Redazione

Nel corso delle indagini espletate dalla Polizia di Stato, nella tarda mattinata del 26 febbraio u.s., personale della Squadra Mobile procedeva all’arresto in flagranza di un pregiudicato brindisino perché ritenuto responsabile del reato di detenzione abusiva di armi comuni da sparo,  risultate anche provento di furto perpetrato in una abitazione della provincia di Lecce. Nello specifico, nel corso delle rituali attività info-investigative, il personale operante acquisiva la notizia che il prevenuto presso la sua abitazione e/o nei locali nella disponibilità dello stesso, occultava armi o materiale esplodente pertanto, di  iniziativa, procedeva alla rituale perquisizione domiciliare. Nelle prime fasi delle attività di ricerca, il pregiudicato, vistosi evidentemente scoperto, confermava di essere in possesso di n. 02 fucili da caccia detenuti illecitamente perché sprovvisto di titolo autorizzativo.  Le ricerche espletate permettevano infatti di rinvenire sul soppalco di un ripostiglio adibito a lavanderia di pertinenza dell’abitazione in questione, un fucile semiautomatico marca “BREDA” cal. 12 e, altro fucile semiautomatico marca “FRANCHI” cal. 28.  Ulteriori accertamenti rivelavano ancora che le armi rinvenute, risultavano di provento illecito perché oggetto di furto perpetrato  in data 29.01.2021, debitamente denunciato dalla persona offesa presso la locale Stazione dei Carabinieri della provincia di Lecce. Dell’avvenuto arresto veniva data doverosa comunicazione telefonica al P.M. di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi che disponeva la traduzione in carcere del prevenuto.

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Nell’ambito delle rituali e sistematiche attività  espletate dalla Polizia di Stato, nel corso delle indagini finalizzate alla prevenzione e repressione dei reati in genere e, nella fattispecie, al fine di prevenire lo spaccio di qualsivoglia genere di sostanze stupefacenti ai giovani frequentanti la c.d. “movida brindisina”, personale di questa Squadra Mobile, nel primo pomeriggio del 25.02.2022,  procedeva a perquisizione personale e domiciliare di iniziativa nei confronti di un incensurato brindisino. L’atto di Polizia Giudiziaria consentiva di rinvenire e porre in sequestro della sostanza stupefacente del tipo hashish, un bilancino di precisione e denaro in banconote di piccolo per un importo complessivo di 335 Euro. Prima di procedere all’ingresso presso l’unità abitativa attenzionata, solo il preventivo posizionamento del personale dislocato intorno alla villetta oggetto delle attenzioni investigative, permetteva di prevenire l’eventuale disfacimento di stupefacenti da parte del soggetto da perquisire, il quale, proprio prima di consentire l’accesso agli operatori di P.G., lanciava all’esterno dell’immobile un involucro di colore blu sbiadito, successivamente sequestrato, contente un vasetto con all’interno un bilancino di precisione elettronico funzionante e residui di hashish.  Pochi istanti dopo, lo stesso personale posizionato all’esterno della villetta attenzionata, udiva anche un rumore di un corpo solido impattare contro il muro lato interno.  Subito dopo, all’interno di un’aiuola antistante al medesimo muro di cinta, si rinveniva un altro vasetto contenente  sostanza stupefacente suddivisa in  n. 15 (quindici)  involucri di un grammo circa cadauno e n. 1 (uno) di grammi 5 circa, per un peso totale complessivi di grammi 19,130  Sulla stessa sostanza stupefacente, con esito positivo all’HASHISH,  venivano effettuati debiti accertamenti mediante reattivi speditivi narcotest eseguiti presso gli Uffici del Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica della Questura di Brindisi.  Al termine delle attività come da specifiche intese con il Pubblico Ministero di Turno presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Brindisi, il soggetto perquisito veniva deferito in stato di libertà per le violazioni previste e punite dall’art. 73 del D.P.R. 309/90, mentre, la somma sequestrata,  perché ritenuta provento dell’attività di spaccio, veniva depositata al Fondo Unico di Giustizia.

Dati del giorno: 02 marzo 2022

3.302
Nuovi casi
26.836
Test giornalieri
13
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 839
Provincia di Bat: 213
Provincia di Brindisi: 231
Provincia di Foggia: 517
Provincia di Lecce: 1.052
Provincia di Taranto: 407
Residenti fuori regione: 28
Provincia in definizione: 15
75.557
Persone attualmente positive
581
Persone ricoverate in area non critica
33
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

741.847
Casi totali
8.788.148
Test eseguiti
658.600
Persone guarite
7.690

Truffe informatiche e telematiche. Il pericolo di “trasformarsi” da vittima in autore del reato.

Un contributo a firma dellAvvocato penalista Jacopo A. Ahmad.
“Sempre più frequentemente si registrano truffe informatiche o telematiche, indubbiamente favorite dallintensificarsi del ricorso alle tecniche di comunicazione a distanza, anche in ragione delle limitazioni alla circolazione imposte dallemergenza pandemica.
Di riflesso, sempre più frequentemente, finiscono per assumere -nelle aule di giustizia- la veste di indagati o imputati cittadini che, lungi dall’avere posto in essere condotte truffaldine, risultano essi stessi vittime del raggiro, ma che, per effetto dell’ingegnosità del reale autore del reato (che, impossessatosi dei loro dati, li riutilizza per commettere truffe in danno di altri ignari cittadini), si ritrovano a doversi difendere da indizi di colpevolezza apparentemente insuperabili (a causa dell’utilizzo dei loro dati e documenti).
Ciò risulta particolarmente grave, ove si consideri l’entità della pena (fino a 5 anni di reclusione) prevista per le truffe commesse con tali modalità.
È capitato, del resto, allo scrivente di difendere cittadini, dei quali è stata, poi, provata l’innocenza (in processi anche fuori Regione, a riprova di quanto insidioso sia lo strumento informatico o telematico, idoneo a vanificare qualsiasi distanza), nei confronti dei quali gli indizi di colpevolezza apparivano talmente articolati e strutturati da rendere decisamente complessa la funzione difensiva.
Ora, atteso che risultano già sufficientemente diffusi, poiché quotidianamente elargiti dalla pubblica informazione, diversi suggerimenti “preventivi” tesi a tutelare se stessi da possibili truffe, non ci si dilungherà su di essi: si pensi alla raccomandazione di non cliccare su link inviati a mezzo e-mail o sms da asseriti istituti di credito, o a quella di non rilasciare i propri dati personali, né trascrivere password di accesso, ove non si sia certi della serietà del sito, etc.
Risulta, invece, quantomai opportuno, al diverso fine di tutelare se stessi dal (ben più grave) rischio di vedersi affibbiata la veste di indagato o imputato in seguito a denunce sporte da ignari cittadini, ingannati dallutilizzo -da parte del reale truffatore- di dati e documenti in precedenza sottratti ad altri ignari cittadini, evidenziare l’estrema utilità della proposizione di una propria tempestiva denuncia o querela (appena ci si renda conto della truffa subita e/o della sottrazione dei propri dati), ove possibile suffragata da solidi riscontri documentali (si pensi alla conversazione intercorsa su whatsapp o su altro canale telematico con il reale truffatore, o alle e-mail con questi scambiate, etc.).
La proposizione di una tempestiva e documentata denuncia o querela, invero, oltre a consentire, tramite lindividuazione dellautore, di conseguire il risarcimento del danno subito, costituirà un’indiscussa e duplice “arma” a proprio vantaggio: da un lato scongiurerà il rischio stesso dellinstaurazione di processi penali a proprio carico (ciò che teoricamente potrebbe accadere, come accennato, anche dinanzi a vari tribunali dItalia, qualora i propri dati e documenti siano stati utilizzati per commettere più truffe); dallaltro allorché tali processi siano sfortunatamente instaurati, consentirà di comprovare con maggiore agilità la propria innocenza, non solo per effetto della documentazione fornita, ma anche in ragione della data di presentazione.
La data, invero, costituirà di per se stessa, sovente, indice di estraneità ai fatti del cittadino, ove questi abbia denunciato la sottrazione dei propri dati prima dell’utilizzo di essi da parte del (reale) truffatore nei confronti di altri ignari cittadini.
Ferma, quindi, la raccomandazione -già di pubblico dominio- di prestare massima prudenza nelleffettuare operazioni informatiche o telematiche, l’ulteriore consiglio -non altrettanto diffuso dalla pubblica d’informazione- è quello di raccogliere con estrema diligenza e oculatezza tutta la documentazione relativa alloperazione nella quale si è coinvolti (es. acquisto online di un prodotto), allatto stesso del suo compimento (salvando le chat, conservando le e-mail ricevute o inviate, trascrivendo i numeri da cui sono state ricevute le telefonate, etc.), sì da poter, ove ci si renda conto di essere stati vittima di un raggiro, sporgere tempestiva e (ben) documentata denuncia o querela, che consentirà allAutorità Giudiziaria di appurare il proprio ruolo di vittima (e non di autore del reato), rifuggendo, così, qualsiasi pur ipotetico rischio di condanna penale”.

Pugno duro della polizia locale di Mesagne sull’inosservanza del divieto di sosta in piazza IV Novembre. Nei giorni scorsi, infatti, sono fioccate le multe verso coloro che, in barba ai divieti, hanno posteggiato ugualmente in piazza divenuta, con ordinanza del sindaco, “car free”. L’eliminazione dei posteggi, infatti, è solo il primo passo verso la realizzazione della zona a traffico limitato estesa all’intero centro storico.  “Occorre sottolineare che la nostra città antica rappresenta la memoria storica e costituisce il nostro valore aggiunto in termini culturistici, turistico-ricettivi, commerciali ed anche urbanistici”, ha esordito Luigi Vizzino, presidente della commissione consiliare “Programmazione e sviluppo economico” -. La sua conformazione e la lungimiranza politica dimostrata dalle ultime amministrazioni, alcune in modo significativo altre meno, hanno consegnato a questa Amministrazione comunale un tesoro da custodire e valorizzare per oggi e per il domani”. Per Vizzino, al fine di preservare il centro storico e la sua ricchezza monumentale ed architettonica “è necessaria una severa riflessione sulla sua tutela dagli agenti inquinanti o lesivi. L’istituzione della Ztl è una scelta necessaria, già auspicata dalle precedenti amministrazioni, che finalmente vede la luce progettuale avanzata”.

La giunta del sindaco Matarrelli ha deliberato nel 2020 l’istituzione di una zona green commissionando uno studio tecnico sulla sua fattibilità realizzativa. “Il progetto elaborato, arricchito tecnicamente da tutti i contributi professionali ed esperienziali del comando dei vigili urbani , dell’ufficio Urbanistica e centro storico, sulla base di linee di indirizzo generale fornito dall’Amministrazione comunale,  muove ora i suoi primi passi nelle sedi istituzionali di partecipazione democratica, le commissioni consiliari, e vedrà il coinvolgimento partecipativo attivo delle rappresentanze delle professioni, dei cittadini, innanzitutto da quelli abitanti nel centro storico e dagli operatori commerciali ed artigianali  operanti nel perimetro individuato come Ztl”, ha concluso Vizzino. Soddisfatte dell’eliminazione dei parcheggi sono state diverse associazioni tra le quali i Cicloamici, Wild team, Mesagne on Bike, Atletica Mesagne, Amici Bike Mesagne, Italiabile, Centro Studi Antonucci. “La piazza della Collegiata, la piazza del campanile e dell’orologio tornerà così ad essere “lu sitili” il luogo di incontro. Non solo nelle sere d’estate della movida quando il centro è interdetto alle auto ma ogni giorno, ad ogni ora del giorno”, hanno auspicato le associazioni.

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Invasione di cormorani in Puglia, gli uccelli che si cibano di pesce più che triplicati a causa della tropicalizzazione del clima e del global warming, con ripercussioni economiche gravi per i pescatori e per gli allevamenti. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione della Giornata mondiale della fauna selvatica (World Wildlife Day) 2022, celebrata ogni anno il 3 marzo, che impone la salvaguardia della biodiversità, con il giusto riequilibrio dell’ecosistema pugliese con la fauna selvatica che ha invaso la regione, con lupi, cinghiali, pappagalli, cormorani, storni e lepri, divenuti stanziali con danni ingenti alla biodiversità del territorio.  

La presenza sempre più invasiva dei Cormorani – aggiunge Coldiretti Puglia - viene segnalata dai pescatori in provincia di Bari sia a sud, tra Mola di Bari e Torre a Mare che a nord tra Giovinazzo e Bisceglie, sulla costa di Taranto, nella laguna di Varano, sulla Diga di Capaccio del Celone a Lucera e presso la palude del Lago Salso a Manfredonia, a Gallipoli e sugli oltre 400 chilometri di costa della regione.

Ogni Cormorano mangia fino a 10 chilogrammi di pesce al mese, oltre 300 grammi al giorno, lasciando tra l’altro pesci feriti nell’attività predatoria e con il rischio della diffusione di malattie e parassiti”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Il numero di Cormorani svernanti è cresciuto di circa venti volte negli ultimi 25 anni – aggiunge Coldiretti Puglia - secondo un andamento parallelo e strettamente correlato alla crescita esponenziale delle popolazioni nidificanti nei paesi dell'Europa centrosettentrionale.

“E’ ormai una vera e propria emergenza alla luce dei danni provocati all’attività ittiocolturale e alla vita stessa dei pesci nei mari. L’attività predatoria dei Cormorani – spiega il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia - sottopone a forte stress la vita marina poiché è talmente intensa da non permettere la crescita, lo sviluppo e la riproduzione delle specie di cui si nutrono”.

Non si limitano alle specie di pesce pregiate – aggiunge Coldiretti Puglia - perché mangiano anche quelle specie-foraggio che dovrebbero fungere da pasto per le prime, rendendo ancor più negativo il loro impatto sul settore ittico.

Per acquacoltori e pescatori di mestiere la riduzione del pescato è risultato il fattore di maggior impatto – riferisce Coldiretti Puglia - mentre per i pescatori sportivi a rischio è la riduzione degli stock ittici dovuti ad una ridotta produzione naturale.

I danni causati dai Cormorani vanno ad aggiungersi agli effetti della seconda ondata della pandemia da Covid, con uno scenario nelle marinerie molto grave per il caro carburanti che sta fermando i pescherecci e le barche nelle banchini, dopo i danni causati dal Covid con la chiusura dei ristoranti per mesi che hanno superato i 30 milioni di euro.

In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica, con i cinghiali distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati – denuncia Coldiretti Puglia - come anche i lupi e i cani inselvatichiti, gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano letteralmente interi campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, con un danno pari ad oltre 14 milioni di euro. Gli agricoltori stanno provvedendo a recintare a proprie spese con costi considerevoli le aziende agricole per difendersi dai cinghiali che distruggono strutture e produzioni. Si tratta di una situazione insostenibile – conclude la Coldiretti regionale - che sta provocando l'abbandono delle aree interne, con problemi sociali, economici e ambientali.

Le attestazioni di apprezzamento espresse dal Direttore Vendite diLe attestazioni di apprezzamento espresse dal Direttore Vendite diGenerali danno lustro al nostro territorio e a tutti coloro che tengono alto ilnome della nostra terra anche in ambiti commerciali.Il Dott. Tedesco ha visitato, insieme all’Area Manager Dott. Arturo Verdi eal Manager di zona Dott. Andrea Aresta, la sub-Agenzia di Generali Italiadi Mesagne del Rag. Danilo Cavallo, già noto negli ambiti direzionali perle performance commerciali conseguite in passato e che gli sono valsenumerose premiazioni e attestazioni di merito.E’ infatti insolito che un Direttore Vendite visiti una Sub-Agenzia, ma inquesto caso è stata fatta un’eccezione che ha un grande valore simbolicoper il sub-Agente, risultato anche nel 2021 il miglior Consulente di zona.Il Dott. Tedesco ha soggiornato in una struttura ricettiva di Mesagneapprezzando la tradizione culinaria del luogo e le magnificienze del centrostorico mesagnese.Grazie all’ausilio del mesagnese Andrea Aresta (Manager di zona dellaCompagnia) non si eslcudono in futuro eventi di Generali Italia da tenersi inloco.

SABATO 5 MARZO SU TUTTE LE PIATTAFORME DIGITALI “SOGNANDO FELICITà”, NUOVO SINGOLO DEI TOLLERANZA ZERO. 

“Sognando felicità” è il titolo del nuovo singolo del gruppo mesagnese dei Tolleranza Zero. Il brano è in uscita su tutte le piattaforme musicali sabato 5 marzo.

La canzone è il risultato di una collaborazione tra la formazione mesagnese e Sofia Taurino, che ne ha firmato il testo. Le musiche sono a cura di Fabrizio Valentini.

Tema della composizione, una storia d'amore al capolinea tra una coppia che è stata fortemente innamorata. Mentre l’uomo non sente più trasporto, la donna non riesce ad accettare la fine della relazione, aggrappandosi ai ricordi condivisi. Ad osservare le ultime battute della fine di un amore, il mare, testimone silenzioso che porta con sé i pensieri e le emozioni dei due, senza esprimere giudizi.

“Allora ascoltami almeno l'ultima volta, ti devo dire un po' di cose sai/ Non ti girare, lasciami parlare, tanto il mare non ci sente... Il mare, come l'universo/ Ma tu, come il tempo perso”.

I Tolleranza Zero sono Fabrizio Valentini (voce e chitarra), Gianni Manca (chitarra), Luca Andrea Sconosciuto (tastiere), Piero De Matteis (basso), Giovanni Facecchia (batteria) e, nuova entrata, Paride Dell’Aquila (percussioni). Ospite della formazione, che duetta con Valentini, è Paola Andriola.

Il progetto grafico è stato realizzato da Ivo Mitrugno.

Il brano “Sognando felicità”, registrato presso gli One Studio Recording di Latiano (Br) e arrangiato dai Tolleranza Zero, sarà disponibile da sabato 5 marzo su tutte le piattaforme musicali in streaming.

Seguite le pagine del gruppo sui maggiori social network per restare aggiornati sulle novità e sulle prossime serate dal vivo.

Emergenza Covid-19 e attività di sorveglianza nella provincia di Brindisi, il report aggiornato al 27 febbraio.

Aggiornamento settimanale dei dati sull’emergenza sanitaria nell’ultimo report a cura dell’Unità operativa di Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione della Asl, elaborato su fonte dati Sorveglianza integrata dei casi di Coronavirus Covid-19 in Italia - Istituto Superiore di Sanità. I casi comprendono i positivi accertati con tamponi molecolari e antigenici certificati. 
Alla data del 27 febbraio 2022 risultano positivi 3.140 soggetti, il 43,6% uomini e il 56,4% donne, con età media di 39 anni. I positivi sono così suddivisi per fasce di età: 915 nella fascia 0-18 anni, 1.766 tra 19-64 anni, 260 tra 65-79 anni, 199 negli 80 e oltre. L’ultimo aggiornamento sullo stato di salute degli attualmente positivi descrive il 74% dei soggetti asintomatici, il 14,6% paucisintomatici, il 10,8% con sintomatologia lieve, lo 0,5% severi e lo 0,1% critici.
Per quanto riguarda la distribuzione per Comune i positivi sono 776 a Brindisi, 448 a Fasano, 267 a Mesagne, 259 a Ostuni, 203 a Francavilla Fontana, 123 a Ceglie Messapica, 113 a San Vito dei Normanni, 112 a Carovigno, 99 a Oria, 95 a Latiano, 88 a San Michele Salentino, 86 a Cisternino, 82 a San Pietro Vernotico, 79 a Erchie, 76 a San Pancrazio Salentino, 54 a Cellino San Marco, 54 a Villa Castelli, 47 a Torre Santa Susanna, 43 a San Donaci, 36 a Torchiarolo. I Comuni della provincia di Brindisi con i maggiori valori di incidenza cumulativa sono, nell’ordine, Torchiarolo, Oria, Brindisi, Cellino San Marco. 
Nel periodo compreso tra il 24 febbraio 2020 e il 27 febbraio 2022, i soggetti risultati positivi al test sono stati 68.560, con una incidenza cumulativa stimata pari a 1.755,9 casi x10.000 residenti; si registra una diminuzione dei casi. Dei 68.560 soggetti risultati positivi al test, il 52,9% sono donne e il 47,1% sono uomini e l’età media è pari a 38 anni.
Il tasso di letalità è pari allo 0,8%. All’aumentare dell’età si osserva un incremento di tale tasso, mentre nella fascia 0-29 anni non si registrano decessi. Sono 520 i decessi totali: 422 casi tra persone che hanno tra 70 e 90 anni e più; 60 tra i 60 e i 69 anni, 26 casi tra i 50 e i 59, 9 casi tra i 40 e i 49, e 3 nella fascia 30-39.

Mentre soffiano i venti di guerra dall’Ucraina e il caro bollette preoccupa famiglie e imprese agricole, non si placa il fenomeno della micro e macro criminalità nelle campagne, con il moltiplicarsi a Lecce dei furti delle piante di ulivo appena piantumate, un vile atto che stronca i sogni degli agricoltori di ricominciare a lavorare e produrre dopo il disastro ambientale, paesaggistico e produttivo causato dalla Xylella fastidiosa. E’ quanto denuncia Coldiretti Lecce, che segnala l’ennesimo furto di 100 piante di ulivo resistenti alla Xylella a Nardò.

Il fenomeno della criminalità nelle campagne non lascia scampo neppure all’area infetta da Xylella con i casi segnalati di furti di piante di ulivo resistenti appena piantumate che spariscono nottetempo per mano di ignoti. Sono atti vergognosi e inaccettabili che vanno fermati con ogni mezzo, anche con l’intervento dell’Esercito.

In provincia di Lecce gli olivicoltori, dopo anni di blocco produttivo a causa della Xylella e della burocrazia – insiste Coldiretti regionale - stanno timidamente iniziando a reimpiantare e c’è chi vigliaccamente toglie nuovamente una speranza di futuro alle imprese agricole, rubando le piante di ulivo appena piantumate.

Capitolo a parte merita – insiste Coldiretti Puglia - il mercato parallelo di prodotti agricoli spacciati per DOP o IGP o provenienti da migliaia di chilometri di distanza, a partire dall’olio, spesso spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio ‘made in Puglia’, a danno dell’imprenditoria agricola pugliese e dei consumatori.

Ultimo caso il sequestro di ‘Capocollo di Martina Franca DOP’, quando il salume non ha ancora il riconoscimento comunitario, nel corso dell'Operazione Marchio scattata dai Carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare che hanno eseguito controlli in aziende agricole, caseifici, ristoranti, pizzerie, pasticcerie, salumifici, liquorifici e frantoi.

Le bande criminali non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy.

I poteri criminali si “annidano” nel percorso che uva da vino, olio, frutta e verdura, carne e pesce, devono compiere – insiste Coldiretti Puglia - per raggiungere le tavole degli italiani passando per alcuni grandi mercati di scambio fino alla grande distribuzione.

Con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione le agromafie impongono i prezzi dei prodotti agricoli e la vendita di determinate produzioni agli esercizi commerciali che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente grazie alle disponibilità di capitali ottenuti da altre attività criminose. Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma – continua la Coldiretti Puglia – compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy. La Puglia è una regione a forte vocazione agricola ed è per questo – conclude Coldiretti Puglia - che il business delle agromafie è divenuto particolarmente appetibile.