Redazione

Anche quest’anno il “Lions Club Mesagne”, in collaborazione con “La Compagnia Group” e il “Piccolo Coro Francesco d’Assisi”, organizza il tradizionale concerto. L’iniziativa, patrocinata dal Comune nell’ambito della rassegna “Natale 2023 a Mesagne”, si terrà venerdì 29 dicembre alle ore 20.00 presso il Teatro Comunale. Ingresso con invito.

La pizza gourmet di Tony Resta alla conquista della Romania.

“Core Verace” porta da Mesagne al Distretto di Argeș (in romeno Județul Argeș), uno dei 41 distretti della Romania, situato nella regione storica della Muntenia in Valacchia, l’interprete della pizza gourmet napoletana.
Lui è lo Specialist pizzaiolo che ha fatto della ricerca di sapori e abbinamenti il suo cavallo di battaglia ha fatto tappa a Câmpulung Muscel. Non è un “comune” pizzaiolo napoletano, Tony Resta è stato infatti da tempo ribattezzato sul territorio come l’interprete della cosiddetta pizza napoletana gourmet, un qualcosa di innovativo e ricercato, realizzato con materie prime di altissima qualità e con tecniche particolari. E da qualche tempo il celebre ristoratore mesagnese è sbarcato in Romania per conquistare turisti e residenti con i suoi fumanti manicaretti, così fumanti da aver scaldato palato e cuore dei romeni nelle fredde serate dell’Europa Centrale. L'obiettivo degli eventi firmati “Core Verace” è promuovere il brand Italia al di fuori dei confini nazionali, puntando su materie prime eccellenti e tra esse su una miscela esclusiva di farine sapientemente bilanciate per il caratteristico impasto della pizza. E proprio a Câmpulung Muscel, da qualche mese Tony Resta ha consolidato la partnership con importanti realtà imprenditoriali nel settore della ristorazione e della distribuzione.
 
Con l’evento “Primul STREET FESTIVAL – PIZZA NAPOLETANA din ROMANIA”, che proprio a cavallo del Natale ha ricevuto il Patrocinio morale della Civica Amministrazione, Tony Resta insieme noti imprenditori della ristorazione romena, ha voluto puntare su un nuovo spazio gastronomico contemporaneo, a metà strada tra Bucarest e Timișoara, sposando la filosofia dell’Azienda che ha da sempre puntato su sostenibilità, cibo buono e sano. Tanta la curiosità degli ospiti che nei tre giorni dell’evento hanno consumato centinaia di pizze Tradizionali e Gourmet (impasto biga 100%) preparate dal Maestro lievitista e ambasciatore del gusto, andate letteralmente a ruba. Per chi non hanno voluto cedere alle tentazioni di una buona pizza, anche la proposta selezionata di golosissimi fritti napoletani: crocchè di patate, polpette, pettole, frittatine di bucatini, arancini con carne macinata e sugo. Piatti semplici della tradizione italiana che hanno portato sulle tavole della Romania le nostre migliori eccellenze.

Luce del mondo: organizzata dall’associazione culturale “Da Orra ad Oria” nell’ambito del programma “Natale a Mesagne 2023”, si svolgerà venerdì 29 dicembre la rievocazione storica del presepe vivente “Luce nel mondo”. «Tale collaborazione rappresenta per la nostra associazione motivo di grande orgoglio, - spiegano i soci del sodalizio, lo stesso che dal 2018 tiene viva nella città di Oria la tradizione del presepe recitato -sia perché è la prima volta che lo spettacolo varca i confini comunali, sia perché ciò avviene in una realtà che costituisce un autentico fiore all’occhiello del territorio». Le rappresentazioni prenderanno il via alle ore 19:00, alle ore 20:00 in largo Ubaldo Lay la scena dell’Annunciazione; percorrendo via Albricci, i visitatori incontreranno il centurione che indice il censimento, l’arrivo dei Magi e il palazzo di Erode. Culmine della rappresentazione sarà piazza IV Novembre, spazio in cui verrà inscenata la natività. «La volontà di ospitare la nostra manifestazione rappresenta solo l’ulteriore riprova dell’attenzione rivolta dalla comunità mesagnese al tema della natività, che già da anni ospita nel suo centro storico l’incantevole Borgo dei Presepi», continuano gli organizzatori, facendo riferimento alle antiche mura del frantoio ipogeo sito in via Santacesaria, pregiato contenitore della mostra permanente di presepi di svariate dimensioni e magistrale fattura, tra i quali trova posto una natività proveniente direttamente da Greccio, famosa nel mondo per essere il luogo in cui San Francesco d’Assisi realizzò il primo presepe, e con cui la città di Mesagne ha recentemente sottoscritto un patto di fratellanza.

ANNATA AGRARIA: COLDIRETTI PUGLIA, NEL 2023 AGROALIMENTARE GUADAGNA VALORE (+24% PLV) NONOSTANTE CLIMA, VIRUS E INSETTI ALIENI E BIZZARRIE SCENARIO INTERNAZIONALE

Nonostante la minaccia del clima con 96 eventi estremi in 1 anno e uno scenario internazionale complesso, l’agricoltura e l’agroalimentare pugliesi guadagnano il 24% in più di Produzione Lorda Vendibile che sfiora i 4 miliardi di eur, pur perdendo il 34% in quantità della produzione, grazie alle ottime performance de settore olivicolo e oleario e dell’ortofrutta che fanno recuperare terreno rispetto all’annata agraria precedente. E’ quanto emerge dall’analisi dei dati settore per settore di Coldiretti Puglia, diffusa in occasione del bilancio dell’annata agraria di fine anno, con un 2023 difficile sul fronte dell’andamento climatico folle con il conseguente attacco di virus e insetti alieni, sotto la minaccia della fauna selvatica e stretto nella morsa del difficile scenario internazionale e di manovre speculative che incidono sull’agroalimentare Made in Puglia.  

L’aumento in valore dell’agroalimentare pugliese è determinato principalmente dall’andamento del settore olivicolo e oleario, con il raccolto delle olive in Puglia cresciuto del 50% rispetto all’anno precedente, a fronte di quello nazionale e mondiale che è crollato, facendo schizzare i prezzi dell’olio extravergine del +49,3%. Performance positive in valore anche per l’ortofrutta, con l’uva da tavola che al netto del calo delle quantità ha guadagnato in termini di valore, ma in generale ortaggi e frutta pugliese hanno registrato prezzi medi in campagna migliori alle annate precedenti per la diminuzione delle quantità, mentre un frutto su dieci è scomparso dalle tavole dei cittadini che hanno tagliato gli acquisti (-10%) crollati ai minimi da inizio secolo, sulla base dei dati Cso Italy, secondo cui i consumatori hanno ridotto del 25% le quantità di angurie, del 15% i meloni, del 14% le arance, del 5% le fragole ma il taglio ha riguardato anche gli ortaggi (-6%).

Annata da dimenticare in Puglia per la vendemmia che paga il conto degli eventi estremi e degli attacchi di peronospora che hanno caratterizzato il 2023, per cui le quantità risultano crollate in media del 32% con punte fino al 90% in alcuni areali, mentre sono aumentati in misura esponenziale i costi di produzione. L’impennata del costo del vetro cavo per le bottiglie che hanno fatto segnare un aumento che ha raggiunto il 58% nell’arco di 18 mesi mette a rischio la competitività del vino italiano sul mercato nazionale ed estero dove per la prima volta dopo oltre un decennio sono calate le vendite del vino Made in Italy in valore (-1%), dopo che Coldiretti e Filiera Italia avevano evidenziato l’anomalia in riferimento all’avvio dell’istruttoria da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per una presunta intesa restrittiva della concorrenza nella vendita delle bottiglie di vetro.

Nel 2023 il raccolto di grano duro pugliese per la pasta non ha prodotto secondo le aspettative – continua Coldiretti Puglia – ma comunque è stato in aumento rispetto al crollo dell’anno scorso. Di fatto l'andamento climatico ha divorato parte del lavoro di un anno degli agricoltori che quest’anno hanno speso per produrre grano fino a 300 euro ad ettaro in più, rispetto ai periodi pre-conflitto in Ucraina, ma al contempo hanno subito il taglio dei compensi che sono scesi del 40 % rispetto allo scorso anno.  Sotto accusa le manovre speculative con un deciso aumento delle importazioni di grano duro dal Canada  che ha invece più che quadruplicano le esportazioni in Italia di grano trattato con glifosate secondo modalità vietate a livello nazionale.

Gli effetti delle bizzarrie dello scenario internazionale si sono fatti sentire poco sulle esportazioni che segnano l’aumento di un timido 4,3% dei vini, di un consistente 23% dell’olio e del 10% della pasta, secondo i dati Istat da gennaio a settembre 2023, incidendo però pesantemente – spiega Coldiretti Puglia - sui costi di produzione che le imprese agricole hanno dovuto sostenere.

“L’agroalimentare ha dimostrato concretamente la propria capacità di saper cogliere l’opportunità del Pnrr con richieste di investimenti superiori alla dotazione e l’incremento dei fondi va nella direzione auspicata di aumentare la produzione in settori cardine, dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura e “raffreddare” il carovita che pesa sulle tasche dei cittadini”, afferma Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, nel sottolineare che “il raddoppio dei fondi per l’agroalimentare con 2 miliardi in più stanziati per gli accordi nella filiera e 850 milioni aggiuntivi per il fotovoltaico sui tetti di stalle e cascine è importante per salvare la spesa delle famiglie italiane e sostenere l’approvvigionamento energetico del Paese di fronte alle tensioni internazionali provocate dalla guerra su cibo e bollette”.

“Un’occasione unica, che non va sprecata per far crescere e garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, dal produttore al consumatore. In tale ottica i contratti di filiera – aggiunge il direttore regionale Pietro Piccioni – sono fondamentali per lo sviluppo di prodotti 100% italiani per dare opportunità di lavoro e far crescere l’agroalimentare Made in Italy, in un contesto di grande instabilità internazionale. Ma il contributo allo sviluppo non si limita all’alimentare, ma cresce anche la produzione energetica agricola grazie agli accordi siglati dalla Coldiretti”.

Agonia lenta e al momento introvertibile per il settore lattiero, con 333 stalle chiuse in Puglia da dicembre 2019 a giugno 2023, una perdita incolmabile causata dall’aumento dei costi di produzione e gestione, a cui non corrisponde più una equa remunerazione del prezzo del latte alla stalla, che non può andare sotto i costi di produzione calcolati da Ismea, quando nella forbice tra produzione e consumo ci sono margini da recuperare per garantire un prezzo giusto e onesto che tenga conto dei costi degli allevatori e la necessaria qualità da assicurare ai consumatori. Occorre fare ricorso al decreto legislativo in attuazione della Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali, fortemente voluto dalla Coldiretti, che prevede lo stop a 16 pratiche sleali che vanno dal rispetto dei termini di pagamento, non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili, al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste on line al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto alla fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti, ma anche che i prezzi riconosciuti agli agricoltori ed agli allevatori non siano inferiori ai costi di produzione. Con 3 DOP (canestrato pugliese, mozzarella di Gioia del Colle e mozzarella di bufala) e quasi 20 formaggi riconosciuti tradizionali dal MIPAAF (burrata, cacio, caciocavallo, caciocavallo podolico dauno, cacioricotta, cacioricotta caprino orsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, pallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, scamorza, scamorza di pecora, vaccino) – insiste Coldiretti Puglia – il settore lattiero–caseario garantisce primati a livello nazionale e Sigilli della biodiversità dal valore indiscutibile.

Sul fronte della pesca, sono quasi 500 i pescherecci pugliesi che saranno “affondati” dalle nuove linee europee che prevedono la scomparsa della pesca a strascico, il settore più produttivo della marineria, con un impatto devastante sull’economia, sull’occupazione e sui consumi. La misura comunitaria più dirompente – sottolinea Coldiretti Impresapesca Puglia – è il divieto del sistema di pesca a strascico che rappresenta in termini di produzione ben il 65% del pescato nazionale, operando di media non più di 130 giorni all’anno, secondo l’analisi di Coldiretti Impresapesca. Ma le nuove linee prevedono anche la restrizione delle aree di pesca con tagli fino al 30% di quelle attuali, denuncia Coldiretti Impresapesca, con scadenze ravvicinate nel 2024, 2027 per concludersi nel 2030.

Il settore della pesca e dell’acquacoltura in Puglia – conclude Coldiretti Puglia – vale 225milioni di euro, secondo i dati CREA, con una flotta operante lungo le coste pugliesi costituita da 1.455 battelli che rappresenta il 12,3% del totale nazionale, il 10,5% del tonnellaggio e il 12% della potenza motore, con le aree vocate di  Manfredonia, Molfetta, sud Barese, Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi, oltre agli allevamenti in mare aperto di spigole, ombrine e orate.

---------------
Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina Facebook. Puoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube. 
Per scriverci e interagire con la redazione contattaci

Con il 2023 che con il 99% di probabilità si classificherà come l’anno più caldo mai registrato nel Pianeta dopo che la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani è risultata addirittura superiore di 1,15 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo, nei primi undici mesi dell’anno, diventa sempre più impattante il fenomeno della fauna selvatica che da migratoria è divenuta stanziale in Puglia, arrecando danni ingenti alle produzioni in campagne, nelle stalle agli animali e agli allevamenti di pesce in mare aperto. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione del bilancio dell’annata agraria 2023, sulla base delle previsioni della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che registra le temperature mondiali dal 1850, in riferimento agli enormi danni causati dalla fauna selvatica, con i cinghiali che distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati, come anche i lupi e i cani inselvatichiti, gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano letteralmente interi campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, i pappagalli verdi si cibano di frutta e mandorle e il killer dei mari, il granchio blu che stermina vongole veraci, cozze, uova, altri pesci e molluschi.pappagalli_verdi.jpg

CINGHIALI – Bisogna far scendere l’esercito in campo, perché con la Puglia invasa da 250mila selvatici non c’è solo la peste dei cinghiali, ma è allarme – afferma Coldiretti Puglia - per la sicurezza delle persone in campagna e città con i branchi che si spingono fin dentro i centri urbani, fra macchine in sosta, carrozzine con bambini e anziani che vanno a fare la spesa, con le aree della Murgia barese e tarantina, del Gargano e del subappennino dauno divenute l’eldorado dei cinghiali.

I branchi dei cinghiali – sottolinea la Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. La situazione è diventata insostenibile in città e nelle campagne con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti – viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.

Si tratta – evidenzia la Coldiretti regionale - solo della punta dell’iceberg perché molti non denunciano scoraggiati dalle lungaggini burocratiche e dalle condizioni poste dalle assicurazioni come ad esempio, oltre alle tracce sulla vettura e sull’asfalto, anche il rinvenimento della carcassa dell’animale con il quale ci si è scontrati.

Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè la fauna selvatica rappresenta un problema per la stragrande maggioranza dei cittadini (90%) considerato poi che nell’ultimo anno è avvenuto un incidente ogni 41 ore con 13 vittime e 261 feriti gravi a causa dell’invasione di cinghiali e animali selvatici che non si fermano più davanti a nulla, secondo l’analisi di Coldiretti su dati Asaps.

CORMORANI – Ogni cormorano mangia fino a 10 chilogrammi di pesce al mese, oltre 300 grammi al giorno, lasciando tra l’altro – denuncia Coldiretti Puglia - pesci feriti nell’attività predatoria e con il rischio della diffusione di malattie e parassiti. Il numero di cormorani svernanti è cresciuto di circa venti volte negli ultimi 25 anni – aggiunge Coldiretti Puglia - secondo un andamento parallelo e strettamente correlato alla crescita esponenziale delle popolazioni nidificanti nei paesi dell'Europa centrosettentrionale. La presenza sempre più invasiva dei cormorani – aggiunge Coldiretti Puglia - viene segnalata dai pescatori in provincia di Bari sia a sud, tra Mola di Bari e Torre a Mare che a nord tra Giovinazzo e Bisceglie, sulla costa di Taranto, nella laguna di Varano, sulla Diga di Capaccio del Celone a Lucera e presso la palude del Lago Salso a Manfredonia, a Gallipoli e sugli oltre 400 chilometri di costa della regione.cormorani_in_Puglia_Mangiano_fino_a_10_Kg_di_pesce_al_mese.jpg

E’ ormai una vera e propria emergenza alla luce dei danni provocati all’attività degli allevamenti di pesce in mare aperto in Puglia e alla vita stessa dei pesci nei mari. L’attività predatoria dei cormorani – spiega Coldiretti Puglia - sottopone a forte stress la vita marina poiché è talmente intensa da non permettere la crescita, lo sviluppo e la riproduzione delle specie di cui si nutrono.

GRANCHIO BLU – In Puglia c’è anche l’invasione del “killer dei mari”, il granchio blu che ha preso d’assalto le coste pugliesi, dalla laguna di Lesina e Varano fino ai bacini retrodunali del Salento, con danni all’ecosistema, ma soprattutto alla pesca della paranza, decimata e resa invendibile dagli attacchi del granchio alieno. Il granchio blu o granchio reale blu è una specie aliena per il Mar Mediterraneo – sottolinea Coldiretti Puglia -, originaria delle coste Atlantiche dell'America, che raggiunge anche il chilo di peso e sta prendendo il sopravvento nei fondali della costa Adriatica, sterminando vongole veraci, cozze, uova, altri pesci e molluschi. Il fenomeno sta assumendo le proporzioni di una vera e propria “calamità naturale”, che minerà la sopravvivenza della principale economia ittica su tutta la costa pugliese, da Nord a Sud.Granchio_blu_il_killer_dei_mari_anche_in_Puglia.jpg

Una invasione che è il frutto della tendenza al surriscaldamento dove la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli si concentra proprio nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020 mentre anche il 2023 si classifica fino ad ora in Italia nella top ten degli anni più caldi di sempre con una temperatura superiore di 0,67 gradi la media storica che lo classifica al terzo  posto tra le più alte mai registrate nel periodo dal 1800, quando sono iniziate le rilevazioni, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Isac Cnr nei primi sette mesi.

PAPAGGALI VERDI - Con la tropicalizzazione del clima si sta verificando una invasione di pappagalli nelle campagne che, dal primo insediamento a Molfetta, hanno preso possesso di città e campagne a Bari, Bisceglie, Giovinazzo, Palese, Santo Spirito, Bitonto, Bitetto, Palo del Colle, Binetto, Grumo Appula, fino a spingersi sull’Alta Murgia, lancia l’allarme Coldiretti Puglia.pappagalli_verdi.jpg

Si tratta dei parrocchetti monaci della specie Myiopsitta monachus Boddaert, apparsi con un primo "insediamento" su un eucalipto nella contrada molfettese "Madonna delle Rose", passati poi a stabilirsi, costruendo nidi ‘multifamiliari’ e riproducendosi con grande velocità, dice Coldiretti Puglia.

I pappagalli verdi spaccano il guscio legnoso ed estraggono con la lingua il frutto delle mandorle, staccano i frutti o li lasciano divorati e danneggiati sugli alberi. Attualmente in Puglia è destinata alla coltivazione del mandorlo – rileva Coldiretti Puglia – una superficie pari a 19.428 ettari (pari al 35,05% della superficie nazionale coltivata a mandorlo), che ha fornito una produzione totale di 264.670 quintali di mandorle, un terzo del totale nazionale (33%).

STORNI – Sono migliaia gli storni in campagna che mangiano ognuno fino a 20 grammi di olive al giorno nelle aree olivetate di Bari e Brindisi e sul Gargano nell’epicentro tra San Giovanni Rotondo e Manfredonia, dove il fenomeno delle nubi di uccelli è divenuto quotidiano e pressante. Oltre al danno diretto, non vanno sottovalutati i danni indiretti. Gli storni distruggono le piazzole adibite alla raccolta delle olive – insiste Coldiretti Puglia – e gli olivicoltori sono costretti a contrastare una calamità senza averne gli strumenti, condannati, quasi, a riprogrammare la propria attività agraria per scongiurare la distruzione della produzione. Tra l’altro, non è soltanto l’olivicoltura a risultare colpita, dato che il passaggio degli stormi di storni lascia sugli ortaggi quantitativi di escrementi tali da rendere impresentabile il prodotto sul mercato. Gli storni trovano ristoro notturno nelle aree protette, per riprendere le scorribande alimentari diurne ormai da mesi, dato che il caldo anomalo degli ultimi anni ha fatto convertire la specie protetta da migratoria a stanziale. Particolarmente colpito dagli storni il settore olivicolo nelle province di Bari e Brindisi nella litoranea tra Polignano a Mare, Castellana Grotte, Monopoli, Conversano, Alberobello , Locorotondo, Fasano, Cisternino, Ostuni, Ceglie Messapica, Villa Castelli, Francavilla Fontana, San Michele Salentino, Latiano, Carovigno, San Vito dei Normanni, Mesagne, Brindisi e sul Gargano a Manfredonia, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, Rignano Garganico, Apricena, Poggio Imperiale, Lesina, Sannicandro Garganico e Cagnano Varano, con un  danno che si attesta tra il 30 ed oltre il 60% - spiega Coldiretti Puglia - a carico degli olivi.Storni_2.jpg

LUPI - Ora bisogna salvare pecore e capre sbranate, mucche sgozzate e asinelli uccisi dal Gargano al Salento dove la presenza del lupo si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di stragi negli allevamenti che hanno costretto alla chiusura delle attività e all’abbandono della aree interne, a seguito delle numerose segnalazioni degli allevatori della Murgia barese e tarantina, in provincia di Foggia e di Lecce con l’ultimo caso a Cutrofiano, in riferimento alla proposta della Commissione Europea di downgrade dello status del lupo da "strettamente protetto" a "protetto" annunciata dalla presidente Ursula Von Der Layen secondo la quale “la concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale soprattutto per il bestiame”. Una decisione che risponde alle richieste  delle autorità locali di maggiore flessibilità per gestire più attivamente le concentrazioni critiche di lupi.

In Italia si è registrato un forte aumento da nord a sud della popolazione di lupi, stimata dall’Ispra nell’ambito del progetto Life WolfAlps EU intorno ai 3.300 esemplari, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola mentre il numero di pecore è diminuito di circa il 10% negli ultimi cinque anni secondo l’analisi della Coldiretti.pecore_e_agnelli_ammazzati_dai_lupi.jpg

I numeri sembrano confermare che il lupo ormai, non è più in pericolo e – sottolinea la Coldiretti regionale – il rischio vero oggi è piuttosto la scomparsa della presenza dell’uomo delle aree interne per l’abbandono di migliaia di famiglie ma anche di tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane di mucche, capre e pecore.

Dopo gli attacchi dei lupi, agli animali a volte feriti o uccisi si aggiungono – precisa la Coldiretti Puglia – i danni indotti dallo spavento e dallo stato di stress provocato dagli assalti, con ridotta produzione di latte e aborti negli animali sopravvissuti.

Sono essenziali misure di contenimento per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le aree rurali più difficili dove l'allevamento è l'attività principale, ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze pugliesi, come la pecora 'Gentile' di Altamura o la 'Moscia' leccese. Il problema dei grandi carnivori sta diventando insostenibile ed è necessario trovare una soluzione in tempi rapidi.

---------------
Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina Facebook. Puoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube. 
Per scriverci e interagire con la redazione contattaci

Volanti e poliziotti sono arrivati ieri mattina davanti a Casa di Zaccheo di Mesagne. La gente incuriosita ha sbirciato fuori dall’uscio per vedere cosa stesse accadendo. Forse una retata? Macché si è trattato di un pronto intervento nel nome della solidarietà da parte degli uomini in divisa blu-grigia. Infatti, dalle auto logate polizia di stato sono scesi poliziotti e poliziotte con in braccio le teglie di leccornie da preparare per gli ospiti di casa Zaccheo che ogni giorno ricorrono alla struttura di solidarietà per un pasto caldo. Nel 2023 sono stati preparati oltre 10mila pasti caldi per circa 75 persone al giorno. Ad accogliere i poliziotti c’era don Pietro Depunzio, fresco di nomina a vicario foraneo, oltre che parroco del Santuario di Mater Domini e gestore di Casa Zaccheo. I poliziotti a loro volta erano guidati dal dirigente capo del commissariato di Mesagne, Giuseppe Massaro. Un turbinio di attività che gli agenti hanno svolto sotto l’occhio vigile di dirigenti. Infatti, hanno imbandito i tavoli per gli ospiti e confezionato gli spicchi di panettone.casa_di_zaccheo_poliziotti_intenti_a_preparare_i_pasti.jpg

E poi hanno iniziato a preparare un menù da fare invidia al miglior chef: tortellini in brodo e scaloppine ai funghi con contorno di patate al forno. Frutta, dolci, acqua e un goccetto di buon vino. Ma soprattutto tanto calore umano per i cittadini meno fortunati che nel giorno di festa si sono sentiti meno soli. In mattinata sono stati preparati anche diversi takeaway distribuiti a coloro che per vari motivi non si sono potuti recare in mensa. Un gesto di solidarietà che si svolge per il secondo anno consecutivo e che ha nel questore Annino Gargano il principale ispiratore. Al termine della preparazione ai poliziotti è stato offerto del buon caffè portato loro dall’ispettore Claudio Rizzo, in pensione, ma che non ha fatto mancare il suo contributo umano all’iniziativa benefica. Tuttavia, Casa di Zaccheo non è solo servizio mensa bensì anche casa di accoglienza e centro di ascolto per particolari patologie sociali come la ludopatia o l’alcolismo.

massaro_giuseppe_e_don_pietro_depunzio.jpg

“Casa di Zaccheo è divenuta un chiaro punto di riferimento per coloro che vivono bisogni di fragilità e sanno che la struttura è aperta sia di giorno sia di notte”, ha spiegato don Pietro Depunzio, che ha proseguito: “Oggi a preparare il pranzo per i nostri ospiti ci sono i poliziotti del commissariato di Mesagne e della questura di Brindisi. È un gesto significativo che sottolinea la volontà di fare carità umana da parte degli agenti verso i bisogni della città”. Impegnato in prima linea anche il commissario, Giuseppe Massaro: “L’iniziativa – ha spiegato - rappresenta il forte legame che c’è tra la polizia e la cittadinanza. Inoltre, per noi è un onore dedicare un po' del nostro tempo a Casa di Zaccheo che è un punto di riferimento per i bisogni delle fasce deboli della comunità locale”.

---------------casa_zaccheo_poliziotti_ai_fornelli_1.jpg
Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina Facebook. Puoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube. 
Per scriverci e interagire con la redazione contattaci

Mercoledì di magia e divertimento a Mesagne con spettacoli nel quartiere Grutti e al parco “Potì” a partire dalle ore 18. Musica, colori e magia, apparizioni e sparizioni, ombrelli, sete colorate, bacchette magiche. Tanta magia e illusionismo con spettacoli coinvolgenti, frizzanti, ipnotici: 7 maghi, originali e carismatici, a partire dalle ore 18, si alterneranno con spettacoli a postazioni fisse, dislocate nel quartiere Grutti, nei pressi della chiesa, e presso Parco Potì, e presenteranno un susseguirsi di grandi effetti, manipolazione e mentalismo. Special guest dell’evento, dal programma televisivo “Tu si que vales”, Jack il Manipolatore, un artista unico nel suo genere, uno dei pochi in grado di proporre spettacoli di contact juggling, una disciplina che richiede estrema concentrazione per la realizzazione di spettacoli di illusioni ottiche. L'evento, promosso dall’amministrazione comunale nell’ambito del programma “Natale 2023 a Mesagne”, è organizzato da “Lab Communications Eventi”. Tutti possono assistere gratuitamente all'evento. Il secondo evento è per le ore 20, quando le vie, i vicoli e le piazze del centro storico di Mesagne ospiteranno lo spettacolo itinerante che vedrà protagonisti gli artisti di “Effetto Notte Arte Musica Spettacolo” e Miria Records Management & Production. Una passeggiata speciale, raccontata come un elegante viaggio dall’attrice esordiente Sveva Mantovano, partirà da piazza Sant'Anna dei Greci per poi spostarsi in piazza 4 Novembre e in piazza Commestibili: i giovani di Effetto Notte e Miria Records racconteranno in musica e attraverso monologhi a tema storie emozionanti, con relativa morale messa in evidenza dalla Narratrice. La soprano Anna Joseph, affiancata da Eleison Duo, Francescopio, Yaima, Genette, Patty e il piccolo Lorenzo Piccinno, saranno i protagonisti di suggestivi momenti, resi in musica e parole, e rappresentati in una atmosfera unica e suggestiva. Il tour artistico si concluderà in piazza Orsini del Balzo, qui l’augurio per “L’anno che verrà”, che dà il titolo al celebre brano del grande Lucio Dalla e al miglior auspicio di un 2024 colmo di gioia, speranza e serenità. Durante le loro performance, i giovani talenti saranno accompagnati dai patron dell’evento, Maurizio Ciardo e Miria Gravili. Lo spettacolo è patrocinato dall’amministrazione comunale nell’ambito del programma “Natale a Mesagne 2023”. Infine, alle ore 20,30 nel teatro comunale sarà rappresentata la commedia “Pernia e Cola”.

NATALE: COLDIRETTI PUGLIA, TORNA IL RICICLO DEI REGALI PER 1 PUGLIESE SU 3; MA PIÙ AI PARENTI CHE AGLI AMICI

Un pugliese su 3 (32%) che ha ricevuto regali di Natale ricicla quest’anno quelli indesiderati, destinandoli a parenti e amici ma anche rivendendoli sul web. E’ quanto emerge dal sondaggio di Coldiretti Puglia condotto sul sito puglia.coldiretti.it che evidenzia il ritorno di un’abitudine che quest’anno si fa forte a causa dell’inflazione che pesa sulle famiglie costrette a fare i conti con costi fuori controllo, una sorta di economia circolare del dono, sotto la spinta a ottimizzare le risorse disponibili e ridurre al minimo gli sprechi donando una seconda vita ai prodotti.

Se il 32% dei pugliesi ammette di fare ricorso al riciclo dei regali, ma più ai parenti che agli amici – aggiunge Coldiretti Puglia - il 68% si dichiara contrario ritenendola una pratica ingiusta. La grande maggioranza di coloro che riciclano lo fa a favore di parenti che possono apprezzare l’oggetto ricevuto in dono mentre – sottolinea la Coldiretti – una buona percentuale di pragmatici (15%) li restituisce al negozio cambiandoli o chiedendo un buono e un 6% li destina ad altri utilizzi. Ma la vera novità è il boom di chi rivende i regali ricevuti su internet, con un aumento record del 60% rispetto allo scorso anno, grazie anche al moltiplicarsi dei siti dedicati a vestiti e oggetti di seconda mano.

Certamente tra i doni riciclati nel 2023 non ci sono mai prodotti enogastronomici, perché l’inflazione sui beni alimentari – aggiunge Coldiretti Puglia – rende soprattutto vino e olio extravergine di oliva molto preziosi, mentre la pratica del ‘riciclo’ colpisce i capi di abbigliamento, i prodotti per la casa o quelli tecnologici. Le donne – spiega Coldiretti – sono più generose nel donare a parenti ed amici (78% contro il 62% dei maschi).

Si tratta di un business rilevante – conclude la Coldiretti – se si considera che le famiglie italiane hanno scartato sotto l’albero regali di Natale per un valore stimabile in circa 8 miliardi tra grandi e piccini.

---------------
Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina Facebook. Puoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube. 
Per scriverci e interagire con la redazione contattaci

CAPODANNO: COLDIRETTI PUGLIA, LENTICCHIE PORTAFORTUNA IN 8 TAVOLE SU 10; 64% PUGLIESI CONSUMA LEGUMI PIÙ DI UNA VOLTA ALLA SETTIMANA

La produzione in Puglia di lenticchie è di 5.253 quintali e particolarmente ricercate sono le lenticchie IGP di Altamura

Nel menu del cenone dei pugliesi in otto casi su dieci (80%) sono previste quest’anno le lenticchie chiamate a portar fortuna, in una regione in cui il consumo dei legumi è radicato, con il 64% dei pugliesi che li mangia più una volta alla settimana. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Puglia sul Capodanno condotta nei mercati di Campagna Amica, per cui sono immancabili sulle tavole  le lenticchie benaugurali, mentre il tradizionale chicco d’uva è servito nel 45% dei casi.

La produzione in Puglia di lenticchia è di circa 5.253 quintali e particolarmente ricercate sono le lenticchie IGP di Altamura, con l’accoppiata vincente– continua la Coldiretti regionale – con cotechino e zampone consumati proprio a fine anno con gran parte della produzione nazionale, ma si rileva anche una apprezzabile domanda di cotechini e zamponi artigianali. Non solo lenticchie tra i piatti portafortuna a fine anno ci sono – dice la Coldiretti - anche i chicchi di uva. Ne vanno mangiati dodici, uno per ogni mese dell’anno. E di buon auspicio sono anche i melograni simbolo di riparo e protezione dai problemi che il nuovo anno potrebbe portare. E sorprendentemente portano fortuna anche gli spaghetti – aggiunge Coldiretti – a patto però di cucinarli interi, senza spezzarli.

A far crescere la domanda di legumi con in testa lenticchie e fagioli – sottolinea la Coldiretti regionale - è stata la svolta green nelle scelte di acquisto dei consumatori con la tendenza a mettere nel carrello cibi più salutari, ma anche a fare scorte di prodotti alimentari a lunga conservazione e la necessità di contenere i costi domestici con prodotti convenienti di alta qualità nutrizionale. Ad aumentare – precisa la Coldiretti regionale - sono anche i prodotti trasformati a base di farina di legumi come biscotti, cracker, sostituti del pane e le modaiole alternative di pasta a base di farina di legumi, ceci, lenticchie e piselli.

I legumi più diffusi sono fagioli, piselli, lenticchie, ceci e fave oltre alle cicerchie, ma la Puglia può contare anche su produzioni tipiche di qualità a denominazione di origine come la lenticchia di Altamura IGP e riconosciute tradizionali dal MASAF come le fave di Carpino e fave e piselli di Zollino,  i piselli ricci di Sannicola, i piselli secchi di Vitigliano, il cece nero di Nardò e il fagiolo dei Monti Dauni meridionali.

Occhi quindi puntati in Puglia sulla lenticchia, menzionata più volte persino nella Bibbia con il nome "adasah". Nella Genesi si legge che Giacobbe ottenne l'importantissimo diritto di primogenitura da Esaù dandogli in cambio proprio un piatto di lenticchie. La grande "popolarità" della lenticchia di Altamura, che vanta in Puglia il riconoscimento della IGP Altamura, ricco di fibre, vitamine e minerali, - racconta Coldiretti Puglia - è legato alla sua larga diffusione, alla sua ottima preservabilità, nonché al suo costo abbordabile, una caratteristica che le ha fatto assumere la denominazione di "carne dei poveri".

A partire dagli anni '30 e fino agli anni '70 le lenticchie di Altamura conquistarono i mercati internazionali - e l'esportazione di questo legume in Inghilterra, Germania, Stati Uniti, Canada e Australia ebbe una forte ripercussione nell'economia di Altamura che, da quel momento, divenne nota come la città delle tre "L", ovvero lino, lana, lenticchia". Intorno gli anni '70 la produzione di lenticchie conobbe una fase di declino dovuta a diversi fattori, oggi la riscoperta. Le lenticchie di Altamura – aggiunge Coldiretti Puglia - rispondono, tra l'altro, alle esigenze delle donne che lavorano anche fuori casa, dato che il tempo di cottura è di appena 30 minuti per le 'lenti' definite da Gambero Rosso 'integre e compatte, di buona masticabilità e di giusta consistenza.

Le lenticchie hanno un alto valore nutritivo e contengono circa il 25% di proteine, il 53% di carboidrati e il 2% di olii vegetali. Sono ricche, inoltre di fosforo, ferro e vitamine del gruppo B. Da un punto di vista nutrizionale, 100 gr di lenticchie corrispondono a 215 gr di carne. Il consumo di questo legume è indicato nella prevenzione dell'arteriosclerosi, visto il suo basso contenuto di grassi di tipo insaturo. Tra i suoi componenti spiccano i "soflavoni", sostanze in grado di "pulire" l'organismo.

La grande quantità di fibre che le lenticchie possiedono le rende utili per il buon funzionamento dell'apparato intestinale, contribuendo a tenere sotto controllo il livello di colesterolo nel sangue. Gli esperti consigliano di consumarle soprattutto in virtù delle loro proprietà antiossidanti che agiscono positivamente sugli inquinanti ai quali siamo soggetti. Le lenticchie sono anche molto ricche di tiamina, una sostanza indispensabile per il buon funzionamento della memoria. Il loro contenuto di vitamina PP fa si che siano un potente equilibratore del sistema nervoso, dall'azione antidepressiva e antipsicotica. Il consumo di lenticchie è altamente controindicato per i soggetti affetti da iperuricemia.

Per non cadere nell’inganno del falso Made in Italy – conclude Coldiretti Puglia - è necessario privilegiare legumi che esplicitamente evidenziano l’origine nazionale in etichetta, come avviene per l’Igp, o che si possono acquistare direttamente dagli agricoltori nei mercati di Campagna Amica in tutta la Puglia.

---------------
Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina Facebook. Puoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube. 
Per scriverci e interagire con la redazione contattaci

“Con l’affetto della Memoria”: grazie al contributo popolare, inaugurazione targa e sagoma in memoria del concittadino

                       

                               Domenico Modugno  

 

 

SAN PIETRO VERNOTICO – Sarà inaugurata il prossimo 7 gennaio a partire dalle ore 19 l’opera dedicata a Domenico Modugno, nei pressi dell’abitazione dove ha vissuto in via Brindisi, 24.

Un progetto partito dall’associazione socio culturale Astra che ha visto il patrocinio del Gal Terra dei Messapi, del comune di San Pietro Vernotico e al quale hanno collaborato diverse associazioni locali. L’obiettivo è stato raggiunto grazie ad una raccolta fondi popolare sulla piattaforma Eppela con l’hashtag #casaModugno.

Un esperimento unico nel suo genere, con tanta partecipazione dopo il lancio dei promotori e il coinvolgimento delle associazioni culturali locali “Domenico Modugno”, “Proposte”, “Caffè Letterario S.P.V.” e “Dialetto Sampietrano”. Ha collaborato inoltre l’agenzia locale della Banca Popolare Pugliese. Attraverso la campagna di crowdfunding, la raccolta finanziaria collettiva e a fronte di una previsione di spesa di 4mila euro, in pochi mesi si è raggiunto e superato l’obiettivo permettendo, con quanto raccolto, l’organizzazione di una piccola festa di popolo per l’inaugurazione dell’opera.

Si partirà da piazza del Popolo domenica 7 gennaio alle 19 dove sarà allestita una mostra con oggetti appartenuti al noto artista. Al corteo, accompagnato dalla banda locale, parteciperanno i parroci delle diverse parrocchie e quanti vorranno prendere parte all’evento, per raggiungere la casa dove ha vissuto l’artista e dove sarà posizionata l’opera grazie anche alla concessione dell’attuale proprietario. Dopo la scopertura e la benedizione dell’opera che consiste in una sagoma e una targa in memoria e ricordo, progettata e curata dall’architetto Vincenzo Bracciale, interverrà il presidente dell’associazione Astra, Antonio Manigrasso.

I ringraziamenti della famiglia saranno a cura del nipote dell’artista, Cosimo Modugno, che mantiene viva la memoria dello zio attraverso l’omonima associazione.

Seguiranno i saluti istituzionali dei diversi rappresentanti: la sindaca di San Pietro, Maria Lucia Argentieri, il sindaco di Squinzano, Mario Pede, il direttore del Gal “Terra dei Messapi”, Antonio Legittimo e quanti vorranno intervenire. Nel corso della serata si alterneranno momenti ludici con i ragazzi dell’Unitalsi, la recita di una poesia a cura dell’associazione Dialetto  Sampietrano e l’esibizione del gruppo folkloristico locale “Santu Pietru cu tutte le chiai” con il quale si tornerà in piazza dove seguirà un momento conviviale offerto dagli esercizi commerciali della zona. Farà da cornice il sax di Marcello Marra.

Il noto cantante e artista ha vissuto l’infanzia, l’adolescenza e parte della giovinezza a San Pietro Vernotico da dove partì in cerca di notorietà. La sua formazione artistica da autodidatta è cominciata tra le strade, i vicoli e le piazze sanpietrane. Di  lui si raccontano ancora le scorribande e gli aneddoti che lo hanno ispirato in tantissime produzioni musicali.

---------------
Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina Facebook. Puoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube. 
Per scriverci e interagire con la redazione contattaci