Redazione
Incidente con un ferito grave
Un grave incidente stradale si è verificato a mezzogiorno di oggi lungo la provinciale che collega Torre Santa Susanna a Latiano dove un ragazzo di Latiano, per cause ancora in fase di indagine, è uscito fuori strada ed è rimasto ferito. Sul posto sono giunti gli agenti della polizia locale di Torre, I vigili del fuorco e un'ambulanza del 118. Il ragazzo è stato condotto presso l'ospedale "Perrino" di Brindisi.
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1° MAGGIO: DA PANE CUNZATO A FAVE E PECORINO, È FESTA A TAVOLA
1° MAGGIO: DA PANE CUNZATO A FAVE E PECORINO, È FESTA A TAVOLA, LA MAPPA DEI MENU’ DELLA TRADIZIONE REGIONALE.
Il maltempo sposta la festa a tavola dove anche se fave e pecorino sono un piatto quasi obbligato in diverse aree del centro Italia, la tradizione regionale può contare per la Festa del Lavoro su molti menu’ locali lungo la Penisola dal pane cunzato della Sicilia alla frittata di maccaroni della Campania, dal caciocavallo impiccato con bruschetta della Basilicata alla piadina con lo squaquerone della romagna, dal pane e pecorino della Sardegna ai vovi e sparasi del Veneto e molto altro. E’ quanto emerge dalla rassegna sui menu tipici del primo maggio delle Regioni d’Italia che sono stati “apparecchiati” al Villaggio contadino della Coldiretti sul lungomare Imperatore Augusto di Bari con decine di migliaia di persone provenienti dalle diverse regioni.
Una varietà di colori e sapori tra i quali spiccano tra gli altri – sottolinea la Coldiretti –la frittata di cipolla e salsiccia e nduja della Calabria, il timballo di pasta della Puglia, la pizza scima e i fiadoncini salati dell’Abruzzo, e ancora la torta agli erbi insieme a cantuccini e zuccherini della Toscana, fino ai peperoni in “bagna cauda” del Piemonte mentre la grigliata di carni locali primeggia lungo tutto lo Stivale
Il primo giorno di maggio è una data importante anche per il calendario religioso – ricorda Coldiretti - visto che si festeggia infatti San Giuseppe artigiano, istituita nel 1955 da papa Pio XII con l’intenzione di dare al mondo del lavoro, che viveva problematiche nuove e di grande peso su tutta la società, un protettore e un modello. Ma fin dai tempi dell’Antica Roma era la giornata consacrata ai festeggiamenti per l’arrivo della primavera, quindi a tavola venivano onorate, con parenti e amici, tutte le primizie offerte dalla natura.
In particolare, le fave, considerate tra le altre cose afrodisiache, celebravano la dea Flora, protettrice della natura e della rinascita. Insieme al pecorino, rappresentano l’abbinamento irrinunciabile in molte regioni come Lazio, Marche, Umbria, Abruzzo e Molise. Le fave sono legumi ricchi di proteine, fibre, vitamine (A, B, C, K, E, PP) e sali minerali – ricorda la Coldiretti -, che ha una riconosciuta azione di drenaggio dell’apparato urinario e tra i legumi è il meno calorico: per 100 grammi di fave fresche l’apporto energetico è di sole 37 chilocalorie.
Per garantirsi qualità, il consiglio della Coldiretti è di accertarsi che il baccello delle fave sia turgido, di colore brillante e senza macchie, lucido e di forma regolare. Ad autenticarne la qualità e, in particolar modo, la freschezza, è – rileva la Coldiretti – lo schiocco che deve fare il baccello quando lo si spezza. Se l’idea di mangiare fave crude non convince si possono utilizzare per preparare un ottimo contorno sbollentandole qualche minuto, per poi ripassarle in padella con del cipollotto tagliato sottile e cubetti di pancetta e insaporendole con abbondanti scaglie di pecorino a fuoco spento.
A proposito del celebre formaggio, la scelta per l’abbinamento con le fave può essere soggettiva, ma i preferiti sono il pecorino romano “con la goccia” o quello semistagionato da tavola, meno saporito ma più dolce al palato. Acquistare formaggio Made in Italy è importante – conclude Coldiretti - anche per sostenere la sopravvivenza dei 60mila pastori duramente colpiti dai rincari dei costi. A rischio c’è un mestiere ricco di tradizione molto duro che garantisce la salvaguardia di ben 38 razze a vantaggio della biodiversità e che si prende cura di circa 6 milioni di pecore da nord a sud anche attraverso tradizioni millenarie come la transumanza, che è stata proclamata patrimonio culturale immateriale dell’umanità l’11 dicembre 2019.
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AURORA BRINDISI A DUE VOLTI SCONFITTA 3-1 A NARDO'
Domenica amara per l’Aurora Volley Brindisi uscita sconfitta per 3-1 dal Pala “Andrea Pasca” di Nardò nella venticinquesima e penultima giornata del campionato di Serie C femminile. Nella partita disputatasi domenica 30 aprile contro le padrone di casa della Dream Volley a fare la differenza tra le due formazioni, seconda e terza della classifica, sono state le motivazioni. Grandi quelle della formazione neretina ancora in corsa per il primo posto in campionato, un pò meno quelle delle brindisine già qualificate per la fase dei play off. Il coach brindisino Adolfo Rampino deve rinunciare ancora una volta al capitano Palumbo e gestire la condizione fisica della centrale Andreula e della laterale Della Rocca ancora alle prese con qualche fastidio muscolare.
La formazione brindisina si schiera con Mollica in palleggio, Andreula e Galiulo centrali, Valente e Della Rocca in banda, De Toma opposta e Maggio libero.
La partita: Aurora Volley a due volti, prima fase del set che vede le brindisine in difficoltà andare sotto nel punteggio fino al massimo svantaggio di 17-10. Le rotazioni e i time-out dell’allenatore biancazzurro sortiscono gli effetti sperati e Brindisi ricuce lo svantaggio fino al 20-17. Nonostante l’impegno la squadra brindisina non riesce a pervenire al pareggio ritrovandosi sul 24-22 con la “palla set” per le avversarie. Nel momento cruciale della frazione è la squadra biancazzurra ad emergere, prima annullando il set-point avversario e poi pareggiando i conti sul 24-24. Finale incandescente con la giovanissima Palmisano Romano che con due potenti attacchi trascina la squadra alla vittoria del set per 24-26.
Dopo l’emozionante primo set ci si aspetta di assistere ad una sfida equilibrata, invece sono le padrone di casa a condurre il gioco, questa volta senza i cali di concentrazione del set precedente. La supremazia delle padrone di casa è tangibile (20-10) e dopo aver tenuto a bada i timidi tentativi di rimonta avversari chiude il set per 25-16.
Il terzo set è la copia di quello precedente. Brindisi sembra essere incapace di porre un freno agli attacchi avversari e dopo poco si trova già a rincorrere (9-3). Nella fase centrale del set le biancazzurre riescono a portarsi sotto (13-12), ma è un fuoco di paglia. La rimonta è vanificata da serie di errori con le avversarie che cinicamente ne approfittano allungando inesorabilmente e vincendo il set 25-17.
Il quarto set, cruciale per le sorti della gara, viene approcciato benissimo dalle atlete brindisine che sorprendono le avversarie con un gioco incalzante e costruiscono subito un vantaggio importante tra le due squadre (2-11). La reazione delle padrone di casa non si fa attendere, infatti le neretine riprendono il controllo del gioco e piazzano un break di dieci punti pervenendo incredibilmente al pareggio (12-12). Inspiegabile il crollo della formazione brindisina che non riesce ad opporsi concretamente alle avversarie che dopo aver pareggiato approfittano del black-out biancazzurro per porre le basi della vittoria (20-14). Finale di set che non ha più nulla da dire e vede le padrone di casa aggiudicarsi meritatamente il set 25-16 e la partita.
Una gara che ha messo in evidenza i pregi e soprattutto i difetti di una squadra forse ancora troppo incostante per giocarsela alla pari con i “top club” della categoria. Di difficile comprensione l’andamento della gara delle biancazzurre se non riconducibile ad un calo motivazionale che ha giocato a favore delle padrone di casa. Coach Rampino e il suo staff dovranno lavorare molto su questo aspetto e sulla costanza di rendimento se vorranno ambire a qualcosa in più di una semplice partecipazione ai play-off.
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Allerta meteo dalla Protezione civile
La Protezione civile della regione Puglia ha emesso un avviso meteo con allerta di colore Giallo dalle ore 8 di lunedì per "Precipitazioni sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, con quantitativi cumulati da deboli a moderati".
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Taurisano vs Mesagne Calcio 1 - 0 dts
Semifinale playoff.
Mesagne. Incidente sulla statale 7 con feriti
Un incidente stradale tra due auto si è verificato poco fa lungo la statale 7 nei pressi della cittadella della ricerca. Due, auto, per cause ancora in fase di indagini, si sono scontrate. Fortunatamente ci sono solo 6 feriti lievi cui è stato assegnato il codice verde. Sul posto sono giunte due ambulanze del 118 e gli agenti della polizia locale.
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Furto campana chiesa di Torre Spaccata
Furto campana chiesa di Torre Spaccata, il sindaco Zaccaria: «Offesa ignobile alla fede». «Trovo particolarmente insopportabile il furto della campana della chiesa di Torre Spaccata: colpire il sentimento di fede delle persone, qualunque esso sia, è l'offesa più ignobile».
Così il sindaco Francesco Zaccaria interviene sull’episodio della scorsa notte quando ignoti hanno sradicato la parte alta del campanile e portato via la campana della chiesa di Torre Spaccata: «Voglio sperare anch'io, come ha detto don Luigi, che nell'animo di chi ha compiuto questo orribile gesto si accenda una luce di vergogna che gli faccia restituire alla comunità di Torre Spaccata il suo simbolo», auspica il primo cittadino.
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Il 2 Maggio a Bari i precari covid con Cobas
Il Sindacato Cobas di Brindisi insieme ai precari Covid ritornano a Bari dopo le manifestazioni e gli incontri con la Regione Puglia delle settimane scorse ed organizzano un altro corteo per Martedì 2 Maggio con partenza alle ore 9,00 da via Gentile angolo via Daunia per arrivare alla sede della sede della Regione Puglia, dove nella stessa giornata si svolgerà un Consiglio Regionale.
I lavoratori hanno informato le autorità politiche che intendono in questa occasione avere un incontro chiarificatore della loro situazione che non può più continuare ad andare avanti.
Il Commissario Asl Brindisi , Giovanni Gorgoni , e l’Amministratore di Sanitaservice, Francesco Zingarello, hanno mandato ancora nei giorni scorsi le carte richieste dalla regione per le necessità per il 2023 di assunzioni in Sanitaservice.
Le carte prodotte da questi dirigenti fanno riferimento al numero dei lavoratori che sono andati in pensione, alle ore di straordinario effettuate per mancanza personale , per le necessità relative ai nuovi servizi affidati alla società.
I numeri che sono stati analizzati dalla ASL per il nuovo anno confermano la necessità di nuove assunzioni in Sanitaservice, sufficienti per i precari Covid in attesa di essere stabilizzati da tempo.
Questi lavoratori giunti ormai alla fine della disoccupazione rischiano di cadere nel baratro della fame più nera.
Le nuove disposizioni della Regione Puglia, che saranno pubblicate a giorni,parlano che le decisioni in tema di assunzioni devono essere prese dalla Giunta Regionale.
Le carte inviate da Brindisi più volte da Brindisi sono in regola perché partono da conti di carattere matematico, non sono voli pindarici sbagliati che da qualche altra parte qualcuno può aver fatto.
I disoccupati Brindisino non possono essere penalizzati da un sistema sbagliato.
La Regione si deve rendere conto che questi disoccupati vanno salvati e restituiti al mondo del lavoro e della necessità di salute per i cittadini bisognosi di cura e di attenzione.
Veniamo a Bari per chiedere quello che è giusto….il nostro.
Per il Cobas Roberto Aprile
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XYLELLA: COLDIRETTI, BATTERIO AVANZA 20 KM ALL’ANNO, SOS ULIVI
Con una media di 20 chilometri all’anno nell’ultimo decennio, la Xylella, il batterio killer arrivato dal Centroamerica ha devastato gli ulivi italiani, con un’area invasa da piante zombie che va dal Capo di Leuca e Gallipoli, nell’estremità meridionale della provincia di Lecce, fino alle porte di Bari fra Polignano, Monopoli e Castellana Grotte. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sull’avanzata dell’epidemia di Xylella diffuso in occasione della giornata in difesa degli ulivi al Villaggio contadino di Bari, a 10 anni dall’arrivo della Xylella in Italia.
Siamo di fronte – evidenzia Coldiretti – a una vera e propria emergenza che non riguarda più solo alcune zone della Puglia ma rischia di estendersi a livello nazionale ed europeo con la guerra al batterio che ha un valore ambientale, scientifico ed economico. La Xylella – spiega Coldiretti – viene diffusa da un insetto, la “sputacchina”, che inocula il batterio nei canali linfatici delle piante, prosciugandole dall’interno e uccidendole senza pietà.
Ogni sputacchina – spiega Coldiretti – riesce a percorrere da sola fino a 400 metri, ma può restare attaccata a camion, moto e automobili coprendo decine di chilometri ogni anno come dimostra l’avanzata dell’epidemia in Puglia. L’insetto si infetta con il batterio della Xylella fastidiosa prendendolo da piante già contaminate e per tutta la sua vita rimane un portatore attivo del contagio.
Dal 2013 ad oggi la Xylella portata dalla sputacchina ha camminato e dopo aver praticamente azzerato il patrimonio olivicolo del Salento, compromesso gravemente gli oliveti di Brindisi e a Taranto, è arrivata in provincia di Bari – sottolinea Coldiretti - tanto da dover istituire una nuova area infetta denominata “Valle d’Itria” a causa dell’’elevato rischio sanitario confermato nell’area tra Monopoli, Polignano e Castellana Grotte dove è stato rinvenuto un pericoloso focolaio attivo.
Sotto accusa è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo – denuncia la Coldiretti – che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni.
Il “Libro nero della Xylella” copre gli ultimi dieci anni e si apre con i primi ulivi morti scoperti nella zona di Gallipoli nell’ottobre del 2013 e i mesi successivi che portano all’individuazione di nuovi focolai nella zona del Capo di Leuca con la malattia che – sottolinea Coldiretti - trasforma le piante in scheletri grigi, azzerando la produzione di olive. A luglio 2014 viene delimitata l’area infetta, individuando una fascia di eradicazione, una zona cuscinetto e un iniziale cordone fitosanitario. A febbraio 2015, il ministero nomina un commissario delegato per l’attuazione degli interventi per far fronte all’emergenza. Nel 2015 nuovo focolaio nel brindisino, a Oria.
Ad aprile 2016 le stragi degli ulivi proseguono nel sud Salento fra Giuggianello e Minervino di Lecce e nuovi focolai vengono ritrovati nel Brindisino a distanza di circa 50 chilometri dalla prima zona infetta di Gallipoli. A febbraio 2017 – continua Coldiretti – l’area cuscinetto viene allargata a nord con il batterio che dilaga a Ostuni e nel Brindisino. A marzo 2017 in provincia di Taranto le campagne di Manduria e Fragagnano sono per la prima volta interessate dal ritrovamento di piante infette.
A ottobre dello stesso anno si aggrava la situazione dei nuovi focolai in Valle d’Itria – evidenzia Coldiretti - e la nuova zona tampone si prepara a sconfinare per la prima volta in provincia di Bari, con l’epidemia ormai alle porte della pianta degli olivi monumentali. A marzo 2018 la zona cuscinetto viene creata per la prima volta in provincia di Bari. Fra gennaio 2019 e dicembre 2020 il batterio rafforza la sua presenza mortale nel Brindisino e in provincia di Taranto, per raggiungere a fine 2022 Monopoli, Canosa, Polignano e Castellana Grotte. Una marcia della morte che – continua Coldiretti – purtroppo non è ancora finita.
“Occorre intervenire per salvare un patrimonio unico del Paese con 250 milioni di piante che tutelano l’ambiente e la biodiversità ma anche un sistema economico che vale oltre 3 miliardi di euro grazie al lavoro di un sistema di 400mila imprese tra aziende agricole, frantoi e industrie di trasformazione che producono un alimento importante per la salute che non deve mancare dalle tavole degli italiani” conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
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XYLELLA: COLDIRETTI, INFETTATO 40% PUGLIA, ADDIO A 21 MLN ULIVI
XYLELLA: COLDIRETTI, INFETTATO 40% PUGLIA, ADDIO A 21 MLN ULIVI.
La Xylella ha contagiato oltre 21 milioni di piante, una strage di ulivi che ha lasciato un panorama spettrale, con oltre 8mila chilometri quadrati di territorio infettato pari al 40% della regione Puglia. Sono i risultati del monitoraggio della Coldiretti sull’epidemia del batterio killer diffusi in occasione della giornata in difesa degli ulivi al Villaggio contadino di Bari, a dieci anni dall’arrivo della Xylella in Italia. Una vera e propria tempesta perfetta sugli agricoltori senza reddito da dieci anni, milioni di ulivi secchi, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia e 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva e un trend che rischia di diventare irreversibile se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il “disastro colposo” nel Salento e rilanciare la più grande fabbrica green italiana che vantava, prima dell’arrivo del batterio, ben 60 milioni di ulivi dal Gargano al Capo di Leuca.
I danni causati dalla Xylella non riguardano solo la disponibilità di olio Made in Italy, ma si allargano anche all’ambiente, all’economia e al turismo con intere fasce di territorio ridotte a distese spettrali di alberi morti in un momento importante per la ripresa dell’economia nazionale. Una situazione che – evidenzia Coldiretti – pesa sulla produzione nazionale di olio extravergine di oliva visto che in Puglia, cuore dell’olivicoltura italiana, si arriva quest’anno – sottolinea Coldiretti - a un taglio del 40% delle produzioni a causa della Xylella dei cambiamenti climatici e della siccità. A causa del batterio sono andate perse 3 olive su 4 solo in provincia di Lecce con il crollo del 75% della produzione di olio di oliva. In provincia di Taranto si registrano ulivi secchi a macchia di leopardo, con un calo della produzione in quelle aree del 15%. In provincia di Brindisi la raccolta ha subito una riduzione generale del 20-25% a causa degli eventi atmosferici, con particolare riferimento al lungo periodo di mancanza di precipitazioni e temperature elevate che hanno stressato e indebolito gli oliveti con la continua avanzata della Xylella fastidiosa.
Il batterio killer e i cambiamenti climatici – spiega Coldiretti - hanno bruciato quest’anno un potenziale pari al 30% della produzione nazionale di olio crollata a circa 208 milioni di chili nella stagione 2022/2023 contro i 329 milioni di chili della stagione precedente. Se l’espansione della zona infetta non venisse arrestata, l’impatto economico per l’Italia – afferma la Coldiretti - potrebbe crescere fino a 5,2 miliardi di euro, sulla base dello studio della prestigiosa rivista americana PNAS (Atti della Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti d'America) sulla valutazione dell'impatto di Xylella fastidiosa pesa sull’olivicoltura in Italia, Grecia e Spagna, realizzato da un team multinazionale di ricercatori guidato da economisti dell'Università di Wageningen (Olanda).
Con la Puglia che rappresenta una delle culle dell’olio Made in Italy – afferma Coldiretti – è quindi strategico intervenire per un rapido ed efficiente utilizzo dei fondi messi a disposizione per la rinascita degli uliveti. Ma – denuncia Coldiretti - a tre anni dalla pubblicazione del Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia da 300 milioni di euro, non è stata liquidata alcuna risorsa agli agricoltori per i reimpianti degli ulivi secchi che avrebbero consentito di ricominciare a lavorare e a produrre. Per espianti e reimpianti – continua Coldiretti - non è stato liquidato ancora un euro agli agricoltori a fronte di 8.133 domande singole e 26 domande collettive (contenenti 880 richieste di adesione) per un valore di oltre 222 milioni di euro, rispetto a 40 milioni di euro disponibili a cui si sono aggiunti altri 20 milioni di euro dalla rimodulazione del Piano di rigenerazione
Nel 2022 la spesa degli italiani per l’olio extravergine d’oliva è comunque aumentata del 7,5% nei dodici mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2021, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea Ac Nielsen. Non a caso l’Italia – conclude Coldiretti – è fra i primi tre maggiori consumatori di olio extravergine di oliva al mondo con circa 480 milioni di chili, subito dopo la Spagna e prima degli Stati Uniti e rappresenta il 15% dei consumi mondiali secondo elaborazioni Coldiretti sugli ultimi dati IOC (International oil council).
“Il rilancio della produzione nazionale dell’olio d’oliva è però messo a rischio anche dal Nutriscore sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali come l’olio d’oliva che è uno dei pilastri della Dieta Mediterranea conosciuta in tutto il mondo grazie agli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute” conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “il successo dell’olio made in Italy è alimentato da un patrimonio di biodiversità unico al mondo con 533 varietà di olive coltivate dalle Alpi alla Sicilia”.