Redazione
Covid - 19. Oggi sono complessivamente 1537 i casi positivi in Puglia di cui 103 in provincia di Brindisi
Dati del giorno: 28 febbraio 2022
Dati complessivi
La guerra blocca le importazioni di grano
UCRAINA: COLDIRETTI PUGLIA, CON GUERRA STOP A 1/3 GRANO MONDIALE; MA ‘IL DURO’ PUGLIESE PERDE 2 EURO AL Q.LE IN 1 MESE.
Nonostante il crollo delle forniture per pasta, pane e dolci e mais per animali nelle stalle.
A far volare i prezzi del grano e degli altri prodotti agricoli esteri è la sospensione a causa della guerra delle spedizioni commerciali dai porti sul mar Nero dell’Ucraina che insieme alla Russia rappresenta quasi 1/3 del commercio mondiale di grano (29%) ma anche il 19% delle forniture globali di mais per l’allevamento animale e ben l’80% delle esportazioni di olio di girasole, ma le quotazioni di grano duro Made in Puglia sono scese di 2 euro al quintale in 1 mese. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, sugli effetti economici della guerra che hanno determinato un balzo delle quotazioni mondiali al Chicago Board of trade, punto di riferimento per le materie prime agricole.
“Il caro energia e l’aumento dei costi di produzione, così come gli effetti della guerra in Ucraina con il blocco dell’import non possono e non devono ricadere sulle spalle degli agricoltori pugliesi che stanno subendo gli stessi rincari esorbitanti dei costi di produzione, mentre inaccettabili speculazioni cercano di scaricare sull’anello più debole della catena il corto circuito degli aumenti delle ultime settimane, come denunciamo per il grano fino al latte alla stalla”, dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
La Puglia è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che sono stati costretti a ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati perché molte industrie per miopia hanno preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale attraverso i contratti di filiera sostenuti dalla Coldiretti.
La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 360.000 ettari coltivati e quasi 10 milioni di quintali prodotti. La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e abbandono che nell’ultimo decennio hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 – aggiunge Coldiretti Puglia - dopo con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente, dalla concorrenza sleale delle importazioni dall’estero soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore nel nostro Paese.
Una emergenza mondiale che riguarda direttamente l’Italia che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame, secondo l’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia peraltro che l’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 20% ma garantisce anche il 5% dell’import nazionale di grano.
L’aumento di mais e soia sta mettendo in ginocchio gli allevatori italiani che devono affrontare aumenti vertiginosi dei costi per l’alimentazione del bestiame (+40%) e dell’energia (+70%) a fronte di compensi fermi su valori insostenibili. Il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse, – sottolinea Coldiretti – ha raggiunto i 46 centesimi al litro secondo l’ultima indagine Ismea, un costo molto superiore rispetto al prezzo di 38 centesimi riconosciuto a una larga fascia di allevatori.
L’Italia è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che sono stati costretti a ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati perché molte industrie per miopia hanno preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale attraverso i contratti di filiera sostenuti dalla Coldiretti. E quest’anno sono praticamente raddoppiati in Italia i costi delle semine per la produzione di grano per effetto di rincari di oltre il 50% per il gasolio necessario alle lavorazioni dei terreni ma ad aumentare sono pure i costi dei mezzi agricoli, dei fitosanitari e dei fertilizzanti che arrivano anche a triplicare. Nonostante questo il grano duro italiano – sottolinea la Coldiretti – è pagato agli agricoltori nazionali meno di quello proveniente dall’estero da Paesi come il Canada dove è coltivato peraltro con l’uso del diserbante chimico glifosato in preraccolta, vietato in Italia.
Per fermare le speculazioni a livello internazionale e garantire la disponibilità del grano – continua la Coldiretti regionale – occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali. Ci sono le condizioni per incrementare la produzione in Italia dove – precisa la Coldiretti – secondo l’Istat si stimano 500.596 ettari seminati a grano tenero per il pane, con un incremento dello 0,5% mentre la superfice del grano duro risulta in leggera flessione dell’1,4% per un totale di 1.211.304 ettari anche se su questa prima analisi pesano i ritardi delle semine per le avverse condizioni climatiche che potrebbero portare a rivedere il dato.
La guerra sta innescando un nuovo cortocircuito sul settore agricolo nazionale che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria in alcuni settori ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities, dal grano al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento – conclude Coldiretti - per recuperare competitività rispetto ai concorrenti stranieri e nell’immediato occorre garantire la sostenibilità finanziaria delle stalle con prezzi giusti che consentano agli allevatori di continuare a lavorare.
Asl Br1. Al via le vaccinazioni con Novavax
Vaccinazioni anti covid: avvio quarta dose ai fragili e open day per il Novavax.
Mesagne. Assemblea dipendenti comunali per rinnovo Rsu
La FP- C.G.I.L. unitamente ai suoi Delegati R.S.U. del Comune di Mesagne indice l’Assemblea dei dipendenti dell'Ente, per il 10 marzo dalle ore 15.00 alle ore 18.30, presso l’Aula Consigliare dell’Ente nel rispetto delle norme anti COVID-19.
I sindaci della provincia contro la guerra e per la pace
"Noi siamo Ucraini.
Siamo il bambino oncologico nell’ospedale colpito dalle bombe russe.
Siamo le mamme ed i papà in colonna per scappare dall’inferno della guerra.
Siamo i giovani strappati alla famiglia e al futuro e mandati al fronte.
Siamo spaventati dalle esplosioni e dai sibili dei missili.
Siamo atterriti dai cingolati per le strade.
Siamo tutti sulle barricate a Kiev contro l’invasore.
Non c’è guerra che abbia una ragione, non ci sono invasioni giustificate, non ci sono confini violabili con la forza.
Tutta la comunità brindisina esprime la più forte condanna per questa guerra che mette in pericolo la libertà di tutti. La storia sembra non abbia insegnato nulla agli accecati da manie di grandezza e a chi di noi lascia covare senza coraggio personalismi ed ideologismi, per compromessi capitalistici, per diplomazie senza principi e senza valori.
La pace è l’unico presidio per un futuro di libertà dei popoli.
I sindaci dei comuni della provincia di Brindisi, in modo unitario, si dichiarano disponibili ad ogni sostegno che possa essere richiesto ed organizzato volontaristicamente, pronti ad attivare ogni canale per testimoniare la vicinanza al popolo ucraino”.
I sindaci dei Comuni della Provincia di Brindisi
CARNEVALE: COLDIRETTI PUGLIA, GUERRA ARRIVA A TAVOLA E TORNA FAI DA TE CASALINGO, +20% PREZZI CHIACCHIERE
La guerra arriva direttamente sulle tavole del carnevale con aumenti fino al 20% dei prezzi delle chiacchiere in forni e pasticcerie per effetto dei rincari record delle materie prime e dell’energia che spingono molte famiglie al più economico fai da te recuperando le ricette della tradizione regionale. E’ quanto stima la Coldiretti regionale, in occasione dell’ultimo fine settimana prima del martedì grasso del Carnevale 2022 durante il quale i dolci della tradizione contadina e le antiche ricette sono protagonisti nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica con degustazioni, esposizioni e cooking show per aiutare il ritorno alla preparazione casalinga degli italiani.
Le quotazioni del grano si sono attestate sul valore di 8,59 dollari per bushel, dopo aver raggiunto il massimo da oltre 13 anni, alla chiusura settimanale del mercato future di Chicago che rappresenta il punto di riferimento mondiale delle materie prime agricole ma prezzi elevati si segnalano anche per tutte le componenti base dei dolci di carnevale, dal burro allo zucchero e soprattutto – sottolinea la Coldiretti Puglia - per i costi energetici di cottura. Un problema per un Paese come l'Italia che - precisa la Coldiretti regionale - è costretta ad importare il 64% del grano tenere ma anche zucchero e grassi di cui ha bisogno perché non ha voluto investire sulla propria agricoltura.
Con i prezzi che oscillano tra i 20 ai 40 euro al chilo per l’acquisto al forno o in pasticceria non manca dunque chi si dedica alla preparazione casalinga per risparmiare ma anche – sottolinea la Coldiretti – per il piacere di esprimere la propria creatività personale nella realizzazione di dolci da offrire in famiglia o a parenti ed amici. Partendo da ricette regionali che utilizzano ingredienti semplici come farina, zucchero, burro, miele e uova è possibile fare una ottima figura spendendo meno di dieci euro al chilo con la scelta della migliore qualità e compresi i consumi energetici per la cottura.
La preparazione casalinga offre anche la possibilità di assicurarsi la qualità e la freschezza degli ingredienti, che fanno la differenza sul risultato finale, a partire dalle uova e dal miele che – continua la Coldiretti regionale – possono essere acquistati anche nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica. I dolci casalinghi sono preferiti dai bambini che – precisa la Coldiretti – stanno riscoprendo l’orgoglio di mostrare a scuola o nelle feste private l’abilità in cucina delle proprie mamme. Il fatto che una porzione di 50 grammi di frappe contenga 235 chilocalorie significa che un consumo moderato non ha effetti drammatici sulla dieta e sulla salute anche perché la privazione in un momento di festa, soprattutto per i più piccoli – sostiene la Coldiretti regionale – può avere effetti negativi sull’umore.
Il Carnevale – ricorda la Coldiretti – prende le mosse dalla tradizione della campagna, dove segnava il passaggio tra la stagione invernale e quella primaverile e l’inizio della semina nei campi che doveva essere festeggiata con dovizia. I banchetti carnevaleschi – conclude la Coldiretti – sono molto ricchi di portate perché, una volta in questo periodo si usava consumare tutti i prodotti della terra, non conservabili, in vista del digiuno quaresimale.
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Pnrr, Almiento: «Puntare anche sui beni confiscati per creare servizi e buona occupazione»
Puntare anche sul riutilizzo e la restituzione dei beni confiscati alle mafie per creare servizi al cittadino e buona occupazione. E' la proposta avanzata dallo Spi Cgil nel corso della riunione per la presentazione del «Modello Brindisi per il benessere sociale diffuso», presentato nei giorni scorsi nel Salone di rappresentanza della Provincia di Brindisi dagli Ambiti Territoriali Sociali. L’Amministrazione Provinciale coordinerà le manifestazioni di interesse sul primo riparto dei fondi di circa 8,6 milioni del PNRR.
E proprio per quanto riguarda le «missioni» 5 e 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza lo Spi Cgil – convocato al tavolo come richiesto dai sindacati confederali e di categoria – nell'ambito della riunione, ha presentato, tra le altre, anche la proposta di attenzionare l’avviso pubblico del Ministero per il Sud e la coesione territoriale ( prorogato al 31 Marzo 2022) che mette a disposizione 250 milioni del PNRR per il recupero e la restituzione alla collettività di questi spazi sottratti alla criminalità organizzata – e in provincia ce ne sono molti -, in modo da creare iniziative volte non solo ad offrire nuovi servizi con risvolti sociali, ma anche alla creazione di lavoro buono, soprattutto per i giovani e per persone svantaggiate, finalità che non va sottovalutata. Un esempio è quello della presentazione alla cittadinanza, sabato scorso, del locale in via Remo che l'Amministrazione comunale di Brindisi sta candidando con un progetto di riutilizzo come Market solidale.
Tutto il Sindacato Confederale è interessato a che non si perda nessuna delle opportunità offerte dai finanziamenti del Pnrr e per questo motivo ha espresso apprezzamento per l'avvio di un tavolo di confronto con gli Ambiti in relazione ai progetti che partecipano al Piano nazionale di ripresa e resilienza. E’ favorevole all'attivazione di una cabina di regia provinciale, perché riprende l'orientamento contenuto nella legge 328 del 2000 che avviava il processo della programmazione partecipata dei piani sociali di zona. La Provincia, prima della scellerata riforma Del Rio, svolgeva un ruolo di coordinamento che oggi è importante ritrovare per governare la massa di progetti che si intendono ammettere a finanziamento riguardo le linee d’indirizzo delle «missioni» 5 e 6 del PNRR. Lavorare insieme presentando progetti di sovra-ambito, o inter-ambito, può essere la strategia vincente per cogliere ogni opportunità offerta dalle risorse messe a disposizione.
Il Sindacato ha esortato quindi a fare presto a confrontarsi nel merito dei progetti per dare fattivamente il proprio contributo, nell’ottica di creare lavoro pubblico dignitoso e stabile, e dare risposte con servizi essenziali di qualità, a partire dai programmi sull’ assistenza domiciliare e di altri servizi volti a colmare le fragilità di anziani, fasce deboli e disagiate, e a costruire una rete integrata di servizi socio-assistenziali e socio-sanitari. E’ per questo che le Organizzazioni Sindacali attendono di essere convocati anche dalla nuova direzione dell’ASL . Così come diventa essenziale il confronto con tutti i Comuni per capire quali progetti si stanno predisponendo per le altre misure del PNRR. La sfida è infatti quella di portare benefici alla popolazione determinando al contempo quel cambiamento necessario per uno sviluppo ecosostenibile e solidale.
Michela Almiento
Segretaria Generale
SPI Cgil Brindisi
Covid - 19. Oggi sono complessivamente 2566 i casi positivi in Puglia di cui 200 in provincia di Brindisi
Dati del giorno: 27 febbraio 2022
Dati complessivi
Mesagne. Due 37enni segnalati per droga
A conclusione di un servizio straordinario di controllo del territorio nel Comune di Latiano, i Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni hanno segnalato all’Autorità Amministrativa due 37enni di Mesagne per detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale, poiché:
‒ uno è stato trovato in possesso di 0,5 grammi di marijuana e 0,5 grammi di hashish, occultati negli slip;
‒ l’altro, a seguito di perquisizione domiciliare, è stato trovato in possesso di 0,2 grammi di hashish.
Complessivamente sono state identificate 69 persone, controllati 45 veicoli, eseguite 6 perquisizioni, contestate 3 contravvenzioni al Codice della Starda per complessivi 249,00 Euro, controllati 3 esercizi pubblici e 9 green pass.
COLDIRETTI PUGLIA, ALLARME NEVE E GELO PER FRUTTA E VERDURA
Il forte e repentino abbassamento della colonnina di mercurio accompagnato da temporali violenti, nevicate a Bari e Foggia e gelate mattutine, dopo il caldo anomalo di un ‘inverno primaverile’, mette a rischio verdure e ortaggi coltivati all’aperto ma anche i prossimi raccolti di frutta. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti Puglia, in occasione dell'allerta della protezione civile per l’irruzione di aria gelida con temperature sotto lo zero e la caduta di neve, in un inverno pazzo che aveva fatto segnare fino ad ora una temperatura superiore di 0.55 gradi, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr relativi al mese di gennaio che è stato uno dei più asciutti mai registrati.
A preoccupare – continua la Coldiretti regionale – è anche il balzo dei costi per il riscaldamento delle serre per la coltivazione di ortaggi e fiori che risente dell’impennata della bolletta energetica. Nelle campagne il caldo anomalo – sottolinea la Coldiretti regionale – ha provocato il ”risveglio” anticipato della natura con le margherite e le primule sbocciate nei campi e mandorli, albicocchi e pesche pronti alla fioritura e quindi particolarmente sensibili all’arrivo del maltempo che rischia di compromettere i prossimi raccolti mentre le mimose coperte dalla neve non potranno essere donate per la festa delle donne l’8 marzo.
La tropicalizzazione del clima determina la maturazione precoce dei prodotti agricoli come mandorli e peschi in fiore a febbraio, mimose già pronte a dicembre e a gennaio, maturazione contemporanea degli ortaggi in autunno e brusca variazioni climatiche con ingenti danni in campagna. Sono disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante.
Il gelo poi – sottolinea la Coldiretti regionale – colpisce le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie, e broccoli. Questi ultimi reggono anche temperature di qualche grado sotto lo zero ma se la colonnina di mercurio scende repentinamente o se le gelate sono troppo lunghe si verificano danni.
L’aumento record dei costi energetici, infatti, spegne le serre e mette a rischio il futuro di alcune delle produzioni più tipiche del florovivaismo come tra gli altri il ciclamino, il lilium o il ranuncolo, con il caro bollette che ha un doppio effetto negativo – denuncia Coldiretti Puglia - perché riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare con l’arrivo del freddo e dell’inverno. Il costo dell’energia – continua la Coldiretti – si riflette infatti in tutta la filiera agroalimentare e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione, la distribuzione ed i trasporti. Per le operazioni colturali gli agricoltori – spiega la Coldiretti regionale – sono stati costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre – continua Coldiretti Puglia – l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%), il fosfato biammonico Dap raddoppiato (+100%) da 350 a 700 euro a tonnellata, mentre prodotti di estrazione come il perfosfato minerale registrano +65%. Non si sottraggono ai rincari anche i fertilizzanti a base di azoto, fosforo e potassio che subiscono anch’essi una forte impennata (+60%). L’aumento dei costi riguarda anche l’alimentazione del bestiame, il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi ma ad aumentare sono pure i costi per l’essiccazione dei foraggi, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne. Il rincaro dell’energia – insiste Coldiretti Puglia - si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi. Di fronte ad una emergenza senza precedenti serve – conclude la Coldiretti – responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle.
Sono dunque pesanti gli effetti del caro bollette, associati al cambiamento climatico con l’eccezionalità degli eventi atmosferici che è ormai diventata la norma tanto che siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – continua Coldiretti regionale – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi meteo violenti con sfasamenti stagionali e territoriali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Un inizio di anno preoccupante dopo che le anomalie del 2021 hanno tagliato i raccolti con crolli che vanno dal 25% per il riso al 10 % per il grano, dal 15% per la frutta al 9% per il vino ma anche l’addio ad un vasetto di miele Made in Italy su quattro. Per effetto del maltempo si contano – conclude Coldiretti Puglia - danni stimati di oltre 150 milioni di euro per i raccolti a fronte del balzo nei costi di produzione, dai carburanti ai fertilizzanti, dalle macchine agli imballaggi fino ai mangimi per alimentare il bestiame.
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