Redazione

Di seguito una nota dal consigliere Alessandro Leoci:

“Grazie all’assessore Anita Maurodinoia per aver potenziato i servizi minimi per il territorio provinciale di Brindisi, iniziando dalle tratte scolastiche. Con l’ok ricevuto in queste ore, in base alle richieste avanzate dai Comuni, potranno anche essere inserite nuove corse sperimentali cercando di modulare quelle esistenti. Così è stato dato seguito a quanto anticipato nel corso di un incontro da me promosso lo scorso 4 luglio, durante il quale il presidente di Stp, Salvatore Tommasselli ed il direttore generale dell’azienda Maurizio Falcone, presentarono un elenco di criticità che, una dopo l’altra, grazie alla collaborazione dell’assessore Maurodinoia cercheremo di risolvere. Il trasporto è un settore fondamentale per lo sviluppo di un territorio e la nostra maggioranza l’ha inserito tra le priorità. Agevolare i nostri studenti, inoltre, e rendere più semplice gli spostamenti verso gli istituti scolastici è un dovere da parte nostra. Ed è quello che stiamo facendo e che continueremo a fare”. 

Oggi pomeriggio un'auto è andata a fuoco sulla statale 7. Mentre stava viaggiando in direzione Brindisi e giunta all'altezza dell'uscita Mesagne est dall'auto è iniziato a uscire del fumo. Il conducente ha avuto il tempo di accostare in una piazzola di sosta che il veicolo ha iniziato a prendere fuoco. Il ragazzo che era alla guida è sceso e si è messo in sicurezza. Poi ha allertato i vigili del fuoco che sono giunti sul posto e hanno spento le fiamme. La sterpaglia attigua la piazzola di sosta ha preso fuoco. Si è trattato, quindi, di un incendio accidentale. Sul posto è giunta una volante della polizia.

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Grano kazako deprezza quello italiano. Cia Puglia: “Una vergogna”

Dopo il frumento turco, nei porti carichi dal Kazakistan, la base del made in Italy viene svenduta

Sicolo: “Ai consumatori chiediamo di acquistare solo pasta realizzata al 100% con grano italiano”

Miano (CIA Capitanata): “Con queste quotazioni, i nostri produttori non coprono neanche le spese”

De Noia (Cia Levante Bari-Bat): “I cerealicoltori pugliesi sono uniti, se necessario torniamo in piazza” 

Il grano canadese venduto a oltre 500 euro alla tonnellata, il duro italiano che alle Borse Merci di Bari e di Foggia continua ad attestarsi attorno o addirittura sotto i 400 euro con quotazioni da fame. Poi ci sono le navi cariche di frumento kazako a prezzo stracciato (dopo quello turco) che continuano ad arrivare nei porti italiani per tenere basso il valore riconosciuto ai produttori italiani. “C’è un’inaccettabile situazione di stallo sulle quotazioni del grano duro italiano, col segno in ribasso a campeggiare ormai da oltre 12 mesi in maniera quasi interrotta”, dichiara Gennaro Sicolo, presidente di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani. “La nostra”, rivendica Sicolo, “è stata e continua a essere l’organizzazione che con più determinazione si sta battendo in difesa della filiera italiana grano-pasta, a tutela sia dei produttori del Paese sia dei consumatori”. “Una pressione che ha portato in questi giorni ad alcune promesse e dichiarazioni d’intenti da parte del Governo, due in particolare: la prima riguarda la definitiva istituzione della CUN, la Commissione Unica Nazionale sul prezzo del grano; la seconda è una generica disponibilità a valutare, nelle prossime settimane, l’attivazione delle misure previste nel quadro di Granaio Italia”, aggiunge Sicolo, “il tempo, però, è inesorabile, e concretamente la situazione non accenna a migliorare. Ai consumatori chiediamo di leggere bene le etichette e di acquistare e consumare esclusivamente pasta realizzata al 100% con grano italiano. La sovranità alimentare si difende innanzitutto a partire dalle nostre scelte consapevoli al supermercato”.

“A FOGGIA NON SVENDIAMO”. “Il quadro resta estremamente negativo”, conferma Angelo Miano, presidente provinciale di CIA Capitanata. “Con le attuali quotazioni, i produttori cerealicoli pugliesi e quelli italiani in generale tendono a non vendere, a ritardare l’immissione sul mercato del grano duro made in Italy. Il problema, infatti, sono i costi di produzione. Nelle zone collinari, in special modo, e in tutti i terreni che per le loro caratteristiche portano a rese quantitative limitate, il valore attualmente riconosciuto al grano duro italiano è ben lontano non solo dal poter assicurare redditività ma anche dal coprire almeno i costi di produzione”.

ANCHE BARI E BAT IN DIFFICOLTÁ. Non solo il Foggiano, “anche nell’Area Metropolitana di Bari e nella provincia Barletta-Andria-Trani i produttori cerealicoli sono in grandissima difficoltà”, spiega Giuseppe De Noia, presidente di CIA Levante, “per la tempesta perfetta che si è abbattuta sul settore: basse rese quantitative dovute ai cambiamenti climatici, costi di produzione esorbitanti, quotazioni al ribasso e insufficienti a garantire una pur minima redditività”. “Ed è per questo che sia a Foggia nelle scorse settimane, sia al Porto di Bari alcuni giorni fa, i cerealicoltori pugliesi riuniti dalla nostra organizzazione hanno manifestato compatti, esprimendo non solo una forte e civilissima protesta ma anche una serie di proposte per affrontare la situazione. Se la situazione resta quella attuale, torneremo a protestare ancora con più forza”.

FERMARE LE SPECULAZIONI. “Porteremo le nostre proposte, l’indignazione e la dignità della cerealicoltura italiana davanti al Parlamento”, annuncia il presidente regionale Sicolo, “non ci fermiamo, non possiamo farlo, perché se il Governo continua a ignorare il grido d’aiuto che proviene dall’agricoltura italiana rischiamo che il fior fiore del made in Italy di questo Paese, che deriva innanzitutto dal comparto primario, venga impoverito e diventi qualcosa di contraffatto dalla concorrenza al ribasso di tante nazioni alle quali si permette di produrre con standard di lavoro, sicurezza e qualità nettamente più bassi di quelli italiani”.

LA PETIZIONE. “La nostra petizione nazionale (undefined) ha superato le 72mila firme. Esortiamo i cittadini a firmare questa petizione, arriviamo a 100mila firme per dare forza alla piattaforma di misure che assicurino trasparenza sui mercati, tracciabilità vera e puntuale della provenienza e la sicurezza alimentare del grano utilizzato per produrre la pasta. Non molliamo, perché la battaglia è lunga ma dobbiamo continuare a combatterla per la salute e il futuro dei nostri figli, l’avvenire della nostra agricoltura, la nostra sovranità alimentare concreta, reale, non soltanto sbandierata sulla targhetta di un Ministero”.

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Dragaggio porto Villanova, Amati: “Pronta l’autorizzazione ambientale. Spero comincino subito i lavori” 

Dichiarazione del presidente della Commissione regionale bilancio e programmazione Fabiano Amati. 

“È pronta l’autorizzazione ambientale per il dragaggio del porto di Villanova. Siamo riusciti in pochi mesi a mutare in positivo un destino compromesso, ossia la perdita del finanziamento e l’ennesima delusione, sulla base di continui incontri e aggiornamenti, finalizzati al coordinamento dei procedimenti, svolti in Commissione regionale Bilancio. 
Ora c’è la necessità che il Comune avvii subito i lavori, così da terminarli entro il 31 dicembre 2023, pena la perdita del finanziamento.
Con il completamento di quest’importante opera, unita ad altra simile riguardante il porto di Savelletri, il nord della provincia di Brindisi potrà dotarsi di approdi all’altezza dei tempi e delle necessità. 
Ringrazio per la decisa collaborazione prestata l’assessore Anita Maurodinoia, il direttore del dipartimento ambiente Paolo Garofoli e, per professionalità rara, le funzionarie Cecilia Rossini e Ljuba Tornese. Un segno di gratitudine per il lavoro svolto dal dirigente del Comune di Ostuni Giovanni Spalluto.
Ringrazio per le sollecitazioni e il continuo sostegno la Leganavale di Ostuni e le associazioni degli operatori portuali”.

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Storia del Grande Salento
Dalle radici di Terra d’Otranto ai cento anni delle Province di Brindisi, Lecce e Taranto
Lino De Matteis
Edizioni Grifo, Luglio 2023
Pagg. 240, illustrato

L’opera Il libro si apre con le prefazioni dell’on. Giacinto Urso, del giornalista leccese Adelmo Gaetani, dell’ammiraglio tarantino Fabio Caffio e dello storico brindisino Gianfranco Perri. Dopo la premessa dell’autore “Dalle radici di Terra d’Otranto al Grande Salento”, il libro si compone di quattro parti: l’Età antica (Dai nativi salentini alla Calabria romana), l’Età di mezzo (Dal Thema di Longobardia alla Terra d’Otranto), l’Età Moderna (Dalla Provincia di Lecce a quelle di Taranto e Brindisi) e l’Età contemporanea (Dalla divisione fascista allo spirito confederativo). Alle conclusioni dell’autore “Un progetto confederativo per il Grande Salento” segue un’appendice con l’ultimo protocollo d’intesa “Terra d’Otranto: dalle radici il futuro”, sottoscritto, nel 2020, dai sindaci dei tre comuni copoluogo Brindisi, Lecce e Taranto, dai rispettivi presidenti di Provincia e dal rettore dell’Università del Salento. Chiude l’indice dei nomi e una breve bibliografia. Il libro è corredato da una ricca serie di foto e xilografie d’epoca.

Il tema Il Grande Salento è l’erede naturale di Terra d’Otranto, della quale rappresenta oggi la sintesi lessicale, storica e geografica, con una continuità che emerge dalla rilettura degli eventi storici, dalle origini ai giorni nostri. La penisola salentina è sempre stata un’unica regione storico-geografica, divisa dal fascismo con la creazione delle province di Brindisi, Lecce e Taranto. La tripartizione del territorio, se, da una parte, ha alimentato i provincialismi, dall’altra, non è riuscita però a cancellare quel sentimento unitario, che, sopravvissuto alle tortuosità storiche, si è di continuo riproposto, dall’Assemblea costituente ai recenti accordi tra gli Enti locali. Un sentimento che non scaturisce solo dalle comuni radici storiche ma, anche, dalla consapevolezza di dover affrontare insieme le sfide della crescita e della modernità. La “città polivalente ionico-salentina” rappresenta, infatti, la dimensione ottimale per costruire un sistema di “reti urbane intelligenti”, in grado di ridare al Salento quel ruolo centrale che, in passato, ha avuto nel Mediterraneo. Sulle radici di Terra d’Otranto, innegabile collante storico-culturale del territorio, si è innestata la volontà di ritrovare una comune identità attraverso lo spirito confederativo emerso, negli ultimi decenni, con gli accordi di partenariato e la firma dei protocolli d’intesa tra le Istituzioni delle tre Province salentine.

L’autore Lino De Matteis, giornalista e scrittore, direttore della rivista ilGrandeSalento.it. Tra i fondatori del Quotidiano di Lecce Brindisi Taranto, poi Nuovo Quotidiano di Puglia, è stato direttore di Paese Nuovo, caporedattore della Tribuna del Salento e direttore di Progetto. Già collaboratore della Repubblica e dell’Espresso, ha fondato la Glocal Editrice e scritto libri di saggistica e attualità.

Lotto, a Mesagne (BR) vinti oltre 50 mila euro. Puglia a segno con il Lotto. Nell'ultima estrazione, come riporta Agipronews, a Mesagne (BR) vinti 50.596 euro. L’ultimo concorso del Lotto ha distribuito premi per circa 7,7 milioni di euro, per un totale di circa 836 milioni di euro dall’inizio del 2023.

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LAVORO: COLDIRETTI PUGLIA, DAL VIVAIO ALL’ATELIER IN SALENTO TRA LE NOVITA’ ROSA PREMIATE A ROMA

Martina Maiorano di Copertino ha vinto nella categoria creatività il Premio Coldiretti “Amiche della terra, storie di donne che nutrono il mondo”

E’ Martina Maiorano di Copertino in provincia di Lecce in Puglia la vivaista che si trasforma in esperta di alta moda e approda alle passerelle parigine, una delle vincitrici della prima edizione del Premio Coldiretti “Amiche della terra, storie di donne che nutrono il mondo” premiata a Palazzo Rospigliosi, in occasione del 70° anniversario della nascita del movimento di Donne Coldiretti assieme al presidente della Coldiretti Ettore Prandini, al ministro alle Riforme istituzionali Elisabetta Alberti Casellati e al ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

Martina ha 33 anni e conduce l’azienda floricola di famiglia con una forte impronta al femminile e all’insegna della creatività. Architetto paesaggista, trasferisce la bellezza dei fiori nella moda, ma anche in allestimenti e bouquet e nella realizzazione di giardini, terrazzi fioriti e in orti verticali e orizzontali.  Con la mamma Angela, florovivaista e stilista, ha proposto, tra gli altri, l’abito floreale indossato a Parigi in una sfilata di haute couture e pubblicato sulla rivista di moda L’Officiel. Dalla sartoria al florovivaismo, una passione per i fiori a 360 gradi. L’azienda floricola è nata nel 1988 a Nardò nello scenario suggestivo del Salento produce piante perenni e annuali: crisantemi, ciclamini, stelle di Natale, piante aromatiche, ma anche piante primaverili /estive con la scaveola, la portulaca, la surfinia, la potunia, nel vivaio che si estende per oltre 30 ettari, con serre e spazi esterni. La giornata tipo di Marina è andare in serra accudire i fiori, preparare le piante e portarle al mercato Coldiretti di Lecce. I clienti di Martina la aspettano con gioia perché oltre a vendere dà consigli su come accudire le piante. Quella di Martina è anche e soprattutto una storia di colori, che caratterizza le varietà delle piante prodotte alle quali destina ogni giorno cure e attenzioni specifiche. Per Martina coltivare, infatti, significa accudire, rispettare e difendere la natura, perché è da essa che deriva la vera ricchezza del Pianeta.

La presenza delle donne in agricoltura è cresciuta soprattutto nelle nuove attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole, gli agriasili, le fattorie didattiche, i percorsi rurali di pet-therapy, gli orti didattici, ma anche nell’agricoltura di precisione e a basso impatto ambientale fino nella presenza nei mercati di vendita diretta di Campagna Amica oltre che nell’agriturismo. Le donne che hanno scelto l’agricoltura – evidenzia la Coldiretti – dimostrano capacità di coniugare la sfida con il mercato e il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità.

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La Direzione Area 1 della Provincia di Brindisi ha avviato un percorso formativo di sviluppo personale e benessere aziendale rivolto a tutti i dipendenti dell’ente.unnamed.jpg

Gli interventi formativi saranno a cura di Mtu Academy&Consulting che consente alle organizzazioni di conoscersi meglio e crescere favorendo l'innovazione sul posto di lavoro.

Tra gli obiettivi:

  • Comprendere come, a partire dalle caratteristiche individuali, si sviluppano delle abilità che possono produrre risultati importanti nella performance di gruppo.
  • Intervenire sul benessere personale, la gestione dello stress e dell’energia, la comunicazione e le relazioni tra colleghi per ottenere una squadra di lavoro motivata e coesa.

La proposta didattica di Mtu Academy si articola in 6 azioni complementari di cui la prima riservata al gruppo dirigente.

Il progetto prevede una auto-valutazione iniziale (tramite questionario anonimo, online) e una auto-valutazione analoga a distanza di qualche settimana dal termine delle attività.

Nell’ambito del periodo di formazione sarà disponibile per tutti i dipendenti uno sportello d’ascolto psicologico.

Il team didattico è composto dalla dott.ssa GIOVANNA CALISTI, Trainer e Brain Longevity Specialist – Corso stress; dott.ssa ALESSIA TANZI, Fondatrice Yoga-Coaching Trainer Gruppo Dirigente; dott.ssa STEFANIA ROSATI, Psicologa e Trainer Formazione e Sportello d’ascolto e coaching e dott.ssa DANIELA ROSSI, HR manager Analisi dei Fabbisogni e valutazione formazione.

Nel pomeriggio di ieri, nel salone di rappresentanza della Provincia di Brindisi, è stato presentato il programma formativo a tutti i dipendenti.

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LAVORO: COLDIRETTI PUGLIA, SONO PIÙ DI 23MILA LE IMPRESE AGRICOLE CONDOTTE DA DONNE

L’IDENTIKIT DELLE NUOVE CONTADINE

 

Sono più di 23mila le aziende agricole condotte da donne in Puglia che stanno rivoluzionando in senso innovativo l’economia isulla scorta di un rinnovato protagonismo femminile che in politica ha visto l’ascesa di Giorgia Meloni a Presidente del Consiglio ma anche di Elly Schlein alla guida del Pd. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti Puglia, su dati Unioncamere divulgata in occasione dell’Assemblea di Coldiretti Donne Impresa a Roma, che ha eletto la nuova leader nazionale Mariafrancesca Serra e nell’esecutivo nazionale la pugliese Rita Tamborrino, alla presenza di centinaia di contadine da tutte le regioni assieme al presidente della Coldiretti Ettore Prandini, al ministro alle Riforme istituzionali Elisabetta Alberti Casellati e al ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

Le aziende agricole ‘rosa’ stanno dando un volto multifunzionale e innovativo con professioni antiche riviste in chiave moderna, in agricoltura, silvicoltura e pesca in Puglia, dove cresce anche il numero di agriturismi in rosa (+ 3,7%), passati da 286 a 305 in Puglia, a dimostrazione di quanto le imprenditrici siano riuscite-  aggiunge Coldiretti Puglia - a cogliere al massimo le opportunità offerte dalla multifunzionalità in agricoltura.

“Le donne che hanno scelto l’agricoltura dimostrano capacità di coniugare la sfida con il mercato e il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità. Un ruolo oggi messo a rischio dai rincari energetici con effetti diretti ed indiretti sui costi di produzione che pesano sui bilanci delle imprese e sull’offerta di prodotti e sevizi alla collettività”, afferma  la leader di Coldiretti Donne Puglia, Rita Tamborrino, nel sottolineare che “il rinnovato fascino della campagna per le donne trova riscontro nella comune convinzione che quello dell’agricoltura è diventato un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, anche per le donne che sono peraltro destinate ad aumentare nel tempo”, conclude Tamborrino.

La loro presenza in campagna sta rivoluzionando il lavoro nei campi dove sono capaci di spaziare dall’allevamento alla coltivazione, dal florovivaismo all'agriturismo, dalla trasformazione dei prodotti alla vendita diretta. Ma il vero motore delle donne in agricoltura sono le attività sociali, dalla fattoria didattica agli agriasilo, ma anche importanti attività per l’inserimento nel mondo del lavoro delle donne meno fortunate, spesso vittime di violenze e soprusi.

La situazione è in positiva evoluzione anche se resta ancora un pesante gender gap – aggiunge Coldiretti regionale - come conferma l’ultimo censimento Istat che evidenzia come la percentuale di aziende agricole al femminile su quelle agricole totale sia salita al 31,5%, grazie a una crescita costante ma lenta nel corso dei decenni.

Le imprenditrici agricole sono giovani e con un’alta professionalità, tanto che una su quattro (25%) è laureata – continua Coldiretti -, peraltro sempre più spesso non in indirizzo agrario. Molte donne scelgono, infatti, l’agricoltura dopo percorsi di studio o esperienze in settori molto diversi, anche per cambiare vita. Non a caso quasi la metà delle domande di primo insediamento in agricoltura delle misure dedicate agli under 40 provengono da ragazze, secondo Coldiretti.

Oltre il 50% delle donne in campagna svolge più di una attività connessa alla produzione primaria, soprattutto vendita diretta, agriturismo e trasformazione di prodotti agricoli. Ben il 60% delle donne nelle loro aziende ha poi scelto di dedicare parte della produzione dal biologico al biodinamico e di operare per una filiera di qualità attenta alla sostenibilità, alla tutela della biodiversità e delle risorse naturali, del paesaggio e del benessere animale. In particolare, poi, le donne creano legami forti con il territorio e sono un vero e proprio presidio per la sopravvivenza e la valorizzazione delle aree rurali.

L’IDENTIKIT DELLE NUOVE CONTADINE

Il 25% è laureato

Il 50% ha attività multifunzionali (vendita diretta, agriturismo, trasformazione dei prodotti, fattoria didattica e sociale).

Il 60% pratica attività green come l’agricoltura biologica

Fonte: Elaborazione Coldiretti 

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Cosa significa destagionalizzare?
Destagionalizzare significa gestire l’economia costante di un territorio, significa ricchezza per un territorio, significa non perdere quelle risorse umane qualificate che servono oggi al turismo.
Chi sono i clienti delle sponde di stagione?
Sono quei clienti di un centro Europa o Italia che hanno la possibilità di viaggiare perché non vincolati dai calendari scolastici, sono quei clienti che hanno una capacità di spesa giusta per lo stesso periodo... Eppure la notizia del momento è quella che dall’aeroporto di Brindisi verranno meno i collegamenti da Milano e Roma, gli stessi che servono da incrocio per i voli internazionali.
"Il Governo centrale - afferma il Presidente del Consorzio Albergatori di Carovigno, Enzo Di Roma - dovrebbe essere attento a queste necessità. Non è soltanto compito dei comuni e dei piccoli/medi imprenditori che a volte sacrificano i propri bilanci per mantenere a regime le strutture anche in bassa stagione. E’ un ventennio che si parla di destagionalizzazione: in parte la Puglia e la Puglia centrale ci sta riuscendo, ma ci riuscirà definitivamente se tutti gli attori fanno la loro parte, partendo dai voli e finendo, in virtù del tavolo tecnico con i balneari, non mettendo il limite alla chiusura dei lidi.

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