Redazione

ANCHE LA PUGLIA SOSTIENE LA 31° EDIZIONE DELLA MARATONA RAI DI FONDAZIONE TELETHON, A NATALE SCEGLI IL DONO DELLA GENEROSITÀ: TORNA IL CUORE DI CIOCCOLATO TELETHON

PER LA RICERCA SCIENTIFICA SULLE MALATTIE GENETICHE RARE.

 

Quest’anno sarà possibile trovare il Cuore di cioccolato di Fondazione Telethon su Amazon.it per sostenere la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare, messa a dura prova nei mesi di emergenza legata al Coronavirus. Per conoscere le modalità per ricevere i Cuori di cioccolato sul territorio inoltre basterà contattare il coordinatore della propria Provincia.

Al via la campagna di Natale di Fondazione Telethon, con l’edizione numero trentuno della maratona sulle reti Rai che si aprirà il 12 dicembre. Sarà una settimana all’insegna della solidarietà: torna, infatti, il Cuore di cioccolato, un dono simbolo di generosità per sostenere la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare. In un contesto emergenziale come quello attuale, ancora di più oggi la ricerca non deve fermarsi.

Sul sito www.amazon.it/cuoritelethon sarà possibile contribuire e sostenere la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare, messa a dura prova nei mesi di emergenza legata al Coronavirus.

 

“A Natale scegli il DONO della generosità” è l’invito di Fondazione Telethon, nell’anno in cui si celebrano i trent’anni di attività di ricerca sulle malattie genetiche rare. La campagna di Natale è infatti dedicata al tema del dono, inteso sia come gesto di generosità del donatore, sia come qualità interiore che rende ogni persona unica e speciale. Grazie ai donatori, sono stati raggiunti risultati straordinari che stanno migliorando la vita e curando bambini di tutto il mondo con la terapia genica. Ma ancora tanti altri risultati arriveranno se tutti i sostenitori di Fondazione Telethon continueranno a far sentire la loro presenza con donazioni e azioni concrete, per aiutare i ricercatori a sviluppare nuove cure per un numero sempre più alto di malattie genetiche.

Per conoscere le modalità per ricevere i Cuori di cioccolato sul territorio inoltre basterà contattare il coordinatore della propria Provincia.

Bari, Barletta, Andria e Trani: Segreteria volontari, tel. 3666516887; Brindisi e Taranto: Franco Cappelli, tel. 3487710383; Lecce: Anna Maria Accoto, tel. 3287317768; Foggia: Antonella Squeo, tel. 3911640974

Chi vorrà sostenere la ricerca scientifica potrà donare per ricevere il Cuore di cioccolato, disponibile nella versione fondente, al latte, e al latte con granella di biscotto e prodotto da Caffarel in esclusiva per Telethon. Quest’anno e fino a tutto il mese di febbraio sarà possibile scegliere il Cuore di cioccolato di Fondazione Telethon su Amazon attraverso la pagina amazon.it/cuoritelethon. Il Cuore di cioccolato arriverà a casa grazie al contributo dei partner CNH Industrial e BNL Gruppo BNP Paribas. 

 

IL CUORE DI CIOCCOLATO (FONDENTE, AL LATTE E AL LATTE CON GRANELLA DI BISCOTTO)

Le confezioni extra fondente e al latte contengono un Cuore di cioccolato da 210 grammi, mentre la confezione al latte con granella di biscotto contiene un Cuore di cioccolato da 230 grammi. 

 

Ingredienti:

Cioccolato extra, cacao: 50% minimo: zucchero, pasta di cacao, burro di cacao, emulsionante: lecitine (di soia), vanillina. Può contenere frutta a guscio e latte. Senza glutine.

Cioccolato al latte: zucchero, burro di cacao, latte intero in polvere, pasta di cacao, latte scremato in polvere, emulsionante: lecitine (di soia), vanillina. Può contenere frutta a guscio. Cacao: 32% minimo. Senza glutine.

Cioccolato al latte con granella di biscotto al cacao: zucchero, burro di cacao, latte intero in polvere, pasta di cacao, granella di biscotto al cacao 8% [zucchero, amido di frumento, grassi vegetali (girasole, palma), cacao in polvere 14%, uova, agenti lievitanti “E450 difosfati, E500 carbonati di sodio”, aromi, sale], latte scremato in polvere, emulsionante: lecitine (di soia), vanillina. Può contenere frutta a guscio.  Cacao nel cioccolato al latte: 32% minimo.

 

IL PRODUTTORE

Caffarel è una delle aziende produttrici di cioccolato più antiche d’Italia: ha introdotto il cacao in Piemonte nel 1826 e, combinandolo con i migliori ingredienti del territorio, prima fra tutte la pregiata Nocciola Piemonte IGP, ha raggiunto una perfetta armonia di aromi e sapori. Da allora, la ricerca della massima qualità è stata perseguita in tutte le sue creazioni, combinando l’artigianalità di alcune lavorazioni con l’uso delle più moderne tecnologie. Caffarel è presente nelle migliori pasticcerie e negozi dolciari in Italia e nel mondo, e condivide con Telethon la sua missione, riconoscendosi nei valori della Fondazione.

 

La Maratona RAI

Sabato 12 dicembre, in prima serata su Rai 1, andrà in onda “Festa di Natale”, la serata interamente dedicata al sostegno della ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare di Fondazione Telethon.

A partire poi da domenica 13 dicembre, la maratona Telethon proseguirà con un’ideale staffetta dei più importanti conduttori, sulle tre reti Rai, sulle reti di Radio Rai e sulla piattaforma RaiPlay. La trentunesima edizione della maratona televisiva si concluderà sabato 19 dicembre, con un’edizione serale speciale de “I soliti ignoti”.

L’edizione 2019 della storica maratona sulle reti Rai ha permesso di raccogliere 45 milioni e 181.023 euro, che sono stati destinati al finanziamento della ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare. Grazie a chi ha donato la sua fiducia, sono stati raggiunti risultati straordinari che stanno migliorando la vita e curando bambini di tutto il mondo con la terapia genica. Ma ancora tanti altri risultati arriveranno se tutti i sostenitori di Fondazione Telethon continueranno a far sentire la loro presenza con donazioni e azioni concrete, per aiutare i ricercatori a sviluppare nuove cure per un numero sempre più alto di malattie genetiche.

Il numero solidale: 45510

Dal 1° al 31 dicembre 2020 sarà attivo il numero solidale 45510.                 

Il valore della donazione è di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari WINDTRE, TIM, Vodafone, iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali. È possibile donare anche chiamando da telefono fisso: TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb e Tiscali (5 e 10 euro); TWT, Convergenze e PosteMobile (5 euro).

 

Fondazione Telethon

Fondazione Telethon è una delle principali charity biomediche italiane, nata nel 1990 per iniziativa di un gruppo di pazienti affetti da distrofia muscolare. La sua missione è di arrivare alla cura delle malattie genetiche rare grazie a una ricerca scientifica di eccellenza, selezionata secondo le migliori prassi condivise a livello internazionale. Attraverso un metodo unico nel panorama italiano, segue l’intera “filiera della ricerca” occupandosi della raccolta fondi, della selezione e del finanziamento dei progetti e dell’attività stessa di ricerca portata avanti nei centri e nei laboratori della Fondazione. Telethon inoltre sviluppa collaborazioni con istituzioni sanitarie pubbliche e industrie farmaceutiche per tradurre i risultati della ricerca in terapie accessibili ai pazienti. Dalla sua fondazione ha investito in ricerca oltre 556 milioni di euro, ha finanziato oltre 2.700 progetti con 1.630 ricercatori coinvolti e più di 580 malattie studiate. Ad oggi grazie a Fondazione Telethon è stata resa disponibile la prima terapia genica con cellule staminali al mondo, nata grazie alla collaborazione con l’industria farmaceutica. Strimvelis, questo il nome commerciale della terapia, è destinata al trattamento dell’ADA-SCID, una grave immunodeficienza che compromette le difese dell’organismo fin dalla nascita. La terapia genica è prossima alla registrazione anche per una grave malattia neurodegenerativa, la leucodistrofia metacromatica, ed è in fase avanzata di sperimentazione clinica per un’altra immunodeficienza, la sindrome di Wiskott-Aldrich. Altre malattie su cui la terapia genica messa a punto dai ricercatori Telethon è stata valutata nei pazienti sono la beta talassemia e due malattie metaboliche dell’infanzia, la mucopolisaccaridosi di tipo 6 e di tipo 1. Inoltre, all’interno degli istituti Telethon è in fase avanzata di studio o di sviluppo una strategia terapeutica mirata anche per altre malattie genetiche, come per esempio l’emofilia o diversi difetti ereditari della vista. Parallelamente, continua in tutti i laboratori finanziati da Telethon lo studio dei meccanismi di base e di potenziali approcci terapeutici per patologie ancora senza risposta.

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Primitivo di Manduria: falsi in Svizzera, Sud Africa e Italia. Il Consorzio di Tutela blocca tutto. Prosegue senza sosta la battaglia del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria per la tutela del consumatore contro inganni e frodi. Nel 2020 sono stati bloccati 3 marchi ingannevoli in Italia, uno in Svizzera e uno in Sud Africa. Quest’anno, inoltre, è stata sospesa la commercializzazione in Europa di 5 marchi depositati presso l’Euipo (l'invalidity division dell'Ufficio dell'Unione europea per la Proprietà intellettuale).

E’ davvero un giro del mondo, e soprattutto nel mondo delle imitazioni e delle evocazioni, quello che il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria ha compiuto dal 2016 nell'ambito delle attività di controllo della denominazione della Dop pugliese. Il risultato è reso esplicito da una cinquantina di azioni di contrasto, di cui risultano 35 le battaglie vinte (le altre sono ancora in corso).

“Gli interventi che abbiamo messo in atto - spiega il presidente del Consorzio, Mauro di Maggio - rientrano nell'attività di tutela e vigilanza, ruoli che ci spettano con il riconoscimento Erga Omnes. I marchi contraffatti costituiscono un grave pregiudizio all'incremento delle nostre esportazioni e, conseguentemente, un danno palese anche per i nostri produttori”. 

PRIMITIVO DI MANDURIA 

Dati 2019: 17 milioni di litri; 22,7 milioni di bottiglie; fatturato di oltre 147,5 milioni di euro

 Aziende socie: 57 e oltre 1500 viticoltori 

 Areale di produzione : 18 comuni (15 nella provincia di Taranto, 3 in quella di Brindisi)

 Il Primitivo di Manduria è presente in tutto il mondo .

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LUOGHI DA FAVOLA, Storie, leggende e cunti del Salento, Edizioni Espera.

È in distribuzione, in tutte le edicole della provincia di Lecce, Brindisi e parte di quella di Taranto (e nello shop online del sito quiSalento.it), “Luoghi da favola. Storie, leggende e cunti del Salento”: una raccolta di leggende, favole e racconti della tradizione orale, con il ricco, fantasioso e “magico” carico dei loro protagonisti, tutti legati a particolari luoghi del Salento.

Più che un libro è una guida, uno scrigno prezioso che contiene e custodisce un patrimonio immateriale dal valore inestimabile, che ha anche il potere di svelarlo, tornando sui luoghi dove racconti, tradizioni e credenze popolari sono ambientati e hanno preso vita. Un modo per riscoprire in maniera inedita il territorio e un invito a preservarlo e prendersene cura.

“Luoghi da favola” raccoglie 60 favole della tradizione salentina che identificano gli abitanti dell’estremo lembo del tacco d’Italia, racchiuse in cinque capitoli: “Mamma li Turchi”, “Di principesse e amori infelici”, “Di tesori e acchiature”, “Tra diavoli e santi” e “Di fate, streghe, orchi, spiriti e folletti”. Le storie raccolte hanno una matrice sia reale che meravigliosa, sia sacra che profana, sia tragica che beffarda. Sono spesso crudeli e cruente, ma non mancano mai gli insegnamenti. Non appartengono a un singolo ma a tutti e, passando di bocca in bocca, mutando, arricchendosi, declinandosi in modi sempre più fantasiosi, nel corso del tempo hanno dato senso all’incomprensibile, indicato modelli da seguire, rischiarato avvenimenti storici o naturali. Alcune storie sono state intenzionalmente ambientate in un particolare paese perché con questo condividono una sorta di remoto DNA. Solo un paio appartengono ai tempi recenti, ma sono così belle da essere destinate alla tradizione.

Si narra di principesse e amori infelici, di santi e di diavoli, di fate, streghe e folletti. Si seguono le vicende degli uomini audaci alla ricerca del tesoro nascosto, la fantomatica “acchiatura”, magari sotto un imponente menhir, protetto da spiriti maligni da sfidare; ci si lascia conquistare da giovani eroi che con astuzia e coraggio salvano i loro paesi dall’invasione dei Turchi.

Tra le favole più note c’è la storia della Grotta della Zinzulusa che prende il nome dagli “zinzuli”, gli stracci logori e sporchi indossati dalla figlia del perfido barone, o la leggenda sull’origine di Santa Cesarea Terme, lì dove il mare odora di zolfo o ancora la leggenda della sirena Leucasia, nel Capo di Leuca. E ancora, la triste sorte toccata alle due sorelle che divennero i faraglioni nella baia di Torre dell’Orso e il patto tra il Diavolo e il Principe di Tricase. Scorrendo fra le pagine si scoprono i racconti salvati dall’oblio, come l’origine dei “turnisi” a Brindisi, o di Chicco, il giovane pescatore di Porto Cesareo, o del prodigioso Fonte Pliniano di Manduria. E ancora storie insolite e sconosciute come il gigante di Racale che, con astuto uno stratagemma, fermò l’avanzata dei Turchi. Anche se il lieto fine non è affatto scontato, come la sorte funesta toccata alle fanciulle dell’antica Vereto, oggi Patù, il monito è d’obbligo.

Il libro è impreziosito dalle illustrazioni di Pietro Galeoto, artista, grafico e illustratore tarantino, collaboratore storico di quiSalento. Tra fumetto e antiche incisioni, le tavole nascono da disegni fatti a penna su carta, con una tecnica simile al graffito, elaborati in digitale. In un’atmosfera sospesa tra il barocco grottesco e la pop art, i protagonisti, le ambientazioni e i dettagli si rivelano sotto la sua penna, dando forma all’immaginario e all’immaginifico.

“Luoghi da favola” è un libro curato dalla redazione della cooperativa Espera, società editrice della rivista quiSalento.

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Simbolo di speranza e rinascita riunisce le famiglie. NATALE: IN 4 CASE SU 10 TORNA PRESEPE PER FESTE ANTI COVID. La straordinaria ricchezza di fonti narrative, evangeliche e popolari, ha consentito, sin dal XIV secolo, di differenziare anche in Puglia la rappresentazione della Natività da quella del Presepe che si è diffuso dall’800 con l’arte cartapestaia a Lecce. Nel primo Natale anti Covid della Storia del mondo ben 4 italiani su 10 (40%) hanno deciso di fare il presepe per non rinunciare a tradizione che considerano importante e che è simbolo di rinascita e di speranza. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Symbola/Confartigianato su dati Ipsos diffusa in occasione della presentazione nella sede nazionale della Coldiretti a Roma del primo personaggio 2020 del Presepe Italia.

Questo 40% sale fino al 48% tra le persone più anziane e al 49% nel Mezzogiorno dove il Presepe è praticamente presente in una casa su due. Ma che il Presepe abbia ancora un peso forte nella percezione degli italiani lo dimostra il fatto che oltre 6 italiani su 10 (61%) lo considera importante per la famiglia e in maniera ancora più marcata (64%) per la comunità. Il Mezzogiorno conferma un maggiore attaccamento a questa usanza natalizia, con percentuali che raggiungono il 70% di italiani che lo considerano importante a livello famigliare ma valori piu’ alti della media nazionale sono registrati anche nel nord est.

“La straordinaria ricchezza di fonti narrative, evangeliche e popolari, ha consentito, sin dal XIV secolo, di differenziare anche in Puglia la rappresentazione della Natività da quella del Presepe che si è diffuso in Puglia dall’800, quando in ogni famiglia venivano allestite riproduzioni in miniatura della scena della Natività, utilizzando materiali naturali e artigianali”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Si è sviluppata così l’arte presepiale, arrivando ad un alto grado di affinamento artigianale con la lavorazione della cartapesta a Lecce, dove gli artigiani iniziarono a realizzare strutture e pupazzi per presepi a base di cartapesta, in forma policroma, trattata a fuoco e drappeggiata su uno scheletro realizzato con fili in ferro. I presepi artistici sono diventati così una delle caratteristiche natalizie della Puglia. Da allora la tradizione si è mantenuta fino ai giorni nostri ed è stata esportata anche al di fuori del territorio pugliese, con luoghi che conservano gruppi statuari rappresentanti la natività, che risalgono persino  al XIV e XV secolo, come il Presepe di Altobello Persio nella Cattedrale di Maria SS. Assunta ad Altamura, il Presepe di Stefano da Putignano nella Chiesa di Maria SS. degli Angeli a Cassano Murge (Bari), nella Cattedrale di Maria SS. Assunta a Polignano a Mare, a Grottaglie nella Chiesa di Maria SS. del Carmine e a Putignano nella Chiesa di San Pietro Apostolo, il Presepe Ligneo dell’Ottocento ad Andria (Barletta Andria Trani) nella Cattedrale di Maria SS. Assunta, il Dolmen con Gesù Bambino nel sito archeologico di Montalbano di Fasano – aggiunge Coldiretti Puglia - il presepe di Nuzzo Barba, il più antico risalente al XV secolo, nella Chiesa di S. Caterina d’Alessandria a Galatina, il Presepe Ligneo dell’Ottocento nella Basilica di San Martino a Martina Franca e il Presepe Poliscenico Antico nella Chiesa del Sacro Cuore a Torremaggiore.

Il Presepe – spiegano Coldiretti, Symbola e Confartigianato - è una tradizione molto italiana, la cui origine viene fatta risalire a quello realizzato da San Francesco nel Natale del 1223 a Greccio e che da allora si è sviluppato in tutte le aree del Paese per raccontare la devozione, ma anche la sofferenza, la gioia e l’impegno nel lavoro e in famiglia attraverso personaggi figli dell’ispirazione religiosa ma anche della modernità.

Una tradizione favorita quest’anno dal maggior tempo trascorso a casa a causa delle limitazioni rese necessarie per combattere la pandemia che in molte famiglie ha riunito genitori e figli proprio nell’allestimento di presepi ed alberi di Natale. Una esperienza sostenuta dal Santo Padre che in Piazza San Petro ha ricordato che proprio “in questi giorni anche in tante case vengono preparati questi due segni natalizi per la gioia dei bambini e anche dei grandi. Sono segni di speranza specialmente in questo tempo difficile”. (In foto un presepe realizzato dall'associazione "Le ali di Mirna" di Mesagne). 

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UE: COLDIRETTI PUGLIA, VIA LIBERA A MOZZARELLA GIOIA DEL COLLE DOP; AUMENTO VALORE DEL 25%. Via libera dell’Unione Europea alla mozzarella di Gioia del Colle DOP con la iscrizione nel registro delle Denominazioni di Origine Protette e delle Indicazioni Geografiche Protette che consentirà di mangiare la nuova mozzarella DOP pugliese probabilmente già a Capodanno. Lo rende noto la Coldiretti Puglia nell’annunciarne l’avvenuta pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 415/46.

“E’ una ottima notizia che arricchisce ulteriormente il patrimonio agroalimentare pugliese che oggi vanta una nuova DOP, una leva infallibile per rafforzare e sostenere l’intera filiera lattiero – casearia attraverso accordi mirati che dettino regole precise con costi di produzione calcolati in base ai reali oneri e prezzi del latte ben definiti secondo quantità assicurate su territori vocati. Se la mozzarella pugliese registra attualmente un valore della produzione di quasi 100 milioni di euro, con il riconoscimento comunitario è prevedibile un aumento del valore del 25%”, afferma con soddisfazione Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Con la DOP alla mozzarella di Gioia del Colle salgono a 9 le Denominazioni di Origine Protetta per l’agricoltura pugliese sempre più green – afferma Coldiretti Puglia – che può vantare 5 oli extravergine di oliva DOP e l’IGP Olio di Puglia, il Pane di Altamura DOP, 3 formaggi DOP canestrato, mozzarella di Gioia del Colle e caciocavallo, 27 vini DOC, 4 DOCG e 6 IGP, la leadership nel biologico con oltre 266mila ettari coltivati e 9380 operatori bio, oltre a 299 prodotti riconosciuti tradizionali dal Ministero delle Politiche Agricole.  

La zona geografica di produzione comprende i territori dei comuni in provincia di Bari – ricorda Coldiretti Puglia - Acquaviva delle Fonti, Alberobello, Altamura, Casamassima, Cassano delle Murge, Castellana Grotte, Conversano, Gioia del Colle, Gravina in Puglia, Locorotondo, Monopoli, Noci, Putignano, Sammichele di Bari, Santeramo in Colle, Turi, dei comuni in provincia di Taranto Castellaneta, Crispiano, Laterza, Martina Franca, Massafra, Mottola e di porzione di territorio del comune di Matera confinante con i comuni di Altamura, Santeramo in Colle e Laterza e delimitato dalla SS. 99 e dalla SS. 7.

La «Mozzarella di Gioia del Colle» è un formaggio fresco a pasta filata, prodotto da solo latte intero di vacca addizionato di siero-innesto – riferisce Coldiretti Puglia - con un sapore di latte delicatamente acidulo, con lieve retrogusto di fermentato/siero acido, più intenso nel formaggio appena prodotto; odore lattico, acidulo, con eventuali sfumature di burro e l’assenza di conservanti e additivi o coadiuvanti. La «Mozzarella di Gioia del Colle» si presenta con una superficie liscia o lievemente fibrosa, lucente, non viscida, né scagliata. L’aspetto esterno è di colore bianco, con eventuali sfumature stagionali di colore paglierino. Al taglio la pasta, che deve avere consistenza elastica ed essere priva di difetti, presenta una leggera fuoriuscita di siero di colore bianco. La «Mozzarella di Gioia del Colle» si presenta nelle seguenti tre diverse forme – precisa il Regolamento di esecuzione - sferoidale, di nodo e di treccia. Il suo peso, secondo la forma e le dimensioni, varia dai 50 ai 1 000 grammi. Viene commercializzata immersa in liquido di governo costituito da acqua, eventualmente acidulata e salata.

Con 3 DOP per il canestrato pugliese, la mozzarella di Gioia del Colle e la mozzarella di bufala e 17 formaggi riconosciuti tradizionali dal MIPAAF (burrata, cacio, caciocavallo, caciocavallo podolico dauno, cacioricotta, cacioricotta caprino orsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, pallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, scamorza, scamorza di pecora, vaccino) – aggiunge Coldiretti Puglia – il settore lattiero–caseario garantisce primati a livello nazionale e Sigilli della biodiversità dal valore indiscutibile.

La zona geografica di produzione comprende territori ricadenti nella Murgia barese e tarantina, dove le aziende zootecniche da latte (le «masserie delle vacche» di origine federiciana) sono presenti in gran numero. In questo territorio gli allevamenti e le aziende di trasformazione son poco distanti tra loro (in diversi casi sono coincidenti), e producono «Mozzarella di Gioia del Colle» vaccina da tempi lontani: già nel 1885 si parla di «squisite mozzarelle nelle Puglie» ne «L’Italia agricola, giornale dedicato al miglioramento morale ed economico delle popolazioni rurali» (Redaelli, Milano). L’area si distingue per alcune peculiarità geo-pedoclimatiche, e per un’antica e radicata tradizione casearia che è stata tramandata di generazione in generazione, conservandosi nel tempo. Questi due aspetti influenzano profondamente le caratteristiche del latte e del formaggio e rappresentano i principali fattori di ancoraggio della «Mozzarella di Gioia del Colle» al territorio.

“Per questo è necessario fermare l’attacco ai prodotti alimentari nazionali con il rischio del via libera all’etichetta nutrizionale a colori dell’Unione Europea che boccia ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp) che la stessa UE dovrebbe invece tutelare e valorizzare soprattutto nel tempo del Covid”, conclude il presidente Muraglia, ricordando il pieno sostegno di Coldiretti all’impegno del Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova per fermare la pericolosa deriva in atto nell’Unione su etichettatura nutrizionale, profili nutrizionali e etichettatura d’origine.

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Sono 2 milioni e 700 mila gli euro che il Comune di Mesagne dovrà investire per realizzare le opere di mitigazione del rischio idrogeologico necessarie per mettere a sicuro la città. Si tratta di tre progetti esecutivi da 900 mila euro ciascuno che rigenereranno il rione Seta. Punto di forza sarà un laghetto che sorgerà nell’attuale zona del mercato settimanale, nella parte terminale di via Brodolini, in cui saranno convogliate le acque pluviali che diversamente si riverserebbero, come è accaduto nel recente passato, in città allagandola.

Dunque, continua l’impegno delle amministrazioni comunali che si alternano al governo della città per realizzare le opere di mitigazioni del rischio idrogeologico. Nei giorni scorsi iIl Comune ha ottenuto un finanziamento di 150 mila euro per la redazione del progetto esecutivo di quello che sarà il parco “Capece”, un polmone verde che verrà realizzato in via Brodolini, in un terreno comunale, che servirà sia da contenitore drenante per le acque pluviali che scorreranno dall’attiguo canale sia come parco per i bambini, dove poter fare footing o semplicemente passeggiare con le famiglie. Un’opera ambientale che servirà anche a riqualificare il quartiere.

“Si tratta di un progetto molto importante per la nostra città perché servirà a rigenerare una zona residenziale priva di un polmone verde”, ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici, Roberto D’Ancona. Nella zona individuata nascerà un laghetto che accoglierà le acque del canale Capece. “Le acque meteoriche, in questo modo, non confluiranno più nella rete pluviale della città bensì andranno a finire in questo suolo drenante”, ha aggiunto l’assessore. Quando il laghetto sarà asciutto nell’area si potranno svolgere diverse attività sociali. “Ancora una volta questa progettualità servirà ad eliminare la concezione delle vecchie condotte di deflusso delle acque meteoriche poiché queste andranno a finire direttamente sul terreno drenante. I progetti – ha concluso D’Ancona – porteranno l’eliminazione dei diversi pozzi assorbenti presenti in città. Si tratta, quindi, di una serie di opere strutturali che dovrebbero eliminare il problema degli allagamenti e mettere in sicurezza i cittadini”.  

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Nelle edicole il numero di dicembre di “Buone Nuove – l’altra informazione”, il periodico edito dalla Km707 Smart srls che porta le firme di due giornalisti di Mesagne: Cosimo Saracino e Tranquillino Cavallo.
Stralcio dell'Editoriale che potrete leggere nel nuovo numero:

Il coraggio delle Buone nuove e la resistenza alla crisi
Evviva, Ce l’abbiamo fatta ad arrivare a dicembre. Non è stato semplice, infatti, mantenere il  progetto editoriale di BuoneNuove per una serie di ragioni. Il 2020, come tutti sappiamo, è stato un anno terribile costellato da una miriade di congiunture negative che hanno preso il sopravvento sulla vita di ognuno di noi. Nonostante ciò abbiamo avuto il coraggio di di scrivere anche di coronavirus guardando, però, le vicende da un punto di vista costruttivo.......

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Interventi di derattizzazione su tutto il territorio comunale

 
L’Ufficio Ecologia del Comune di Mesagne informa che domani e dopodomani – giovedì 10 e venerdì 11 dicembre – tutte le strade urbane, le scuole e gli immobili comunali saranno interessati da interventi di derattizzazione.

 Emergenza epidemiologica a Mesagne, gli aggiornamenti

 
Oggi 5 nuovi casi e 10 guariti. Sono 120 le persone  attualmente positive, di cui 4 ricoverate in ospedale; una è in gravi condizioni.

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Un albero di Natale interamente decorato con elementi ed addobbi di Cri - Croce Rossa Italiana e di Aido - Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule campeggia nella hall della sede del Comitato di Brindisi della Cri.

È il simbolo scelto dalle delegazioni brindisine delle due importanti Organizzazioni di Volontariato per sottolineare la particolare sinergia, sancita anche a livello nazionale nel corso dell'intero anno 2020, caratterizzato da una Emergenza Sanitaria che ha tirato fuori il meglio degli uomini e delle donne impegnate come volontari in entrambe le associazioni, scesi in campo, oltre che per il consueto lavoro di sensibilizzazione, anche per aiutare le famiglie in difficoltà.

Durante il periodo peggiore della emergenza causata dal COVID-19, in pieno lockdown, si è consolidato il progetto nazionale denominato #insiemeperchihabisogno, con il quale i volontari AIDO hanno potuto offrire un supporto alla Croce Rossa Italiana grazie all’iniziativa “Volontari Temporanei”.

Il Gruppo Comunale AIDO "Marco Bungaro" di Brindisi (Presidente Dorina Piliego) ha dato immediatamente disponibilità alla C.R.I. Croce Rossa Italiana - Comitato di Brindisi (Presidente Concetta Marra) concretizzando, la collaborazione verso persone con maggiori fragilità sanitarie e sociali, in particolare di coloro che riscontrano difficoltà nello svolgimento di attività che, nella vita di tutti i giorni, sembrerebbero apparentemente scontate, ma che durante il lockdown e le conseguenti restrizioni governative, rappresentano per questa fascia debole della società, una importanza non indifferente.

Di seguito il pensiero della Presidente di Croce Rossa Italiana Comitato di Brindisi Concetta Marra seguito da quello della Presidente del Gruppo Comunale Aido “Marco Bungaro” di Brindisi Dorina Piliego.
“Ritrovarsi intorno ad un Albero di Natale - dichiara la Presidente Cri Brindisi Marra - rappresenta il raggiungimento di una perfetta armonia di intenti, di una solida collaborazione, nata con l'obiettivo della diffusione della cultura della donazione, perfezionatasi e rafforzatasi con la triste emergenza dovuta al Covid19. Da marzo scorso, dall’inizio della pandemia, e senza soluzione di continuità, diversi Volontari e Soci della Sezione Comunale ‘Marco Bungaro’ dell’Aido di Brindisi sono stati al fianco dei nostri Volontari per accompagnarli e supportarli nelle attività quotidiane a favore dei più vulnerabili. Insieme abbiamo potuto soddisfare le necessità di tante famiglie impossibilitate a procurarsi il pasto quotidiano, insieme siamo stati vicini agli anziani, alle persone sole, ai malati cronici ed anche a coloro i quali avevano contratto il temibile Coronavirus recapitandogli farmaci e quanto necessario per le cure, insieme abbiamo portato un momento di felicità a tanti bambini strappati alla loro serenità. Insieme, ognuno nel rispetto dei propri principi e valori, ma legati dal comune obiettivo dell’aiuto verso i più bisognosi.”

''L'infezione da Covid 19 ha temporaneamente rallentato la nostra attività d'incontro con i cittadini per informare sulla donazione di organi, tessuti e cellule. Ma la nostra missione - dichiara la Presidente Aido Brindisi Piliego - è anche prevenzione e tutela della salute con acquisizione di corretti stili di vita comportamentali anche in materia di solidarietà, obiettivi comuni alla Croce Rossa Italiana. Nel corso degli anni i percorsi delle 2 associazioni nazionali e anche quelli su Brindisi si sono incrociati in numerosi appuntamenti;è sempre più evidente che progetti comuni possano dare più slancio alle attività programmate. Lenire le sofferenze ed aiutare chi ha bisogno, è la missione dei volontari Aido e CRI per il bene dei cittadini e gli stessi si adoperano per entrambe le associazioni. Insieme alla Presidente Marra si è deciso di addobbare un unico albero di Natale per consolidare il nostro impegno e dare un pò di magia e accoglienza a tutti i volontari occupati in questo momento più impegnativo del solito nella speranza che resti solo un brutto ricordo”.