Redazione
FASANO - Francesco Zaccaria come Antonio Decaro: la priorità sono le persone più fragili e tante categorie a rischio. I sindaci possono aspettare. Il primo cittadino di Fasano plaude al sindaco di Bari. Il presidente nazionale dell’Anci ha dichiarato oggi che i sindaci aspetteranno il proprio turno nella vaccinazione. Decaro è intervenuto sulla proposta di alcuni parlamentari, che, con un ordine del giorno approvato alla Camera, chiedono di inserire i sindaci tra le categorie ammesse prioritariamente alla vaccinazione in qualità di autorità sanitarie locali. «Ringrazio Antonio Decaro per aver rappresentato il pensiero di tutti i sindaci – dice Zaccaria –. Sono pienamente d’accordo con lui. Ritengo che sia indispensabile completare prima la vaccinazione degli anziani, cercando di accelerare il più possibile e di censire tutti i soggetti fragili, con patologie, in modo tale da somministrare le prime dosi quanto prima». Poi ci sono tante categorie più esposte da proteggere: «Ci sono lavoratori che devono avere la priorità nella vaccinazione perché sono a rischio contagio ogni giorno – dice il sindaco di Fasano –. La precedenza va data alle categorie che si occupano di servizi essenziali. Noi sindaci aspetteremo in modo paziente il nostro turno per la vaccinazione, senza cercare corsie preferenziali. Ci metteremo in fila attendendo il nostro turno sull’esempio di quanto ha fatto il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella».
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VIZZINO: LA CITTADELLA DELLA RICERCA TORNA A SVOLGERE UN RUOLO CENTRALE NELLO SVILUPPO DI UNA ECONOMIA GREEN
Adesso, invece, c’è un atto ufficiale della Regione Puglia con cui si dà avvio ad un percorso di valorizzazione, trasformando questo complesso nel punto di riferimento regionale per lo sviluppo di una economia “green”, attraverso attività scientifiche rivolte all’innovazione.
Il tutto, con inevitabili e positivi ritorni in termini economici ed occupazionali per il nostro territorio, grazie al pieno coinvolgimento di soggetti pubblici e privati.
Ovviamente siamo solo ai primi passi ed è per questo che continueremo ad avere un atteggiamento vigile perché tutto proceda in tempi brevi e nella direzione auspicata.
La sfida è quella di non avere una Cittadella nel deserto, ma una fucina di crescita immateriale, fatta di innovazione e sviluppo.
Mauro Vizzino – Presidente Commissione Sanità della Regione Puglia
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L’emergenza Covid ha impoverito più di una famiglia su quattro (28,8%) che ha dichiarato nel 2020 un peggioramento della situazione economica rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Puglia, su dati del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) dell’Istat, per cui il rischio di povertà più elevato si associa ad alti indici di disuguaglianza con il valore medio in Puglia tra i più alti d’Italia (6,2%).
La punta dell’iceberg delle difficoltà in cui si trova la Puglia è rappresentata – continua Coldiretti Puglia – da circa milione di persone a rischio povertà, con un’incidenza media pari al 30,4%. Si tratta del valore piu’ elevato degli ultimi quindici anni, dove fra i nuovi poveri sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid.
“Con la spesa sospesa abbiamo voluto dare un segno tangibile della solidarietà degli agricoltori verso le fasce più deboli della popolazione più colpite dalle difficoltà economiche. Il nostro obiettivo è far sì che questa esperienza non resti limitata a questa occasione ma diventi un fenomeno strutturale”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Le iniziative solidali sono tanto più importanti considerato che l’avanzare dell’emergenza coronavirus ha fatto salire di oltre 200mila i nuovi poveri che hanno bisogno di aiuto anche per mangiare per effetto della crisi economica e sociale provocata dalla pandemia e dalla conseguente perdita di opportunità di lavoro. Una catastrofe sociale senza precedenti dal dopoguerra contro la quale – conclude Coldiretti Puglia – è importante garantire interventi anche sul piano alimentare a chi si trova in difficoltà.
“A Lecce stanno proseguendo le donazioni – spiega Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce - di pasta 100% made in Italy, di salumi e legumi, olio extravergine d’oliva a Denominazione di origine protetta (Dop), pecorino e altri generi alimentare Made in Italy, di qualità e a km zero agli enti caritativi, ma anche ai servizi sociali dei Comuni della provincia. La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo fa attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri, tra cui pensionati, disoccupati, famiglie con bambini che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli”. In provincia di Lecce Coldiretti ha consegnato la pasta della solidarietà ai servizi sociali dei Comuni di Presicce, Acquarica, Copertino, Melendugno, Ugento, Otranto Gallipoli, Taviano.
Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti regionale – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche. Contro la povertà – sottolinea la Coldiretti regionale – è cresciuta la solidarietà che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini.
Nel 2020 sono stati oltre 5 milioni i chili di prodotti tipici Made in Italy, a chilometri zero e di altissima qualità distribuiti dagli agricoltori della Coldiretti per garantire un pasto di qualità ai più bisognosi di fronte alla crescente emergenza provocata dalla pandemia Covid. Si tratta della più grande iniziativa di solidarietà mai realizzata dagli agricoltori italiani resa possibile dalla partecipazione volontaria dei cittadini al programma della “Spesa sospesa” nei mercati di Campagna Amica e dal contributo determinante del management dei Consorzi Agrari D’Italia (Cai) e della Coldiretti che ha deciso di rinunciare a propri compensi straordinari. Tutti i cittadini nei mercati e nelle fattorie di Campagna Amica diffusi lungo la Penisola possono decidere di donare cibo e bevande alle famiglie più bisognose sul modello dell’usanza campana del “caffè sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo.
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Covid - 19. Oggi 1634 casi positivi in Puglia, 89 in provincia di Brindisi con 1 decesso
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi giovedì 11 marzo 2021 in Puglia, sono stati registrati 10.938 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.634 casi positivi: 725 in provincia di Bari, 89 in provincia di Brindisi, 126 nella provincia BAT, 252 in provincia di Foggia, 143 in provincia di Lecce, 291 in provincia di Taranto, 8 casi di provincia di residenza non nota.
Sono stati registrati 17 decessi: 5 in provincia di Bari, 1 in provincia di Brindisi, 1 in provincia di Lecce, 3 in provincia di Foggia, 7 in provincia di Taranto.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.660.804 test.
119.351 sono i pazienti guariti.
36.986 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 160.542 così suddivisi:
62.416 nella Provincia di Bari;
16.578 nella Provincia di Bat;
11.705 nella Provincia di Brindisi;
31.170 nella Provincia di Foggia;
13.901 nella Provincia di Lecce;
23.934 nella Provincia di Taranto;
615 attribuiti a residenti fuori regione;
223 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
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Nella tarda serata di ieri 10 marzo, una donna straniera informava la Sala Operativa di essere stata rapinata ad opera di due ragazzi italiani. Agli operatori della Sezione Volanti intervenuti sul posto, la donna riferiva che mentre era nella sua abitazione, era stata contattata telefonicamente da uno dei giovani, con il quale si accordava per una prestazione sessuale, dietro pagamento, per lui e per un amico. La donna acconsentiva, quindi si incontravano in un casolare disabitato, nei pressi del Canale Patri dove entrambi i ragazzi, dopo aver consegnato la somma pattuita, consumavano il rapporto sessuale.
Concluso l’atto, uno dei ragazzi risaliva in auto e attendeva l’amico con il motore acceso, l’altro, invece, si avvicinava alla donna e le strappava dalle mani il portafoglio, con violenza tale da farle perdere l’equilibrio, dandosi alla fuga. La donna, rialzatasi prontamente, lo inseguiva e lo raggiungeva nel momento in cui il ragazzo saliva sull’auto. La stessa riusciva addirittura ad aprire lo sportello posteriore destro che poi lasciava per evitare di essere trascinata, in quanto il conducente accelerava bruscamente, facendo perdere le tracce.
La malcapitata forniva agli agenti il numero di cellulare con la quale era stata contattata, dal quale si risaliva all’intestatario, successivamente identificato per M.D di anni 20, residente a Mesagne. Subito dopo gli agenti si si recavano presso l’abitazione dove procedevano a perquisizione personale e domiciliare. Gli operanti, rinvenivano nella tasca dei suoi jeans l’intera somma asportata, pertanto il giovane veniva tratto in arresto per rapina e, come disposto dal P.M. di turno, sottoposto agli arresti domiciliari. Lo stesso è stato indagato per favoreggiamento personale, in quanto rifiutava di fornire le generalità del complice. Sono in corso indagini per l’identificazione anche di quest’ultimo.
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Mesagne. Protestano gli utenti anziani di Poste italiane
Protestano alcuni utenti anziani della succursale di Poste italiane di Mesagne a causa della gestione dell’App delle prenotazioni dei servizi che li discriminerebbe. O meglio il tutto accade quando nell’ufficio postale c’è un solo sportello che dà la precedenza alle prenotazioni lasciando gli altri clienti, per la maggior parte anziani e poco avvezzi a utilizzare le tecnologie informatiche, ad aspettare parecchio tempo prima di poter entrare in ufficio e svolgere i servizi postali. E se questa situazione si può accettare con filosofia quando non si hanno acciacchi e il tempo è bello tale situazione è del tutto inaccettabile quando il cliente è una persona anziana con problemi di salute e, soprattutto, le giornate non sono, meteorologicamente, idilliache. Per agevolare i servizi postali Poste italiane ha studiato e diffuso un’App che permette ai clienti di prenotare il giorno e l’ora in cui svolgere il servizio postale. Infatti, il sito di Poste italiane a proposito dell’App così recita: “Cerca l'ufficio postale e prenota il tuo turno.
Scegli sulla mappa l'ufficio postale più vicino, impostalo come preferito e prenota il tuo turno per oggi o domani, scegliendo l’orario che preferisci. Una notifica ti avviserà 15 minuti prima del tuo turno”. Purtroppo tale servizio può creare qualche problema di attesa a chi, magari essendo anziano e non sapendo utilizzare le moderne tecnologie, si reca all’ufficio postale, come peraltro ha sempre fatto, senza effettuare la prenotazione online. Una volta giunto se non c’è uno sportello dedicato deve attendere che finiscano le prenotazioni per accedere in ufficio. E già perché con i problemi di pandemia l’accesso negli uffici è contingentato. Quindi si è costretti a restare fuori, in fila, in piedi. Sperando che il tempo non faccia le bizze.
“Sarebbe buona cosa avere uno sportello dedicato per le prenotazioni effettuate con l’App mentre gli altri restano a disposizione del pubblico che non ha fatto la prenotazione informatica – ha spiegato il sindaco Toni Matarrelli cui gli anziani si soo rivolti -. Si sa bene che gli anziani sono la fascia debole della popolazione, poco pratici con queste tecnologie, e per tale motivo vanno protetti maggiormente con percorsi facilitati. In ogni modo chiederò a Poste italiane che non si penalizzino ulteriormente queste generazioni che già hanno maggiori difficoltà ad accedere ai servizi se paragonati ai giovani”. Sulla vicenda è intervenuta Poste italiane per chiarire sulle lagnanze dei cittadini. “In relazione alla operatività dell’ufficio postale Mesagne 1, Poste Italiane precisa che l’ufficio di via Nino Bixio risulta regolarmente attivo e non risultano picchi di attesa. Inoltre, per limitare al massimo gli assembramenti nei pressi degli uffici Postali del territorio, l’azienda invita i cittadini ad utilizzare, quando possibile, gli altri canali di accesso ai servizi di Poste quali la rete degli sportelli automatici Postamat, le App BancoPosta e Postepay e il sito di Poste Italiane www.poste.it e a rivolgersi agli uffici postali esclusivamente per operazioni essenziali e indifferibili”. Infine, Poste italiane ha voluto ricordare che a Mesagne è anche operativo l’ufficio di Via Gualtiero d’Ocra disponibile dal lunedì al venerdì fino alle 19,05 e il sabato fino alle 12,45 e che dagli Atm Postamat è possibile effettuare operazioni di prelievo di denaro contante, pagamento di bollettini di conto corrente premarcati, ricariche telefoniche e di carte Postepay, ma anche operazioni informative quali estratto conto, saldo e lista dei movimenti.
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Mesagne. In corso la vaccinazione dei vigili urbani
È in corso, per concludersi sabato, la vaccinazione anti covid di tutto il personale la polizia locale di Mesagne nell'ambito della programmazione disposta dalla direzione generale del servizio sanitario, area territoriale di Brindisi.
Conserve Italia potenzia lo stabilimento di Mesagne
Conserve Italia intende allargare la base sociale nelle province di Brindisi, Taranto e Lecce con l’obiettivo di arrivare, nel giro di pochi anni, ad una produzione di pomodoro pugliese concentrata per il 50% nel raggio di poche decine di chilometri dallo stabilimento di Mesagne.
Il Gruppo cooperativo bolognese - che nel sito salentino produce conserve rosse con i marchi Cirio, Valfrutta e Jolly Colombani - ha svolto negli ultimi mesi incontri con decine di agricoltori delle aree interessate, riscontrando grande interesse per questa iniziativa che punta a consolidare la presenza in un territorio ritenuto strategico per la produzione del pelato lungo e del pomodorino.
“Si stanno creando le condizioni favorevoli per tornare a promuovere e valorizzare la coltivazione del pomodoro da industria in Salento – dichiara il presidente di Conserve Italia, Maurizio Gardini. Grazie al fondamentale contributo delle cooperative agricole nostre associate, siamo intenzionati ad allargare la base sociale produttiva così da avvicinare sempre di più i campi dei nostri produttori allo stabilimento di lavorazione. Potremo preservare al meglio la materia prima, ridurre l’impatto ambientale e razionalizzare i costi di trasporto dando maggiore redditività agli agricoltori pugliesi. Prevediamo incentivi economici alle nostre cooperative in base alla riduzione delle distanze di trasporto dal campo alla fabbrica”.
Dopo la sperimentazione avviata l’anno scorso, Conserve Italia punta ad ottenere il 25-30% della campagna 2021 del Sud dalle aree limitrofe allo stabilimento di Mesagne, per poi incrementare ulteriormente nel 2022 e arrivare al 50% nel giro di pochi anni. In questo modo, il Gruppo cooperativo conta di evitare già dalla campagna 2021 l’impiego di camion per 180.000 chilometri, con un risparmio di 200 tonnellate di emissioni di CO2.
“Il pomodoro pugliese rappresenta un asset strategico per la nostra azienda, in particolare per il marchio Cirio che è presente sul mercato con i Pelati e la nuova gamma Le Selezioni che comprende anche i Datterini e i Ciliegini di Puglia – aggiunge Daniele Piva, direttore produzioni agricole di Conserve Italia -. Puntiamo ad allargare la base sociale nel territorio di Mesagne e Brindisi sostenendo i nostri agricoltori attraverso la garanzia e la stabilità che solo una grande Cooperativa come la nostra è in grado di fornire, partendo dall’assistenza tecnica in campagna e dal supporto per la raccolta meccanizzata, fino alle fasi di conferimento in stabilimento”.
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Conserve Italia è un Gruppo cooperativo con sede a San Lazzaro di Savena (Bo), leader in Italia nel settore della trasformazione alimentare, che associa 14.000 produttori agricoli e lavora 550.000 tonnellate di frutta, pomodoro e vegetali in 12 stabilimenti produttivi, di cui 9 in Italia, 2 in Francia e uno in Spagna. Il fatturato del Gruppo Conserve Italia è di circa 900 milioni di euro. Conserve Italia dà lavoro in Italia a oltre 3.000 persone tra lavoratori fissi e stagionali e detiene marchi storici del made in Italy alimentare come Cirio, Valfrutta, Yoga, Derby Blue e Jolly Colombani.
Lo stabilimento di Conserve Italia a Mesagne (BR) si estende su una superficie di 46.000 metri quadrati e conta 450 lavoratori stagionali assunti nel periodo della campagna più circa 20 dipendenti fissi. Il sito lavora 55.000 tonnellate di prodotto all’anno provenienti perlopiù dai 700 ettari di pomodoro da industria coltivati dai soci produttori di Conserve Italia in Puglia e nelle regioni limitrofe. Questo stabilimento rappresenta un presidio occupazionale fondamentale per il territorio, generando un impatto economico annuale di circa 3,6 milioni di euro solo per stipendi e oneri fiscali, senza considerare l’indotto.
Mesagne. Chiuso ristorante per assembramento
Mesagne. I Carabinieri riscontrano varie irregolarità, sospesa a tempo indeterminato l’attività di un ristorante.
I Carabinieri della Stazione di Mesagne, a conclusione degli accertamenti, hanno denunciato in stato di libertà e sanzionato amministrativamente una 52enne esercente del posto, per aver violato gli obblighi di informazione attinente la sicurezza e la sorveglianza sanitaria sui luoghi di lavoro, per omessa redazione del documento di valutazione dei rischi e per mancato rispetto delle norme di contenimento conseguenti l’emergenza epidemiologica da Covid19. In particolare, durante un apposito servizio anti assembramento teso alla prevenzione della diffusione del citato virus, i militari hanno eseguito il controllo di un ristorante, riscontrando che non era esposta alcuna cartellonistica indicante la capienza massima di avventori nel locale e accertando che erano presenti 52 avventori – contro una capienza massima poi accertata essere di 20 persone – che non rispettavano il distanziamento sociale previsto dall’attuale emergenza sanitaria. È stato, altresì, accertato che 4 dei 5 lavoratori presenti nell’esercizio, erano impiegati senza regolare contratto di lavoro. Per le violazioni riscontrate, a carico dell’esercente sono state elevate cospicue sanzioni amministrative pecuniarie nonché notificato il provvedimento di sospensione a tempo indeterminato dell’attività imprenditoriale, emesso dall'Ispettorato Territoriale di Brindisi.
COVID: COLDIRETTI PUGLIA, LIQUIDATI SOLO 2,9MLN (15%) MISURA 21 PSR PUGLIA; BILANCIO DA PROFONDO ROSSO PER CANTINE, AGRITURISMI E COMPARTO FLORICOLO.
Il bilancio è da profondo rosso per l’agricoltura pugliese con conta oltre 500 milioni di perdita di fatturato, con segmenti strategici per l’economia agricola quali il vitivinicolo, il floricolo e quello agrituristico che hanno pagato duramente il prezzo della crisi economica ed occupazionale determinata dal Coronavirus, ma la Misura 21 nata apposta per dare una iniezione di liquidità agli agricoltori è al palo con solo il 15% delle risorse liquidate. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, che chiede all’Assessorato regionale all’Agricoltura una stretta sulla spesa dei fondi comunitari stanziati dalla Misura 21, per non perdere neppure un euro vitale per la sopravvivenza delle aziende agricole in questo scenario di grave crisi causata dal Covid 19.
Per dare un sostegno immediato ed eccezionale al settore agricolo è stata attivata nel 2020 – ricorda Coldiretti Puglia - la Misura 21 per i comparti floricolo, agrituristico e vitivinicolo, con una dotazione finanziaria complessiva di 18, 9 milioni di euro circa.
“Ad oggi è stato liquidato solo il 15% delle risorse a beneficio delle imprese agricole, segnatamente il 23% per il comparto agrituristico, il 28% per il floricolo e lo 0% per il comparto vitivinicolo, ergo solo 2,9 milioni di euro rispetto all’ammontare complessivo dei fondi comunitari disponibili. E’ evidente quanto sia urgente una stretta sulla Misura 21, procedendo celermente alle erogazioni degli aiuti alle imprese, con un’accelerazione dei decreti di pagamento e della semplificazione delle relative procedure, per non vanificare l’intervento che è divenuto già molto tardivo rispetto alla crisi perdurante”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
La Misura 21 è stata 'costruita' per dare una iniezione di liquidità al sistema agricolo – insiste Coldiretti Puglia - perché l'emergenza Covid-19, che pure ha confermato il valore strategico del settore agroalimentare ne ha messo a nudo tutte le fragilità, ma i tempi si sono dilatati, tanto che a marzo 2021 le imprese agricole non hanno ancora beneficiato degli aiuti per la perdita di fatturato registrata nel 2020 e certamente la situazione continua ad aggravarsi, considerato il permanere dello stato di crisi causato dalla diffusione pandemica che non accenna a rientrare.
Gli effetti dell’emergenza Covid si ripercuotono sul mondo del vino che per la prima volta in 30 anni in Puglia registra una frenata anche dell’export nel 2020 con una storica inversione di tendenza – denuncia Coldiretti Puglia - con quasi 4 cantine su 10 (39%) che fanno registrare difficoltà a seguito dell’emergenza, mentre oltre 6,5 milioni di litri di vino sono fermi nelle cantine in Puglia per effetto della chiusura di ristoranti, bar ed enoteche in Italia e all’estero che ha fatto crollare i consumi fuori casa con gravi difficoltà per il settore vitivinicolo pugliese in particolar modo quello legato ai vini a indicazione geografica, a maggior valore aggiunto.
Colpo durissimo per gli agriturismi con la perdita secca subita nel 2020 dalle masserie della Puglia che hanno praticamente azzerato gli arrivi di turisti stranieri e annullato le prenotazioni di italiani e del turismo di prossimità nei mesi di lockdown e con le nuove restrizioni si profila uno scenario a tinte fosche anche per Pasqua e per la stagione estiva targate 2021, mentre il settore florovivaistico in Puglia con il distretto in provincia di Lecce di Taviano e Leverano che si estende anche ai comuni limitrofi di Alliste, Maglie, Melissano, Nardò, Porto Cesareo, Racale e Ugento e quello della provincia di Bari con al centro della produzione e degli scambi Terlizzi, Canosa, Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo, e altre realtà aziendali sparse nel resto della regione – denuncia Coldiretti Puglia - il crollo degli ordini e il blocco totale dei mercati esteri ed internazionali con punte fino al 100%, con milioni di fiori e piante rimasti invenduti.
La prima e la seconda ondata della pandemia hanno causato il crollo delle attività di 20mila bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e di circa 900 agriturismi in Puglia ha un effetto negativo a valanga sull’agroalimentare – denuncia Coldiretti Puglia - con una perdita di fatturato di oltre 700 milioni di euro per i mancati acquisti in cibi e bevande nel 2020.
Una drastica riduzione dell’attività che pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi, formaggi di alta qualità e olio extravergine che trovano nel consumo fuori casa – incalza Coldiretti Puglia - un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.
“Se è vero che agricoltura, industria di trasformazione e distribuzione stanno tenendo duro, non si può negare che molte filiere siano in profonda crisi. Come Coldiretti abbiamo lanciato l'allarme sui rischi che si corrono dal settore vitivinicolo al florovivaismo, dal lattiero – caseario all’olivicoltura fino alla pesca. Sono migliaia le attività e quei servizi forniti al settore dell'Horeca che oggi con la chiusura in tutto il mondo di bar e ristoranti rischiano la debacle. Ma è Sos anche per molte attività che rientrano tra quelle che integrano la produzione, meglio note come "attività connesse". L'agriturismo in primis, ma non solo. Le nostre imprese non possono essere lasciate sole, devono essere sostenute. Sono fondamentali sul piano economico e sociale”, conclude il presidente Muraglia.
L'eccesso di burocrazia è una delle cause della difficoltà di utilizzare i contributi europei, per questo Coldiretti chiede di andare oltre le regole, superare i mille vincoli burocratici e spendere subito.
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