Redazione

Sono Vincenzo Lotesoriere, un medico dell’emergenza sanitaria, e candidato sindaco nelle fila di FdI. Mi sono laureato a Bari e, pur avendo avuto la possibilità di lavorare lontano da casa, ho scelto di rimanere nella mia terra: oggi, mio malgrado, vedo mio figlio e tanti giovani come lui costretti vivere fuori dal loro Paese. Questo mi ha dato la rabbia e la forza di mettere la mia faccia perché Mesagne abbia un altro futuro.

In questi mesi grazie anche all’impegno di tutti i candidati nella lista di FdI, ho avuto la possibilità di presentarmi a chi non aveva ancora avuto modo di conoscermi e farmi apprezzare per la lealtà ideologica, la coerenza politica e il rigore morale che mi contraddistinguono. 

Ho focalizzato l’attenzione sui temi fino ad ora poco trattati, le periferie bistrattate, l’agricoltura lasciata a sé stessa, la necessità di provvedere alla manutenzione ordinaria degli edifici scolastici, sulla mobilità sostenibile, sull’assetto di una sanità moderna.

Ho parlato con tanta gente spiegando l’importanza di un’opposizione vera, indipendente, libera da bavagli o legacci di ogni genere.

Ho denunciato il trasformismo di chi dice di aver formato una coalizione di centrosinistra e poi ha imbarcato gente di chiara estrazione di destra e di chi, professandosi di centro destra, ha preferito salire sul carro del presunto vincitore contribuendo con i propri voti ad un chiaro progetto di centro sinistra.

Nei primi mesi di campagna elettorale la gente era quasi timorosa di avvicinarsi a noi, alcuni hanno avuto perfino paura di candidarsi nella nostra lista, oggi finalmente mi scrivono in tanti e tanti mi fermano per strada, esprimendo la loro solidarietà e il proprio incitamento ad andare avanti.

Abbiamo raggiunto, ancor prima del responso delle urne, la nostra vittoria e siamo ad un passo da quella più importante!

Chiediamo a tutti gli elettori stanchi dei molti, troppi anni di centrosinistra pur mascherato da civismo di dare un segnale forte.

Chiediamo a tutti coloro che sabato e domenica hanno in progetto di andare al mare un piccolo sacrificio: una breve fila per il voto.

Sabato e domenica i seggi vi aspettano. Nel segreto dell’urna la scelta è semplice, potrete scegliere chi continuerà a gestire Mesagne come lo ha fatto in questi ultimi 5 anni oppure votare un gruppo nuovo, con voglia di cambiare le cose, tornando alla politica vera, fatta di idee e non del protagonismo dei singoli, di cose concrete e non di fantomatici cantieri che si apriranno nell’anno di non si sa.

A tutti questi dico: prendete la scheda arancione e votate Fratelli d’Italia perché l’Italia cambi l’Europa, prendete la scheda azzurra e votate Vincenzo Lotesoriere, Fratelli d’Italia e i miei candidati (si possono esprimere 2 preferenze, purché di genere diverso).

Dateci la forza politica di cambiare Mesagne.

I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Taranto hanno eseguito una ispezione presso una palestra del capoluogo brindisino congiuntamente a Militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro del Capoluogo. Nel corso della verifica, condotta anche con l’ausilio di personale tecnico del Dipartimento di Prevenzione dell’A.S.L. di Brindisi – S.I.S.P. –, finalizzata alla verifica dei requisiti strutturali e funzionali dell’impianto sportivo, nonché alla salvaguardia della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro ed al contrasto del lavoro nero, sono state rilevate diverse e gravi irregolarità che hanno portato all’immediata sospensione dell’attività imprenditoriale.

In particolare, all’interno della palestra venivano rilevate: criticità strutturali; vendita di alimenti, bevande ed integratori in assenza della prescritta S.C.I.A. sanitaria; l’impiego di quattro lavoratori non regolarmente assunti; la mancata sorveglianza sanitaria sui lavoratori; l’assenza d’informazione e formazione dei lavoratori; la mancata predisposizione del prescritto Documento di valutazione dei rischi cd. DVR.

Al titolare sono state contestate le suddette violazioni e conseguentemente è stato segnalato alla locale Procura della Repubblica.

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Si conclude oggi il progetto “I GIOVEDI’ DELLA LEGALITÀ, per l’anno scolastico 2023/2024, effettuato della #PoliziadiStato in collaborazione con tutti gli Istituti scolastici della città di Mesagne. 

Ogni giovedì, il dirigente e il personale del #CommissariatodiPSdiMesagne hanno incontrato e dialogato con tutti i ragazzi degli istituti scolastici di Mesagne, sui temi dell’educazione alla legalità, in particolare sui pericoli della rete, sul corretto utilizzo dei social network, sui fenomeni legati al bullismo, al cyberbullismo, all’educazione stradale, al contrasto all’uso di sostanze stupefacenti e dell’abuso di alcol  e più in generale sul rispetto delle regole, del prossimo e dell’ambiente. 

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VALERIA PATRIZI 

Cantica

a cura di Caterina Acampora

Inaugurazione 15 giugno 2024 ore 19.00

fino all'11 luglio 2024

 

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA

Piazzetta Cattedrale (centro storico)

72017 - Ostuni (Br)

La Galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni prosegue la proposta espositiva all’interno della project room con l’inaugurazione, sabato 15 giugno 2024 alle ore 19.00, della personale dell’artista romana Valeria Patrizi, dal titolo Cantica, a cura di Caterina Acampora.

“Ponimi come un sigillo sul tuo cuore come un sigillo sul tuo braccio.”

Cantico dei Cantici (Ct 2,8-16; 8,6-7)

Cantico dei cantici, quando mi è stato raccontato il riferimento letterario dietro cui si stava costruendo la mostra che state per vivere, la mia mente è andata inevitabilmente al ben più noto “cantico delle creature” di San Francesco; confesso che avevo trovato in maniera istintuale una perfetta corrispondenza tra la cantica di Francesco e l’opera di Valeria Patrizi, ho pensato subito al suo saio/tela dove la natura si dipana eterea e si innalza verso qualcosa di più alto. Sono stata bruscamente svegliata da questa costruzione, era un testo molto più antico quello che mi si stava chiedendo di approfondire. Un testo sottile, intenso che poi ho scoperto appartenere all’antico testamento. Ed ora devo ringraziare questo equivoco, questa perdita di coordinate, se sono entrata in contatto con uno dei testi più belli della letteratura sacra. E forse è proprio quello che deve fare l’arte: farti spogliare dalle certezze che il mondo del prima ti ha cucito addosso per rigettarti nel dopo in una condizione inimmaginabile al momento del tuo arrivo. Quello che succede in mezzo è l’esperienza universale e Valeria Patrizi lo sa bene, è evidente dal modo discreto in cui ti catapulta in questo triangolo: tu, spogliato dalla tua verità, la sua opera e lei, silenziosa, impalpabile e al tempo stesso presente. Tra di voi tutto il tempo e lo spazio del mondo senza cornici a delimitare confini. E poi ci sono loro, naturalmente, i suoi personaggi. Carne e sangue, c’è un prima e c’è un dopo, questo è chiaro, ma noi li osserviamo in un momento di raccoglimento, di riflessione, di sospensione drammaturgica

L’artista non ci racconta chi sono e come sono finiti, a volte insieme, a volte soli, su quella tela, né che relazione ci sia tra di loro, tra l’animale e la donna, eppure non potrebbero essere che lì, con noi. Non c’è niente di voyeuristico nell’opera di Valeria Patrizi; riesce a spogliare il soggetto che rappresenta mettendolo in una comunicazione profonda con lo spettatore che sente quasi la necessità di voltarsi indietro a controllare di non essere visto da nessuno, a sperare che quanto sta accadendo stia accadendo con lui e per lui; la materia, la carnalità, l’animale che diventa spirito guida di un umano assorto, finalmente presente, lontano da un quotidiano che lo vuole distante da un contatto profondo con la natura, con sé stesso. E suona quasi ironico pensare quanto ci fa apparire semplice questa ricerca, bastava scomporre la parola stessa: anima-le che, seppur per definizione “privo di coscienza”, è lui stesso che riesce a spostare il piano della realtà della tela, è il suo istinto a raccontarci l’umano. Lasciarsi andare a questa consapevolezza ci porta a vivere l’opera di Valeria Patrizi come l’attraversamento di un bosco d’estate, le macchie delle sue tele diventano il modo per vedere il cielo attraverso gli alberi, mentre la vita si insinua ad ogni livello. I colori che sceglie seguono questo lento incedere; sono toni pacati, gentili, leggeri, pieni di cura, la stessa cura con la quale l’artista costruisce le sue tele e le srotola davanti ai miei occhi nel suo studio del Pigneto, a Roma, dove la si può incontrare con le sue opere arrotolate sotto il braccio. 

Valeria Patrizi è un’artista sapiente, i suoi soggetti si portano dietro storie silenziose, che lei con amore raccoglie in mezzo agli altri, perché non ne può fare a meno. Il suo sguardo, come quello delle donne che dipinge, è teso verso l’esterno ad accogliere l’altro con gentilezza. Nel suo piccolo studio, mi parla dei progetti per il futuro, mi mostra ritagli, osservo quanto i suoi soggetti siano cambiati negli anni e mi riconosco in una donna riccia dalle grandi labbra rosse. Mi dice che non è la prima volta che le capita e capisco che ci si riconosce in queste opere perché parlano senza sovrastrutture ad un io profondo, lo si fa, si costruisce da solo, perché l’artista crea lo spazio dell’incontro. Questo spazio diventa strumento di esplorazione dell’animo umano e della sua connessione con il mondo naturale; l’atmosfera poetica e spirituale che avvolge le opere esposte è speculare al testo biblico di Salomone, l’invito è chiaro: contemplare la bellezza del creato e la sacralità dell’amore. Il dramma che si dipana nell’opera biblica non è altro che un canto, un inno all’amore, la narrazione che procede in un dialogo tra due amanti, intervallati da lodi della bellezza e dell’amore. Un sogno erotico, più che un racconto; non è la storia degli adultèri di David e di Betsabea, degli incesti di Amon e di Tamar; non vuole né avvertire né eccitare, vuole soltanto rivelare qualcosa attraverso il sogno. Il respiro degli amanti del Cantico risuona nel ritmo delle opere dell’artista che di nuovo lascia parlare i suoi personaggi, in un commiato che sembra urlare con leggerezza: per amare bisogna prima sparire.

 

Nato dal percorso di collaborazione tra Coldiretti, Campagna Amica e CIHEAM Bari

Al via i primi corsi di alta formazione in Puglia per manager del cibo locale utile a fornire competenze avanzate per disegnare, sviluppare e gestire politiche alimentari integrate, promuovendo la transizione alimentare nelle città italiane. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione al primo corso di alta formazione per manager del cibo locale organizzato dal CIHEAM Bari in collaborazione con Coldiretti e Fondazione Campagna Amica, durante il quale i partecipanti potranno acquisire competenze circa la governance e la gestione delle politiche locali del cibo, l’organizzazione di mercati dei contadini e filiere corte, la logistica, l’educazione alimentare, il procurement pubblico e le mense, la gestione delle filiere dello spreco alimentare e il contrasto alle povertà alimentari, con particolare attenzione alla coesione con lo spazio rurale.

Il percorso formativo risponde alla necessità di contribuire alla transizione dei sistemi alimentari entro il 2030, in linea con l'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 2 dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite: Sconfiggere la fame. Con l'urbanizzazione mondiale prevista al 70% entro il 2050, le città avranno un ruolo cruciale nel garantire sicurezza alimentare e sostenibilità.

Il percorso formativo fa il paio con il primo corso partito proprio in Puglia per operatori africani con l’obiettivo di promuovere i mercati dei contadini per la valorizzazione dell’attività agricola e per combattere l’insicurezza alimentare che nel mondo colpisce più chi vive nelle zone rurali:  33% degli adulti contro il 26% di chi abita nelle zone urbane, una iniziativa realizzata da Fondazione Campagna Amica promossa dalla Coldiretti e dalla World Farmers Markets coalition nell’ambito del progetto, denominato Mami, Mediterranean African Markets Initiative, supportato dal Ministero degli Esteri italiano e dal Ciheam di Bari.

Il progetto nasce per consentire al primo gruppo di africani di apprendere come  “costruire” dalla A alla Z un farmer market e superare il paradosso che chi produce cibo, con l’allevamento e la coltivazione, non è in realtà in grado di averne a sufficienza per sfamare la propria famiglia, per effetto delle speculazioni.

Il progetto MAMi – Farmers Markets, finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e realizzato da CIHEAM Bari in collaborazione con World Farmers Market Coalition e promosso da Coldiretti attraverso la Fondazione Campagna Amica e, si propone di offrire supporto tecnico per lo sviluppo di nuovi mercati contadini quali leve efficaci per rivitalizzare le comunità rurali, migliorare i mezzi di sussistenza per l'agricoltura familiare e valorizzare il ruolo dell'agricoltura multifunzionale per generare benefici economici, sociali ed ecologici.

L'obiettivo principale è promuovere un sistema alimentare sostenibile, supportando i mercati contadini gestiti con competenza. Questo contribuisce non solo all'economia locale, ma anche al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, come la riduzione della povertà e fame zero, favorendo la creazione di comunità resilienti e promuovendo pratiche alimentari rispettose dell'ambiente e delle persone coinvolte nella catena alimentare.

“Il progetto - spiega Carmelo Troccoli, direttore di Fondazione Campagna Amica e della World Farmers Markets Coalition - si concentra sulle reti alimentari alternative e, più precisamente, sui mercati contadini”. “E’ in atto una speculazione sulla fame favorita dal fatto che l’andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli è sempre più condizionata dai movimenti di capitale che si spostano con facilità dai mercati finanziari a quelli delle materie prime come il petrolio, i metalli preziosi fino al grano”, aggiunge  Troccoli, nel sottolineare che “l’agricoltura familiare è una risposta, a livello locale, a questa grave situazione, in grado di garantire una distribuzione più equa delle risorse, salvaguardare i territori e migliorare la vita delle comunità. Un modello capace di coniugare diritto al cibo e dignità dell’uomo, in grado di restituire il diritto di produrre, prima di tutto, gli alimenti necessari al proprio sostentamento e poi ad avviare un processo di economia territoriale”, conclude Troccoli.

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Sta per concludersi una campagna elettorale muta, senza idee e discussioni degne di nota. Una politica eternamente in campagna elettorale, interessata a «vincere le prossime elezioni e non al futuro delle prossime generazioni» come ammoniva un politico-statista come De Gasperi. Oggi di figure di tale spessore, capaci di dare una direzione chiara e di prospettiva alle scelte politiche, non se ne vede ombra. Solo proclami e passerelle di politici in carica ed in cerca di visibilità che provano a portare dalla propria parte l’elettore «ignorante» tanto da mutare la propria posizione da oppositore dell’economia industriale a difensore di qualsiasi investimento anche irreale. Per Brindisi non pretendiamo uno statista ma almeno un politico semplice capace di indirizzare le scelte fondamentali per il futuro come quelle sul futuro dell’industria, il principale e più importante settore economico di Brindisi. Ma nemmeno di questi vi è ombra.

La Uiltec sostiene da anni ad ogni livello che la Transizione Energetica senza una adeguata, giusta e solidale Transizione Sociale non fa che aggravare la già drammatica disuguaglianza sociale. Non siamo noi a dirlo: lo dice l’Europa, gli indicatori economici e sociali e perfino la Chiesa. Lo denuncia, pur senza fare nulla di concreto per invertire la rotta, il Governo nazionale. Un Esecutivo che, al pari dei precedenti, non ha un serio Piano Industriale per l’Italia, una visione che assicuri i mercati e quindi favorisca gli investimenti, una progettualità che assicuri l’indipendenza energetica al Paese. Un Governo che non avrà le risorse per affrontare l’ecatombe sociale che arriverà dalle centinaia di licenziamenti «a domino» in arrivo.

Non serve a nulla precisare che la Uiltec denunciasse da tempo questo rischio: il tempo delle parole è passato, stiamo già subendo le conseguenze. Enel abbandona Brindisi dopo aver «sfruttato» il territorio per più di trent’anni. In passato abbiamo litigato con chi definiva Enel colonialista ma oggi, nostro malgrado, dobbiamo dargli ragione. Dalle notizie di queste ore - ovvero il nulla osta a Terna ottenuto dalla Autorità di regolazione per energia reti e ambiente per una nuova asta – si aprono insperate prospettive perché l’impianto di Brindisi, magari alimentato a gas, torni ad essere interessante. Seguiremo con attenzione.

Eni sembra voler seguire la stessa strada di Enel: allarmanti le dichiarazioni che si rimpallano i vertici Eni e Versalis (e Basell) sul futuro della Chimica di Base senza che alcuno abbia proposto investimenti e prospettive per il Petrolchimico brindisino. Un sito produttivo passato in pochi anni da “fiore all’occhiello” nazionale a pesante fardello economico e produttivo da dismettere. Si rischia seriamente lo smantellamento degli impianti con pesantissime ripercussioni sui Lavoratori. In tutto questo il Governo è muto, interessato forse alle cedolari ed ai lauti guadagni che ne verrebbero dalla vendita di asset strategici come Eni. Alla faccia dello sbandierato Piano Mattei.

In estrema difficoltà anche EuroApi tra problemi autorizzativi, di produzione ed organizzativi interni. L’Azienda sta riportando in primo piano Tecnici e Responsabili già visti e superati, senza alcuna valutazione organica. Sembra che ogni decisione, anche nella scelta dei ruoli di responsabilità, voglia portare a chiudere il sito di Brindisi. Forse era questo il vero disegno di Sanofi da qualche anno. E la politica ancora silente!

In questo stato dei fatti la Uiltec non può che accogliere l’invito ad una ritrovata unitarietà di intenti nelle Forze Sociali: non ci possono essere questioni di «metodo» nella difesa del nostro Sistema Industriale. La sfida che stiamo vivendo è troppo decisiva e pericolosa per permettere divisioni di alcun genere fra Confederazioni, fra Categorie sindacali, e fra lavoratori diretti e dell’indotto. Siamo tutti sulla stessa barca. Una barca che sta andando a fondo senza che al timone vi sia alcuno.

Il Segretario Regionale Uiltec Puglia

Carlo Perrucci

Il liceo Fermi-Monticelli di Brindisi e il Pepe-Calamo di Ostuni hanno aderito al percorso di potenziamento-orientamento “Biologia con curvatura biomedica”, promosso dalla Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione.

Oggi nell’ospedale Perrino trenta studenti del terzo anno del Fermi-Monticelli di Brindisi hanno visitato il Centro Trasfusionale e la Radiologia accompagnati dalle docenti Lucia Di Paola e Paola Daniela Scalzo. Erano presenti il direttore generale della Asl, Maurizio De Nuccio, il presidente dell’Ordine dei Medici Arturo Oliva e Vito Fumai, uno dei due coordinatori del percorso, con Giuseppe Colucci per Ostuni, delegati dall’Ordine a organizzare la parte medica. 

“Si tratta di un progetto molto importante - ha detto Oliva - partito nel 2017 su iniziativa di un liceo e dell’Ordine dei Medici di Reggio Calabria. In Italia sono coinvolti 105 ordini su 106 e più di 300 istituti scolastici. Il progetto prevede, a partire dal terzo anno dei licei, un indirizzo ‘biomedico’, extracurricolare, che accompagna gli studenti verso le facoltà di area medica. Centocinquanta ore complessive suddivise in tre anni, di insegnamenti, tra lezioni frontali con i biologi e lezioni pratiche, con i medici delegati dall’Ordine, e visite sul campo, ad ambulatori, ospedali, laboratori di ricerca, studi specialistici. I ragazzi imparano a conoscere il lavoro del medico e a valutare le proprie motivazioni”.

“Il progetto - ha aggiunto De Nuccio - è il segnale che la sinergia tra le istituzioni, in questo caso Asl, Ordine dei Medici e scuola, è essenziale. Solo un impegno concertato consente ai ragazzi di vivere la scuola non solo come un ambiente dedicato all’apprendimento ma anche alla crescita professionale. In questo modo, i giovani di oggi potranno diventare i nuovi professionisti del domani”.

Fumai ha sottolineato che “gli studenti vedono una parte di quello che si fa in ospedale: un piccolo seme che ci auguriamo possa crescere e portare a una scelta consapevole”.

Normalmente un ragazzo su sette entra nella facoltà di Medicina: tra chi ha fatto il corso di “curvatura biomedica”, la percentuale sale a uno su due, massimo uno su tre. Il percorso fornisce competenze di tipo scientifico, un valido metodo di studio e ricerca e favorisce l’acquisizione di competenze in campo biologico.

“L’iniziativa - ha concluso Oliva - è possibile grazie alla preziosa e costante collaborazione degli istituti, dei dirigenti scolastici e dei docenti di Scienze che guidano gli studenti durante il triennio finale. Il mio ringraziamento va anche al direttore generale e ai colleghi che gratuitamente mettono a disposizione le loro competenze per animare il percorso di studi”.

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«G7: Sette secoli di arte italiana», al castello di Mesagne un Canaletto appena edito. È il giorno dei primi arrivi. In queste ore c’è tanta attività in piazza Orsini del Balzo e nelle sale del piano nobile del castello normanno-svevo di Mesagne (Brindisi), che ospita la mostra «G7. Sette secoli di arte italiana», organizzata da Puglia Walking Art e dalla Rete di impresa Puglia Micexperience, col patrocinio di Regione Puglia e Comune di Mesagne, Camera di Commercio di Taranto-Brindisi e Aeroporti di Puglia. Evento collaterale al summit internazionale di Borgo Egnazia, la mostra sarà inaugurata il 13 giugno prossimo e, per la cura scientifica del prof. Pierluigi Carofano, sarà l’evento culturale clou dell’estate e dell’autunno in Puglia, visto che chiuderà i battenti sabato 30 novembre prossimo.

In queste ore, 2 opere sono giunte dal Mart (Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto): il Bacio fra Dante e Beatrice (olio su tela, cm 128,5x128,5x6), dell’unico artista vivente in mostra fra capolavori di sette secoli di arte italiana, il tarantino Roberto Ferri; e, esempio del Futurismo, l’olio su tavola (cm 103,5x88,5x4) di Fortunato Depero (1892-1960).
Sono tuttavia le istituzioni museali e le collezioni private romane e farla da padrone in queste prime ore di allestimento effettivo. A guidare idealmente il gruppo, senza nulla togliere al valore delle altre opere, c'è il “pittore dei britannici”, quel Giovanni Antonio Canal, noto a tutti come “il Canaletto” (1697-1768), del quale si presenta al pubblico per la prima volta l'Ingresso del Canal Grande con la veduta della chiesa della Salute» (olio su tela, cm 108x130), un particolare del quale è stato scelto dall’organizzazione della mostra per promuovere l’evento.
Come se già non fosse preziosa quell’opera, ecco che dal Museo di Palazzo Costa di Piacenza giunge la Madonna dei fusi (olio su tavola riportato su tela, cm 73x60) della Bottega di Leonardo e il capolavoro di Salvator Rosa (1615-1673) Mario davanti alle rovine di Cartagine, che in passato è stato scelto come copertina della prestigiosa rivista inglese di storia dell'arte, “The Burlington Magazine” (olio su tela, cm 192x135); dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna il Nero bianco nero del 1955, esposto alla Biennale di Venezia nel 1956 (cerniera lampo, tessuti, plastiche, olio e bianco di zinco su tela di juta, cm 150x250x3,5) del maestro dell'Informale Alberto Burri (1915-1995), mentre dal Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo la tavola dipinta a tempera di Lorenzo Lotto (1480-1556/7), raffigurante San Girolamo penitente (cm 85x104,5). Da una collezione privata giunge quindi il precaravaggesco Mangiafagioli (olio su tela, cm 106x90) di Vincenzo Campi (1536-1591 e, dalla provincia romana, da Palazzo Chigi di Ariccia, Museo del Barocco, una delle più belle opere di Mattia Preti (1613-1699), Campaspe (olio su tela cm 180x133).
«Va dato merito alla magnanimità del proprietario del dipinto di Canaletto, Roberto Parenza Angeli», ha osservato il prof. Pierluigi Carofano, curatore scientifico della mostra, e già all’opera, lo scorso anno, sempre nel castello di Mesagne e sempre con Puglia Walking Art per la mostra su Caravaggio e il suo tempo. «Solo tre mesi addietro, il 7 marzo scorso - ha ricordato -, nel Salone Borromini della Biblioteca Vallicelliana, per sua iniziativa è stato presentato il volume su quest’opera inedita della collezione del barone Northwich, riferendo non solo del ritrovamento, ma anche dello studio e del restauro che hanno interessato il dipinto. Ed ora, quel dipinto è qui a Mesagne e sarà collocato in dialogo ideale con il padre del Canaletto, Bernardo Canal. Se quest’opera infatti, per come è stata recentemente studiata, consente “un viaggio affascinante nel contesto storico, culturale e artistico in cui visse e operò il Canaletto”, collocando questo dipinto accanto ad un’opera del padre, non facciamo altro se non allargare gli orizzonti dell’arte moderna, considerandoli in un lasso temporale più ampio e già solo per questo tutto diventa più interessante».
«Le prime nove opere giunte oggi confermano la nostra idea progettuale – ha dichiarato Pierangelo Argentieri, presidente di Puglia Walking Art -. Saremo di fronte alla più grande mostra d’arte, probabilmente da Napoli in giù, che sia stata mai ideata, progettata e organizzata nel Sud Italia ed in Puglia, in particolare».

Al via a Cellino San Marco il “Piano Italia a 1 Giga” finanziato con i fondi del PNRR per rendere disponibili i collegamenti Internet per abitazioni, attività commerciali e imprese. L’intervento di Open Fiber nel Comune in provincia di Brindisi prevede il cablaggio in modalità FTTH (Fiber To The Home, la fibra ottica fino a casa) di 1.758 civici distribuiti sul territorio che corrispondono a 1.909 unità immobiliari. I cantieri per la posa della fibra ottica interesseranno le zone espressamente indicate nel bando aggiudicato da Open Fiber.

 

La connettività in fibra ottica realizzata da Open Fiber può raggiungere la velocità di 10 Gigabit al secondo e permette di ottenere numerosi vantaggi grazie all’accesso ad una vasta gamma di servizi in rete, oltre a semplificare le relazioni tra cittadini e pubbliche amministrazioni, potenziare la didattica per gli studenti e migliorare la produttività e la competitività delle piccole e medie imprese.

OPEN FIBER E LA SOSTENIBILITÀ

L’intervento su Cellino San Marco prevede il riuso di infrastrutture già esistenti e limiterà al minimo l’impatto e gli eventuali disagi per la comunità. Come nei cantieri aperti da Open Fiber in tutta Italia, gli scavi saranno effettuati privilegiando metodologie innovative e a basso impatto ambientale. Le potenzialità della tecnologia FTTH sono inoltre di fondamentale importanza anche in termini di ecosostenibilità. I cavi in fibra ottica, infatti, consumano meno energia riducendo l’emissione di anidride carbonica e calore in atmosfera.

I VANTAGGI DELLA NUOVA RETE A BANDA ULTRA LARGA

«Il progetto di cablaggio che Open Fiber sta realizzando nel nostro territorio porterà numerosi vantaggi alla cittadinanza e alle imprese, che presto usufruiranno di una rete di telecomunicazioni capace di garantire connessioni ultraveloci e stabili - dice il sindaco Marco Marra -. Siamo fiduciosi che la fibra ottica avrà un impatto positivo sulla nostra città e la sua economia, perché ci permetterà di essere più connessi e più competitivi alla pari delle grandi città digitalmente avanzate».

 

«Dagli usi per la telemedicina all’apprendimento online fino all’accesso facilitato ai servizi pubblici digitali, oggi tutto passa attraverso la rete. Questo investimento è motivo di grande soddisfazione per la nostra Amministrazione perché la fibra ottica è una infrastruttura primaria a disposizione di tutti», aggiunge Marina Del Foro, assessore all’Urbanistica e Attività Produttive.

«Con la crescente diffusione di servizi online sempre più complessi e l'aumento della quantità di dati da gestire, è fondamentale avere una connessione in grado di supportare le esigenze di tutti – spiega Cosimo Bianco, field manager dell’azienda guidata dall’Amministratore delegato Giuseppe Gola -. La fibra ottica che Open Fiber sta portando a Cellino San Marco è la tecnologia più avanzata attualmente disponibile che non è solo sinonimo di velocità ma anche di affidabilità, poiché la rete FTTH è immune alle interferenze atmosferiche».

 

IL PIANO ITALIA A 1 GIGA

Il “Piano Italia a 1 Giga” rientra nei piani di intervento pubblico della Strategia italiana per la Banda Ultra Larga, finanziato e promosso dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio grazie ai fondi del PNRR, e attuato da Infratel Italia.

Open Fiber si è aggiudicata complessivamente 8 lotti in gara, per un totale di 3.881 comuni in 9 regioni: Puglia, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Sicilia, Toscana e Veneto.

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Con grande soddisfazione, comunichiamo la pubblicazione ufficiale del bando di concorso per l'assunzione di due operatori di polizia locale a tempo indeterminato nel comune di Oria.
Avremo una graduatoria valida per i prossimi anni, che darà possibilità di lavoro ai numerosi concorrenti che parteciperanno.
È un passo importante che ci siamo prefissati fin dalla campagna elettorale, e siamo felici di poter finalmente concretizzare questo impegno.
Invitiamo tutti i giovani, le donne e i talenti della nostra terra a partecipare a questo concorso. Vogliamo offrire opportunità di lavoro stabile e significativo, affinché possano contribuire attivamente al miglioramento del nostro territorio e della nostra comunità.
Con questo atto formale, vogliamo anche mettere fine a polemiche infondate e pretestuose. Noi rispettiamo la legge, promuoviamo la parità di genere e lavoriamo con impegno e dedizione per il bene di tutti i cittadini.
Auguriamo a tutti i candidati il miglior successo.

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