Redazione
GIORNATA MARE: COLDIRETTI PUGLIA, SOS PESCE TRICOLORE, PERSI IN PUGLIA 1/3 DELLE IMPRESE
E’ sos pesce pugliese con la flotta tricolore che negli ultimi 35 anni ha perso quasi il 40% delle imbarcazioni con un impatto devastante su economia e occupazione di un settore cardine del Made in Italy, ora ulteriormente aggravato dall’emergenza Covid. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti Impresapesca diffusa in occasione della Giornata del Mare che si celebra l’11 aprile per valorizzare l'oro blu come risorsa culturale, scientifica, ricreativa ed economica.
“La situazione delle marinerie in Puglia è molto grave per il crollo della domanda sui mercati italiani ed esteri a causa del Covid con l’azzeramento degli ordini, per la chiusura 7 giorni su 7 dei ristoranti. L’effetto della pandemia è stato il crollo delle vendite del pesce fresco, a favore del prodotto surgelato, mentre 8 pesci su 10 consumati sono stranieri spesso senza che i consumatori lo sappiano. Una crisi quella del settore ittico, che si trascina da 30 anni in un mercato, quello del consumo del pesce, che aumenta, ma sempre più in mano alle importazioni”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Gli effetti combinati dei cambiamenti climatici, delle importazioni selvagge di prodotto straniero e di una burocrazia sempre più asfissiante impattano sulla sopravvivenza delle 1.500 imbarcazioni pugliesi – ricorda Coldiretti Puglia - ma anche sulla salute dei cittadini poiché con la riduzione delle attività di pesca viene meno anche la possibilità di portare in tavola pesce Made in Italy, favorendo le importazioni dall’estero di prodotti ittici che non hanno le stesse garanzie di sicurezza di quelle tricolori.
A peggiorare ulteriormente la situazione ha contribuito – spiega Coldiretti - la pandemia con il crollo di oltre il 30% degli acquisti di pesce da parte della ristorazione dall’inizio dell’emergenza sanitaria, peraltro reso più pesante dalle chiusure di aprile. Il risultato è un crack da 500 milioni di euro tra produzione invenduta, crollo dei prezzi e chiusura dei ristoranti. Senza dimenticare l’aggravio di costi per garantire il rispetto delle misure di distanziamento e sicurezza a bordo delle imbarcazioni, con i pescatori che hanno continuato a uscire in mare per assicurare le forniture di pesce fresco ai consumatori.
Un calo che non è stato compensato dall’aumento degli acquisti domestici del 6,7%, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea relativi all’anno 2020. Ad essere premiati sono stati soprattutto i consumi di prodotto surgelato, cresciuti del 17,6% rispetto al +2,3% del pesce fresco, inferiore anche rispetto alle conserve (tonno ecc.) in salita del 5,8% e a quelli essiccati o affumicati, che guadagnano un +11,1%. Peraltro proprio il prodotto surgelato è quello che dà minori garanzie rispetto all’origine, considerato che in 9 casi su 10 arriva dall’estero.
“In Puglia paradossalmente i consumi di pesce sono già tra i più bassi d’Italia – insiste il presidente Muraglia - nonostante sia una regione con una tradizione marinara molto forte. Solo il 56,6% dei pugliesi consuma pesce almeno una volta alla settimana, al 14esimo posto della classifica nazionalei. La diminuzione del consumo di pesce azzurro impatta direttamente anche sulla salute, visto che questi prodotti hanno importanti caratteristiche nutrizionali, essendo i più ricchi in assoluto per contenuto di Omega3, che proteggono il cuore, sostengono il metabolismo e combattono l’invecchiamento”.
Alla difficoltà economiche aggravate dalla pandemia – continua Coldiretti – si aggiungono quelle legate alla drastica riduzione dell’attività di pesca imposte dalla dalle normative europee e nazionali. Le giornate di effettiva operatività a mare sono scese per alcuni segmenti di flotta a poco meno di 140 di media all’anno, rendendo non più sostenibile l’attività di pesca per una buona fetta della flotta nazionale considerata anche l’assenza di ammortizzatori e di valide politiche di mercato capaci di compensare le interruzioni.
E intanto la flotta peschereccia pugliese, denuncia Coldiretti regionale, ha perso oltre 1/3 delle imprese e 18.000 posti di lavoro, con un contestuale aumento delle importazioni dal 27% al 33%.Di assoluto rilievo i numeri del settore in Puglia, conclude Coldiretti, il cui valore economico è pari all’1% del PIL pugliese e arriva fino al 3,5% se si considera l’intero indotto, conta 5000 addetti, 10 impianti di acquacoltura e mitilicoltura. Le aree vocate sono prioritariamente Manfredonia, Molfetta, sud Barese, Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi.
Ma a pesare è anche l’impatto dei cambiamenti climatici – rileva Coldiretti regionale - che ha profondamente mutato la disponibilità di pescato. Sono apparse nuove specie non comuni nel Mediterraneo e stanno diventando rare specie fino a ieri comuni nei nostri mari. Pesci, come ad esempio le alacce o la lampuga, sino a qualche anno fa scarsamente presenti a certe latitudini, sono oggi diffusamente presenti nelle acque del centro-nord Adriatico e del Tirreno, mentre sono andate in sofferenza specie tradizionali come le sardine o le alici, messe in crisi dall’innalzamento delle temperature.
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ACCETTATE 791 DOMANDE PER L’ASSEGNAZIONE DEL BONUS ALIMENTARE A FAVORE DI PERSONE E FAMIGLIE IN CONDIZIONI DI DISAGIO
FASANO - L'Amministrazione comunale nella persona dell’assessore alle Politiche Sociali Angela Carrieri informa che da oggi lo sportello on line per la presentazione delle domande per l’assegnazione dei buoni spesa è chiuso per esaurimento delle risorse messe a disposizione.
Tutti coloro che hanno inoltrato domanda, ma che non hanno ricevuto il PIN, non saranno ammessi alla misura di sostegno economico dei buoni spesa.
«A fronte di 951 domande pervenute allo sportello on line - spiega l’assessore Carrieri - abbiamo accettato 791 istanze, 5 sono in attesa (di verifica in quanto incomplete) e dovrebbero essere accettate , 26 sono le domande ritirate o escluse, mentre 129 sono rimaste fuori».
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Torre Canne a misura della disabilità, approvato in giunta il progetto di valorizzazione e attrezzamento della spiaggia
Torre Canne a misura della disabilità, approvato in giunta il progetto di valorizzazione e attrezzamento della spiaggia.
PASSERELLE, PEDANA, PERCORSI TATTILI E POSTI AUTO PER I DISABILI GRAZIE AL FINANZIAMENTO REGIONALE DI QUASI 20MILA EURO
Una spiaggia a misura dei diversamente abili che consentirà a tutti di fruire del mare di Torre Canne in totale indipendenza e sicurezza per una Fasano sempre più inclusiva e orientata all’integrazione.
Nuove passerelle, una pedana, un percorso tattile, tre posti auto per i disabili: non solo una promessa, ma una realtà che sarà concretizzata prima della stagione estiva ormai alle porte.
È il «progetto di valorizzazione e attrezzamento della spiaggia urbana di Torre Canne per la libera balneazione delle persone diversamente abili» che è stato approvato ieri in giunta ed è stato finanziato dalla Regione Puglia per quasi 20mila euro con fondi riservati alla realizzazione di interventi volti ad assicurare la totale accessibilità e fruibilità delle spiagge riservate alla libera balneazione, previsti nel piano regionale delle coste, alle persone diversamente abili.
L’area oggetto di intervento è il tratto di spiaggia compreso tra la piazza in via Eroi del Mare e lo stabilimento balneare «La Zanzara», dove saranno installate delle passerelle (modulari e smontabili) e una pedana utile allo stazionamento dei diversamente abili. Il percorso sarà integrato da un percorso tattile in gomma al fine di consentire il raggiungimento della battigia anche alle persone affette da disabilità sensoriale. Il percorso si svilupperà dal marciapiede, che sarà adeguatamente attrezzato, fino al lido, con la possibilità di fruizione dei servizi igienici e di primo soccorso, nonché alle docce e allo spogliatoio accessibile per disabili.
Inoltre saranno realizzati tre posti auto riservati ai diversamente abili e sarà installato sul marciapiede, nei pressi dell’accesso alla passerella, una mappa tattile in alluminio in cui sarà riprodotta una planimetria in scala del percorso, con legenda in stampatello e braille».
«Siamo particolarmente orgogliosi per l'approvazione di questo progetto – commenta il sindaco Francesco Zaccaria –. Le persone con disabilità temporanea o permanente potranno così concretamente fruire della spiaggia e del mare in modo indipendente e sicuro».
L’intervento, che si aggiunge al recente finanziamento di 659mila euro ottenuto per la riqualificazione del molo e al progetto di sostituzione della pavimentazione in legno della piazzetta antistante il porto, contribuirà a dare un volto nuovo alla frazione di Torre Canne:
«In questo modo le nostre marine saranno sempre più a misura di tutti – prosegue Zaccaria – ma non finisce qui, continueremo a investire e a credere in progetti come questo, per attuare concretamente una delle linee guide fondamentali del nostro mandato: la realizzazione di una città sempre più inclusiva e orientata all’integrazione affinché nessuno a Fasano si senta diverso».
«Ringrazio l’Ufficio Demanio, nella persona dell’Ing. Leonardo D’Adamo, per la pronta redazione del progetto – dichiara l’assessore a Demanio, Giuseppe Galeota –. L’intervento valorizzerà e qualificherà ancor meglio la marina di Torre Canne, consentendo a chi vive una disabilità, di godere come tutti della bellezza e della unicità del nostro mare. Non solo autonomia, indipendenza, libertà di fruizione, ma anche e soprattutto accesso in totale sicurezza per assicurare a soggetti con disabilità e alle loro famiglie di poter godere in tranquillità e in spensieratezza della nostra spiaggia, senza rischi».
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Gionata nazionale per la donazione organi: l’importanza di un sì. “Donare è una scelta naturale” è lo slogan scelto per accompagnare la 24esima Giornata nazionale su donazione e trapianto di organi e tessuti, promossa dal Ministero della Salute l'11 aprile 2021 con il coinvolgimento della Rete nazionale trapianti e delle associazioni del settore.
Le ultime indagini condotte dal Centro regionale trapianti relegano la nostra regione in fondo alla classifica italiana, il cui bilancio complessivo, a sua volta, pone il Paese nelle ultime posizioni in Europa. Nonostante l'aumento dei donatori utilizzati registrato tra il 2019 e il 2020, la Puglia rimane in coda con appena 7,2 donatori utilizzati per milione di popolazione, un'inezia rispetto ad esempio ai 42,6 donatori per milione di popolazione della Toscana. Viceversa, ci distinguiamo ancora per opposizioni alla donazione, con ben 42 dinieghi rilevati nelle terapie intensive degli ospedali pugliesi nel 2020. Lo strumento più efficace per ribaltare questi dati è rappresentato dall'assenso alla donazione in vita che è possibile comunicare ai punti di raccolta dell'Asl, alle associazioni di volontariato come l'Aido o ai Comuni di residenza: un solo “Sì” può essere decisivo per salvare fino a 7 vite. Per questo figure specializzate della Asl di Brindisi, coadiuvate dalle associazioni di volontariato, svolgono da anni un’attività di sensibilizzazione per avvicinare i cittadini all'argomento.
“La prima fase del processo che porta alla donazione – spiega Massimo Calò, coordinatore delle attività di prelievo e trapianti dell'ospedale Perrino - è l'accertamento della morte encefalica, che parte dalla valutazione clinica di pazienti ricoverati in Terapia intensiva: noi rianimatori ci rendiamo conto dall'osservazione di una serie di parametri che siamo in presenza di una morte encefalica, cioè che il paziente non ha più le funzioni cerebrali. In questa situazione, per legge, siamo tenuti a convocare una commissione e, dopo le 6 ore di accertamento, siamo tenuti a staccare il ventilatore in quanto il paziente viene dichiarato deceduto. In queste 6 ore, incontriamo i familiari per il colloquio: con loro verifichiamo se il paziente aveva espresso in vita la volontà di donare gli organi, informazione che ci viene fornita dal Centro regionale trapianti. Se non c'è stata una volontà esplicita in vita, il consenso verrà dato dagli aventi diritto. Una volta ottenuto consenso, il lavoro si sposta sull'idoneità degli organi e sul ‘mantenimento del potenziale donatore’, che non è semplice: in un paziente in cui è assente la funzione cerebrale, mantenere una perfusione valida degli organi che devono ridare la vita richiede molto impegno. Da una parte, quindi, ci sono le tante indagini per certificare l'idoneità dell'organo e dall'altra, c'è tanto lavoro in Terapia intensiva per mantenere l'organismo del donatore nelle migliori condizioni possibili”.
L'iter che permette ai medici di ridare vita dalla morte non si esaurisce così: una volta prelevati dalle varie equipe mediche allertate dal Centro regionale trapianti, gli organi del donatore raggiungono le loro destinazioni geografiche per essere ricevuti dai donatori per i quali, com'è facile immaginare, uscire dalla sala operatoria con un organo nuovo e funzionante equivale in tutto e per tutto a una rinascita.
“Ogni anno in questa ricorrenza – ricorda Grazia Bellanova, coordinatore territoriale per la donazione e trapianto della Asl - abbiamo organizzato eventi nelle piazze e nelle scuole per incontrare i cittadini e aiutarli a esprimere il ‘Sì’ alla donazione e a sciogliere i dubbi sul tema donazione e trapianto. Purtroppo l'emergenza Covid, quest'anno come l'anno scorso, non ci permette questo tipo di iniziative ma vogliamo essere comunque presenti per riflettere sull'importanza del dono: la donazione è l'atto d'amore che permette il trapianto, una terapia unica che consente di salvare tante vite. Ancora oggi più di 8mila persone sono in lista d'attesa per ricevere un organo. Senza il nostro ‘Sì’ questi uomini, queste donne, questi giovani sono condannati a morte. È necessario esprimere in vita la volontà a donare gli organi post mortem: è un atto d'amore, non costa nulla e salva tante vite. In vita siamo sempre costretti a prendere decisioni: a volte scegliamo di seguire cuore e a volte seguiamo la ragione. La dichiarazione di volontà tiene insieme le due opzioni: rappresenta un grande atto generosità proveniente dal cuore tanto quanto la concreta ragionevolezza di voler salvare delle vite”.
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Vaccinazioni: tra oggi e domani circa 8mila somministrazioni in provincia di Brindisi
Vaccinazioni, tra oggi e domani circa 8mila somministrazioni in provincia di Brindisi. Nelle giornate di sabato e domenica, tra pazienti fragili, over 80 e caregiver, saranno circa 8mila le persone che verranno vaccinate contro il Covid in provincia di Brindisi. Questa mattina, nel quartiere Minnuta di Brindisi, attivato un nuovo centro con otto postazioni nell’istituto Marconi Flacco: entro la serata saranno vaccinati circa 400 pazienti che afferiscono all’Unità operativa di Oncologia dell’ospedale Perrino e provengono da tutta la Puglia.
“Le vaccinazioni per pazienti oncologici – spiega il direttore del Servizio di Igiene e Sanità pubblica della Asl, Stefano Termite - sono in programma anche nei centri di Fasano e Oria. Nella giornata di sabato si effettuano in contemporanea vaccinazioni in 12 centri, mentre domani proseguiranno in 9 centri. Abbiamo attivato un recall per tutti gli over 80 per anticipare gli appuntamenti e concludere entro domenica”.
“Sabato scorso al PalaVinci – aggiunge il direttore del reparto di Oncologia, Saverio Cinieri - erano già stati vaccinati oltre 300 pazienti oncologici in cura al Perrino. Questo nuovo centro permette di eseguire fino a 1.500 vaccinazioni al giorno e abbiamo incluso anche gli accompagnatori, i caregiver, che vengono vaccinati secondo le nuove indicazioni: fino a sessant’anni di età con Pfizer o Moderna e al di sopra dei sessanta con AstraZeneca. Ci tengo a sottolineare che i pazienti hanno risposto con grande entusiasmo a questo appello alla vaccinazione”.
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Incontro con i rappresentanti delle categorie commerciali impossibilitate a lavorare
Sabato 10 aprile a Castello Imperiali il Sindaco Antonello Denuzzo, l’On. Giovanni Luca Aresta e l’Assessore alle Attività Produttive Domenico Magliola hanno incontrato una delegazione di rappresentanti delle attività produttive costrette alla chiusura dalle misure governative per il contenimento del contagio.
Un confronto in cui i rappresentanti delle Istituzioni hanno prevalentemente ascoltato le storie di donne e uomini costretti a rinunciare al proprio lavoro. Dopo più di un anno dal primo lockdown la situazione per alcuni comparti produttivi, in particolare del settore commerciale, è di grave sofferenza anche a causa delle insufficienti risorse economiche di ristoro disposte dal Governo.
“Le chiusure prolungate di tante attività produttive e il blocco dei mercati non alimentari sta causando enormi difficoltà. In pochissimi giorni – dichiara il Sindaco Antonello Denuzzo – abbiamo assistito a due manifestazioni che denunciano una situazione evidentemente non più sostenibile. Dall’incontro di questa mattina sono emerse chiaramente le maggiori criticità presenti nell’attuale gestione economica della pandemia. Come Amministrazione Comunale continueremo a fare la nostra parte e nei prossimi giorni discuteremo le nuove misure da adottare. Allo stesso tempo non faremo mancare il nostro supporto agli operatori dei settori maggiormente colpiti, anche avanzando delle proposte direttamente alla Regione Puglia, come ho fatto questa mattina con l'On. Aresta chiedendogli di portare nella discussione parlamentare sul decreto Sostegni le ragioni dei nostri concittadini”.
Non solo aiuti economici, ma soprattutto l’opportunità di tornare a lavorare, è questo quanto chiedono a gran voce tutte le categorie produttive presenti all’incontro.
“È comprensibile la sofferenza che c'è nel Paese. Occorre un cambio di passo per famiglie e imprese. Le piazze di questi giorni – dichiara l’On. Giovanni Luca Aresta – al netto dei violenti e facinorosi infiltrati da condannare, vanno ascoltate. Avevamo già rilevato e segnalato che le risorse del decreto Sostegni potevano essere senz'altro un buon inizio, ma non sufficienti ad arginare il danno economico conseguente alle chiusure imposte per via dei preoccupanti dati epidemiologici. In questo mese di aprile, nell'ambito della discussione sul prossimo 'Documento di Economia e Finanza', ci sarà lo spazio per mettere in campo ulteriori risorse, interventi e strumenti per far ripartire il sistema produttivo italiano.”
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Sul caso dei furbetti del vaccino in Puglia il Codacons presenta un esposto alla Procura della Repubblica di Bari chiedendo di aprire una approfondita indagine volta a verificare l’operato della Regione Puglia e delle ASL territorialmente competenti in ordine al mancato rispetto del piano vaccinale.
L’ordinanza del 15 marzo 2021 firmata dal Commissario Figliuolo stabilisce che: “Le dosi residue a fine giornata, qualora non conservabili, siano eccezionalmente somministrate, evitando sprechi, in favore di soggetti comunque disponibili al momento, secondo l’ordine di priorità del Piano nazionale” – spiega l’associazione - L’ordine di priorità prevede in primo luogo la vaccinazione degli ultraottantenni prima che vengano contattati altri cittadini. Nella realtà dei fatti, tuttavia, si sta assistendo in Puglia ad una illegittima corsia privilegiata nella somministrazione vaccinale, con i cosiddetti “FURBETTI DEL VACCINO” che hanno saltato la fila facendosi vaccinare senza averne titolo, stravolgendo l’ordine di priorità del piano nazionale che prevede in primo luogo la vaccinazione degli ultra80enni, soggetti a rischio che subiscono ritardi pesantissimi e ad oggi ancora non sanno quando saranno vaccinati, con serio rischio per la loro incolumità.
In base ai dati emersi sui mass media, in Puglia sarebbero state aperte due inchieste: a) una dei carabinieri del Nas, coordinata dalla Procura di Bari, B) e l’altra del Nirs, un nucleo ispettivo della Regione. I Nas avrebbero acquisito l’elenco dei vaccinati constatando la presenza di un numero esagerato di operatori sanitari e di volontari (molti si sarebbero iscritti ad associazioni solo per avere il vaccino). Inoltre risulterebbero vaccinati venti minorenni: 12 under 16 e otto 17enni. Tra gli immunizzati anche artigiani, cinque amministratori locali e commercianti mentre proseguirebbero a spron battuto le iniezioni di tutti gli studenti della facoltà di Medicina di Bari, comprese le matricole.
La questione che si riporta all’attenzione della Procura – spiega il Codacons - è che se il vaccino somministrato ai soggetti non aventi diritto fosse stato destinato, come dovuto ed in rispetto al piano vaccinale, agli ultraottantenni poi contagiati dal Covid, probabilmente gli stessi non si sarebbero ammalati e, nei casi più gravi, deceduti.
Per tale motivo il Codacons chiede alla Procura di Bari di accertare responsabilità e fattispecie penalmente rilevanti quali il reato di abuso in atti di ufficio, omissione in atti di ufficio ma anche la possibile responsabilità per i reati di concorso in omicidio colposo e in epidemia colposa a fronte dell’elevato numero di decessi di ultraottantenni per Covid a causa dei ritardi nella vaccinazione per avere privilegiato i cosiddetti “furbetti del vaccino” senza effettuare i doverosi controlli.
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Covid - 19. Oggi 1.804 casi positivi in Puglia, 154 in provincia di Brindisi con 6 decessi
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi sabato 10 aprile 2021 in Puglia, sono stati registrati 13.461 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.804 casi positivi: 530 in provincia di Bari, 154 in provincia di Brindisi, 149 nella provincia BAT, 379 in provincia di Foggia, 213 in provincia di Lecce, 376 in provincia di Taranto, 3 casi di provincia di residenza non nota.
Sono stati registrati 31 decessi: 15 in provincia di Bari, 6 in provincia di Brindisi, 4 in provincia di Foggia, 6 in provincia di Taranto.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.991.105 test.
152.439 sono i pazienti guariti.
51.558 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 209.171 così suddivisi:
81.372 nella Provincia di Bari;
20.420 nella Provincia di Bat;
15.356 nella Provincia di Brindisi;
38.289 nella Provincia di Foggia;
20.123 nella Provincia di Lecce;
32.594 nella Provincia di Taranto;
707 attribuiti a residenti fuori regione;
310 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
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COLDIRETTI PUGLIA, ON LINE FALSO OLIO DI PUGLIA
COLDIRETTI PUGLIA, ON LINE FALSO OLIO DI PUGLIA; BLOCCATI DA ICQRF SU WEB 177 CASI TAROCCHI.
Le brutte copie dell’olio pugliese sono alcune delle truffe sulle specialità Made in Italy smascherate nel 2020 sulla piattaforma web di vendite on line di Alibaba. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti regionale, divulgata in occasione della multa da 18,2 miliardi di yuan (pari a 2,78 miliardi di dollari) per abuso di posizione dominante annunciata dalle Autorità cinesi nei confronti del gigante dell'e-commerce Alibaba.
Una realtà – sottolinea la Coldiretti - presente anche a livello nazionale nel settore dei prodotti agroalimentari grazie ad una intensa campagna del suo fondatore Jack Ma venuto in Italia nel 2016 al Vinitaly proprio per promuovere le vendite di vino e altre specialità alimentari Made in Italy. Da allora è cresciuta la collaborazione che ha portato proprio il 25 marzo scorso – ricorda la Coldiretti – a rinnovare l'accordo tra il Ministero delle Politiche Agricole, l’Istituto repressione Frodi (ICQRF) e il Gruppo Alibaba per promuovere le eccellenze agroalimentari del nostro Paese e combattere i falsi. Un impegno che – riferisce la Coldiretti - ha permesso lo scorso anno di far rimuovere nell’alimentare ben 24 referenze italiane contraffatte, la cui diffusione è favorita anche dalle difficoltà provocate dalla pandemia Covid. Accanto ad esperienze positive di successo la rete viene usata spesso come porto franco e diviene uno dei canali ideali per la diffusione dell’Italian sounding, ma in vendita su Internet ci sono anche il kit per il vino liofilizzato “Fai da te” con false etichette dei migliori vini Made in Italy.
“Nel 2020 l’ICQRF ha bloccato la vendita di 177 finti oli pugliesi su differenti piattaforme, quali Ebay, Alibaba e Amazon. Le frodi nel settore agroalimentare ‘viaggiano’ anche sul web con gli ‘agropirati’ che sfruttano l’Italian sounding di prodotti tutelati da marchi comunitari per vendere finto olio extravergine pugliese, con un danno inestimabile in termini di concorrenza sleale e immagine per l’autentico Made in Puglia”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
La contraffazione, la falsificazione e l’imitazione del Made in Italy alimentare nel mondo – il cosiddetto italian sounding – supera per fatturato i 100 miliardi di euro, con quasi due prodotti apparentemente italiani su tre in vendita sul mercato internazionale, secondo una analisi della Coldiretti.
“Il business dell’Italian sounding fattura nel mondo oltre 100 miliardi di euro e sfrutta anche il web per vendere prodotti che non hanno nulla a che fare con il patrimonio agroalimentare straordinario sotto attacco dell’agropirateria internazionale. Le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero triplicare se ci fosse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale, quando sono ancora falsi quasi due prodotti alimentari di ‘tipo italiano’ su tre”, aggiunge Muraglia. Coldiretti ha coniato un neologismo per descrivere il panorama criminale, “agropirateria”. “Il fenomeno criminale si sviluppa – conclude il presidente Muraglia - attraverso la vendita, le importazioni, la manipolazione e la trasformazione di prodotti agricoli di dubbia qualità e provenienza che giungono nel nostro Paese e diventano “made in Puglia” e “made in Italy” fregiandosi in modo fraudolento dell’immagine che accompagna, nel mondo, le produzioni del nostro territorio”.
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Usufruisce illegalmente di energia elettrica sottraendola dalla rete pubblica mediante un allaccio abusivo, denunciato
Brindisi. Usufruisce illegalmente di energia elettrica sottraendola dalla rete pubblica mediante un allaccio abusivo, denunciato. In Brindisi, i Carabinieri della locale Compagnia-Sezione Radiomobile, a conclusione degli accertamenti, hanno denunciato un 30enne del luogo per furto aggravato di energia elettrica. In particolare, l’uomo ha collegato l’impianto elettrico della propria abitazione direttamente alla rete elettrica pubblica, effettuando un bypass tale da eludere il contatore Enel ivi installato e sottraendo energia per un valore di circa 51.000,00 Euro.
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