Redazione

La Tombola del Salento Fun Park: Un Evento Esplosivo con Michele Monopoli al Timone. "L'agricoltore più famoso d'Italia diventa il presentatore d'eccezione per una serata indimenticabile di divertimento e premi al Salento Fun Park."
 
Il 27 dicembre segna il ritorno della tanto attesa Tombola al Salento Fun Park, e quest'anno si preannuncia come un'esperienza unica grazie al nuovo presentatore d'eccezione: Michele Monopoli, l'agricoltore che ha conquistato l'Italia con il suo carisma contagioso.
 
Dopo anni di risate e serate memorabili con Mandrake, il cambio di presentatore promette di mantenere alta la barra dell'ilarità. Michele Monopoli, con il suo spirito vivace e la sua comicità irresistibile, si appresta a condurre la "Tombola del Salento Fun Park" regalando a tutti i partecipanti un'esperienza indimenticabile.
 
L'evento si svolgerà il 27 dicembre dalle 17:00 alle 19:30 presso il Salento Fun Park, e la prenotazione è caldamente consigliata per assicurarsi un posto in questa festa magica. Saranno disponibili numerose cartelle e premi, garantendo divertimento per tutti i presenti.
 
"Questo sarà il modo perfetto per salutare l'anno in compagnia di amici e famiglia," afferma Michele Monopoli con entusiasmo. "Non vedo l'ora di condividere risate, gioia e emozioni con tutti voi al Salento Fun Park!"
 
Per informazioni e prenotazioni, è possibile contattare il numero 3774418364.
 
Non perdete l'occasione di partecipare a uno degli eventi più attesi della stagione nel cuore del Salento. La Tombola del Salento Fun Park con Michele Monopoli promette di essere un'esplosione di divertimento e allegria per chiunque decida di unirsi a questa festa straordinaria.

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Sono ancora intensi i giorni che seguono il Natale e precedono il saluto del nuovo anno. Lo sanno bene gli ideatori de “La Villa Incantata” di Ostuni, iniziativa ricca di eventi che anima queste feste ostunesi. Nella suggestiva cornice della villa comunale Sandro Pertini di Ostuni, luminarie artistiche e d’autore rendono speciale l’atmosfera di queste serate natalizie nella città bianca, insieme a mercatini di prodotti tipici enogastronomici e artigianali tra i quali lasciarsi andare a degustazioni e shopping locale. Molto ricco anche il programma di eventi che “La Villa Incantata” propone ai visitatori, spettacoli di strada che incantano i piccoli e strappano un sorriso ai grandi. Mercoledì 27 dicembre è la volta del mimo Saeed Fekri, che a partire dalle 18:30 stupirà e incanterà il pubblico con la sua performance teatrale che è arte ed emozione.

Artista originario di Teheran e vincitore di diversi riconoscimenti nazionali e internazionali, oltre a vantare diverse apparizioni televisive e teatrali, Saeed va in scena armato solo di un cappello e di un palloncino, e con il suo numero coinvolge attivamente il pubblico tenendo col fiato sospeso gli spettatori che vi si raccolgono intorno. Il suo è teatro di strada, di elevata qualità e ispirato a grandi maestri come Totò, Charlie Chaplin e Marcel Marceau. Tra gli appuntamenti successivi da segnare in agenda, venerdì 29 dicembre l’imperdibile spettacolo sui trampoli di “Silvano show” e, sabato 30 dicembre, risate e giochi con il clown “Robertino”. Tutti gli spettacoli sono liberi e gratuiti e hanno inizio alle ore 18.30. Realizzato da Idea Show, la terza edizione de “La Villa Incantata” si inserisce nell’ambito della rassegna Estensioni Music & Light Festival 2023, con il sostegno del Comune di Ostuni, di Regione Puglia e PugliaPromozione.

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Questa sera, festività di Santo Stefano, la città di Mesagne è stata scelta da migliaia di persone per trascorrere la serata. Il centro storico ne è una chiara dimostrazione. Tante le attività che il Comune ha promosso per allietare la serata. Dalla villa comunale, con la ruota panoramica e i mercatini di Natale, alle antiche strade del centro storico in cui si sono svolte diverse attività ludiche. Nel castello Normanno-Svevo per la gioia dei bimvi è stato allestito il Villaggio di Babbo Natale. piazza_IV_Novembre_piena_di_gente_inverno_di_sera.jpg

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Sono passati 50 anni dal 1973, quando, all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, un gruppo di pionieri – 21 medici, tra cui Gianni Bonadonna e Umberto Veronesi – fondava l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), che di fatto segna la nascita dell’oncologia medica a livello mondiale. Oggi, infatti, con più di 2.700 soci, AIOM è la più numerosa, rilevante e attiva Associazione Nazionale di Oncologia Medica a livello europeo.

In questo volume, Saverio Cinieri e Mauro Boldrini ripercorrono questi 50 anni di storia delle cure del tumore al seno, a partire dalla prima sperimentazione clinica della quadrantectomia, messa a punto da Umberto Veronesi: un intervento chirurgico conservativo, che asporta solo la parte malata della mammella, riducendo al minimo la mutilazione della paziente. Mezzo secolo di ricerca, tecniche e terapie sempre più mirate e sofisticate che hanno drasticamente ridotto il tasso di mortalità, migliorato la sopravvivenza e la qualità di vita delle donne colpite dal carcinoma mammario. Con la preziosa testimonianza di chi ha affrontato e vinto la sua sfida contro questa malattia oggi guaribile.

La presentazione, promossa dall'associazione L'Officina sociale APS, avverrà il 28 dicembre alle ore 18.00 presso la sala Università Gino Strada di Palazzo Granafei – Nervegna di Brindisi. Col patrocinio morale del comune di Brindisi nel progetto “Brindisi città che Legge”, delle associazioni di settore del territorio – Fondazione Di Giulio, A.N.D.O.S. , Le Civette del Salento, Cuore di Donna. Dialogano con l'autore la professoressa Raffaella Argentieri (Presidente Fondazione Di Giulio) e la dott.ssa Manuela Caloro (Psiconcologa Brest Unit Ospedale Perrino di Brindisi).

Il dott. Cinieri è Direttore dell'UOC Oncologia Medica e Breast Unit dell'ASL di Brindisi, Presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), è iscritto alle principali Società scientifiche internazionali, ha partecipato come uditore e relatore a circa 300 Congressi medici nazionali e internazionali, Autore e coautore di oltre 350 pubblicazioni in argomento oncoematologico.

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Nell’ambito dei servizi disposti dal Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi, in Fasano, i Carabinieri della locale Compagnia, nel periodo delle festività natalizie, hanno intensificato i servizi straordinari di controllo di quel territorio con la finalità di rafforzare le attività di prevenzione e repressione dei reati predatori e garantire una cornice di serenità ai cittadini che, in occasione delle festività, si sono riversati nei luoghi di consueta aggregazione, nei locali pubblici e di intrattenimento nonché nelle piazze, per seguire le manifestazioni e i mercatini natalizi. Nello specifico, la Stazione Carabinieri di Fasano ha incrementato i servizi automontati dislocati nei centri abitati e nelle località più isolate del proprio Comune, affiancandoli a pattuglie a piedi per lo svolgimento di controlli ancor più capillari. 

Durante tutto l’arco autunnale, i Carabinieri della locale Stazione, e quelli del Nucleo Operativo e Radiomobile, hanno eseguito diverse perquisizioni personali e domiciliari, controllato circa 1170 veicoli, identificato più di 1700 persone, ispezionato numerosi esercizi pubblici e accertato e contestato varie contravvenzioni al Codice della Strada. 

In particolare negli ultimi giorni:

-      sono state segnalate amministrativamente quattro persone per detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale;

-      sono state denunciate in stato di libertà sei persone perché colte alla guida di autoveicoli in condizioni di alterazione psicofisica per l’uso di alcool o di sostanze stupefacenti; 

-      è stata denunciata in stato di libertà una persona per furto aggravato; 

-      è stata arrestata una persona per detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio; 

-      sono state rinvenute sedici autovetture risultate oggetto di furto e restituite ai legittimi proprietari. 

Alla luce di ciò, i predetti servizi ad “alto impatto” proseguiranno anche nelle prossime settimane e saranno riproposti nelle prossime festività e ricorrenze notoriamente connotate da maggiori spostamenti di persone.

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NATALE: COLDIRETTI PUGLIA, 320MLN SPESI DA PUGLIESI A TAVOLA;  CON SANTO STEFANO SI CHIUDE PRIMA LUNGA MARATONA A TAVOLA.

I pugliesi hanno speso oltre 320 milioni di euro per i cibi e le bevande da portare in tavola tra la cena della vigilia, i pranzi di Natale e Santo Stefano che oltre nove pugliesi su dieci (89%) hanno deciso di  trascorrere a casa con parenti o amici. E' questo il bilancio stimato dalla Coldiretti Puglia, con la spesa per la tavola dei pugliesi delle festività natalizie per la lunga maratona a tavola che si chiude il 26 dicembre con la ricorrenza di Santo Stefano.

Se nel menu della vigilia – continua la Coldiretti Puglia – è stato scelto di servire soprattutto il pesce presente in 8 tavole su 10 (78%), a Natale ha prevalso la carne con bolliti, arrosti e fritti, ma anche paste ripiene, tortellini in brodo, pizze rustiche, calzoni e i dolci fatti in casa, con il record di una media di 3 ore trascorse in cucina per la preparazione dei piatti, dal quale si evidenzia il ritorno delle tavolate con in media 8/10 persone a condividere il menu più importante dell’anno.

Con il pranzo di Santo Stefano si chiude il periodo delle festività natalizie, con l’immancabile lasagna o la variante della pasta al forno, verdure fritte e salumi e formaggi, aspettando i festeggiamenti per il cenone di fine anno ed il pranzo di capodanno.

Lo spumante si conferma come il prodotto immancabile per quasi nove italiani su dieci (89%) assieme alla frutta locale di stagione (88%), mentre il panettone con il 78% batte di misura nelle preferenze il pandoro fermo al 73% anche se ben il 58% scegli anche i dolci della tradizione locale. Ma c’è anche un 41% che si è messa alla prova con farina e mattarello per preparare da solo il dolce delle feste.

Per la maggioranza delle tavole  stato scelto un menu a base di prodotti o ingredienti locali con una spesa stimata – conclude la Coldiretti – in 119 milioni di euro per pesce e le carni compresi i salumi, à 57milioni di euro per spumante, vino ed altre bevande, 34 milioni di euro per dolci con gli immancabili panettone, pandoro e panetteria, 60 milioni di euro per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca, 25 per pasta e pane e 26 milioni di euro per formaggi e uova.

LA SPESA PER IL NATALE IN PUGLIA IN MILIONI DI EURO

Pesce, carne, ragù e salumi, ecc.         119

Spumante, vino e altre bevande          57

Dolci, panettone, pandoro                    34

Frutta, ortaggi e conserve                    60

Pasta e pane                                            25

Formaggi e uova                                     26

TOTALE                                                     321

Fonte: Elaborazioni Coldiretti Puglia.

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Natale d’Incanto, mercoledì 27 dicembre, a partire dalle ore 20, le vie, i vicoli e le piazze del centro storico di Mesagne ospiteranno lo spettacolo itinerante che vedrà protagonisti gli artisti di Effetto Notte Arte Musica Spettacolo e Miria Records Management & Production.

Una passeggiata speciale, raccontata come un elegante viaggio dall’attrice esordiente Sveva Mantovano, partirà da piazza Sant'Anna dei Greci per poi spostarsi in piazza 4 Novembre e in piazza Commestibili: i giovani di Effetto Notte e Miria Records racconteranno in musica e attraverso monologhi a tema storie emozionanti, con relativa morale messa in evidenza dalla Narratrice. La soprano Anna Joseph, affiancata da Eleison Duo, Francescopio, Yaima, Genette, Patty e il piccolo Lorenzo Piccinno, saranno i protagonisti di suggestivi momenti, resi in musica e parole, e rappresentati in una atmosfera unica e suggestiva. Il tour artistico si concluderà in piazza Orsini del Balzo, qui l’augurio per “L’anno che verrà”, che dà il titolo al celebre brano del grande Lucio Dalla e al miglior auspicio di un 2024 colmo di gioia, speranza e serenità. Durante le loro performance, i giovani talenti saranno accompagnati dai patron dell’evento, Maurizio Ciardo e Miria Gravili. Lo spettacolo è patrocinato dall’amministrazione comunale nell’ambito del programma “Natale a Mesagne 2023”.Natale_dincanto_loc_ok.jpg

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Musica, colori e magia, apparizioni e sparizioni, ombrelli, sete colorate, bacchette magiche. Tanta magia e illusionismo con spettacoli coinvolgenti, frizzanti, ipnotici: 7 Maghi, originali e carismatici, a partire dalle ore 18, si alterneranno con spettacoli a postazioni fisse, dislocate nel Quartiere Grutti (nei pressi della Chiesa) e presso Parco Potì, e presenteranno un susseguirsi di grandi effetti, manipolazione e mentalismo.

Special guest dell’evento, dal programma televisivo “Tu si que vales”, Jack il Manipolatore, un artista unico nel suo genere, uno dei pochi in grado di proporre spettacoli di contact juggling, una disciplina che richiede estrema concentrazione per la realizzazione di spettacoli di illusioni ottiche. L'evento, promosso dall’Amministrazione comunale nell’ambito del programma “Natale 2023 a Mesagne”, è organizzato da “Lab Communications Eventi”. Tutti possono assistere gratuitamente all'evento.

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Scoperto un antico affresco della Madonna col Bambino a Latiano.
 
Chi ha detto che i miracoli non accadono più a Natale? Scoperta sensazionale in quel di Latiano, una piccola cittadina nella provincia di Brindisi. Una famiglia della Basilicata ha ritrovato un antico affresco raffigurante una Madonna con il Bambino, dietro ad un muro in parte crollato all’interno del rudere di una masseria, probabilmente tale affresco è ciò che rimane di un’antica chiesetta medievale pre-esistente.
 
L’affresco è probabilmente l’opera di monaci basiliani durante le lotte iconoclaste del VII-VIII secolo a seguito del divieto di venerare immagini sacre, divieto che spinse molti monaci a fuggire dall’Oriente e a rifugiarsi nel Salento. Una delle raffigurazioni più comuni era per l’appunto quella della Vergine col Bambino, intermediatrice privilegiata tra gli uomini e Dio.
 
Numerosi sono i devoti e i curiosi che accorrono dalla provincia per ammirare l’affresco. C’è chi addirittura grida ad un miracolo!
 
Questa sicuramente sarebbe stata la notizia che sarebbe apparsa e avrebbe fatto il giro del web, se fosse avvenuta per davvero ai giorni nostri. Tuttavia, la vera notizia è che questo evento è accaduto secoli fa, ed ancora oggi emoziona, tanto da spingere un gruppo di volontari, guidati da Padre Antonio Semerano, del Santuario di Maria S.S. di Cotrino a Latiano, a realizzare un cortometraggio dedicato alla storica scoperta.
 
Il film, girato nella primavera del 2023, verrà presto presentato al pubblico. Tra gli attori compare anche Nonna ’Ncetta, la popolare nonna di Mandrake, che recita una parte completamente diversa dal personaggio che tutti noi siamo abituati a vedere. Oltre a lei, anche gli stessi monaci cistercensi e diversi volontari provenienti da diversi paesi limitrofi del brindisino. Tutti insieme per un unico scopo: far conosce la storia della Madonna di Cotrino, il miracolo della fede!

Carissimi,

mentre le nostre città e i nostri paesi indossano l’abito luminoso della festa, vorrei far risuonare, forse un po’ fuori luogo, le parole del profeta Isaia: «“Sentinella, quanto resta della notte? Sentinella, quanto resta della notte?”. La sentinella risponde: “Viene il mattino, poi anche la notte; se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!”». (Is 21, 11-12).

Se gli addobbi natalizi delle nostre città e dei nostri paesi vogliono ricostruire paesaggi da fiaba, la celebrazione del Natale ci riporta alla cruda realtà della vita e alle domande che porta con sé.

Non che non sia lecito per un attimo tuffarsi nella magia di un mondo idilliaco e fiabesco, ma non bisogna cedere alla tentazione di neutralizzare un evento che anche con la sua carica poetica;  accende luci di senso sul cammino dell’umanità.

Il Vangelo del Natale, così come la sacra Scrittura ce lo consegna, non è una favola che addormenta il cuore per distrarlo dalla complessità della vita.

Infatti, Dio si fa uomo senza fare rumore, affrontando i disagi, le fatiche, le lotte di chi abita le periferie della vita e non gode di agevolazioni, sconti e privilegi.

Contrariamente al nostro tentativo di anestetizzare il Natale attraverso renne, slitte, elfi, babbi Natale che fanno bella vista nelle nostre strade, il Vangelo ci parla di Dio che si fa presente nella storia d’amore di Giuseppe, il giusto e di Maria, la vergine, chiedendo loro di accogliere un progetto più grande, che come era avvenuto secoli prima al loro padre nella fede Abramo, li avrebbe resi pellegrini sulla strada della fede, spalancando a Gesù, il Figlio amato, le porte della storia umana.

Il Natale si presenta a noi come storia di cammini, quello di Maria e Giuseppe per rispondere al censimento, quello dei pastori su invito dell’angelo, quello dei Magi venuti da oriente, quello di Maria e Giuseppe per sfuggire alla furia omicida di Erode.

Ma è anche storia di turbamenti e di chiusure, è il caso di Erode, di Gerusalemme, dei capi dei sacerdoti e degli scribi del popolo, tutti rinchiusi a difesa delle loro certezze e per niente stimolati dalle Scritture che non riescono a far ardere i loro cuori.

Non c’è dubbio che l’evento della nascita di Gesù ci indica in modo chiaro il modo di agire di Dio; sembra che la storia del mondo sia nelle mani dei potenti di turno: Cesare Augusto che vuole misurare la forza dell’impero di Roma, Quirinio, governatore della Siria, Erode, Archelao, suo figlio; in realtà questi personaggi sono comparse statiche, interessate a conservare il loro potere.

I veri protagonisti dinamici dell’avvento di Dio nella storia sono gli anawim, i poveri, i semplici, quelli che non hanno voce in capitolo nelle stanze del potere ma sanno bene come trasformare gli scantinati della storia in laboratori di libera e responsabile adesione al progetto salvifico di Dio.

Rispondono al nome di Maria, Giuseppe, i pastori, i magi, Simeone, Anna, donne e uomini mossi dallo Spirito che aspettavano la terra nuova e i cieli nuovi che il Padre voleva rigenerare nel mistero pasquale del Figlio amato.

Loro sono quelli che hanno accolto il Verbo della vita, perché liberi da ogni istinto di autosufficienza, non avevano alcun potere da difendere, se non quello della libertà e semplicità di cuore; perciò, a loro il Verbo fatto carne “ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome.” (Gv 1, 12).

Nel Natale è scritta la scelta irrevocabile di Dio di stare dalla parte dell’uomo, non solo, ma dalla parte dei poveri, dei semplici, dei miti, anzi Dio sceglie, nel Figlio Gesù, questa modalità di stare al mondo, di abitare la vita degli uomini.

Non facciamoci rubare il senso del Natale di Gesù! Prendiamoci pure il giusto tempo di distensione, torniamo a gustare le sane relazioni familiari, godiamo pure delle tante realizzazioni artistiche di presepi, sacre rappresentazioni, concerti che ci ispirano il gusto del bello, ma non perdiamo l’occasione di porci le domande che sorgono da un cuore inquieto che nella notte sente il bisogno dell’alba, della luce, della pace.

Le domande del profeta Isaia oggi dovrebbero essere le nostre domande: “Sentinella, quanto resta della notte?”. È ancora lunga questa notte che il nostro mondo sta vivendo? Continuerà a lungo la scia di sangue, di morte, di distruzione, di povertà che l’homo oeconomicus ha generato per alimentare i suoi profitti?

Nel testo di Isaia, in realtà non c’è una risposta alla domanda, la sentinella assicura che prima o poi il giorno verrà, ma poi ci sarà ancora la notte; quello che serve non è una previsione temporale ma una revisione di vita: “…convertitevi, venite.”

La notte è occasione di conversione, di discernimento, di revisione di vita, di cambiamento di rotta a partire dalla nostra vita.

Perciò, in questo Natale, avviciniamoci al presepe, questa umile rappresentazione alla portata di tutti, nata dal cuore umile di San Francesco di Assisi, per riscoprire tre movimenti del cuore di Cristo che diventano fondamentali per noi, per affrontare la notte e avviare un serio cambiamento di rotta:

L’UMANITÀ

Stiamo vivendo un grave naufragio di umanità, che si manifesta a vari livelli nel mondo e nella vita di ciascuno; se veramente, però, la gloria di Dio è l’uomo vivente, fino al punto che Dio ha voluto farsi uomo e allora è urgente ritrovare il senso pieno del nostro essere persone umane.

È notte di umanità dove la guerra sta mietendo vittime, uomini, donne, bambini, anziani che abitano i territori interessati da questi orribili conflitti.

È notte di umanità per i tanti profughi costretti ad abbandonare le proprie case e i propri territori per cercare scampo da violenze, ingiustizie, soprusi e umiliazioni di ogni genere.

È notte di umanità per bambini a cui è negata la gioia della vita e per anziani e malati terminali non adeguatamente curati nell’ultimo tratto del loro pellegrinaggio terreno, se non addirittura aiutati a morire.

È notte per chi, analfabeta nelle relazioni affettive, alza la mano contro la persona che ha amato, ma che non può possedere come un oggetto.

È notte di umanità tutte le volte che, ad ogni livello, non ci si prende cura della persona umana, e non è garantito a tutti il diritto all’ istruzione, al lavoro, alla casa, alla salute, alla dignità.

È notte di umanità tutte le volte che tanti nostri fratelli e sorelle immigrati non sono accolti e trovano la morte in quel mare che è per loro l’unica via di salvezza.

È notte di umanità quando la nostra casa comune: l’ambiente, non è rispettato, tutelato e amato, ma è svenduto a perverse logiche di progresso, che hanno il solo obiettivo di tutelare il monopolio di un mondo di soci.

È notte di umanità quando chiunque di noi, uomini e donne di fede, cediamo a compromessi e sotterfugi e adottiamo logiche mondane per tutelare i nostri interessi personali e tuttavia apparire agli occhi degli altri brava gente.

Da questa notte di umanità è urgente uscire; dobbiamo recuperare il volto bello di quella divino-umanità che risplende nel più bello tra i figli dell’uomo: Gesù Cristo.

Forse la nostra umanità si è indebolita perché la fede si è indebolita nel nostro vissuto quotidiano; abbiamo pensato che ormai la fede fosse un accessorio archeologico che aveva esaurito il suo valore educativo, e ci siamo aggrappati alla religione, che si accontenta della ripetizione di riti e gesti che sembrano più graditi a una platea più ampia, e così,  noi cristiani per primi viviamo di rendita e non ci preoccupiamo di coniugare il verbo della fede, incultur

andolo nel vissuto delle persone del nostro tempo.

L’umanità trova nella fede il suo nutrimento sostanzioso e la fede prende corpo in una umanità, che sfuggendo alla mediocrità, punta alla misura alta della vita cristiana e assume gesti di cura, di tenerezza, di delicatezza, segni che annunciano l’aurora.

La POVERTÀ

Non c’è alcun dubbio che il contesto in cui avviene la nascita di Gesù è un contesto povero dal punto di vista socioculturale ed economico; tuttavia, contemplando il Bambino di Betlemme siamo chiamati a riscoprire un’altra povertà, quella povertà costituzionale, che lo stesso Gesù, maestro, dalla cattedra delle Beatitudini, chiederà ai suoi discepoli: l’umiltà. Nel Natale contempliamo la povertà di Dio, che San Paolo con poche pennellate presenta nella Lettera ai Filippesi: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.” (Fil 2, 5-8).

Le parole dell’Apostolo ci presentano in modo chiaro e sintetico la verità del mistero dell’Incarnazione. La povertà esteriore che Gesù ha vissuto nella sua vita terrena era il riflesso di quella povertà interiore che lo portava ad essere continuamente in ascolto del Padre, vera e unica ricchezza della sua esistenza.

Dio solo sa quanto abbiamo bisogno noi di imparare la povertà di Dio!

Se non ci mettiamo alla scuola della povertà di Dio non riusciremo mai a vivere con sobrietà la nostra vita. Non ci è chiesto di vivere un pauperismo di facciata, che copre le riserve auree di ogni genere che nascondiamo altrove, ma di incarnare uno stile umile, essenziale, sobrio che nella trasparenza della vita ha spazio, tempo e forza per accogliere tutti.

I due poli di riferimento della povertà di Dio sono la culla di Betlemme e la croce del Golgota, questi devono essere per ciascuno di noi punti cardinali per orientare il percorso della vita; e perché questo non diventi un pio desiderio evanescente, la scuola a cui formarci alla povertà umile di Dio è l’Eucarestia.

Certo, l’Eucarestia resta fonte e culmine della vita della Chiesa, ma non ci deve sfuggire che è scuola dove formarsi alla povertà di Dio.

Nell’Eucarestia, Gesù si mette nelle nostre mani, che non sono meno sporche e pungenti della paglia di Betlemme, eppure Lui non si difende in alcun modo, assicurando la sua perenne presenza nel mondo.

La CONDIVISIONE

Il terzo movimento a cui il Natale ci educa è la condivisione. Il Natale è la storia del Divino e dell’umano che si incontrano per condividere la salvezza dell’umanità.

Dio non ha voluto fare tutto da solo ma ha chiesto la collaborazione degli uomini, per condividere il sogno di un mondo nuovo.

Forse potrebbe suonare fuori contesto, ma la parabola del buon samaritano è certamente una chiave di lettura del mistero dell’Incarnazione.

L’uomo che scendeva da Gerusalemme a Gerico è l’umanità generata da Dio che percorre le strade del mondo. Il peccato ferisce gravemente l’umanità e ne compromette l’integrità spirituale; in tanti corrono al capezzale dell’umanità ferita, ma gli interessi di parte, il ripiegamento su cose ritenute più importanti, l’indifferenza adottata come cultura, impediscono qualsiasi cura.

È Dio, che in Gesù, buon samaritano, si fa uomo per percorrere le strade del mondo e prendersi cura dell’umanità ferita e restituirla alla bellezza della grazia, lasciandosi sfigurare dalla morte sulla croce, prima di restituire all’uomo lo splendore della luce pasquale.

Così commenta la parabola del buon samaritano Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti“Godiamo di uno spazio di corresponsabilità capace di avviare e generare nuovi processi e trasformazioni. Dobbiamo essere parte attiva nella riabilitazione e nel sostegno delle società ferite. Oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli, di essere altri buoni samaritani che prendono si di sé il dolore dei fallimenti, invece, di fomentare odi e risentimenti. Come il viandante occasionale della nostra storia, ci vuole solo il desiderio gratuito, puro e semplice di essere popolo, di essere costanti e instancabili nell’impegno di includere, di integrare, di risollevare chi è caduto; anche se tante volte ci troviamo immersi e condannati a ripetere la logica dei violenti, di quanti nutrono ambizioni solo per sé stessi e diffondono la confusione e la menzogna. […] Alimentiamo ciò che è buono e mettiamoci al servizio del bene. […] Però non facciamo da soli, individualmente. […] Noi siamo chiamati a invitare e incontrarci in un “NOI” che sia più forte della somma di piccole individualità…” (FT 77-78).

Sarà una rinvigorita capacità di condivisione a farci ricostruire il tessuto logoro delle nostre comunità e aiutarci a pensare e agire in termini di comunità.

In cammino verso Betlemme

La riscoperta di questi tre valori può costituire il giusto equipaggiamento per attraversare la notte che stiamo vivendo, senza mai perdere la speranza dell’aurora di un giorno nuovo.

Viviamo questo Natale portando nel cuore la certezza che nonostante tutto Gesù continua a nascere nelle nostre vite e nel nostro mondo per ricordarci le coordinate della vita: la semplicità, la povertà, l’umiltà.

Vieni di notte, ma nel nostro cuore è sempre notte:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni in silenzio, noi non sappiamo più cosa dirci:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni in solitudine, ma ognuno di noi è sempre più solo:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni figlio della pace, noi ignoriamo cosa sia la pace:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a liberarci, noi siamo sempre più schiavi:
e dunque vieni sempre Signore.
Vieni a consolarci, noi siamo sempre più tristi:
e dunque vieni sempre Signore.
Vieni a cercarci, noi siamo sempre più perduti:
e dunque vieni sempre Signore.
Vieni, tu che ci ami, nessuno è in comunione col fratello
se prima non è con te, o Signore.
Noi siamo tutti lontani, smarriti,
né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo:
vieni, Signore. Vieni sempre, Signore.

       (Padre David Maria Turoldo)

A tutti rivolgo il mio fraterno e sincero augurio di BUON NATALE.

                                      + Giovanni Intini