Redazione

APPALTI PUBBLICI IN CORSO - CONTESSA (ANCE): DRAGHI DIA IL GIUSTO RUOLO AD ANCE CHE CON LE SUE IMPRESE È PRONTA A COSTRUIRE UNA NUOVA “STAGIONE DI COLLABORAZIONE” CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.

La decisione del Presidente nazionale di Ance Gabriele Buia di intensificare l’interlocuzione con il Governo nazionale va proprio nella direzione auspicata da tutto il mondo dei Costruttori i cui margini di resistenza alle contingenze inflattive negative di questo periodo sono ormai ridotti al minimo.

Anche strumenti apparentemente “positivi” come i bonus edilizi rischiano di far affondare migliaia di piccole e medie imprese del settore a causa di un eccesso di credito fiscale e caos normativo.

Almeno in questo (speriamo di non essere troppo ottimisti) il Governo nazionale ha annunciato di voler correre ai ripari, modificando quanto stabilito con l’articolo 28 del Decreto Sostegni.

Resta irrisolto, invece, il problema legato alla gestione degli appalti in corso per la realizzazione di opere pubbliche.

Ci sono migliaia di contratti ed accordi-quadro bloccati perchè non si mettono legislativamente le stazioni appaltanti in condizioni di intervenire con un “riequilibrio contrattuale economico e temporale”  automatico nella sua applicazione, a seguito degli stravolgimenti provocati dal caro-materiali e dal costo dell’energia post Pandemia.

In sostanza, bisogna dare gli elementi legislativi/normativi agli enti che non hanno risorse a sufficienza per modificare i quadri economici, poter procedere con un ridimensionamento delle opere da realizzare con l’appalto o, in alternativa, con una risoluzione consensuale dello stesso, senza “code” di carattere giudiziario e pericolose (per chi le subisce), escussioni di polizze varie e segnalazioni procedurali all’Anac.

I contenziosi, infatti, provocano un danno immediato alle imprese, ma alla lunga determinano gravi conseguenze per i bilanci degli enti pubblici in quanto la PA alla fine risulta spesso soccombente.

Il legislatore, a questo punto, non può continuare a rimanere silente, scaricando adempimenti e responsabilità sulle amministrazioni periferiche ed ai RUP che a loro volta le scaricano sulle imprese.

Occorre, pertanto, con urgenza normare una revisione prezzi anche sugli appalti e le procedure in corso, magari utilizzando il metodo alla “francese” che prevede una compensazione forfettaria e mette nelle condizioni la stazione appaltante di definire con automatismo l’importo revisionale e l’impresa di completare i lavori senza troppi danni.

Uno scenario di questo tipo potrebbe risultare determinante per evitare la paralisi del settore ed un danno gravissimo per l’economia del paese.

E tutto ciò, proprio mentre ci si approccia a definire i contorni degli interventi da finanziare con i fondi del PNRR. Un compito difficilissimo, soprattutto se ci si rapporta con la carenza di progetti e con regole poco chiare che non consentono alle imprese sane del comparto edilizio italiano di arrivare a questo appuntamento adeguatamente strutturate e solide finanziariamente.

Noi Costruttori di Ance siamo pronti a rimboccarci le maniche ed a chiudere la stagione dei contenziosi, ma nel contempo chiediamo la fine della diffidenza nei nostri confronti e l’avvio di una “stagione della collaborazione” mettendo a disposizione dello Stato le nostre PMI per ricostruire il paese!

Angelo Contessa – Presidente ANCE Brindisi

 

Avviati i lavori su via Roma e conclusi gli interventi di restauro conservativo della Torre Civica, l’Amministrazione Comunale continua a lavorare sul nuovo volto del centro cittadino. La recente acquisizione dei finanziamenti relativi alla ex Piazza Coperta (3 milioni di euro) e di Palazzo Sedile (1 milione di euro) accelera il processo di recupero, rifunzionalizzazione e valorizzazione dei due edifici che caratterizzano il cuore della vita economica e sociale francavillese.

“Grazie ai finanziamenti che abbiamo ottenuto negli ultimi mesi – spiega il Sindaco Antonello Denuzzo – possiamo finalmente mettere mano al nostro patrimonio storico artistico, avviando degli interventi che ne consentiranno una rinnovata fruizione.”

L’edificio su cui si sono concentrati maggiormente gli sforzi di programmazione è l’ex Piazza Coperta di Francavilla Fontana. Il progetto per la rinascita di questo luogo – su cui è in corso un confronto collaborativo con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio –, prevede una fusione tra antichità e contemporaneità. Questi due elementi trovano una loro specifica rappresentazione nell’area archeologica e nella vocazione di mercato che ha caratterizzato la vita dell’edificio nel corso del Novecento.

Il progetto prevede il mantenimento della configurazione originaria dell’immobile con al centro la valorizzazione dell’area archeologica, pensata come una piazza nella piazza, e lo sviluppo nelle zone perimetrali di un porticato da cui si potrà accedere ai diversi locali che saranno ristrutturati e ospiteranno attività commerciali, artigianali o di servizi.

“La priorità che ci siamo prefissati – prosegue il Sindaco – consiste nel recupero della struttura e nella valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale custodito al suo interno.”

Nei giorni scorsi si è aggiunto un nuovo tassello che prevede il recupero della parte nord dell’edificio, indipendente dal progetto globale, con la creazione di un Auditorium Comunale. Nelle previsioni progettuali, al termine del recupero strutturale di questa porzione di immobile, si otterrà un’ampia sala che potrà accogliere circa 100 posti a sedere. Lo spazio sarà dotato di un palco – adatto ad ospitare conferenze, spettacoli e concerti – e attrezzato con strumentazioni multimediali e impianto audio e luci ottimizzati per le esigenze artistiche.

“Abbiamo pensato che il recupero della ex Piazza Coperta fosse una occasione anche per la creazione di un nuovo luogo dedicato alla cultura, all’incontro e allo scambio di idee. Anche questo è coerente con lo spirito dell’antico mercato – conclude il Sindaco – che si caratterizzava come il centro degli incontri e degli scambi, momenti fondamentali per la crescita della comunità.”

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Il progetto, pari ad 1,5 milioni di euro, è stato candidato ad un finanziamento governativo.

Vanno tirati fuori dall’invisibilità i migranti che arrivano in Puglia e possono contribuire in modo strutturale e determinante all’economia del Paese, rappresentando una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Italy. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in relazione all’ennesimo incendio che ha distrutto la scorsa notte tre baracche che si trovano nel campo nomadi di Stornara nel Foggiano. Coldiretti a Foggia ha avviato percorsi di trasparenza e condizioni di vita e lavoro dignitose per i migranti che giungono in Puglia, dai servizi alla persona all’assistenza fiscale, dal trasporto garantito per raggiungere i luoghi di lavoro alla consulenza per le buste paga, fino alle vaccinazioni a beneficio dei migranti che lavorano nei campi presso Casa Sankara Ghetto Out.

“E’ il segnale di un modello di sviluppo dell’agricoltura, fonte di grandi opportunità occupazionali da realizzarsi seguendo la strada della trasparenza, della legalità e delle regole certe. E’ fondamentale mettere le imprese agricole nella condizione di beneficiare realmente del contributo che i lavoratori extracomunitari possono offrire, strappandoli alla condizione di invisibilità”, dice Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia.

La Coldiretti ricorda che in Puglia è ottenuto da mani straniere più di un quarto del Made in Italy a tavola, con oltre 38mila lavoratori stranieri che forniscono il 22,4% del totale delle giornate di lavoro, solo nella provincia di Foggia si contano oltre 973mila giornate di lavoro fornite da lavoratori stagionali stranieri, il 27,61% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore.

“E’ fondamentale mettere le imprese agricole nella condizione di beneficiare realmente del contributo che i lavoratori extracomunitari possono offrire, rendendo più facili e meno farraginose le domande di assunzione dei lavoratori, necessari soprattutto nei periodi di raccolta di prodotti agricoli in cui è fortemente richiesta la manodopera stagionale”, ha insistito Piccioni.

La manodopera extracomunitaria in agricoltura, nonostante il calo progressivo negli ultimi 5 anni, resta determinante in Puglia nelle coltivazioni arboree 53,8% (frutta e viticoltura) e colture orticole 17,7% (fragole, meloni, insalate, pomodori, radicchio), con i braccianti extracomunitari che hanno per quasi l’88% una occupazione stagionale e rappresentano circa il 10% dei lavoratori dipendenti regolarmente impegnati in agricoltura.

Il contributo dei lavoratori immigrati all’agricoltura pugliese è importante nella raccolta dei pomodori, degli asparagi e dei carciofi e nelle stalle sono divenuti insostituibili. In Puglia il maggior numero di extracomunitari hanno nazionalità rumena (51,18%), albanese (13,02%), bulgara (13,11%), marocchina (4,11%) e polacca (3,51%)”.

Si tratta di lavoratori che spesso da anni collaborano con le imprese agricole italiane e che ogni anno attraversano il confine per poi tornare nel proprio Paese. In questo contesto – sostiene la Coldiretti regionale – è stato emanato il decreto flussi 2021 che dovrebbero portare nelle campagne pugliesi altri 5mila lavoratori extracomunitari ma anche le difficoltà burocratiche che ostacolano l’impiego dei lavoratori italiani in una situazione di difficoltà in cui si trovano altri settori economici. Una esigenza che si è fatta stringente con il calendario delle raccolte – insiste Coldiretti Puglia – che si intensifica con l’avanzare dei periodi di raccolta, dopo fragole, asparagi, carciofi, ortaggi in serra, ci saranno le grandi raccolte di ciliegie, albicocche, pesche e percoche fino all’uva da tavola, con la scalarità delle diverse varietà.

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“Un monumento in grado di lasciare un segno nella nostra città mantenendo vivo il ricordo dell’Olocausto”

Così il presidente del Lions Club di Mesagne l’Ing.Luigi Facecchia descrive la pietra monumentale commemorativa che nella scuola Carducci di Mesagne, ricorderà le vittime dell’olocausto.

Nella mattinata di ieri giovedì 10.02.22 Il Lions Club di Mesagne ha partecipato all evento “Il tempo della memoria” organizzato dal I Circolo didattico “Giosuè Carducci” di Mesagne e dalla Questura di Brindisi con il Patrocinio Dell Amministrazione Comunale.

“Il nostro club - sottolinea - ha aderito all’evento con grande entusiasmo ed a testimonianza di un percorso formativo che educa ai valori della solidarietà, dell’uguaglianza e della legalità.”

Il giardino della scuola “Carducci” ha così accolto la piantumazione di una pianta di ulivo e la collocazione di una pietra monumentale celebrativa donata dal club in ricordo di Giovanni Palatucci, questore reggente di Fiume e Medaglia d’oro al Merito civile, che salvò migliaia di ebrei destinati ai campi di sterminio, fornendo permessi speciali e aiutandoli a fuggire all’estero. Scoperto dai nazisti, il giovane funzionario di Polizia venne deportato nel campo di concentramento di Dachau dove morì il 10 febbraio 1945 a soli 36 anni.

“Il Lions International - conclude il Presidente - è in prima linea nella divulgazione dei principi di solidarietà, di frattellanza tra i popoli del pianeta; basti pensare che può contare su 1,4 milioni di soci sparsi in tutto il mondo.”
 
Oltre al Presidente Lions, alla manifestazione erano presenti il presidente della zona 16 Prof.ssa Maria Santina Faggiano Semeraro e il Presidente del comitato service Dott. Vito Briamonte.

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Rivolgo il mio caro saluto al Reverendo Vicario ed Arciprete, ai Reverendi Padri Carmelitani, ai Parroci e al Clero tutto, alle Autorità civili e militari. Saluto voi, carissimi concittadini presenti, e tutti coloro che stanno seguendo questo solenne momento in diretta streaming.


Di tutte le ricorrenze che suscitano particolare emozione, questa per me è la più sentita. È l’evento più importante, insieme ai giorni di Festa patronale che la città dedica alla sua Protettrice in estate, in un periodo di caldo intenso e gioia assoluta. La devozione che si fa tradizione è la stessa, il sentimento di introspezione al quale la devozione rimanda è lo stesso, la fiducia con cui i mesagnesi guardano alla Vergine del Carmelo non cambia, oggi come a luglio.

È tuttavia particolare il sentimento che accompagna questa occasione, rivissuta nel ricordo del violento terremoto che il 20 febbraio del 1743 scosse il Salento: all’intercessione della Madonna del Carmine gli uomini e le donne di quel tempo attribuirono un potere salvifico, che alleviò la paura di percepire il potere della natura come una forza ostile che si contrapponeva alla fragilità umana. Una condizione di fragilità che sperimentiamo ogni giorno e che in questi due anni di pandemia ha minato tante certezze quotidiane, istanti e gesti normali dei quali all’improvviso siamo stati privati.

L’augurio che possiamo reciprocamente rivolgerci è che questo periodo rappresenti l’ultima fase di una lunga, troppo lunga emergenza. La speranza che ci scambiamo è che a breve si possa tornare alle nostre abitudini di condivisione, senza altre limitazioni. Abbiamo ogni buona ragione per pensare che sarà così.

Le diverse criticità che il virus ha scatenato – sociali, economiche, esistenziali – stanno lasciando il segno, ma è altrettanto vero che la forza di cui la nostra Comunità si è resa capace sta aiutando a non perdere di vista gli obiettivi importanti e a rinnovare con entusiasmo le motivazioni personali e collettive. Abbiamo dato prova, e continueremo a farlo, di come la coesione e la solidarietà possano rappresentare il più efficace antidoto per combattere ogni avversità. Ed è per questo che la nostra comunità continua a segnare il passo verso un modello di vivere civile che con sacrificio, passione, senso del dovere cresce, generando nuova linfa da spendere in altre mille imprese.

Nulla accade per caso. E quando accade è grazie alla capacità di istituzioni, realtà produttive, associazioni, cittadini, che sanno prediligere le ragioni che uniscono e mediare sulle distanze che allontanano. Permettetemi di rivolgere un personale e sentito ringraziamento a don Gianluca Carriero, per essere stato un riferimento costante, per me e per la città, in tanti mesi di emergenza sanitaria. Questo tempo mi ha dato modo di apprezzare la sua personalità discreta e sensibile, il suo essere attento e generoso, soprattutto nei confronti dei più deboli. Nulla accade per caso. Tutto si muove intorno alle intenzioni, che prima di diventare azioni hanno bisogno del filtro simultaneo del cuore e dell’intelletto. Grazie ad un lungo percorso di riscatto, oggi Mesagne vive con sano orgoglio la gioia immensa di essere tra le città finaliste per il titolo di Capitale italiana della Cultura 2024. Ci siamo, perché qualunque sarà l’esito ultimo, un grande risultato è già raggiunto: al Ministero competente, all’autorevole giuria di esperti chiamati a leggere i cambiamenti che la Cultura produce e può produrre, siamo riusciti a raccontare un processo di rigenerazione avvenuto nel tempo, che parte da lontano, dalla capacità di saper condividere e trasformare, a testa alta, con fare libero, evoluto, visionario.

Mesagne2024 è l’“Umana Meraviglia” (questo è il nome della nostra proposta), quell’atteggiamento che spinge verso la conoscenza, che spinge a dire che tutto è possibile: questo ci insegna la vita e la fede, in un abbraccio che a volte è difficile se non impossibile districare. Ogni cambiamento è possibile, basta non dare per scontata la nostra compiutezza ed essere disposti a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Per descrivere il processo di crescita culturale che Mesagne ha costruito in questi anni non abbiamo dovuto inventare nulla, siamo partiti da ciò che siamo stati per soffermarci su ciò che siamo diventati e che abbiamo l’ambizione di diventare.

Oggi Mesagne è da tutt’altra parte e abbiamo spiegato perché: la città ha cancellato l’onta subita nei suoi anni bui, rendendo il riscatto un patrimonio a beneficio dei suoi abitanti. E non abbiamo intenzione di fermarci. La rigenerazione in corso è visibile, si percepisce nel fermento progettuale delle proposte che attendono di essere inoltrate per ricevere ogni finanziamento utile. È visibile nei fondi già ricevuti e destinati a modernizzare il volto della città, a vederne fiorire e rifiorire il centro e le periferie. Ne cito uno per tutti: “Uscimmo a riveder le stelle” è il titolo di uno dei tanti progetti di riqualificazione urbana al quale la città di Mesagne è stata ammessa. Ha il valore monetario di 5 milioni di euro. E come è stato riportato nel commento alla proposta, lo stupore che accompagna Dante Alighieri nell’uscita dall’Inferno assomiglia a questo ambizioso progetto: il cielo stellato è il tetto per le nuove attività all’aperto, è simbolo di dinamismo e metafora di benessere.

Col rito di consegna delle Chiavi alla Vergine del Carmelo conserviamo gelosamente il valore simbolico di un gesto profondo con cui ci affidiamo, consapevoli però che il cambiamento è nelle mani delle donne e degli uomini di buona volontà che ogni giorno si adoperano per rendere la nostra città più bella, solidale, accogliente. Umana Meraviglia e stupore per ogni meritata conquista, questa è Mesagne.

Buona festa a tutti noi”.

Mesagne, 10 febbraio 2022​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ Antonio Matarrelli, sindaco di Mesagne

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Dati del giorno: 10 febbraio 2022

5.778
Nuovi casi
40.824
Test giornalieri
21
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 1.600
Provincia di Bat: 408
Provincia di Brindisi: 579
Provincia di Foggia: 936
Provincia di Lecce: 1.482
Provincia di Taranto: 717
Residenti fuori regione: 35
Provincia in definizione: 21
101.544
Persone attualmente positive
748
Persone ricoverate in area non critica
68
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

665.504
Casi totali
8.190.028
Test eseguiti
556.566
Persone guarite
 

Sono 603.577 gli animali microchippati in Puglia. Al 4 febbraio 2022 risultano iscritti all'Anagrafe regionale degli animali d’affezione 559.343 cani, 44.212 gatti e 22 furetti. Lo rende noto l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa).

I numeri sono estratti dalla banca dati dell'Anagrafe degli animali d'affezione gestita dal Ministero della Salute, che viene alimentata e aggiornata almeno una volta al mese dalle Regioni e dalle Province autonome.

Dalle cifre emerge chiaramente come, a livello nazionale, siano ancora pochi i gatti microchippati, senza considerare i furetti, meno presenti nelle famiglie italiane, poiché non esiste alcun obbligo d’iscrizione nelle Anagrafi territoriali per queste due specie sancito da una legge nazionale. In Puglia l'obbligo di microchippare i gatti e d'iscriverli all'Anagrafe regionale è stato introdotto con la legge regionale n. 2 del 7 febbraio 2020.

L’Oipa da tempo chiede che anche per gatti e furetti sia introdotto l’obbligo di microchippatura in tutta Italia, efficace strumento per combattere il randagismo.

«L’obbligo del microchip per i cani è un efficace metodo di lotta al randagismo sia per identificare i cani presenti sul territorio, sia per riportare in famiglia animali smarriti. Stessa funzione potrebbe avere per gatti e furetti», commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «In Italia, la legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo (legge n.282/91) ha reso obbligatoria l’iscrizione di ogni cane all’anagrafe regionale, sia esso di proprietà privata o randagio, e questo è un chiaro ostacolo all’abbandono di un cane adottato da un canile. Perché non introdurre l’obbligo anche per gli altri animali d’affezione?».

La Regione con più animali microchippati - 2.216.862 - è la Lombardia (1.865.836 cani, 350.130 gatti e 896 furetti). La Regione con meno animali iscritti all’Anagrafe - 31.691 - è la Valle d’Aosta (27.064 cani e 4.627 gatti). Nella classifica delle Regioni con il maggior numero di animali domestici microchippati, secondo è il Veneto (1.541.529), seguito dall’Emilia Romagna (1.413.262), dal Piemonte (1.135.898), dal Lazio (1.132.588) e dalla Campania (1.075.300).

Impossibile stimare la percentuale di cani microchippati sul totale anche a causa del mancato rispetto dell’obbligo da parte di molti proprietari.

Per quanto riguarda i gatti, non essendo obbligatoria la loro microchippatura, l’Oipa informa che è online dal 2011 un’Anagrafe nazionale felina (Anf) gestita dall’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi) che registra, su base volontaria dei richiedenti, i dati identificativi dei gatti con microchip. Tutti i proprietari di gatti possono rivolgersi a un medico veterinario aderente all’Anf per l’identificazione e la registrazione del gatto.

«Ci appelliamo a tutte le Regioni affinché con proprie leggi introducano l’obbligo d’iscrizione all’Anagrafe degli animali d’affezione. Sarebbe un ulteriore stretta al fenomeno dell’abbandono e della sovrappopolazione degli animali chiusi in canili e gattili», conclude Comparotto.

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Le luci spente per 30 minuti per dire no al caro bollette che avrà pesanti ripercussioni sul bilancio degli enti locali, mettendo a rischio l’erogazione dei servizi alla Comunità.

Anche Fasano si spegnerà oggi, lunedì 10 febbraio, in segno di protesta contro il rincaro dei costi energetici. Dalle 20 alle 20.30 calerà il buio su Palazzo di Città per l’iniziativa promossa dall’Anci nazionale.

Mezz’ora #alucispente come ha chiesto il presidente dell’associazione nazionale dei Comuni italiani, Antonio De Caro, affinché il Governo ascolti le richieste di tutta Italia.

«Il rincaro dei costi comporterà pesanti conseguenze anche sulla nostra città - dice il sindaco Francesco Zaccaria - con aumenti insostenibili per gli enti e per le attività produttive del territorio. Ci auguriamo che il

governo ascolti le ennesime richieste provenienti da Anci e da tutti i Comuni affinché si concordino tariffe di luce e gas calmierate e riservate ai Comuni e si adottino politiche a lungo termine che vadano in direzione dell’efficientamento energetico per ridurre i consumi».

CARO ENERGIA- CONFESERCENTI BRINDISI: SPEGNIAMO I NOSTRI NEGOZI!                

L'iniziativa promossa dall'Associazione Nazionale Comuni Italiani contro il caro-energia è assolutamente condivisibile. Manifestare il disagio delle nostre comunità serve a convincere il Governo nazionale ad assumere decisioni immediate ed estremamente efficaci. Il  costo di luce, gas e carburanti sta mettendo in ginocchio il paese e purtroppo il punto di paralisi è più vicino di quanto si possa immaginare.
In questo contesto, è necessario che anche il settore del commercio faccia sentire il suo grido di dolore. Ecco perchè la Confesercenti invita tutti i commercianti brindisini - anche se aderenti ad altre associazioni - a spegnere le luci dei propri negozi domani, giovedì 10 febbraio, alle ore 20 e per mezzora, facendo un selfie con una candela accesa in mano (per poi pubblicarlo sui social). 
Coloro che aderiranno all'iniziativa potranno inviare le foto alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. 
Provvederemo noi ad inoltrarle al Presidente del Consiglio dei Ministri. Siamo certi che i nostri clienti capiranno che protestiamo anche per loro.     
Confesercenti Brindisi

L’Associazione mogli medici italiani (Ammi), sezione di Brindisi, ha donato al Centro Trasfusionale dell’ospedale Perrino tre computer portatili e un monitor multiparametrico. Questa mattina, 9 febbraio, si è svolta una breve cerimonia di consegna.

Le attrezzature sono dedicate alla memoria di Anna Maria Spalluto, socia dell’Ammi scomparsa qualche anno fa. A consegnarle alla responsabile del Trasfusionale, Antonella Miccoli, è stata la presidente dell’Ammi Maria Grazia Cassiano Rizzo insieme ad alcune componenti dell’associazione. Presenti anche il presidente dell’Ordine dei Medici Arturo Oliva e la dottoressa Serena Pennetta in rappresentanza della direzione medica del Perrino.

“Grazie al grosso contributo della famiglia di Anna Maria, socia molto attiva ed altruista - dice la presidente dell’Ammi - siamo riusciti ad acquistare queste apparecchiature, scegliendo il Trasfusionale proprio perché la donazione del sangue è simbolo di grande generosità verso gli altri e nessun altro reparto poteva rappresentare al meglio la sua indole”.

“Ringrazio l’Associazione mogli dei medici per l’iniziativa e per averci scelto - dice Antonella Miccoli – e sono riconoscente soprattutto nei confronti della famiglia di Anna Maria Spalluto per aver consentito questa donazione con tanta nobiltà d’animo”.