Redazione
Causa maltempo Fortunato cambia casa
Cambia casa dopo tanti anni Fortunato, l’asinello delle isole Tremiti, adottato da un agriturismo e masseria didattica della penisola pugliese, per garantirgli cibo, cure e strapparlo alla furia del maltempo che, con i collegamenti interrotti o a singhiozzo rendevano sempre più difficile accudirlo. A darne notizia è Coldiretti Foggia che ha trovato vitto e alloggio all’asino più amato dai turisti delle Isole Tremiti, anche chiamate Diomedèe.
La mascotte delle Isole Tremiti, dunque, sarà adottato dalla Fattoria Rovello, la masseria didattica di San Paolo di Civitate, dove già da anni gli animali vivono in simbiosi con i bambini che si divertono ad accarezzarli e dare loro da mangiare, accompagnati nel ‘battesimo della sella’ per montare cavalli, puledri e dalla prossima settimana anche l’asinello Fortunato, che diverrà ben presto l’eroe buono della masseria Rovello.
La presenza dolce ed empatica dell’asino Fortunato sulle Isole Tremiti è stata raccontata anche dallo scrittore e narrastorie salentino Rocco Baccadamo che a Fortunato, dalo stesso ribattezzato Biagio, ha dedicato il racconto ‘Isole Tremiti: l’asino di Diomede’.
“Attualmente nell'isola c'è, ed è divenuto una realtà, questo simpatico e quieto compagno a quattro zampe – scrive Boccadamo - ormai familiare ai più dei frequentatori” e spiega “Il quadrupede staziona normalmente in prossimità della rete di recinzione del campo e sembra voler fraternizzare con i turisti di passaggio, dai quali si aspetta, e talora riceve, qualche assaggio di cibo. Mentre lo ammiravo intento a brucare ciuffi di erba fresca e profumata di pioggia, stamani mi è venuto in mente di battezzare formalmente l'amico equino delle Tremiti, imponendogli il nome di Biagio..”.
In Puglia la razza di asini più nota è quella di Martina Franca – conclude Coldiretti Puglia - una delle otto razze asinine italiane riconosciute per legge, oltre a quelle non riconosciute, quali ‘l’asino pugliese’, con le sottorazza della Basilicata, della Calabria e delle Marche e l’asino Leccese.
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Maltempo. Si contano i danni in agricoltura
Dopo il vento e la pioggia, che domenica hanno sferzato in lungo e in largo la provincia di Brindisi, adesso è tempo per iniziare a contare i danni provocati dal maltempo in agricoltura. Già, iniziare. Perché vi sono alcuni danni che sono evidenti altri, invece, che si potranno constatare solo tra qualche settimana. È il caso di diverse colture orticole e frutticole. L’ammontare dei danni, tuttavia, è ingente. La campagna olivicola è in forte depressione dopo le speranze degli olivicoltori, oggi ormai vane, di molire olive qualitativamente sane e ottenere olii di eccellente qualità. Purtroppo, a causa del maltempo, anche la piana degli olivi secolari ha subito danni notevoli. L’agricoltura, ancora una volta, è in ginocchio.
Secondo il pluviometro del Comune di Mesagne nella giornata di domenica sono caduti 25 millimetri di pioggia mentre dallo scorso mese di settembre i millimetri sono stati 235. Molti i danni causati anche dal forte vento che nel pomeriggio di domenica ha raggiunto i 60 chilometri orari. La Protezione civile regionale aveva diramato un avviso arancione di “allerta meteo” a causa del forte vento. E per le prossime ore la situazione è tutt’altro che meteoricamente stabile. Dal pomeriggio di oggi, infatti, sono previsti venti a circa 50 chilometri orari con probabile piovaschi.
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Mesagne. Più che vandali sono barbari. Le indagini sulla fontana della villa comunale
Più che vandalizzata la villa comunale di Mesagne è stata barbarizzata. Non si possono chiamare diversamente, infatti, coloro che hanno imbrattato alcuni manufatti storici della villa con scritte realizzate con dello spray. Oltre a un’antica colonnina decorativa i barbari se la solo presa con la bella fontana che si trova al centro della villa comunale imbrattandola con immagini indecorose. Ieri mattina gli operai del Comune si sono muniti di stracci e solventi e hanno cancellato gli obbrobri. Solo dalla parte esterna della fontana. Internamente, evidentemente, non hanno ritenuto di dover cancellare nulla poiché le immagini non sono a vista. Decisione tecnica, per la verità, alquanto discutibile e certamente condivisibile a parere di coloro che hanno assistito ai lavori di pulizia. Tuttavia, c’è una fioca speranza che i barbari, probabilmente di età giovanile, possano essere stati ripresi dalle telecamere che vi sono nel polmone verde cittadino.
È la strada che stanno seguendo i vigili urbani per dare un volto a questi fantomatici imbecilli. Dunque, ha destato scalpore tra i cittadini l’azione vandalica che qualcuno ha portato a segno nella villa comunale dove, con una bomboletta a spray di colore nero, ha imbrattato principalmente la fontana che si trova al centro del bel polmone verde di Mesagne. Oltre a qualche scritta si sono messi a disegnare immagine indecorose specialmente in un luogo in cui giornalmente vi passeggiano intere famiglie con bimbi. Gli imbecilli, non contenti di aver vandalizzato la fontana, hanno rivolto la loro furia a una colonnina che si trova nel viale centrale che ha subito la medesima sorte. La scoperta, e la denuncia dei fatti, è stata fatta dai cittadini che giornalmente passeggiano in villa e si sono accorti dell’obbrobrio. Per la verità la città, in questi giorni, sembra essere nella morsa di gente incivile, avvezza a rispettare non solo le regole, ma addirittura le stesse persone. Ieri mattina, ad esempio, un centauro a bordo di una moto cross ha più volte dribblato la coda automobilistica che si era formata in via Diego Ferdinando salendo sul marciapiede e percorrendola a tutta velocità.
Stessa cosa su via Roberto Antonucci. Per non parlare della auto posteggiate, un po' ovunque, in maniera selvaggia che impediscono la normale circolazione stradale. Purtroppo, l’esiguità degli agenti di polizia locale a disposizione del comando non permette un controllo attento dell’intero territorio urbano ed extraurbano. Tuttavia, con il nuovo anno il comando dovrebbe rafforzarsi con l’arrivo di nuovi vigili, due motociclette e un fuoristrada. “Onestamente non riesco a spiegarmi questa furia da parte di individui che hanno deturpato la fontana della villa comunale – ha spiegato il comandante della polizia locale, Teodoro Nigro – da parte nostra abbiamo già avviato un’indagine tesa a individuare i responsabili di tali deplorevoli fatti. Speriamo che le telecamere di videosorveglianza possano aver ripreso i vandali in maniera tale da inchiodarli alle loro responsabilità”.
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“Accessibilità Universale - il volontariato progetta e fa progettare”
“Accessibilità Universale - il volontariato progetta e fa progettare”, il CSV Brindisi Lecce promuove un incontro online mercoledì 9 dicembre.
Si svolgerà mercoledì 9 dicembre, con inizio alle ore 17,00 su piattaforma Zoom, l’incontro online “Accessibilità Universale - Il volontariato progetta e fa progettare”, organizzato e promosso dal CSV Brindisi Lecce, Volontariato nel Salento, insieme all’Ambito Territoriale Brindisi 4.
Si discuterà sul tema dell’accessibilità come parola chiave che può raccogliere gli sforzi di tutti per una migliore qualità della vita, sul concetto di “universal design” come faro che deve guidare le politiche urbanistiche e sociali di tutte le istituzioni. Le istituzioni hanno i loro doveri, ma gli ETS, Enti del Terzo Settore, rivestono un ruolo importante per progettare e accompagnare la progettazione dii spazi, luoghi, servizi ed idee che sappiano accogliere veramente tutti.
Dopo i saluti di Toni Matarrelli, presidente A.T.S. Br/4 e sindaco di Mesagne, sarà Cesare G. Spedicato del CSV Brindisi Lecce ad aprire e coordinare i lavori. Antonio Calabrese, consulente istituzionale dell'Ambito, si occuperà della parte introduttiva, mentre Stefano Maurizio (PEBA Piano Eliminazione Barriere architettoniche) relazionerà sul tema. E’ previsto l’intervento di Giovanna Bozzi, docente di Storia dell’Arte Liceo Artistico “Simone Durano” di Brindisi.
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Mesagne: l'antico ruolo del Convento dei Cappuccini e la sua rinascita a nuove funzioni
Mesagne, capoluogo della civiltà messapica, fino all'inizio dell'età moderna era un borgo rurale fortificato che comunicava con la campagna attraverso tre porte: Porta Grande e Porta Nova, ancora esistenti, e Porta Piccola, ormai scomparsa. Fuori del comparto abitato, ad una certa distanza dalle porte cittadine, si erano localizzati alcuni conventi, tra cui quello dei Cappuccini a circa un chilometro da Porta Piccola. Fu uno dei primi nati in Puglia insieme con quelli di Gravina, Lecce, Taranto e San Giovanni Rotondo. I Cappuccini, giunti a Mesagne nei primi decenni del 1500 in quanto chiamati dall'arciprete (poi vescovo) Lucantonio Resta, si stanziarono in alloggi dei precedenti monaci basiliani presso la chiesetta di santa Maria di Stigliano, dove nel 1539 costruirono l'edificio che esiste attualmemte.
Essi s'inserirono in un ambiente che, restato profondamente feudale, aveva vissuto una delle pagine più nere della sua storia sotto il dominio di un feudatario (conte Alfonso Beltrama) particolarmente esoso e severo contro i trasgressori dei suoi editti, arrestandoli e spesso torturandoli nelle segrete stanze del Castello. I Cappuccini contribuirono a rasserenare e migliorare le condizioni della popolazione. Scelsero di stare tra la povera gente, poveri tra poveri, non vestendosi di povertà, ma condividendola. Furono un punto importante di riferimento per gran parte della popolazione sul piano spirituale e culturale. Predicarono nel paese, curarono le anime e svolsero un'importante opera di moderazione del lusso ostentato dai ricchi notabili, offensivo soprattutto in tempi di miseria. Predicarono regole di comportamento, a cui si attennero loro stessi per primi, che servirono a mitigare il lusso ostentato dalla classe feudale e a pacificare gli animi della comunità mesagnese.
Nel monastero alloggiarono personalità di grande fede e spiritualità, quali Giacomo da Molfetta (Molfetta, 25-10-1489 -Mesagne, 7-9-1561) e Angelo da Castellaneta, morto intorno al 1567, rispettivamente secondo e settimo ministro provinciale della provincia di S. Girolamo. Su Giacomo da Molfetta gli stessi suoi confratelli Cappuccini riferiscono che: "dopo quattro anni di sepoltura fu trovato il suo corpo incorrotto, che salava un soavissimo odore. Per l'alto concetto di santità, che lasciò di sé dopo la morte, il popolo di Mesagne gli eresse una statua, che fino al giorno presente [1730], si mira sul frontespizio della nostra chiesa di detta Terra". Celebre fu Padre Pietro da Mesagne, morto nel 1576 nella stessa città.
Il ruolo civile e religioso svolto da tale comunità di frati si può comprendere dalla relazione firmata dal Superiore Padre Francesco, al secolo Cosimo Passaro (*), il 9 dicembre del 1847, quasi in coincidenza con la festività dell'Immacolata. La coincidenza spinge a richiamarne l'attenzione sul ruolo svolto e su quello che l'antica istituzione religiosa continua a svolgere, per altre vie, ben altre vie, sul piano etico-culturale e scientifico. Nello scritto si legge «la fabbrica del convento, in buonissimo stato, contiene quasi un terzo di miglio di clausura bel custodito da alte muraglia» e che «in detto convento vi è stabilito uno studentato in cui si insegna Filosofia e Rettorica. In totale vi è un buon ordine, mantenuto da buoni Padri, che s'interessano, per quant'è possibile, e giusta la deplorabile attuale epoca, dell'Osservanza regolare, e Decreti Pontifici, di cui non se ne tralascia lettura nei tempi stabiliti». (*) Era parte di una Famiglia oggi rappresentata dai Paolelli.
A quella data, i frati che vivevano nel convento erano ventidue, di cui uno confessore utriusque, ossia per uomini e donne, quaresimalista; un altro, anch'egli confessore utriusque, quaresimalista e confessore speciale delle monache; altri due lettori e predicatori; un suddiacono e un professo. Il resto dei Cappuccini era costituito da sacerdoti che si occupavano a officiare i riti festivi nelle chiesette sparse nelle campagne, che allora erano abbastanza diffuse. Esse sorgevano isolate, dove erano state erette da fedeli in seguito a particolari voti, oppure erano annesse alle grandi masserie baronali. Vi erano anche una decina di studenti e laici, presumibilmente chiamati alla vocazione sacerdotale.
Parecchi dei frati appartenevano a famiglie mesagnesi (Passaro, Destino, Pasimeni, Agnello, Ciccarese, Olivieri, Rocoli, Giardino) o di Latiano (Morgese, Montanaro, D’Ambrosio, Carella, Baldari, Bianco), oppure da famiglie di luoghi un po’ più lontani (Cordella, Venezia, Mazzarella, De Luca, Carone), alcune delle quali appartenenti anche all'aristocrazia economica e sociale. Essi, quindi, avevano lasciato l'agiata vita familiare per dedicarsi al popolo. Anche a Mesagne, alcune piazze e vie ricordano i nomi di tali antiche famiglie, e fra esse anche gli Albricci che contribuirono alla costruzione del Convento.
Nel 1866 il convento, come tanti altri, fu soppresso dal giovane Regno d'Italia che incamerò i beni ecclesiastici. Alcune parti del suo patrimonio culturale però sono rimaste, come i 1925 volumi confluiti nella Biblioteca civica di Mesagne, le tele con la rappresentazione del Cristo Salvator Mundi, dei Tredici Apostoli, di S. Francesco d'Assisi e di San Lorenzo da Brindisi, ora conservate nella parrocchia della Santissima Annunziata.
Negli anni, la struttura ha assunto ruoli molto diversi da quelli per cui fu concepita. Fu usata come caserma delle Guardie Doganali di Brindisi e successivamente come scuola e poi asilo per i poveri. Inserita fra le proprietà del Comune di Mesagne, divenne carcere mandamentale, restandolo fino al 1971 quando ne fu decretata la chiusura. Sia il convento che l'annessa chiesa rimasero, quindi, abbandonati e utilizzati come deposito comunale fino a quando, grazie al Giubileo 2000, l’Amministrazione comunale del tempo reperì i finanziamenti per trasformarla in Casa del Pellegrino.
Dal 2007 il convento è tornato a svolgere il suo ruolo civico e culturale sotto altra veste, diventando catalizzatore culturale ed incubatore di futuro, con la ricerca e la formazione continua. Il Comune lo ha dato in comodato d'uso all'ISBEM (Istituto Scientifico Euro Biomedico Mediterraneo) di Mesagne che vi ha creato un ambiente accogliente, offrendo altresì servizi molteplici, anche multimediali, utili per l’innovazione sociale e la formazione avanzata.
Si ospitano studenti, ricercatori, docenti e innovatori di tutto il mondo, dando pure ospitalità ad alcune persone abbandonate dalle famiglie. Nell'ambito di programmi di ricerca, formazione e prevenzione - e sempre a titolo gratuito - ISBEM e COMEPER (Comitato Mesagne Per la Ricerca) effettuano esami e visite mediche, offrendo a studenti, laureandi, dottorandi e specializzandi l'opportunità di migliorare le loro competenze sul campo. In tal modo, si facilita il loro rapporto con il mondo scientifico, professionale ed industriale, incentivandone la creatività e le attività di innovazione nel Pianeta Salute, al contempo propugnando lo spirito di solidarietà ed invogliandoli soprattutto a lavorare incessantemente sempre per il Bene Comune.
Tutto ciò in analogia con il contesto di un vetusto convento dei frati Cappuccini che oggi diventa Monastero del Terzo Millennio per accogliere cittadini di buona volontà e per praticare il Paradigma del Dono. Il nuovo ruolo culturale, scientifico e sociale dell'edificio conventuale, non più dotato del suo muro di cinta, il notevole interesse storico-architettonico e la sopravvivenza di interessanti dipinti - che richiedono un urgente restauro - sono elementi che hanno consentito di sceglierlo come candidato al censimento dei “I Luoghi del Cuore” promosso dal FAI (Fondo Ambiente Italiano), in virtù dei bandi previsti per il 2021 grazie a cui si potranno reperire i fondi per rivitalizzare il patrimonio e i beni artistico-culturali del convento.
P.S.: per esprimere il proprio consenso, si può votare sul seguente sito web FAI oppure firmare sui moduli cartacei disponibili all’ISBEM, nei bar, negli esercizi commerciali mesagnesi e comunque scaricabili dal sito stesso. Il tutto entro il 15 Dicembre 2020, data in cui si dovrà raggiungere almeno 2000 voti, soglia per accedere ai bandi FAI 2021.
Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; 0831-713511; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; 338-6191300.
di Carmelo Formica, mesagnese,
docente emerito di Geografia Economica
Università Federico II di Napoli
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Covid a Mesagne. Oggi sono 120 i casi positivi
Oggi a Mesagne si registrano 5 nuovi casi e 10 guariti. Sono 120 le persone attualmente positive; 7 di loro sono ricoverate in ospedale, 2 con sintomi importanti.
Covid - 19. Oggi 1.001 casi positivi in Puglia, 78 in provincia di Brindisi con 1 decesso
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi lunedì 7 dicembre 2020 in Puglia, sono stati registrati 3.821 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.001 casi positivi: 278 in provincia di Bari, 78 in provincia di Brindisi, 462 in provincia di Foggia, 85 in provincia di Lecce, 100 in provincia di Taranto, 1 residente fuori regione, 3 casi di residenza non nota o attribuita sono stati riclassificati ed riattribuiti. (La Asl Bat non ha comunicato i dati relativi alle ultime 24 ore per problemi tecnici).
Sono stati registrati 24 decessi: 8 in provincia di Bari, 1 in provincia di Brindisi, 2 in provincia di Bat, 7 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce, 5 in provincia di Taranto.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 843.494 test.
17.028 sono i pazienti guariti.
46.578 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 65.342, così suddivisi:
25.446 nella Provincia di Bari;
7.298 nella Provincia di Bat;
4.706 nella Provincia di Brindisi;
14.840 nella Provincia di Foggia;
4.971 nella Provincia di Lecce;
7.653 nella Provincia di Taranto;
409 attribuiti a residenti fuori regione,
19 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
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Riapertura al pubblico dell’Archivio Storico comunale
Torre Guaceto Smart Innovation: workshop di presentazione dei risultati di progetto
Si terrà giovedì 10 dicembre prossimo il workshop di chiusura del progetto Innolabs Torre Guaceto Smart Innovation, finanziato dall’agenzia regionale InnovaPuglia. In virtù delle norme anti Covid 19, la riunione si terrà online e potranno parteciparvi tutti i soggetti interessati, collegandosi alla pagina di progettoundefined Prenderanno parte al workshop rappresentanti della Regione Puglia, del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, i partner UpCommerce, The digital box, Weave, Steel Minds, Università del Salento ed i consulenti che hanno seguito passo passo i lavori Cetma, Vivarch e Studio Fiore.
Avviato a febbraio 2018 e ora giunto a conclusione, il progetto ha visto alcune tra le più grandi società italiane sul fronte dell’innovazione tecnologica e della comunicazione impegnate per il raggiungimento di un obbiettivo comune, la promozione del turismo sostenibile nella Riserva Naturale dello Stato e Area Marina Protetta di Torre Guaceto.
In qualità di utente finale dei prodotti elaborati, il Consorzio ha guidato gli interventi e accolto le soluzioni innovative che permetteranno agli utenti dell’area protetta di goderne con maggiore facilità rispetto al passato e di fruirne anche a distanza.
Il partner UpCommerce illustrerà la piattaforma di prenotazione online degli eventi in natura realizzata e già attiva dalla scorsa estate. Gli esperti di The digital box mostreranno i contenuti inerenti il marketing e la comunicazione studiati per una migliore fruizione della riserva. Weave e Steel Minds presenteranno le piattaforme di gaming per adulti e bambini pensati appositamente per Torre Guaceto.
Sono stati due anni di lavoro intenso e senza sosta, malgrado le difficoltà legate al periodo emergenziale, i cui frutti rimarranno a disposizione di tutti gli estimatori di Torre Guaceto sia sul web, sia nel centro visite della riserva, Al Gawsit, presso la borgata di Serranova.
Il workshop inizierà alle 10 e si chiuderà alle 13.
“Invitiamo a partecipare quanti apprezzano la nostra area protetta - ha dichiarato Corrado Tarantino, presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto -, con questo progetto, gli esperti e le tecnologie si sono messi al servizio della tutela ambientale per aiutarci a proteggere e promuovere sempre meglio la riserva”.
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IN AGRICOLTURA MLN DI DANNI PER CAMPAGNE SOTT’ACQUA
MALTEMPO: COLDIRETTI PUGLIA, E’ CALAMITA’ IN AGRICOLTURA MLN DI DANNI PER CAMPAGNE SOTT’ACQUA; SOS GRANO, ORTAGGI E OLIVE. E’ calamità nelle campagne pugliesi, con milioni di euro di danni alle coltivazioni e agli allevamenti, con grano e foraggi per gli animali appena seminati spazzati via dall’acqua e dal fango, coltivazioni di ortaggi allagate e olive strappate dagli alberi per la furia del vento ma anche macchine e trattori nel fango e strade rurali franate. E’ quanto emerge dal primo monitoraggio effettuato da Coldiretti Puglia, dopo la forte ondata di maltempo che ha colpito la regione, soprattutto le provincie di Bari, Brindisi e Lecce.
Trombe d’aria e nubifragi in tutta la Puglia hanno colpito gli uliveti nel brindisino, soprattutto a Francavilla e Ceglie Messapica, strappando le olive pronte per la raccolta e trascinato via grano e foraggio appena seminati nel barese, con epicentro a Santeramo e Gioia del Colle, mentre in provincia di Lecce è stata registrata una tromba d’aria a Matino, mentre a Frigole e ad Ugento è andato perso il 50% degli ortaggi, sommersi dall’acqua.
Sono evidenti le conseguenze dei cambiamenti climatici, dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, come accaduto a partire da gennaio dove l’inverno bollente ha lasciato il posto ad una primavera pazza e ad un inizio di inverno bellente, dove si sono succeduti numerosi eventi estremi, secondo le elaborazioni su dati dell’European Severe Weather Database (ESWD), come 3 tornado di cui due in provincia di Bari e 1 in provincia di Lecce, 10 grandinate violente nel barese e sul Salento, 2 trombe d’aria nel barese e nel foggiano, frequenti nubifragi improvvisi, oltre alle nevicate di febbraio, le gravi gelate del 24 e 25 marzo scorsi e la violenta grandinata del 6 luglio scorso in provincia di Taranto, a Massafra, Castellaneta, Martina Franca, Manduria e Avetrana, con il nubifragio che nel foggiano ha distrutto in pochi attimi 300 ettari di pomodoro da San Severo ad Apricena, da Poggio Imperiale fino a Lesina, per finire alle grandinate e ai nubifragi che hanno colpito la Puglia tra settembre e novembre.
“Disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima – afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a caldo fuori stagione. In questo contesto è fondamentale riconoscere agli imprenditori agricoli un ruolo incisivo nella gestione del territorio, dell’ambiente e delle aree rurali”, conclude Muraglia.
Per questo è da rivedere a fondo – afferma Coldiretti Puglia – anche il meccanismo del Fondo di Solidarietà Nazionale per le calamità naturali che così com’è non risponde più alla complessità, violenza e frequenza degli eventi calamitosi.
Anche la gestione del rischio e le scelte in tema di assicurazioni in agricoltura vanno profondamente riviste – aggiunge Coldiretti Puglia - perché incidono sulla redditività e sulla liquidità delle imprese agricole, insieme alla corretta programmazione e gestione aziendale. I fenomeni estremi, oltre ad azzerare le produzioni, danneggiano piante e alberi, con una frequenza e una violenza che gli agricoltori non possono in alcun modo gestire e sopportare in solitudine.
Le evidenze climatiche di questi ultimi anni mostrano come soprattutto sulle colture più diffuse in Puglia, a partire da frutteti, uliveti, ortaggi in pieno campo, pomodori e cereali, sono gli andamenti climatici (pioggia persistente, mancanza di acqua prolungata e siccità, sviluppo conseguente di malattie ecc.) che determinano la diminuzione delle produzioni e quindi dei redditi.
La tropicalizzazione del clima con fenomeni violenti e controversi che si abbattono sulle campagne – conclude Coldiretti Puglia - ha provocato 3 miliardi di euro di danni in Puglia negli ultimi 10 anni.
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