Redazione
Sottoscrizione del Patto dei Sindaci per il clima
Il Consiglio Comunale ha dato il via libera alla sottoscrizione del “Nuovo patto dei Sindaci per il clima e l’energia”, l’iniziativa che mette in rete le Città europee per ridurre l’impatto ambientale dei centri urbani con l’obiettivo di raggiungere entro il 2050 la neutralità energetica.
Si tratta di un percorso difficile che parte da una progressiva riduzione delle immissioni inquinanti e che, allo stesso tempo, deve essere in grado di predisporre strumenti di contrasto alle nuove forme di povertà. L’attuazione di questo cambio di prospettiva necessita di investimenti impensabili per un Ente locale. Per questa ragione le Città aderenti al patto potranno accedere a finanziamenti dedicati stanziati dall’Unione Europea.
“La sfida sul clima – spiega il Sindaco Antonello Denuzzo – riguarda tutti, dai cittadini ai decisori politici. Non si tratta solo di preservare l’ambiente, ma anche di operare scelte che incideranno sull’economia. A tal proposito è sufficiente guardare cosa sta accadendo con i prezzi del gas e dell’elettricità ed ai costi, anche in termini di vite umane, frutto del cambiamento climatico.”
Il tema dell’efficientamento energetico, sino ad oggi, è stato un aspetto centrale dell’azione amministrativa con importanti investimenti per il miglioramento degli edifici pubblici.
Paradigmatico in tal senso è quanto sta avvenendo nel Terzo Istituto Comprensivo. Qui, grazie ad un finanziamento di quasi 6 milioni di euro, è in corso un intervento nei plessi San Francesco e di Viale Abbadessa che prevede, tra le altre cose, la sostituzione degli impianti, la realizzazione di un cappotto termico, la sostituzione degli infissi e l’installazione di un impianto fotovoltaico per la produzione di acqua calda e di energia elettrica pulita.
Discorso analogo per la riduzione dei flussi di traffico di veicoli privati che incidono pesantemente sull’inquinamento della Città. Su questo fronte l’Amministrazione Comunale, oltre ad aver adottato due documenti urbanistici quali il PUMS ed il PUMC, ha avviato una serie di iniziative per favorire l’uso di mezzi alternativi per gli spostamenti urbani. Si è cominciato con il bike sharing gratuito, mentre ora si è al lavoro per la realizzazione di nuove infrastrutture ciclabili che presto prenderanno forma grazie ad alcuni finanziamenti ottenuti.
“Il cambiamento delle abitudini è fondamentale per consegnare ai nostri figli una Città amica. Il futuro – conclude il Sindaco – lo decidiamo oggi e abbiamo la responsabilità di fare del nostro meglio.”
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4 ottobre San Francesco, Enpa lancia petizione on line per riduzione Iva per cibo e spese veterinarie
Dopo aver raccolto lo scorso weekend migliaia di firme per la riduzione dell’Iva su cibo per animali e spese veterinarie in occasione della Giornata degli Animali Enpa 2022, oggi nella giornata di San Francesco, l’Ente Nazionale Protezione Animali lancia la stessa petizione in modalità online-
“Oggi nel giorno di San Francesco – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa -si celebrano gli animali ma diciamo la verità c’è poco da festeggiare. Sono aumentati gli abbandoni di cani e gatti e le cessioni sono sempre più numerose. Dal primo gennaio al 30 settembre sono 17585 i cani ospiti nei nostri rifugi e 39752 i gatti accuditi tra gattili e colonie feline e l’anno deve ancora finire! E purtroppo le adozioni sono in grande calo. Inoltre i casi di violenza e maltrattamento di animali che le nostre Guardie Zoofile Enpa e i nostri volontari sul territorio intercettano sono sempre più frequenti. Solo quest’anno l’ufficio legale Enpa ha presentato attraverso l’avvocato Enpa Claudia Ricci oltre 230 denunce, più di 50 costituzioni di parte civile, 40 diffide e ottenuto 42 condanne, senza considerare gli innumerevoli decreti penali di condanna applicati. Proprio domenica scorsa mentre i nostri volontari erano nelle piazze per raccogliere firme e sensibilizzare al tema della tutela, sono arrivate tante segnalazioni. I commissari di Enpa Santa Croce Camerina hanno risposto alla richiesta di aiuto per un rottweiler abbandonato in strada usato come bersaglio di freccette che aveva ancora gli aculei conficcati nel corpo. Nel frattempo l’Enpa Val della Torre rispondeva ad una chiamata di un cittadino che minacciava di uccidere il proprio cane se la volontaria non fosse andata a penderlo perché aveva morso i mobili della stanza del bimbo. Evidentemente la perdurante crisi di questi ultimi anni ha imbarbarito i comportamenti: non siamo diventati migliori, al contrario i comportamenti nei confronti degli animali indicano che stiamo attraversando un periodo buio nella nostra esperienza umana”.
“Le storie di animali ceduti per motivi economici – continua Carla Rocchi - sono davvero tante. Proprio ieri mi mandavano le foto dell’ultimo arrivato, Kobe. Un cucciolo di 5 mesi adottato privatamente: la crisi economica, il costo quotidiano e l’incertezza di come arrivare a fine mese hanno i spinto i proprietari a rivolgersi all’Enpa dopo appena due mesi. Mantenere un cane in buona salute costa circa 120 euro al mese, quando poi subentrano malattie e problemi di salute i costi lievitano notevolmente. Solo dall’inizio di quest’anno Enpa ha aiutato oltre 1000 famiglie in difficoltà attraverso il progetto dedicato Enpa Rete Solidale. Le richieste che arrivano ai nostri ambulatori sociali e alle nostre sezioni sono davvero tante, sintomo che le famiglie che accolgono un animale sono sempre più in affanno”. L’Ente nazionale Protezione Animali ha ambulatori sociali a Roma, Trieste, Perugia, Milano, Lecce e Torino. Solo quello di Roma dall’inizio dell’anno ha risposto alle richieste delle persone in difficoltà attraverso più di 500 interventi.
“Purtroppo quest’estate abbiamo riscontrato un aumento del 15% delle cessioni di pet alle nostre strutture. Tra le cause principali – afferma Carla Rocchi - c’è proprio il fattore economico che incide quasi per il 50% delle cessioni. Facciamoci sentire e invitiamo tutti quelli che conosciamo a firmare la petizione al Governo italiano per la riduzione dell’Iva al 10% per le spese di cibo e prestazioni veterinarie. Bisogna aiutare subito le famiglie. Per questo non c’è tempo da perdere”. Guarda il video: https://youtu.be/zxdObrCC1Z8
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COLDIRETTI PUGLIA, AL VIA RACCOLTA OLIVE IN PUGLIA
OLIO: COLDIRETTI PUGLIA, AL VIA RACCOLTA OLIVE IN PUGLIA; QUINTUPLICATI COSTI ENERGIA PER OLIVICOLTORI E FRANTOIANI.
Torna l’olio nuovo in Puglia con il via alla raccolta di olive in un’annata caratterizzata dalla siccità che ha dimezzato la produzione di ottima qualità, mentre l’esplosione dei costi mette in ginocchio le aziende agricole. E’ quanto emerge dal report “2022, la guerra dell’olio Made in Italy” di Coldiretti Puglia diffuso in occasione dell’avvio della raccolta delle olive 2022/2023 in un anno profondamente segnato dai cambiamenti climatici e dai rincari di energia e materie prime che pesano su aziende e famiglie.
Nel cuore dell’olivicoltura italiana, si rischia un taglio fino al 50% a causa prima delle gelate fuori stagione in primavera e poi dalla siccità, mentre continua a perdere terreno il Salento – denuncia Coldiretti Puglia – a causa della Xylella, che ha bruciato un potenziale pari al 10% della produzione nazionale.
Nella culla della produzione olivicola – stima Coldiretti Puglia - rispetto alla campagna precedente nella provincia della BAT sulla fascia costiera (Barletta, Trani e Bisceglie) la riduzione potrebbe aggirarsi intorno al 20-30%, mentre in area interna la riduzione di produzione dovrebbe essere intorno al 50%, come in provincia di Bari, dove il buon livello di fioritura a cui è seguita una fase di allegagione apprezzabile sono stati vanificati dalle alte temperature e dalla siccità registrata durante l’intero periodo estivo. In provincia di Foggia gli oliveti – aggiunge Coldiretti Puglia - sono riusciti a resistere alla siccità e alle alte temperature, la l’esorbitante aumento dei prezzi delle materie prime, insieme alla scarsità di manodopera ha provocato una contrazione dell’utilizzo delle materie prime e della manodopera stessa hanno inciso negativamente sulla gestione degli oliveti. Calo fino al 50% della produzione di olive in provincia di Taranto, con il lungo periodo di siccità, le alte e prolungate temperature estive e le grandinate in alcune aree – spiega Coldiretti Puglia - che hanno avuto ripercussioni negative sia durante la fioritura che l’allegagione. I costi di produzione sono triplicati e la mancanza di manodopera sia per la coltivazione dei terreni sia per l’apertura dei frantoi penalizza gravemente il settore olivicolo – oleario.
In provincia di Brindisi la raccolta subirà una riduzione generale del 20-25% a causa degli eventi atmosferici, con particolare riferimento al lungo periodo di mancanza di precipitazioni e temperature elevate che si sono susseguite nei mesi scorsi. Tale fenomeno, negli oliveti condotti in asciutto e particolarmente negli oliveti secolari, ha determinato stress idrici che inevitabilmente si sono tradotti in una diminuzione del prodotto, oltre alla continua avanzata della Xylella fastidiosa, con la presenza sempre più numerosa di oliveti con evidenti disseccamenti caratteristici dell’infezione dovuta al batterio. Nella parte sud del territorio provinciale tale fenomeno interessa oramai tutti gli oliveti con conseguenze anche sulla produzione ed una diminuzione del prodotto che in tali comprensori raggiunge oltre il 50% rispetto alle annate precedenti. A causa della Xylella fastidiosa sono andate perse – insiste Coldiretti Puglia - 3 olive su 4 in provincia di Lecce con il crollo del 70% della produzione di olio di oliva anche nell’annata 2022 con il crollo produttivo divenuto incontrovertibile dal 2015 ad oggi, mentre sono state registrate forti problematiche sui nuovi impianti di olivo causate dai forti attacchi di Oziorrinco e di Cicale.
“Non è più rinviabile un piano strategico nazionale dell’olivicoltura che metta al centro le aziende che sono sul mercato, producono reddito e occupazione, oltre al recupero dei tanti uliveti abbandonati che devono essere rinnovati per ridare ossigeno e speranze ai territori, proseguendo a livello internazionale la battaglia per tutelare la qualità del nostro olio extravergine d’oliva, cercando di cambiare anche alcuni parametri che penalizzano i nostri agricoltori già vessati dal cambiamento climatico e dall’aumento sconsiderato dei costi energetici. Il futuro dell’olio italiano passa da questi interventi fondamentali per tutelare un prodotto simbolo del Made in Italy”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Con l’esplosione dei costi aumentati in media del 50% nelle aziende olivicole, in particolare – continua Coldiretti regionale – i rincari diretti e indiretti determinati dall’energia vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio nelle campagne mentre il vetro costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra anche un incremento del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica. Olivicoltori e frantoiani sono costretti a fronteggiare l'incremento dell'elettricità, i cui costi sono quintuplicati.
“A pesare sulla produzione regionale è stata una siccità devastante mai vista negli ultimi 70 anni che ha messo in stress idrico gli uliveti danneggiando prima la fioritura e poi le gemme, soprattutto in quelle zone dove non si è potuto intervenire con le irrigazioni di soccorso per dissetare e rinfrescare le piante. Ma diverse aziende hanno deciso di non intervenire per gli elevati costi di carburante, elettricità, service e prodotti di supporto alla nutrizione dei terreni. Salva la qualità, con l’Italia che può vantare il più ricco patrimonio di varietà di olii a livello mondiale”, aggiunge Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia.
Per sostenere le produzioni nazionali, resistere ai cambiamenti climatici e difendere la sovranità alimentare nazionale e la dieta Mediterranea di cui l’olio è componente fondamentale – afferma Coldiretti Puglia - occorrono un piano strategico per la realizzazione di nuovi impianti olivicoli con varietà italiane, risorse per contrastare l’aumento vertiginoso dei costi di gestione delle aziende agricole e realizzare nuovi sistemi di irrigazione ma – incalza Coldiretti Puglia - servono anche opere infrastrutturali di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e gestirne l’utilizzo quando serve.
Il consiglio di Coldiretti per sostenere le aziende italiane è non cadere nell’inganno del falso Made in Italy è quello di scegliere verificando attentamente l’etichetta. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati – aggiunge Coldiretti – è quasi impossibile nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta – precisa la Coldiretti– è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile tanto che i consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.
Occorre intervenire per salvare un patrimonio unico del Paese con milioni di piante che tutelano l’ambiente e la biodiversità ma anche un sistema economico che vale oltre 3 miliardi di euro grazie al lavoro di un sistema di 400mila imprese tra aziende agricole, frantoi e industrie di trasformazione che producono un alimento importante per la salute che non deve mancare dalle tavole degli italiani, conclude Coldiretti nel sottolineare l’obiettivo di rilanciare una produzione nazionale dell’olio d’oliva messa a rischio anche dal Nutriscore sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali come l’olio d’oliva che è uno dei pilastri della Dieta Mediterranea conosciuta in tutto il mondo grazie agli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute.
Appiaday 2022 in difesa e valorizzazione del Cillarese
Per Appiaday 2022, le associazioni Cicloamici, Amici Bike Mesagne, l’Istituto Epifanio Ferdinando con il patrocinio del Comune di Mesagne del Comune di Brindisi, della Provincia di Brindisi e con il sostegno del Consorzio ASI Brindisi, hanno proposto un itinerario culturale in bicicletta tra Mesagne e Brindisi.
L’itinerario ha permesso di apprezzare la bellezza dell’area naturalistica del bacino del Canale Cillarese che costituiva nel passato un crocevia, punto di incontro dell’Appia Traiana, dell’Appia Antica e della vecchia “Francavilla Brindisi”.
Raduno e partenza da Piazza Vittorio Emanuele II con il saluto del sindaco Toni Matarrelli degli assessori e tecnici del Comune. Il Comune di Mesagne ha profuso un grande impegno per organizzare una giornata fitta di impegni e proposte: visite guidate apertura dei musei e siti archeologici. Agli sportivi accorsi in piazza per gli itinerari podistici e cicloturistici l’Amministrazione Comunale ha addirittura offerto le magliette serigrafate. L’amministrazione comunale ha anche provveduto alla scorta di podisti e ciclisti grazie alla polizia urbana e di auto per le emergenze mediche.
In foto raduno e partenza del convoglio di biciclette in Piazza Vittorio Emanuele. Saluto e foto di gruppo con il sindaco Toni Materrelli ed il suo inseparabile consulente Mimmo Stella.
L’allegra comitiva ha percorso in mezza giornata 40Km per strade asfaltate e sterrate. Pedalata tranquilla e affascinante per assaporare la bellezza dell’agro di Mesagne e Brindisi ripercorrendo la storica Via Appia visitate le antiche masserie Masciullo, Casignano, Cillarese, traversando vigneti carciofeti e canneti con una visita guidata al canale Cillarese e ai suoi affluenti Galina e Capece e al parco Urbano del Cillarese che con i suoi 37 ettari è il più grande parco urbano di Puglia.
Giunti all’invaso del Cillarese, i cicloecologisti sono stati accolti dal presidente del Consorzio ASI dott. Vittorio Rina. Il dottor Rina ha descritto le funzioni e la storia dell’invaso e le azioni del consorzio. Ha quindi esposto i progetti ambiziosi per l’apertura e la fruizione dell’invaso a monte e a valle della diga. Massima convergenza e risonanza tra i progetti dell’ASI e la vision dei cicloecologisti che hanno indicato come per il bacino del Cillarese, la candidatura a patrimonio Unesco dell’Appia sia una opportunità unica di rilancio e visibilità. Con il Cillarese a fare da crocevia tra la Appia Traiana con il suo ponte sul Canale del Cillarese e la Fontana Tancredi a poche centinaia di metri.
In foto sopra il momento dell’incontro con il presidente ASI Vittorio Rina. Il presidente Rina, che è anche ciclista ha ricevuto dai cicloamici la maglietta sociale con l’illustrazione di Alberto Marescotti.
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Venerdi 7 ottobre Consiglio Comunale
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE
Visto il D.Lgs. 267/2000;
Visto lo Statuto Comunale;
Visto il Regolamento per il funzionamento e l’organizzazione del Consiglio Comunale;
Sentita la Conferenza dei Capigruppo in data 3 ottobre 2022;
C O N V O C A
il Sindaco Antonio MATARRELLI
i Consiglieri Comunali Vincenzo CARELLA, Alessandro CESARIA, Antonio COLUCCI CARLUCCIO, Cataldo CRUSI, Salvatore Carmine DIMASTRODONATO, Carlo FERRARO, Giuseppe INDOLFI, Pompeo MOLFETTA, Emanuele PEREZ, Mauro Antonio RESTA, Francesco Michele ROGOLI, Rosanna SARACINO, Sante Vincenzo SICILIA, Antimo SPORTELLI, Luigi VIZZINO
per il Consiglio Comunale che si terrà nell’Aula Consiliare di Palazzo di Città – venerdì 7 ottobre 2022 – ore 15.00 per discutere gli argomenti di cui al seguente ordine del giorno:
1) Comunicazioni del Presidente del Consiglio comunale
2) Comunicazioni del Sindaco
3) Comunicazioni dei Consiglieri comunali
4) Surroga del Consigliere comunale dr. Pompeo Molfetta
5) Approvazione modifiche al Regolamento della Polizia Locale di Mesagne approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n.64 del 13.12.2018
Si invia p.c. al Segretario Generale, agli Assessori Comunali Semeraro Giuseppe, D’Ancona Roberto, Mingenti Antonio, Saracino Maria Teresa, Scalera Anna Maria, ai Sigg.ri Consulenti del Sindaco: Antonio Calabrese, Marco Calò, Maurizio Piro, Domenico Stella, al Collegio dei Revisori, alla Prefettura, al Commissariato di P.S., al Comando Stazione Carabinieri, al Comando Vigili Urbani, alle R.S.U aziendali, agli Organi di stampa locali, ai Responsabili delle Aree, all'Ufficio Messi.
Ai sensi dell’art. 38 del Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale, gli atti e la documentazione inerente gli argomenti iscritti all’ordine del giorno, sono depositati presso l’Ufficio di Segreteria.
AL VIA LA CANDIDATURA DELLA VIA APPIA A PATRIMONIO DELL'UMANITÀ
AL VIA LA CANDIDATURA DELLA VIA APPIA A PATRIMONIO DELL'UMANITÀ, presentata dal Ministero della Cultura nell'ambito di tourisma.
Mesagne. Chiude Pinsarium, i giovani gestori gettano la spugna
Questa la nota con cui i giovani gestori si sono congedati dai loro clienti:
In questo mondo con la política ormai sempre piu’ neoliberale, globalista, al servizio Di Washington, delle multinazionali, del capitalismo e degli speculatori dove non si difende piu la piccola impresa , PINSARIUM decide di chiudere i battenti , aspettando tempi migliori. Noi non Ci stiamo a sostenere le speculazioni Di aziende nelle mani Di multinazionali , di cui lo stato ha quote di partecipazione , con sedi in Olanda o in altri paradisi fiscali mentre noi piccole realta’ siamo vessati dalle imposte, dalle speculazioni, e dall’inflazione! Il disegno del nuovo ordine mondiale è sempre piu al punto di arrivo! Neoliberalismo : Dare ai piu ricchi togliendo ai piu poveri, tutelare i parassiti Della finanza martoriando lavoratori e ceti medi! La crisi come arte di governo permette di neutralizzare tanto il senso delle alternative possibili, quanto l’eventualità di un confronto democratico che le vagli razionalmente in modo argomentato. E il cambio di rotta delle elezioni non ci conforta affatto! Nel quadro del capitalismo globalizzato purtoppo destra e sinistra al governo non potranno fare nulla, dacche’ le decisioni vengono prese in modo non democratico,sul piano internazionale, da gruppi privati come fmi o bce! Ci fanno credere di poter scegliere votando ma a nulla servirá! A malincuore quindi la nostra scelta è questa. L’emergenza a nostro avviso non finirà, giacché Essa è il nuovo metodo di governo neoliberista! Stiamo vivendo in un epoca di laboratorio di assetti sociali, economici e politici! Grazie a tutti I nostri clienti per il supporto ricevuto! Con la convinzione di tornare piu grandi piu forti e piu accoglienti di prima! Un saluto Ivan santoro administratore unico Pinsarium mesagne!
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La Commissione Sanità della Regione Puglia è impegnata a creare le condizioni ideali perché si giunga ad una conclusione positiva della vertenza che vede coinvolti 64 lavoratori della provincia di Brindisi di Sanitaservice a cui il 30 settembre non è stato rinnovato il contratto.
Dragaggio porto Villanova, Amati: “C’è un clamoroso ritardo da colmare. Io ci sono a dare una mano”
“Sul progetto di dragaggio del porto di Ostuni-Villanova, ammesso a finanziamento per euro 1.746.000, si registra un clamoroso ritardo nel procedimento, mettendo a rischio l’intero finanziamento. Le opere dovrebbero infatti terminare entro il 31 dicembre 2023.
Alla fine della riunione c’è stata una presa d’atto del ritardo da parte della Commissione straordinaria, con l’impegno a recuperare il tempo perduto. Il mio impegno e della Commissione sarà diretto a dare più di una mano nel raggiungimento dell’obiettivo, alla ovvia condizione di ottenere la collaborazione promessa dal Comune di Ostuni.
Restiamo in attesa, inoltre, di un progetto e stima dei costi per la messa in sicurezza del porto, sicché con il dragaggio possa assumere una veste degna della sua missione. Su tutto abbiamo aggiornato i lavori al primo lunedì del prossimo dicembre”.
Lo dichiara il presidente della Commissione regionale bilancio e programmazione Fabiano Amati.
“L’ammissione a finanziamento fu determinata il 26 gennaio 2021, con la sottoscrizione in data 17 marzo 2021 del disciplinare e relativo cronoprogramma.
I tempi erano stati così scanditi: progettazione entro il 31.12.2021; procedure affidamento lavori entro il 31.3.2022; sottoscrizione del contratto entro il 30.9.2022; avvio delle attività entro il 31.12.2022; completamento dell’attività e operatività dell’intervento entro il 31.12.2023.
Sino alla data del gennaio 2022, così come riferito dal Prefetto Tiziana Costantino della Commissione straordinaria, nessuna attività era stata compiuta, tant’è che in data 30.3.2022 era richiesto e ottenuto dal Comune di Ostuni l’aggiornamento del cronoprogramma, così scandito: progettazione entro il 31.07.2022; procedure affidamento lavori entro il 30.11.2022; sottoscrizione del contratto entro il 28.2.2023; avvio delle attività entro il 31.03.2023; completamento dell’attività entro il 3.11.2023; operatività dell’intervento entro il 31.12.2023.
Purtroppo anche il primo termine, così come prorogato, non è stato rispettato, determinando uno slittamento non ancora formalizzato. Nonostante ciò, la Commissione straordinaria si è impegnata al rispetto del termine finale del 31.12.2023.
A questo punto ritengo di verificare passo dopo passo le attività, tant’è che già per il prossimo 5 dicembre sarà riconvocata la Commissione per ogni più opportuna verifica. Allo stato delle cose non possiamo permetterci di perdere un finanziamento importantissimo per Ostuni e la sua portualità.
Ringrazio la Lega navale di Ostuni, in persona del suo presidente Stefano Latini, e il Consorzio operatori portuali di Villanova, in persona del suo presidente Antonello Solito, per il costante monitoraggio offertoci”.
Pesca industriale, mozione Pagliaro: “Zone cuscinetto in mare, proibite alle motonavi per impedire la mattanza di interi banchi”
Nota del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani.
“Creare zone cuscinetto nelle acque del Salento e della Puglia, in corrispondenza delle secche tra i 20 e i 40 metri di profondità, dove i pesci si concentrano per riprodursi, vietando lo stazionamento delle motonavi da pesca. È l’impegno che chiedo al presidente e alla giunta regionale, nella mozione che ho presentato. L’obiettivo è impedire che interi banchi di pesce possano essere localizzati e trascinati al largo con l’uso di luci e sonar, per poi essere messi in trappola con il cianciolo in una sola retata. Le zone cuscinetto possono essere uno scudo a tutela dei mari salentini e pugliesi che rischiano di trasformarsi in deserti d’acqua, e per sostenere la piccola pesca locale che rimane a reti vuote, mentre quella industriale – effettuata con imbarcazioni oltre i 24 metri e con reti a strascico o da circuizione – rastrella l’80 per cento del pescato. Tra il golfo di Venezia e il canale d’Otranto si concentra il 47% dell’intera flotta di pesca industriale italiana e da questo mare proviene il 50% dei nostri prodotti ittici, ma molti stock sono in progressivo esaurimento. Il 75% delle specie studiate nel Mediterraneo sono pescate ad un ritmo maggiore rispetto alla capacità di riproduzione: lo dice l’ultimo Rapporto biennale della FAO pubblicato nel 2020.
In particolare nella pesca col cianciolo vengono spesso impiegate fonti luminose che servono ad attirare interi banchi di pesci sotto le motonavi. Così, quando il banco è ben compatto, viene catturato senza scampo e finiscono in rete anche diverse tonnellate di pesce. A farne le spese non è solo il mare letteralmente depredato, ma anche il comparto della pesca locale che dà da mangiare a tantissime famiglie salentine.
È vero che la tecnica del cianciolo è consentita da una legge dello Stato (il Dpr 1639 del 1968) ma è anche vero che quando fu approvata, 54 anni fa, lo stato dei mari era ben diverso, lontano dalla minaccia dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici, e senza la pressione sempre più forte della pesca industriale.
Le zone cuscinetto che chiedo di istituire con la mia mozione, nei mari salentini e pugliesi, sono in pratica aree circolari con raggio di tre miglia dai punti più alti delle secche con profondità dai 20 ai 40 metri, da bandire allo stazionamento dei pescherecci industriali. Continuerebbero invece ad essere accessibili alle piccole imbarcazioni da pesca, che praticano tecniche non invasive. Ciò favorirebbe le aggregazioni riproduttive, in un’ottica di pesca sostenibile e di salvaguardia della risorsa ittica, come indicato nella relazione di consulenza tecnica inviata a gennaio scorso alla Procura di Lecce dal Dipartimento di Ecologia Marina Integrata della Stazione Zoologica di Napoli (ottavo ente di ricerca al mondo nel campo della biologia marina).
Difendiamo il nostro mare, perché se non porremo freni al saccheggio in atto, diventerà presto un deserto”.
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