Redazione
Mesagne. Code davanti ai distributori di benzina, è il caos
Pattuglie della polizia locale sono impegnate a contenere, dove possibile, i disagi per le lunghe file di autovetture presenti presso alcuni distributori di carburanti presenti in città nell ambito delle problematiche che la recente azione bellica sta causando anche per quanto riguarda il paniere dei cosiddetti beni primari tra i quali i combustibili per autotrazione che svolgono un primario ruolo. Il comando monitora la circolazione in città anche nell' ambito della direttiva impartita dal sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli.
Mesagne. Quando la burocrazia non perdona
Per soli 4 giorni si è trovato fuori dalla platea storica dei giardinieri di Mesagne e la nuova ditta che ha preso in gestione il verde pubblico non lo ha assunto. È accaduto a Mesagne, dove un giovane trentenne per una manciata di giorni non ha maturato i 4 mesi di lavoro necessari per essere inseriti nella graduatoria di prelazione. Così, si è trovato da un giorno all’altro fuori dal mondo del lavoro. Nessuno ha potuto far nulla, la legge è legge. Almeno così hanno chiarito dal Comune di Mesagne dove hanno assicurato che il contratto di appalto è stato rispettato nella sua interezza e la platea storica dei lavoratori è stata assunta. Una ricostruzione dei fatti che il giovane ha respinto. “Anche se non ho maturato l’articolo 4 comunque ho maturato il diritto di prelazione”, ha spiegato il giovane in una nota epistolare -. Non ritengo corretto questo comportamento, in primo piano perché ciò va a violare “lex specialis” in quanto gli operatori richiesti dalla stazione appaltante sono 7 unità di cui 6 operative e 1 in sostituzione e ne sono state assorbite solamente 5 unità”.
Nella nota inviata il giovane ritiene che “le prescrizioni stabilite nella “lex specialis” vincolano non solo i concorrenti, ma anche la stessa amministrazione che non conserva alcun margine di discrezionalità nella loro concreta attuazione né può disapplicarle, neppure nel caso in cui alcune di tali regole risultino inopportunamente o incongruamente formulate, salva la possibilità di procedere all’annullamento del bando nell’esercizio del potere di autotutela”. Sulla vicenda è intervenuta anche la madre del trentenne che ha chiesto all’Amministrazione comunale e alla ditta che gestisce il verde pubblico a Mesagne solo un po' di buon senso e di umanità. “L’amministrazione comunale – ha spiegato la donna - non sta intervenendo per aiutare un ragazzo di 30 anni che da oggi a domani si ritrova senza un lavoro, senza poter essere giustificato dal fatto che non c’è lavoro perché il lavoro c’è e le sue ore sono state distribuite agli altri operatori che hanno già uno stipendio fisso, togliendo la possibilità di far mangiare un’altra famiglia e, soprattutto, togliendo il diritto al lavoro in un contesto sociale ove la disoccupazione ha raggiunto livelli percentuali insopportabili”.
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COLDIRETTI PUGLIA, RADDOPPIA GASOLIO BARCHE RESTANO IN PORTO
Con il caro petrolio spinto dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia il prezzo medio del gasolio per la pesca è praticamente raddoppiato (+90%) rispetto allo scorso anno costringendo i pescherecci italiani a navigare in perdita o a tagliare le uscite e favorendo le importazioni di pesce straniero. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Impresapesca Puglia diffusa in occasione della mobilitazione di 2500 allevatori, agricoltori e pescatori della Coldiretti Puglia a Bari in Piazza Libertà con barche, trattori e animali, contro la guerra che affossa l’economia e il lavoro.
L’effetto dell’incremento del prezzo medio del gasolio – spiega Coldiretti regionale – si sta abbattendo come una tempesta sull’attività dei pescherecci. Fino ad oltre la metà dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata, infatti, proprio dal carburante. Con gli attuali ricavi la maggior parte delle imprese – spiega Coldiretti Impresapesca – non riesce a coprire nemmeno i costi energetici oltre alle altre voci che gli armatori devono sostenere per la normale attività.
Senza adeguate ed urgenti misure per calmierare il costo del carburante le imbarcazioni saranno costrette a pescare in perdita se non addirittura a restare in banchina con gravi ripercussioni sulla filiera e sull’occupazione per un settore – denuncia Coldiretti Puglia - che ha già perso negli ultimi 30 anni oltre 1/3 delle imprese e 18.000 posti di lavoro, con un contestuale aumento delle importazioni dal 27% al 33%. La crisi energetica aggrava una situazione già resa difficile dalla riduzione dell’attività di pesca scattata dal 1° gennaio 2022 per un corposo segmento produttivo della flotta nazionale a causa delle nuove disposizioni dell’Ue e del Consiglio Generale della Pesca nel Mediterraneo (Cgpm). Le uscite in mare si sono così ridotte a poco più di 120 giorni o 130 giorni in base alle dimensioni delle imbarcazioni, pari ad un terzo delle giornate annue, mettendo - spiega Coldiretti Puglia – a rischio quasi il 50% del valore dell’ittico Made in Italy in zone strategiche come l’Adriatico, il Tirreno ed il Canale di Sicilia.
Per questo – afferma Coldiretti – serve un impegno forte del Governo e del Ministero delle Politiche agricole per spingere l’Ue a fare marcia indietro sui drastici tagli alle attività e rimettere al centro delle scelte strategiche dell’Italia il settore della pesca.
Un intervento ancora più necessario se si considera che l’estensione della Cisoa (Cassa Integrazione Salariale Operai Agricoli) al settore della pesca, che aveva l’obiettivo di garantire finalmente un ammortizzatore sociale strutturato anche a questo settore, si è dimostrato in realtà una scatola vuota a causa dell’esclusione dei vari periodi di fermo pesca dalle causali.
Le imprese – denuncia Coldiretti Impresapesca – sono gravate così di ulteriori costi, ma nulla in concreto cambia per il sostegno al reddito dei lavoratori. Peraltro la contribuzione, in assenza di previsioni ad hoc, è calcolata sulla base dell’aliquota dovuta per gli operai agricoli ed è a carico delle imprese a partire da questo mese.
Lo scenario economico in cui sta navigando la flotta nazionale mette quindi a rischio il prodotto ittico 100% Made in Italy favorendo invece quello straniero di importazione, con gli arrivi dall’estero che nei primi undici mesi del 2021 sono aumentati del 25% in valore, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat.
Un trend che impatta sulle scelte a tavola degli italiani che mangiano circa 28 chili di pesce all’anno – conclude Coldiretti –, sopra la media europea anche se decisamente meno di altri Paesi con un’estensione di costa simile, come ad esempio il Portogallo, dove se ne consumano quasi 60 chili, praticamente il doppio.
Covid - 19. Oggi sono complessivamente 3437 i casi positivi in Puglia di cui 317 in provincia di Brindisi
Dati del giorno: 25 febbraio 2022
Dati complessivi
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Contro la guerra gli agricoltori scendono in piazza
UCRAINA: CONTRO GUERRA MIGLIAIA DI AGRICOLTORI ALLEVATORI E PESCATORI IN PIAZZA A BARI.
Tra gli slogan “Svuotiamo gli arsenali e riempiamo i granai” e “Putin facciamo pace”.
Contro la guerra che affossa anche l’economia sono 2500 gli allevatori, gli agricoltori e i pescatori della Coldiretti Puglia scesi a Bari per arrivare in corteo in Piazza Libertà, davanti al a Palazzo di Governo dove saranno ricevuti dal Prefetto di Bari, Antonia Bellomo, perché non riescono più a coprire i costi per il balzo dei beni energetici che si trasferisce a valanga sui bilanci delle aziende. Se il caro petrolio spinto dall’invasione dell’Ucraina costringe le barche a rimanere in banchina e a fermare i trattori, le ritorsioni della Russia colpiscono i mezzi di produzione, a partire dai concimi, obbligando i coltivatori a tagliare i raccolti mentre sanzioni ed embarghi bloccano i commerci, sconvolgono i mercati e favoriscono le speculazioni.
In Piazza Libertà è allestita una stalla con mucche e vitelli a rischio estinzione a causa dell’impennata dei costi dei mangimi alimentata dalla guerra, con l’Ucraina che garantiva il 20% delle importazioni italiane di mais. Ma c’è anche una barca con il pescato locale che resterà solo un ricordo se non rientreranno i prezzi del gasolio, contendo ai pescherecci di uscire in mare, evitando che le tavole dei pugliesi siano invase da pesce straniero.
Numerosi i cartelli di protesta “Putin facciamo la pace, “Mettete i fiori nei vostri cannoni”, “Fermiamo la guerra dei prezzi”, “No alla guerra che aumenta la fame”, “Svuotiamo gli arsenali e riempiamo i granai”, “Non ci ha fermato il Covid, ci provano gli speculatori”, “Il latte delle nostre mucche è la vostra colazione”, “Non possiamo produrre in perdita”, “Draghi aiutaci tu”.
Con la guerra in Ucraina è a rischio il 53% del mais necessario per l’alimentazione degli animali nelle stalle a cui è necessario garantire la sopravvivenza.
“Non si può aspettare oltre per fermare la speculazione in atto sul prezzo del latte alla stalla, perché a rischio c’è la sopravvivenza delle stalle alle quali va riconosciuto il giusto compenso che tenga conto dei costi di produzione sempre più alti, dalla bolletta energetica ai mangimi. Il latte agli allevatori non deve essere pagato sotto i costi di produzione considerato che gli aumenti vanno dal +70% per l’energia con picchi del 110% al +40% per i mangimi”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
Per poter pagare un caffè al bar gli allevatori italiani devono mungere tre litri di latte pagati solo qualche decina di centesimi alla stalla, ben al di sotto dei costi di produzione in forte aumento per i rincari di mangimi ed energia.
“Con il crack delle stalle causato dall’aumento vertiginoso dei costi di produzione, aggravato dallo sciopero dei TIR e dai venti di guerra tra Russia e Ucraina che mettono a repentaglio l’approvvigionamento dei mangimi per gli animali, serve un sostegno economico della Regione Puglia per dare liquidità agli allevatori e garantire la sopravvivenza stessa degli allevamenti”, aggiunge Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia.
In piazza anche una stalla con la mucca ‘Roxy’ e molti giovani agricoltori preoccupati per il futuro con cartelli di protesta: “Il lavoro va pagato”, “Non ci ha fermato il Covid, ci provano gli speculatori”, “Il latte delle nostre mucche è la vostra colazione”, “Non possiamo produrre in perdita”, “Agricoltori e consumatori vittime della guerra dei prezzi”, “Troppo comodo speculare sulla nostra pelle”, “Draghi aiutaci tu”. Con l’esplosione dei costi energetici quasi un agricoltore su tre (30%) è oggi costretto a ridurre la produzione di cibo, con una situazione insostenibile che mette a rischio le forniture alimentari e, con esse, la sovranità alimentare del Paese, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa nell’occasione. Nei documenti della piattaforma di mobilitazione della Coldiretti si legge tra l’altro la richiesta di sbloccare 1,2 miliardi per i contratti di filiera già stanziati nel Pnrr, incentivate le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni attraverso la garanzia del 100% pubblica e gratuita di Ismea e fermate le speculazioni sui prezzi pagati degli agricoltori con un efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali.
L’analisi dei costi di produzione di 1 litro di latte alla stalla, secondo l’elaborazione di Coldiretti Puglia, indica che la voce ‘alimentazione degli animali’ assorbe 0,40 euro, la voce ‘manodopera’ 0,087 euro e 0,087 euro per spese generali come gasolio, bollette, manutenzioni per un totale di 0,45 euro al litro, mentre i prezzi riconosciuti agli allevatori sono spesso al di sotto dei 0,40 euro al litro alla stalla.
Peraltro i prezzi al consumo – continua Coldiretti Puglia - non sono mai calati negli ultimi anni nonostante la forte variabilità delle quotazioni del latte, che sono spesso al di sotto dei costi di produzione, con gli allevatori messi sotto pressione da prezzi troppo bassi a fronte del rincaro delle materie prime e dei foraggi, dal mais alla soia, a causa delle tensioni generate dalla pandemia.
Dal latte alla burrata il prezzo aumenta del 220%, mentre dal latte alla mozzarella del 167%, quando per fare un chilo di mozzarelle – insiste Coldiretti Puglia - servono 8 litri di latte con un costo di prduzione di euro 3,2 euro al chilo di mozzarelle venduto al banco ad 8,5 euro al chilo, mentre i costi di produzione per fare un chilo di burrate è pari a 5,5 euro, prodotto molto richiesto e venduto al consumo a 16 euro al chilo.
Con il via libera al decreto sulle pratiche sleali, con il superamento dell’Antitrust, è stato individuato l’ICQRF quale autorità nazionale di contrasto – specifica Coldiretti Puglia - per l’accertamento delle violazioni delle pratiche commerciali sleali e per la vigilanza sull’applicazione dell’articolo 62 con l’irrogazione delle relative sanzioni.
Una adeguata remunerazione del lavoro degli allevatori – aggiunge Coldiretti Puglia – è condizione imprescindibile per mettere al sicuro tutta la filiera e continuare a garantire ai consumatori prodotti sicuri e di qualità che sostengono l’economia, il lavoro e il territorio pugliese, con l’allarme globale provocato dal Covid che ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma anche le fragilità delle filiere agroalimentari sulle quali occorre intervenire per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali e creare nuovi posti di lavoro.
Occorre intervenire urgentemente per salvare la “Fattoria Puglia”, dove sono riuscite a sopravvivere con grande difficoltà in Puglia – insiste Coldiretti Puglia – appena 1.400 stalle per la produzione di latte, decisivo presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali a causa principalmente del prezzo del latte spesso non remunerativo, dovuto non solo alla crisi, ma anche e soprattutto alle evidenti anomalie di mercato con i prezzi alla stalla che subiscono inaccettabili ‘fluttuazioni’ e agli alti costi di gestione degli allevamenti.
Per evitare il crollo del sistema è necessario – conclude Coldiretti Puglia – vigilare contro le pratiche commerciali sleali e fermare i contributi pubblici per aziende agroalimentari che pagano il latte sottocosto con l’avvio di una indagine dell’Autorità Ispettorato del Mipaaf su tutte le industrie e le catene della GDO che stanno speculando sul prezzo del latte e degli altri prodotti.
Cgil Cisl Uil: No alla guerra
Domani mattina CGIL CISL UIL di Brindisi scenderanno in piazza per dire «No alla guerra» e chiedere una soluzione politica e negoziata che porti alla pace e tolga dal campo qualsiasi intervento armato nella crisi Russia/Ucraina.
I carabinieri incontrano gli studenti
Ceglie Messapica. I Carabinieri incontrano gli studenti.
Il 23 febbraio 2022, i Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni, rappresentati dal Comandante Capitano Antonio Corvino, nell’ambito dei seminari formativi per la diffusione della cultura della legalità, hanno incontrato un gruppo di 64 studenti e il corpo docenti dell’Istituto Scientifico IISS Agostinelli” di Ceglie Messapica. Nel corso del costruttivo dibattito sono stati affrontati i delicati temi afferenti alla diffusione di sostanze stupefacenti tra i giovani, ai rischi per la salute che ne derivano e alle relative conseguenze legali di natura amministrativa e penale. L’incontro ha registrato l’attivo interesse e partecipazione degli studenti che hanno rivolto numerose domande, raccontato esperienze personali e rappresentato alcuni loro dubbi all’Ufficiale.
Il Capitano Corvino da sempre promuove questo contributo culturale, coinvolgendo attivamente gli studenti con i quali instaura un concreto confronto, stimolandone la curiosità e affrontando i delicati argomenti al fine di favorire la pratica del valore della legalità con riferimenti normativi, ma anche con esempi pratici, analisi di esperienze e considerazioni. L’incontro – avvenuto in presenza e nel rispetto delle normative anti-Covid19 – è inserito in una più ampia calendarizzazione di appuntamenti che vedono l’Arma dei Carabinieri apportare il suo contributo di vicinanza ai giovani e giovanissimi studenti con l’obbiettivo di abbattere il muro dell’omertà, accrescere il senso civico e la fiducia verso le Istituzioni.
Mesagne. Incidente sulla Ss7. Un ferito
Un incidente stradale si è verificato lungo la statale 7, dove un’auto, per cause ancora in fase di accertamento, ha sbandato ed è uscita fuori strada. Nell’urto la conducente è rimasta ferita ed è stata trasportata presso l’ospedale di Brindisi per accertamenti. Non è in pericolo di vita. Sul posto sono giunte pattuglie della polizia locale di Mesagne, due squadre di vigili del fuoco e un’ambulanza del 118. I vigili del fuoco hanno messo l’auto in sicurezza poiché era alimentata a gas. I vigili urbani hanno rilevato il sinistro. I fatti si sono verificati intorno alle ore 11 lungo la statale 7 e precisamente a duecento metri dall’uscita Ovest di Mesagne in direzione di Marcia verso Brindisi. Su questa importante arteria viaria sta viaggiando una Mini Countryman con alla guida una signora. Il mezzo superata la prima uscita per la città di Mesagne, per cause ancora in fase di accertamento, ha sbandato ed è uscita fuori strada. La signora è stata sballottolata all’interno. Gli altri automobilisti che sono sopraggiunti hanno lanciato l’allarme e sulla statale è giunta un’ambulanza del 118 i cui soccorritori hanno visitato la donna e deciso di condurla presso l’ospedale “Perrino” di Brindisi per essere sottoposta ad accertamenti clinici e strumentali al termine dei quali sono emersi alcuni traumi tipici di tali sinistri. Contestualmente sul posto dell’incidente sono giunte due pattuglie della polizia locale i cui agenti hanno dirottato il traffico veicolare, abbastanza sostenuto, all’interno della città. È stato richiesto anche l’intervento dei vigili del fuoco, giunti con due squadre, poiché la Mini Countryman era alimentata a gas. I pompieri hanno messo in sicurezza sia l’auto sia la zona e, dopo i rilievi degli agenti, è stato riaperto il transito veicolare sulla statale 7.
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Flash mob a sostegno della candidatura di Mesagne a Capitale Italiana della Cultura 2024
Il Ferdinando organizza un flash mob a sostegno della candidatura di Mesagne a Capitale Italiana della Cultura 2024. Gli studenti dell’istituto “Epifanio Ferdinando” scendono in piazza a sostegno della candidatura di Mesagne a Capitale Italiana della Cultura 2022., insieme ad una rappresentanza delle altre scuole elementari e medie presenti a Mesagne. Gli alunni con i loro docenti si ritroveranno sabato mattina nel piazzale antistante la sede del Liceo Scientifico di via Eschilo per dar vita ad un flash mob nel rispetto rigoroso delle norme di distanziamento.
L’appuntamento è fissato per le ore 11.00. Cresce l’attesa in città in vista del verdetto della giuria che il prossimo 3 e 4 marzo dovrà indicare al Ministro Dario Franceschini la candidatura ritenuta più idonea. E così anche il mondo della scuola fa la sua parte convinto che la cultura non sia un prodotto da somministrare ma un percorso da costruire. Ad aprire il flash mob sabato mattina saranno gli studenti del liceo coreutico che in queste settimane si sono dedicati con passione alla coreografia.
Sono poche le esperienze in Italia che un’istituzione scolastica si mobilita a sostegno di un progetto dedicato alla promozione della cultura della legalità organizzando un flash mob. La manifestazione di sabato sarà soprattutto un'opportunità per riscattare l’immagine passata della città, oggi un gioiello che richiama sempre più visitatori e turisti. Facendo rete si riuscirà ad essere più competitivi per cercare di portare a casa il risultato, realizzando anche un video del flash mob da inviare alla commissione.
La Uil pensionati condanna l'invasione russa in Ucraina
I pensionati conoscono la guerra. L’hanno vissuta molti da piccoli, altri hanno partecipato e fortunatamente ne sono usciti vivi. Oggi i nostri pensionati sono insieme ai loro figli e nipoti e la raccontano. Mia madre riuscì a sopravvivere proteggendo i tre bambini coprendoli con il suo corpo nel sottoscala della casetta in cui viveva con la famiglia, ma i proiettili delle mitragliatrici degli aerei erano visibili in quel mattino dell’agosto del 1943.