Redazione
Cia Puglia: “E’ l’acqua la prossima emergenza, serve piano per autosufficienza idrica”
Cia Puglia: “E’ l’acqua la prossima emergenza, serve piano per autosufficienza idrica”. Nella Diga di Occhito, 10 milioni di mc d’acqua negli ultimi tre giorni, ma resta deficit rispetto al 2021. La situazione peggiore nelle province meridionali della Puglia, troppo dipendenti dalla Basilicata. Piogge e nevicate degli ultimi due giorni hanno portato alla Diga di Occhito circa 9,6 milioni di metri cubi d’acqua: il 25 febbraio, infatti, l’invaso conteneva 156.308.660 metri cubi di riserva idrica, oggi 28 febbraio è salito a 165.933.620. Eppure, rispetto allo stesso giorno dello scorso anno, il lago artificiale al confine col Molise contiene comunque 18 milioni di metri cubi in meno. Complessivamente, le dighe gestite dal Consorzio di Bonifica della Capitanata in tre giorni hanno incrementato le loro riserve idriche di circa 12.500.000 metri cubi, ma il deficit totale rispetto allo stesso periodo del 2021 registra ancora un ammanco di 38milioni di metri cubi d’acqua. Le precipitazioni degli ultimi giorni hanno portato incrementi non solo sulla Diga di Occhito, ma anche nelle dighe di Capaccio sul Celone (+2,1 milioni di mc), San Pietro sull'Osento (+400mila mc) e Marana Capacciotti (+500mila mc). Tutti gli invasi menzionati, tuttavia, rispetto al 28 febbraio 2021, contengono minori riserve idriche: il lago artificiale di Occhito è sotto di 18milioni di mc; Capaccio sul Celone registra un meno 4 milioni; mancano 8 milioni di mc d'acqua, inoltre, sia a San Pietro sull'Osento che a Marana Capacciotti.
Come per la questione energetica, anche per il problema relativo all’acqua, e nello specifico alla risorsa idrica necessaria all’agricoltura, da molti anni si segnala la necessità di nuovi investimenti in infrastrutture e tecnologie capaci di soddisfare appieno il fabbisogno irriguo. Un problema comune a tutta la Puglia, ma più pressante soprattutto nelle province meridionali, quasi del tutto dipendenti dall’acqua della Basilicata. Gli effetti della lunga siccità degli ultimi mesi presenteranno il conto tra poche settimane. CIA Agricoltori Italiani della Puglia chiede da tempo un piano di interventi per l’autosufficienza idrico-irrigua della Puglia, per garantire agli agricoltori pugliesi l’acqua necessaria per le diverse colture e per ridurre gli sprechi che compromettono il già insufficiente apporto di acqua.
CIA Puglia ritiene che non sia più rinviabile la realizzazione di invasi e nuove infrastrutture che migliorino l’apporto idrico a disposizione dell’agricoltura regionale, oggi fortemente condizionato da un insufficiente e arcaico sistema di emungimento dai pozzi e, in gran parte della regione, da una forte dipendenza dalle regioni limitrofe.
CIA Puglia chiede che siano potenziati gli impianti di depurazione per l’uso irriguo delle acque di recupero e il finanziamento di sistemi dotati di innovative tecnologie di irrigazione che ottimizzino la fornitura idrica.
È necessario potenziare le infrastrutture già esistenti, per renderle in grado di ridurre gli sprechi e recuperare quanta più acqua possibile. Si deve, infine, investire sull’innovazione tecnologica, in modo da assicurare sempre più il risparmio idrico, rendere più efficienti gli impianti e garantire agli agricoltori il necessario apporto idrico a prezzi equi e sostenibili.
POMODORO: COLDIRETTI PUGLIA, CON ACCORDO FILIERA PREZZI EQUI E BONUS PER QUALITÀ 100%
Con il caro energia che si trasferisce a valanga sui costi di produzione nella filiera agroalimentare come quello per gli imballaggi e si paga più la bottiglia che il pomodoro in essa contenuto, in Capitanata si gettano le basi per una contrattazione anticipata, la definizione di prezzi equi e un bonus per il pomodoro di qualità 100%. E’ Coldiretti Puglia a sottolineare la politica lungimirante e di visione adottata dalla Princess a Foggia che ha siglato con Coldiretti l’accordo di filiera per unire gli sforzi a sostegno della filiera del pomodoro “Made in Italy”, valorizzandone l’elevata qualità e l’identità nazionale.
La definizione del contratto annuale sul pomodoro, nell’ambito dell’”Accordo di Filiera” garantisce produzioni di qualità eccellenti, sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale – spiega Coldiretti Puglia - con i coltivatori che si vedranno riconosciuto un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti per rispettare il disciplinare di produzione basato su una equa pianificazione degli investimenti.
Il 40 percento del pomodoro italiano viene proprio dalla Capitanata, che da sola produce il 90% del pomodoro lungo. La provincia di Foggia – insiste Coldiretti Puglia - è leader nel comparto con 3.500 produttori di pomodoro che coltivano mediamente una superficie di 32 mila ettari, per una produzione di 22 milioni di quintali ed una P.L.V. (Produzione Lorda Vendibile) di quasi 175.000.000 euro. Un bacino produttivo straordinario se confrontato al resto d’Italia con i suoi 55 milioni di quintali di produzione e i 95mila ettari di superficie investita, una realtà che va salvaguardata e promossa – aggiunge Coldiretti regionale - perché rappresentata da imprese agricole e agroalimentari pugliesi che operano con grande professionalità e in assoluta trasparenza.
Quasi un barattolo di pomodori pelati Made in Italy su cinque esportati finisce in Gran Bretagna che è dipendente dall’estero per l’80% del pomodoro che consuma e rappresenta per l’Italia uno sbocco di mercato di vitale importanza che la Brexit, soprattutto in caso di mancato accordo, potrebbe mettere a rischio.
Princes lavora nello stabilimento di Foggia - il più grande sito industriale d’Europa - unicamente pomodoro di origine pugliese e si rifornisce esclusivamente da produttori che rispettano i più alti standard in tema di lavoro etico, secondo le certificazioni “Global G.A.P. GRASP” o “SA8000”.
Coldiretti e Princes intendono così ulteriormente sostenere e promuovere la filiera del pomodoro pugliese, unica al mondo per la qualità del prodotto e che da sola contribuisce per circa il 30% all’intero volume del pomodoro italiano da industria.
Nel contesto dell’accordo, Princes e Coldiretti stanno sviluppando congiuntamente un’innovativa piattaforma digitale basata sulla tecnologia blockchain che per la prima volta in Italia verrà applicata a un prodotto trasformato industrialmente. La piattaforma garantirà la tracciabilità del prodotto lungo tutta la filiera e il rispetto di tutti i requisiti previsti con forti benefici in termini di sicurezza, efficienza e automazione delle transazioni interaziendali. La blockchain, grazie a registri informatici distribuiti e concatenati, fornirà ulteriore garanzia che il pomodoro provenga da cooperative che rispettano gli standard etici richiesti.
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Telefoni bollenti alla Regione, Zullo (Fdi): nel 2020 la Puglia ha speso oltre 3 milioni
Telefoni bollenti alla Regione, Zullo (fdi): nel 2020 la Puglia ha speso oltre 3 mil, la Lombardia solo 160mila. Emiliano spieghi come e’ possibile se i dipendenti regionali erano quasi tutti in smart working. |
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Di seguito la dichiarazione del capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo. “Telefoni bollenti alla Regione Puglia… la battuta viene anche facile, ma è evidente che visto che a pagare sono i pugliesi sarebbe opportuno che venga fatta immediatamente chiarezza sul perché nel 2020 – per altro in piena pandemia e quindi con la stragrande maggioranza dei dipendenti in smart working – la Regione Puglia abbia pagato di telefonia fissa TRE MILIONI E 240 MILA EURO. Una cifra spropositata che se paragonata a quelle delle altre Regioni (nelle stesse condizioni della Puglia sul piano sanitario). Due paragoni su tutte: la Regione Lombardia ha speso poco più di 160mila euro, la vicina Basilicata circa 18mila euro. “Quelli del 2020 sono stati mesi particolari - marzo e aprile, per altro di lockdown – per la pandemia: gli uffici regionali erano praticamente vuoti e lo sono stati per molto tempo se solo si tiene conto che ancora oggi è data la possibilità di poter lavorare qualche giorno alla settimana in smart working. E allora come si spiega una bolletta così salata tanto da far acquisite alla Puglia – unica fra tutte le Regione – la categoria ‘C’ come rating finale? Siamo di fronte a una compagnia telefonica con prezzi troppo alti? E perché allora non cambiarla… Abbiamo avuto troppe telefonate con l’estero? Magari con la Cina da dove importavamo i DPI, per cui al costo del materiale dobbiamo aggiungere anche quello delle bollette telefoniche? “Ma non dimentichiamo che il 2020 è stato sì l’anno della Pandemia, ma anche delle Regionali… non è che per caso a qualcuno è sfuggita qualche telefonata di troppo pensando di essere in un comitato elettorale? “Ma il presidente Emiliano questi dubbi li può fugare subito prima che sia un altro Organo esterno alla politica a far ‘tornare i conti’. Non sarà difficile accertare da dove e quando sono partite le telefonate, da quali fissi e da quali uffici… perché ai pugliesi che devono pagarle qualche spiegazione va data!”. |
Latiano, Amati: “La Giunta Regionale ha istituto l’Ospedale di Comunità”
“Istituito l’Ospedale di Comunità di Latiano. Una bellissima notizia per i cittadini, per il Comune, per la Asl e per tutti quelli che ci hanno lavorato, schivando difficoltà, incredulità, scetticismo. Grazie al Presidente Emiliano, alla Giunta Regionale, all’Amministrazione Comunale, e ai tecnici dell’Assessorato e della Asl. Al più presto i piccoli lavori di adeguamento della struttura”.
Lo comunica il Consigliere regionale Fabiano Amati, Presidente della Commissione regionale Bilancio e Programmazione.
“Una struttura sinora inutilizzata, il Pio Istituto Caterina Scazzeri, concessa dal Comune alla Asl, andrà ad arricchire l’assistenza territoriale. All’inizio sembrava anche a me una chimera, ma giorno dopo giorno, con una squadra di benintenzionati abbiamo raggiunto il risultato.
"Com’è noto, la più recente intesa tra lo Stato e le Regioni ha sancito una notevole inversione di tendenza sui requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi degli Ospedali di Comunità. E anche il PNRR ha recepito tale indirizzo.
"La Asl di Brindisi, recependo da subito tale intesa e nel solco di una tradizione virtuosa di Ospedali di Comunità, presentò alla Regione la proposta di realizzazione dell’Ospedale di Comunità di Latiano, così da disporre di ulteriori posti letto per la gestione dei pazienti cronici sul territorio e in forza della disponibilità del Comune di una struttura che risulta ottimale per l’utilizzo come Ospedale di Comunità.
"L’immobile si presta per distribuzione interna alla nuova destinazione. Per l’entrata in esercizio dell’Ospedale di Comunità servono ora piccoli adeguamenti tecnologici e strutturali, che la Asl sarà sicuramente in grado di realizzare nel più breve tempo possibile”.
Vizzino. Presentato il nuovo gruppo consiliare "Per la Puglia"
Presentato questa mattina, nella sede di via Gentile, alla presenza del presidente Emiliano, il nuovo gruppo consiliare regionale "Per la Puglia".
A fondarlo, i consiglieri Sebastiano Leo, Mauro Vizzino e Sergio Clemente.
A loro si aggiunge Saverio Tammacco che lascia il gruppo misto per approdare nella neoformazione. Proprio al consigliere Tammacco va la nomina di capogruppo: “Accolgo con orgoglio e grande senso di responsabilità il ruolo di capogruppo in Consiglio della neonata formazione Per La Puglia e ringrazio i miei colleghi e il presidente Emiliano per la fiducia riposta nei miei confronti. Ma c’è una cosa che vorrei ribadire con forza: questo gruppo non nasce dalle macerie di qualcosa, quanto dalla volontà comune di sentirsi parte di un progetto tutto nuovo da mettere a disposizione delle comunità che rappresentiamo in tutta la Puglia. Il sostegno che daremo a questa maggioranza sarà responsabile, consapevole e critico quando ce ne sarà bisogno.”
Per la Puglia punta ad avviare un progetto politico con obiettivi comuni ribadendo la coerenza che ha caratterizzato fino a questo momento il percorso dei consiglieri e affermando la necessità di guardare con sempre maggiore attenzione alle istanze dei cittadini.
Concetto che trova conferma nelle parole dell’assessore Sebastiano Leo: “La nascita di un nuovo gruppo vuol dire l'inizio di un nuovo percorso, per certi versi un cambio di rotta.
Con questa consapevolezza io e i miei colleghi consiglieri abbiamo scelto di costruire un progetto più ampio e più vicino ai territori ma sempre al fianco del presidente Emiliano. Questo è un gruppo per non contro, per il territorio e per il superamento delle numerose difficoltà dettate da questo particolare momento storico. Nei cammini politici a volte si assumono decisioni necessarie a ribadire coerenza personale e politica. Questo è il momento di farlo. Per la Puglia concretizza quella coerenza, ribadisce la necessità di ascolto dei pugliesi e quella di proiettare la nostra regione in una visione più globale.”
“Devo confessare una certa emozione nel tenere a battesimo, insieme ai miei colleghi, il nuovo gruppo Per la Puglia- dichiara invece il consigliere Mauro Vizzino- “Il nome non è in alcun modo occasionale, perché è proprio Per la Puglia che abbiamo compiuto questa scelta. La realtà è che avvertivamo l’esigenza di superare fasi conflittuali che non vanno certamente in direzione di una risposta puntuale alle esigenze dei cittadini pugliesi.
"Il nostro nuovo gruppo metterà in campo iniziative finalizzate a raggiungere gli obiettivi che tutti insieme ci siamo prefissati."
Il richiamo alla scelta del nome viene ribadito dal consigliere Sergio Clemente “Abbiamo immaginato Per la Puglia come un momento di attraversamento, di crescita e costruzione. Un momento per mettere insieme quelle esperienze del territorio che non trovano un riferimento. Marceremo in maniera parallela per colpire in modo ancora più efficiente sulle esigenze della nostra regione. Lo scopo è quello di essere ancora più incisivi e attenti sulle problematiche che i cittadini affrontano ogni giorno.”
Giunge chiara anche la piena approvazione da parte del presidente Emiliano che definisce il nuovo gruppo come “un contributo alla coalizione progressista, una lista pronta a supportare la maggioranza. Questa- dichiara il presidente- è una lista alleata, e nella grande alleanza di cui fa parte e che sostiene l’amministrazione regionale, si mette in atto un’idea politica che si proietta all’Italia e non solo alla Puglia. Per la Puglia- conclude- è un’organizzazione di uomini e donne che vogliono fare più politica sui territori e collegarli ad un progetto più ampio. Una soluzione che tende a un dialogo senza conflitti e a un lavoro in piena serenità.”
Per la Puglia è dunque un atto di coesione politica e di volontà dei consiglieri di procedere in un percorso di dialogo e confronto leale e aperto.
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Il dibattito che si è aperto intorno alla Centrale Enel Federico II ed al suo futuro ha assunto toni inutilmente anacronistici ed oltremodo fuorvianti.
Bene ha fatto il Sindaco a convocare immediatamente a Palazzo di città forze sindacali, associazioni datoriali e di categoria per affrontare la questione con la massima compattezza nell’interesse del territorio ma soprattutto di tutti i lavoratori.
La città ha bisogno di risposte immediate da Enel che deve implementare quel sito aprendolo a tutte le opportunità ed a nuovi insediamenti produttivi compatibili col territorio.
Questo è il momento delle scelte che guardano al futuro, non possiamo continuare a perdere tempo tirando fuori fantasmi del passato e scelte di retroguardia già rifiutate dalla città ma soprattutto condannate dalla storia giudiziaria.
Questo territorio ha già pagato un prezzo altissimo per le scelte sbagliate fatte nel passato e che lo hanno relegato ad un ruolo di mero spettatore mentre tutto intorno il mondo cambiava.
La contingenza attuale è, evidentemente, lo spauracchio agitato strumentalmente da chi vuole cavalcare l’onda dell’emergenza con infime finalità politiche.
Il futuro è scritto e si chiama transizione energetica, con il traguardo del 2025 e dell’uscita definitiva dal carbone che è un obiettivo che riteniamo vada assolutamente rispettato insieme alla velocizzazione di tutte le autorizzazioni per le rinnovabili che significa anche favorire la creazione di indotto per rispondere alle pressanti richieste occupazionali in modo finalmente stabile e rispettoso del territorio.
Per questo riteniamo lungimirante e costruttiva la scelta del Sindaco di riunire i principali stakeholders per immaginare un percorso comune che veda il nostro territorio finalmente protagonista.
BRINDISI BENE COMUNE
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Vizzino: approvata Commissione regionale di inchiesta e di indagine sulla gestione Covid
Approvata a maggioranza dalla III Commissione del presidente Mauro Vizzino la proposta di legge del presidente del Gruppo FDI, Ignazio Zullo, con la quale si istituisce una Commissione di inchiesta e di indagine sulla gestione Covid 19 in Puglia.
Una struttura che servirà ad avere un approfondimento a tutto tondo su quanto è accaduto in questi due anni e oltre di pandemia e che potrà servire anche come strumento utile il prossimo autunno nella eventualità che si ripresenti una recrudescenza del virus.
Nessuna ostilità da parte dell’assessore alla sanità Rocco Palese, anche se ritiene che già la III Commissione abbia fra le sue prerogative il controllo e l’attenzione a tutte le questioni sanitarie compresa quelle che riguardano la pandemia da Covid 19.
I consiglieri Donato Metallo e Antonio Gabellone hanno posto all’attenzione della Commissione tutte le criticità dell’ospedale Ferrari di Casarano.
Dalla chiusura di alcuni reparti, alla riduzione del personale, al declassamento dell’ospedale, alla riduzione di interventi di chirurgia e tanto altro.
L’assessore Palese e il capo Dipartimento hanno assicurato che è in esame in questi giorni la rielaborazione del Piano di riordino ospedaliero, anche alla luce della riduzione dei casi di Covid 19.
Non si potrà prescindere nella riorganizzazione, dalla riprogrammazione del piano delle assunzioni su base triennale e del piano di recupero delle prestazioni trascurate negli anni della emergenze Covid.
Palese ha chiarito che Casarano nella nuova organizzazione avrà il suo ruolo e la nuova programmazione sarà dettata dalla omogeneizzazione delle scelte in tutte le Asl.
Ultimo argomento all’ordine del giorno della Commissione l’audizione del professor Giancarlo Logroscino direttore del Dipartimento di neurologia e malattie neurodegenerative del Panico di Tricase e di alcune associazioni che operano nel settore.
Il Piano delle demenze è in fase di attuazione ed è assolutamente necessario procedere al più presto all’attuazione di misure che rispondano alle esigenze dei pazienti e familiari per la gestione della malattia.
Il professore Logroscino ha illustrato lo stato dell’arte, l’incidenza delle patologie e gli effetti devastanti sui pazienti e sui familiari.
Per ogni 100 giovani sotto i 14 anni ci sono 185 persone oltre i 65 anni ad alto rischio per queste patologie.
Sono in arrivo nuovi farmaci e molto sta cambiando e cambierà ancora, molto importante è la diagnosi precoce che incide notevolmente su tutto l’andamento delle patologie.
Per questo la Regione ha inteso accogliere la richiesta del prof Logroscino di istituire un tavolo tecnico che abbia sotto controllo la rete di presa in carico dei pazienti con la verifica di centri specializzati per la gestione giornaliera del paziente, oltre alla diagnostica precoce anche in ambito ospedaliero fino alla somministrazione delle terapie.
In tal senso l’assessore Palese ha manifestato massima disponibilità, riconoscendo la grande competenza e professionalità del professore Logroscino.
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Covid - 19. Oggi sono complessivamente 1537 i casi positivi in Puglia di cui 103 in provincia di Brindisi
Dati del giorno: 28 febbraio 2022
Dati complessivi
La guerra blocca le importazioni di grano
UCRAINA: COLDIRETTI PUGLIA, CON GUERRA STOP A 1/3 GRANO MONDIALE; MA ‘IL DURO’ PUGLIESE PERDE 2 EURO AL Q.LE IN 1 MESE.
Nonostante il crollo delle forniture per pasta, pane e dolci e mais per animali nelle stalle.
A far volare i prezzi del grano e degli altri prodotti agricoli esteri è la sospensione a causa della guerra delle spedizioni commerciali dai porti sul mar Nero dell’Ucraina che insieme alla Russia rappresenta quasi 1/3 del commercio mondiale di grano (29%) ma anche il 19% delle forniture globali di mais per l’allevamento animale e ben l’80% delle esportazioni di olio di girasole, ma le quotazioni di grano duro Made in Puglia sono scese di 2 euro al quintale in 1 mese. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, sugli effetti economici della guerra che hanno determinato un balzo delle quotazioni mondiali al Chicago Board of trade, punto di riferimento per le materie prime agricole.
“Il caro energia e l’aumento dei costi di produzione, così come gli effetti della guerra in Ucraina con il blocco dell’import non possono e non devono ricadere sulle spalle degli agricoltori pugliesi che stanno subendo gli stessi rincari esorbitanti dei costi di produzione, mentre inaccettabili speculazioni cercano di scaricare sull’anello più debole della catena il corto circuito degli aumenti delle ultime settimane, come denunciamo per il grano fino al latte alla stalla”, dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
La Puglia è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che sono stati costretti a ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati perché molte industrie per miopia hanno preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale attraverso i contratti di filiera sostenuti dalla Coldiretti.
La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 360.000 ettari coltivati e quasi 10 milioni di quintali prodotti. La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e abbandono che nell’ultimo decennio hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 – aggiunge Coldiretti Puglia - dopo con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente, dalla concorrenza sleale delle importazioni dall’estero soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore nel nostro Paese.
Una emergenza mondiale che riguarda direttamente l’Italia che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame, secondo l’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia peraltro che l’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 20% ma garantisce anche il 5% dell’import nazionale di grano.
L’aumento di mais e soia sta mettendo in ginocchio gli allevatori italiani che devono affrontare aumenti vertiginosi dei costi per l’alimentazione del bestiame (+40%) e dell’energia (+70%) a fronte di compensi fermi su valori insostenibili. Il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse, – sottolinea Coldiretti – ha raggiunto i 46 centesimi al litro secondo l’ultima indagine Ismea, un costo molto superiore rispetto al prezzo di 38 centesimi riconosciuto a una larga fascia di allevatori.
L’Italia è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che sono stati costretti a ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati perché molte industrie per miopia hanno preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale attraverso i contratti di filiera sostenuti dalla Coldiretti. E quest’anno sono praticamente raddoppiati in Italia i costi delle semine per la produzione di grano per effetto di rincari di oltre il 50% per il gasolio necessario alle lavorazioni dei terreni ma ad aumentare sono pure i costi dei mezzi agricoli, dei fitosanitari e dei fertilizzanti che arrivano anche a triplicare. Nonostante questo il grano duro italiano – sottolinea la Coldiretti – è pagato agli agricoltori nazionali meno di quello proveniente dall’estero da Paesi come il Canada dove è coltivato peraltro con l’uso del diserbante chimico glifosato in preraccolta, vietato in Italia.
Per fermare le speculazioni a livello internazionale e garantire la disponibilità del grano – continua la Coldiretti regionale – occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali. Ci sono le condizioni per incrementare la produzione in Italia dove – precisa la Coldiretti – secondo l’Istat si stimano 500.596 ettari seminati a grano tenero per il pane, con un incremento dello 0,5% mentre la superfice del grano duro risulta in leggera flessione dell’1,4% per un totale di 1.211.304 ettari anche se su questa prima analisi pesano i ritardi delle semine per le avverse condizioni climatiche che potrebbero portare a rivedere il dato.
La guerra sta innescando un nuovo cortocircuito sul settore agricolo nazionale che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria in alcuni settori ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities, dal grano al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento – conclude Coldiretti - per recuperare competitività rispetto ai concorrenti stranieri e nell’immediato occorre garantire la sostenibilità finanziaria delle stalle con prezzi giusti che consentano agli allevatori di continuare a lavorare.
Asl Br1. Al via le vaccinazioni con Novavax
Vaccinazioni anti covid: avvio quarta dose ai fragili e open day per il Novavax.