Redazione
PREZZI: COLDIRETT PUGLIA, AL VIA RACCOLTA PUMMAROLA MADE IN ITALY; +50% POMODORO DA CINA SORPASSA ITALIA.
Parte la raccolta del pomodoro da salsa, in ritardo in Puglia che a causa degli effetti dei cambiamenti climatici, fra nubifragi, alluvioni e ondate di calore, rischia di produrre ancora meno dei 2 miliardi di chili previsti per il 2023, mentre alle frontiere nazionali si assiste al balzo del +50% delle importazioni di concentrato di pomodoro cinese che costa la metà di quello tricolore grazie allo sfruttamento dei prigionieri politici e della minoranza musulmana degli Uiguri nello Xinjiang. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, in occasione dell’avvio della raccolta in Italia a Foggia dove si coltiva quasi 1/5 (19%) dell’intero raccolto nazionale.
Ai ritardi registrati in campagna nel trapianto delle piantine di pomodoro a causa del clima pazzo – insiste Coldiretti Puglia - si aggiunge l’aumento dei prodotti energetici e delle materie prime che si riflette sui costi di produzione del pomodoro superiori del 30% rispetto alle medie storiche, anche per il caro carburanti e il gap delle infrastrutture logistiche di trasporto.
“La Puglia che è il principale polo della salsa Made in Italy nel Mezzogiorno con quasi 18mila ettari concentrati per l’84% proprio a Foggia, che è leader nel comparto con 3.500 produttori di pomodoro che coltivano mediamente una superficie di 32 mila ettari, per una produzione di 20 milioni di quintali ed una P.L.V. di quasi 180.000.000 euro. Dati ragguardevoli se confrontati al resto d'Italia con i suoi 55 milioni di quintali di produzione e i 95mila ettari di superficie investita", dice il Presidente di Coldiretti Foggia, Marzio De Matteo.
Il tutto mentre il pomodoro agli agricoltori viene pagato solo fra i 15 e i 17 centesimi al chilo. Il risultato è che, ad esempio, per una bottiglia di passata da 700 ml in vendita mediamente a 1,6 euro solo il 9,4% riguarda il valore riconosciuto al pomodoro in campo, mentre – affermano Coldiretti e Filiera Italia - mentre il 90,6% del prezzo è il margine della distribuzione commerciale, i costi di produzione industriali, il costo della bottiglia, dei trasporti, il tappo, l’etichetta e la pubblicità
Uno scenario in cui – sottolineano Coldiretti e Filiera Italia - la Cina con 7,3 miliardi di chili nel 2023 sorpassa l’Italia nella classifica mondiale dei produttori di pomodoro da industria
Il pomodoro Made in Italy – evidenziano Coldiretti e Filiera Italia - rappresenta un ingrediente fondamentale della dieta Mediterranea e della vera cucina italiana candidata all’iscrizione nella Lista rappresentativa dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità dell’Unesco.
In questo scenario l’Italia scivola al terzo posto come produttore mondiale scalzata dalla Cina che fa concorrenza sleale violando diritti umani e dei lavoratori tanto che il presidente di Coldiretti Ettore Prandini e l’amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia hanno scritto al ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida per denunciare che “l’aumento della produzione di pomodoro da industria cinese e la differenza di prezzo tra il concentrato di produzione orientale e italiana hanno determinato la ripresa di fenomeni fraudolenti di difficile individuazione data l’alta diluizione a cui il prodotto è sottoposto per l’ottenimento dei diversi derivati del pomodoro”.
Inoltre – scrivono Prandini e Scordamaglia - il pomodoro cinese è coltivato per l’80% nella regione dello Xinjiang dove il governo cinese pratica da tempo politiche di repressione e genocidio della popolazione locale degli Uiguri con sterilizzazione di massa, campi di concentramento, schiavitù e lavori forzati nei campi agricoli. Una violazione dei diritti umani confermata nei mesi scorsi anche dall’ONU e dallo stesso Parlamento europeo”.
Tale situazione – si legge nella letta di Coldiretti e Filiera Italia - oltre a generare concorrenza sleale rispetto all’intera filiera del pomodoro da industria italiana ed europea, denota una questione etica, umanitaria e di giustizia sociale che necessita della dovuta attenzione. “Il concentrato di pomodoro cinese rappresenta un altro esempio delle produzioni importate e ottenute dalla violazione dei diritti umani”. Per questo, seguendo l’esempio degli Stati Uniti, Prandini e Scordamaglia chiedono che l’Italia “si faccia portavoce presso la Commissione europea della richiesta di divieto assoluto di importazione di concentrato di pomodoro cinese, soprattutto se proveniente dalla regione dello Xinjiang”
Gli USA, seguiti da Regno Unito e Canada, hanno già approvato due norme che – spiegano Coldiretti e Filiera Italia - vanno nella direzione di bloccare le importazioni di concentrato di pomodoro dalla Cina. La prima è la legge volta a proteggere la minoranza degli Uiguri dal lavoro coatto (Uyghur Forced Labor Protection Act del 2022), mentre la seconda è il "Withhold Release Order" del 2021 che stabilisce che importazioni di alcuni prodotti come cotone e pomodoro provenienti dalla regione dello Xinjiang, dove vengono violati i diritti umani e si ricorre allo sfruttamento dei lavori forzati, devono essere trattenute nei porti di fatto realizzando un blocco per quelle importazioni.
Mentre in Europa c’è chi va in direzione opposta, come l'Olanda che ha chiesto alla Commissione UE la concessione di un contingente tariffario per permettere l'importazione di concentrato di pomodoro dalla Cina in esenzione di dazio. Si tratterebbe – sottolineano Coldiretti e Filiera Italia - di un contingente di superiore alle ventimila tonnellate all'anno di concentrato di pomodoro, perché secondo l’Olanda la produzione UE non sarebbe sufficiente a soddisfare la domanda. Per dare il proprio via libera, la Commissione UE deve infatti ravvisare la sussistenza di due condizioni – spiegano Coldiretti e Filiera Italia - la merce oggetto della richiesta non è prodotta nell’Unione Europea in quantità sufficiente e, seconda condizione, deve essere destinata ad una ulteriore trasformazione.
Coldiretti e Filiera Italia hanno preso posizione contro la richiesta olandese, non essendoci carenza di produzione di pomodoro da industria nell’UE tale da giustificare l’apertura di un contingente a dazio zero. Bisogna poi da considerare che il prezzo del prodotto di importazione, anche se sottoposto a dazio, è meno della metà di quello europeo. Anche chi fino ad oggi non aveva acquistato semilavorati del pomodoro dalla Cina – denunciano Coldiretti e Filiera Italia - viene tentato da prezzi bassissimi e dalla mancanza di un obbligo di etichettatura d’origine obbligatoria sui derivati del pomodoro utilizzato nell’UE, alimentando le distorsioni sul mercato.
Intanto l’Italia è all’avanguardia in Europa grazie al pressing della Coldiretti che ha fatto scattare anche l’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati del pomodoro grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018, del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.
Nel carrello della spesa degli italiani In Italia, le tipologie di conserve di pomodoro più acquistate nella fase al dettaglio sono le passate e le polpe che concentrano circa i tre quarti dei quantitativi e il 54% della spesa complessiva, spiega Coldiretti su dati Ismea nel 2022. A seguire, tra i prodotti più venduti si piazzano i sughi pronti (12% dei volumi e circa il 30% della spesa) e i pomodori pelati (10% degli acquisti e 8% della spesa). Completano il paniere le conserve di pomodorini, il concentrato di pomodoro e i sughi freschi. Il consumo si attesta – conclude Coldiretti - su una media di 35 chili a famiglia all’anno.
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POLIZIA DI STATO: UN ARRESTO ALLA STAZIONE FERROVIARIA
Nel pomeriggio di venerdì 28 luglio personale della Squadra Volante del Commissariato di P.S. di Ostuni, durante i servizi di controllo del territorio, interveniva presso quella stazione ferroviaria a causa del comportamento minaccioso e aggressivo di un ventenne di nazionalità somala che, a dorso nudo e in forte stato di agitazione, perdeva sangue dalla mano destra a causa della rottura con un pugno di una bacheca in vetro presente lungo la banchina della stazione, creando momenti di tensione.
Gli operatori cercavano sin da subito di riportarlo alla calma ottenendo, per tutta risposta, un atteggiamento sempre più aggressivo anche nei confronti degli utenti, alcuni dei quali costretti a rifugiarsi all’interno del bar ivi presente. Nonostante gli operatori cercassero di contenerlo, l’uomo continuava ad opporre resistenza attiva: si buttava per terra e recuperava un pezzo di vetro lì presente cercando di colpire uno dei poliziotti. Oltre alla condotta aggressiva verso gli altri, lo straniero iniziava con atti di autolesionismo, colpendosi sul petto e sul braccio con il pezzo di vetro che aveva in mano e minacciando di suicidarsi posizionando il frammento di vetro all’altezza della gola.
Il soggetto, con notevoli difficoltà, veniva bloccato e trasportato presso il nosocomio Perrino di Brindisi, ove ha continuato nel suo atteggiamento di forte aggressività sia nei confronti dei poliziotti che del personale medico.
Il cittadino somalo veniva pertanto arrestato per resistenza, violenza e minaccia a Pubblico Ufficiale, nonché per danneggiamento aggravato e condotto presso la Casa Circondariale di Brindisi, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente.
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La musica lo disturba: Residente lancia secchiata d'acqua su musicista e cantante a Ostuni. Confesercenti e Fiepet: ennesimo episodio di inciviltà e mancanza di rispetto, non più tollerabile; Intervengano le forze dell’ordine.
In una serata estiva animata dalla musica ad adeguata sonorità e negli orari consentiti, si è verificato uno spiacevole episodio di intolleranza nel cuore del centro storico di Ostuni, precisamente in via Giosuè Pinto. Poco prima della mezzanotte di lunedì 31 luglio, un musicista e una cantante sono stati oggetto di un gesto violento e offensivo da parte di un residente locale.
Mentre i due artisti intrattenevano il pubblico con la loro esibizione musicale, il residente, visibilmente infastidito dalla loro presenza, ha reagito in modo irrazionale lanciando una secchiata d'acqua contro di loro, interrompendo bruscamente la performance.
Confesercenti e Fiepet Ostuni, le associazioni che rappresentano gli esercenti del territorio, condannano fermamente questo atto di intolleranza e violenza. In una dichiarazione ufficiale, Confesercenti e Fiepet Ostuni hanno affermato che questo è solo l'ennesimo episodio di inciviltà e mancanza di rispetto, non più tollerabile. Hanno inoltre chiesto un intervento immediato e risoluto da parte delle autorità competenti. "Ora basta agli incivili. Intervengano gli organi di polizia per accertare e punire le responsabilità.
Le forze dell'ordine e della polizia locale devono presidiare il territorio per assicurare l'incolumità degli ospiti e degli esercenti. Non possiamo permettere che episodi simili si ripetano e minino il vivere civile e la vivacità culturale della nostra Città", hanno dichiarato i rappresentanti del gruppo dirigente della Confesercenti Ostuni.
Si spera che questo episodio possa essere risolto con il rispetto dei diritti di tutti e con un maggiore senso di civiltà e convivenza. Confesercenti e Fiepet Ostuni invitano tutti i cittadini a condannare ogni forma di violenza e a promuovere una cultura dell'accoglienza e del rispetto reciproco.
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La giunta Emiliano dà il via libera al nuovo Consorzio Unico
La giunta Emiliano dà il via libera al nuovo Consorzio Unico. Copagri Puglia: decisione senza coinvolgere le Organizzazioni.
“Una decisione unilaterale presa senza il coinvolgimento preventivo delle organizzazioni agricole pure più volte sollecitato, puntualmente promesso ma mai avvenuto”. Così la Copagri Puglia boccia la decisione della giunta regionale di costituire, a partire da gennaio dell’anno prossimo, il Consorzio di Bonifica unico con l’elezione degli organi sociali dopo oltre 20 anni di gestione commissariale.
“Pur previsto da una legge regionale del 2017, il provvedimento – spiega in una nota il presidente regionale della Copagri Puglia Michele Palermo – prima di essere adottato andava discusso nel merito con le organizzazioni agricole così come concordato il 22 maggio scorso dopo la manifestazione di protesta organizzata a Bari insieme alla Cia. Il tavolo di confronto promesso allora – sottolinea il presidente della confederazione dei produttori agricoli pugliesi – non è mai stato avviato.
Prima di passare alla nuova gestione con l’autogoverno da parte delle associazioni agricole, la Copagri Puglia ritiene sia indispensabile risolvere alcune questioni dirimenti da cui dipende il definitivo rilancio della funzione di Bonifica integrale in Puglia.
“Innanzitutto – elenca la Copagri – la definizione della debitoria pregressa dei consorzi commissariati che ammonta a 130 milioni senza creare aggravi finanziari a carico degli associati ai consorzi; un meccanismo di incentivazione e stralcio delle sanzioni e degli interessi sui crediti oggi vantati dai consorzi nei confronti dei propri soci in considerazione delle annualità non ancora riscosse e ancora in fase di riparto; un piano di classifica che deve vedere la compartecipazione nei costi non solo delle aziende agricole ma anche di tutti i proprietari di terreni e immobili che ricadono nelle zone oggetto di bonifica pur non essendo agricoltori; un piano industriale e un assetto organizzativo condivisi; affidare al nuovo consorzio unico la piena e prioritaria gestione della risorsa idrica privilegiando la funzione irrigua come avviene nelle altre regioni favorendo l’ammodernamento degli impianti; favorire l’esodo incentivato del personale; rilanciare tutte le azioni progettuali per intercettare i finanziamenti disponibili nell’ambito europeo, nazionale e regionale.
“Senza queste risposte non ci potrà essere alcuna riforma dei consorzi di bonifica”, conclude il presidente della Copagri Puglia Michele Palermo che ribadisce la disponibilità ad un confronto immediato con il governatore Emiliano e l’Assessore Pentassuglia.
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Brindisi nessun calo delle presenze turistiche
Brindisi nessun calo delle presenze turistiche, anzi, c’è un incremento. Contrariamente a quanto viene diffuso da alcuni addetti ai lavori sugli organi di informazione regionali e locali, descrivendo in modo catastrofico la stagione turistica in Puglia e nel Salento, i dati della Confesercenti Asshotel della Provincia di Brindisi mostrano, per il territorio brindisino, un quadro molto differente da quello dipinto in questi giorni a livello regionale e territoriale, confermando che l’area turistica di Brindisi non ha subito il contraccolpo, mantenendo ospitalità e servizi.
“Se si fa un primo bilancio dell’andamento delle presenze turistiche al 1° agosto – dichiara il Presidente di Asshotel-Confesercenti Enzo Di Roma – e se si analizzano i dati del territorio della Provincia di Brindisi, si conferma, per alcune strutture ricettive, l’andamento del 2022, decisamente buono, e il confronto con il 2019, l’anno che ha preceduto la pandemia da Covid 19, è nettamente in positivo. L’incremento per alcune strutture attrezzate si attesta sull’8% nel mese di giugno e sul 3% in luglio. E’ chiaro che ci sono aree geografiche della Puglia, come il Gargano, che soffrono della mancanza di infrastrutture; a questa carenza, poi, c’è da aggiungere la concorrenza dell’extra alberghiero che, nell’ultimo anno, ha aumentato la propria ricettività del 15%, deframmentando interamente il mercato”. Molto chiara anche la posizione di Confesercenti Asshotel sulla durata delle vacanze delle famiglie e sul tanto sbandierato, ma non analizzato a fondo, aumento dei prezzi. “Le famiglie italiane – continua Enzo Di Roma - hanno oggi un potere d’acquisto inferiore rispetto al recente passato, pari a 800 Euro in meno all’anno. E’ evidente come la famiglia media debba per questo ridurre la durata delle proprie vacanze dai 7-10 giorni di qualche anno fa ai 4-5 giorni di questo periodo storico. L’ aumento generale dei prezzi hanno toccato anche il nostro settore ricettivo in riferimento alle materie prime e al costo dell’energia elettrica. Non solo. Ci confrontiamo con la mancanza di personale e quello che è disposto a lavorare ha alzato le proprie richieste. Ed è per questo che sicuramente i servizi e l’ospitalità hanno avuto un incremento del 12% in più rispetto ai costi degli scorsi anni. Ma nonostante questo, il dato delle presenze turistiche nel territorio di Brindisi è positivo e non accettiamo catastrofismi generali”.
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Parchitelli: “Sempre vicini alle famiglie gravate da situazioni legate all'Autismo”. |
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Nota della consigliera regionale del Pd Lucia Parchitelli. --------------- |
Il Comune di San Michele Salentino ‘arruola’ le Guardie Zoofile
Il Comune di San Michele Salentino ‘arruola’ le Guardie Zoofile.
Il Comune di San Michele Salentino ha sottoscritto una convenzione con l'Associazione di volontariato "OIPA Associazione Internazionale Protezione Animali - Italia OdV" per utilizzare le Guardie Zoofile al fine di proteggere gli animali, garantire la vigilanza e fornire informazioni. Le attività previste mirano a difendere il patrimonio zootecnico e proteggere gli animali, oltre a promuovere una corretta convivenza tra uomini e animali. Un focus particolare sarà posto sul fenomeno del randagismo, con azioni di sensibilizzazione, controllo e repressione.
Le Guardie Zoofile volontarie, con nomina prefettizia di "Guardia Particolare Giurata", collaboreranno con la Polizia Locale, Asl e Carabinieri per monitorare il territorio di San Michele Salentino e informare la popolazione sulle leggi riguardanti il benessere degli animali. Inoltre, si impegneranno in attività specifiche di monitoraggio, controllo, prevenzione e repressione delle violazioni dei regolamenti sulla tutela del patrimonio zootecnico.
Il sindaco Giovanni Allegrini ha spiegato che la presenza delle guardie zoofile contribuirà ad aumentare il senso di sicurezza e vigilanza sulle strade. “Da un lato – sottolinea il Primo Cittadino -, verranno ringraziati i concittadini rispettosi delle regole, mentre dall'altro si perseguiranno gli incivili attraverso un controllo capillare del territorio, applicando sanzioni amministrative quando necessario”.
La durata della convenzione è di sei mesi e si inizierà con attività di sensibilizzazione della cittadinanza sul rispetto degli animali e delle norme a loro tutela.
Oncologia Fasano. Amati: “Gran caldo, locali inadeguati"
Comunicato del presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati. “Il PTA di Fasano è pieno di luci per tutta la parte ristrutturata o in via di ristrutturazione, ma ha una grandissima ombra: il servizio di oncologia. "Decine di pazienti sono costretti a curarsi con un impianto di climatizzazione insufficiente, soffrendo il disagio dell’afa, in locali inadeguati sotto il profilo igienico-sanitario e con postazioni inutilizzate a causa di inagibilità di alcuni spazi. "Da questo momento sarà tra le mie occupazione prioritarie richiedere la realizzazione d’interventi di somma urgenza, affinché il servizio di oncologia sia adeguato alle più elementari linee guida sugli ambienti sanitari. "Ho già segnalato la questione al Commissario della Asl per disporre gli interventi più immediati e sin da giovedì prossimo, giornata prevista per la nomina del nuovo DG, non passerà settimana senza che avrò fatto il punto sulle cose risolte e su quelle in attesa di soluzione. "Partiamo dunque per una nuova battaglia.” |
Conti in ordine e nuovi investimenti, è questo in sintesi il contenuto degli equilibri di bilancio, il provvedimento approvato dal Consiglio Comunale di Francavilla Fontana lunedì 31 luglio.
Una seduta in larga parte dedicata ai temi economici con la ratifica di quattro variazioni di bilancio adottate dalla Giunta Comunale in questi mesi e che per legge devono passare al vaglio del Consiglio e con l’approvazione degli equilibri che certificano la sostenibilità delle spese effettuate nell’ultimo anno. Questo particolare adempimento, che bisogna approvare obbligatoriamente entro il mese di luglio, garantisce alla cittadinanza che l’Amministrazione Comunale non spenda più di quanto a sua disposizione e aiuta alla definizione della capacità di spesa dell’Ente.
“Gli equilibri di bilancio – spiega l’Assessora Eleonora Marinelli – chiudono il ciclo dei documenti economici del 2022. Le previsioni di spesa che avevamo avanzato hanno trovato conferma nei numeri portati in Consiglio, per questo non dobbiamo adottare correttivi di alcun tipo. Ora possiamo pensare a ulteriori investimenti utilizzando l’avanzo di amministrazione.”
Nel corso della seduta sono state ratificate le quattro variazioni di bilancio adottate dalla Giunta. Le variazioni hanno recepito circa 600 mila euro di finanziamenti ottenuti negli scorsi mesi dall’Amministrazione Comunale relativi al potenziamento della fruibilità della Biblioteca Comunale, alla realizzazione di un sistema di videosorveglianza nel centro storico, al terzo bando del Distretto Urbano del Commercio e alla realizzazione dei centri estivi. Da registrare, inoltre, l’arrivo di 262 mila euro derivanti dalla rinegoziazione dei mutui. Somme sono state stanziate per la realizzazione del cartellone di eventi estivi, per cofinanziare il centro estivo comunale, per interventi straordinari nel palazzetto dello sport, per la manutenzione del verde e delle scuole.
“Le variazioni – prosegue l’Assessora Marinelli – hanno consentito operatività all’azione amministrativa garantendo l’avvio del cartellone di eventi estivi, ma anche l’arrivo di numerosi finanziamenti, a cominciare da “Francavilla Orienta” per passare alla videosorveglianza nel centro storico e al potenziamento della Biblioteca Comunale.”
Il Consiglio Comunale, oltre ad aver licenziato i debiti fuori bilancio all’ordine del giorno, ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal Consigliere Comunale Antonio De Simone contro la sospensione del fondo di sostegno all'affitto e del fondo per morosità incolpevole prevista dal Governo Meloni nella Legge di Bilancio 2023.
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Ospedale Ostuni. Amati: “Tante parole e nessuna idea"
Ospedale Ostuni. Amati: “Tante parole e nessuna idea. Messa così, destino segnato”
Dichiarazione del consigliere regionale Fabiano Amati.
“Nel Consiglio comunale di ieri a Ostuni sulla sanità ho sentito tante parole, tante critiche alle idee altrui e nessuna idea propria.
“Ho rivisto le scene già vissute oltre dieci anni fa, con il rifiuto irragionevole e supponente dell’ipotesi di un nuovo ospedale a Fasano-Speziale, che allora come ora fanno intuire come andrà a finire: male.
“Se è questo il metodo di protestare, mi pare che il destino sia segnato.
“Non si può fare un intero Consiglio comunale criticando aspramente, a partire dal sindaco, le scelte della Regione, del presidente Emiliano, degli assessori e dei manager, senza però avere la capacità d’indirizzarsi su una soluzione non generica, afferrabile e credibile, lottando per ottenerla.
“L’ospedale di base di Ostuni paga la difficoltà di garantire turni e reperibilità al Perrino di Brindisi, ospedale indispensabile per le malattie tempo-dipendenti e di alta complessità.
“Questo è il problema ed è inutile girarci attorno.
“Anche il nuovo Direttore generale non potrà fare nulla di diverso; smettiamola di mentire ai cittadini e a noi stessi.
“Per ovviare a questo problema abbiamo a mio giudizio solo una possibilità, che riguarda Ostuni ma tutte le Asl pugliesi: AziendaZero.
“Si tratta in buona sostanza di una riforma per impedire lo scippo (com’è accaduto e accade) tra le diverse Asl del personale medico, con il maggior danno delle Asl più piccole, e di formare i turni e le reperibilità attingendo dall’organico di tutta la regione. E tutto questo perché la sanità è tarata su base regionale e non provinciale.
Turni e reperibilità sono il problema attuale, da gestire con il personale disponibile, evitando l’abuso dei verbi coniugati al futuro - faremo, vedremo, agiremo ecc. - usati come sostanze stupefacenti.
“Si vuole far questo? Si combatti. Non si vuole? Si dica qual è l’alternativa concreta. Non c’è spazio per la tattica politica del movimento senza spostamento, del non far nulla ma fatto bene e delle braccia conserte.
“Io difenderò l’ospedale di base di Ostuni, perché essenziale nella trama degli ospedali di II e I livello, composta da Brindisi, Francavilla Fontana e il nuovo Monopoli-Fasano. Lo farò anche mettendomi in urto con parte della classe dirigente comunale eventualmente indisponibile ad aprire gli occhi sulla realtà e sul futuro. Ci riuscirò? Non lo so. Spero solo, nell’interesse dei cittadini di Ostuni, che non vada a finire come dodici anni fa per l’ospedale di Fasano-Speziale.”
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