Redazione

Un incendio si è sviluppato pochi minuti fa nel rione Grutti a pochi metri dalla chiesa della Madonna di Lourdes. I residenti hanno chiesto l'intervento dei vigili del fuoco e della polizia locale. Sul posto è intervenuta la Protezione civile di Mesagne che ha spento le fiamme e, nel momento in cui scriviamo, sta mettendo in sicurezza la zona. 

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In seguito alla notizia del fermo del regista Paul Haggis, accusato di violenza sessuale nei confronti di una donna che sarebbe stata costretta a subire rapporti e poi abbandonata all’aeroporto di Brindisi, chiediamo che:

- L’Amministrazione di Mesagne, che in occasione della candidatura di Mesagne capitale della cultura 2024 ha affidato ad Haggis la realizzazione del corto "il cuore di Mesagne”, prenda le distanze dal regista che non può rappresentare la nostra comunità e il suo messaggio di riscatto.

- Sia fatta chiarezza sull’individuazione della figura di Paul Haggis: le accuse di violenze erano già numerose e note, chi lo ha scelto ha la responsabilità di avergli dato agibilità e visibilità.

Vogliamo che si esprima la commissione pari opportunità, la presidente dell'Apulia Film Com, il sindaco e l'intera giunta, vogliamo sapere se erano o meno a conoscenza di tutto ciò.

- L’Amministrazione annulli la serata di gala dell’Allora Fest prevista il 25 giugno a Mesagne, festival del quale Haggis sarebbe dovuto essere il mattatore.

Esprimiamo solidarietà e vicinanza alla ragazza vittima della violenza e condanniamo la distinzione, in questo momento inopportuna, tra l'aspetto artistico e quello umano della persona, laddove riteniamo naturale semplicemente la costernazione, e di conseguenza, la ferma condanna di quanto successo. Riteniamo pericoloso riprodurre quella pratica per cui dell'uomo ricordiamo sempre il suo ruolo in società, e la sua professione, anche quando si macchia di un reato, laddove le vittime, spesso donne, continuano ad essere semplici ed anonime vittime. Abitudine questa che passa inosservata, tanto siamo ancora intrisi della cultura patriarcale che la sostiene! Non sarà il potere o la celebrità a decretare la fortuna di questo uomo davanti ai tribunali. Né la nostra comunità ha bisogno di vivere, in maniera riflessa, della luce di stelle cadenti.

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COLDIRETTI PUGLIA, VOLA ‘MADE IN PUGLIA’ ALL’ESTERO; AUMENTI A DOPPIA CIFRA PER L’OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA (+51%), PASTA (+25,5%) E VINO (+24%). Balzo esportazioni dell’86% dei prodotti agricoli e del 31% di alimenti e bevande.

Con un balzo dell’86% dei prodotti agricoli e del 31% di alimenti e bevande volano le esportazioni agroalimentari Made in Puglia all’estero nel 2022 anche se a preoccupare sono gli effetti del conflitto in Ucraina, con i rincari energetici che stanno colpendo i consumi a livello globale. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia sui dati Istat sul commercio estero relativi al primo trimestre del 2022, con le performance straordinarie dell’olio extravergine di oliva e del vino pugliesi.

All’estero le vendite del Made in Italy sono sostenute soprattutto dai prodotti base della dieta mediterranea come l’olio che svetta sul podio con un aumento del 51% dell’export all’estero, il vino che fa un balzo con una crescita del 24% nei primi mesi, davanti a frutta e verdura fresca, ma nel paniere del Made in Italy all’estero recita un ruolo importante anche la pasta con +25,5%, anche se resta da colmare il pesante deficit produttivo in molti settori importanti dalla carne ai cereali fino alle colture proteiche necessarie per l’alimentazione degli animali negli allevamenti.

“Diffondere la cultura dell’olio extravergine di oliva fra i turisti e i consumatori e supportare la crescita continua della filiera dell’olio in Italia e all’estero è il nostro obiettivo perché i consumatori sono affamati di informazioni e conoscenza sul mondo dell’olio”, commenta Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia che ricorda come l’ulivo in Puglia sia presente su oltre 370mila ettari di terreno coltivato, con 5 oli extravergine DOP e 1 IGP Olio di Puglia, “con l’olivicoltura pugliese che è la più grande fabbrica green del Mezzogiorno d’Italia con 60 milioni di ulivi, il 40% della superficie del Sud, quasi il 32% nazionale e l’8% comunitaria ed un valore di 1 miliardo di euro di PLV (Produzione Lorda Vendibile) di olio extravergine di oliva”. 

Entusiasmanti anche i risultati del vino pugliese che testimonia un processo di rigenerazione realizzato da un sistema di imprese che si è posto l’obiettivo – afferma Coldiretti Puglia - di offrire nel bicchiere un intero territorio fatto del patrimonio genetico dei suoi vitigni, delle sue ricchezze endogene, del clima, di paesaggio, di testimonianze artistiche e naturali con i marchi di qualità che sono riusciti a penetrare il mercato estero facendo un salto in avanti tangibile in pochi anni.

Con un totale di 38 vini DOP e IGP la Puglia si posiziona al quinto posto della classifica nazionale dei prodotti certificati – aggiunge Coldiretti Puglia su Dati Ismea-Qualivita – con il comparto dei prodotti agroalimentari che pesa per il 7,3% e quello vitivinicolo per il 92,7%.

Un vero boom – precisa la Coldiretti Puglia – si è verificato nel Regno Unito con un +68% che evidenzia come l’export pugliese si sia rivelato più forte della Brexit, dopo le difficoltà iniziali legate all’uscita dalla Ue, seguito dalla crescita del +24% delle vendite negli Stati Uniti.

Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia Made in Italy serve ora agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo, sottolinea Coldiretti Puglia nel sottolineare l’importanza di cogliere l’opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale che ogni anno rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export. Ma è importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati – conclue Coldiretti Puglia - valorizzando il ruolo strategico dell’ICE e con il sostegno delle ambasciate.

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Inaugurate le “Officine ipogee” di Mesagne nel nome di Armèl Dabrè, di 35 anni del Burkina Faso, deceduto giovedì scorso mentre svolgeva il suo lavoro di manutentore nella centrale del Mercure di Laino Borgo, in provincia di Cosenza, azienda nazionale produttrice di energia elettrica da biomassa. All’inaugurazione di “Officine ipogee” era presente anche il sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli, e il consigliere comunale con delega alle politiche giovanili, Vincenzo Sicilia.

Hanno voluto partecipare anche il fratello di Armel, Fabrice, che nei giorni scorsi è stato in Calabria per svolgere alcuni atti amministrativi legati alla morte del congiunto. Presenti anche Doulla e Sissoko, entrambi coinquilini per 12 lunghi anni di Armèl in un’abitazione ubicata a Mesagne in via Paduano. Con loro Gino Stasi l’educatore che ha seguito Armèl per diversi anni affinché si integrasse, come poi è stato, nella comunità locale. Intanto, questa mattina presso l’obitorio di Castrovillari sarà eseguita l’autopsia sul corpo del giovane 35enne. Sarà presente il fratello Fabrice con un team di legali che curano gli interessi legali degli extracomunitari. Quando la salma sarà consegnata ai familiari verrà trasferita, per volontà dei genitori di Armèl, nel Burkina Faso dove sarà tumulata. “Mesagne da sempre è un punto di accoglienza per ragazzi migranti che sono stati nei lager libici e che hanno attraversato il Mediterraneo sulle carrette di mare”, ha spiegato l’educatore, Gino Stasi, che sta seguendo ora per ora la tragica vicenda di Armèl”. Stasi ha, quindi, proseguito: “Vorremmo che su questa morte non calasse il silenzio. Lo dobbiamo ad Armèl che era stato accolto molto bene dalla comunità mesagnese nella quale si era integrato subito.officine_ipogee_le_associazioni_con_il_sindaco.jpg

Una morte sul lavoro che mai deve essere dimenticata per fare in modo che ci siano più controlli e più prevenzione sul lavoro”. Al termine della serata gli educatori di “Officine Ipogee” hanno proposto al sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli, di dedicare ad Armèl un albero presente nella villa comunale affinché possa restare nelle coscienze di chi li discrimina per il colore della pelle. “I nostri padri molti furono come Armèl”, hanno concluso gli organizzatori. Il giovane 35enne del Burkina Faso lavorava con un contratto a termine e, pare, che quello di giovedì fosse anche l'ultimo giorno di lavoro, alle dipendenze di una ditta pugliese impegnata nella riqualificazione dell'impianto e nello smantellamento di un gruppo ormai dismesso. Da quanto si è potuto apprendere Armèl, per cause ancora in fase di accertamento da parte degli organi inquirenti, sarebbe precipitato da un ponteggio, anche se non è ancora chiaro se per una distrazione o per un malore improvviso, cadendo su un nastro trasportatore e morendo sul colpo.Stasi_Gino_con_Fabrice_-_Doulla-Sissoko_e_uneducatrice.jpeg

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 Dopo il successo nelle elezioni per il rinnovo della RSU in EuroApi delle scorse settimane un altro ottimo risultato è stato conseguito dalla UILTEC di Brindisi nelle consultazioni per il rinnovo della RSU/RLS nello stabilimento Jindal Films di Brindisi.

I tanti consensi accordati alla Uiltec dai lavoratori Jindal hanno permesso di confermare il Delegato uscente Fabio Carella, eletto anche come Rappresentante per la Sicurezza, ed eleggere Massimiliano Giudice nuovo componente RSU.

Il successo ottenuto da Uiltec è frutto del costante impegno messo in campo negli ultimi anni dalla nostra Organizzazione nel farsi portavoce delle istanze dei lavoratori grazie alla forte sinergia tra componenti della Segreteria, Dirigenti territoriali, iscritti e lavoratori che seguono le proprie realtà aziendali.

La Segreteria Uiltec di Brindisi esprime la propria gratitudine ad ognuno di loro ed in modo particolare al componente della Commissione elettorale Alfonso Guida ed ai candidati in questa tornata elettorale: Francesco Fiorella, Francesco Antonucci e Fabiola De Rosa, prima donna candidata RSU nella storia dello Stabilimento.

Il nostro grazie a tutti i dipendenti Jindal per l’altissima affluenza al voto di 235 votanti su 236 aventi diritto. Ciò conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, quante siano numerose le necessità dei lavoratori in Azienda e quanto sia alta la fiducia che i lavoratori accordano alla rappresentanza sindacale ed alla sua missione. Il bisogno di Sindacato è forte! Un segnale che tutta la RSU di Jindal e tutte le Segreterie Territoriali siamo certi sapranno cogliere.

Per la Uiltec il risultato in Jindal assume un valore notevole ben oltre i dati meramente numerici. L’Azienda presenta condizioni non facili per il nostro Sindacato: le Relazioni Sindacali fanno fatica a raggiungere livelli accettabili di riconoscimento, la Direzione Aziendale predilige Organizzazioni più accondiscendenti che propositive, in cui un Segretario regionale di Categoria, promosso Quadro, componente della RSU ed RLS, si trova a “gestire” la maggior parte del personale dello stabilimento in una palese situazione di incompatibilità di ruoli da cui consegue un’evidente svantaggio delle altre Organizzazioni Sindacali. In questo contesto riuscire ad ottenere un riconoscimento come quello avuto significa aver lavorato bene ed aver fatto vero Sindacato. Chiederemo nuovamente ed in modo ufficiale e formale all’Azienda di voler risolvere questo evidentissimo conflitto d’interesse nel rispetto dovuto a chi ricopre tali incarichi, in quanto eletto democraticamente RSU, ma anche e soprattutto nel rispetto di quei dipendenti costretti a “subire ordini” lavorativi in base all’appartenenza sindacale.   

In queste ultime settimane si è avvertita forte l’assenza di relazioni sindacali sane e corrette in Azienda. I continui fermi delle linee di produzione e le conseguenti legittime preoccupazioni per tutti i lavoratori e dipendenti hanno fatto crescere un clima di incertezza sotto l’aspetto produttivo ed occupazionale che interessa ogni operaio o Dirigente e richiede il coinvolgimento ed il dialogo con tutte le sigle sindacali, nessuna esclusa.

Occorre che tutti i Sindacati siano coinvolti in un dialogo con la Direzione Aziendale per comprendere lo stato dei fatti e poter discutere sulle possibili soluzioni da mettere in campo. I temi sono tanti e tutti di carattere eccezionale: dai rincari energetici e delle materie prime dovuto alla guerra fra Russia ed Ucraina al serio problema tecnico che ha fermato la nuova linea di estrusione.

La Uiltec di Brindisi auspica un incontro imminente con la Direzione Aziendale per avere un quadro più chiaro della situazione e definire in maniera puntuale gli scenari futuri.

Come abbiamo dimostrato in diverse occasioni il nostro aiuto ed il nostro supporto al Management Aziendale non verrà mai meno, così come non è mai venuto meno in passato. Confidiamo in una nuova fase di Relazioni Sindacali dove le legittime esigenze aziendali siano poste sullo stesso piano di quelle dei lavoratori e portate a conoscenza di tutte le Organizzazioni rappresentative.

La Uiltec crede fermamente che gli obiettivi dell’Azienda e quelli dei lavorativi non siano divergenti e se tenuti assieme possono rappresentare il volano per raggiungere obiettivi e risultati ancora più ambiziosi, a vantaggio di tutti.

Questo ci hanno chiesto i Lavoratori tutti, di essere più partecipi nelle scelte aziendali: Noi ci siamo!

Buon lavoro a tutti i Componenti della RSU/RLS Jindal Films!

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È stato eseguito, nella mattinata odierna, da personale della Squadra Mobile della Questura di Brindisi unitamente a personale della Polizia di Frontiera, decreto di fermo di indiziato di delitto e contestuale richiesta di applicazione di misure cautelari, emesso dai PP. MM. dr. A. NEGRO e d.ssa L. ORLANDO della locale Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi, nei confronti del “70enne” Paul Haggis, canadese temporaneamente dimorante in Ostuni (BR).

L’uomo è gravemente indiziato dei reati di violenza sessuale aggravata e lesioni personali aggravate, reati commessi in pregiudizio di una giovane donna straniera.

 Secondo gli elementi raccolti, l’indagato avrebbe costretto la giovane, da lui conosciuta tempo addietro, a subire rapporti sessuali.

La vittima, a seguito di uno dei rapporti sessuali riferiva di essere stata costretta a rivolgersi alle cure dei sanitari.

Dopo un paio di giorni di permanenza e di rapporti non consenzienti la donna veniva  accompagnata dall’uomo dinanzi all’aeroporto Papola Casale di Brindisi e lì lasciata alle prime luci dell’alba, nonostante le precarie condizioni fisiche e psicologiche della donna.

Nello scalo aereo la ragazza, in evidente stato confusionale, veniva notata da personale di “Aeroporti di Puglia” e da personale della Polizia di Frontiera che, dopo averle prestato le prime cure, la conducevano negli Uffici della Squadra Mobile. Gli operatori di polizia provvedevano, quindi, ad accompagnare la donna presso l’ospedale “Perrino” di Brindisi per il c.d. “protocollo rosa” destinato alle vittime di violenza. Successivamente la vittima formalizzava la denuncia e riferiva circostanze fatte oggetto di successiva attività di riscontro da parte degli investigatori.  

Nel medesimo provvedimento è richiesto l’incidente probatorio della parte offesa finalizzato a cristallizzare le dichiarazioni della stessa.

Il provvedimento cui si è data esecuzione scaturisce da una serrata ed articolata attività di indagine, condotta dalla Squadra Mobile, che, ricevuta la denuncia della vittima del reato, si adoperava al fine di raccogliere elementi probatori sottoposti al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.  

C’è allarme a Mesagne per un’antenna di telefonia mobile 5G in costruzione in questi giorni in un terreno di via Piemonte. Ieri i residenti della zona si sono incontrati sul posto e hanno espresso tutta la loro contrarietà a questa installazione.  Peraltro nella medesima zona c’è già un’altra antenna di telefonia mobile. Iniziamo subito col dire che su questa materia sia i cittadini sia le amministrazioni locali hanno pochi spazi di manovra poiché la normativa, nello specifico il codice delle telecomunicazioni, considera i ripetitori come opere di urbanizzazione primaria. Ma cosa è questo 5G. Con tale sigla si indicano tecnologie e standard di nuova generazione per la comunicazione mobile, non si tratta, è bene chiarirlo, dell’evoluzione della rete 4G, perché ha caratteristiche tecniche completamente differenti per la gestione delle telecomunicazioni.

Descrizione a parte su tale argomento i residenti hanno diverse preoccupazioni sia in termini di salute sia in termini economici. “Gli scienziati – hanno detto nell’incontro di ieri - hanno riscontrato aumenti statisticamente significativi nell’incidenza di tumori rari delle cellule nervose del cuore, iperplasia delle cellule di Schwann, un aumento degli gliomi maligni, tumori del cervello, e dell’incidenza delle lesioni”. Ma non è tutto poiché i cittadini temono che tale installazione possa “svalutare gli immobili e i terreni edificabili. Molte famiglie, che hanno affrontato importanti investimenti e sacrifici economici per acquistare un immobile nel nostro quartiere, il giorno dopo l’installazione dell’antenna subiranno la svalutazione della proprietà. Chi acquisterebbe una casa o un terreno a pochi passi da un’antenna di quella portata?”.

Per rilasciare il permesso di installazione di un’antenna di telefonia l’ente locale può solo valutare se la documentazione presentata presso gli uffici Tecnici è completa e rispettosa dei dettami di legge come, ad esempio, il rispetto della normativa ambientale, il rispetto della pianificazione urbana e rurale e del piano delle telecomunicazioni; il rispetto degli obblighi della concessione, dell'accesso o dell'uso di suolo pubblico o privato; il rispetto delle norme relative alla limitazione dell'esposizione delle persone ai campi magnetici prodotti dalle reti di comunicazione elettronica, in conformità alle norme comunitarie. Se queste clausole sono rispettate il Comune deve necessariamente rilasciare la concessione per l’installazione. Così, per verificare che tutta la documentazione consegnata in Comune dai gestori dell’antenna 5G sia rispettosa della normativa vigente il consigliere comunale di “Mesagne moderata”, Carmine Dimastrodonato, ha chiesto copia dell’intero faldone depositato presso l’ufficio Tecnico comunale. Inutile dire che la tensione sociale è alle stelle.

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Con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente a preoccupare è l’azione dei piromani con il caldo fuori stagione in Puglia, dove a Lecce, oltre ai roghi alimentati dall’abbandono dei campi con gli ulivi che si sono seccati a causa della Xylella, stanno andando in fumo anche i campi di grano, i pini e gli alberi da frutto, provocando danni ambientali ed economici ingenti alle aziende agricole. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, che torna a denunciare l’emergenza roghi con i danni diretti all’agricoltura che si sommano a quelli ambientali e al turismo.

“Dopo mesi di attesa, proprio quando gli agricoltori devono raccogliere il frutto del proprio lavoro, in un’annata in cui i costi di produzione sono saliti alle stelle con 600 euro di più sostenuti dai cerealicoltori per ogni ettari di grano messo a dimora, è inaudito che debbano subire inermi un danno del genere, perdendo ogni fonte di redito in un attimo”, tuona il delegato confederale di Coldiretti Lecce, Pietro Piccioni.

Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo, a preoccupare – continua la Coldiretti regionale – è proprio l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente. La pioggia – sottolinea la Coldiretti regionale – è attesa per combattere la siccità nelle campagne ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente, come quelle che sono avvenute al nord, provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti.

La Coldiretti ha elaborato un decalogo per combattere gli incendi.

Soprattutto nelle campagne - precisa la Coldiretti - non gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall'automobile e nel momento in cui si è scelto il posto dove fermarsi verificare che la marmitta della vettura non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi.

La prima regola per non causare l'insorgenza di un incendio è quella - afferma la Coldiretti Puglia - di evitare di accendere fuochi non solo nelle aree boscate, ma anche in quelle coltivate o nelle vicinanze di esse, mentre nelle aree attrezzate, dove è consentito, occorre controllare costantemente la fiamma e verificare prima di andare via che il fuoco sia spento.

Inoltre - continua la Coldiretti Puglia - non abbandonare mai rifiuti o immondizie nelle zone di campagna o boscate o in loro prossimità e in particolare, evitare la dispersione nell'ambiente di contenitori sotto pressione (bombolette di gas, deodoranti, vernici, ecc.) che con le elevate temperature potrebbero esplodere o incendiarsi facilmente. Nel caso in cui venga avvistato un incendio - consiglia la Coldiretti regionale - non prendere iniziative autonome, ma occorre mantenersi sempre a favore di vento evitando di farsi accerchiare dalle fiamme per informare tempestivamente le autorità responsabili con i numeri di emergenza disponibili. Dal momento che - conclude la Coldiretti Puglia - un elevato numero degli incendi è opera di piromani o di criminali interessati alla distruzione dei boschi, occorre collaborare con le autorità responsabili per fermare comportamenti sospetti o dolosi favoriti dallo stato di abbandono di campi e boschi.

GLI INCENDI IN PUGLIA NEL 2021

BARI

6.598

BRINDISI

3.270

FOGGIA

4.750

LECCE

6.221

TARANTO

4.065

TOTALE

24.904

* Elaborazione Coldiretti Puglia su dati Report Vigili del Fuoco

A conclusione di un servizio straordinario di controllo del territorio eseguito dai reparti dipendenti dalla Compagnia di San Vito dei Normanni nel Comune di Carovigno, i Carabinieri hanno segnalato all’Autorità Amministrativa, per detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale:

-        un 22enne di Mesagne, poiché a seguito di perquisizione personale e domiciliare è stato trovato in possesso di 3,2 grammi di hashish, occultati nella tasca dei pantaloni;

-        un 21enne di Ostuni, poiché a seguito di perquisizione personale è stato trovato in possesso di 4,2 grammi di hashish;

-        un 21enne di San Vito dei Normanni, poiché a seguito di perquisizione personale e domiciliare è stato trovato in possesso di 1,75 grammi di hashish;

Gli stupefacenti rinvenuti sono stati sottoposti a sequestro.

Durante il servizio sono stati controllati vari esercizi pubblici e automezzi, identificate numerose persone e contestate diverse contravvenzioni al Codice della Starda.

Momenti di tensione si sono vissuti all’interno dell’abitato di Mesagne allorquando una donna alla guida di un’auto ha seminato il panico tra la gente a causa dell’alta velocità cui procedeva. Inascoltati gli appelli a fermarsi è stata bloccata, con una manovra da manuale, dalle forze dell’ordine mentre procedeva in senso contrario su una strada ad alta densità di traffico. La donna è stata accompagnata in ospedale e sottoposta ai test antidroga e alcool.

Nella giornata di oggi sarà formalizzata l’accusa giacché la donna avrebbe collezionato lungo la strada percorsa una serie di reati. Dunque tanta paura ieri mattina nel centro abitato della città dove una donna alla guida di una Lancia Y ha percorso le strade ad alta velocità tanto da creare un pericolo reale per quanti erano presenti lungo la direttrice di marcia. Qualcuno ha comunicato alle centrali operative il pericolo presente in quel momento in città. Così le pattuglie di polizia, carabinieri e polizia locale si sono messe alla ricerca della Lancia Y. Finalmente dopo alcuni interminabili minuti l’hanno intercettata tra piazza Goffredo, via Gualtiero D’Ocra e via San Donaci. Gli agenti le hanno segnalato, inutilmente, di fermarsi. Infatti, la donna anziché bloccare il mezzo ha imboccato via Malvindi in senso contrario alla marcia. È stata l’ultima infrazione che ha commesso poiché i poliziotti, con una manovra da manuale, l’hanno bloccata davanti e una gazzella dei carabinieri l’ha bloccata da dietro. La signora ha cercato di divincolarsi con una serie di manovre azzardate, ma poliziotti e carabinieri, coadiuvati dagli agenti di polizia locale, non le hanno dato occasione di fuggire. La donna è apparsa subito in uno stato confusionale tanto da richiedere l’intervento del 118. I sanitari l’hanno accompagnata in ospedale e sottoposta ai test per cercare i motivi di tale alterazione psichico-fisica. Nella mattinata di oggi, acquisiti gli esiti degli esami, i poliziotti procederanno con le accuse nei suoi confronti.

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