Redazione
INFLAZIONE: COLDIRETTI PUGLIA, +18% PREZZI PASTA MA GRANO GIU’ DEL 30%; BOOM ALL’ESTERO +37%.
Aumenta del 18% il prezzo della pasta nell’ultimo anno mentre il grano duro per produrla viene pagato agli agricoltori il 30% in meno nello stesso periodo. E’ quanto denuncia la Coldiretti Puglia, che segnala al contempo il boom delle vendite all’estero di pasta made in Puglia del 37%, sulla base dei dati Istat Coeweb.
La pasta – sottolinea la Coldiretti Puglia – è ottenuta direttamente dalla lavorazione del grano con l’aggiunta della sola acqua è non trovano dunque alcuna giustificazione le divergenze registrate nelle quotazioni, con la forbice dei prezzi che si allarga e mette a rischio i bilanci dei consumatori e quelli degli agricoltori.
Una distorsione che appare chiara anche dall’andamento dei prezzi medi al consumo che secondo l’Osservatorio del Ministero del Made in Italy variano per la pasta da 1,50 a 2,3 euro al chilo, mentre le quotazioni del grano sono crollate a 38 centesimi di euro al chilo, insiste Coldiretti Puglia.
Una anomalia di mercato sulla quale – sostiene la Coldiretti - occorre indagare anche sulla base della nuova normativa sulle pratiche sleali a tutela delle 200mila imprese agricole che coltivano grano. I ricavi – sottolinea la Coldiretti - non coprono infatti i costi sostenuti dalle imprese agricole e mettono a rischio le semine ma anche la sovranità alimentare del Paese. Le superfici agricole coltivate a frumento duro, secondo le prime previsioni del Masaf per quest’anno, sono in flessione per un investimento di 1,22 milioni ettari con una riduzione di circa il 2% rispetto all’anno precedente. Le difficoltà del mercato dei cereali sono peraltro confermate dalla decisione di Polonia ed Ungheria di bloccare le importazioni di grano dall’Ucraina, contestata dalla Commissione Europea.
Siamo di fronte a manovre speculative con un deciso aumento delle importazioni di grano duro dal Canada dove il grano – precisa la Coldiretti - viene coltivato secondo standard non consentiti in Europa per uso del glifosate nella fase di preraccolta. Occorre invece – continua la Coldiretti - ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali. Bisogna riattivare da subito - precisa la Coldiretti - la Commissione Unica Nazionale per il grano duro, la cui attività in via sperimentale si è sospesa nell'ottobre del 2022, perché fornisce trasparenza al mercato e dà la possibilità di poter mettere attorno ad un tavolo tutti gli attori della filiera eliminando le distorsioni e i frazionamenti delle borse merci locali. Importante – conclude la Coldiretti - anche investire nella ricerca che, come motore dell'innovazione varietale, deve rispondere non solo alle richieste qualitative del mondo industriale, ma anche rispondere alle nuove esigenze produttive e di resilienza verso gli effetti del cambiamento climatico, rispondendo al contempo alle nuove richieste di sostenibilità volute dalla nuova Politica Agricola Comunitaria.
A causa della siccità e dei costi di produzione in tilt, era già crollata la raccolta del grano in Puglia nel 2022 con una diminuzione del 26% rispetto all’anno precedente, quando ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali dei costi correnti – continua la Coldiretti Puglia - sono state proprio le coltivazioni di cereali, dal grano all’avena, che servono al Paese a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato. La crisi ucraina e i suoi contraccolpi globali hanno messo in evidenza quanto l’Italia sia deficitaria su molti fronti per quando riguarda il cibo ed è costretta ad importare i 3/4 (73%) della soia, il 64% del grano tenero per biscotti e pane e il 44% del grano duro per la pasta.
La Puglia è il principale produttore italiano di grano, con 10milioni di quintali prodotti in media all’anno. La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Puglia ed in Italia, che nell’ultimo decennio – denuncia Coldiretti Puglia - hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente.
Intanto, si registra il balzo dell’export della pasta pugliese – insiste Coldiretti Puglia - proprio sotto la spinta dell’allarme globale provocato dalla guerra in Ucraina sulla certezza e salubrità del cibo che ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza.Le migliori varietà di grano duro selezionate, da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese – aggiunge la Coldiretti regionale - che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano.
Le superfici seminate – aggiunge Coldiretti Puglia - potrebbero raddoppiare con la produzione di grano che deve puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati e tendere ad una sempre più alta qualità, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale. Con gli interventi straordinari decisi dalla Commissione Ue può essere garantita anche in Puglia la messa a coltura di oltre 100mila ettari lasciati incolti per la insufficiente redditività, per gli attacchi della fauna selvatica e a causa della siccità che va combattuta con investimenti strutturali per realizzare piccoli invasi che consentano di conservare e ridistribuire l’acqua per aumentare la produzione aggiuntiva di grano duro per la pasta, di tenero per fare il pane e di mais per gli allevamenti.
Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali ma è necessario investire – aggiunge Coldiretti Puglia - per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.
Bisogna invertire la tendenza ed investire per rendere il Paese il più possibile autosufficiente per le risorse alimentari facendo tornare l’agricoltura centrale negli obiettivi nazionali ed europei, conclude Coldiretti nel sottolineare che nell’immediato occorre salvare le aziende agricole da una insostenibile crisi finanziaria per poi investire per aumentare produzione e le rese dei terreni.
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Mesagne Bene Comune lancia la campagna "Io Non Sfrutto"
Mesagne Bene Comune lancia la campagna "Io Non Sfrutto" per la legalità e contro lo sfruttamento lavorativo nella ristorazione.
Sarebbe opportuno per chi amministra la città assicurarsi che gli spazi di proprietà pubblica, quando affidati ad imprese, non diventino luogo di sfruttamento lavorativo.
E se alcune imprese vincono gli affidamenti di più di uno spazio pubblico, non diventerebbe ancora più opportuna questa rassicurazione? E se chi ufficiosamente rappresenta queste imprese non si limita in alcun modo a rendere chiara la propria posizione sui social su come dovrebbe essere quantificata " la paga" dei propri dipendenti e da anni ne è sempre alla ricerca di nuovi, non suonerebbe forse un campanello d'allarme?
C'è una questione che dobbiamo affrontare: se questa città ha deciso di accogliere, senza regolamentazione alcuna, l'apertura di attività ristorative allora come cittadini e amministratori dobbiamo pretendere che il profitto non si poggi sullo sfruttamento di chi ci lavora.
Mesagne Bene Comune lancia la campagna “IO NON SFRUTTO” chiedendo alle attività imprenditoriali mesagnesi di partecipare volontariamente ad un incontro in cui si raccontano e ottengono un adesivo da esporre all’esterno dei propri locali con la dicitura” IO NON SFRUTTO” per distinguersi da chi non garantisce ai propri dipendenti condizioni di lavoro dignitose.
Siamo certi dell’esistenza di imprese che operano onestamente sul nostro territorio a dimostrazione che si può fare, e siamo anche certi che alcune attività tirano a campare, ma altre se la cavano molto bene e che, per quanto non è mai giustificabile che i dipendenti non abbiano il 100% delle tutele, in alcuni casi le difficoltà a garantirle possono essere comprese. Non ci spieghiamo come sia possibile però avere le capacità finanziarie per ampliare le proprie attività o aprirne di nuove e non per regolarizzare i propri collaboratori.
Vogliamo vederci chiaro perché abbiamo l’impressione che questa sia una condizione consolidata nel tempo e diffusa capillarmente. Non è giusto nei confronti delle persone che ci lavorano, delle imprese che anche con sacrificio garantiscono ai propri dipendenti tutele e garanzie né tantomeno dei cittadini che hanno il diritto di sapere a quali condizioni e compromessi questo modello di sviluppo può coesistere con la bandiera della legalità che questa città ha deciso di far sventolare.
Lunedì 17 aprile - alle ore 17.30 presso l’Auditorium del Castello comunale di Mesagne - la presentazione dei risultati del progetto “Forma urbana e necropoli dell’abitato di Mesagne in età messapica e romana”. Il lavoro di ricerca, promosso dal Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università del Salento, è finanziato nell’ambito del Bando che ogni anno il Consorzio Universitario Interprovinciale Salentino rivolge ai Comuni a sostegno di iniziative locali da realizzarsi sul territorio. Degli importanti risultati si dà traccia nel volume “L’urbanistica di Mesagne in età messapica e romana” a cura della prof.ssa Liliana Giardino.
Intervengono:
- on. Antonio Matarrelli, sindaco della città di Mesagne
- prof. Raffaele Casciaro, direttore del dipartimento dei Beni Culturali dell’Università del Salento
- dott. Giuseppe Muci, funzionario archeologo c/o Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce
- dott. Stefano Minerva, presidente CUIS.
Relatori:
- dott.ssa Alessia Galiano, direttore del Mater - Museo Archeologico “Ugo Granafei” di Mesagne
- prof.ssa Flavia Frisone, referente scientifico “Forma urbana e necropoli”
- prof. Fortunato Sconosciuto, componente CUIS.
Conclude la prof.ssa Liliana Giardino, già titolare della Cattedra di Urbanistica del Mondo antico del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università del Salento.
Nell’occasione sarà ancora visitabile la mostra “Mesagne messapica. La città svelata” a cura della dott.ssa Giuliana Carluccio. L’allestimento, organizzato in tre sezioni, si sofferma sui temi ricostruttivi della forma urbana e delle necropoli in età messapica.
L’iniziativa è aperta al pubblico, ingresso gratuito.
AGRUMI: COLDIRETTI PUGLIA, CROLLO PREZZI (-48%)
AGRUMI: COLDIRETTI PUGLIA, CROLLO PREZZI (-48%); NECESSARI RAPPORTI FILIERA VIRTUOSI.
Sono crollati del 48% i prezzi degli agrumi sulla piazza di Taranto, con il rincaro del carrello della spesa e il cambiamento climatico che hanno decimato i raccolti, mentre i consumatori hanno tagliato gli acquisti di frutta che crollano dell’8% in quantità rispetto allo scorso anno, ai minimi da inizio secolo. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base del rapporto Ismea, con lo scenario illustrato nel corso del focus sugli agrumi del Golfo di Taranto a Massafra, quando è aumentata la superfice in produzione di agrumi del 13,7% nel 2022 rispetto all’anno precedente, mentre si assiste ormai in maniera strutturale al crollo delle quotazione, andamento ciclico in ogni campagna.
“I prezzi non sono assolutamente remunerativi. E’ stata l’ennesima annata da dimenticare”, lancia l’allarme il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo. “Si tratta di un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori, su cui è necessario intervenire con misure di trasparenza per promuovere i consumi sul mercato interno di prodotti del territorio e favorire le esportazioni”, aggiunge Cavallo.
Al calo dei consumi si aggiunge l’arrivo incontrollato di agrumi di provenienza estera che contribuisce notevolmente – dice ancora Coldiretti Taranto - ad appesantire il livello economico e occupazionale delle imprese agricole regionali, ma che ha anche riverberi negativi nei riguardi dei consumatori, su cui è necessario intervenire con misure di trasparenza per promuovere i consumi dei prodotti del territorio. Il risultato è un calo dei consumi che sono scesi per le arance sotto i 15 chili a persona all’anno – insiste Coldiretti Taranto - per effetto di una diminuzione che negli ultimi 15 anni varia da oltre il 20% per le arance ad oltre il 50% per i mandarini e le clementine.
“E’ necessaria l’istituzione di un tavolo agrumicolo permanente, considerato che la crisi del comparto è strutturale, e un Piano agrumicolo regionale che preveda il sostegno per nuovi impianti e una rigenerazione del patrimonio agrumicolo in provincia di Taranto”, chiede il direttore della Coldiretti regionale, Pietro Piccioni.
Per ridurre la volatilità e stabilizzare i prezzi occorre – insiste la Coldiretti Taranto - realizzare rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti e l’avvio da parte della Regione dia avvio a un immediato piano promozionale del prodotto agrumicolo regionale, anche in accordo con la Distribuzione Organizzata.
“Non è certo un periodo particolarmente positivo – spiega Lorenzo Bazzana, responsabile economico settore ortofrutta della Coldiretti nazionale - per le produzioni ortofrutticole, strette tra cambiamenti climatici, insetti e patogeni alieni, crisi economica e calo dei consumi. Gli italiani hanno ridotto i consumi di ortofrutta dell’8% nell’ultimo anno e rispetto al 2000 i consumi si sono quasi dimezzati. Servono iniziative importanti per rilanciare la produzione, ridare un giusto reddito ai produttori e stimolare i consumi perché, ai livelli attuali, meno di 300 grammi di ortofrutta al giorno, rischia di esplodere la spesa sanitaria del nostro paese. Si deve lavorare per rendere più distintive la nostre produzioni, con una identità legata al territorio ed alla qualità e rilanciare i consumi di ortofrutta, agrumi in particolare, alla base di quella dieta mediterranea che ha permesso agli italiani di raggiungere record di longevità e salute. Distintività, qualità, accordi di filiera e lotta alle pratiche sleali per un giusto reddito, sono gli strumenti per rilanciare l’economia ortofrutticola”, aggiunge Bazzana.
Le imprese agricole impegnate nella produzione di agrumi in provincia di Taranto sono 1.041, il 9% del totale dell’imprenditoria agroalimentare jonica, con una produzione di clementine, arance e mandarini di 2,5 milioni di quintali – dice Coldiretti Taranto - un patrimonio da valorizzare attraverso un piano straordinario agrumicolo ed un sostegno al reddito. Intanto, la Puglia ha detto addio a oltre 8 milioni di piante di frutta fresca in Puglia negli ultimi quindici anni con la scomparsa che riguarda tutte le principali produzioni, con il taglio maggiore che ha interessato limoni (-27%), arance (-23%), mele (-17%), clementine e mandarini (-3%).
Un trend pericoloso anche dal punto di vista ambientale con degrado e all’abbandono che favorisce le alluvioni e le frane. A preoccupare è anche l’impatto climatico: le coltivazioni, come le foreste, possono generare benefici ecosistemici che non sono solo la rimozione di CO2 ma, ad esempio, il miglioramento della biodiversità e della qualità dell’aria, secondo un’analisi di Rete Clima. Una pianta adulta – precisa Coldiretti Taranto – è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. In altre parole, quindi con la strage di piante da frutto è venuta a meno in Italia la capacità di assorbimento di ben 2 milioni di chili di inquinanti all’anno.
Per sostenere le esportazioni, la crescita e le nuove opportunità di lavoro occorre investire sulla competitività del Made in Italy a partire dall’apertura a nuovi mercati esteri e dal superamento delle grandi difficoltà create dall’embargo russo. Servono nuovi mercati e maggiori tutele per i produttori – insiste Coldiretti Puglia - circa il prezzo di vendita dei prodotti che possa tutelarli e consentirgli la copertura dei costi di coltivazione, gestione e raccolta dei prodotti così da poter distribuire maggiori ricchezze anche ai lavoratori.
L’impennata dei costi di produzione ha colpito tutte le fasi dell’attività aziendale – rileva Coldiretti Taranto - dal riscaldamento delle serr+e ai carburanti per la movimentazione dei macchinari, dalle materie prime ai fertilizzanti, con spese più che raddoppiate anche per gli imballaggi, con gli incrementi che colpiscono le retine e le buste (+72%), alla carta per bollini ed etichette fino al cartone ondulato per le cassette (+77%), stesso trend di rincari per le cassette in legno, mentre si allungano anche i tempi di consegna, in qualche caso addirittura quintuplicati.
Alle barriere commerciali si aggiungono i danni causati dalla concorrenza sleale – denuncia Coldiretti Taranto - con quasi 1 prodotto alimentare su 5 importato in Italia che non rispetta le normative in materia di tutela della salute e dell’ambiente o i diritti dei lavoratori vigenti nel nostro Paese, spesso spinto addirittura da agevolazioni e accordi preferenziali stipulati dall’Unione Europea.
E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute, secondo il principio di reciprocità. La crisi della frutta italiana mette a rischio non solo la salute dei cittadini ma anche il futuro delle oltre diecimila giovani imprese agricole che hanno scelto di investire nel settore ortofrutticolo, il più gettonato dagli agricoltori under 35, conclude Coldiretti nel sottolineare che si tratta di “una nuova generazione di imprenditori che hanno assicurato in questi anni un apporto importante dal punto di vista dell’innovazione di prodotto e della sostenibilità delle coltivazioni che non possiamo ora permetterci di perdere.
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Lotto, Puglia protagonista: vinti 153mila euro
Lotto, Puglia protagonista: vinti oltre 131 mila euro
Il 10eLotto premia la Puglia: nell’ultimo concorso, come riporta Agipronews, a Sammichele di Bari, in provincia di Bari, sono state centrate due vincite per un totale di 131.250 euro. La più alta, dal valore di 66.750 euro è seguita da un’altra da 64.500, entrambe con quattro terni e una quaterna sulla ruota di Torino. L'ultimo concorso del Lotto ha distribuito 10,1 milioni di euro, per un totale di 326 milioni da inizio anno.
10eLotto, Puglia fortunata: vinti 22 mila euro
La Puglia fa festa grazie al Lotto. Nel concorso del 15 aprile, come riporta Agipronews, centrate vincite per 22mila euro in Puglia, con un 6 Doppio oro da 12mila euro a Ortelle, in provincia di Lecce, e a un 5 da 10mila euro a San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia. L'ultimo concorso del 10eLotto ha distribuito premi per oltre 24 milioni di euro in tutta Italia, per un totale di oltre 1,16 miliardi di euro in questo 2023.
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Mattina da incubo per centinaia di passeggeri. Dovevano raggiungere Bari, ma il volo ha riportato oltre tre ore di ritardo all’atterraggio. È accaduto, oggi, lunedì 17 aprile, con il volo Ryanair Roma Bari FR5816, con pesanti disagi per i passeggeri della compagnia aerea Ryanair.
I passeggeri, quindi, sono stati costretti a trascorrere ore intere all’interno dell’aeroporto di Roma Fiumicino, vedendo rinviato il proprio volo in partenza inizialmente alle 07:05 e atterrato solamente alle 11:13.
Un disservizio che ha portato non pochi disagi per i passeggeri desiderosi di raggiungere la città pugliese, che, però, grazie all’assistenza gratuita di ItaliaRimborso, possono ottenere 250 euro come compensazione pecuniaria. Sembra che il ritardo, infatti, sia dovuto a problematiche della compagnia aerea ed il team sostiene che ci possano essere gli estremi per l’applicazione del Regolamento Comunitario 261/2004.
Per contattare ItaliaRimborso e segnalare il volo in ritardo Ryanair Roma Bari è possibile farlo segnalando direttamente il disservizio con il form presente nel sito italiarimborso.it.
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Divieto di sosta su piazza Crispi per indagini strutturali della stazione ferroviaria
Si informa che al fine di poter eseguire i lavori di indagini geognostiche e strutturali della stazione ferroviaria di Brindisi, funzionali al progetto di riqualificazione e ammodernamento della stessa, con ordinanza dirigenziale è stato disposto il divieto di sosta su piazza Crispi con rimozione dei veicoli, dalle ore 6 del 18 aprile 2023 sino alle ore 24 del 19 aprile 2023.
Sono esclusi dal presente provvedimento i veicoli delle Forze dell’Ordine, i mezzi di Soccorso e quelli utilizzati per l’esecuzione dei lavori sopra descritti.
Fondazione Lorenzo Caiolo, a 5 anni dalla scomparsa le iniziative in memoria dell’amato prof
Fondazione Lorenzo Caiolo, a 5 anni dalla scomparsa le iniziative in memoria dell’amato prof. Ricorrono nell’aprile 2023 i cinque anni dalla scomparsa del prof. Lorenzo Caiolo e la Fondazione in suo nome vuole onorare la memoria del maestro di pace originario di San Vito dei Normanni con una serie di iniziative che diffonderanno, tra i giovani soprattutto, il suo grande amore per la legalità.
Ospite della Fondazione dal 26 al 28 aprile sarà Angelo Corbo, agente della scorta di Giovanni Falcone sopravvissuto alla strage di Capaci, che ha conosciuto di persona Lorenzo e instaurato con lui un rapporto di amicizia e reale condivisione di ideali. Con Corbo si darà vita ad un ciclo di incontri tra scuole e cittadinanza in cui racconterà il suo vissuto legato alla tragedia che lo ha visto protagonista con gli altri uomini della scorta e con il giudice e sua moglie; di sicuro, egli affermerà la sua dedizione ad ogni percorso che affermi la legalità contro il mostro della mafia e porterà il suo ricordo di Lorenzo riconoscendo in lui un uomo di eccezionale valore del nostro Paese.
La sua testimonianza sarà fondamentale, in particolare, nell’evento atteso per la giornata del prossimo 27 aprile: l’Istituto Professionale per i Servizi Sociali, Ottico, Odontotecnico e Industria e Artigianato per il Made in Italy “Morvillo Falcone” di Brindisi, in collaborazione con la Fondazione L. C., intende intitolare a Lorenzo Caiolo l’Aula Docenti dello stesso edificio scolastico. Si tratta di un gesto di evidente valore che ne riconosce la straordinaria figura di “artigiano di pace” e docente appassionato, fortemente voluto dalla dirigente scolastica prof.ssa Irene Esposito e dal corpo docenti (seguirà programma d testimonianza dettagliato).
Il 18 aprile, giorno in cui ricorre la morte del prof. Caiolo, sarà celebrata una Messa in suo ricordo nella Chiesa di Santa Rita in San Vito dei Normanni, alle ore 19.00.
Lorenzo Caiolo, biografia sintetica
Nasce nel 1954 a San Vito dei Normanni, in via Donato Carbotti, da Angelo e Lucia Pascariello. Ha due fratelli e due sorelle. Vive sino ad undici anni a San Vito dei Normanni in via Vito Masiello nella Contrada Furchi, un popolare quartiere senza servizi. In quegli anni (6-11) lavora come garzone presso un negozio di Alimentari, portando la spesa a domicilio dei clienti. Poi va per 7 anni in Seminario: studia a Francavilla Fontana, Giovinazzo, Terlizzi e Montefusco. Torna a San Vito dei Normanni per frequentare l’ultimo anno di Liceo classico al “Benedetto Marzolla” di Brindisi.
-1998 al 2004 Progettista e Coordinatore del Laboratorio CittàRagazziOstuni. (Nel 2000 il Comune di Ostuni ha vinto il Primo Premio Nazionale come Città sostenibile per le bambine e i bambini).
Riconoscimento per Miglior progetto per una città sostenibile delle bambine e dei bambini 2000 “Per l’attenzione costante posta nella costruzione di una città a misura dei bambini come modello evoluto di convivenza civile e di corretto rapporto tra uomo e ambiente. Per l’insieme di iniziative che hanno visto i bambini protagonisti di tutte le fasi, dalla progettazione alla realizzazione come, per esempio, il Giardino dell’Acquaro. Per l’impegno profuso nel promuovere una cultura della pace e della solidarietà mediante l’organizzazione di eventi anche di carattere internazionale come La Settimana dei bambini del Mediterraneo.” (Motivazione per il primo premio)
-dal 1999 Ideatore, Progettista e Coordinatore di “Un mare di incontri nella Città Bianca: giochi, storie, libri ed altro dei bambini del Mediterraneo. Settimana dei Bambini Mediterranei” organizzata dal Comune di Ostuni.
La settimana dei bambini del Mediterraneo è nata dal suo lavoro per i bambini e con i bambini. Essi chiedono di andare oltre, di costruire con loro un mondo migliore. Quella richiesta s’incontrò con un suo antico desiderio: fare di Ostuni, la città bianca e incantevole della Puglia, un faro di pace e d’incontri del Mediterraneo, partendo dai bambini. La Settimana è nata, in particolare, dal suo amore per un Mediterraneo di pace, dalla fiducia nella forza trasformatrice dei ragazzi sostenuti da educatori che operano per un’educazione alimentata da libertà creatività solidarietà responsabilità protagonismo intercultura. Far incontrare veramente i bambini provenienti dalle sponde di questo mare. Farli giocare insieme, scambiarsi le storie, incontrare tanti scrittori per conoscere nuove storie, sperimentare l’intercultura, fare tantissimi incontri… Ogni anno ad Ostuni ed in altri 10 comuni 30 mila ragazzi hanno vissuto l’intensa ed arricchente esperienza interculturale.
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Accesso ai servizi d’integrazione scolastica per studenti diversamente abili, a.s. 2023-2024
Già dagli scorsi anni la Provincia di Brindisi ha dato corso, con esito positivo, al Piano di informatizzazione finalizzato a far crescere la qualità dei servizi forniti alla cittadinanza, introducendo la modalità online di compilazione delle istanze di nuovo accesso e di rinnovo ai Servizi di Integrazione Scolastica relativamente a:
- Trasporto scolastico assistito per studenti disabili gravi (legge n. 104/92, art. 3 comma 3) frequentanti le scuole medie superiori di competenza della Provincia di Brindisi e residenti in uno dei 20 Comuni della Provincia di Brindisi;
- Integrazione scolastica per studenti disabili gravi (legge n. 104/92, art. 3 comma 3) frequentanti le scuole medie superiori e residenti in uno dei 20 comuni della Provincia di Brindisi:
- Assistenza specialistica alla comunicazione per gli studenti disabili sensoriali frequentanti le scuole di ogni ordine e grado, residenti in uno dei 20 comuni della Provincia di Brindisi.
Nell’imminenza della nuova programmazione a.s. 2023-2024, si comunica che l’accesso ai predetti servizi deve essere effettuato necessariamente sulla piattaforma dell’Ente provinciale: undefined
La piattaforma sarà attiva dal prossimo 18 Aprile c.a.
le richieste a cura delle famiglie devono essere presentate entro il 25 Maggio c.a..
Il termine di scadenza non è perentorio ma è funzionale all’organizzazione dei Servizi. Oltre tale termine, soprattutto per il trasporto scolastico assistito, le istanze potranno essere prese in considerazione, compatibilmente con le risorse finanziarie programmate e con le linee di percorrenza già organizzate.
Per l’accesso online è necessario disporre di:
- Spid del richiedente (genitore, tutore o curatore richiedente l'accesso ai servizi provinciali dell’integrazione scolastica);
- numero di telefono mobile (genitore, tutore o curatore richiedente l'accesso).
Al fine della compilazione della domanda, il genitore, tutore o curatore richiedente l'accesso dovrà disporre di:
- Certificazione disabilità grave (ex art. 3, comma 3, L.N. 104/92), per i servizi di cui ai precedenti punti 1 e 2 (per gli utenti in possesso della Certificazione disabilità grave ex art. 3, comma 1, L.N. 104/92 si informa che questo Ente, solo dopo aver assicurato la presa in carico di tutti gli utenti in possesso della "certificazione ex art. 3 comma 3 L. N. 104/1992" e, comunque, nel limite della disponibilità delle risorse, potrà prendere in carico ulteriori alunni disabili, così come da linee guida della Regione Puglia);
- Certificazione disabilità sensoriale grave, per i servizi di cui al precedente punto 3.
Lo staff della Provincia e del Segretariato Sociale saranno a disposizione per fornire ogni necessaria assistenza tecnica e supporto per l'invio delle domande, previo appuntamento da prendere negli orari di servizio, contattando i referenti ai numeri: 0831-565450, 0831-565464, 0831-565117, 0831-565269.
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CGIL Brindisi-le gravi criticità organizzative dell'intero P.O. di Francavilla- nella UOC di Ortopedia e traumatologia
La FPCGIL Brindisi, nel contesto delle recenti azioni sindacali collettive già intraprese a difesa della sanità pubblica brindisina, a seguito del confronto coi lavoratori* del P.O. Francavilla Fontana, in cui sono emerse sia istanze individuali che collettive, per le quali la scrivente segreteria si riserva di utilizzare il sistema delle tutele individuali/collettive, accoglie e
denuncia
le gravi criticità organizzative dell’intero P.O. di Francavilla determinatesi nel corso di un decennio a causa di una progressiva quanto inesorabile riduzione degli investimenti nelle dotazioni organiche, strutturali e tecnologiche di quel presidio.
Il presidio ospedaliero francavillese, inquadrato dalla Regione Puglia come Ospedale di I livello nel Piano di “Riordino ospedaliero della Regione Puglia ai sensi del D.M. n. 70/2015 e delle Leggi di Stabilità 2016-2017” deliberato nel 2019, è, purtroppo, gravato da gravissime carenze di organico medico, come già rappresentato, nei mesi precedenti, a proposito del Pronto Soccorso e, in queste ultime ore, a proposito della Ginecologia e Ostetricia. Eppure, queste criticità organizzative non sono le uniche in quello che potrebbe funzionare anche da Centro Trauma di Zona: nella UOC di Ortopedia e traumatologia del “D. Camberlingo” vi è una dotazione organica, attualmente, di soli 3 (tre!) medici a fronte di una dotazione di organico prevista di 7 (sette!) medici più il Direttore.
Premesso che già la dotazione organica di sette medici prevista dal Piano triennale del fabbisogno di personale dell’ASLBR è del tutto inadeguata a garantire la sicurezza delle cure, in continuità assistenziale con guardia medica, ad un reparto di ben 24 posti letto accreditati, ma lasciare soli tre medici ortopedici per una domanda di salute proveniente da un bacino di utenza stimabile tra i 150 e 300 mila abitanti sembra uno di quei giochini sadici delle distopie fantascientifiche in cui gli spettatori si divertono a guardare morire i concorrenti. Questa dotazione organica impone di fatto il lavoro forzato agli ortopedici di Francavilla; c’è chi arriva a svolgere ben 30 (trenta!), reperibilità al mese: un carico lavorativo insostenibile ed anche in violazione della normativa sui riposi! Deve scapparci veramente il morto, come già successo in altro presidio, prima che codesta amministrazione assuma dei provvedimenti seri a tutela dei lavoratori? Quanto forte deve essere il grido di aiuto dei lavoratori perché venga udito? A chi scrive appare del tutto evidente che una tale carenza di organico medico non può che ridurre la gratificazione personale ed il senso di appartenenza all’azienda dei lavoratori dipendenti e, contemporaneamente, aumentare il rischio clinico e i rischi professionali tra cui l’esposizione agli infortuni, alle patologie stress-lavoro correlato, allo straining, burnout nonché alle aggressioni ed al contenzioso medico-legale, due patologie del conflitto sociale generato ed aggravato anche dalle disuguaglianze di salute nella provincia brindisina (giova ripetere quanto già evidenziato a proposito dei PPSS brindisini anche per l’ortopedia francavillese evidentemente)!
Cambiano le persone alla direzione strategica dell’ASLBR, ma la condotta rimane la medesima.
Giova ripeterlo perché le gravi carenze di organico, che fanno sempre comodo ai bilanci, vengono sistematicamente imputate all’inefficacia delle diverse procedure di reclutamento di personale dirigente già espletate, ma giammai vengono affrontate le ragioni della scarsa attrattività lavorativa delle strutture brindisine. Ad esempio, non è mai stata presa in considerazione una politica assunzionale finalizzata alla riduzione del precariato: questo obiettivo nell’ASLBR consiste essenzialmente nell’economicissimo risparmio derivante dalla scadenza dei contratti a tempo determinato, naturalmente il più brevi possibili, tre mesi, sei mesi, e se non ti sta bene te ne puoi andare; e infatti i lavoratori se ne vanno in quelle aziende dove anche i contratti a tempo determinato danno comunque una certa stabilità emotiva occupazionale e salariale, perché magari sono a scadenza di 36 mesi (determinando così i requisiti per la stabilizzazione) o perché coprono i tempi necessari all’espletamento dei concorsi per l’assunzione a tempo indeterminato (peraltro sempre velocissimi e tempestivi rispetto a quelli dell’ASLBR)!
Chiara Cleopazzo |
C. Luca Ghezzani |
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Segretaria Area Sanità FPCGIL Brindisi |
Coordinatore Dirigenza Sanitaria SSN FPCGIL Brindisi |
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