Redazione
E’ Adolfo Rampino il nuovo tecnico dell’Aurora Volley Brindisi
E’ Adolfo Rampino il tecnico che i dirigenti dell’Aurora Volley Brindisi hanno individuato per ricoprire la carica di primo allenatore inaspettatamente lasciata dal dimissionario Elio Quarta qualche giorno fa.
La notizia era nell’aria ma solo nella giornata odierna si è potuta regolarizzare la posizione contrattuale del nuovo allenatore biancazzurro.
Coach Rampino 62 anni brindisino, ha alle spalle una lunga carriera nel volley femminile nel quale è noto soprattutto per aver centrato ben quindici promozioni alla serie superiore. Tra i tanti successi ricordiamo la scalata con l’Assi Manzoni Brindisi, condotta dalla serie D alla B2 in sole tre stagioni con il record di punti e vittorie, e il filotto realizzato con il S. Pietro Vernotico portato in B1 dalla C. Di recente ha guidato alla conquista della B2 il Podio Volley Fasano nella stagione 20/21 e nell’anno successivo ha ottenuto, da neopromosso, la terza posizione in classifica nella quarta serie nazionale.
Adesso dopo circa 9 mesi di inattività arriva la chiamata dell’Aurora Volley Brindisi a rimetterlo in pista.
“Sono molto contento della chiamata ricevuta. Ho sentito subito entusiasmo e fiducia da parte della società e mi sono tuffato in questa nuova avventura” Sono le prime parole del neo allenatore biancazzurro. “Adesso per portare a termine il lavoro che mi è stato assegnato dovrò principalmente mettere ogni atleta in condizione di esprimere il proprio potenziale per poi lavorare sulla mentalità. Sicuramente da parte mia non lascerò nulla di intentato per raggiungere gli obiettivi societari.” conclude Coach Rampino.
La società attraverso Il Direttore Generale Vittorio Lezzi esprime la propria soddisfazione per aver risolto in tempi brevi la problematica riguardante la guida tecnica “Abbiamo deciso di chiamare Coach Rampino perché il suo curriculum parla da solo. E’ un grande conoscitore di questi campionati ed ha una grande esperienza nella pallavolo femminile per aver allenato atlete provenienti da diverse parti del mondo. E’ inoltre un abile motivatore capace di dare il suo carattere alle squadre che allena.”
Il tecnico brindisino ha già conosciuto la squadra e condotto il suo primo allenamento. Sabato 25 febbraio siederà regolarmente in panchina nella partita del campionato di serie C contro il VE.RA. Monteroni.
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Breast Unit: stage in Francia di uno psiconcologo del Perrino
Breast Unit: stage in Francia di uno psiconcologo del Perrino. Dario Loparco, psiconcologo in servizio nellOncologia Medica dellospedale Perrino di Brindisi, è tra i vincitori del bando di Senonetwork Italia, promosso in ricordo del dottor Angelo Di Leo, e ha effettuato uno stage di un mese nellIstituto Gustave Roussy di Parigi.
A Brindisi ritorna il carbone a causa della guerra
A Brindisi ritorna il carbone a causa della guerra e della scarsità di gas. E nella relazione dell’ARPA Puglia sulla qualità dell’aria del dicembre 2022 sono riportati gli sforamenti annuali dei valori soglia dei principali inquinanti. All’osservazione spiccano per il PM10 i 46 sforamenti di Torchiarolo-don Minzoni ma anche i 24 di Francavilla Fontana-Via Filzi (dove i dati dei primi cinque mesi dell’anno sono dichiarati Non Disponibili!), i 21 di San Pietro Vernotico-Stadio e i 20 di San Pancrazio-Via Deledda. Numeri che sono superiori a qualsiasi altra postazione della Regione. Non vi è alcun dubbio che quelli di Torchiarolo, San Pietro e probabilmente anche San Pancrazio Salentino risentano delle emissioni del polo industriale brindisino, soprattutto ora che la combustione del carbone è ritornata ai livelli del decennio scorso come dimostrato anche dall’incremento del traffico di carboniere negli ultimi mesi.
Ritornando l’uso del carbone ai livelli degli anni 2000, si deve ritenere che anche il danno sanitario ritornerà a quei livelli, cioè ai 28 decessi medi annui attribuibili al PM2.5 secondario della centrale a carbone Sud nell’area salentina, stimati in uno studio di ricercatori del CNR pubblicato nel 2015 e relativo alle emissioni del 2006! A questo deve aggiungersi il recente rilievo del Registro Tumori della ASL di Brindisi di un eccesso di 100 tumori in più all’anno rispetto al confronto regionale dal 2015 al 2019 nella nostra provincia. Il dato mostra quindi un maggior rischio oncogeno nella provincia, sia esso di origine ambientale, comportamentale, occupazionale. Quando il Rapporto poi mette a fuoco l’area SIN (Sito di Interesse Nazionale per le bonifiche), cioè sostanzialmente il capoluogo, si rinvengono eccessi significativi nei maschi per tumori della vescica, tumori dell’encefalo, del polmone, della pelle (non melanomi) e nelle donne per tumori alla mammella, polmone e leucemie.
E’ proprio di questi giorni la pubblicazione del VI rapporto SENTIERI, che da anni monitora lo stato di salute della popolazione dei SITI di INTERESSE NAZIONALI per le bonifiche, tra i quali Brindisi. L’aggiornamento conferma che le cause di morte per tutti i tipi di tumore sono in eccesso in entrambi i sessi negli anni considerati (2013-2017) così come per i tumori del sangue complessivamente valutati (leucemie, linfomi e mielomi). Lo stesso dato emerge per le morti per infarto del miocardio. Riguardo poi alle malformazioni congenite, lo studio conferma quanto già segnalato in passato. In particolare negli anni 2015-2018 la prevalenza delle malformazioni è superiore alla media regionale in modo significativo, in particolare quelle cardiache.
In base a questi dati di fonte istituzionale, l’aumento dei rischi ambientali con la ripresa del consumo di carbone non può di certo far stare tranquilli quanti hanno davvero a cuore la salute delle popolazioni. L’aumento delle emissioni cancerogene coincide con una condizione sanitaria oncologica peggiore di quella degli anni 2000. A parte l’aumento dei controlli (a riguardo ci domandiamo a che punto sia la rete di monitoraggio che ISPRA ha chiesto a Versalis di installare) e il potenziamento della rete assistenziale, sono necessarie politiche di incentivazione della produzione diffusa di energia da rinnovabili in modo da ridurre sempre di più il ricorso a combustibili fossili.
Associazione Salute Pubblica
CIBO SINTETICO: COLDIRETTI PUGLIA, PER SETTIMANA CONSUMATORE
Si mobilita la campagna che arriva direttamente in città per sostenere la petizione contro il cibo sintetico, lanciata da Coldiretti per promuovere una legge che vieti produzione, uso e commercializzazione del cibo sintetico per cui sono state raccolte già 35mila firme in Puglia. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in occasione dell’inaugurazione del grande hub del cibo su Piazza del Ferrarese che per 3 giorni accoglierà la VIII^ Settimana del Consumatore, organizzata da Campagna Amica e dalla rappresentanza delle associazioni dei consumatori Casa del Consumatore, ACU, ASSOCONSUM, MC, MDC, UNC, con Giulia De Marco del Servizio Tutela Consumatori della Regione Puglia.
Dopo la carne Frankenstein – denuncia Coldiretti Puglia – è arrivato il pesce fuor d’acqua di mare e il latte senza mucche, nuovo simbolo dell’attacco alle stalle e all’intero Made in Italy a tavola portato dalle multinazionali del cibo, un’aggressione che, dietro belle parole come “salviamo il pianeta” e “sostenibilità, nasconde l’obiettivo di arrivare a produrre alimenti facendo progressivamente a meno degli animali, dei campi coltivati, degli agricoltori stessi, mentre il 94% dei pugliesi non si fida degli alimenti costruiti in laboratorio tra provette e processori, perché preferiscono mangiare solo cibo naturale coltivato e allevato (74%), manifestano consistenti dubbi sul fatto che siano sicuri per la salute (13%), mentre il 7% dei pugliesi lo boccia perché il cibo sintetico sfrutta comunque le cellule animali, secondo il sondaggio condotto sul sito puglia.coldiretti.it.
Dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods, azienda statunitense finanziata da big della finanza mondiale come Bill Gates, Richard Branson e il fratello di Elon Musk – insiste Coldiretti - il rischio è una diffusione anche nell’Unione Europea dove già ad inizio 2023 potrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue.
Un percorso da fermare in Italia come dimostra il successo della mobilitazione di Coldiretti a conferma della forte opposizione dei cittadini ai cibi artificiali, dalla carne al latte, dai formaggi al pesce, evidenziata dal Censis secondo cui si tratta di una realtà nettamente rifiutata in qualsiasi classi di età, titolo di studio, genere, area territoriale di residenza, livello di reddito. L’appello – ricorda la Coldiretti - è stato firmato insieme al premier Giorgia Meloni e al Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare da Ministri e Sottosegretari, Parlamentari nazionali ed europei, Sindaci, personalità della cultura dello sport e dello spettacolo, rappresentanti istituzionali di Regioni e Province, imprenditori e numerosi Vescovi.
Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione, con la Coldiretti che sta dando battaglia poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci si può fare mangiare.
L’ultima deriva a tavola arriva dalla Germania con i primi bastoncini di sostanza ittica coltivati in vitro senza aver mai neppure visto il mare, mentre negli USA con un’abile strategia di marketing si stanno buttando sul sushi in provetta. La società tedesca Bluu Seafood impegnata nel progetto – spiega Coldiretti – promette di ricreare in laboratorio la carne di salmone atlantico, trota iridea e carpa partendo da cellule coltivate e arricchite di proteine vegetali. Per ora in Germania si punta alla realizzazione di prodotti come bastoncini e polpette facendo biopsie ai pesci e creando masse di cellule autoriproduttive da confezionare poi per il consumo umano. Un business non indifferente se si considera che a livello globale – continua Coldiretti – ogni persona consuma oltre 20 chili di pesce vero all’anno, mentre gli italiani ne mangiano circa 28 chili pro capite, sopra la media europea che è di 25 kg.
Ma al lavoro fra provette e laboratori non ci sono solo i tedeschi della Bluu Seafood. Negli Stati Uniti – rileva Coldiretti - il colosso Nomad Foods, proprietario tra gli altri del marchio Findus Italia, ha firmato un accordo con la start-up californiana BlueNalu per studiare il lancio di pesce da colture cellulari, mentre la Wildtype di San Francisco ha raccolto capitali per 100 milioni di dollari per sviluppare un sushi da salmone coltivato in laboratorio programmando l’eventuale distribuzione tramite accordi con Snowfox, che gestisce una catena di sushi bar con 1.230 punti vendita negli Stati Uniti e con Pokéworks, che gestisce 65 ristoranti di poke, mentre in Corea del Sud la CellMeat sta lavorando sui gamberetti in provetta.
Si tratta – afferma Coldiretti regionale – di una deriva alimentare iniziata con la carne sintetica della società americana Beyond Meat.e sostenuta da importanti campagne di marketing che tendono a nascondere – evidenzia Coldiretti - i colossali interessi commerciali e speculativi in ballo per esaltare invece il mito della maggior sostenibilità rispetto alle tradizionali attività di allevamento e pesca.
Per quanto riguarda la carne da laboratorio ad esempio – aggiunge la Coldiretti – la verità che non viene pubblicizzata è che non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore e non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato.
La sostituzione del cibo naturale coltivato nei campi con quello creato in laboratorio attraverso chimica e bioreattori mette in pericolo il made in Italy a tavola a partire proprio dalla Dieta Mediterrenea – conclude Coldiretti -, giudicata universalmente come la migliore soprattutto dal punto di vista della salute dell’organismo. Un primato che trova un riscontro pratico nel fatto che l’alimentazione degli italiani basata sui prodotti della dieta mediterranea come pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari ha consentito una speranza di vita tra le più alte a livello mondiale.
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Aperto il nuovo bando per l’assegnazione dei nuovi loculi cimiteriali
L’Amministrazione Comunale di Francavilla Fontana ha approvato il nuovo bando per l’assegnazione dei loculi e degli ossari che compongono l’edificio funebre pubblico realizzato tra il quarto e il quinto viale del Cimitero.
La domanda per la concessione potrà essere effettuata dal coniuge o, in assenza, da un parente prossimo in occasione della tumulazione del feretro. L’istanza potrà essere presentata anche dalle persone in vita residenti nel Comune di Francavilla Fontana con età pari o superiore ai 65 anni. La concessione, avente validità di 20 anni rinnovabili per una sola volta, prevede il pagamento di € 1750 per il loculo e di € 550 per ciascun ossario, entrambi comprensivi dei costi per l’estumulazione al termine del periodo di concessione.
In queste settimane gli uffici hanno completato l’istruttoria per l’assegnazione di loculi e ossari in base a quanto previsto dal precedente avviso pubblico. Tutte le domande presentate oltre il termine previsto dal precedente bando dovranno essere ripresentate nelle modalità indicate sul sito internet istituzionale.
La procedura sarà attiva sino all’assegnazione dei restanti 141 loculi e 140 ossari.
L’edificio funebre di recente costruzione è stato dotato degli allacci di luce e acqua ed è pienamente accessibile alle persone con mobilità ridotta. A differenza dei tradizionali colombari già presenti nel Cimitero, nel nuovo edificio la suddivisione dello sviluppo verticale è interrotta da due ballatoi raggiungibili tramite scala o ascensore.
Il fabbricato, che ospita 252 loculi e 168 ossari, è stato progettato per consentire alla cittadinanza di omaggiare il proprio defunto a prescindere dall’ubicazione del loculo, garantendo allo stesso tempo una adeguata visibilità e facilità di accesso. Per questa ragione non sono state previste differenziazioni nella tariffa di concessione.
“L’edificio funebre che abbiamo realizzato – dichiara il Sindaco Antonello Denuzzo – è stato uno dei primi obiettivi che ci siamo posti appena insediati. Abbiamo voluto investire su una costruzione accessibile e priva di barriere architettoniche perché è importante che tutti possano accedervi per portare un saluto ai propri cari. Le somme ricavate dalla concessione dei loculi e degli ossari ci consentiranno di investire sui servizi cimiteriali per migliorare la qualità e la fruibilità di questo luogo importante per la nostra Città.”
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Salva-legislatura. Azione: “La norma ammazza Decaro è sospetta d’incostituzionalità."
Salva-legislatura. Azione: “La norma ammazza Decaro è sospettata d’incostituzionalità. Basta silenzio, bisogno reagire al califfato” |
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Dichiarazione del Consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati e del capogruppo Ruggiero Mennea, con riferimento all’impugnazione della norma c.d. salva-legislatura, introdotta a scrutinio segreto con la legge di bilancio per il 2023. “Il disegno di Emiliano per ammazzare o piegare alla sua volontà la carriera politica di Decaro, è sospettato d’incostituzionalità. Eppure avevamo avvertito tutti i colleghi con toni accorati, compresi quelli del centrodestra che si prestarono a realizzare il disegno politicista di Emiliano e quelli che chiesero il voto segreto per consentire di nascondere nell’anonimato l’atto di scempio istituzionale. Con le istituzioni non si può giocare. Sono ormai scoperte le modalità usate dal Emiliano per resistere asserragliato nel suo sistema di potere, ma noi siamo prima di tutto cittadini e denunceremo il califfato e gli ostacoli posti al normale fluire della democrazia e delle sue regole d’alternanza. È l’ora di rompere il silenzio - commentatori, partiti, sindacati, associazioni di categoria, di cultura, di sport, svago, tradizioni ecc.. - perché tacere può assumere il significato di complicità. E chi si sarà reso silente, quindi complice, non potrà dire “io non c’ero e se c’ero non me n’ero accorto”. La Regione Puglia è affetta da gravi problemi su questione morale e inconcludenza nella maggior parte delle risposte da dare ai problemi. Non possiamo condurre in solitudine, né riusciremmo, una battaglia che riguarda tutti. Certo, ci fa piacere osservare la solidarietà sempre crescente dei cittadini sulle nostre iniziative di merito, ma ora abbiamo bisogno di sostegno e aiuto dalle persone dotate di energia per accendere un cambiamento. Noi continueremo imperterriti la nostra battaglia e attendiamo di stringere altre mani che come noi intendano indirizzarsi verso il buon governo, pur tra umani errori e mancanze”. --------------- |
In un mondo alla rovescia, agricoltori intensivi, cacciatori e armieri si definiscono “custodi della biodiversità”
in un mondo alla rovescia, agricoltori intensivi, cacciatori e armieri si definiscono “custodi della biodiversità”. Enpa: “Sono loro i nemici della fauna e dell’ambiente”
“E’ paradossale, sembra di stare in un mondo alla rovescia”. L’Ente Nazionale Protezione Animali interviene in merito all’evento “Custodi della biodiversità” organizzato per oggi da Agrivenatoria Biodiversitalia, Coldiretti, Federparchi e Fondazione UNA (armieri). Questi presunti custodi vorrebbero “gestire” fauna ed ecosistemi in modo antiscientifico e in una visione privatistica e venatoria che ci farebbe tornare indietro di decenni.
“È paradossale che si siano nominati custodi della biodiversità coloro che invece ne sono spesso nemici praticando agricoltura e zootecnia intensive, mentre occorre una nuova visione e una nuova agricoltura come ci impone la spaventosa siccità figlia dello stravolgimento del clima”, dichiara l’Enpa. “Surreale poi il coinvolgimento del mondo venatorio, cioè di chi la biodiversità la uccide per divertimento, anche attraverso forme primordiali di caccia come la braccata, fortemente lesiva nei confronti di tutta fauna selvatica, persino particolarmente protetta come il lupo, ad esempio. Proprio il lupo è l’unico grande predatore dei cinghiali, ma viene costantemente perseguitato nel suo habitat, vittima di una campagna allarmistica assolutamente infondata”.
A proposito di cinghiali, un recente rapporto dell'Ispra ha dimostrato che nonostante l’ incremento esponenziale degli abbattimenti di ungulati tra il 2015 e il 2021 (+45%, in totale ne sono stati uccisi 2 milioni), i presunti danni all'agricoltura sono aumentati. Questo semplice dato testimonia il fallimento totale delle politiche venatorie in temi così delicati e complessi come la gestione faunistica e la tutela della biodiversità. Riguardo l’allarme lanciato sugli incidenti con il coinvolgimento diretto o indiretto della fauna, in realtà i dati Asaps e Istat dicono che nel 2021 questi sinistri non rappresentano nemmeno lo 0,1% del totale.
Enpa ricorda che il deserto biologico provocato dall’agricoltura intensiva ha contribuito anche al dissesto idrogeologico e l’uso dei pesticidi stermina insetti – anche gli impollinatori - e la fauna minore, già in crisi dal taglio di alberi, prati e siepi. In Italia, secondo il recente rapporto biodiversità dell’Ispra, sono in stato di conservazione sfavorevole il 54% della flora e il 53% della fauna terrestre e l’89% degli habitat terrestri mentre continua il consumo di suolo, contro cui gli agricoltori per primi dovrebbero lottare. Un bollettino di guerra, insomma.
“Ma al posto di partire dai dati scientifici – aggiunge Enpa – in questo mondo alla rovescia si vuole sdoganare l’immagine del cacciatore ‘amico della natura’. Le doppiette sono invece responsabili di gravi squilibri ecologici a danno dei selvatici, grazie a pratiche come l’introduzione dei cinghiali provenienti dall’Est Europa in Italia e come la devastante politica dei ripopolamenti a fini venatori. Quei cacciatori che, tra l’altro, vogliono continuare ad inquinare persino le zone umide con i pallini di piombo a dispetto dei divieti imposti dall’Unione Europea”.
Proprio contro l’Europa il Governo si è posto non solo con la recentissima e permissiva circolare sull’utilizzo del piombo in violazione dei dettami dell’UE ma ancor prima, con il pretesto del controllo faunistico, ha autorizzato il mondo venatorio a sparare ovunque: nei centri abitati, nelle aree protette, a qualsiasi specie. Cosa risponderà l’Italia al duro richiamo europeo per giustificare queste scelte e che violano le Direttive comunitarie? Cosa dirà a proposito delle 18 specie in grave declino numerico che ancora finiscono nei carnieri dei cacciatori “custodi della biodiversità”?
Convivenza, prevenzione, scienza, ambiente, nuova agricoltura: queste le parole chiave per il futuro e per essere veramente custodi della biodiversità.
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Emergenza cinghiali, focus di Cia Due Mari con l’assessore Pentassuglia
L’emergenza cinghiali in Puglia e nel Tarantino: lunedì 27 febbraio 2023, alle 9.30, sarà questo il “focus” al centro dell’incontro che si terrà nella Masseria Grotte di Sileno, in contrada Le Grotte a Castellaneta. L’iniziativa, alla quale tra gli altri parteciperà l’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia, è organizzata dall’Area Due Mari di Cia Agricoltori Italiani di Puglia. Al centro dell’evento, ci sarà l’analisi puntuale delle prospettive per il monitoraggio, la gestione e il contenimento del cinghiale sul territorio regionale. In apertura dei lavori, dopo i saluti di Pietro De Padova e Vito Rubino (rispettivamente presidente e direttore di Cia Area Due Mari) e l’introduzione di Gennaro Sicolo (presidente Cia Puglia e vicepresidente nazionale Cia Agricoltori Italiani), interverranno Domenico Campanile (dirigente della sezione Gestione sostenibile e tutela delle risorse forestali e naturali della Regione Puglia), Nicola Decaro e Pasquale De Palo, (rispettivamente direttore e vicedirettore del dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari), Onofrio Mongelli (dirigente della sezione Promozione, salute e benessere della Regione Puglia), Lorenzo Gaudiano (dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Ambiente dell’Università di Bari), Francesco Paolicelli (presidente della IV commissione del consiglio regionale pugliese) e i commissari Atc di Puglia.
Le conclusioni saranno affidate all’assessore Pentassuglia. Modererà l’incontro Giannicola D’Amico, vicepresidente vicario di Cia Puglia.
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La Rete delle Città Marciane in visita a Cantine Due Palme
Nuovo appuntamento per gli associati della Rete delle Città Marciane, Cantine Due Palme apre le sue porte ad una delegazione in visita il giorno 25 febbraio, grande tema dell’incontro: l’enoturismo come strumento di promozione e valorizzazione del territorio.
L’Associazione della Rete delle Città Marciane è stata costituita il 12 ottobre 2019 a Castellabate con la sottoscrizione di un Protocollo d’intesa da parte dei sindaci dei Comuni che sono legati dal Culto di San Marco Evangelista.
Sono 21 le municipalità che hanno aderito alla rete, che rappresentano 8 delle regioni italiane: Castellabate (Sa), Afragola (Na), Avenza borgo di Carrara (MS), Camerota (Sa), Caprarica di Lecce (Le), Cellino San Marco (Br), Cetraro (Cs), Futani (Sa), Lei (Nu), Manocalzati (Av), Ollastra (Or), Pacentro (Aq), Ruffano (Le), San Marco Argentano (Cs), San Marco D’Alunzio (Me), San Marco dei Cavoti (Bn), San Marco Evangelista (Ce), San Marco la Catola (Fg), Sonnino (Lt) e Torricella (Ta); ultima associata la città di Locorotondo, entrata nell’unione lo scorso 13 gennaio.
Per l’occasione, sarà Cellino San Marco il comune promotore dell’antico culto per l’evangelista, paese sede della cooperativa che conta più di 1000 soci e 2500 ettari di vigneto, sempre più vocata ad investimenti in ottica enoturistica, grazie all’acquisizione di Villa Neviera, un maniero dell’800 immerso in più di otto ettari di Foresta Oritana, che diverrà un Wine Resort d’alto livello, e la gestione di Kelina Charme Hotel, un palazzo del settecento localizzato nel cuore del paese, di prossima apertura.
L’ evento sposa la mission del gruppo marciano che, attraverso un continuo scambio interistituzionale, desidera promuovere i territori, le bellezze storico-artistiche e le produzioni enogastronomiche dei comuni aderenti, favorendone lo sviluppo turistico, religioso e culturale.
La presidenza della Rete è rappresentata dal sindaco di Castellabate Marco Rizzo, dal vice Presidente Francesco Turco, sindaco di Torricella, e dal segretario Giuseppe Semeraro; assistente ecclesiastico della Rete è don Antonio Quaranta parroco di Torricella.
L’11 gennaio 2020 la rete ha dato inizio alle attività con la celebrazione della I Rassegna delle Corali tenutasi nella Cattedrale di San Nicola a San Marco Argentano (CS), ne è seguita una seconda edizione lo scorso 14 gennaio a Caprarica di Lecce. Durante quest’ultima occasione il Fondatore di Cantine Due Palme, Angelo Maci, è stato insignito del titolo di Ambasciatore della rete delle città marciane.
Associarsi e costruire relazioni, il binomio che negli ultimi anni si è rivelato vincente per promuovere la valorizzazione e la crescita di un territorio che fa di sé stesso il proprio punto di forza.