Redazione

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi domenica 27 dicembre 2020 in Puglia, sono stati registrati 1748 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 221 casi positivi: 129 in provincia di Bari, 25 in provincia di Brindisi, 16 nella provincia BAT, 8 in provincia di Foggia, 17 in provincia di Lecce, 23 in provincia di Taranto, 3 residenti fuori regione.

Sono stati registrati 12 decessi: 2 in provincia di Bari, 5 in provincia BAT, 1 in provincia di Brindisi, 2 in provincia di Foggia, 2 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.008.542 test.

30.454 sono i pazienti guariti.

53.638 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 86.439, così suddivisi:

33.341 nella Provincia di Bari;

9.942  nella Provincia di Bat;

6.251 nella Provincia di Brindisi;

19.112 nella Provincia di Foggia;

6.695 nella Provincia di Lecce;

10.520 nella Provincia di Taranto;

497 attribuiti a residenti fuori regione;

81 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

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Prima neve in Puglia sul Gargano con Faeto innevata e l’arrivo del repentino freddo anche in pianura che colpisce le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie, radicchio e broccoli ma lo sbalzo termico improvviso ha inevitabilmente un impatto anche sull’aumento dei costi di riscaldamento delle produzioni in serra. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, che segnala brusco cambiamento climatico in un 2020 che si è classificato fino ad ora come il quinto più caldo dal 1800, con una temperatura di quasi un grado superiore alla media storica (+0,96 gradi) sulla base dei dati Isac Cnr.

“Il clima pazzo sta contribuendo a consumare il suolo per il 67,5% in contesti prevalentemente agricoli o naturali, depauperando pezzi di territorio e deturpando il paesaggio, oltre ad impoverire il tessuto imprenditoriale agricolo pugliese”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Sono evidenti le conseguenze dei cambiamenti climatici, dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, come accaduto a partire da gennaio dove l’inverno bollente ha lasciato il posto ad una primavera pazza e ad un inizio di inverno bellente, dove si sono succeduti numerosi eventi estremi,  secondo le elaborazioni su dati dell’European Severe Weather Database (ESWD), come 3 tornado di cui due in provincia di Bari e 1 in provincia di Lecce, 10 grandinate violente nel barese e sul Salento, 2 trombe d’aria nel barese e nel foggiano, frequenti nubifragi improvvisi, oltre alle nevicate di febbraio, le gravi gelate del 24 e 25 marzo scorsi e la violenta grandinata del 6 luglio scorso in provincia di Taranto, a Massafra, Castellaneta, Martina Franca, Manduria e Avetrana, con il nubifragio che nel foggiano ha distrutto in pochi attimi 300 ettari di pomodoro da San Severo ad Apricena, da Poggio Imperiale fino a Lesina, per finire alle grandinate e ai nubifragi che hanno colpito la Puglia tra settembre e novembre.

Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni, secondo le elaborazioni di Coldiretti Puglia sulla scorta dei dati ISPRA.

Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici, dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 3 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

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Torre Santa Susanna. Preso dallo sconforto e dopo aver visto un servizio televisivo,  chiama il 112. Nel pomeriggio di ieri 26.12.2020 è giunta presso la Centrale Operativa di Francavilla Fontana, una telefonata da parte di un 89enne di Torre Santa Susanna, il quale richiedeva un intervento poiché aveva necessità di raccontare una vicenda che l’aveva visto coinvolto. Veniva inviata presso l’abitazione del richiedente una pattuglia composta dai militari del Nucleo Radiomobile di Francavilla Fontana, i quali prendevano contatti con l’anziano. Nella circostanza, l’89enne riferiva di essere vedovo da due anni, di sentirsi molto solo e mostrava, con fierezza, ai militari intervenuti, alcune foto scattate durante il servizio militare svolto dallo stesso presso il 4° Reggimento Artiglieria di Mantova. Nel prosieguo del colloquio l’anziano riferiva di essere stato preso da un momento di sconforto e dopo aver visto un servizio televisivo ove si raccontava della visita dei Carabinieri ad un anziano nel Bolognese, decideva di richiedere il loro intervento, al fine di ricevere un po’ di conforto e di calore umano. Alla fine della visita, l’89enne ringraziava i militari per la visita ricevuta.

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Lunghi minuti da brivido quelli trascorsi ieri mattina lungo la statale 7 dove un nonnino ultra ottantenne ha imboccato contro mano l’importante arteria viaria e l’ha percorsa per diversi chilometri prima di essere bloccato dalla polizia locale. L’uomo, in evidente stato confusionale, è stato condotto presso il comando dove gli è stata confiscata la patente di guida. Solo lo scorso 10 dicembre una signora 84enne, residente a Latiiano, aveva imboccato contro mano la Statale 7 schiantandosi contro un’auto che era sopraggiunta. Nello scontro la donna era deceduta. L’episodio di ieri si è verificato poco dopo le ore 11, quando presso la centrale operativa della polizia locale sono giunte diverse telefonate di automobilisti che segnalavano una Lancia Y10 che viaggiava sulla statale 7, da Taranto in direzione Brindisi, in contromano. Immediatamente due pattuglie di pronto intervento dei vigili si sono portate sulla principale arteria viaria per cercare di intercettare il mezzo. In effetti dopo alcuni minuti sono riusciti a raggiungerlo, nei pressi dell’ingresso per Mesagne Ovest, e ad affiancarlo. Gli agenti hanno messo in atto i dispositivi sonori e luminosi per bloccare la marcia dell’auto. Tuttavia, senza riuscirci. Pertanto hanno disposto, coadiuvati da altre pattuglie di polizia e carabinieri, un posto di blocco all’altezza dello svincolo per San Donaci.

Qui il nonnino vedendo la strada bloccata si è fermato. Gli agenti hanno raggiunto l’auto, l’hanno spenta e fatto scendere l’uomo. Poi l’hanno fatto accomodare in una delle auto di servizio e l’hanno condotto al comando. Il nonnino era in stato confusionale e non ha saputo fornire le motivazioni che l’hanno indotto a viaggiare sulla corsia sbagliata. Dai documenti i vigili sono riusciti a risalire alla sua identità e alla residenza. In pratica era residente a Grottaglie. A quel punto sono stati avvisati i parenti che sono giunti a Mesagne per riprendersi il congiunto. La patente di guida gli è stata sequestrata. Purtroppo non è la prima volta che gli automobilisti, in particolar modo anziani, sbagliano l’ingresso sulla statale e viaggiano contro mano per diversi chilometri prima di poter invertire la marcia. Fortunatamente il lockdown e la giornata festiva di ieri hanno ridotto di molto le auto in viaggio sulla statale 7 abbassando il livello di rischio per il verificarsi di sinistri.

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Anche in politica quando credi di averle viste tutte accade sempre qualcosa che ti lascia senza parole. Ed ecco che la sera del 24 scorso, la sera della vigilia di Natale i nostri consiglieri comunali si vedono notificare via PEC  la convocazione per il consiglio comunale che si terrà il 30 dicembre, senza neanche tutta la documentazione necessaria da poter studiare nonostante la convocazione di questo consiglio sia frutto di un rinvio precedente. 
 
Per il Presidente del Consiglio Comunale Argentieri, cinque giorni necessari da regolamento prima del consiglio comunale, in questo caso possono tenere dentro le giornate di Natale e Santo Stefano. E come se non bastasse già questo, sempre senza avere documentazione sufficiente e sufficientemente in tempo, ci ritroviamo punti nuovi in discussione senza che gli stessi siano stati discussi, come da regolamento comunale e come da prassi consolidata, dalla conferenza dei capigruppo, alcuni dei quali addirittura ancora non affrontati dalle commissioni competenti. 
 
Un argomento importante come il piano anticorruzione e trasparenza non può essere  sottratto ad una discussione approfondita prima della commissione, per ritrovarlo già preconfezionato per il Consiglio Comunale.
 
Al presidente Argentieri ricordiamo che lui stesso, in ben due diverse occasioni in Consiglio Comunale, ha ribadito che mai più avrebbe permesso che Ordini del giorno(Odg) arrivassero alla discussione del consiglio comunale senza che i consiglieri comunali abbiano avuto nei tempi giusti tutti i documenti necessari ad affrontare poi le discussioni nel Consiglio stesso. Comportamento che non può che essere considerato sleale e che non rispetta minimamente il ruolo dei consiglieri comunali tutti. 
 
Dov'è la trasparenza amministrativa quando si portano in Consiglio  atti attraverso forzature e "blitz natalizi"? 
 
Perseverare in comportamenti discutibili lede l'intelligenza e il rispetto per il Consiglio Comunale in quanto organo principale della politica cittadina. Ancora una volta l’attuale maggioranza alla guida della città, informando i consiglieri comunali all’ultimo momento utile, limita e non garantisce la possibilità di svolgere con dignità il proprio mandato, ma soprattutto con fine malizioso, di non porre la città nelle condizioni di meglio sapere.
 
Coalizione Claudio Ruggiero.

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Il ciclocross è una disciplina che ha radici molto lontane nel tempo, proprio come il ciclismo su strada. Già a inizio '900 infatti i ciclisti, durante l'autunno e l'inverno, avevano l'abitudine di pedalare sui prati con le loro biciclette per mettere alla prova i muscoli e tenere allenate le gambe a stretto contatto con l'erba, la terra e il fango.

Oggi il ciclocross ha una grande notorietà a livello nazionale e internazionale ma l'Italia continua a cavalcare l'onda della crescita specialmente in ambito giovanile per numero di praticanti.

Una disciplina ciclistica esigente e senza compromessi si unisce al fascino di una città come Lecce (la "perla del Barocco") formando un connubio misto tra spettacolo e suggestione da far rapire gli occhi con i Campionati Italiani Ciclocross sotto l'egida della Federazione Ciclistica Italiana in programma venerdì 8, sabato 9 e domenica 10 gennaio 2021.

Il centro storico di Lecce è caratterizzato dallo stile barocco che nel tempo è diventato un vero e proprio laboratorio di lavorazione della "pietra leccese", una pietra calcarea particolare e affascinante. La sua bellezza è abbagliante ed è testimoniata dai suoi monumenti simbolo: il Duomo, la Basilica di Santa Croce, l'Anfiteatro Romano in Piazza Sant'Oronzo e il Castello di Carlo V.

C'è un altro luogo simbolo della città, alle porte del centro storico, che farà da polo di attrazione per il movimento ciclocrossistico nazionale a partire dall'anno nuovo: il Parco di Belloluogo, il più esteso della città (superficie totale circa 12 ettari) e vi si possono svolgere attività aggregative, culturali e sportive di diverso tipo.

Con lo svolgimento della 90°edizione dei Tricolori di Ciclocross, lo spettacolo rimarrà impresso nell'animo di chi potrà apprezzare l'evento sotto tutti i punti di vista.

"Siamo contenti di accogliere nella nostra città il campionato italiano di ciclocross, una manifestazione che porterà a Lecce atleti e sportivi da tutta Italia, in uno dei parchi più belli della nostra città – dichiara il sindaco di Lecce Carlo Salvemini –. A loro va il mio benvenuto, insieme al ringraziamento alla Federazione Ciclistica Italiana per aver scelto la nostra città come sede dei tricolori. Lecce sta sviluppando in questi anni una vera e propria vocazione come sede di manifestazioni sportive nazionali: è il segno di una capacità di accogliere e farsi apprezzare che siamo impegnati a coltivare ulteriormente.  Le misure di prevenzione dovute alla pandemia impediranno purtroppo a questa festa dello sport di potersi svolgere a porte aperte, il pubblico dunque sarà tutto televisivo, raggiunto grazie alla copertura dei canali Rai. Sono certo che la bellezza del Parco di Belloluogo sarà una cornice apprezzata, mi auguro che questo primo contatto tra Lecce e la Federazione Ciclistica Italiana possa continuare a svilupparsi nel tempo per nuove iniziative. Intanto, benvenuti e in bocca al lupo a tutti gli atleti".

"Abbiamo lavorato tanto in questi mesi per riuscire a portare a casa questo prestigioso evento  – afferma l'assessore allo sport e al turismo Paolo Foresio - e ce l'abbiamo fatta in un anno che sarà difficile da dimenticare. Accogliere nella nostra città l'evento tricolore, è la grande scommessa e al contempo la sfida che ci poniamo come amministrazione comunale perché Lecce ha già ospitato campionati italiani di altre discipline sportive come il beach volley e la scherma, senza dimenticare il Sei Nazioni di rugby. Questo avvenimento rappresenta una delle attrattive più importanti dello sport nel dopo lockdown dove Lecce mostrerà il meglio di sé in un connubio tra arte, sport e cultura che appassionerà gli atleti ed anche i loro accompagnatori al seguito".

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NATALE: COLDIRETTI PUGLIA, AVANZI A TAVOLA PER 8 PUGLIESI SU 10; CON COVID BOOM 'FAI DA TE' CASALINGO E CUCINA ANTI SPRECO. 

Quasi otto pugliesi si dieci (78%) trovano a tavola gli avanzi di cenoni e pranzi di Natale che vengono riutilizzati in cucina con una nuova sensibilità verso la riduzione degli sprechi spinta dalla crisi economica legata alla pandemia. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ divulgata dopo Natale dalla quale si evidenzia che c’è un altro 10% che ha messo tutto in freezer per utilizzarlo nelle prossime settimane. Solo nell’11% delle famiglie non avanza niente mentre l’1% dona in beneficenza mentre nessuno dichiara di buttare i resti del pranzo o del cenone nel bidone, con il Natale 2020 che si classifica come il primo con sprechi azzerati.

“Più di 1 consumatore su 2, pari al 54% dei cittadini, ha diminuito o annullato gli sprechi alimentari per l’emergenza Coronavirus, con i pugliesi che hanno riscoperto le ricette con gli avanzi di cucina grazie al boom del ‘fai da te casalingo’ a causa delle limitazioni per la spesa, per il lungo lockdown con il relativo limite alla movimentazione e con la crisi di molte famiglie pugliesi che hanno vissuto la brusca riduzione del reddito per la chiusura forzata di migliaia di attività“, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Una tendenza favorita dal clima di sobrietà che ha caratterizzato la festa anche a tavola con in media 4 le persone che – continua la Coldiretti regionale – hanno mangiato insieme a tavola per le feste, più che e dimezzate rispetto allo scorso anno quando in media si contavano 9 commensali. L’addio alle tradizionali tavolate imposto dalle limitazioni legate all’emergenza Coronavirus ha avuto effetto anche sulla preparazione dei pasti, con una media di 2,5 ore trascorse in cucina per realizzare i vari piatti, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, in netto calo rispetto alle 3,8 ore dello scorso anno a causa, con il taglio di una portata su tre rispetto ai lunghi pranzi del passato.

Un’alternativa molto diffusa alla conservazione in frigo – aggiunge Coldiretti Puglia - è la “trasformazione” degli avanzi in nuovi piatti, con la cosiddetta cucina del giorno dopo. Polpette o polpettoni a base di carne o tartare di pesce sono ottime soluzioni per recuperare il cibo del giorno prima, ma anche le frittate possono dare – sottolinea la Coldiretti regionale - un gusto nuovo ai piatti di verdura o di pasta, senza dimenticare la ratatouille.

La frutta secca in più può essere facilmente caramellata per diventare un eccellente “torrone”, mentre con quella fresca si ottengono pasticciate, marmellate o macedonie. E per dare un nuovo sapore ai dolci più tradizionali, come il pandoro o il panettone, si ricorre spesso alla farcitura con creme. “I consumatori hanno integrato la tradizionale spesa – aggiunge Muraglia - con la pasta fatta in casa, focacce, pizze, torte salate, dolci casalinghi, con un maggior ricorso anche al riutilizzo degli avanzi in cucina, per evitare di uscire di casa e al contempo di buttare il cibo acquistato”. Recuperare il cibo è una scelta che - continua la Coldiretti - fa bene all'economia e all'ambiente anche con una minore produzione di rifiuti.

Secondo la Coldiretti ammonta comunque a quasi 400 milioni il valore di cibi e bevande preparati e non consumati sulle tavole degli Italiani a Natale e gli italiani costretti a casa dal lockdown si sono sbizzarriti in cucina trasformando gli avanzi in nuovi piatti, con la cosiddetta cucina del giorno dopo della tradizione contadina.

Per il tradizionale appuntamento del Natale con la tavola sono stati spesi quest' anno 1,8 miliardi di euro, con un calo del 31% rispetto allo scorso anno a causa delle restrizioni imposte dalle misure anti Covid e della crisi economica legata alla pandemia. Se nel menu della vigilia – conclude la Coldiretti - è stato servito soprattutto il pesce presente in 8 tavole su 10 (78%), a Natale ha prevalso la carne e hanno vinto bolliti, arrosti e fritti, dall’agnello ai tacchini, ma anche minestre, zuppe, paste ripiene, cappelletti in brodo e pizze rustiche e i dolci fatti in casa.

Emergenza epidemiologica, gli aggiornamenti. Negli ultimi tre giorni (24 - 25 - 26 dicembre), a Mesagne si registrano 6 nuovi casi e 14 guariti. 

Sono 69 le persone attualmente positive, 3 di queste sono ricoverate in ospedale.

 Vax Day, anche a Brindisi gli operatori sanitari si vaccinano contro il Covid. 

Come in tutta Italia, anche a Brindisi sono in programma per domani, domenica 27 dicembre, le prime vaccinazioni degli operatori sanitari per il Vaccine Day. In occasione di questa giornata, per la provincia sono 80 le dosi di vaccino disponibili contro il Covid. 
Si parte alle 10 al Di Summa, nell’ambulatorio al piano terra: il primo a vaccinarsi sarà il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Brindisi, Arturo Oliva. Subito dopo, Patrizia Zuppetta, infermiera dell’ambulatorio vaccinale e Elita Mastrovito, assistente sanitaria del Servizio di Igiene e Sanità pubblica della Asl. Seguiranno il segretario regionale della FIMMG, la federazione dei medici di famiglia, Donato Monopoli, il segretario provinciale della FIMP, la federazione dei medici pediatri, Francesco Gianfredi, il direttore del Dipartimento di Cure primarie della Asl, Angelo Greco, il direttore del Servizio di Igiene e Sanità pubblica, Stefano Termite, il coordinatore Uacp, Ufficio aziendale cure primarie, Michele Lisco. 
A seguire - dopo le 11 - al Perrino (primo piano, ambulatorio di Cardiologia), si vaccineranno, tra gli altri, i direttori di Dipartimenti e Unità operative Pietro Gatti (Area Medica), Antonio D’Autilia (Pronto soccorso), Massimo Leone (118), Massimo Calò (Rianimazione), Domenico Potenza (Malattie infettive), Saverio Cinieri (Oncologia), Pierluigi Pietro Bracciale (Pneumologia Ostuni). 
Alle 13 nella Rssa Sancta Maria Regina Pacis di Fasano, al piano terra, si vaccineranno operatori sanitari e degenti. 

Brindisi: ma i progetti green per il Recovery Fund? Lettera aperta al Sindaco Rossi.Sono in arrivo i 196 miliardi del Recovery Fund nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza,  di cui 73.4 miliardi per la Rivoluzione Green e la Transizione Ecologica. Poi cè il Just Transition Fund: si tratta di ulteriori 17,5 miliardi di euro per sostenere le regioni che più dipendono da combustibili inquinanti nella transizione verso la neutralità climatica entro il 2050, come Brindisi. Da questo ammontare non arriveranno investimenti nellindustria fossile e in attività collegate. Poi ci sono gli stanziamenti del Milleproroghe e la legge di bilancio del Governo. E del PNIEC (Piano Nazionale Energia e Clima) e della nuova Strategia nazionale per lIdrogeno Non si capisce più quanti soldi stanno arrivando per una transizione veramente green…

Anche se solo il 37% dei fondi europei sono previsti per il Sud e che solo un terzo sono finanziamenti a fondo perduto, mentre i 2/3 sono debiti che stiamo facendo per il nostro futuro e che noi e i nostri figli dovremmo restituire. Perciò, questi fondi europei sono una occasione unica per rilanciare economia, sviluppo e occupazione per il futuro del nostro territorio e per i nostri figli.
 
Ma quali sono i progetti per Brindisi? Non si conosce ancora il dettaglio. Non ci sarà più la task force di supermanager delle multinazionali energetiche italiane che finora ci hanno inquinato, come ENEL, ENI, SNAM, Edison, ecc., ma sono rimasti i loro progetti. Intanto il PnRR (Recovery Plan) prevede ben 8 miliardi e mezzo per la produzione e distribuzione di rinnovabili, e più di un miliardo è riservato alla produzione di idrogeno. Quanto al capitolo Infrastrutture per una mobilità sostenibile, tre miliardi vanno invece allo sviluppo dei collegamenti sullultimo miglio portuale per lo sviluppo della logistica integrata. Ci saranno perciò risorse per lelettrificazione delle banchine, per circa un miliardo, e poco meno (0,72) per apportare migliorie di capacità e accessibilità a diversi porti come Napoli, Gioia Tauro, La Spezia, Livorno e altri, oltre alla nuova diga foranea per lo scalo di Genova e il rafforzamento della piattaforma logistica per Trieste. Non cè traccia del porto di Brindisi.
 
A Brindisi non abbiamo europarlamentari, ne parlamentari, ne assessori regionali, ne sindaci che sostengono veramente gli interessi della nostra città e del Salento.
I progetti per spendere questi miliardi li hanno scritti per noi ENEL, ENI, SNAM, A2A, Edison, che sono quelli che finora ci hanno inquinato e che ci inquineranno ancora, ma promettono di inquinarci un po di meno.
 
E intanto a Brindisi si litiga dove fare il deposito GNL di Edison (gas fossile) con eventuale banchinamento, si parla dell istanza dellAutorità Portuale per dragare i fondali interessati da sversamenti di sostanze inquinanti (dove però sono stati trovati  reperti archeologici), e della realizzazione di un enorme colmata di cemento con escavazione fino a 27 metri. Si propone la conversione della centrale A2A Brindisi Nord e della centrale ENEL Federico II di Cerano col gas metano di TAP (gas fossile). La centrale ENEL di Cerano è uno dei più importanti tra i 23 siti energetici nazionali in dismissione: per alcuni di questi si sono trovate soluzioni transitorie: la centrale di La Spezia verrà utilizzata come deposito doganale, movimentazione e stoccaggio container; la centrale di Carpi come polo logistico; quella di Trino Vercellese, utilizzata come parco con un laboratorio di ricerca e una stazione ricarica per automotive e infine quella di Alessandria come parco dedicato a sport estremi con 5 aree tematiche.  E Brindisi? 
E nessuno parla più delle torce del PETROLchimico ENI Versalis di questi giorni con emissioni non controllate di benzene e toluene (gas fossili). Il Consigliere Amati vuole la regolarizzazione del piano Case per Torre Rossa, dove i 400 abitanti sono rimasti senza acqua persino nei pozzi per gli emungimenti della falda fatta da SNAM per il gasdotto TAP, e si parla delle compensazioni briciole di 25 milioni di TAP, dopo aver provocato il disastro al Bosco del Tramazzone e considerando le emissioni fuggitive di metano altamente climalterante del gasdotto TAP/SNAM e del progetto prioritario del nuovo megagasdotto Brindisi-Massafra di interconnessione alla Rete Adriatica SNAM.
Le raccomandazioni IPCC per fermare le emissioni di CO2 e metano climalterante in emergenza climatica non interessano a nessuno a Brindisi. E tutto necessario per la transizione della decarbonizzazione, parole del Sindaco Riccardo Rossi.
E il MIlleproroghe proroga i permessi di prospezione e ricerca di idrocarburi: ricordiamo il campo Aquila2 e tutte le concessioni di fronte alle coste brindisine, e nella legge di bilancio cè addirittura un piano di aiuti economici alla raffinerie.
 
E nessuna notizia sulla bonifica di Micorosa, il più grande SIN dEuropa,  dove ancora giacciono tombati pericolosissimi rifiuti industriali e che ha visto lassegnazione dellappalto, con lincredibile ribasso del 74%, affidamento poi revocato per infiltramenti mafiosi, lasciando il sito senza interventi di messa in sicurezza, mentre le mareggiate stanno corrodendo linvolucro, e rischia di produrre un disastro ambientale irrimediabile nel parco delle Saline dove nidificano i fenicotteri rosa.
Vediamo questi giorni linterrogazione parlamentare contro la conversione a gas di Cerano e contro il deposito GNL di Costa Morena, firmati da Rossella Muroni di Roma e di Erasmo Palazzotto di Palermo, tutti e due non di Brindisi. 
E vediamo invece le dichiarazioni assurde della CGIL  di Brindisi di Antonio Macchia che fa ancora confusione tra idrogeno green e idrogeno blu (ricavato dal metano con emissioni di CO2), che parla di biogas per alimentare centrali a biomasse da scarti animali e vegetali (sempre metano con liberazione di CO2).
C è una grande confusione: gas metano o biogas, nella combustione per produrre idrogeno detto blu, emette CO2 e non si rispettano le direttive europee in termini di riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030. Esiste lidrogeno verde ricavato per elettrolisi dallacqua. 
Lidrogeno si può produrre rinnovabile o verde solo se lenergia che alimenta gli elettrolizzatori è rinnovabile, cioè solare o eolico, e si ricava dallacqua. Mentre è blu, cioè non sostenibile, se si produce con fonti di energie fossili e dal metano, scindendo CH4 in H2 col residuo di CH2, che combinandosi con laria, produce CO2 in eguale quantità. 
E dove sarà smaltita questa ulteriore produzione di CO2? In un fantomatico impianto di CCS (Carbon Capture & Storage) progettato a Ravenna dallENI al modico prezzo di 12 miliardi: cioè, per produrre idrogeno, usiamo lenergia del metano (CH4 che produce CO2) per alimentare lelettrolisi, che poi scinde il metano (CH4) in idrogeno e CO2, che andremo poi a portare con camion o navi  a Ravenna, producendo ulteriori emissioni di CO2. E a Ravenna nasconderanno la CO2 prodotta nei vecchi giacimenti sottomarini di gas e petrolio, mettendoci un tappo sopra. Ravenna è zona sismica e tale tecnologia non è mai stata sperimentata prima al mondo, e non è economica, visto che è stata bocciata persino dalla Corte dei Conti Europea, perché considerata non conveniente E pensare che lidrogeno (H2) si può ricavare dallH2O, dallacqua, senza emissioni di carbonio Siamo allassurdo per giustificare lindustria del gas e TAP.
 
Tutti questi progetti energetici previsti per Brindisi, costosissimi, avranno una bassissima ricaduta occupazionale, saranno provvisori per la transizione dal fossile, sono ancora ad alta emissione di CO2 e ci indebiteremo per questi progetti per i prossimi decenni. Il vecchio che avanza. Ma che senso ha?
 
Le nostre proposte del Recovery Fund per Brindisi:
 
Chiudere e bonificare la centrale ENEL di Brindisi Sud Cerano: ma ENEL di Brindisi non doveva chiudere già alcuni gruppi a gennaio 2021?
No a qualsiasi conversione a gas della centrale A2A Brindisi Nord e di ENEL Cerano Brindisi Sud e a nuovi depositi GNL di Edison. No agli impianti di compostaggio anaerobico per il biogas (vedi progetti a Erchie e a Brindisi). No a nuovi megagasdotti e infrastrutture a gas fossile. Basta fossili da subito.
Bonificare subito il SIN di Micorosa.
Creare una Hydrogen Valley (progetti previsti e finanziabili nella nuova Strategia Nazionale sullIdrogeno) a Costa Morena come ecosistema verde di produzione, immagazzinamento e distribuzione di idrogeno verde e riqualificazione ed elettrificazione del sistema portuale, come è in fase di realizzazione nel porto di Civitavecchia (dove si trova la centrale ENEL gemella di Cerano). Fare impianti di rifornimento di idrogeno per camion, treni, navi , auto come previsto dalla Strategia Nazionale. Convertendo poi in megafotovoltaico aree industriali come i 60 ettari occupati dalla centrale di Cerano, i 60 ettari della centrale Brindisi Nord, i 60 ettari del SIN Micorosa bonificato, e centinaia di ettari dismessi da ENI nellarea del petrolchimico, si potrebbe produrre una potenza installata di 300-500 MW per alimentare gli elettrolizzatori per trasformare lacqua marina demineralizzata in idrogeno verde, da usare anche come combustibile rinnovabile per stabilizzare la rete elettrica nazionale. Si risparmierebbero così anche i sussidi ambientalmente dannosi del capacity market alle industrie oil&gas.
Non Brindisi capitale del gas, ma Brindisi capitale green dellidrogeno.
Ricerca e Sviluppo: finanziare alla Cittadella enti come CNR ENEA, per lo sviluppo di elettrolizzatori e tecnologie verdi per lidrogeno. E pensare che alla Cittadella, lUniversità del Salento aprirà il nuovo corso di laurea in Sviluppo sostenibile e cambiamenti climatici.
Investire nelle aziende meccaniche in crisi dellindotto dellindustria aereospaziale di Leonardo e convertirle alla produzione di elettrolizzatori, industria totalmente assente in Italia
Creare la Grande Foresta Orientale, un polmone verde nella fascia costiera a sud di Brindisi, adiacente alla Hydrogen Valley di Costa Morena fino a Cerano, che ingloba la zona archeologica di Punta delle Terrare, Punta della Contessa e Saline e il Bosco di Cerano.
Stimolare la creazione di comunità energetiche con uno sportello informativo al Comune per conseguire lobiettivo 7 dellAgenda 2030 per garantire a tutti laccesso allenergia a un prezzo accessibile. E stato infatti esteso a giugno 2022 il bonus e il Superbonus al 110%, altra voce di peso allinterno del Recovery Plan: 22,4 miliardi in totale per gli incentivi allefficientamento energetico. Una vera occasione per noi cittadini e per il Comune.
 
Questi sono solo alcuni dei progetti sostenibili e veramente green che possono essere realizzati nel breve e medio termine, se appoggiati dal Comune e dalla Provincia di Brindisi, tutti progetti con una grande ricaduta occupazionale sul territorio e unimpronta importante in tema di riconversione ambientale ed emergenza climatica. Basterebbe una visione più green del futuro della nostra città da parte della politica e delle istituzioni.
 
Redazione di emergenzaclimatica.it
Movimento No TAP/SNAM della Provincia di Brindisi
Cobas Brindisi
Rete Legalità per il Clima