Redazione

Alle prime luci dell’alba, in Mesagne (BR), Brindisi, Ostuni (BR) e San Pietro Vernotico(BR) i Carabinieri della Compagnia Carabinieri di San Vito dei Normanni (BR), collaborati nella fase esecutiva da personale dello Squadrone Eliportato Carabinieri “Puglia”, dal 6° Nucleo Elicotteri dei Carabinieri di Bari e dal Nucleo Cinofili, hanno dato esecuzione all’Ordinanza applicativa di misure coercitive personali n. 11926/19 R.G.N.R. D.D.A. e n. 7156/2020 R. Gip, n. 1/2022 OCC, emessa  dal G.I.P. del Tribunale di Lecce nell’ambito dell’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce nei confronti di 30 indagati.

In particolare, il Giudice per le Indagini Preliminari di Lecce, ha emesso:

  1. Ordinanza della custodia cautelare in carcere nei confronti di 5 soggetti;
  2. Ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari, nei confronti di 6 soggetti;

Le misure cautelari sono state notificate nei confronti dei sottonotati indagati, i quali si devono ritenere presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino ad un definitivo accertamento della colpevolezza con sentenza irrevocabile:

1.      B. L. o.c.c. in carcere;

2.      C. L., o.c.c. in carcere;

3.      C. M., o.c.c. in carcere;

4.      S. M., o.c.c. in carcere;

5.      Z. G., o.c.c. in carcere

6.      C. L., o.c.c. agli arresti domiciliari;

7.      C. L., o.c.c. agli arresti domiciliari;

8.      D. D. L., o.c.c. agli arresti domiciliari;

9.      F. F., o.c.c. agli arresti domiciliari;

10.  S. V., o.c.c. agli arresti domiciliari;

11.  T. S. ,o.c.c. agli arresti domiciliari;

All’esecuzione dei provvedimenti cautelari personali, coordinata dal Comando Compagnia di San Vito dei Normanni, hanno partecipato 70 Carabinieri unitamente ai militari del Nucleo Elicotteri CC di Bari e dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”.

I reati contestati sono l’art. 74 commi nr. 1, 2 3 e 4 del D.P.R. 309/90 “associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti pluri - aggravata”, art. 73 commi 1 e 4 del D.P.R. 309/90 “spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti”, artt. 2 e 7 L. 895/67 “detenzione illegale di armi” e artt. 81/2° c.p. e 75 comma 2 D. Lvo 159/2011 “violazione degli obblighi inerenti la Sorveglianza Speciale di P.S.”, art. 378 c.p. capo 25 “favoreggiamento personale”.

Nel dettaglio, l’attività d’indagine è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Vito dei Normanni e trae origine dall’attentato incendiario compiuto nei confronti di un Maresciallo dei Carabinieri, all’epoca in servizio presso la Stazione Carabinieri di Latiano al quale nella notte del 16 agosto 2019 è stata incendiata l’autovettura privata, parcheggiata nei pressi della propria abitazione. Gli accertamenti esperiti nell’immediatezza hanno consentito di risalire ai responsabili dell’atto intimidatorio, al mandante dell’azione delittuosa, nonché al movente. È infatti emerso l’azione delittuosa sarebbe stata posta in essere quale ritorsione nei confronti del Maresciallo per aver contravvenzionato, a seguito di violazioni al codice della strada, un noto pregiudicato mesagnese contiguo ad ambienti mafiosi.

Le indagini, avviate nel mese di agosto 2019 fino ad aprile 2020, condotte con l’ausilio di intercettazioni audio e video e pedinamenti, oltre ad identificare gli autori del grave atto intimidatorio, hanno ipotizzato l’esistenza nel territorio di Mesagne di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti in cui risulterebbe inserito anche uno dei soggetti ritenuto responsabile dell’attentato al maresciallo dei Carabinieri.

Le investigazioni, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Lecce e sviluppate in piena sinergia con la D.C.S.A. (Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno), hanno permesso di ipotizzare lo stretto legame tra l’organizzazione criminale investigata e alcuni esponenti della “Sacra Corona Unita”, confermando l’operatività e la permanenza sul territorio della provincia di Brindisi di strutture criminali finalizzate al narcotraffico, nonché come questo fenomeno delittuoso costituisca ancora una importante fonte di guadagno per la criminalità organizzata.

L’organizzazione di stampo mafioso “Sacra Corona Unita” che nasce sul territorio mesagnese, ha sempre fatto del traffico di droga uno dei capisaldi delle proprie attività illecite finalizzandolo, oltre al rapido arricchimento, anche al controllo del territorio.

In tale contiguità con le famiglie storiche legate alla S.C.U. mesagnese è stato individuato il sodalizio investigato e capeggiato da C. R., fratello del boss della S.C.U. deceduto in un agguato di mafia C. E. e cognato di L. F., personaggio di spicco della criminalità organizzata mesagnese. Figurano tra i sodali individuati C.L., figlio del boss E. e Z. G., affiliato alla S.C.U. di Mesagne e condannato per 416 bis c.p., braccio destro di C. R.

L’organizzazione in questione si ritiene essere stata in stretto contatto con il noto boss mesagnese D. G., capo storico e socio fondatore della Sacra Corona Unita, resosi responsabile delle violazioni degli obblighi della Sorveglianza Speciale cui era sottoposto. È stata ipotizzata la frequentazione da parte del D. di una delle basi operative della consorteria, localizzata in un circolo ricreativo di Mesagne, che, a seguito delle numerose perquisizioni, arresti e sequestri di stupefacente, è stato poi chiuso dal sodalizio poiché ritenuto non più sicuro per effettuare riunioni.

I risultati investigativi, riscontrati da nr. 7 arresti in flagranza di reato e sequestri di sostanze stupefacenti, per un traffico accertato di circa 50 kg tra marijuana, hashish e cocaina, riassunti nell’informativa dei Carabinieri e riportati nella richiesta di misura presentata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, hanno raccolto elementi indiziari nei confronti di 30 soggetti che, a vario titolo, sono risultati coinvolti nelle attività di spaccio di sostanze stupefacenti nel comune di Mesagne (BR), 11 dei quali indagati per la presunta appartenenza ad un’associazione per delinquere armata, finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e hashish.

Dalla ricostruzione investigativa effettuata dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, si evincerebbe come il sodalizio abbia gestito, attraverso i propri pusher, lo spaccio di hashish e marijuana sul territorio mesagnese, approvvigionando anche alcune piazze di spaccio ricadenti nei comuni limitrofi di Brindisi e San Pietro Vernotico. Rifornimento che ha riguardato anche alcune piazze di spaccio individuate in Veneto ed in particolare nella provincia di Verona, luogo dove uno degli indagati, originario di Mesagne ed identificato in L. A. B., avrebbe fatto trasportare ingenti quantitativi di marijuana.

La progressione investigativa ha consentito altresì di ipotizzare la struttura criminale, organizzata con una precisa divisione gerarchica dei ruoli e dotata di basi operative e centri per lo stoccaggio ed occultamento degli stupefacenti.

C. R. è accusato di essere il promotore e organizzatore del sodalizio occupandosi dell’approvvigionamento dello stupefacente, della direzione e del coordinamento di tutte le attività dell’associazione.

Z. G. è accusato di essere il luogotenente di C. R., con il compito di procacciare lo stupefacente, in particolare hashish, per l’associazione e affiancando il promotore nelle attività di gestione e di coordinamento dei sodali.

Sono stati individuati poi giovani accusati di essere pusher inseriti nell’associazione e dediti allo spaccio al dettaglio nelle piazze mesagnesi.

Dalle indagini emerge che, per le attività di narcotraffico, l’associazione sarebbe dotata di due basi operative, individuate presso alcune attività ricreative e commerciali del territorio mesagnese, tra cui un noto bar già oggetto di agguati negli anni che hanno caratterizzato l’ascesa della Sacra Corona Unita a Mesagne. Presso tali strutture veniva posta in essere l’attività di spaccio al dettaglio del narcotico, impartite le direttive del capo-promotore, pianificati e conclusi ingenti cessioni di narcotico, in gergo definiti “passaggi di mano”.

L’associazione sarebbe provvista, inoltre, di più centri per lo stoccaggio e l'occultamento dello stupefacente, affidate a soggetti incensurati o ormai da anni lontani da vicende giudiziarie, tra cui un insospettabile professionista mesagnese, al fine di ridurre al minimo il rischio di eventuali perquisizioni e conseguenti sequestri da parte delle Forze di Polizia.

La consorteria, infine, è accusata di aver avuto la disponibilità di più armi da fuoco tra cui due pistole ed un fucile a pompa, occultati e prontamente disponibili, nonché di armi da sparo nella disponibilità dei sodali.

Le indagini avrebbero disvelato l’allarmante capacità del sodalizio di cooptare soggetti insospettabili ed incensurati del tessuto sociale mesagnese apparentemente estraneo alla criminalità tra cui, commercianti, camionisti e professionisti in contatto con la pubblica amministrazione.

Altro dato di rilievo è la capacità del sodalizio di allargare i propri interessi fuori dal territorio mesagnese, monopolizzando la fornitura di alcune piazze di spaccio dei Comuni di San Pietro Vernotico, Brindisi e come detto prima, del Veneto.

Nel corso delle indagini sarebbero stati riscontrati episodi di violazione della normativa antimafia, ex art. 75 comma 2 del D. Lgs 159/2011, commessi dal Sorvegliato Speciale di Pubblica Sicurezza D. G., capo di una frangia del sodalizio di stampo mafioso “Sacra Corona Unita” operante sul territorio della provincia di Brindisi, attualmente detenuto. D. G. avrebbe in più occasioni disatteso l’obbligo di associarsi a pregiudicati e di frequentare abitualmente circoli, recandosi in più occasioni presso una delle basi operative della consorteria e dimostrando, pertanto, una rinnovata e rinforzata attualità criminale che non ha subito alcuna flessione a seguito dalla lunga permanenza in carcere e dalla limitazione della libertà personale imposta con la misura di prevenzione a carico. D., impiegato presso una carrozzeria di Mesagne (BR), avrebbe utilizzato il luogo di lavoro come base operativa per mantenere contatti con più pregiudicati del territorio condannati per gravi reati quali associazione per delinquere di stampo mafioso, stupefacenti ed altro.

RISULTATI CONSEGUITI NELL’AMBITO DELLA PROSPETTAZIONE ACCUSATORIA

  • Indagate 30 persone di cui 11 costituenti l’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico;
  • Identificati gli autori dell’attentato incendiario compiuto il 16.08.2019 a Mesagne nei confronti dell’autovettura di un Maresciallo dei Carabinieri all’epoca in servizio presso la Stazione Carabinieri di Latiano;
  • Nel corso delle indagini sono state inoltre tratte in arresto in flagranza di reato nr. 7 persone per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti;
  • È stato accertato il traffico di hashish, marijuana e cocaina, riscontrato da sequestri, per un totale di 50 kg di sostanze stupefacenti;
  • Documentata l’esistenza di più piazze di spaccio rifornite dal sodalizio.

Considerata la pericolosità del sodalizio per l’ordine pubblico potendo avere lo stesso la disponibilità di più armi da sparo, la Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce ha lavorato intensamente per chiudere il cerchio intorno ai soggetti.

Il G.I.P.  ha condiviso pienamente la ricostruzione investigativa e l’impianto accusatorio emettendo, per i reati contestati, le misure cautelari contenitive necessarie per interrompere le condotte ritenute reato.

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E’ nata a dicembre l’Associazione di Promozione Sociale BON - Brindisi Ostello Nautico. E’ nata (dopo più di tre anni di lavoro) ed è il soggetto giuridico con cui si vuole portare avanti il programma di valorizzazione dell’Isola di Sant’Andrea, richiesto dal Ministero delle Infrastrutture, con il progetto del villaggio eco-cin-etico BON, un vero paradiso ambientale e paesaggistico. Il gruppo non ha mai smesso di lavorare lungo il tortuoso percorso che ha dovuto affrontare. In questi anni il consenso territoriale e nazionale è stato molto ampio. La parte pubblica locale ha concesso la manifestazione di interesse del Sindaco Rossi ma, ora che non c’è tempo da perdere, ci aspettiamo una vera cooperazione utile a trovare fondi adatti per la progettazione tecnica e lo studio di fattibilità. Tutto è stato lasciato al gruppo dei volontari che comunque, fra mille ritardi dovuti al covid e tante altre variabili locali, sta portando avanti il lavoro di analisi e progettazione che presto sarà disponibile. Il BON è un progetto di sviluppo locale integrato da anni viene proposto e porta valore alla città, vedasi la menzione al FORUM PA sotto challenge (settembre 2020).

I fondi ci sono di tutti i tipi, la Regione Puglia chiede che vi siano progetti, è a caccia di progetti. La Provincia dovrà aiutare i comuni che non ce la fanno a progettare… Noi siamo un progetto serissimo e tenace dal basso. Il nostro appello di 11 soci fondatori brindisini-e-non, e di tanti altri aficionados, è: noi ci siamo e lavoriamo ogni giorno, ci aspettiamo che la parte pubblica voglia avvantaggiare velocemente questi processi. Non neghiamo che in questi anni ci sentiamo come nemo profeta in patria. Sul versante nazionale il progetto Bon è molto apprezzato, anche da grossi gruppi industriali, da decine di associazioni nazionali e da quelle locali particolarmente dell’area portuale come anche l’Autorità di Sistema Portuale che da tempo ha garantito la sua adesione. Anche la Prefetto Bellantoni lo ha giudicato encomiabile. Sono stati accanto a noi da sempre associazioni nazionali come gli Stati Generali delle Donne, Legambiente e Kyoto Club. Il Bon è un progetto registrato al MISE, è il futuro più immediato per Brindisi, mira a un segmento peculiare di turismo, quello scientifico.

E’ un laboratorio a cielo aperto di tutta l’innovazione sull’energia cinetica e le altre rinnovabili, immersi in ambiente con manufatti di alto pregio della Prima Guerra Mondiale di cui vogliamo occuparci. E’ un grande, verdissimo parco di divertimenti cinetico per adulti e bambini, è un ostello nautico con tutti i servizi annessi e quelli culturali realizzati in economia circolare. E’ un centro di formazione laboratoriale permanente su 12 obiettivi dei 17 dell’Agenda Onu 2030. E’ fuori dalla logica stagionale, attrae su Brindisi il circuito internazionale scientifico dei ricercatori e offre i pacchetti per studenti e universitari di ogni livello. Ci siamo anche preoccupati di raccogliere le storie della gente vissuta sull’Isola di Sant’Andrea, che ci ha risposto con entusiasmo, e presto presenteremo la pubblicazione. Il Bon è tante altre cose, ma andiamo per lotti. Noi ci siamo e ci candidiamo per il Contratto Istituzionale di Sviluppo.

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Nota del capogruppo della Lega alla Regione Puglia, Davide Bellomo.
“Gestione e tutela del patrimonio asinino regionale e tutela degli ulivi monumentali. Queste sono soltanto due delle fin troppo prodighe valutazioni della Regione Puglia in tema di posizioni organizzative. Sarà anche giusto prevedere che i funzionari che svolgono compiti particolarmente delicati ricevano un incentivo economico, ma determinate classificazioni non dovrebbero mai prestare il fianco a naturali critiche e in qualche caso avere forse anche il cattivo odore dell’ingiustificato privilegio. Facendo nascere molti dubbi e qualche amaro sorriso.
La prodigalità è sempre un pessimo esercizio, ma ancor di più lo diventa quando attinge tanto (troppo) a fondi pubblici, ovvero ai soldi di tutti i cittadini. In una regione che ha tra i più alti tassi di disoccupazione giovanile in Italia, diventa difficile far accettare una dilatazione di generosità a vantaggio di persone che certamente non ne avrebbero urgente bisogno. Mi auguro, dunque, che si proceda in Consiglio a una necessaria e rigorosa revisione di determinati criteri. Nonostante il nome possa trarre in inganno, Apuleio, il famoso autore dell’’Asino d’oro’ non era nato in Puglia ...".

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Gli invasi artificiali pugliesi perdono 4,65 milioni di metri cubi d’acqua rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso in Puglia, dove incombe il rischio siccità l’evento climatico più ricorrente e persistente, con danni stimati di oltre 70 milioni di euro all’anno per l’impatto devastante sulle produzioni agricole e sulla fertilità dei terreni. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dell’Osservatorio ANBI sulla risorsa idrica, analizzando la disponibilità di acqua delle dighe Occhito, Capaccio, Osento e Capacciotti.

Sono gli effetti – sottolinea la Coldiretti Puglia – dell’assenza di precipitazioni invernali significative, una situazione che mette a rischio le coltivazioni che avranno bisogno di acqua per crescere al risveglio vegetativo favorito da un inverno mite. Nelle campagne pugliesi infatti le mimose sono fiorite in grande anticipo sul tradizionale appuntamento della Festa della donna dell’8 marzo ma il caldo – sottolinea la Coldiretti regionale – ha provocato il ”risveglio” anticipato della natura con le coltivazioni più vulnerabili sottoposte ai danni provocati dalle repentine ondate di gelo notturno.

Con l’innalzamento dei livelli del mare l’acqua salata – aggiunge Coldiretti Puglia - sta già penetrando nell’entroterra bruciando le coltivazioni nei campi e spingendo all’abbandono l’attività agricola secondo l’allarme lanciato dal rapporto sul clima del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Ipcc) dell’Onu.

A causa della siccità e dell’aumento dei livelli del mare, la risalita del cuneo salino rende inutilizzabili le risorse idriche e gli stessi terreni con uno scenario che – sottolinea al Coldiretti regionale – è più che preoccupante per l’economia agricola dell’intera regione.

“I pozzi freatici non hanno più acqua, mentre dai pozzi artesiani c’è il rischio di emungimento di acqua salmastra, uno scenario che impone di sfruttare al meglio tutte le risorse messe a disposizione della programmazione degli interventi idrici e di riassetto del territorio nei prossimi anni, perché è andata persa finora l’opportunità di ridisegnare una lungimirante politica irrigua e di bonifica integrale in Puglia” afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

“La Regione Puglia dovrà assicurare ai cittadini sicurezza ambientale, contrasto al dissesto idrogeologico e acqua per l'agricoltura, tramite risorse economiche adeguate – incalza il direttore regionale, Pietro Piccioni - per poter iniziare un necessario, serio, preventivo, concreto, programma di realizzazione e manutenzione delle opere di bonifica idraulica, solo in questo modo infatti sarà possibile riprendere appieno l’attività istituzionale con l’esercizio e la manutenzione delle opere pubbliche che giustificherà l’imposizione della contribuenza consortile, attraverso l’applicazione del nuovo piano di classifica”.

In Puglia a causa delle reti colabrodo va perso 1 litro di acqua su 2, un lusso che non ci si può permettere – conclude Coldiretti Puglia - in una situazione in cui con l’emergenza Covid l’acqua è centrale per garantire l’approvvigionamento alimentare in uno scenario globale di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti e speculazioni che spingono la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione.

DIGHE PUGLIA

Capacità

(Mln m³)

Disponibilità  25/01/2022

(Mln m³)

Disponibilità

25/01/2021

(Mln m³)

Differenza

2022-2021

(Mln di m³)

Occhito

247,50

146,68

143,47

3,21

Capaccio

23

9,05

10,69

-1,64

Osento

17,50

8,37

12,78

-4,41

Capacciotti

48,20

22,61

24,42

-1,81

TOTALE

336,20

186,71

191,36

-4,65

Fonte dati Osservatorio ANBI sulla risorsa idrica

Anche la colazione è diventata ‘salata’ per l’aumento del prezzo del caffè, con le quotazioni dell’arabica aumentate dell’80% e il balzo del costo del cappuccino e del cornetto al bar di oltre il 20%, a causa dei prezzi delle materie prime alimentari che hanno raggiunto complessivamente a livello mondiale il massimo da dieci anni, trainati dai forti aumenti per oli vegetali, zucchero e cereali. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, sulla base dell’Indice Fao che nel 2021 evidenzia un incremento medio del 28,1% rispetto all’anno precedente.

L’andamento a livello internazionale – sottolinea la Coldiretti Puglia - si riflette a livello regionale dai campi alle industrie, dagli scaffali dei supermercati fino al banco dei bar per la tradizionale colazione. Il balzo dei prezzi del caffè non ha comunque minimamente indebolito il rito quotidiano da parte degli italiani - per cui è stata presentata la candidatura del “caffe espresso italiano” a patrimonio immateriale dell' Umanità dell'Unesco - che vede un consumo di 30 milioni di tazzine al giorno tra bar, ristoranti e locali pubblici.

Un’abitudine radicata dalla quale sono nate anche espressioni di solidarietà – aggiunge Coldiretti Puglia - come l’usanza del “caffè sospeso” quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo, che magari non se lo può permettere.

Anche il ‘cornetto’ al bar ha subito rincari del 20%, ma nonostante questo il grano tenero per il tradizionale dolce della colazione è stato sottopagato agli agricoltori e negli ultimi 4 anni si è passati da 543.000 ettari coltivati in Italia agli attuali poco meno di 500.000 ettari per una produzione di circa 2,87 milioni di tonnellate con l’aumento della dipendenza dall’estero che ha raggiunto addirittura il 64% del fabbisogno, sul quale ora pesa il calo delle produzioni in Russia e Ucraina per effetto del clima. Un chilo di grano tenero in Italia è venduto a circa 32 centesimi mentre un chilo di pane è acquistato dai cittadini ad un valore medio di 3,2 euro al chilo con un rincaro quindi di dieci volte, tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere un chilo di prodotto finito.

A livello internazionale lo zucchero – riferisce la Coldiretti regionale - è aumentato del 29,8% nel suo complesso portandosi al livello più alto osservato dal 2016, i grassi vegetali del 65,8% rispetto all’anno scorso mentre i prodotti lattiero-caseari sono cresciuti del 16,9% e quelli della carne del 12,7%. I prezzi internazionali dei cereali – continua la Coldiretti - hanno raggiunto il livello annuo più alto dal 2012, in aumento in media del 27,2 % rispetto al 2020 con rincari che vanno dal 44,1% del mais al +31,3% del grano.

L’emergenza Covid – rileva la Coldiretti – sta innescando un cortocircuito sul fronte delle materie prime anche nel settore agricolo nazionale che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria in alcuni settori ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities, dal grano al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività rispetto ai concorrenti stranieri.

Di fronte all’aumento esplosivo dei costi di energia e mangimi serve - conclude la Coldiretti Puglia – responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare le aziende agricole.

A seguito dell’ennesima vile aggressione subita da un medico adibito al Servizio di Pronto Soccorso del Presidio ospedaliero “Perrino” di Brindisi, l’Ordine “dice basta”.

Pur comprendendo l’amarezza e la sofferenza di chi ha subito un grave lutto familiare, non è accettabile che proprio l’operatore sanitario che si è prodigato nell’assistenza del paziente, debba essere oggetto delle rimostranze, della rabbia, della violenza verbale e fisica  che condanniamo senza mezzi termini.

L’Ordine invita le istituzioni, ognuna per le proprie competenze,  a segni tangibili,  che vadano oltre gli sterili attestati di solidarietà fini a se stessi, che consentano agli operatori sanitari di svolgere il loro difficile ed impegnativo ruolo in condizioni di sicurezza.

Al collega che ha subito violenza il Presidente Arturo Oliva esprime  ogni solidarietà e vicinanza da parte dell’intera categoria medica e incoraggia tutti ad essere forti e risoluti nella propria attività .

Il Presidente

dott. Arturo Antonio Oliva

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Mesagne. Rapina a Piazza Italia ieri sera poco prima della chiusura, quando un uomo ha minacciato con un coltello la cassiera e si è fatto consegnare l'incasso. Poi ha fatto perdere le tracce. Indaga la polizia. 

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È in corso in Mesagne (BR), Brindisi, Ostuni (BR) e San Pietro Vernotico (BR) l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare – a carico di numerose persone – da parte dei Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni (BR), emessa dal G.I.P. del Tribunale di Lecce nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione ed armi.

 

Operazione anticrimine di stanotte, il sostegno del sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli, a Forze dell’Ordine e Dia Lecce 


"Intendo esprimere il mio sostegno al Comando dei Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni per l'operazione anticrimine condotta nella notte sul territorio brindisino e che ha dato seguito alle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, che ringrazio.
Restiamo uniti, istituzioni e cittadini insieme, al fianco degli organi garanti di giustizia e legalità".

OPERAZIONE “FIRE”, ARESTA (M5S): “CONGRATULAZIONI A CARABINIERI E MAGISTRATURA. UNITI CONTRO CRIMINE ORGANIZZATO”

“Congratulazioni al Nucleo operativo e Radiomobile (NOR) dell’Arma dei Carabinieri di San Vito dei Normanni, alla magistratura di Lecce e alla Direzione Distrettuale Antimafia della città salentina  per l’operazione “Fire” con la quale si è sgominata una associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione e armi. Si tratta di un colpo importante inferto dalla giustizia alla ramificata presenza della Sacra Corona Unita nei comuni di Mesagne, Brindisi, Ostuni e San Pietro Vernotico. Sono per il momento 11 le ordinanze di custodia cautelare alcune delle quali notificate all’estero. Un ringraziamento particolare va  al Comandante della Compagnia dei Carabinieri di San Vito dei Normanni il capitano Antonio Corvino.

Pieno sostegno al lavoro d’indagine della magistratura e forze dell’ordine. Uniti tutti insieme per liberare le nostre città dalla malavita e dall’insicurezza. Lotta senza quartiere al crimine organizzato.”

Lo afferma, in una dichiarazione, Giovanni Luca Aresta, capogruppo del M5S in Commissione Difesa e deputato pugliese.

 

Esprimo vivo apprezzamento per l’operazione “Fire” che ha visto numerose custodie cautelari per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni e armi nella provincia di Brindisi.

Risultato che premia la grande professionalità e tenacia profusa dalla Compagnia Carabinieri di San Vito dei Normanni, dal Comando Provinciale dall’Arma dei Carabinieri e dalla Direzione Distrettuale Antimafia ai quali va la gratitudine di tutta la Federazione delle Associazioni Antiracket Antiusura.

Per i cittadini e gli operatori economici del nostro territorio questo risultato costituisce un ulteriore segnale di rassicurazione per continuare a denunciare eventuali estorsioni e atti delinquenziali, sapendo di trovare risposte concrete da parte delle autorità competenti.

Fabio Marini
Coordinatore Regionale Fai Antiracket Puglia
(Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura Italiane)

 

OPERAZIONE “FIRE” – VIZZINO: GRATITUDINE NEI CONFRONTI DI FORZE DELL’ORDINE E MAGISTRATURA

L’attività posta in essere nelle scorse ore dai Carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni e dalla Magistratura restituisce tranquillità alle istituzioni ed ai cittadini delle nostre comunità. La lotta senza sosta nei confronti di ogni tipo di attività illecita rappresenta, infatti, un baluardo di democrazia e, allo stesso tempo, consente a questo territorio di percorrere serenamente sentieri di crescita economica e sociale.

Per questo esprimo la mia gratitudine per il lavoro svolto e per il costante presidio delle nostre città.

Mauro Vizzino – Presidente Commissione Sanità della Regione Puglia 

NOTIZIE IMPORTANTI PER LA CITTA’, MA RESTI ALTA L’ATTENZIONE SULLA LEGALITA’

Nell’esprimere profonda gratitudine nei confronti dei Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni e della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce per l’operazione “Fire”, che ha sgominato una frangia della SCU brindisina avente a Mesagne il suo nucleo originario, non possiamo non esternare la nostra preoccupazione per il quadro che emerge da quanto hanno dichiarato gli stessi inquirenti nel corso della conferenza stampa in cui hanno esposto i dettagli dell’operazione. E’ fondamentale che resti alto il livello di guardia da parte delle Istituzioni locali sul tema della legalità e dei percorsi di prevenzione che necessariamente devono accompagnare l’azione repressiva posta in essere dalla Magistratura e dalle forze dell’ordine. Sarebbe utile che il Consiglio Comunale, l’Osservatorio permanente sulla legalità, alla cui iniziativa occorre dare vigore e concretezza, il Consorzio d’ambito per la gestione dei servizi sociali, il presidio locale di “Libera” congiuntamente analizzassero la situazione e pensassero percorsi tesi ad evitare che tra i più giovani attecchisca la malapianta della criminalità organizzata. La fortuita coincidenza dell’arrivo nella stessa giornata della notizia riguardante la presenza di Mesagne tra le dieci città finaliste per la selezione della capitale italiana della cultura 2024, ci inorgoglisce tutti e ripaga i cittadini e gli amministratori degli sforzi fatti negli ultimi trent’anni affinché la città si liberasse dalla soggezione alla criminalità organizzata. Allo stesso tempo, però, questo risultato deve rappresentare uno stimolo a proseguire con maggiore entusiasmo e determinazione nell’opera di diffusione della cultura della legalità, soprattutto tra chi non può ricordare cosa fosse Mesagne a cavallo tra gli anni 80’ e 90’ e come un’altra Mesagne sia stata possibile.

Partito Democratico di Mesagne

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L’ennesima aggressione ai danni dei sanitari del Pronto Soccorso dell’ospedale Perrino, avvenuta stamane, costituisce la conferma della assoluta necessità di garantire sicurezza a chi mette a repentaglio la propria vita per tentare di salvare quella degli altri.
Non è immaginabile continuare ad inviare al “fronte”, medici, infermieri ed ausiliari - a cui va la mia convinta solidarietà - senza assicurargli condizioni di salvaguardia della propria incolumità. Ed in questo l’apporto permanente delle forze dell’ordine non è più rinviabile.
Tra l’altro, l’aggressione odierna, come quelle accadute in precedenza, non può essere in alcun modo giustificata con il livello di congestione della struttura ospedaliera. Gli autori vanno puniti!
Mauro Vizzino – Presidente Commissione Sanità della Regione Puglia

Dati del giorno: 30 gennaio 2022

2.209
Nuovi casi
20.437
Test giornalieri
0
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 689
Provincia di Bat: 214
Provincia di Brindisi: 189
Provincia di Foggia: 300
Provincia di Lecce: 482
Provincia di Taranto: 300
Residenti fuori regione: 16
Provincia in definizione: 19
140.665
Persone attualmente positive
732
Persone ricoverate in area non critica
62
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

599.671
Casi totali
7.655.226
Test eseguiti
451.808
Persone guarite
7.198
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 205.723
Provincia di Bat: 61.844
Provincia di Brindisi: 56.332
Provincia di Foggia: 93.768
Provincia di Lecce: 92.676
Provincia di Taranto: 83.081
Residenti fuori regione: 4.371
Provincia in definizione: 1.876

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