Febbraio 04, 2025

Redazione

«La morte non porta via i nostri cari anzi li conserva e li nobilita nella nostra memoria». I palloncini rossi a forma di cuore che a fine giornata vengono liberati nel cielo di Fasano ben sintetizzano il senso delle nuove vie intitolate oggi pomeriggio. La prima a Vito Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone, ucciso nella strage di Capaci insieme alla moglie del magistrato Francesca Morvillo e agli altri agenti della scorta. La seconda a don Antonio L’Oliva, punto di riferimento per tanti anni della comunità fasanese.

Due uomini molto diversi, due vite agli antipodi forse, ma simili in un identico comune denominatore. Via Antonio Montinaro è stata inaugurata a Pezze di Greco, la frazione più popolosa del territorio di Fasano, alla presenza delle sorelle del poliziotto originario di Calimera, Matilde e Luigina. A scoprire la targa, accanto al sindaco Francesco Zaccaria e al suo vice, Luana Amati c’erano il prefetto di Brindisi, Michela Savina La Iacona, il questore di Brindisi, Danilo Gargano, rappresentati di Polizia di Stato, carabinieri (guidati dal comandante Massimo Cicala), la sezione di Brindisi dell’associazione nazionale Polizia di Stato, la Polizia Locale guidata dal comandante Marisella Speciale, il segretario provinciale di Libera Valerio D’Amici e il responsabile cittadino dell’associazione contro le mafie, la prof.ssa Giuditta Di Leo, che ha accompagnato una delegazione di studenti del liceo «Da Vinci» che compongono il presidio di Libera. 

«Commemorare è un dovere nei confronti dei familiari anche se cerimonia come queste non riusciranno mai a lenire le ferite che continuano a restare nell’anima – ha sottolineato il prefetto –. Non solo è importante ricordare, ma occorre richiamare forte il senso delle legalità per far comprendere ai giovani che per rompere il muro delle mafie bisogna sposare la necessità della giustizia. Solo puntando sulla parte sana della comunità si può portare i giovani a scegliere lo Stato e a preferirlo alla lucida follia delle mafie».

«Dare un nome, nominare significa dare sempre nuova vita – ha sottolineato il sindaco ricordando Franco Zizzi (il poliziotto fasanese ucciso nella strage di via Fani, ndr) –.  Occorre agire con passione perché in questo modo si lascia comunque un ricordo eterno che diventa modello presente e futuro per le nuove generazioni».

L’assessore Amati ha inoltre evidenziato che a Pezze erano già state intitolate strade a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Paolo Borsellino: «Con questa nuova strada continuiamo a onorare la memoria di grandi donne e uomini, esempio dello spirito di servizio, dell’amore per il proprio dovere anche oltre e a costo della propria vita».

«Antonio è uno di noi – ha sottolineato il questore ringraziando il comune di Fasano per la sensibilità fuori dal comune dimostrata –. Antonio è un esempio tutti i giorni e noi donne e uomini della Polizia di Stato cerchiamo concretamente di onorarne la memoria stando vicino al cittadino in un percorso comune di legalità in cui ciascuno agiste facendo la sua parte e non lasciando indietro nessuno».

Affinché possa prevalere «la normalità del coraggio» come ha sottolineato Matilde Montinaro: «Mio fratello era un ragazzo con una abnegazione straordinaria. Sapeva esattamente di essere in pericolo di vita, ma aveva un senso di responsabilità che ha prevalso sulla paura. Ed è questo senso di responsabilità che deve appartenerci affinché la targa di questa nuova strada non resti solo un simbolo, ma sia la molla per sconfiggere la mafiosità che c’è intorno a noi, per rifiutare e respingere gli atteggiamenti che creano l’humus dove la mafia germoglia».

Da Pezze di Greco a Fasano la cerimonia di intitolazione è continuata con lo scoprimento della targa nella nuova via don Antonio L’Oliva, nei pressi della parrocchia di san Francesco (la strada che si sviluppa dalla rotatoria di Via degli Astronauti e si innesta sulla Strada Comunale Lazzaretto) dove lui stesso ha operato. Per lui tanta commozione, i palloncini della sua comunità che ha chiesto con forza una via che portasse il nome del sacerdote. La cerimonia si è svolta alla presenza di don Carlo Latorre e don Vito Schiavone, dei familiari del sacerdote e dell’associazione nuova Aurora.

È stato un bel momento di comunità in cui il sacerdote è stato ricordato con affetto dai suoi parrocchiani nel giorno che precede quello del suo compleanno e che quest’anno coincide con il martedì grasso che chiude il carnevale, la festa a lui tanto cara e che lui stesso ha contribuito ad animare a Fasano inaugurando la tradizione cittadina della sfilata dei carri in città. “È stato un parroco coraggioso e in grado di costruire comunità con linguaggi innovativi”, ha sottolineato l’assessore Amati raccontando simpatici aneddoti del percorso sacerdotale di don Antonio. E tanti altri episodi dei suoi anni in parrocchia sono stati ricordati dai componenti dell’associazione nuova Aurora, esempio concreto dei tanti fedeli che don Antonio ha aggregato in questi anni e che ancora oggi si radunano attorno alla parrocchia di San Francesco. Il lancio finale dei palloncini colorati ha chiuso la cerimonia mentre la sfilata dei carri partiva dai pressi della parrocchia per raggiungere il centro della città, nel segno di una tradizione che quest’anno in sua memoria assume ancora più forza.

Antonio Montinaro (Calimera, 1962 - Capaci, 23 Maggio 1992) è stato un poliziotto italiano.

Era il capo della scorta di Giovanni Falcone, ucciso nella strage di Capaci.

Montinaro viaggiava nella prima delle tre Fiat Croma che riaccompagnavano il magistrato, appena atterrato a Punta Raisi da Roma, a Palermo. L'auto era guidata da Vito Schifani, sul sedile posteriore stava l'agente Rocco Dicillo (Falcone guidava la Croma bianca che li seguiva, su cui viaggiava anche la moglie Francesca Morvillo). Nell'esplosione, avvenuta sull'Autostrada A29 all'altezza dello svincolo per Capaci, i tre agenti morirono immediatamente, poiché la loro auto fu quella investita con più violenza dalla deflagrazione, tanto da essere sbalzata in un oliveto a più di dieci metri di distanza dal manto stradale. Quel pomeriggio il suo lavoro doveva svolgerlo nel turno di mattina ma, saputo che il "suo" magistrato sarebbe arrivato da Roma a quell'ora, chiese il cambio per essere lui ancora una volta a scortarlo, il suo antico capo scorta, Una scelta dettata dall'altissimo senso del dovere, una scelta che gli è costata la vita, perché sapeva che Falcone in Sicilia era "personalità ad altissimo rischio attentati”. Montinaro aveva 30 anni e lasciava la moglie e due figli. In sua memoria il Comune di Calimera ha intitolato una piazza ed eretto un piccolo monumento costituito da un masso estratto dal luogo dell'attentato e da un albero di mandarino di Sicilia, «Chiunque fa questa attività, ha la capacità di scegliere tra la paura e la vigliaccheria.

La paura è qualche cosa che tutti abbiamo: chi ha paura sogna, chi ha paura ama, chi ha paura piange. È la vigliaccheria che non si capisce e non deve rientrare nell'ottica umana. Montinaro in privato, con i cronisti, lo chiamava "Giovanni", e prometteva, senza averlo mai fatto, che un giorno o l'altro avrebbe fornito notizie da scoop. Ma il libro, probabilmente non l'avrebbe mai scritto e lo "scoop" non lo avrebbe mai fatto fare. Antonio Montinaro, non avrebbe mai svelato un segreto e per arrotondare il suo stipendio aveva messo su un negozietto per la vendita di detersivi, gestito dalla moglie. Nel suo lavoro Antonio era "professionale" così come gli altri suoi colleghi. A Michele Naccari, un fotografo di nera, quando era andato a trovarlo per ritirare delle immagini che lo ritraevano assieme a "Giovanni" aveva detto: "Dai che prima o poi mi faranno saltare in aria ed allora farai davvero uno scoop".

Don Antonio L'Oliva (Castellana Grotte 22.2.1945 - Fasano 1.11.2010). Don Antonio era nato a Castellana Grotte in una famiglia numerosa. Lui, il quinto di otto figli, sente subito il richiamo del Signore. Ha solo 14 anni quando decide di entrare in seminario ma solo nel settembre del 1970 diventerà sacerdote. Sarà viceparroco a Putignano e poi parroco nella stessa Castellana e nella contrada monopolitana di Antonelli. Ma a segnarlo come sacerdote è decisamente la missione di sei mesi in Brasile: un'esperienza dura che tempra lo spirito del prete e dell'uomo Antonio.

Nel 1998, dopo la morte di don Angelo Pezzolla, viene destinato alla parrocchia di S. Francesco d'Assisi di Fasano. Organizzando piccole manifestazioni di intrattenimento riesce ad introitare risorse economiche che destinerà alla ristrutturazione dell'ex cinema Serafico.

Don Antonio diviene una guida e molti parrocchiani cominciano a seguirlo costituendo un gruppo solido che ancora oggi è molto attivo sul territorio. Il carisma del vulcanico parroco e la sua innovativa maniera di interpretare il suo ruolo diventano i simboli del rinnovamento della parrocchia. Da allora è stato un vulcano di idee e non si è fermato un solo istante per raggiungere lo scopo primario che si era prefisso: la costruzione della nuova chiesa. II 4 ottobre del 2006 viene posta la prima pietra della nuova chiesa.

In questi anni i lavori sono andati avanti e il sogno stava diventando, seppur tra mille difficoltà dovute alla mancanza di soldi, realtà. Ma un destino crudele attendeva dietro l'angolo don Antonio: la terribile malattia lo colpisce alla gola. Don Antonio muore il 1° novembre 2010 senza apprezzare l'opera finita. I suoi parrocchiani continueranno il suo lavoro, portando a termine la nuova chiesa che oggi è dedicata a Giovanni Paolo II.

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 #Viaggiomediterraneo2023. Continua il book tour di  Viaggio Mediterraneo di Gino Locaputo e Maria Sportelli. Giovedì 23 febbraio, ore 19.00, gli autori saranno ospiti del I Festival delle Emozioni “Colori di Parole” di Mesagne, evento  ideato e organizzato da Leonardo Ancona e Alessandro Scialpi .

Appuntamento nell’Ex Convento dei Cappuccini attuale Monastero del Terzo Millennio, sede della ISBEM, (Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo). Dialogherà con gli autori il poeta e scrittore Nicola Dedominicis. Musiche dal Mediterraneo della Calliope di Puglia Anita Viesti. Seguici su Fb @viaggiomediterraneo

IL LIBRO - Viaggio Mediterraneo di Gino Locaputo e Maria Sportelli. Secop Edizioni, collana “Correlazioni Universali. 103 pagine, 12 euro. 

Sinossi – È un viaggio fatto di emozioni, d’incontri e parole d’amore. Gli autori, come due beduini del deserto, hanno seguito la propria strada immersi nella cultura del Mediterraneo. Così dalla Giordania all’Iraq passando dalla Turchia e dalla Siria hanno vissuto l’incontro con l’altro senza paura e pregiudizi.  Lo sguardo è rivolto ai popoli del Mare Nostrum, quel mare oggi al centro dell’attenzione internazionale a causa dei “naufragi di civiltà”, come ha detto Papa Francesco, “un cimitero senza lapidi”. 

               

Il viaggio di Gino e Maria è un omaggio virtuoso ad una umanità che non ha mai avuto ragione né motivo di nascondersi. Un viaggio sempre teso a cercare in un mondo genuino, governato dalla comunanza tra “diversi” uniti da un reciproco e indissolubile intreccio di destini, la felicità dell’armonia. L’approdo finale di ogni lungo viaggio, anche in questo caso come in tutti gli scritti e le opere di Gino Locaputo, è l’anima. Una meta vicinissima ad ognuno di noi, ma spesso resa irraggiungibile da una quotidianità che fa mostra di non averne alcun bisogno. Che preferisce soffocarla, metterla a tacere, relegarla in soffitta... (Pasquale Daniele). 

  

  Maria Sportelli, nata a Conversano il 28 aprile 1973. Laureata in Scienze Politiche, giornalista professionista. “Viaggio Mediterraneo” è il suo primo libro, scritto a quattro mani con Gino Locaputo per la Secop Edizioni, anche autrice della copertina. E’ presente, inoltre, nella raccolta della Secop “Il sentimento della Scrittura”; nella raccolta “Rinati” dell’associazione Sleeve La Rinascita. 

Gino Locaputo, è nato Conversano (Bari) il 12 febbraio 1953, oggi vive a Collepasso (Lecce).  Scrittore, poeta, attore, regista e direttore artistico per 25 anni  del Festival Mediterraneo Città di Conversano e Bisceglie. Ha alle spalle numerose pubblicazioni anche tradotte in arabo come il Pesciolino che ride e il Gigante Buono (dedicato a Giuseppe Di Vagno). Con la Secop Edizioni ha pubblicato la raccolta “Nei tuoi occhi le parole diventano pietre”, è presente nelle raccolte “Sette  poeti per sette notti”, “Dove arrotonda il mare: cieli  Bambini”, “Il Sentimento della Scrittura”.  

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I lavoratori della  DCM, una delle 2 società in cui furono divisi i lavoratori della GSE all’atto della vendita al fondo americano, saranno in sit in sotto il Comune di Brindisi Venerdì 24 Febbraio alle ore 8,30 per chiedere un sostegno al Sindaco di Brindisi , Riccardo Rossi.

 Il sit in ha lo scopo di rappresentare la difficile  situazione in cui si trovano i lavoratori della DCM; ci troviamo   a un mese dalla scadenza della cassa integrazione per  cadere così nel dramma della disoccupazione.

Dopo l’incontro in Prefettura dei giorni scorsi continuano le iniziative del Sindacato Cobas che ha chiesto un incontro per Venerdì 24 Febbraio con il Sindaco Rossi .

Il Cobas chiederà al Sindaco Rossi  la necessità nella vertenza nazionale del gruppo Dema , che vede la chiusura di due stabilimenti brindisini Dema e Dar,di sostenere un  estremo tentativo di far rientrare questi lavoratori nel perimetro di crisi del gruppo Dema ,da cui sono sempre stati esclusi .

Lo stesso sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi , nel corso dell’incontro a Roma al Ministero è intervenuto dicendo che il gruppo Dema deve presentare un definitivo piano industriale e certamente se licenzia a Brindisi non può chiedere un intervento economico al Governo di 22 milioni di euro a fondo perduto.

Il Sindaco Rossi ha parlato anche della possibilità per gli stabilimenti brindisini di nuovi acquirenti a cui chiedere la salvaguardia occupazionale.

Il Cobas chiederà nel corso dell’incontro al Sindaco Rossi di sostenere che qualsiasi soluzione si possa trovare per i due stabilimenti brindisini deve vedere  al suo interno anche i lavoratori della DCM.

Per il Cobas Roberto Aprile

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Libera organizza a Brindisi un’iniziativa di Memoria e Impegno per i finanzieri Antonio Sottile e Alberto De Falco giovedì 23 febbraio alle ore 16.30 nell’omonima piazza antistante Palazzo Granafei-Nervegna

Giovedì 23 febbraio 2023, a partire dalle ore 16.30 nella piazza Sottile-De Falco, antistante Palazzo Granafei-Nervegna, il Presidio Libera di Brindisi “Antonio Sottile e Alberto De Falco” organizza un’iniziativa in memoria del Vice Brigadiere Alberto De Falco e del Finanziere Scelto Antonio Sottile, che l’associazione Libera ricorda come vittime innocenti delle mafie.

All’evento, dunque, saranno presenti una rappresentanza degli studenti dell’Istituto Tecnico “Carnaro-Marconi-Flacco-Belluzzi”, dell’Istituto Comprensivo Centro BR e della rete del Presidio cittadino di Libera, la Guardia di Finanza e i colleghi Medaglie d’Oro Marras e Roscica, i rappresentanti delle Istituzioni e delle Forze dell’Ordine, i ragazzi del progetto “Menamé” realizzato in collaborazione con il Percorso di Legalità e cittadinanza attiva dell’USSM di Lecce – sede distaccata di Brindisi.

Antonio Sottile e Alberto De Falco il 23 febbraio 2000 erano in servizio di perlustrazione per la repressione del contrabbando di tabacchi lavorati esteri. Quella sera, sulla complanare della statale 379, a pochi passi dal santuario di Jaddico, la Fiat Punto dei finanzieri fu investita da un fuoristrada blindato guidato dai malviventi che trasportavano sigarette di contrabbando appena scaricate. Sottile e De Falco morirono quella sera nell’adempimento del loro dovere, successivamente vennero insigniti delle Medaglie d’Oro al Valor Civile insieme ai colleghi di pattuglia Edoardo Roscica e Sandro Marras.

I volontari di Libera nelle scorse settimane hanno incontrato alcune classi dell’Istituto superiore e della scuola primaria per preparare gli studenti all’anniversario con il prezioso aiuto delle loro insegnanti. Nell’istituto tecnico hanno organizzato due incontri. Il primo con il dott. Salvatore Barbarossa per discutere del periodo storico tra gli anni ’90 e il 2010 a partire dalla visione del documentario “My Marlboro City” di Valentina Pedicini. Il secondo ha visto la partecipazione del Procuratore della Repubblica di Brindisi, dott. Antonio De Donno, con cui gli studenti hanno potuto approfondire lo sviluppo delle mafie e del contrabbando di sigarette in Salento, il contrasto di tali fenomeni fino a trattare le attuali dinamiche della criminalità organizzata e del suo impatto sociale, economico e culturale nel nostro territorio. Le docenti della scuola primaria, dopo aver sensibilizzato i bambini e le bambine, hanno composto con loro una canzone che sarà eseguita durante la cerimonia.

Sarà un’occasione per ascoltare le riflessioni dei giovani e far sentire l’affetto della cittadinanza ai familiari di Antonio Sottile e Alberto De Falco, a distanza di 23 anni dalla loro scomparsa. L’iniziativa, patrocinata dal Comune, è organizzata anche quest’anno nel cuore della città per coltivare una memoria collettiva che generi impegno contro la criminalità organizzata presente a Brindisi.

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 Più di 30 aziende, 31 per la precisione, che per tutta la giornata incontreranno risorse umane in cerca di occupazione. È il secondo «job day» della città di Fasano che si svolgerà giovedì 23 febbraio al Laboratorio Urbano. 

L’evento, dopo il successo dello scorso anno (con oltre 150 partecipanti e 500 colloqui), favorirà un canale diretto di confronto tra aziende del settore turistico e quanti sono alla ricerca di occupazione. Perché «Turismo è lavoro», come recita il nome dell’evento.
L’appuntamento è dalle 9:00 alle 13:30 e dalle 14:30 alle 17:00. 
 
Per tutta la giornata imprese e risorse umane si confronteranno affinché le aziende possano trovare profili lavorativi che più rispondono alle loro esigenze. L’iniziativa, promossa dall’amministrazione comunale, è in collaborazione con Arpal Puglia, il Gruppo Fortis e l’Its - Turismo e Beni Culturali (Istituto tecnico superiore per l’industria dell’ospitalità e del turismo allargato) che, nell’organizzazione di queste giornate, si avvale della collaborazione tecnica di Anpal Servizi.
 
Le aziende che hanno aderito e che comprendono aziende del territorio di Fasano, ma anche Ostuni, Alberobello e Monopoli, sono: Vico Pescatori, Masseria Torre Coccaro S.r.l., Itala Spa (Hotel Silvana-Hotel Del Levante), Penna Grande S.r.l - Archeolido, Azienda Agrituritica Masseria Spetterrata, Società agricola Marzalossa S.r.l., Fuori Menu, Borgo Egnazia, Lido Aurora S.r.l., Deni S.r.l., Bar Kennedy S.r.l., Bluserena S.p.A. – Granserena Hotel, Bar pasticceria Meridionale, Alchimia S.r.l., Masseria Casamassima, Macabà S.r.l., La Corte dell’Astore SRLS, Masseria Villa Verde, Anta S.n.c. Tanzariello Antonio & Tagliente Angelo, Società agricola Masseria Borgo Ritella, Hotel Canne Bianche (Dama S.r.l.), Angeli Trade S.r.l., Euas S.r.l., Masseria San Domenico, Tenuta Monacelle S.r.l., Casale del Murgese, Masseria Grieco S.r.l., During spa, Soc.agr.Agricultura Fanizza s.s. Di Fanizza Floriana e Pasquale, Lido Le Macchie. 
 
Tra le figure richieste ci sono cuochi, aiuto cuochi, aiuto pizzaioli, camerieri di sala, chef e sous chef, commis di pasticceria, barman, house keeping, addetti alle pulizie, guide e accompagnatori turistici, addetti front office, ciclomeccanici, lavapiatti, commis di bar, cucina e sala, chef de rang, donne ai piani, bagnini, spiaggisti, addetti alle pulizie, portierato, addetti amministrativi contabili con esperienza e senza, massaggiatori, operatori olistici, fisioterapisti, giovani alla prima esperienza per tirocini formativi nell’area uffici, consulenti commerciali specializzati in beverage e food, addetti marketing, hostess. 
 
«Il Job day offre la possibilità di un confronto diretto tra aziende e quanti sono in cerca di occupazione che potranno guardarsi negli occhi, conoscersi, trovarsi – dice il sindaco Francesco Zaccaria –. Come già accaduto lo scorso anno questa giornata è una grande occasione sia per chi cerca lavoro sia per chi vuole offrirlo in quanto offre un canale diretto e immediato. Ringrazio quanti hanno collaborato all’organizzazione, le aziende che hanno aderito con entusiasmo, l’assessore Pier Francesco Palmariggi e il consigliere Madia Decarolis che si sono occupati della realizzazione della giornata e invito i giovani e quanti sono in cerca di lavoro a cogliere questa opportunità presentandosi il 23 febbraio. Il successo dell’iniziativa dello scorso anno dimostra l’efficacia di tale possibilità e offre speranze concrete di entrare nel settore turistico che è il motore dell’economia del nostro territorio».

REGATA BRINDISI-VALONA: DELEGAZIONE LNI IN ALBANIA. 

«Insieme agli amici di Brindisi, iniziata oggi la programmazione della 12° edizione della regata Brindisi-Vlora, come simbologia annuale che tende a mostrare, attraverso il vento marino, un domani migliore, questa estate apparirà per migliaia di turisti del mare Vlora». Con questo breve ma significativo post Facebook, il sindaco di Valona Dritan Leliha di fatto avviato il percorso tecnico-organizzativo al termine dell’incontro con una delegazione della sezione brindisina della Lega Navale Italiana, guidata dal presidente Salvatore Zarcone. La manifestazione velica, caratterizzata anche da importanti risvolti di carattere turistico-culturale, si terrà dal 6 al 9 luglio di quest’anno con l’obiettivo di crescere sul piano della partecipazione e dell’appeal. La delegazione della LNI Brindisi è a Valona anche per la sottoscrizione di un protocollo d'intesa con il gruppo immobiliare Concord Investement che gestisce il Marina di Orikum e che l'anno scorso ha accolto le imbarcazioni partecipanti alla regata e ha ospitato la cerimonia di premiazione. Il Marina di Orikum si sta espandendo e presto (potendo disporre di 600 posti barca) sarà una delle realtà più importanti dell'Adriatico. Il protocollo d'intesa prevede tutta una serie di iniziative di carattere culturale, sportivo e turistico e naturalmente condizioni tecnico-logistiche particolarmente favorevoli. La dodicesima edizione della Brindisi-Valona prevede l'assegnazione del Trofeo dell'Accoglienza e del Trofeo «Mirko Gallone». Nelle foto alcuni momenti dell’incontro con il sindaco di Valona Dritan Leli.

Nelle edicole il nuovo numero di “Buone Nuove – l’altra informazione”, il periodico edito dalla Km707 Smart srls che porta le firme di due giornalisti di Mesagne: Cosimo Saracino e Tranquillino Cavallo.
Stralcio dell'Editoriale che potrete leggere nel nuovo numero:

UN NUOVO INIZIO
5 febbraio 2019. È questa la data del primo numero di BuoneNuove uscito l’anno prima della Pandemia. Sono trascorsi quattro anni e scritte centinaia di notizie positive con la penna di molti giovani. Lo sforzo di raccontare Mesagne da un nuovo punto di vista ha funzionato...

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L’arte al servizio del decoro urbano. L’Amministrazione Comunale di Francavilla Fontana ha approvato un avviso pubblico per incentivare la creazione di opere di street art su facciate, portoni o altre superfici di immobili pubblici o privati che si affacciano su strade, piazze e vicoli da valorizzare o riqualificare.

I progetti artistici, finanziabili dall’Amministrazione Comunale sino al 70%, del costo complessivo da sostenere per l'esecuzione dell'opera, dovranno ottenere tutte le autorizzazioni necessarie e saranno preliminarmente valutati da una commissione composta dal Dirigente dell’Ufficio Patrimonio e da due esperti.

“Con questo avviso pubblico – spiega il Sindaco Antonello Denuzzo – intendiamo avviare un percorso virtuoso e partecipato per la riqualificazione in particolare di alcune aree del centro storico. Si tratta di una iniziativa sperimentale che è forte dell’esperienza positiva di via Casalino che ha preso nuova vita grazie all’arte.”

Nella valutazione avranno precedenza i progetti su immobili che insistono nel centro storico, collocati in aree degradate interessate da fenomeni di devianza giovanile, che presentano soggetti che valorizzano la storia, la cultura e le tradizioni di Francavilla Fontana e che prevedono il coinvolgimento di artisti riconosciuti nel panorama nazionale e internazionale.

“Attraverso l’arte – conclude il Sindaco Denuzzo – non solo riqualifichiamo, ma possiamo pensare di raccontare e rafforzare la comunità costruendo una narrazione innovativa del nostro patrimonio. La sfida ambiziosa è dare impulso ad una contaminazione di culture e linguaggi che dovranno integrarsi con il contesto urbano.”

Lo spirito dell’iniziativa, che prende forma per la prima volta nella Città degli Imperiali, è valorizzare lo spazio pubblico fondendo il paesaggio abituale con linguaggi artistici inusuali, ma che devono essere capaci di integrarsi con i luoghi per costruire una vera e propria esperienza nella fruizione di strade e piazze interessate dall’intervento.

Forme, colori e opere aiuteranno ad esaltare angoli nascosti della Città che, messi sotto i riflettori dell’arte, potranno beneficiare di una vera e propria rigenerazione che ne modificherà la percezione anche da parte dei frequentatori abituali.

Ci sarà tempo sino al prossimo 8 marzo per candidare le opere. L’avviso pubblico e la modulistica sono disponibili sul sito internet istituzionale.

 
 

A 3 anni dalla pubblicazione del Decreto Interministeriale del 06/03/2020, il meglio noto Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia da 300 milioni di euro, non è stata liquidata alcuna risorsa agli agricoltori per i reimpianti degli ulivi secchi che avrebbero consentito di ricominciare a lavorare e a produrre dopo la grave crisi causata dalla Xylella. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, in relazione alla mancata erogazione dalla Regione Puglia delle risorse destinate all’articolo 6 del Piano per la rigenerazione olivicola, lo strumento utile ad espiantare e reimpiantare ulivi, con 60 milioni di euro a disposizione.

“Ad oggi, pur con un numero importante di concessioni – argomenta Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Lecce  - per l’espianto e il reimpianto di olivi resistenti, anche alla luce degli ulteriori fondi per scorrere la graduatoria, non è stato liquidato ancora 1 euro agli agricoltori per le 8.133 domande singole  e le 26 domande collettive (contenenti 880 domande di adesione) per oltre 222 milioni di euro di richiesta, a fronte di 40 milioni di euro disponibili per far scorrere la graduatoria dell’articolo 6 a cui si sono aggiunti altri 20 milioni di euro dalla rimodulazione del Piano di rigenerazione”, incalza Piccioni.

Ancora ferme al palo le misure per il contrasto al vettore, per la diversificazione produttiva, con il fallimento – aggiunge Coldiretti Puglia - delle misura per gli innesti degli ulivi monumentali che ha registrato l’adesione di sole 91 aziende agricole per la farraginosità dell’intervento, con il secondo bando atteso e mai licenziato.

Intanto, sono alle porte le pratiche di prevenzione con le lavorazioni artificiali contro la ‘sputacchina’, il vettore allo stadio giovanile, o le misure fitosanitarie contro l’insetto adulto, in cui sono coinvolti – precisa Coldiretti Puglia – anche i Comuni pugliesi e agli enti pubblici come Consorzi di Bonifica, ANAS , Demanio, che devono pulire campi abbandonati, strade e cigli stradali pubblici e demaniali incolti e pieni dei famigerati sputi dell’insetto vettore ‘sputacchina’ che inoculando la malattia è responsabile dell’avanzata inarrestabile della Xylella fastidiosa.

L’elevato numero di piante infette trovate nelle aree comprese tra Polignano e Monopoli – aggiunge Coldiretti Puglia - ha confermato l’elevato rischio sanitario descritto a marzo 2022 nel Piano D’Azione 2022, con la necessità di applicare nella zona infetta dell’art. 7 del Reg. 2020/1201 ovvero l’eliminazione della pianta trovata infetta, eliminazione di tutte le piante della stessa specie di quella trovata infetta indipendentemente dal loro stato sanitario, le piante di specie diverse da quella della pianta infetta che sono risultate infette in altre parti dell’area delimitata e tutte le piante specificate, che non sono state immediatamente sottoposte a campionamento e ad analisi molecolare, tutto questo in un buffer di 50 metri dalla pianta infetta.

Coldiretti Puglia chiede, tra l’altro, un nuovo Piano, da approvarsi con la massima celerità, che rilanci in particolare gli investimenti di riconversione produttiva e con una dotazione finanziaria importante, di importo almeno pari al precedente, oltre agli indennizzi per l’attuazione della lotta al vettore per le aree delimitate cuscinetto e contenimento, l’allargamento delle attività di monitoraggio e lotta obbligatoria prevista alla Piana degli Olivi Monumentali, con medesimo regime di indennizzi, il coinvolgimento del Ministero dell’Ambiente a salvaguardia del valore paesaggistico e naturalistico dell’olivicoltura, l’individuazione di possibili sistemi di controllo per la riduzione del rischio da trasporto passivo del vettore e una cabina di regia per realizzare una coerente programmazione e attuazione degli interventi previsti per i Comuni e gli enti pubblici, magari con l’affidamento di tale cabina di regia a una figura specifica, con poteri reali di intervento, come un Commissario unico.

Il contagio della Xyella ha già provocato con 21 milioni di piante infette una strage di ulivi, lasciando un panorama spettrale e il danno del settore olivicolo è stato stimato per difetto in 1,6 miliardi di euro, con oltre 8mila chilometri quadrati di territorio colpito dalla fitopatologia pari al 40% del territorio regionale.

La Xylella ha provocato effetti più disastrosi di un terremoto – conclude Coldiretti Puglia - con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa, con esigenze di contenimento, di ricostruzione, di sostegno che vanno affrontate in maniera strategica, univoca e di sistema, rendendo i procedimenti fluidi e fruibili.

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