Redazione
Mesagne. Spara in faccia a un giovane con pistola a pallini
Nei giorni scorsi, il personale del Commissariato di Mesagne ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misura di sicurezza della libertà vigilata con ricovero in un centro specializzato a carico di un mesagnese di 36 anni, responsabile del reato di lesioni, aggravate dall’utilizzo di un’arma ad aria compressa.
Verso la fine dello scorso mese di settembre il Commissariato veniva allertato dai medici del locale pronto soccorso, in quanto era giunto un uomo con ferite al volto, causate da due “pallini in plastica”, estratti dal volto del malcapitato.
La vittima, un ragazzo di 26 anni nato a Mesagne, residente in un altro centro della provincia, raccontava come in quella serata si era recato, con la propria fidanzata, a fare visita ai nonni di quest’ultima e lì giunti, era stato aggredito da uno sconosciuto che, dopo avergli puntato all’altezza del volto una pistola priva di “tappo rosso” di sicurezza, aveva esploso una serie di ripetuti colpi.
Spaventato dall’azione subita, da persona a lui sconosciuta, riusciva comunque ad allontanarsi benchè l’aggressore continuasse a inveire contro di lui, trovando fortunoso riparo all’interno di un locale nelle vicinanze.
In breve tempo, l’attività investigativa posta in essere dagli inquirenti e la buona conoscenza del territorio, consentiva di risalire all’identità dell’aggressore, che veniva raggiunto presso l’abitazione. Sotto il sedile della di lui vettura veniva rinvenuta l’arma utilizzata per l’aggressione e solo allora, la stessa risultava essere una pistola giocattolo di libera vendita.
A sua giustificazione, l’aggressore riferiva di averlo voluto punire perché colpevole di non aver accettato la proposta fatta per concludere un contratto di locazione di un immobile.
Ulteriori accertamenti permettevano di verificare che il responsabile del gesto era in cura presso strutture psichiatriche territoriali e tenuto conto delle modalità del gesto, si operava un TSO.
Proprio per la gravità del reato, delle modalità e della situazione soggettiva del responsabile, veniva chiesta l’adozione di una misura di sicurezza, accordata dal GIP del Tribunale di Brindisi.
L’uomo dovrà permanere in una struttura già individuata e sottoposto a cure nelle more del provvedimento giudiziario.
Gagliani: "Lettere a una figlia in grembo"
"Lettere a una figlia in grembo", la raccolta poetica scritta del concittadino, Annibale Gagliani. Quaranta lettere in versi a una figlia, una per ogni settimana di gravidanza. L’aurorale confronto tra padre e feto prima della nascita, in un tempo ancora incontaminato, al riparo dal male che sopraggiungerà puntuale. La scrittura come unica forma di confessione per un giovane uomo che mostra le proprie fragilità e paure ma anche la soffocante emozione d’immaginare le sue sembianze, la comprensione che una donna nasce donna e non lo diventa, la commozione nel pensare alle fasi della sua crescita. Nelle dolorose missive l’ammissione di non poter essere perfetto ma anche la promessa di non tradire mai. Il viaggio termina con uno scritto in cui il padre racconta la notte della nascita e i giorni seguenti, nei quali si entra in una gabbia priva di tempo, apribile soltanto da un’unica chiave: l’unione vibrante e compatta tra genitori.
BIOGRAFIA. Annibale Gagliani (Mesagne, 1992). Docente di lettere e d’italiano per stranieri, giornalista pubblicista, scrittore. Si è formato al Nuovo Quotidiano di Puglia. Scrive per Treccani, L’Intellettuale Dissidente e Contrasti – SportMediaset. Collabora con Atenei nazionali studiando l’evoluzione della Linguistica Italiana. Lavora come sceneggiatore per la casa di produzione cinematografica Cattive Produzioni. Ha pubblicato il saggio Impegno e disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R. Gaetano (2018) e il romanzo breve Romanzo caporale (2019), libro consigliato dal portale on line del Governo e dal Ministro delle politiche agroalimentari Teresa Bellanova.
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Cellino San Marco. Sorpreso nuovamente senza patente, denunciato.
I Carabinieri della Stazione di Cellino San Marco, al termine degli accertamenti, hanno denunciato in stato di libertà un 47enne del luogo, per reiterazione nella guida senza patente. L’uomo è stato fermato in una via del centro abitato alla guida di un motoveicolo Piaggio ed è risultato sprovvisto di patente di guida poiché revocata, reiterando nella medesima condotta contestatagli il 16 febbraio 2020.
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Torre Santa Susanna. Abbandona rifiuti speciali in un terreno, denunciato. I Carabinieri della Stazione di Torre Santa Susanna, a conclusione di uno specifico servizio finalizzato al contrasto dei reati ambientali, hanno denunciato in stato di libertà un 37enne del luogo, per abbandono incontrollato di rifiuti speciali non pericolosi. In particolare, l’uomo, nella giornata del 14 ottobre, in una contrada della città, è stato sorpreso mentre abbandonava su un terreno incolto rifiuti speciali non pericolosi, quali rottami ferrosi e materiale plastico, il tutto successivamente sequestrato.
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Brindisi. Padre e figlio trovati in possesso di 113 grammi di marijuana, 0,3 grammi di hashish e una pianta di cannabis, arrestati. I Carabinieri della Stazione di Brindisi Casale hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, un 59enne e suo figlio 28enne, di Brindisi, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nel corso di una perquisizione domiciliare, i due sono stati trovati in possesso di 113 grammi di marijuana, 0,3 grammi di hashish, una pianta di cannabis indica dell’altezza di circa 50 cm posta a dimora in un vaso sul balcone dell’abitazione, nonché vario materiale utile per il confezionamento e la somma contante di 120 euro in banconote di vario taglio ritenuta provento di spaccio, il tutto sottoposto a sequestro. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, al termine delle formalità di rito, gli arrestati sono stati posti in libertà.
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Mesagne. Detiene in casa 103 grammi di marijuana, arrestato
Mesagne. Detiene in casa 103 grammi di marijuana, arrestato. I Carabinieri della Stazione di Mesagne hanno tratto in arresto in flagranza di reato un 29enne del luogo, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare, a seguito di perquisizione domiciliare eseguita con l’ausilio del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno (BA) con il cane “Fighter”, è stato rinvenuto occultato tra gli scaffali del garage, un involucro contenente 103 grammi di marijuana, posto sotto sequestro. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, concluse le formalità di rito, l’arrestato è stato rimesso in libertà.
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Beccati e multati 20 sporcaccioni per abbandono di rifiuti
Francavilla Fontana. 20 verbali in 3 giorni per un ammontare complessivo di 2mila euro, questo in estrema sintesi il dato derivante dall'utilizzo delle fototrappole contro l’abbandono dei rifiuti.
“Si tratta di numeri che non fanno certamente piacere e destano preoccupazione – spiega l’Assessore all’Ambiente Antonio Martina – qui non si tratta di fare cassa, ma di contrastare un fenomeno odioso che danneggia l’ambiente e la salute dei cittadini.”
Le fototrappole raccontano di un malcostume radicato nei comportamenti di alcuni francavillesi che, senza alcun riguardo per la propria Città e per i suoi abitanti, abbandonano rifiuti nell’agro cittadino.
“È impensabile disseminare l’intero territorio comunale di telecamere – prosegue l’Assessore Martina – un decisivo cambio di rotta può partire solo da un rinnovato senso civico”.
Da alcune settimane, per sostenere le azioni di contrasto contro l’abbandono dei rifiuti, è stato istituito nel Comune di Francavilla Fontana l’Ufficio Ambiente che si sta occupando delle questioni ambientali, dei rapporti con la società che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, ma anche della bonifica della discarica di Feudo Inferiore, della consulenza alla cittadinanza e del monitoraggio del territorio.
“L’istituzione di questo Ufficio è un passo importante per la tutela della Città e, allo stesso tempo, per il controllo delle qualità del lavoro svolto dall’azienda che si occupa dell’igiene urbana – prosegue l’Assessore – nelle ultime settimane si sono moltiplicate le contestazioni sulla qualità del servizio svolto, cosa che non accadeva da tempo.”
In merito alla qualità dei servizi offerti da Monteco Srl, si è tenuto la scorsa settimana un tavolo con l’azienda alla presenza del Sindaco Antonello Denuzzo, della vice Sindaca Maria Passaro, dell’Assessore all’Ambiente Antonio Martina e dell’Assessora al Bilancio Antonella Iurlaro. Nel corso dell’incontro si sono affrontate le principali criticità e si è avviato un confronto per individuarne una soluzione sino all’espletamento della nuova gara per il servizio di igiene urbana.
“Dopo l’annullamento della gara in ARO per il servizio di igiene urbana dello scorso anno, siamo al lavoro per la ripubblicazione della procedura – spiega l’Assessore – ho personalmente sollecitato un nuovo incontro con i sindaci e gli assessori del nostro Ambito di Raccolta Ottimale. Dobbiamo fare in fretta e l’auspicio è che la pubblicazione della gara europea avvenga già entro questo mese. Il nuovo capitolato contiene diverse novità, come ad esempio il servizio di raccolta differenziata nelle contrade e l’introduzione della tariffa puntuale. Purtroppo l’esclusione dell’unica società che ha partecipato alla precedente procedura ha provocato un rallentamento, ma il processo di innovazione è ormai avviato.”
Infine, sempre sul fronte ambientale, in queste ore è stata avviata la rimozione delle isole ecologiche che, da quattro anni a questa parte, non erano mai entrate in funzione. Negli anni le isole ecologiche e le aree di pertinenza si sono spesso trasformate in vere e proprie discariche abusive.
“Siamo stati costretti ad assumere questa decisione – conclude l’Assessore all’Ambiente Antonio Martina – perché in questi quattro anni, anziché attenuare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti, queste isole ecologiche lo hanno incoraggiato a dismisura, creando enormi disagi alla cittadinanza. Inoltre, i costi derivanti dalla frequente rimozione dei cumuli di immondizia hanno rappresentato una costante emorragia per le casse comunali.”
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COLDIRETTI. AL VIA ESPIANTI ULIVI INFETTI; PATTO SOCIALE PER SALVARE I 'MONUMENTALI'
XYLELLA: COLDIRETTI PUGLIA, AL VIA ESPIANTI ULIVI INFETTI A MONOPOLI; PATTO SOCIALE PER SALVARE I 'MONUMENTALI'. Dopo i primi 2 espianti degli ulivi infetti a Monopoli, lunedì 19 ottobre ARIF procederà con l’abbattimento delle altre piante malate, ricadenti in zona cuscinetto e 1 in area indenne, una misura sofferta ma necessaria, da attuare con la massima velocità per salvare la Piana degli Ulivi Monumentali. A darne notizia è Coldiretti Puglia che lancia un patto sociale con tutte le altre categorie produttive dell’area, perché la Xylella non è solo un problema agricolo.
“Oltre al patrimonio olivicolo compromesso, è incalcolabile il danno d’immagine che la Xylella produce con gravi ripercussioni anche sul turismo. Continuare a pensare che la Xylella sia un problema solo dell’agricoltura è la dimostrazione di una miopia di quanti ancora non prendono coscienza del danno arrecato dalla malattia a tutta l’economia, dall’agricoltura al turismo, fino agli investimenti per l’indotto commerciale e artigianale legato all’agroalimentare e alla ricettività”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
L’epidemia si è estesa con altre 136 piante infette situate anche nella Piana degli Ulivi Monumentali – insiste Coldiretti Puglia - dove è scomparso per sempre 1/3 degli storici esemplari, privando l’Italia di un patrimonio di inestimabile valore sul piano storico, ambientale, economico ma anche occupazionale. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti Puglia in occasione della scoperta dei nuovi focolai anche nelle campagne di Monopoli (Bari) proprio in occasione dell’inizio della raccolta delle olive sugli alberi sopravvissuti alla Xylella che sta devastando la Puglia.
“Per i trattamenti fitosanitari obbligatori le aziende vanno sostenute affinché venga tutelata l’agricoltura biologica e tutte le produzioni messe a rischio direttamente e indirettamente con la diffusione della malattia. In Puglia il 29% della superficie olivicola è coltivata con metodi di produzione biologica su un totale regionale di 171mila ettari e il 20% della produzione nazionale, mentre le pratiche bio interessano il 6% della superfice coltivata ad ortaggi”, conclude il presidente Muraglia.
La zona colpita è l’area cuscinetto a Nord dove la normativa prevede la rimozione anche delle piante circostanti nel raggio di 50 metri, situata nel cuore della Piana degli Ulivi, dove è altissima la concentrazione di ulivi millenari con ben 250mila esemplari di pregio straordinario. Si stima che alcuni potrebbero addirittura avere un'età fino a 3.000 anni, con circonferenze che superano i 10 metri. Una ricchezza dal punto di vista storico e turistico sino ad oggi mantenuta in vita soprattutto grazie all’impegno di generazioni di agricoltori, anche a prezzo di sacrifici considerevoli. La gestione di un ulivo monumentale è, infatti – rileva la Coldiretti -, molto più complicata, con rese produttive notevolmente più basse rispetto a una normale pianta, ma anche la necessità di procedere a una raccolta esclusivamente manuale e maggiori difficoltà a livello di potatura e di trattamento.
Sarà ridemarcata l’area infetta, considerato che la presenza dell’ulivo infetto in area indenne – aggiunge Coldiretti Puglia - farà ‘salire’ la zona cuscinetto e serve un ragionamento serio circa le misure da attuare, anche rispetto al nuovo regolamento comunitario che ha ridotto da 100 a 50 metri il raggio entro cui andrebbero tagliate anche le piante non infette da Xylella fastidiosa e anche la riduzione dell'ampiezza della zona cuscinetto.
Monitoraggi a tappeto delle piante, non solo visivi, e dell’insetto vettore ‘la sputacchina’, campionamenti ed espianti in caso di ulivi infetti, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, restano – aggiunge Coldiretti Puglia - l'unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L'efficacia e sistematicità – conclude Coldiretti Puglia - sono garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe e non vanno messe in alcun modo in discussione.
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Caso Messe: l'Anpi pone il veto sulla statua
L’Amministrazione comunale di Mesagne ha deciso di collocare il busto del generale Giovanni Messe, ultimo maresciallo d’Italia, nell’aiuola di piazza dei Commestibili. La decisione di giunta sarà ratificata dal Consiglio comunale che si svolgerà giovedì 22 ottobre presso Palazzo dei Celestini, sede della municipalità mesagnese. Una decisione che, secondo l’Anpi, mal si coniuga con il deliberato di qualche mese fa in cui a Liliana Segre, ebrea deportata nei campi di concentramento nazisti, è stata assegnata la cittadinanza mesagnese. La contrarietà alla posa del busto di Messe nasce dal fatto che egli è stato un ufficiale comandante prima al servizio del re e poi di Benito Mussolini. Un dibattito che va avanti da decenni tra coloro che vogliono mettere alla gogna il generale e coloro che vogliono riabilitare tale figura di soldato a servizio della Patria, al di la di chi fosse al governo. Così, la decisione dell’Amministrazione comunale di ridiscutere di tale argomento ha fatto esplodere la protesta. In primis da parte dell’Anpi di Mesagne che si è schierata contro tale decisione. “La scelta di inserire tale punto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale offende la storia democratica e pacifista della nostra città”, è l’incipit di una nota diffusa ieri mattina dall’Associazione nazionale dei partigiani italiani - offende tutti coloro che hanno ridato, anche con il sacrificio della propria vita, al nostro Paese la libertà, la democrazia contro ogni forma di tirannia e assolutismo; offende tutti quei giovani che credono fermamente nell’importanza della legalità, della forma Repubblicana dello Stato e di tutti i principi costituzionali”.
Per tutte queste ragioni l’Anpi di Mesagne ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale, Omar Ture, al sindaco, Toni Matarrelli, ed a tutti componenti del Consiglio, della Giunta e della maggioranza di decidere da che parte stare: dalla parte di Liliana Segre e della Costituzione o da quella del Generale Messe?”. Intanto, in città si fa strada la proposta di chiedere il ritiro di tale ordine del giorno e di archiviare definitivamente il “Caso Messe”. “Mentre solo pochi mesi fa il Consiglio comunale di Mesagne conferiva la cittadinanza onoraria proprio alla senatrice Liliana Segre, quale simbolo e testimonianza di tutti coloro che sopravvissero alle barbarie nazi-fasciste; mentre Mesagne è riuscita, in meno di un anno, a ricostituire una sede locale dell’Anpi, riunendo oltre 100 consociati che nei valori e nei principi della pace, della libertà, della democrazia e dell'antifascismo si riconoscono; mentre a livello mondiale, nazionale e locale aumenta il bisogno di far conoscere anche ai più giovani i sacrifici umani di coloro che sono morti per la libertà, il presidente del Consiglio comunale, Omar Ture, convoca il sindaco ed i consiglieri per la seduta del 22 ottobre 2020, inserendo all’ordine del giorno anche il punto: “Giornata commemorativa in onore del maresciallo d’Italia Giovanni Messe e individuazione sito per la collocazione del busto", è scritto nella nota dell’Anpi. Tuttavia, il “caso Messe” ha creato una frattura anche tra gli storici poiché ci sono coloro che vogliono recuperare la figura del generale e coloro che lo vogliono continuare a studiare senza, al momento, nessun riconoscimento pubblico.
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Intervento del presidente del gruppo giovani imprenditori sud di Confindustria, Gabriele Menotti Lippolis
Buongiorno a tutti.
Ministro Catalfo, Ministro Amendola, Presidente, Giovani Imprenditrici, Giovani imprenditori, Cari amici, Non nascondo l’emozione nell’intervenire oggi, in un Convegno dei Giovani Imprenditori che si svolge in un momento così particolare e drammatico per la storia del nostro Paese e dell’intero Pianeta. Non vi nascondo anche che avevo preparato qualche settimana fa una bozza di intervento che in queste ore ho dovuto totalmente modificare.
Viviamo nell’era dell’incertezza. Un’incertezza che rende difficile e spesso paralizzante la vita di tante imprese e di tanti nostri collaboratori. Non c’è resilienza, non ci sono slogan “andrà tutto bene” che potranno far andar bene le cose. Tocca a tutti noi essere resilienti. Tocca a tutti noi far “andar bene le cose”. Un’incertezza che può causare una caduta prolungata della domanda. Lo ha descritto bene il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco intervistato domenica dal Corriere della Sera. Lo stato di incertezza in cui oggi viviamo,
Ha spiegato bene Visco, è caratterizzato da più fattori. Il primo è sanitario, riguarda la durata della pandemia, i tempi per produrre e distribuire un vaccino. Il secondo è soggettivo e psicologico: a fronte dell’incertezza le imprese e noi tutti come consumatori tendiamo a procrastinare, a non consumare né investire. Servono visione e ogni strumento utile a tenere viva e rilanciare la domanda per non rischiare di lasciare indietro interi pezzi di società. Ci vogliono impegno, pianificazione e capacità di ripensare i modelli di business, di lavoro e di vita sociale.
C’è bisogno di un impegno collettivo che si deve fondare su un nuovo patto sociale. Un patto di lealtà verso noi stessi, le nostre comunità e il nostro Paese. Un Patto che non ammette negazionisti. Un Patto che al contempo non ammette una politica che ha un approccio paternalista.
E’ chiaro ormai che la crisi sanitaria nel migliore dei casi ci accompagnerà fino alla fine della primavera, nel peggiore dei casi durerà tutto l’anno. In un contesto del genere chi fa impresa chiede al Governo di essere protagonista di questo Patto Sociale non solo con lealtà e onestà intellettuale, ma anche con grande pianificazione e grande attenzione alle conseguenze di ogni scelta che sarà messa in campo. Una pianificazione che forse non è stata così dettagliata se oggi rischiamo, secondo il consigliere del Ministro Speranza Ricciardi, una seconda ondata peggiore della prima. Per noi che facciamo impresa saper pianificare e avere una visione complessiva delle sfide e dei problemi è la precondizione per il nostro agire. Vorremmo che anche per la politica fosse così.
Faccio un esempio che non riguarda direttamente ma solo indirettamente il mondo delle imprese. Un esempio che ci riporta idealmente a Capri, luogo simbolo per i Giovani Imprenditori e di cui si è parlato anche ieri con il Ministro Azzolina. E’ inconcepibile ad esempio che le scuole in Campania siano chiuse e speriamo che altre regioni non seguano questa scelta. Dove si è sbagliato? Quali sono stati gli errori di pianificazione? Quali saranno i danni educativi per i ragazzi delle famiglie più deboli della società? Come potranno continuare a lavorare i genitori se dovranno stare a casa con i figli? Si è scelto di condannare le donne a fare le mamme non dando loro l’opportunità di lavorare? Dovranno stare con i nonni? Siamo sicuri che i ragazzi saranno più sicuri non andando a scuola e che non si creeranno più assembramenti?
Mi chiedo: quando la politica fa queste scelte immagina le conseguenze? Si fa queste domande? Sento parlare con leggerezza di nuovi lockdown dell’intero Paese. Scongiuriamoli in ogni modo con l'impegno di tutti. Nei luoghi di lavoro, dove vengono adottate tutte le precauzioni, siamo più sicuri che in altri. Si eviti in ogni modo il blocco delle fabbriche e delle filiere produttive che sono strettamente interconnesse tra loro. I danni sarebbero incalcolabili e ingiustificabili anche perché oggi non ci troviamo di fronte a un nemico sconosciuto. Crisi nell’antica Grecia significava transizione, un periodo in cui si passava da un vecchio o nuovo equilibrio. La crisi rappresentava un periodo di tempo costruttivo nel quale nascevano le premesse di una nuova società. Questo nuovo equilibrio noi dobbiamo trovarlo tutti assieme.
Viviamo una fase nuova della nostra storia e della nostra storia economica. Le Istituzioni europee hanno saputo dare una risposta senza precedenti alla crisi. Ora tocca a Noi. Il Recovery Plan è un’occasione storica per il Paese e per il Nostro Sud. Un’occasione che, come ha detto il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, non possiamo sprecare.
Hai ragione Carlo: serve mettere in campo interventi strutturali e su quelli concentrare le risorse. Il Recovery Fund, sottolineava Visco, ha tre aree di intervento principali e su quelle deve essere il focus:
Primo
L’amministrazione pubblica ha bisogno di innovazione e competenze nuove. Per ripartire la prima grande riforma da fare è creare un’amministrazione pubblica e una giustizia amiche dell’Italia che lavora e che produce e non zavorra. E aveva ragione Sabino Cassese intervistato ieri dal Sole 24 ore. Chi dice che con lo smartworking la Pubblica Amministrazione eroga gli stessi servizi di prima dice una cosa non vera. Ed invece è il momento di fare questo grande salto. Questa grande rivoluzione culturale della macchina dello Stato.
Secondo.
Va ripensato il Paese rendendolo proiettato al futuroe non ancorato al passato con infrastrutture fisiche e digitali.
Terzo
Servono un grande piano per la valorizzazione e la tutela dell’ambiente e del nostro patrimonio naturale e artistico. E tutto deve essere immaginato pensando ai Giovani. Facendo nostri i richiami del Capo dello Stato.
Permettetemi di ringraziare pubblicamente il Presidente Sergio Mattarella a nome di tutti voi per l’impegno e per la passione civile che sta profondendo in questi anni così complessi della Storia del nostro Paese.
Un modello per tutti noi.
Grazie Presidente.
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Il Governatore Visco nella sua intervista diceva:
“Giovani con competenze elevate spesso lasciano l’Italia perché la società italiana non è riuscita a creare una domanda sufficiente di competenze elevate. Invece è una domanda necessaria. Occorre che ci sia più partecipazione al lavoro, per raggiungere tassi di crescita sufficiente e garantire un consolidamento naturale e progressivo del debito. Se non riusciremo ad alzare di molto la partecipazione al lavoro – in particolare dei giovani, delle donne, delle persone nel Mezzogiorno – ci sarà una caduta del Pil.” Bene questa è priorità per il Sud e per le aree più deboli del Paese. L’anno scorso nel mio intervento, come Gruppo Giovani Imprenditori del Mezzogiorno, chiedevamo che oltre al Green New Deal lanciato dalla Commissione Europea appena insediata, si attuasse un New Deal per il Sud.
Oggi è ancora più urgente. E lo voglio ribadire quest’anno che ho anche l’onore di essere Commissario di Confindustria Brindisi. Un ruolo che mi ha permesso di vedere ancora di più la forza del nostro sistema. Di apprezzare le grandi competenze delle nostre persone a livello locale e nazionale.
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Il Mezzogiorno deve tornare ad essere una priorità nelle scelte strategiche della Politica, in un disegno integrato di sviluppo dell’intero Paese.Nel nostro Sud la dotazione di infrastrutture è più bassa sia per quantità sia per qualità. Oggi rischiamo, e rischieremo ancora di più visto che anche altri Paesi amici ma con economie concorrenti potranno attingere alle risorse del Recovery Plan,di essere sempre meno in grado di competere a livello europeo e globale.
E’ fondamentale che il Sud venga messo in condizione di fare la sua parte nel rilancio economico del nostro Paese. Simulazioni della Banca d’Italia hanno dimostrato che un incremento degli investimenti pubblici al Sud pari all’1% del suo Pil determinerebbero un aumento dello 0,3% del Pil del Centro-Nord. E la grande crisi che sta investendo la filiera del turismo potrà essere la cartina di tornasole di questa fase storica. Lo dico anche da imprenditore di questo settore fortemente colpito dalla crisi.
L’alibi nel quale le amministrazioni di intere aree del Paese, con una spiccata propensione antindustriale, immaginavano un’economia fatta solo di turismo si sta sgretolando. E’ importante che da un lato venga sostenuta la filiera del turismo ma dall’altro si creino le condizioni per la crescita delle eccellenze imprenditoriali già presenti sui territori e la nascita di nuove.
Ed eccomi alle conclusioni…. Dopo decenni di privatizzazioni questa è la stagione dello Stato nell’economia. Non entro nel merito delle scelte del Governo anche perché il presidente Bonomi ha detto chiaramente come la pensiamo ma ci tengo a dire un’ultima cosa: I Campioni nazionali o europei non si creano a tavolino. E’ il mercato a determinarli e se come Paese vogliamo Campioni nazionali dobbiamo rispettare le regole del Mercato. L’Italia, grazie all’impegno delle imprese e delle lavoratrici e dei lavoratori, è il secondo Paese manifatturiero d’Europa. Non dimentichiamocelo.
Il governo crei le condizioni per la crescita e per competere ad armi pari con i nostri “cugini europei” più che Campioni a Tavolino. Le nostre imprese sono pronte a vincere anche questa sfida e ad uscire più forti da questa crisi ma alla politica chiediamo: di essere dalla parte delle imprese e dei lavoratori. Solo insieme potremo farcela. Solo insieme e credendo in un Progetto comune ce la faremo.
Grazie a tutti.
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