Redazione
ESTINZIONE ANTICIPATA DEI FINANZIAMENTI E DIRITTO DELL’UTENTE ALLE RESTITUZIONE DI PARTE DELLE SPESE CORRISPOSTE
Finalmente siamo giunti ad un punto di svolta e i consumatori, ove ne ricorrano i presupposti, possono chiedere, qualora abbiano estinto anticipatamente un contratto di finanziamento o un prestito con cessione del quinto, la restituzione di parte delle somme corrisposte al momento della stipula del contratto, quali, ad esempio, spese di istruttoria, commissioni di intermediazione, polizza assicurativa per periodo non goduto.
A farlo sapere è il Coordinamento istituito da Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore, Osservatorio LIDU sui fenomeni di usura, estorsione e sovraindebitamento, ACU Calabria e Confconsumatori – Federazione Provinciale di Brindisi.
A seguito della sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Europea nel caso Lexitor, infatti, gli effetti di quest’ultima hanno registrato le prime ricadute a livello giuridico sul territorio italiano.
E così, da un lato, l’Arbitro Bancario Finanziario ha affermato che i principi sanciti nella sentenza della Corte di Giustizia Europea si applicano a livello retroattivo anche in Italia, dall’altro, l’Autorità Giudiziaria ha:
a)stabilito che la sentenza della Corte di Giustizia è vincolante per il Giudice Nazionale ed è applicabile a tutti i contratti stipulati a partire da settembre 2010 e fino a dicembre 2019, data nella quale la Banca d’Italia ha emanato una circolare con la quale ha invitato gli intermediari ad adeguarsi ai principi sanciti nel caso Lexitor;
b)dichiarato la nullità delle clausole contenute nei contratti unilateralmente predisposti da alcune finanziarie di primaria importanza a livello nazionale che regolano l’estinzione anticipata dei contratti di credito prevedendo la non rimborsabilità di tutti i costi sostenuti.
“Finalmente le istanze giuridiche a tutela dei consumatori che portiamo avanti da molti anni – afferma l’avv. Emilio Graziuso, Presidente del Coordinamento - sono state recepite dalla giurisprudenza comunitaria e nazionale. Alla luce dei provvedimenti registratisi, pertanto, ove ne ricorrano i presupposti, i consumatori che vogliano far valere i propri diritti potranno rivendicarli a viva voce e, qualora la Banca o la Finanziaria non dovesse giungere ad un accordo bonario, potranno agire giudizialmente per la restituzione delle somme ad essi dovute”.
Al fine di assistere al meglio i consumatori, il Coordinamento ha istituito a livello nazionale una task force di avvocati e commercialisti, al fine di valutare, nella singola fattispecie, la sussistenza dei presupposti giuridici e l’ammontare delle somme da, eventualmente, chiedere in restituzione alle Banche ed alle Finanziarie.
“Il nostro auspicio, dati i presupposti giuridici e la giurisprudenza registratasi a livello comunitario e nazionale, è quello che le banche e le finanziarie, per una volta, evitino il contenzioso e restituiscano spontaneamente le somme dovute ai consumatori su semplice richiesta di questi ultimi – conclude l’avv. Emilio Graziuso, Presidente del Coordinamento - Qualora ciò non accada saremo al fianco degli utenti in questa battaglia volta a far valere i diritti del contraente debole, attraverso il nostro gruppo di lavoro nazionale formato da professionisti del settore”.
Per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; tel. 347 – 0628721.
Potete inoltre visitare le Pagine Facebook dell’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”.
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COLDIRETTI. BUCO DA 46 MLN PER RISTORANTI APERTI DOPO FESTE
COVID: COLDIRETTI PUGLIA, BUCO DA 46 MLN PER RISTORANTI APERTI DOPO FESTE; INCERTEZZA GRAVA SU AGRITURISMI CON -60MLN FATTURATO NEL 2020.
Bar, ristoranti, trattorie ed agriturismi riaprono dopo il lungo periodo di lockdown delle feste che ha provocato una perdita di circa 46 milioni solo per la cancellazione dei tradizionali pranzi e cenoni di Natale e Capodanno. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia nel sottolineare che con il ritorno della zona gialla possono tornare a servire al tavolo e al bancone i 22mila locali della ristorazione presenti in Puglia e gli 876 agriturismi che nel 2020 hanno perso 60milioni di euro di fatturato.
Una situazione di difficoltà che ha fatto chiudere il 14,4% di bar e ristoranti secondo Confcommercio e gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – continua la Coldiretti – si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti Puglia – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Una situazione di sofferenza che porterà a fine anno ad una perdita di fatturato per la filiera agroalimentare di oltre 700 milioni di euro solo per i mancati acquisti in cibi e bevande da parte della ristorazione nel 2020.
In realtà – sottolinea la Coldiretti regionale - sono molte le strutture che per le difficoltà e la situazione di incertezza hanno deciso di non riaprire anche per il calo del volume di affari dovuto all’assenza di turismo, allo smartworking e alla diffidenza ancora presente tra i cittadini con l’avanzare dei contagi da Covid.
“Lo scenario resta drammatico anche per i frequenti cambi di colorazione delle regioni, dove in sole 48 ore si alternano aperture e chiusure a singhiozzo che non consentono l’organizzazione aziendale e lo stesso approvvigionamento di prodotti agroalimentari che sono altamente deperibili. Per effetto del blocco parziale o totale della ristorazione è a rischio un sistema agroalimentare che in Puglia è assicurato grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione che nel 2020 a causa dell’emergenza Covid è sostenuta dalle consegne a domicilio e dall’asporto”, dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
I limiti imposti per le festività di fine anno e il perdurante scenario di incertezza – precisa Coldiretti Puglia – arrivano dopo che il primo lockdown ha azzerato le visite in campagna nei tradizionali weekend di primavera e di Pasqua mentre durante l’estate ha pesato l’assenza praticamente totale degli stranieri che in alcune regioni rappresenta la maggioranza degli ospiti degli agriturismi con un crollo del 70% dei bilanci.
“E’ un colpo durissimo che si aggiunge alla perdita di fatturato registrata a partire dall’8 marzo scorso – insiste Filippo De Miccolis Angelini, il presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti - da quando è partita l’emergenza ed il lungo lockdown. Il boom di presenze di turisti italiani negli agriturismi ad agosto non ha certamente compensato le perdite subite dagli agriturismi in Puglia nel 2020. A fronte dei 4,2 milioni di arrivi di turisti nel 2019 e 1,2 milioni di arrivi dall'estero, è evidente la perdita secca subita nel 2020 dalle masserie della Puglia che hanno praticamente azzerato gli arrivi di turisti stranieri e annullato le prenotazioni di italiani e del turismo di prossimità nei mesi di lockdown e con le nuove restrizioni”, conclude De Miccolis.
Servono dunque ristori immediati e un piano nazionale – conclude Coldiretti Puglia - che metta in campo tutte le azioni necessarie per non far chiudere per sempre attività come gli agriturismi che rappresentano un modello di turismo sostenibile grazie ai primati nazionali sul piano ambientale ed enogastronomico.
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Videomessaggio del sindaco Toni Matarrelli del 6 gennaio 2021
Covid a Mesagne. Oggi sono 55 i casi positivi
Mesagne. Concluso lo screening scolastico anticovid
Si è concluso a Mesagne lo screening sulla popolazione scolastica. Su 2.720 persone che orbitano nei plessi di Mesagne si sono sottoposte al test in 2.169. A somministrare i test una "compagnia" di 50 sanitari che hanno svolto gratuitamente tale servizio. Soddisfazione per l'operazione screening è stata espressa dal sindaco Matarrelli.
Dalla corrispondenza affidata alla stampa tra il consigliere regionale Fabiano Amati ed il Presidente dell’Autorità di Sistema Ugo Patroni Griffi, con molta preoccupazione, veniamo a conoscenza della proposta di localizzazione a Costa Morena Est dell’impianto che la Edison S.p.a. intende realizzare nel porto di Brindisi.
Vale la pena sottolineare, a scanso di equivoci e strumentali fraintendimenti, che il problema non è il deposito costiero di Gnl, combustibile del quale siamo consapevoli degli aspetti di sostenibilità ambientale, rispetto a quelli che vengono utilizzati sia per mare che per terra.
Quello che ci preoccupa è la localizzazione dell’impianto, che riteniamo assolutamente incompatibile con qualsivoglia prospettiva futura per la città.
Costa Morena Est, come abbiamo più volte spiegato, ha uno sporgente di 500 metri che verrebbe sostanzialmente sacrificato del tutto da questo progetto. Non sfuggirà a nessuno il notevole potenziale di quest’area per lo sviluppo del traffico merci, connesso alla Zona Franca Doganale, e quindi alla grande attrattività che rappresenta per nuovi investitori, anche in relazione alla possibilità di riconversione della banchina carbone dell’Enel. E non possiamo non sottolineare la quasi certa interferenza con il raccordo ferroviario, trattandosi di una delle pochissime aree infrastrutturate con questa importante opera: un investimento di circa 60 milioni di euro.
Tutto questo si traduce in centinaia di occasioni di lavoro, a fronte di un impianto che, per quanto strategico, a regime offre appena 30 posti di lavoro.
Davvero si vuole continuare a mortificare il nostro porto e perseverare nel solco di 25 anni, almeno, di cattive gestioni che hanno compromesso sviluppo e potenzialità?
Brindisi Bene Comune intende avviare da subito una discussione pubblica in città: non permetteremo che la desertificazione imposta dall’emergenza Covid diventi la clava, nelle mani di qualcuno, per imporre, senza confronto con il territorio, una scelta logistica che penalizzerebbe irrimediabilmente il nostro porto.
Brindisi Bene Comune
Pd. I soldi dei buoni spesa regalati a pioggia ai bambini
Combattere le diseguaglianze e sostenere le persone e le famiglie più bisognose, in questo momento difficile, non significa distribuire a tutti, indistintamente, denaro pubblico destinato alle emergenze. E' quanto si è verificato invece a San Donaci: l'amministrazione comunale, con delibera di giunta del 18 dicembre 2020, ha deciso di destinare a tutti bambini fino ai dieci anni di età un buono di 25 euro, a prescindere dalle loro condizioni economiche e dal reale stato di necessità. Un pensiero gentile, da parte del sindaco e dei suoi assessori, che tiene conto degli effetti psicologici di festività vissute in modo diverso dal solito, ma che non rispecchia la ratio delle disposizioni con cui il governo e la protezione civile hanno stanziato fondi per fronteggiare le conseguenze dovute alla pandemia da Covid-19.
“Quel denaro – spiega Antonella Vincenti, capogruppo Pd nel consiglio comunale, insieme ai consiglieri comunali di opposizione Barbara Gioffreda e Maurizio Greco – doveva servire a sostenere chi, per via degli effetti devastanti del coronavirus, si è ritrovato nell'impossibilità di garantirsi un piatto caldo a tavola. Per dirne una, anche mia figlia ha ricevuto il buono, come tutti gli altri. Noi però abbiamo deciso di devolverlo a chi non avrebbe potuto permettersi un Natale sereno”.
I bambini interessati dal contributo “a pioggia” sono in tutto 575, per uno stanziamento complessivo di 15mila euro. Lo si legge nelle due delibere di giunta approvate.
“In altre realtà della provincia ci sono state iniziative simili – prosegue Vincenti – ma non certo con l'utilizzo dei fondi della Protezione civile, bensì con lo stanziamento di denaro da parte del Comune che ha risparmiato in luminarie e in altro genere di spese”.
Una iniziativa ammirevole, in linea di principio, è stata trasformata dall'amministrazione comunale in un mezzo per far aumentare le differenze tra chi avrebbe comunque potuto permettersi un albero di Natale pieno di doni e chi invece fatica ad arrivare alla fine del mese anche per le esigenze ordinarie.
“Lo spirito degli interventi del governo, è stato ben chiarito nei decreti. Soddisfare, è stato chiarito, le necessità più urgenti ed essenziali. Ma a San Donaci non sembra sia avvenuto, nonostante siano arrivati contributi per 52mila euro, di cui 40mila destinati, a quanto si legge nelle delibere, all'erogazione di buoni spesa”, va avanti Antonella Vincenti.
Infine un riferimento alle operazioni di screening della popolazione scolastica che è stata sottoposta a tampone prima del rientro a scuola: “E' stato un momento importante per la prevenzione del contagio. Ma il plauso di tutti i cittadini della provincia di Brindisi, deve andare alla direzione generale della Asl che ha messo a disposizione a tutte le municipalità gli strumenti necessari e agli operatori sanitari che hanno offerto la propria disponibilità per l'esecuzione dei tamponi a bambini e adulti e non certo all'amministrazione comunale che ha fatto credere tutt'altro con post e altro genere di commenti”.
Covid - 19. Oggi 1581 casi positivi in Puglia, di cui 149 in provincia di Brindisi con 1 decesso
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi mercoledì 6 gennaio 2021 in Puglia, sono stati registrati 10037 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1581 casi positivi: 598 in provincia di Bari, 149 in provincia di Brindisi, 190 nella provincia BAT, 188 in provincia di Foggia, 158 in provincia di Lecce, 293 in provincia di Taranto, 2 residenti fuori regione, 3 casi di provincia di residenza non nota.
Sono stati registrati 23 decessi: 11 in provincia di Bari, 1 in provincia di Brindisi, 6 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce, 5 in provincia di Taranto. Un decesso di un residente in provincia Bat precedentemente registrato è stato riattribuito.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.085.419 test.
40.345 sono i pazienti guariti.
54.028 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 96.946, così suddivisi:
37.534 nella Provincia di Bari;
11.080 nella Provincia di Bat;
7.053 nella Provincia di Brindisi;
21.126 nella Provincia di Foggia;
7.607 nella Provincia di Lecce;
11.911 nella Provincia di Taranto;
538 attribuiti a residenti fuori regione;
97 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Torchiarolo. Eseguito ordine di esecuzione per la carcerazione nei confronti di un 45enne che si era reso responsabile di diversi fatti delittuosi in materia di stupefacenti e contro il patrimonio, arrestato. I Carabinieri della Stazione di Torchiarolo hanno eseguito l’ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica del Tribunale di Taranto, nei confronti di un 45enne del luogo. In particolare, l’uomo deve espiare la pena di anni 4 mesi 10 e giorni 9 di reclusione per diversi fatti delittuosi in materia di stupefacenti e contro il patrimonio. L’arrestato, a conclusione delle formalità di rito, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Brindisi, così come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
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Mesagne. Trovato in casa con 480 grammi di Marijuana e 10 grammi di cocaina, arrestato
Mesagne. Trovato in casa con 480 grammi di Marijuana e 10 grammi di cocaina, occultati nel soppalco e nel sottoscala, già suddivisi in dosi, arrestato. I Carabinieri della Stazione di Mesagne coadiuvati dal Nucleo Cinofili Carabinieri di Modugno, a conclusione degli accertamenti, hanno tratto in arresto in flagranza di reato DELLA PORTA Antonio Carmelo, 53enne del luogo, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare, l’uomo, nel corso della mattinata del 5 c.m. durante la perquisizione domiciliare, è stato trovato in possesso di 480 grammi di “marijuana”, 10 grammi di “cocaina”, suddivisi in dosi, e materiale vario per il confezionamento, occultati in un soppalco e nel sottoscala dell’abitazione. L’arrestato, al termine formalità di rito, è stato tradotto presso la Casa Circondariale Brindisi, così come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
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