e del locale Centro Educazione Ambientale.
Saranno oltre 30 i circoli velici del Centro-Sud Italia a prendere parte alla finale salentina che vedrà impegnati in campo oltre 200 imbarcazioni Optimist, timonate da giovanissimi atleti .
Campania, Lazio, Marche, Sicilia, Calabria e  Puglia, si contenderanno uno dei trofei più ambiti riservati agli Optimist.
 
Il Trofeo OptiSud è un circuito promozionale di regate riservato alla classe Optimist, promosso dai presidenti pro-tempore delle Zone FIV IV-Lazio, V-Campania, VI-Calabria e Basilicata, VIII–Puglia e IX–Abruzzo e Molise che ne costituiscono il Comitato Promotore.  
Il  Trofeo  OptiSud  ha  come  obiettivo  quello  di  favorire  la  diffusione  dell’attività  giovanile  nel Centro Sud   d’Italia  della  classe  Optimist,  incentivando  il    confronto  sociale  e    tecnico  fra  gli  atleti  provenienti da tale area geografica. lega navale barchette ragazzini (2)
 
Questa importante manifestazione che il Circolo Nautico L’Approdo sta organizzando in occasione dei suoi primi 50 anni di attività sportiva, non rappresenta solo una grande occasione di spettacolo sportivo per tutti i salentini amanti della vela, ma rappresenta anche un’importante occasione turistica, sostenibile, per il territorio. Da sempre il Circolo, infatti, dialoga con l’ente Area Marina Protetta di Porto Cesareo e con le altre realtà territoriali collaborando nell’organizzazione di eventi e manifestazioni turisticamente rilevanti. Durante le giornate di regata sono previsti dei laboratori ambientali per i giovani velisti difensori dell’ambiente.

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Nuovo ricorso collettivo al Tar del Lazio in tema di scuola. Il Codacons, a seguito delle proteste ricevute da numerosi docenti, ha deciso di presentare anche in Puglia una azione legale contro il concorso Stem D.D.G. 252 del 31 gennaio 2022, ovvero il concorso ordinario relativo alle discipline Fisica, Matematica, Scienze, Scienze e tecnologie informatiche.

Il primo concorso organizzato nel 2021 aveva espressamente consentito ai candidati l’uso di carta e penna durante la prova scritta – spiega il Codacons – Per il concorso del 2022, invece, non sarebbero state fornite informazioni chiare circa l’uso di tali strumenti nel corso della prova, con la conseguenza che alcune Commissioni hanno permesso ai candidati di utilizzare penne e fogli di carta, mentre altre hanno opposto un netto rifiuto. Una situazione che non solo ha reso materialmente impossibile per molti docenti sostenere la prova scritta, non potendo ricorrere a strumenti basilari nel corso di un esame, ma ha realizzato una palese ed evidente disparità di trattamento tra candidati, in violazione delle norme vigenti.

A tutto ciò si aggiungono le segnalazioni dei docenti circa domande del concorso poste in modo ambiguo o poco chiaro e risposte che invece sarebbero del tutto errate.

A tutela dei docenti della Puglia bocciati al concorso Stem il Codacons ha deciso di organizzare un ricorso collettivo al Tar del Lazio.

Ricorso che sarà illustrato mercoledì 18 maggio alle ore 16:30 nel corso di un webinar durante il quale legali ed esperti spiegheranno ai candidati bocciati della regione come tutelare i propri diritti.

 

Tra le priorità che l'Amministrazione comunale di Mesagne sta mettendo in cantiere c'è la zona pedonale del centro storico. Questo significa che anche le auto dei residenti devono essere posteggiate fuori dal vecchio borgo assicurando, naturalmente, ai residenti gli stalli gratuiti. Molte volte si predica bene e si razzola male. A buon intenditor poche parole. Solo in questo modo si renderanno le antiche, belle e sinuose stradine del centro antico libere dai mezzi. Il tutto per una città più green con i fatti e non con le parole.vico_toma_campi_con_auto_2.jpg

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Un giovane 34enne di Mesagne, Carlo Giannini, è stato trovato morto in un parco della cittadina inglese di Sheffield, nei pressi dell’area dedicata ai giochi per i bimbi. Il parco è di proprietà dello Sheffield City Council ed è gestito dall'impresa sociale Green Estate. In attesa di una dichiarazione ufficiale, da parte della Metropolitan police inglese, la morte del mesagnese Carlo Giannini resta un mistero. Di certo c’è che la polizia ha avviato un’indagine per omicidio, segno evidente che l’ispezione cadaverica eseguita sul corpo del giovane ha messo in evidenza dei segni di violenza. Intanto, per Sheffield è partito il fratello Stefano, che gestisce una pizzeria in Germania. I familiari, infatti, hanno già contattato l’ambasciata italiana a Londra per essere assistiti durante le fasi dell’indagine. Qualcosa in più si saprà al termine dell’esame autoptico disposto dai magistrati inglesi. Dunque, c’è molta attenzione internazionale sulla morte del Giannini avvenuta giovedì scorso in Manor Fields Park, fuori City Road, in un grande parco ai margini di un cimitero. Il corpo del giovane è stato rinvenuto da un signore che passeggiava nel parco e lo ha trovato riverso per terra. Immediato l’allarme e l’intervento della Metropolitan police di Sheffied.

Dopo i primi accertamenti la polizia inglese, del South Yorkshire, ha emesso il seguente comunicato: “È stata avviata un’indagine per omicidio dopo che il corpo di un uomo è stato trovato questa mattina (giovedì 12 maggio) in un parco di Sheffield. Siamo stati chiamati verso le 5.05 da un membro del pubblico per riferire di aver trovato il corpo di un uomo mentre camminava a Manor Fields Park, fuori City Road. Deve ancora essere identificato e gli agenti stanno lavorando per stabilire chi sia. Al momento, sul sito rimane un cordone di polizia. L’intero parco rimane chiuso e le persone sono invitate a evitare l’area mentre gli agenti continuano il loro lavoro. Chiunque abbia informazioni che potrebbero aiutare con le nostre indagini, che potrebbe aver visto o sentito attività sospette intorno al parco tra la scorsa notte (mercoledì 11 maggio) e questa mattina, o che potrebbe avere filmati delle telecamere a circuito chiuso che hanno catturato qualsiasi filmato utile, è pregato di chiamare 101, citando l’incidente n. 122 del 12 maggio”. Se sarà confermata l’ipotesi dell’omicidio allora bisognerà scavare a fondo nella vita del giovane per comprenderne la genesi. Una cosa dovrebbe essere, tuttavia, certa. La decisione di ammazzare il giovane 34enne non avrebbe nessun collegamento con la sua terra natìa, cioè Mesagne. Il movente, quindi, sarebbe da ricercare in Inghilterra, dove il 34enne viveva ormai da diversi mesi e svolgeva la professione di pizzaiolo in un locale di Sheffield, nella Gran Bretagna centrale. È questa una città di 552 mila abitanti ubicata nella contea metropolitana del South Yorkshire.

È una delle otto città più grandi delle regioni inglesi che hanno costituito l'English Core Cities Group. Nel puzzle delle investigazioni bisognerà comprendere se, in caso fosse confermata l’ipotesi di omicidio, è di natura intenzionale oppure accidentale. In quest’ultimo caso il Giannini si sarebbe trovato nel posto sbagliato all’ora sbagliata. Altra domanda che si stanno ponendo gli investigatori è se il giovane fosse da solo o in compagnia. Per questi motivi le indagini della polizia inglese spaziano a 360 gradi. Un contributo notevole potrebbe giungere dalla visione dei filmati delle telecamere di video sorveglianza che vi sono nel comprensorio. Come cruciale potrebbe essere la testimonianza di qualche testimone oculare.GIANNINI_CARLO_1.jpg

 

La morte del giovane Carlo Giannini è stata accolta a Mesagne con grande costernazione. Il 34enne, infatti, pur lavorando da anni all’estero aveva, in provincia di Brindisi, tantissimi amici. Era un ragazzone alto e robusto con un carattere molto gioviale. Un leader nelle comitive di amici che oggi, sui social, lo ricordano con grande rimpianto. “Di te ho ricordi legati agli anni più belli, quando ci riunivamo tutti al muretto delle nostre case estive — ha scritto sui social un conoscente —, sempre ironico e spensierato, facevi da capo banda a tutti nelle calde giornate d’estate! Un ragazzo che ha lasciato la propria terra per potersi guadagnare un posto in società! Ciao Carlo”. La famiglia Giannini è conosciuta e stimata a Mesagne. Il papà è pensionato dopo aver svolto il lavoro di infermiere presso l’allora ospedale “De Lellis” di Mesagne.GIANNINI_CARLO_3.jpg

Un professionista che, durante gli anni di lavoro, è stato apprezzato da medici e colleghi. Carlo, pizzaiolo di professione, aveva deciso di andare via dalla sua città per trovare lavoro all’estero. Prima in Inghilterra e poi nel dicembre del 2020, in piena pandemia, si era stabilito in Germania, a Titisee-Neustadt, nella foresta nera, dove aveva aperto una pizzeria insieme al fratello Stefano e alla cognata Valentina Argentiero. Lo avevano chiamato “La spiga d’oro”, per ricordare i campi dorati di grano che l’estate caratterizzano il panorama delle campagne mesagnesi. “Volevamo accompagnare i nostri clienti in un viaggio immaginario nella nostra terra, attraverso sapori e profumi inconfondibili”, aveva detto a quanti gli chiedevano il perché di quel nome dato al locale. Qui ogni giorno si sfornano leccornie tipiche del Salento come le pucce, le focacce, i piatti tipici, i panzerotti, i rustici e, perfino, i pasticciotti che sodisfano il palato dei clienti, molti dei quali italiani. “È stata dura – aveva ancora confidato Carlo agli amici-, abbiamo fatto tutto il lavoro di ristrutturazione da soli”. Mario, ad esempio, si era complimentato con lui, il fratello e la cognata “per il coraggio dimostrato nell’affrontare l’impresa in un periodo di pandemia e, quindi, di incertezze. L’augurio per voi tutti è di realizzare i vostri sogni purtroppo lontani dalla vostra terra. L’importante è tenere sempre alto l’orgoglio dell’Italia. Ciao ragazzi in bocca al lupo”.

Gli aveva fatto eco Giuseppe che, sui social, aveva scritto: “Vivo da venti anni a 70 chilometri da Titisee, sono pronto a farli anche in bicicletta per mangiare le delizie della cucina pugliese”. Diversi mesi per avviare il locale e poi aveva deciso di fare ritorno in Inghilterra. Aveva trovato lavoro in una pizzeria di Sheffield, nella contea metropolitana del South Yorkshire. Fino alla notte del 12 maggio quando qualcuno ha posto fine alla sua giovane vita e ai suoi sogni.

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La Commissione Tributaria Regionale, sezione staccata di Lecce si è recentemente espressa in modo inequivocabile sulla natura e caratteristiche degli alloggi popolari di proprietà di ARCA Nord Salento, che hanno i requisiti e le caratteristiche tecniche di alloggi sociali così come definiti dal DM delle Infrastrutture del 22 aprile 2008 e pertanto sono esentati dal pagamento dell'IMU.

Il dott. Domenico De Stradis, Responsabile del Settore Legale di ARCA: “La Commissione tributaria di secondo grado, con tre distinte sentenze, ha accolto le questioni di merito e diritto avanzate dalla difesa di ARCA, assunta nell'occasione dall'avvocato tributarista Maurizio Villani, stabilendo al contempo due principi cardine: ai Comuni, ai fini dell'assoggettabilità dell'imposta, spetta l'onere di dover dimostrare che gli alloggi di e.r.p. non sono alloggi sociali; gli alloggi sociali di ARCA Nord Salento con le caratteristiche di cui al DM delle Infrastrutture 22 aprile 2008, hanno diritto alla totale esenzione dal tributo IMU. I suddetti principi sono contenuti all'interno delle pronunce della Commissione tributaria, pronunciate fra l'altro non da un'unica sezione e stabiliscono in modo chiaro e incontrovertibile che “il fine primario voluto dalla legge regionale è di assicurare il diritto sociale all'abitare a chi non è in grado di soddisfare autonomamente le proprie esigenze abitative”.

Il Direttore di ARCA,  Vittorio Serinelli: “Ci auguriamo che le predette sentenze, pronunciate a conclusione di lunghi contenziosi tributari potrebbero aver definitivamente sancito la fine di un'annosa disputa di carattere giuridico e tecnico, avviata fra ARCA Nord Salento ed alcuni comuni brindisini circa la corretta applicazione normativa della legge istitutiva del tributo sulla casa, accogliendo la linea interpretativa adottata dagli uffici degli ex IACP, circa la sussistenza in capo agli alloggi di e.r.p. di tutti i requisiti e condizioni necessarie ai fini dell'esenzione totale dal tributo e non, la semplice detrazione di euro 200 dell'imposta, quest'ultima tesi sostenuta al contrario dagli uffici tributi dei comuni impositori”.

L'ing. Marta Melis, responsabile del Settore Manutenzione di ARCA: “La realtà vera è, che a beneficiare principalmente di queste recentissime e per certi aspetti storiche sentenze saranno gli assegnatari in locazione degli alloggi dell'ARCA, in quanto, le risorse finanziarie cautelativamente accantonate in bilancio al fine di far fronte ad eventuali soccombenze derivanti da sentenze negative, potranno essere destinate ad assicurare con maggiore celerità e completezza, i necessari interventi di manutenzione, recupero, abbattimento delle barriere architettoniche ed efficientamento energetico, necessari soprattutto su quella parte di patrimonio maggiormente datata”.