Redazione
CGIL. IL NIDIL presenta: il “LABORATORIO DEI DIRITTI ITINERANTE"
Il 3 ottobre 2023, in VIALE SAN GIOVANNI BOSCO NR. 41 BRINDISI, presso la sala riunioni della CdL, il NIDIL presenta: il “LABORATORIO DEI DIRITTI ITINERANTE” di concerto alle categorie ed alla CGIL BRINDISI.
CONTESSA (BUILD): LA LEGALITA’ E’ LO STRUMENTO PIU’ EFFICACE PER LA CRESCITA DELLE IMPRESE
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Giardini di parole, martedì 12 settembre il reading letterario con Massimo Zambon
Giardini di parole, martedì 12 settembre il reading letterario con Massimo Zamboni.
MESAGNE - “Giardini di parole, l’arte di vivere tra natura e libri” è il titolo della rassegna letteraria organizzata dalla città di Mesagne: finanziata con fondi Cepell - Centro per la libro e la lettura nell’ambito del riconoscimento “Mesagne Città che legge”, si svolgerà dal 12 settembre al 29 ottobre per un totale di cinque appuntamenti, in location diverse: il Chiostro del Comune, il punto lettura del Parco “Potì”, il Teatro Comunale, l’Auditorium del Castello, ciascun luogo, a suo modo, espressione di bellezza e cultura. Nomi, temi e filo conduttore sono stati svelati nel corso della conferenza stampa che si è svolta a Palazzo dei Celestini nei giorni scorsi e alla quale sono intervenuti il sindaco della città di Mesagne, Antonio Matarrelli, il consulente comunale alla Cultura e alle Politiche Scolastiche, Marco Calò, e la direttrice della Biblioteca “Ugo Granafei”, Alessia Galiano.
Martedì’ 12 settembre, nel Chiostro del Comune di Mesagne in via Roma al civico 2, a partire dalle ore 20,30 si terrà il primo appuntamento, l'incontro con il musicista Massimo Zamboni, chitarrista e compositore del gruppo punk rock italiano CCCP e dei CSI. Da autore del “Bestiario selvatico. Appunti sui ritorni e sugli intrusi”, La nave di Teseo editore, accompagnerà il pubblico in un viaggio raccontato sulle tracce di una serie di creature che stanno modificando il volto naturale del nostro Paese. In Bestiario selvatico Massimo Zamboni va alla ricerca di questi animali e degli uomini che con loro hanno a che fare. Li osserva e li descrive, aiutato dai disegni di Stefano Schiaparelli, con la passione del naturalista, l’occhio attento dell’artista e la penna del grande scrittore, trasformando le loro storie in una metafora del nostro vivere. Accompagnato da un’esplorazione filmata nei disegni che arredano il libro, con il montaggio di Piergiorgio Casotti e le sonorizzazioni di sottofondo composte dallo stesso Zamboni assieme a Matteo Maragno, il reading sarà preceduto da una chiacchierata con l’autore sugli argomenti trattati nel libro. Dopo i saluti istituzionali, con l’autore dialogherà la dott.ssa Alessia Galiano. L'ingresso è libero.
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Mesagne. Una bruttura ambientale da eliminare
La scuola inizia e nel piazzade della Pace da diverse settimane c'è una baracca chiusa di una ex rivendita di frutta e verdura. Più volte alcuni residenti e non solo hanno segnalato il fatto in Comune, ma a tutt'oggi quella baracca è ancora lì con il rischio che diventi un ricettacolo di animali. "Conosciamo bene i fatti e posso assicurare che la polizia locale ha già fatto un'ordinanza di sgombero del manufatto ai titolari dell'autorizzazione", ha spiegato l'assessore alle Attività produttive, Antonello Mingenti.
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Mesagne. Da mesi bloccati i lavori Enel, in caso di pioggia chi pagherà?
Lavori iniziati e non ultimati. Questa volta i lavori sono stati eseguiti da Enel e non sono stati conclusi. La rabbia dei cittadini e la preoccupazione che in caso di pioggia l'acqua possa infiltrarsi nelle abitazioni con i rischi che ne deriverebbero. Questa è la ricostruzione dei fatti.
I lavori sono iniziati a marzo e consistevano, come da cartello di cantiere, nell’interramento di cavi Enel nella sede stradale e nell’installazione di relativi armadi d’ispezione sui marciapiedi, previo taglio dei cordoli e rottura dei mattoni dei marciapiedi.
I lavori di esecuzione (come da foto del cartello di cantiere) erano stati affidati alla Montel SRL (responsabile dei lavori Geom. Cosimo Cimino) e dovevano terminare ad aprile.
Sul marciapiedi accanto al mio portone, civico 17 di Via Fratelli Cervi, insisteva un vecchio palo Enel arrugginito che gli operai dicevano forse sarebbe stato rimosso, ma fu fatto solo lo scasso del marciapiedi per l’alloggiamento dell’armadio d’ispezione. Gli stessi operai avanzavano dubbi sulla regolarità di tale operazione, dato che a 5 metri esisteva un altro armadio.
Le tracce stradali e sui marciapiedi, in cui furono posati i tubi Enel, furono riempite con sottofondo e così rimasero per alcuni giorni. Poi le tracce stradali furono asfaltate (in modo discutibile con avvallamenti e dossi, per la “gioia” degli ammortizzatori delle auto), mentre i marciapiedi rimasero aperti, riempiti con sottofondo e protetti con reti arancioni in attesa che avvenisse l’infilaggio nei tubi e poi passassero altri operai a pavimentare.
Dopo alcune settimane, durante l’estate (vedi cartello interruzione energia del 11 luglio), fu fatto l’infilaggio generale e il palo fatiscente fu rimosso. Gli operai, accortisi che vicino al civico 17 era inutile mettere un altro armadio avvisarono chi di competenza e così, dopo avere rimosso i tubi perché non necessari, rimase aperto lo scavo sul marciapiedi. Mi fu detto che altri operai sarebbero passati a ripristinare i mattoni ma non fu fatto nulla. Tutti gli altri marciapiedi erano stati sistemati eccetto il mio.
Il tempo passava, perciò, non sapendo a chi reclamare per risolvere la questione, ad inizio agosto mi sono rivolto ai VVUU, i quali, in mia presenza, hanno immediatamente chiamato il responsabile Geom. Cosimo Cimino, che assicurava di fare un sopralluogo e prendere i provvedimenti del caso. Tale sopralluogo mi veniva confermato dall’Ufficio Lavori Pubblici, era stato fatto il giorno dopo la telefonata. Lo stesso ufficio era a conoscenza del fatto che i lavori di ripristino del manto stradale si trascinavano da lungo tempo, ma che nel giro di un mese qualcuno avrebbe sistemato tutto, grattando le tracce e applicando finalmente uno strato liscio di asfalto.
Come si può vedere dalle foto il materiale di riempimento del marciapiedi è simile a tufina, quindi viene utilizzato dai cani per i propri bisogni… non è proprio igienico. Oltre a questo tale situazione potrebbe diventare critica nel caso di forti piogge che potrebbero causare infiltrazioni di umidità.
Domande: Le strade e i marciapiedi sono del Comune, perché tali situazioni non vengono controllate? Chi abita in periferia è un cittadino di serie B? Se avrò dei danni per la pioggia chi pagherà?
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Nel 2022 la raccolta differenziata di carta e cartone continua a crescere in Puglia
Nel 2022 in Puglia sono state raccolte e correttamente conferite a riciclo oltre 200.000 tonnellate di carta e cartone, in crescita costante con un incremento del 2,1% rispetto all’anno precedente. È quanto rilevato dal 28° Rapporto Annuale sulla raccolta differenziata e riciclo di carta e cartone in Italia curato da Comieco, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli imballaggi a base cellulosica.
“Anche quest’anno la Puglia si conferma una regione virtuosa e attenta all’ambiente” commenta Carlo Montalbetti, Direttore Generale di Comieco. “Tuttavia ci sono ancora dei margini di miglioramento: la raccolta pro-capite infatti si assesta a 52,3 Kg, dato ancora ben lontano dalla media nazionale (61,5 Kg/ab-anno), mentre il livello di intercettazione della raccolta di carta e cartone rispetto al totale dei rifiuti urbani prodotti è ancora fermo poco sopra l’11%”.
In Puglia nel 2022 Comieco ha gestito direttamente quasi 160.000 tonnellate di carta e cartone, pari al 78% della raccolta complessiva. Ai 245 Comuni convenzionati sono stati riconosciuti corrispettivi per oltre 14 milioni di euro.
La raccolta per provincia
Analizzando i dettagli del Rapporto Annuale – come elaborati a maggio 2023 – risulta evidente come tutte le province presentino una crescita positiva con l’eccezione della sola provincia di Taranto, in calo di poco più di 500 tonnellate.
- Provincia di Bari: raccolte più di 73.000 tonnellate (+2,3%) con un pro-capite di 60,1 kg;
- Provincia di Lecce: oltre 45.000 tonnellate raccolte (+3,4%), pro-capite di 58,4 kg;
- Provincia di Brindisi: quasi 21.000 tonnellate raccolte (+5,4%) con un pro-capite di 54,9 kg;
- Provincia di Barletta-Andria-Trani: raccolte quasi 19.000 tonnellate (+1,2%), pro-capite di 49,6 kg;
- Provincia di Foggia: più di 23.000 tonnellate raccolte (+1,1%), pro-capite di 39,7 kg;
- Provincia di Taranto: raccolte più di 22.000 tonnellate (-2,3%) con un pro-capite di 40,4 kg.
Quantità e qualità della raccolta differenziata di carta e cartone in Italia
A livello nazionale, il 2022 ha fatto registrare risultati incoraggianti per la raccolta differenziata di carta e cartone, in lieve crescita rispetto all’anno precedente. Complessivamente sono stati raccolti oltre 3,6 milioni di tonnellate di materiali cellulosici (+0,6% sul 2021) e la media pro-capite nazionale ha raggiunto i 61,5 kg/ab. Il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici si è attestato all’81,2%: è stato così confermato il superamento degli obiettivi UE al 2025 e il progressivo avvicinamento ai target fissati per il 2030.---------------
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Lotto, vinti oltre 53 mila euro
Puglia a segno con il Lotto. Nel concorso di sabato 9 settembre, come riporta Agipronews, a spiccare sono i 53.400 euro vinti a Monopoli, in provincia di Bari, con quattro terni e una quaterna sulla ruota di Bari (numeri giocati: 1-9-26-45-76). L'ultimo concorso del Lotto ha distribuito premi per poco più di 5 milioni di euro in tutta Italia, per un totale di 807,6 milioni in questo 2023.
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EOLICO: COLDIRETTI PUGLIA, SERVE CONCERTAZIONE TERRITORIALE PER FRENARE UNA SORTA DI ‘ABUSIVISMO ENERGETICO
EOLICO: COLDIRETTI PUGLIA, SERVE CONCERTAZIONE TERRITORIALE PER FRENARE UNA SORTA DI ‘ABUSIVISMO ENERGETICO’; IN PUGLIA A RISCHIO DOP ECONOMY, TURISMO E PAESAGGIO
A fine marzo 2023 la Puglia risultava già la regione con più potenza eolica prodotta (3.058 MW)
Occorre mettere un freno ad una sorta di ‘abusivismo energetico’, attraverso una attenta concertazione territoriale prima del rilascio di autorizzazioni per installare nuove foreste di pale eoliche, quando a fine marzo 2023 la Puglia risultava già la regione con più potenza eolica prodotta (3.058 MW). E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, in relazione ai nuovi parchi eolici che saranno realizzati nella terra del Primitivo tra Lizzano e Torricella, a Cerignola, oltre agli off-shore nei mari delle provincie della BAT e di Lecce.
“Senza un’attenta concertazione con gli attori economici e produttivi del territorio è a rischio la Dop economy pugliese che produce 66 cibi e vini certificati DOP, IGP ed STG e vale 439 milioni di euro, con il comparto dei prodotti agroalimentari che pesa per il 7,3% e quello vitivinicolo per il 92,7%”, sostiene Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia nel sottolineare che “il nodo è la mancata individuazione delle aree idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili a fronte di una serie disordinata di iniziative avviate da fondi di investimento speculativi per quanto riguarda la localizzazione di impianti di grandi dimensioni, senza stabilire forme di coinvolgimento degli agricoltori, un caos decisionale che deriva dall’assenza di regole di governo del territorio che ha finito per partorire una sorta di abusivismo energetico, con un forte consumo di suolo e significativi danni collaterali ecologici ed economici”, afferma il presidente Cavallo.
E’ da rilevare che, nonostante la Puglia produca il 25% dell’energia eolica italiana e il 14% di quella solare, posizionandosi al primo posto per numero di impianti e per potenza installata di “nuove rinnovabili” – aggiunge Coldiretti Puglia - la quota di autoconsumo resta bassa, pari al 26%.
Intanto, dalle ore 12 del 12 settembre e fino alla stessa ora del 12 ottobre si possono presentare le domande per i contributi finalizzati alla realizzazione di impianti fotovoltaici da installare su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale. Le risorse disponibilI nell’ambito della misura del Pnrr “Parco Agrisolare” ammontano a 1 miliardo. Le risorse già assegnate per il Parco Agrisolare con il precedente bando sono state pari a 502.344.104 milioni, anche in Puglia, dove il 75% degli impianti fotovoltaici è a terra, contro una media nazionale del 42%, con effetti negativi sul consumo di suolo, con la percentuale di terreni coperti artificialmente dai pannelli pari al 2,5% rispetto a una media nazionale che non raggiunge l’1%.
La misura, fortemente sostenuta da Coldiretti, rientra tra gli interventi previsti dal Pnrr. L’obiettivo è sostenere gli investimenti per la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica fotovoltaica e alcuni interventi tranati di efficientamento in ambito agricolo, escludendo totalmente il consumo di suolo.
E’ importante cogliere le opportunità che vengono dall’economia circolare dotando il Paese di una riserva energetica sostenibile attraverso un fotovoltaico “intelligente” che non consuma suolo fertile e una rete per il biometano, conclude Coldiretti nel sottolineare peraltro l’importanza in tale ottica di sbloccare la proroga degli incentivi al biogas e finanziamento degli impianti che hanno presentato domanda al Gestore dei Servizi energetici (Gse) per favorire la transizione ecologica, trasformando gli sprechi in energia, e di dire sì al digestato come fertilizzante per evitare di fare un favore alle multinazionali straniere.
La Coldiretti sostiene un modello di transizione energetica che vede le imprese agricole protagoniste attraverso, ad esempio, le comunità energetiche, gli impianti solari sui tetti e l’agrivoltaico sostenibile e sospeso da terra che consentono di integrare il reddito degli agricoltori con la produzione energetica rinnovabile, con una ricaduta positiva sulle colture e sul territorio, come nel settore del biogas-biometano che – conclude Coldiretti - ha conosciuto un’importante accelerazione verso la transizione energetica attraverso il riciclaggio di sottoprodotti e la riduzione dell’impronta ambientale e di carbonio, specialmente nella zootecnia.
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COLDIRETTI PUGLIA, ESERCITO IN CAMPO PER FERMARE INVASIONE CINGHIALI
CINGHIALI: COLDIRETTI PUGLIA, ESERCITO IN CAMPO PER FERMARE INVASIONE; RAZZIA 10MILA PIANTINE PREZZEMOLO, BIETOLE, FINOCCHI A BITONTO E PALESE.
E’ stata finalmente accolta la proposta di far scendere in campo l’esercito per fermare l’invasione di cinghiali che causano incidenti, provocano danni alle coltivazioni e diffondono malattie, una minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale. Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, dopo l’ennesima denuncia del raid di branchi di cinghiali che hanno fatto razzia di 10mila piantine di bietole, prezzemolo e finocchi a Bitonto e Palese, proprio a ridosso della città di Bari, con il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che ha chiesto ristori adeguati per i danni provocati nel vertice con il Governo al quale hanno partecipato il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e il ministro della Difesa Guido Crosetto e il Commissario straordinario per l'emergenza Psa, Vincenzo Caputo.
Con la Puglia invasa da 250mila selvatici non c’è solo la peste dei cinghiali, ma è allarme – aggiunge Coldiretti Puglia - per la sicurezza delle persone in campagna e città con i branchi che si spingono fin dentro i centri urbani, fra macchine in sosta, carrozzine con bambini e anziani che vanno a fare la spesa, con le aree della Murgia barese e tarantina, del Gargano e del subappennino dauno divenute l’eldorado dei cinghiali.
I branchi dei cinghiali – sottolinea la Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. La situazione è diventata insostenibile in città e nelle campagne con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti – viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.
Si tratta – evidenzia la Coldiretti regionale - solo della punta dell’iceberg perché molti non denunciano scoraggiati dalle lungaggini burocratiche e dalle condizioni poste dalle assicurazioni come ad esempio, oltre alle tracce sulla vettura e sull’asfalto, anche il rinvenimento della carcassa dell’animale con il quale ci si è scontrati.
Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè la fauna selvatica rappresenta un problema per la stragrande maggioranza dei cittadini (90%) considerato poi che nell’ultimo anno è avvenuto un incidente ogni 41 ore con 13 vittime e 261 feriti gravi a causa dell’invasione di cinghiali e animali selvatici che non si fermano più davanti a nulla, secondo l’analisi di Coldiretti su dati Asaps.
In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica, con i cinghiali distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati – denuncia Coldiretti Puglia - come anche i lupi e i cani inselvatichiti, gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano letteralmente interi campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, con un danno pari ad oltre 16 milioni di euro. Gli agricoltori stanno provvedendo a recintare a proprie spese con costi considerevoli le aziende agricole per difendersi dai cinghiali che distruggono strutture e produzioni. Si tratta di una situazione insostenibile – insiste la Coldiretti regionale - che sta provocando l'abbandono delle aree interne, con problemi sociali, economici e ambientali.
Alla domanda su chi debba risolvere il problema, oltre le metà dei cittadini (53%) è dell’opinione che spetti alle Regioni, mentre per un 25% è compito del Governo e un 22% tocca ai Comuni. In tale scenario anche l’Autorità per la sicurezza alimentare Europea (EFSA) ha lanciato un appello agli Stati dell’Unione Europea chiedendo misure straordinarie per evitare l’accesso dei cinghiali al cibo e ridurne del numero di capi per limitare il rischio di diffusione della peste suina africana (psa) che colpisce gli animali ma non l’uomo. La maggioranza dei cittadini considera l’eccessiva presenza degli animali selvatici una vera e propria emergenza nazionale che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull’economia e sul lavoro, specie nelle zone più svantaggiate, conclude Coldiretti nel sottolineare l’esigenza di interventi mirati e su larga scala per ridurre la minaccia dei cinghiali a livello nazionale.
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LA CHIUSURA DEL P9T BASELL INTERESSA BRINDISI E LA REGIONE TUTTA
La Lyondell Basell (LB) chiude uno dei due impianti attivi (denominato P9T) nello stabilimento di Brindisi. Piena solidarietà con i lavoratori diretti ed indiretti colpiti da questa improvvida decisione aziendale.
Apprendiamo “che le conseguenze per i 135 dipendenti rischiano di essere molto pesanti. Sono infatti 47 i lavoratori in esubero, mentre per gli altri si attende la proposta di trasferimento nel polo produttivo di Ferrara. Nessuna prospettiva invece per i lavoratori in somministrazione. L’azienda ha poi promesso di farsi carico delle spese necessarie fino al raggiungimento dell’età pensionabile per i dipendenti prossimi a tale soglia”.
Nel 2021 da LB pervenivano altre dichiarazioni. "Siamo concentrati sul futuro e crediamo che i nostri obiettivi verso una plastica sempre più circolare e sostenibile e verso la decarbonizzazione siano fondamentali per il successo a lungo termine di LyondellBasell. Tali obiettivi contribuiscono a creare un futuro migliore per i nostri dipendenti e le nostre comunità, oltre a promuovere le ambizioni di sostenibilità dei nostri clienti", ha affermato Kenneth Lane, CEO ad interim di LyondellBasell. "Un'economia a zero emissioni nette senza rifiuti plastici nell'ambiente richiederà la collaborazione di tutta la catena del valore ed è fondamentale per garantire la transizione della società verso un futuro più sostenibile."
È necessario fare un po’ di storia industriale. L’impianto P9T utilizza la tecnologia Spherizone di polimerizzazione in fase gassosa, per produrre vari tipi di polimeri. Gli impianti P9T vengono rinnovati e potenziati nel 2002.Per gli impianti di produzione del polipropilene a partire dal 1994 viene avviata una seconda linea di produzione (PP2), potenziata nel 1998. La capacità produttiva di polipropilene di LB è di 47mila tonnellate l’anno. Nel 2012 in uno studio della Fondazione Visentini si leggeva che Basell pagava a Brindisi 16,8 milioni € anno di retribuzioni e prestazioni e acquistava beni e servizi per 18milioni (Linee guida per lo sviluppo territoriale della provincia di Brindisi) con allora 160 lavoratori diretti.
Ci chiediamo innanzitutto che investimenti e che ammodernamenti siano stati effettuati dopo il 2002. Inoltre LB possiede 94 stabilimenti in 32 paesi di cui 4 in Italia. I polimeri che escono dallo stabilimento di Brindisi servono per produzione di imballaggi rigidi e flessibili; filati e tessuti non-tessuti; componenti automobilistici; componenti di elettrodomestici; componenti dell'arredamento; componenti dei prodotti medicali; componenti dei beni di consumo durevoli e non e di una vasta gamma di prodotti industriali. Un impiego molto variegato e che richiede ancora la produzione di polimeri. Non comprendiamo cosa si intenda dire con espressioni come: i macchinari dell’impianto sono obsoleti e non garantiscono competitività. “Il mercato di riferimento per i prodotti realizzati dall’impianto di Brindisi è sempre più difficile, con una prospettiva di miglioramento molto scarsa” ha affermato Jim Guilfoyle, senior vice president di Lyondell Basell. Si tratta di affermazioni che la responsabilità sociale di una azienda seria chiede siano dimostrate pubblicamente.
La decisione di dimezzare l’impianto di Brindisi non deve essere recente se consideriamo la varietà di produzioni che il gruppo ha sviluppato altrove negli stessi anni come la produzione di idrogeno avviata negli USA e la produzione di combustibile dalla plastica installata nel suo centro di ricerca a Ferrara. Si tratta per quest’ultima, di “MoReTec la tecnologia innovativa di riciclo molecolare di LyondellBasell che trasforma i rifiuti di plastica - come imballaggi flessibili e altre plastiche miste che non sono adatte al riciclo meccanico - in nuova materia prima. In questo modo, si sostituisce l’uso della materia prima vergine a base fossile, riducendo la quantità di rifiuti di plastica presenti nell'ambiente”. Inoltre negli anni più recenti la comunicazione di Basell ha vantato progressi tecnologici dell’impianto brindisino, l’impegno a ridurre le emissioni.
Certo LB è stata anche criticata, come Versalis, in un recente dossier di Greenpeace per non rendere noti i dati sulle plastiche disperse nell’ambiente. Il 4 luglio 2022 in occasione dell’avvio dell’iter di riesame dell’AIA, si apprendeva dalla stampa locale che Greenpeace chiedeva al Ministero di prescrivere nella autorizzazione futura l’azzeramento dei parametri dell’inquinamento da microplastiche rinvenute sulle spiagge della Puglia e di Brindisi : « di tutti i granuli raccolti il 78% era in polietilene (un tipo di plastica prodotto in loco dall’azienda Versalis di proprietà ENI) e il 17% in polipropilene (prodotto nell’area brindisina da Basell Poliolefine Italia) »
Questa vicenda ci conferma nella contrarietà ad una iniziativa industriale guidata solo dal profitto e slegata da considerazioni sociali. È la logica neoliberista a cui i lavoratori e le popolazioni devono opporsi. LB possiede le conoscenze e le tecnologie per portare a Brindisi miglioramenti alle produzioni esistenti e ulteriori processi produttivi presenti nella sua holding dove lavorano 13.000 persone. La progressiva riduzione del personale negli anni e la mancata innovazione dicono invece che la decisione odierna viene da lontano e porterà nei prossimi anni a conseguenze ancora più gravi, con effetto domino sulla intera industria chimica locale. LB va richiamata, quindi, almeno a rispondere della responsabilità sociale, che ricade su tutte le imprese secondo la nostra Costituzione, da parte tutti i rappresentanti politici e sociali della città, della provincia e della regione per le dimensioni delle ricadute economiche e sociali della sua attività. Tutta la regione Puglia ha interesse in questa vertenza e non sono state certo le amministrazioni locali a impedire il doveroso ammodernamento tecnologico la cui mancanza la massima dirigenza LB implicitamente ora invoca per giustificare se stessa e l’immotivata chiusura.
Se poi si vuole adottare l’economia circolare di cui LB si fregia a piè sospinto nella sua comunicazione esterna, non sarebbe sopportabile che non si facesse carico di quello che lascerebbe andandosene in tutto o in parte. È come se un cittadino quando non gli funziona più l'auto la lasciasse per strada: nessuna dismissione di un impianto che ha prodotto profitti privati per decenni deve generare costi sociali e ambientali variegati e pluriennali a carico del pubblico e della collettività.
Brindisi, 11.9.2023
Salute Pubblica, Medicina Democratica, NOTAP/SNAM Brindisi, Cobas Brindisi
Basell. Confesercenti Puglia esprime preoccupazione per la situazione