Redazione
CONSUMI: COLDIRETTI PUGLIA, +7,5% EXPORT FORMAGGI È RECORD STORICO
E’ record storico per gli acquisti di formaggi Made in Italy nel mondo con un balzo del 7,5% delle esportazioni trainate anche dalla riapertura dei ristoranti al livello internazionale. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, presentata a Bari al grande mercato regionale di Campagna Amica in Piazza del Ferrarese, dove è stata allestita l’esposizione dei formaggi pugliesi, dalle mozzarelle ai caciocavalli, dai formaggi erborinati, caprini e di fossa, fino ai pecorini dagli imbriachi agli affinati, con la preparazione in diretta della famosa burrata pugliese e i percorsi guidati di assaggio con l’affinatore di formaggi di Campagna Amica.
Circa i 2/3 delle esportazioni sono dirette all’interno dell’Unione Europea dove si è verificato un aumento dell’8,8% mentre gli Stati Uniti sono il principale mercato di sbocco fuori dai confini comunitari con un balzo del 12%.
A pesare sui mercati internazionali è anche il cosiddetto “italian sounding” di prodotti senza alcun legame produttivo ed occupazionale con il nostro Paese. A taroccare il cibo italiano – evidenzia la Coldiretti regionale – sono soprattutto i Paesi emergenti o i più ricchi dalla Cina all’Australia, dal Sud America agli Stati Uniti. Negli USA il 99% dei formaggi di tipo italiano sono “tarocchi” nonostante il nome richiami esplicitamente le specialità casearie più note del Belpaese, dalla mozzarella alla ricotta, dal Provolone al pecorino.
Fra le brutte copie dei prodotti caseari nazionali nel mondo, in cima alla classifica c’è la mozzarella, seguita dal provolone, dalla ricotta e dal pecorino realizzato però senza latte di pecora. La pretesa di chiamare con lo stesso nome prodotti profondamente diversi è – continua la Coldiretti – inaccettabile e rappresenta un inganno per i consumatori ed una concorrenza sleale nei confronti degli imprenditori.
A pesare nelle stalle tra l’altro – sottolinea la Coldiretti Puglia - sono gli effetti di fenomeni estremi come la siccità e l’afa con il forte aumento dei costi di produzione a partire da quelli energetici e per l’alimentazione degli animali nelle stalle con il mais che registra +50%, la soia +80% e le farine di soia +35% rispetto allo scorso anno. Con 3 DOP (canestrato pugliese, mozzarella di Gioia del Colle e mozzarella di bufala) e 17 formaggi riconosciuti tradizionali dal MIPAAF (burrata, cacio, caciocavallo, caciocavallo podolico dauno, cacioricotta, cacioricotta caprino orsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, pallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, scamorza, scamorza di pecora, vaccino) – aggiunge Coldiretti Puglia – il settore lattiero–caseario garantisce primati a livello nazionale e Sigilli della biodiversità dal valore indiscutibile.
Occorre intervenire urgentemente per salvare la “Fattoria Puglia”, dove sono riuscite a sopravvivere con grande difficoltà in Puglia – conclude Coldiretti Puglia – appena 1.400 stalle per la produzione di latte, decisivo presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali a causa principalmente del prezzo del latte spesso non remunerativo, dovuto non solo alla crisi, ma anche e soprattutto alle evidenti anomalie di mercato con i prezzi alla stalla che subiscono inaccettabili ‘fluttuazioni’ e agli alti costi di gestione degli allevamenti.
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Flai-Metes accanto ai delegati delle strutture e ai lavoratori dei settori industria alimentare, forestali ed agricoli. Tre giornate formative organizzate dalla Flai Cgil di Brindisi sui temi dei fondi integrativi e della previdenza complementare nel settore industria alimentare, in quello forestale e quello agricolo.
Prosegue l'impegno sul fronte della formazione da parte della Flai Cgil di Brindisi. Le giornate di formazione Flai-Metes (Istituto di ricerca e formazione promosso dalla Flai Cgil) relative ai lavoratori del settore industria alimentare, del settore forestale e di quello agricolo si sono svolte l'11, il 12 ed il 13 ottobre scorsi, raccogliendo una notevole partecipazione.
«Bilateralità fondi integrativi sanitari e previdenza complementare». L'11 ottobre è iniziata la prima giornata formativa per i delegati e lavoratori dell’industria alimentare. Formazione su fondo Fasa e fondo pensione complementare Alifond.
Il 12 ottobre è toccato ai lavoratori e delegati del settore forestale. Formazione sui fondi F.I.L.COOP sanitario, CIMIF e previdenza complementare. .
Il 13 ottobre ai compagni e compagne delle Camere del lavoro di Brindisi, delegati e lavoratori hanno preso parte alla giornata di formazione su: fondo Fisa e previdenza complementare Agrifondo. Fondi integrativi sanitari e Previdenza complementare, ormai strumenti di salario differito previsti nei vari Contratti collettivi nazionali (CCNL) di competenza che insieme alla previdenza complementare daranno stabilità e certezze alla pensione dei lavoratori in termini economici.
Ai corsi, organizzati dalla Flai Puglia, con la compartecipazione dell'Istituto di formazione Metes, hanno preso parte, tra gli altri, Massimo Pagano e Tiziana Priori rispettivamente capo dipartimento e responsabile dei fondi integrativi e previdenza complementare Flai Cgil Nazionale che hanno spiegato la natura obbligatoria e non normativa delle clausole contrattuali relative all'istituzione di fondi di assistenza sanitaria integrativa. La loro sottoscrizione da parte del datore di lavoro, a favore dei dipendenti, è da ritenersi obbligatoria. Le aziende che non intendono versarli dovranno a scelta erogare al singolo lavoratore un elemento non assorbibile della retribuzione di importo fisso predeterminato e previsto dal CCNL di competenza e/o assicurare al singolo lavoratore gli importi per le medesime prestazione sanitarie previste dal fondo. La previdenza complementare rappresenta il secondo pilastro del sistema pensionistico il cui scopo è quello di integrare la previdenza di base obbligatoria. Essa ha come obiettivo quello di concorrere ad assicurare al lavoratore, per il futuro, un livello adeguato di tutela pensionistica, insieme alle prestazioni garantite dal sistema pubblico di base. La Flai Cgil ritiene fondamentale la formazione su questi temi particolarmente importanti per fornire la migliore assistenza possibile ai lavoratori.
Cosimo Della Porta
Segretario Generale
Flai-Cgil Brindisi
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Mesagne. In 9 mesi aperte oltre 35 nuove attività produttive
Boom di aperture commerciali a Mesagne e zero chiusure nei primi nove mesi dell’anno 2021. È il risultato del post pandemia, quando i giovani hanno deciso di investire nella loro città grazie anche a un clima turistico favorevole agevolato dai programmi messi in campo dal Comune. Tra le varie attività avviate anche una ricercatissima “Panserotteria”, aperta da Blazon, dei Boomdabash, con il comico Mandrake. L’anno precedente il collega Biggie Bash, aveva rilevato un noto bar mesagnese. I giovani hanno, quindi, compreso che il clima a Mesagne è favorevole per avviare un’attività commerciale. Infatti, secondo i dati trasmessi dall’ufficio Attività produttive, dal 4 gennaio al 12 settembre 2021 a Mesagne ci sono state 14 nuove aperture di bar, ristoranti, attività di somministrazione di alimenti e bevande.
Altri 15 sono stati i nuovi esercizi di vicinato in cui non vengono messi in vendita prodotti alimentari. Inoltre, sono stati aperti 6 nuovi negozietti per la vendita di alimenti. Oltre a queste attività, nel periodo preso in considerazione, sono stati avviati alcuni laboratori artigianali, come ad esempio saloni di coiffeur, sono state ampliate alcune attività commerciali ed ha aperto i battenti una attività di commercio all’ingrosso. Dati che confermano che i mesagnesi vogliono investire nella propria città, ma anche che ci sono imprenditori che da fuori città vengono ad aprire una attività a Mesagne. È un risultato confortante che è in linea con il momento magico che sta vivendo la città.
Antonello Mingenti, assessore alle Attività produttive del Comune di Mesagne, è entusiasta di questi risultati: “Sono certamente soddisfatto perché queste aperture sono il risultato di una politica vincente che è stata avviata dall’Amministrazione Matarrelli. Nel periodo preso in considerazione non abbiamo avuto nemmeno una chiusura. Le cessazioni, che pure ci sono state, si sono trasformate tutte in un subingresso. Oggi è palpabile la fiducia di tanti giovani a voler investire sul proprio futuro in una città che sta crescendo in termine di benessere sociale. Noi, come amministrazione, ne siamo davvero onorati”. Tuttavia, questa vivacità commerciale, espressa quasi completamente nel cuore storico di Mesagne, deve fare i conti anche con l’altra faccia della medaglia. Infatti, è vero che sono aumentate le attività commerciali, ma è altrettanto vero che sono aumentate le presenze turistiche in città. Su questo fronte l’Amministrazione Matarrelli sta cercando di strutturare il turismo cercando di realizzare le infrastrutture necessarie. In primis delle aree di parcheggio, nelle immediate vicinanze del centro storico, e un regolamento che disciplini l’occupazione di suolo pubblico nel centro storico, rispettoso dei diritti dei residenti. Intanto, per il prossimo Natale l’Amministrazione comunale sta già programmando l’accoglienza dei vacanzieri. Sarà la prova della nuova strategia gestionale, in generale, che sta strutturando in queste settimane.
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Mesagne. Smantellata la tanto discussa pista ciclabile
Dopo due decenni dalla sua costruzione gli escavatori della ditta incaricata della ristrutturazione di via Guglielmo Marconi, l’arteria principale della città, hanno smantellato la pista ciclabile. Gioia e dolori dei mesagnesi per almeno tre lustri. Per la verità la pista ciclabile, disarticolata nella sua formazione spaziale, in questi anni è stata utilizzata poco dai ciclisti che preferivano pedalare sull’asse viario. Tuttavia, non è un addio alla pista ciclabile, ma soltanto un arrivederci. Al termine della ristrutturazione, infatti, sarà realizzata un’altra pista ciclabile con modalità differenti e nella massima sicurezza. Sui social lo smantellamento di questo manufatto, realizzato nei primi anni del nuovo millennio, è stato accolto con grande soddisfazione. Sul posto ieri mattina è giunto l’assessore ai Lavori pubblici, Roberto D’Ancona.
“Come possiamo vedere – ha spiegato l’amministratore – è giunto il tempo di smantellare la pista ciclabile che con la sua conformazione odierna ha creato diversi problemi. Adesso, quindi, è tempo di mettere in sicurezza via Guglielmo Marconi. Ai cittadini voglio dire che stiamo cambiando, in soli due anni e mezzo dal nostro insediamento, il volto di Mesagne. Bisogna avere solo un po' di pazienza e tutte le opere inserite in programma saranno realizzate”.
La pista ciclabile di via Marconi faceva parte di un progetto complessivo denominato “Mesagne vivibile a piedi e in bicicletta”, elaborato e realizzato durante l’Amministrazione comunale a guida del sindaco Mario Sconosciuto, assessore all’Ambiente e Città sane, Giuseppe Indolfi, e condiviso da Pompeo Molfetta all’epoca assessore all’Urbanistica. La pista era parte integrante del Progetto Città sane della città di Mesagne. Il progetto era stato elaborato e realizzato in modo partecipato da alcuni tecnici comunali e dai volontari di un collettivo di associazioni locali denominato appunto “Mesagne vivibile a piedi e in bicicletta” composto dall’associazione Cicloamici, il Wwf, Legambiente, Miniera, Pro Loco ed altre, sotto la supervisione tecnica dell’architetto Alberto Marescotti, tecnico del Comune di Padova nonché esperto Fiab.
Le opere di progetto avevano riguardato due percorsi all’interno del centro urbano - via G. Marconi e via S. Rosa - e cinque percorsi cicloturistici: il complesso delle piste ciclabili, infatti, collega vari ambiti urbani, dall’area del mercato settimanale alle strutture scolastiche, ai rioni periferici, ma anche luoghi di interesse paesaggistico come il parco “Baden Powell”, in contrada Tagliata. Uno dei due percorsi ciclabili all’interno del centro urbano ha riguardato via Marconi, essendo la stessa una delle principali arterie della città e, come tale, attraversata quotidianamente da un notevole traffico veicolare sia leggero che pesante.
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Covid -19. Oggi sono complessivamente 66 i casi positivi di cui 1 in provincia di Brindisi
Dati del giorno: 17 ottobre 2021
Dati complessivi
Servizio straordinario di controllo del territorio. Due denunce e cinque segnalazioni amministrative
Servizio straordinario di controllo del territorio. Due denunce e cinque segnalazioni amministrative. I Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni, a conclusione di un servizio straordinario di controllo del territorio svolto nel comune di San Vito dei Normanni, hanno:
˗ denunciato in stato di libertà:
- un 36enne di Carovigno, in atto sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora, poiché è stato sorpreso alla guida di un motociclo, senza aver mai conseguito la patente di guida, reiterando nella medesima condotta in quanto già contravvenzionato per lo stesso motivo il 6 e il 19 marzo 2021. Il mezzo è stato affidato al proprietario;
- un 27enne di origine romena domiciliato a Torchiarolo, poiché a seguito di perquisizione veicolare è stato trovato in possesso di una mazza da baseball in legno, lunga 52 cm, rinvenuta sotto il sedile posteriore, posta sotto sequestro.
˗ segnalato ai sensi dell’art. 75 d.p.r. 309/90:
- un 60enne di San Vito dei Normanni, trovato in possesso di 5,88 grammi di hashish, occultati nel risvolto della camicia;
- un 19enne di San Vito dei Normanni, trovato in possesso di 2,5 grammi di marijuana, occultati nel comodino della sua camera da letto;
- un 34enne di Carovigno, trovato in possesso di 1,5 grammi di cocaina, occultati nel calzino;
- un 35enne di Carovigno, trovato in possesso di 0,9 grammi di hashish, occultati nella tasca dei pantaloni indossati;
- un 33enne di Carovigno, trovato in possesso di 0,6 grammi di marijuana, occultati nel marsupio.
Gli stupefacenti rinvenuti sono stati posti sotto sequestro.
Complessivamente sono state eseguite 5 perquisizioni, operati 5 controlli a persone sottoposte a misure di sicurezza e prevenzione, identificate 46 persone, controllati 33 mezzi ed elevate 7 contravvenzioni al codice della strada; 4 gli esercizi pubblici controllati.
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Dal suo balcone lanciava sassi contro un appartamento del vicino condominio, denunciato
Dal suo balcone lanciava sassi contro un appartamento del vicino condominio, denunciato. I Carabinieri della Stazione di Brindisi Centro, a conclusione degli accertamenti effettuati anche mediante la disamina delle immagini degli impianti di videosorveglianza, hanno denunciato in stato di libertà un 20enne del luogo per danneggiamento e getto di cose pericolose. In particolare, il giovane nell’arco temporale luglio – settembre 2021, in diverse occasioni, dal balcone dell’abitazione di residenza, ha lanciato sassi contro un appartamento del condominio attiguo, danneggiando vari arredi da giardino, appartenente a un 52enne del luogo, il quale nel medesimo periodo ha presentato varie querele presso il citato Comando Arma. I danni arrecati sono in via di quantificazione.
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Mesagnese evade dai domiciliari e va in carcere
Era evaso dai domiciliari, sostituita la misura cautela domiciliare con quella in carcere. A Brindisi, presso la locale casa circondariale, i Carabinieri della Stazione di Mesagne hanno eseguito un’ordinanza di sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari con quella della custodia cautelare in carcere, emessa dall’Ufficio Esecuzione Penale della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce nei confronti di un 32enne di Mesagne. Il provvedimento scaturisce dalle segnalazioni dei militari operanti in ordine all’arresto per evasione eseguito lo scorso 5 ottobre.
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UNA DELEGAZIONE UILTEC BRINDISI A ROMA ASSIEME AI SINDACATI UNITARI
Anche una delegazione della Uiltec Brindisi presente sabato 16 ottobre alla manifestazione nazionale convocata a Roma da Cgil, Cisl, Uil “Mai più fascismi, per il lavoro, la partecipazione, la democrazia”.
A capo della delegazione brindisina in Piazza San Giovanni il Segretario Territoriale della Uiltec Carlo Perrucci che ha voluto esprimere la preferenza del Sindacato per piazze come quelle vissute ieri «democratiche e libere, non contro qualcuno ma per qualcosa: per il lavoro per la sicurezza per la dignità dei lavoratori».
«È una grande manifestazione democratica, unitaria - ha detto dal palco il leader nazionale della Uil Bombardieri - per dire no al fascismo e a qualsiasi estremismo e sì a un Paese unito: in questa piazza c’è la nuova resistenza. Una piazza che chiede di essere ascoltata anche perché nel Paese c’è un disagio sociale che non è più accettabile e le diseguaglianze aumentano dal Nord al Sud, con oltre 1 milione di poveri in più da inizio pandemia e 5 milioni di poveri assoluti: è questa la vera emergenza. Noi - ha proseguito Bombardieri - diciamo che il profitto non può prevalere su tutto: non possiamo esserne succubi. E alla sostenibilità economica va affiancata la sostenibilità sociale. Serve una riforma sociale, serve lavoro stabile, servono investimenti - ha concluso Bombardieri - rispettando le persone, la qualità della vita, la sicurezza».
Ringraziando il popolo Uiltec sceso in piazza il Segretario Generale della UIltec Paolo Pirani ha fatto saper che quella vissuta ieri è stata «una giornata caratterizzata dai valori di libertà, democrazia e lavoro che rende più sicuro il Paese e fa guardare con fiducia al futuro nel quale l’intero sindacato confederale, unito e compatto, ha detto no ad ogni forma di fascismo e ha affermato il senso di prospettiva che caratterizza il mondo del lavoro. Di tutto questo la Uiltec ha mostrato efficacemente anima, orgoglio e senso di appartenenza. È stato un bel giorno».
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CAOS E DISGUIDI CON I TEST RAPIDI PER IL RILASCIO DEL GREEN PASS
Da oltre un mese e mezzo, il corpo Docente e il personale ATA scolastico è sottoposto giornalmente a controlli sistematici all'inizio dell'orario di lavoro con lo strumento del green pass. Circa 180mila, tra docenti e non docenti in Italia, e tra il personale scolastico è costretto a presentarsi al lavoro a seguito di una stressante azione di coercizione dettata da un diktat quantomeno discutibile. Infatti i lavoratori ogni 48 ore (ogni 2 giorni) devono attivarsi per ricercare farmacie, medici o centri dove vengano eseguiti i tamponi, pagare circa 15 euro a tampone (45 euro a persona ogni settimana) e poi attendere nel limbo per ore e capire se l'indomani potranno lavorare oppure no.
Questa situazione rischia di diventare insostenibile, infatti non solo è necessario un impegno extrascolastico che vede vincolati i lavoratori ad ore di ricerca dei centri dove devono sottoporsi a proprie spese a tamponi, per giunta invasivi e dannosi per la salute dell'apparato respiratorio. Ora che tutte le categorie di lavoratori devono sottoporsi a questo trattamento sanitario forzato con l'obbligatorietà le richieste di prenotazioni di tamponi diventano veramente un’odissea infinita. Si registrano tantissimi disguidi e malfunzionamenti del sistema di certificazione, un drastico spostamento di orario al mattino o alla sera con ore di file interminabili per "tamponarsi”, a volte vengono lasciate vuote le caselle negli orari successivi perché alcuni, per problemi di salute o impegni familiari, non possono presentarsi per i test. Nelle farmacie si deve subire la fila interminabile anche di chi giustamente si reca presso questi presidi per le ricette o per altre cure sanitarie. Si calcola in modo approssimativo che potrebbero essere circa 4 milioni i lavoratori che in Italia non si sono vaccinati.
E che dal 15 ottobre per tornare in ufficio o in fabbrica dovranno fare un tampone per poter esibire un green pass valido. Chi ricorre ai test antigenici rapidi - che valgono per 48 ore – necessita di tre test a settimana e quindi a regime si arriverebbe a fare una montagna di tamponi: fino a 10 milioni, in pratica oltre un milione al giorno in una settimana. Una domanda enorme che difficilmente la rete di farmacie e laboratori riuscirà a soddisfare. Molti lavoratori giustamente chiedono il test non più tardi delle otto del mattino, per avere il risultato e il messaggio generato dalla piattaforma del Governo per il Green Pass entro un’ora, cioè in tempo utile per entrare in ufficio, ma questo spesso non avviene, infatti la piattaforma genera errori e ritardi inaccettabili per chi deve entrare nel luogo di lavoro. I lavoratori sono lesi, nei principi e nei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione, ma le sigle della confederazione dei sindacati (CGIL, CISL,UIL, e anche GILDA) non muovono un dito per garantire il lavoro come principio irrinunciabile per salvaguardare la dignità umana. Si chiede coralmente che i sindacati tutti e il Governo ritirino immediatamente questo provvedimento che di sanitario non ha proprio niente (come ampiamente sottolineato dai medici e dagli scienziati anche filogovernativi), ma che rappresenta solo uno strumento di ricatto moralmente inaccettabile per cittadini e lavoratori di uno Stato civile e democratico.
Liberamente docenti
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