Redazione

Ennesima tegola per il settore florovivaistico e delle piante ornamentali, con il gelsomino trifogliato che entra nella black list comunitaria delle ormai 36 piante ospiti di Xylella fastidiosa. A denunciarlo è la Coldiretti Puglia, che parla di “una ulteriore tegola per il settore florovivaistico pugliese e per tanti operatori di un segmento dell’agricoltura che produce 300 milioni di euro di valore, ma anche per gli uffici fitosanitari sul territorio un mix esplosivo che mette a rischio la tenuta sui mercati interni e sull’export florovivaistico pugliese che rappresenta un elemento di punta del Made in Italy”, asserisce Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Il settore florovivaistico è fra quelli più duramente colpiti anche dal Covid e dagli effetti economici generati dalla pandemia ma ha dimostrato una grande capacità di resilienza ed è anche fra quelli che si sta riprendendo più rapidamente – insiste Coldiretti Puglia - con una forte domanda anche dall’estero dove si registra un aumento record del 33% delle esportazioni di piante Made in Italy che impone la tutela di un comparto chiave del Made in Italy agroalimentare.

Gravi i danni d’immagine e sull’export di prodotti florovivaistici causati dalla Xylella fastidiosa, spesso usata come scusa per bloccare ingiustificatamente fiori e piante in vaso Made in Italy – insiste Coldiretti Puglia - con la Direzione Generale della Salute dell’Unione Europea che ha già messo in mora nel 2021 il governo britannico dopo l’annuncio che nuovi requisiti si applicheranno ai Paesi in cui è nota la presenza della Xylella, con le importazioni di piante dei generi Polygala e Coffea consentite solo da paesi in cui non è presente Xylella, l’obbligo di requisiti più rigorosi per l'importazione di olivo, mandorlo, lavanda, rosmarino ed oleandro da paesi in cui è nota la presenza di Xylella, oltre a rigide condizioni per le importazioni, comprese le ispezioni del luogo di produzione e dell'area circostante, i test, le ispezioni pre-esportazione e un periodo di quarantena di un anno prima dell'importazione.

"Un esempio significativo delle difficoltà che colpiscono il settore florovivaistico a causa dell’assenza di accordi con Paesi e aree strategici per il nostro export, ma anche delle lungaggini burocratiche che affliggono il lavoro degli uffici fitosanitari sul territorio", conclude il presidente Muraglia.

La Xylella è arrivata in Italia portata da piante tropicali giunte dall’America latina e fino a oggi ha infettato oltre 8mila chilometri quadrati con oltre 21 milioni di ulivi colpiti, molti dei quali monumentali, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia e 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva. Il batterio avanza al ritmo di 2 chilometri al mese e, dopo aver devastato gli ulivi del Salento, minaccia la maggior parte del territorio Ue dove sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo.

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Via libera al ritorno in Puglia di oltre 106mila turisti dalla Russia che prima della pandemia erano venuti in viaggio in una delle regioni più amate dai viaggiatori della ‘Grande Madre’. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, in riferimento al provvedimento varato dal Consiglio dei Ministri con il presidente Draghi che consente l’arrivo in Italia degli stranieri con certificati di guarigione o vaccinali da più di sei mesi compresi quelli ottenuti con Sputnik o con altri vaccini non autorizzati dall'Italia con l'esito negativo di un tampone effettuato 48 ore prima se antigenico o 72 se molecolare.

Per la Puglia – sottolinea la Coldiretti regionale – si tratta di una svolta importante dopo che lo scorso anno gli arrivi dalla Russia sono praticamente azzerati con un crollo di oltre il 90% con pesanti effetti sull’economia e sull’occupazione nelle aree in cui in passato erano presenti. Il ritorno dei vacanzieri dalla Russia in Puglia è infatti strategico per l’ospitalità turistica nelle mete più gettonate anche perché – continua la Coldiretti – i visitatori da questo paese hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa.

Una boccata di ossigeno per il turismo che in Puglia ha registrato un calo del 72% degli arrivi dei viaggiatori stranieri – aggiunge Coldiretti Puglia - rispetto a prima della pandemia, con il tasso d'internazionalizzazione al 28% del totale degli arrivi nel 2019 che ha raggiunto il 13% nei primi 7 mesi del 2021. Nel 2019, sulla base dei dati dell’Osservatorio di PugliaPromozione della Regione Puglia, le presenze dei turisti stranieri hanno superato i 3,4milioni, con il crollo nel 2020 dell’85% - denuncia Coldiretti Puglia – e solo un parziale recupero nel 2021.

Per consentire la ripartenza dei flussi turistici è importante – continua la Coldiretti regionale - anche la decisione di consentire l’ingresso con il solo green pass base in hotel, ristoranti e agriturismi a tutti gli stranieri presenti in Italia. Una boccata di ossigeno per il turismo che ha registrato un crack di oltre 500 milioni di euro nel 2021 rispetto a prima della pandemia, con la mancanza di viaggiatori stranieri che è stato uno degli elementi di maggiore criticità.

“E’ oggi più che mai necessario sostenere il settore turistico da primato per la qualità dell’offerta misure nazionali e regionali che aiutino l’importante segmento dell’accoglienza in Puglia. L’arrivo dei contributi previsti dal decreto del Ministero del Turismo del 24 agosto 2021, a favore delle imprese turistico-ricettive, fortemente sostenuti da Coldiretti e Terranostra, per effetto della nuova crisi non è sufficiente a garantire la sostenibilità economica ed occupazionale delle strutture”, afferma Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti.

I vacanzieri dall’estero in Puglia sono strategici per l’ospitalità turistica soprattutto nelle mete più gettonate anche perché – continua la Coldiretti regionale – i visitatori dall’estero hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Un problema che riguarda anche gli agriturismi dove gli stranieri – dice la Coldiretti regionale - rappresentavano oltre il 40% delle presenze totali prima della pandemia.

Il turismo in Puglia impatta per 6,5 miliardi sui consumi finali, pari al 12,3% sui consumi totali – insiste Coldiretti Puglia – una ricchezza straordinaria a cui contribuisce il turismo esperienziale negli agriturismi, come dimostrato dalla quota percentuale di soddisfazione nel rapporto con il territorio. Ai primi posti di gradimento c’è l’offerta di olio di qualità all’85%, di prodotti agroalimentari all’83, paesaggi e colori per il 75%, l’ospitalità al 72% e l’offerta vitivinicola al 70%,

“L’agriturismo ha aumentato la disponibilità di accoglienza turistica, offrendo una lettura positiva del territorio pugliese e, pertanto, lo sviluppo dell’agriturismo – insiste De Miccolis - significa maggiore capacità di attrazione da parte della Puglia a beneficio dell’intera economia regionale. L’ospitalità nelle strutture agrituristiche assume una rilevanza fondamentale per la salvaguardia del patrimonio rurale che, oggi, è il fiore all’occhiello del turismo regionale”.

La mancanza di vacanzieri si trasferisce a valanga sull’insieme dell’economia per il crollo delle spese per alimentazione, alloggio trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Il cibo infatti – aggiunge Coldiretti Puglia – è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Puglia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche, un tesoro che può contare su 13 bevande analcoliche, distillati e liquori, 24 carni fresche e loro preparazione, 1 condimento, 17 formaggi, 1 olio extravergine aromatizzato, 120 prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati, 79 paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria, 43 prodotti della gastronomia,  9 preparazioni di pesci, molluschi e crostacei e tecniche particolari di allevamento degli stessi, oltre a 4 prodotti lattiero caseari, la ricotta fresca, la ricotta forte, la ricotta marzotica leccese e la ricotta salata o marzotica.

Si stima peraltro che 1/3 della spesa turistica sia destinata proprio all’alimentazione per consumi in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi e acquisto di vino e specialità alimentari da riportare a casa, secondo le stime della Coldiretti. Gli arrivi dall’estero sono determinanti anche per gli agriturismi dove gli stranieri – conclude la Coldiretti Puglia – rappresentavano oltre il 40% delle presenze totali prima della pandemia.

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Dal 1° febbraio 2022 rilasciata la procedura per la presentazione telematica delle istanze. Possibile anche chiedere gli arretrati maturati dal 1° gennaio 2021.

 Via libera alle domande per il contributo economico in favore dei genitori disoccupati o monoreddito, facenti parte di nuclei familiari monoparentali, con figli a carico aventi una disabilità riconosciuta in misura non inferiore al 60%. Dal 1° febbraio 2022, sarà possibile inoltrare le domande telematicamente tramite il portale Istituzionale dell'INPS.

Contributo per i figli disabili:

Il contributo spetta al genitore (padre o madre) disoccupato (cioè privo di redditi o con redditi da lavoro dipendente non superiori a 8.145,00 € che scendono a 4.800,00 € se autonomo), o monoreddito (cioè che ricava tutto il proprio reddito esclusivamente dall'attività lavorativa, sia pure prestata a favore di una pluralità di datori di lavoro ovvero sia percettore di un trattamento pensionistico previdenziale), che faccia parte di un nucleo familiare monoparentale (cioè un nucleo familiare composto da sé stesso con uno o più figli disabili anche maggiorenni).

È necessario, inoltre, che il genitore al momento della domanda:

  • Sia residente in Italia;
  • Abbia un ISEEvalido non superiore a 3 mila euro;
  • Abbia uno o più figli a carico aventi una disabilità riconosciuta in misura non inferiore al 60 per cento. In particolare si considera a carico del genitore il figlio con età sino a 24 anni con reddito non superiore a 000 euro(2.840,51 euro se maggiore di 24 anni).

Per info: 0831 771320, o direttamente in sede.

Il Coordinatore Camera del Lavoro                                             La Funzionaria INCA

         (Cosimo ZIZZA)                                                             (Mariagrazia VASTA)                                                                                    

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Visita a sorpresa del parlamentare Nicola Morra, Presidente della Commissione parlamentare antimafia, presso il Comune di Mesagne. Il Presidente Morra si è intrattenuto con il sindaco Matarrelli con il quale ha fatto anche il punto sull'operazione Fire dei carabinieri e sulle misure anticrimine messe in atto. 

"Stamattina, presso la Sede municipale di Palazzo dei Celestini, ho ricevuto la gradita visita a sorpresa del presidente della Commissione Antimafia, senatore Nicola Morra. Durante la conversazione, il sen. Morra si è reso disponibile per la promozione di iniziative che potranno coinvolgere il territorio, in particolare la popolazione più giovane e le scuole, sui temi della legalità e della giustizia", ha spiegato il sindaco Matarrelli. 

 
Ci siamo lasciati con questo bell’impegno, che sarà utile e gratificante realizzare.

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L’attività di prevenzione e repressione dei reati da parte degli uomini dell’UPGSP- Sezione Volanti della Questura di Brindisi continua senza sosta e il rafforzamento del dispositivo di controllo del territorio voluto dal Questore sta dando i suoi frutti.

Nella serata di ieri, nella centralissima Piazza Cairoli, in pieno centro storico di Brindisi, le pattuglie della Sezione Volanti sono intervenute mentre si stava consumando un furto ad opera di P.M. (classe 1970) tarantino già noto alle forze dell’ordine per i suoi numerosi precedenti penali soprattutto per reati contro il patrimonio. Quest’ultimo, una volta entrato nel negozio, ha approfittato del frangente in cui la giovane commessa stava servendo un altro cliente per introdursi in uno stanzino che funge da spogliatoio del personale dipendente.  La ragazza, una volta congedato il cliente si è avviata verso lo stanzino e, aprendo la porta ha notato la presenza di P.M. che stava rovistando nella borsa e negli effetti personali che lei stessa aveva lasciato notando che il malfattore si era impossessato di una banconota. Le urla della ragazza avevano fatto accorrere un altro cliente del negozio appena entrato nel locale e, mentre la giovane chiamava il numero di emergenza, lo stesso cliente tentava di aprire la porta dello stanzino in cui P.M. si era barricato. L’aiuto del cliente del negozio e l’immediato intervento degli uomini della Volante avevano permesso di sfondare la porta e di trarre in arresto P.M. per il reato di Furto Aggravato.

Una volta accompagnato in Questura, dopo la formalizzazione degli atti di rito e il foto segnalamento presso la Polizia Scientifica, su disposizione del P.M. di turno,  l’arrestato è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Lecce per restare a disposizione dell’AG.

I dissapori in atto tra i vertici della Fondazione Apulia Film Commission, al centro delle audizioni che si sono svolte in seduta congiunta delle Commissioni II e VI, presiedute da Antonio Tutolo e Donato Metallo.
L’obiettivo della convocazione voluta dal Gruppo di FdI e dal presidente Tutolo, è capire le motivazioni del contendere riguardante una procedura amministrativa non appropriata adottata dalla direzione. Considerata la delicatezza della vicenda e la volontà della Commissione di comprendere ciò che ne è derivato, è stata ritenuta di fondamentale importanza l’acquisizione della documentazione in termini di atti amministrativi prodotti dalla Fondazione.

La presidente della Fondazione Apulia Film Commission Simonetta Dellomonaco, ha accolto con piacere la piena condivisione del riconoscimento attribuito alla Fondazione nel corso degli interventi dei consiglieri, evidenziando le diverse attestazioni ricevute sul panorama nazionale e internazionale. Non ha inteso utilizzare nessuno spazio in maniera impropria, visto che c’è un procedimento penale in corso, a seguito di una sua denuncia dopo l’aggressione subita. Ha ricostruito la vicenda che ha avuto inizio il 25 novembre scorso, giorno in cui si è svolto un Consiglio d’amministrazione che aveva all’ordine del giorno la decisione su un bando pubblico, utile a regolamentare meglio l’attività dei numerosi festival regionali, mutuando i principi dettati dal Ministero, che compartecipa a titolo finanziario per alcuni di questi eventi. La bozza del bando è stata approvata in quella stessa seduta del CdA, che convocata come monotematica, ha visto all’ultimo minuto l’inserimento da parte del direttore di alcune richieste di finanziamento per alcune attività. Visto che non era all’ordine del giorno, la presidente ha ritenuto opportuno non procedere all’approvazione di tali richieste, le quali non erano state ritenute urgenti neanche dal CdA. “Ho agito nel mio ruolo istituzionale, ma ogni qualvolta veniva contestato il suo atteggiamento di esubero, il direttore era solito alzare la voce. Sono rimasta sgomenta rispetto alle minacce pronunciate dal direttore relativamente alla volontà espressa di essere cacciata dalla presidenza”. Questa la confessione fatta oggi dalla presidente Dellomonaco ai Commissari.  
Nelle conclusioni del suo intervento, la presidente di AFC ha spiegato la mission della Fondazione, da un punto di vista di immagine ed economico, quale è lo sviluppo ed il rilancio dell’attività con l’obiettivo di implementare la filiera cinematografica industriale che in parte è già avvenuta. Ha aggiunto che un piccolo distretto del digitale sta nascendo e che sarebbe opportuno destagionalizzare le produzioni cinematografiche, razionalizzare tutti gli eventi e i festival ed infine considerare la formazione come componente fondamentale, intesa come creazione e riconversione del comparto delle maestranze.    


Dall’intervento del direttore generale di AFC, Antonio Parente, è giunto l’impegno a depositare alcuni atti a beneficio dei consiglieri, compresi i verbali della seduta del CdA del 25 novembre scorso, ma anche delle sedute precedenti, da cui si evince che nessuna forzatura è stata commessa da parte sua, né in quella sede né in altre. Ha precisato che molte informazioni a suo riguardo sono state apprese in maniera informale e che ha avuto persino difficoltà a reperire documenti relativi al procedimento disciplinare utili alla sua difesa, per i quali ha dovuto inoltrare richiesta di accesso agli atti. Ha chiarito che da parte sua non è stato esercitato nessuna violenza, né di genere, né di nessun altro tipo, ma che si è trattato solo di un confronto chiaro sul management di AFC che dirige da sei anni. Ha evidenziato poi che nella composizione dell’organico della Fondazione vi è un equilibrio di genere evidente. È pronto a salvaguardare la sua onorabilità in ogni sede, chiarendo in particolar modo che appartiene alle prerogative di tutti i componenti del CdA  portare all’attenzione determinate proposte di attività da finanziare. Da parte sua piena disponibilità a continuare a lavorare per la Fondazione, per il bene dell’intera regione.

 
Sono stati ascoltati anche gli ex componenti del CdA Giovanni Dello Iacovo, Marta Proietti e Luca Bandirali, i quali hanno precisato di avere agito prontamente rispetto alla richiesta della Segreteria generale della Giunta regionale, di valutare l’opportunità di procedere all’atto disciplinare nei confronti del direttore. 
Hanno rilevato che contrariamente alla particolarità statutaria della Fondazione, che prevede il potere disciplinare in capo al direttore, è stata avocata ai consiglieri del CdA la decisione. Da qui, l’imparzialità a prendere una decisione al riparo dai ricorsi a cui il CdA era molto esposto. Inoltre, secondo il loro punto di vista, il fatto è stato situato in modo errato in una cornice di conflitto di genere, trattandosi invece di una discussione fra due organi dell’amministrazione.
Hanno trattenuto il convincimento che si sono fatti sulla vicenda, facendo emergere che le loro dimissioni sono da addurre a motivazioni personali. 

I nuovi componenti del CdA della Fondazione, invece, non hanno ritenuto opportuno partecipare ai lavori odierni. In considerazione della necessità di ascoltarli nel merito, saranno quindi riconvocati dalla presidenza delle Commissioni per mercoledì prossimo. 

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E’ stata rinchiusa in un pozzo nella contrada rurale Spiavento a San Severo, provincia di Foggia, e lì è stata lasciata senza acqua né cibo, probabilmente a morire. Ad accorgersi della cagnetta sono stati i Carabinieri dello Squadrone eliportato “Cacciatori di Puglia” comandato dal capitano Antonio Trocino che, in una delle perlustrazioni che fanno quotidianamente sul territorio, hanno sentito un abbaio provenire proprio dal pozzo. Dopo aver sollevato il portellone metallico, chiuso in modo che la cagnetta non potesse liberarsi, e visto che in effetti dentro al pozzo c’era il cane ancora vivo, i Carabinieri hanno chiamato la Polizia municipale che a sua volta ha richiesto l’intervento dell’Ente Nazionale Protezione Animali. Sul posto sono arrivati gli operatori della Sezione Enpa di San Severo. L'operatore Giuseppe Ravanelli si è calato nel pozzo attraverso una scala ed è riuscito a raggiungere la cagnetta che, nonostante fosse molto spaventata, si è lasciata prendere in braccio. A quel punto è intervenuta anche l'operatrice Martina Mucci e Mira - così l‘hanno ribattezzata i volontari (da miracolata) - è stata tratta in salvo. 

“Era lì da almeno due-tre giorni senza potersi muovere – racconta Martina, operatrice dell’Enpa di San Severo – con una dermatite molto estesa, denutrita, raffreddata e molto spaventata. L’abbiamo quindi portata al Rifugio Enpa Il Giardino dei Ciliegi e abbiamo chiamato la Asl”. La veterinaria della Asl Marisa Carafa ha quindi visitato Mira confermando che si tratta di una giovane femmina di circa un anno e mezzo che avuto una cucciolata di recente. Le ha quindi dato una cura antibiotica da seguire per il forte stato di raffreddamento e una terapia per la dermatite. “E’ stato un vero miracolo! Se i Carabinieri non fossero passati in perlustrazione lì o se lo avessero fatto anche solo qualche giorno dopo, il finale sarebbe stato sicuramente tragico. Ora speriamo che Mira si rimetta presto in forma, noi le daremo tutte le cure e l’affetto necessario per farla riprendere al più presto e, una volta pronta, cercheremo per lei una famiglia che possa darle finalmente la vita e l’amore che merita.”

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Si è tenuta, in modalità videoconferenza, una riunione, convocata dalla Prefettura, a cui sono stati invitati gli Enti competenti per materia (Provincia, ARPA Puglia e Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco) e tutti i sindaci dei Comuni della provincia di Brindisi, per discutere delle novità introdotte dal DPCM del 27 agosto scorso che ha definito le linee guida per la predisposizione del piano di emergenza esterna e per la relativa informazione della popolazione relativamente agli impianti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti, compresi i centri comunali di raccolta, ove rientranti nei parametri indicati dalla norma, presenti sul territorio.

In particolare, il citato DPCM impone l’obbligo per tutti i titolari e gestori di tali impianti di trasmettere al Prefetto competente per territorio, ai sensi dell’art. 26-bis del D.L. n. 113/2018, convertito con modificazioni dalla legge n. 132/2018, entro 60 giorni dalla sua entrata in vigore, tutte le informazioni utili per l’elaborazione del piano di emergenza esterna.
I gestori degli impianti potranno concordare direttamente con il Servizio Protezione Civile della Prefettura le modalità di invio delle informazioni prescritte dalla norma, tenuto conto che è stato implementato un apposito portale, che consentirà di gestire i dati in formato digitale.
Entro 12 mesi dal ricevimento delle informazioni da parte dei gestori, il Prefetto è tenuto a predisporre, d’intesa con Regione ed Enti locali interessati, il Piano di Emergenza Esterna. Tale piano, si rammenta, riveste una importanza fondamentale in quanto definisce le misure per gestire un'eventuale emergenza esterna ai citati siti industriali e contenere al massimo le conseguenze di un potenziale evento calamitoso sulla popolazione, nonché coordinare le attività di soccorso.
Le linee guida comunicate dal Governo hanno ritenuto l’incendio quale scenario di riferimento per la valutazione del rischio dei singoli impianti, anche a seguito della complessità e variabilità delle caratteristiche dei rifiuti trattati o stoccati, che comportano una differente pericolosità degli effluenti.
Nel corso della riunione, il Prefetto di Brindisi ha concordato con i rappresentanti degli Enti locali interessati le modalità organizzative finalizzate a consentire la stesura, nei termini stabiliti dalla norma, della bozza di pianificazione relativa alle comunicazioni dei Gestori che avranno adempiuto ai propri obblighi.
Nello specifico, si è stabilito di nominare un Gruppo di Lavoro, composto stabilmente dal Dirigente dell’Area V – “Protezione Civile” della Prefettura, in veste anche di coordinatore dei lavori, nonché dai rappresentanti del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e dell’ARPA. A seconda della localizzazione degli impianti e degli argomenti che saranno di volta in volta trattati, le riunioni del Gruppo di Lavoro saranno estese anche alla partecipazione dei referenti dei Comuni interessati, della Provincia di Brindisi e dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine.
 

Si è tenuta, in modalità videoconferenza, una riunione, convocata dalla Prefettura, a cui sono stati invitati gli Enti competenti per materia (Provincia, ARPA Puglia e Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco) e tutti i sindaci dei Comuni della provincia di Brindisi, per discutere delle novità introdotte dal DPCM del 27 agosto scorso che ha definito le linee guida per la predisposizione del piano di emergenza esterna e per la relativa informazione della popolazione relativamente agli impianti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti, compresi i centri comunali di raccolta, ove rientranti nei parametri indicati dalla norma, presenti sul territorio.

In particolare, il citato DPCM impone l’obbligo per tutti i titolari e gestori di tali impianti di trasmettere al Prefetto competente per territorio, ai sensi dell’art. 26-bis del D.L. n. 113/2018, convertito con modificazioni dalla legge n. 132/2018, entro 60 giorni dalla sua entrata in vigore, tutte le informazioni utili per l’elaborazione del piano di emergenza esterna.
I gestori degli impianti potranno concordare direttamente con il Servizio Protezione Civile della Prefettura le modalità di invio delle informazioni prescritte dalla norma, tenuto conto che è stato implementato un apposito portale, che consentirà di gestire i dati in formato digitale.
Entro 12 mesi dal ricevimento delle informazioni da parte dei gestori, il Prefetto è tenuto a predisporre, d’intesa con Regione ed Enti locali interessati, il Piano di Emergenza Esterna. Tale piano, si rammenta, riveste una importanza fondamentale in quanto definisce le misure per gestire un'eventuale emergenza esterna ai citati siti industriali e contenere al massimo le conseguenze di un potenziale evento calamitoso sulla popolazione, nonché coordinare le attività di soccorso.
Le linee guida comunicate dal Governo hanno ritenuto l’incendio quale scenario di riferimento per la valutazione del rischio dei singoli impianti, anche a seguito della complessità e variabilità delle caratteristiche dei rifiuti trattati o stoccati, che comportano una differente pericolosità degli effluenti.
Nel corso della riunione, il Prefetto di Brindisi ha concordato con i rappresentanti degli Enti locali interessati le modalità organizzative finalizzate a consentire la stesura, nei termini stabiliti dalla norma, della bozza di pianificazione relativa alle comunicazioni dei Gestori che avranno adempiuto ai propri obblighi.
Nello specifico, si è stabilito di nominare un Gruppo di Lavoro, composto stabilmente dal Dirigente dell’Area V – “Protezione Civile” della Prefettura, in veste anche di coordinatore dei lavori, nonché dai rappresentanti del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e dell’ARPA. A seconda della localizzazione degli impianti e degli argomenti che saranno di volta in volta trattati, le riunioni del Gruppo di Lavoro saranno estese anche alla partecipazione dei referenti dei Comuni interessati, della Provincia di Brindisi e dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine.
 

Dati del giorno: 02 febbraio 2022

7.141
Nuovi casi
54.777
Test giornalieri
37
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 2.155
Provincia di Bat: 651
Provincia di Brindisi: 628
Provincia di Foggia: 1.067
Provincia di Lecce: 1.726
Provincia di Taranto: 803
Residenti fuori regione: 71
Provincia in definizione: 40
123.458
Persone attualmente positive
679
Persone ricoverate in area non critica
61
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

618.045
Casi totali
7.813.686
Test eseguiti
487.317
Persone guarite
7.270