Redazione

I dissapori in atto tra i vertici della Fondazione Apulia Film Commission, al centro delle audizioni che si sono svolte in seduta congiunta delle Commissioni II e VI, presiedute da Antonio Tutolo e Donato Metallo.
L’obiettivo della convocazione voluta dal Gruppo di FdI e dal presidente Tutolo, è capire le motivazioni del contendere riguardante una procedura amministrativa non appropriata adottata dalla direzione. Considerata la delicatezza della vicenda e la volontà della Commissione di comprendere ciò che ne è derivato, è stata ritenuta di fondamentale importanza l’acquisizione della documentazione in termini di atti amministrativi prodotti dalla Fondazione.

La presidente della Fondazione Apulia Film Commission Simonetta Dellomonaco, ha accolto con piacere la piena condivisione del riconoscimento attribuito alla Fondazione nel corso degli interventi dei consiglieri, evidenziando le diverse attestazioni ricevute sul panorama nazionale e internazionale. Non ha inteso utilizzare nessuno spazio in maniera impropria, visto che c’è un procedimento penale in corso, a seguito di una sua denuncia dopo l’aggressione subita. Ha ricostruito la vicenda che ha avuto inizio il 25 novembre scorso, giorno in cui si è svolto un Consiglio d’amministrazione che aveva all’ordine del giorno la decisione su un bando pubblico, utile a regolamentare meglio l’attività dei numerosi festival regionali, mutuando i principi dettati dal Ministero, che compartecipa a titolo finanziario per alcuni di questi eventi. La bozza del bando è stata approvata in quella stessa seduta del CdA, che convocata come monotematica, ha visto all’ultimo minuto l’inserimento da parte del direttore di alcune richieste di finanziamento per alcune attività. Visto che non era all’ordine del giorno, la presidente ha ritenuto opportuno non procedere all’approvazione di tali richieste, le quali non erano state ritenute urgenti neanche dal CdA. “Ho agito nel mio ruolo istituzionale, ma ogni qualvolta veniva contestato il suo atteggiamento di esubero, il direttore era solito alzare la voce. Sono rimasta sgomenta rispetto alle minacce pronunciate dal direttore relativamente alla volontà espressa di essere cacciata dalla presidenza”. Questa la confessione fatta oggi dalla presidente Dellomonaco ai Commissari.  
Nelle conclusioni del suo intervento, la presidente di AFC ha spiegato la mission della Fondazione, da un punto di vista di immagine ed economico, quale è lo sviluppo ed il rilancio dell’attività con l’obiettivo di implementare la filiera cinematografica industriale che in parte è già avvenuta. Ha aggiunto che un piccolo distretto del digitale sta nascendo e che sarebbe opportuno destagionalizzare le produzioni cinematografiche, razionalizzare tutti gli eventi e i festival ed infine considerare la formazione come componente fondamentale, intesa come creazione e riconversione del comparto delle maestranze.    


Dall’intervento del direttore generale di AFC, Antonio Parente, è giunto l’impegno a depositare alcuni atti a beneficio dei consiglieri, compresi i verbali della seduta del CdA del 25 novembre scorso, ma anche delle sedute precedenti, da cui si evince che nessuna forzatura è stata commessa da parte sua, né in quella sede né in altre. Ha precisato che molte informazioni a suo riguardo sono state apprese in maniera informale e che ha avuto persino difficoltà a reperire documenti relativi al procedimento disciplinare utili alla sua difesa, per i quali ha dovuto inoltrare richiesta di accesso agli atti. Ha chiarito che da parte sua non è stato esercitato nessuna violenza, né di genere, né di nessun altro tipo, ma che si è trattato solo di un confronto chiaro sul management di AFC che dirige da sei anni. Ha evidenziato poi che nella composizione dell’organico della Fondazione vi è un equilibrio di genere evidente. È pronto a salvaguardare la sua onorabilità in ogni sede, chiarendo in particolar modo che appartiene alle prerogative di tutti i componenti del CdA  portare all’attenzione determinate proposte di attività da finanziare. Da parte sua piena disponibilità a continuare a lavorare per la Fondazione, per il bene dell’intera regione.

 
Sono stati ascoltati anche gli ex componenti del CdA Giovanni Dello Iacovo, Marta Proietti e Luca Bandirali, i quali hanno precisato di avere agito prontamente rispetto alla richiesta della Segreteria generale della Giunta regionale, di valutare l’opportunità di procedere all’atto disciplinare nei confronti del direttore. 
Hanno rilevato che contrariamente alla particolarità statutaria della Fondazione, che prevede il potere disciplinare in capo al direttore, è stata avocata ai consiglieri del CdA la decisione. Da qui, l’imparzialità a prendere una decisione al riparo dai ricorsi a cui il CdA era molto esposto. Inoltre, secondo il loro punto di vista, il fatto è stato situato in modo errato in una cornice di conflitto di genere, trattandosi invece di una discussione fra due organi dell’amministrazione.
Hanno trattenuto il convincimento che si sono fatti sulla vicenda, facendo emergere che le loro dimissioni sono da addurre a motivazioni personali. 

I nuovi componenti del CdA della Fondazione, invece, non hanno ritenuto opportuno partecipare ai lavori odierni. In considerazione della necessità di ascoltarli nel merito, saranno quindi riconvocati dalla presidenza delle Commissioni per mercoledì prossimo. 

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E’ stata rinchiusa in un pozzo nella contrada rurale Spiavento a San Severo, provincia di Foggia, e lì è stata lasciata senza acqua né cibo, probabilmente a morire. Ad accorgersi della cagnetta sono stati i Carabinieri dello Squadrone eliportato “Cacciatori di Puglia” comandato dal capitano Antonio Trocino che, in una delle perlustrazioni che fanno quotidianamente sul territorio, hanno sentito un abbaio provenire proprio dal pozzo. Dopo aver sollevato il portellone metallico, chiuso in modo che la cagnetta non potesse liberarsi, e visto che in effetti dentro al pozzo c’era il cane ancora vivo, i Carabinieri hanno chiamato la Polizia municipale che a sua volta ha richiesto l’intervento dell’Ente Nazionale Protezione Animali. Sul posto sono arrivati gli operatori della Sezione Enpa di San Severo. L'operatore Giuseppe Ravanelli si è calato nel pozzo attraverso una scala ed è riuscito a raggiungere la cagnetta che, nonostante fosse molto spaventata, si è lasciata prendere in braccio. A quel punto è intervenuta anche l'operatrice Martina Mucci e Mira - così l‘hanno ribattezzata i volontari (da miracolata) - è stata tratta in salvo. 

“Era lì da almeno due-tre giorni senza potersi muovere – racconta Martina, operatrice dell’Enpa di San Severo – con una dermatite molto estesa, denutrita, raffreddata e molto spaventata. L’abbiamo quindi portata al Rifugio Enpa Il Giardino dei Ciliegi e abbiamo chiamato la Asl”. La veterinaria della Asl Marisa Carafa ha quindi visitato Mira confermando che si tratta di una giovane femmina di circa un anno e mezzo che avuto una cucciolata di recente. Le ha quindi dato una cura antibiotica da seguire per il forte stato di raffreddamento e una terapia per la dermatite. “E’ stato un vero miracolo! Se i Carabinieri non fossero passati in perlustrazione lì o se lo avessero fatto anche solo qualche giorno dopo, il finale sarebbe stato sicuramente tragico. Ora speriamo che Mira si rimetta presto in forma, noi le daremo tutte le cure e l’affetto necessario per farla riprendere al più presto e, una volta pronta, cercheremo per lei una famiglia che possa darle finalmente la vita e l’amore che merita.”

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Si è tenuta, in modalità videoconferenza, una riunione, convocata dalla Prefettura, a cui sono stati invitati gli Enti competenti per materia (Provincia, ARPA Puglia e Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco) e tutti i sindaci dei Comuni della provincia di Brindisi, per discutere delle novità introdotte dal DPCM del 27 agosto scorso che ha definito le linee guida per la predisposizione del piano di emergenza esterna e per la relativa informazione della popolazione relativamente agli impianti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti, compresi i centri comunali di raccolta, ove rientranti nei parametri indicati dalla norma, presenti sul territorio.

In particolare, il citato DPCM impone l’obbligo per tutti i titolari e gestori di tali impianti di trasmettere al Prefetto competente per territorio, ai sensi dell’art. 26-bis del D.L. n. 113/2018, convertito con modificazioni dalla legge n. 132/2018, entro 60 giorni dalla sua entrata in vigore, tutte le informazioni utili per l’elaborazione del piano di emergenza esterna.
I gestori degli impianti potranno concordare direttamente con il Servizio Protezione Civile della Prefettura le modalità di invio delle informazioni prescritte dalla norma, tenuto conto che è stato implementato un apposito portale, che consentirà di gestire i dati in formato digitale.
Entro 12 mesi dal ricevimento delle informazioni da parte dei gestori, il Prefetto è tenuto a predisporre, d’intesa con Regione ed Enti locali interessati, il Piano di Emergenza Esterna. Tale piano, si rammenta, riveste una importanza fondamentale in quanto definisce le misure per gestire un'eventuale emergenza esterna ai citati siti industriali e contenere al massimo le conseguenze di un potenziale evento calamitoso sulla popolazione, nonché coordinare le attività di soccorso.
Le linee guida comunicate dal Governo hanno ritenuto l’incendio quale scenario di riferimento per la valutazione del rischio dei singoli impianti, anche a seguito della complessità e variabilità delle caratteristiche dei rifiuti trattati o stoccati, che comportano una differente pericolosità degli effluenti.
Nel corso della riunione, il Prefetto di Brindisi ha concordato con i rappresentanti degli Enti locali interessati le modalità organizzative finalizzate a consentire la stesura, nei termini stabiliti dalla norma, della bozza di pianificazione relativa alle comunicazioni dei Gestori che avranno adempiuto ai propri obblighi.
Nello specifico, si è stabilito di nominare un Gruppo di Lavoro, composto stabilmente dal Dirigente dell’Area V – “Protezione Civile” della Prefettura, in veste anche di coordinatore dei lavori, nonché dai rappresentanti del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e dell’ARPA. A seconda della localizzazione degli impianti e degli argomenti che saranno di volta in volta trattati, le riunioni del Gruppo di Lavoro saranno estese anche alla partecipazione dei referenti dei Comuni interessati, della Provincia di Brindisi e dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine.
 

Si è tenuta, in modalità videoconferenza, una riunione, convocata dalla Prefettura, a cui sono stati invitati gli Enti competenti per materia (Provincia, ARPA Puglia e Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco) e tutti i sindaci dei Comuni della provincia di Brindisi, per discutere delle novità introdotte dal DPCM del 27 agosto scorso che ha definito le linee guida per la predisposizione del piano di emergenza esterna e per la relativa informazione della popolazione relativamente agli impianti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti, compresi i centri comunali di raccolta, ove rientranti nei parametri indicati dalla norma, presenti sul territorio.

In particolare, il citato DPCM impone l’obbligo per tutti i titolari e gestori di tali impianti di trasmettere al Prefetto competente per territorio, ai sensi dell’art. 26-bis del D.L. n. 113/2018, convertito con modificazioni dalla legge n. 132/2018, entro 60 giorni dalla sua entrata in vigore, tutte le informazioni utili per l’elaborazione del piano di emergenza esterna.
I gestori degli impianti potranno concordare direttamente con il Servizio Protezione Civile della Prefettura le modalità di invio delle informazioni prescritte dalla norma, tenuto conto che è stato implementato un apposito portale, che consentirà di gestire i dati in formato digitale.
Entro 12 mesi dal ricevimento delle informazioni da parte dei gestori, il Prefetto è tenuto a predisporre, d’intesa con Regione ed Enti locali interessati, il Piano di Emergenza Esterna. Tale piano, si rammenta, riveste una importanza fondamentale in quanto definisce le misure per gestire un'eventuale emergenza esterna ai citati siti industriali e contenere al massimo le conseguenze di un potenziale evento calamitoso sulla popolazione, nonché coordinare le attività di soccorso.
Le linee guida comunicate dal Governo hanno ritenuto l’incendio quale scenario di riferimento per la valutazione del rischio dei singoli impianti, anche a seguito della complessità e variabilità delle caratteristiche dei rifiuti trattati o stoccati, che comportano una differente pericolosità degli effluenti.
Nel corso della riunione, il Prefetto di Brindisi ha concordato con i rappresentanti degli Enti locali interessati le modalità organizzative finalizzate a consentire la stesura, nei termini stabiliti dalla norma, della bozza di pianificazione relativa alle comunicazioni dei Gestori che avranno adempiuto ai propri obblighi.
Nello specifico, si è stabilito di nominare un Gruppo di Lavoro, composto stabilmente dal Dirigente dell’Area V – “Protezione Civile” della Prefettura, in veste anche di coordinatore dei lavori, nonché dai rappresentanti del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e dell’ARPA. A seconda della localizzazione degli impianti e degli argomenti che saranno di volta in volta trattati, le riunioni del Gruppo di Lavoro saranno estese anche alla partecipazione dei referenti dei Comuni interessati, della Provincia di Brindisi e dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine.
 

Dati del giorno: 02 febbraio 2022

7.141
Nuovi casi
54.777
Test giornalieri
37
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 2.155
Provincia di Bat: 651
Provincia di Brindisi: 628
Provincia di Foggia: 1.067
Provincia di Lecce: 1.726
Provincia di Taranto: 803
Residenti fuori regione: 71
Provincia in definizione: 40
123.458
Persone attualmente positive
679
Persone ricoverate in area non critica
61
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

618.045
Casi totali
7.813.686
Test eseguiti
487.317
Persone guarite
7.270

In Puglia è fungo mania

Febbraio 02, 2022

L’emergenza Covid spinge la voglia di salute e sicurezza dei consumatori con un boom degli acquisti di funghi, con il cardoncello che ha varcato i confini regionali, conosciuto e apprezzato ormai anche nelle altre regioni italiane. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati raccolti nelle principali fungaie pugliesi, con una performance molto positiva per un prodotto prelibato che piace a tutti, considerato da vegetariani e vegani un’alternativa alla carne, perché contiene proteine di buona qualità e per la sua consistenza molto funzionale a numerose preparazioni gastronomiche.

La crescita delle vendite in Italia e all’estero sostiene l’aumento della produzione coltivata nelle fungaie che in Puglia è variegata dal cardoncello al prataiolo (o champignon bianco e crema), dal tartufo al porcino, dal Pleurotus Cornucopiae al Pleurotus Ostreatus, fino al pioppino, ​ al Salmineus il fungo rosso dell’amore e alle cornucopie, ma è proprio il cardoncello ad essere balzato in cima alla lista degli acquisti. ​

“Il cardoncello soprattutto negli ultimi due anni – spiega Gianvito Altieri, referente del settore fungicoltura della Coldiretti Puglia – si è affermato sui banchi della grande distribuzione anche in altre regioni d’Italia. La Coldiretti invita a verificare l’indicazione il luogo di raccolta o coltivazione, dell’origine in etichetta o su appositi cartellini che deve essere riportato obbligatoriamente. Le indicazioni obbligatorie devono essere presenti sui documenti che accompagnano il prodotto in tutte le fasi della commercializzazione e che l’indicazione del Paese di origine è sempre obbligatoria per tutti i prodotti ortofrutticoli freschi, compresi tartufi e funghi spontanei”.

Ma con il Covid c’è stata una vera e propria svolta autarchica – aggiunge Coldiretti Puglia - in quattro famiglie su dieci (44%) che hanno portato in tavola cibi di propria produzione, spingendo anche la coltivazione dei funghi a casa propria con i kit fai da te. “Anche per i funghi cardoncelli, la coltivazione è possibile anche con kit che consentono di raccogliere i propri funghi abbastanza agevolmente nel giro di una ventina di giorni”, conferma Altieri.

I funghi cardoncelli sono noti ed apprezzati fin dall’antichità. Anche nel MedioEvo li si consumava abitualmente ed erano molto graditi. Ai tempi si riteneva che essi avessero proprietà afrodisiache, infatti in Santo Uffizio li mise all’indice in quanto alimento capace di distrarre i Cristiani durante le penitenze. Alcuni esperti li definiscono funghi “onesti” – conclude Coldiretti Puglia - proprio perché non sono confondibili con altre varietà, ma anche discreti e democratici, perché il loro sapore è gustoso senza esagerare, valorizza tutti i sapori senza coprirne o sovrastarne alcuno.

In tutta Europa le novità ed i regolamenti in tema di transizione energetica corrono veloci e da questi atti passa il destino prossimo e venturo di territori con forte vocazione produttiva energetica come Brindisi. È un tema sul quale, secondo la Uiltec di Brindisi, bisogna mantenere alta la massima attenzione perché da queste decisioni ed opportunità dipendono i destini nei prossimi anni di centinaia di lavoratori e di interi comparti produttivi e quindi del benessere e della qualità di vita nel nostro territorio.

Oggi, 2 febbraio, la Commissione Europea presenterà ufficialmente la sua proposta di tassonomia, la classificazione degli investimenti green, che include anche impianti a gas e nucleare. Una scelta già anticipata il 31 dicembre scorso.

Anche il Governo Italiano è molto attivo a riguardo ed una opportunità cruciale per il mondo produttivo di Brindisi arriva dall’Avviso pubblico del Ministero della Transizione Ecologica destinato ai «territori che vogliono avviare la produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse». Cinquecento milioni di euro di fondi dal Piano di Ripresa e Resilienza, metà dei quali destinati alle Regioni del Sud, per quelle realtà che vogliono «realizzare centri di produzione e distribuzione di idrogeno verde prodotto utilizzando unicamente energia da fonti rinnovabili».

Una occasione unica per le nostre Istituzioni per candidare le aree industriali di Brindisi: si pensi all’intera area di Cerano, quale area dismessa, o quella del Petrolchimico con molte aree vuote ed inutilizzate.

Brindisi sembra essere la candidata ideale dell’Avviso Pubblico il quale prevede che «i siti candidati dovranno avere delle caratteristiche precise come la connessione alla rete elettrica, gas, l’accesso alla rete stradale, la disponibilità di acqua, la prossimità rispetto ad altre industrie e/o altre utenze che possano esprimere una domanda di idrogeno, come le chimiche/petrolchimiche/raffinerie; le siderurgiche, ma anche quelle dei settori del vetro, cemento, ceramica oppure la vicinanza a ferrovie e strade a lunga percorrenza».

Altri territori si sono già portati avanti come la Regione Marche che secondo quanto riporta Quotidiano Energia «prevedendo l’imminente pubblicazione dell’avviso aveva avviato una procedure regionale per velocizzare l’iter delle proprie candidature».

La scadenza per partecipare all’Avviso Pubblico è imminente: il prossimo 11 febbraio. La Uiltec di Brindisi sollecita vivamente ed urgentemente tutte le Istituzioni del territorio a fare rete attorno a questa imperdibile opportunità per la città di Brindisi. Opportunità che sia complementare ad un sistema industriale e produttivo che è motore economico e sociale dell’intero territorio e che necessita di un rinnovamento strutturale seguendo il nuovo corso a più riprese scandito dalle Istituzionali nazionali ed europee. Il nostro Sistema Industriale non può più vivere di inerzia come è stato negli ultimi anni, il rischio è che sia superato dalla Storia, che va avanti velocemente non aspettando le beghe di paese, lasciando dietro di se il deserto economico e sociale.

Brindisi, 2 febbraio 2022                                                      

Il Segretario Generale Uiltec Brindisi

Carlo Perrucci

Si rende noto che è indetto l’Avviso Pubblico per l’acquisizione di candidature per la nomina a Direttore del “Consorzio per la realizzazione del sistema integrato di Welfare dell’Ambito territoriale sociale BR/4” avente sede legale in Mesagne (BR) Via Santacesaria n. 7.Si rende noto che è indetto l’Avviso Pubblico per l’acquisizione di candidature per la nomina a Direttore del “Consorzio per la realizzazione del sistema integrato di Welfare dell’Ambito territoriale sociale BR/4” avente sede legale in Mesagne (BR) Via Santacesaria n. 7.La candidatura, deve essere indirizzata al “Consorzio Ambito Territoriale Sociale BR4”, inviata tramite PEC (Posta Elettronica Certificata), all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro e non oltre le ore 12.00 del 21.02.2022.Per tutte le informazioni in merito è possibile scaricare l’Avviso dal sito istituzionale del Consorzio www.ambitomesagne.it e/o dai siti istituzionali dei Comuni consorziati (Cellino San Marco, Erchie, Latiano, Mesagne, San Donaci, San PancrazioS.no, San PietroV.co, Torchiarolo, Torre Santa Susanna).

Dunque la città di Mesagne avrà il suo mercato mensile domenicale. Si tratta di una iniziativa tesa alla promozione del territorio e delle attività produttive commerciali nel loro complesso, quale momento e strumento di promozione dello specifico comparto del commercio su aree pubbliche- Il mercatino mensile domenicale si svolgerà in Piazza Gioberti secondo il seguente calendario:
Da Gennaio a Giugno dalle ore 07,00 alle ore 14,00 ogni Prima domenica del Mese;

Luglio e Agosto dalle ore 16:00 alle ore 22:00 ogni prima domenica del Mese;

Da Settembre a Novembre dalle ore 7:00 alle ore 14:00 ogni prima domenica del Mese;

Dicembre tre Domeniche antecedente al Natale dalle ore 7:00 alle ore 14:00.

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Al via la cintura di sicurezza regionale contro il rischio di diffusione della peste suina africana con l'applicazione delle misure di biosicurezza nelle stalle. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione all’adozione del “Piano dei Controlli Regionale” con le misure di controllo e prevenzione della diffusione della Peste suina africana.

La Peste Suina Africana – sottolinea la Coldiretti Puglia – può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani. Ad oggi nessun maiale è stato contagiato in Italia dalla malattia.

I branchi di cinghiali – sottolinea la Coldiretti regionale - si spingono in Puglia sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone, per questo è necessario vigilare oltre che sul piano sanitario anche contro le speculazioni di mercato a tutela degli allevatori e del sistema economico ed occupazionale.

La situazione è diventata insostenibile nelle campagne con danni per almeno 18 milioni di euro all’anno alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti Puglia - viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.

Le misure di prevenzione regionali riguardano il censimento di tutti gli stabilimenti che detengono suini – spiega Coldiretti Puglia - l’obbligo di recinzione degli allevamenti della tipologia “semibrado” ed identificazione individuale di tutti e il divieto di movimentazione di cinghiali catturati presenti in aree protette e negli altri istituti faunistici diversa da quella finalizzata alla macellazione, oltre a requisiti di biosicurezza delle stalle.

E’ importante il tempestivo stanziamento di fondi con il DL sostegni per la peste suina con l’obiettivo di evitare il passaggio dei contagi dai cinghiali ai maiali e l’istituzione nel decreto Sostegni Ter del Fondo di parte capitale per gli interventi strutturali e funzionali in materia di biosicurezza, con una dotazione di 15 milioni di euro per l'anno 2022 e il "Fondo di parte corrente per il sostegno della filiera suinicola", con una dotazione di 35 milioni di euro per l'anno 2022. Ci si trova ad affrontare questa emergenza perché è mancata l’azione di prevenzione e contenimento come Coldiretti ha ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali di fronte alla moltiplicazione dei cinghiali che invadono città e campagne, per cui occorre accelerare – conclude Coldiretti Puglia - sul piano di contenimento della presenza sia numerica che spaziale dei cinghiali.