Redazione

Senza turismo per i blocchi e le limitazioni agli spostamenti imposti dall’emergenza Covid sono a rischio i 311 i tesori alimentari tradizionali dei borghi di Puglia custoditi da generazioni dagli agricoltori e salvati per sostenere la rinascita del Paese. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti Puglia, in occasione dell’avvicinarsi delle ricorrenze di Pasqua e del lunedì dell’Angelo.

La Puglia è particolarmente ricca di borghi con il 33% tra i più belli d’Italia, dove si conservano le antiche tradizioni enogastronomiche rurali, incrementano la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali, dove Dop, Igp e i 311 prodotti pugliesi riconosciuti tradizionali dal Mipaaf vengono coltivati, allevati e trasformati, in quelli che rappresentano veri e propri presidi presìdi della biodiversità.

“Le realtà sotto i cinquemila abitanti rappresentano in Puglia una rete diffusa su poco più del 14% del territorio, ma con una presenza che unisce il senso di comunità all'appartenenza geografica e la custodia di valori e tradizioni come quella del cibo e dei prodotti tipici”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

L’assenza di turisti stranieri e italiani ha un impatto pesante sulla sopravvivenza di tesori agroalimentari unici al mondo legati alla storia e all’economia dei territori, che – sottolinea la Coldiretti - sono il simbolo della grande creatività, tradizione, qualità e sicurezza alla base del successo del Made in Italy nel mondo. Una patrimonio da salvare che – precisa la Coldiretti - non ha solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale e che garantisce la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate proprio nel momento in cui con il Covid pone l’esigenza di cambiare la distribuzione demografica della popolazione e ridurre la concentrazione nei grandi centri urbani.

Il cibo infatti – aggiunge Coldiretti Puglia – è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Puglia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche, un tesoro che può contare su 13 bevande analcoliche, distillati e liquori, 24 carni fresche e loro preparazione, 1 condimento, 17 formaggi, 1 olio extravergine aromatizzato, 120 prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati, 79 paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria, 43 prodotti della gastronomia,  9 preparazioni di pesci, molluschi e crostacei e tecniche particolari di allevamento degli stessi, oltre a 4 prodotti lattiero caseari, la ricotta fresca, la ricotta forte, la ricotta marzotica leccese e la ricotta salata o marzotica.

Il turismo enogastronomico "è il vero traino dell'economia turistica pugliese – insiste il presidente Muraglia - caratterizzato da 5 milioni di ulivi pluricentenari, 311 prodotti riconosciuti tradizionali dal MIPAF, 10 prodotti DOP, 29 vini DOC e 6 IGP, oltre a pregevoli masserie storiche, le più belle d'Italia che caratterizzano la proposta agrituristica pugliese".

Il crollo del turismo straniero in Puglia ha causato un buco di circa 5 miliardi nelle spese dei viaggiatori dall’estero, che sono crollate del 61% nel 2020 rispetto all’anno precedente, toccando il minimo da almeno venti anni, spiega Coldiretti su dati di Bankitalia.

Dietro ogni prodotto c’è una storia, una cultura ed una tradizione che è rimasta viva nel tempo ed esprime al meglio la realtà di ogni territorio – conclude Coldiretti Puglia – con la necessità di valorizzare questo patrimonio anche per aumentare la spinta propulsiva del Made in Italy sui mercati esteri.

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I Carabinieri della Stazione di Mesagne, a conclusione degli accertamenti, hanno tratto arrestato in flagranza di reato per resistenza a pubblico ufficiale, oltraggio a pubblico ufficiale e atti osceni in luogo pubblico e segnalato all’Autorità Amministrativa per detenzione sostanze stupefacenti per uso personale un 33enne commerciante del luogo. In particolare, nel corso della mattinata del 2 aprile, i militari operanti lo avevano raggiunto presso il suo esercizio commerciale per eseguire una perquisizione quando l’uomo, al fine di eludere il controllo, ha tentato di allontanarsi in direzione di un vicino bar, spintonando e oltraggiando i Carabinieri. Una volta all’interno del bar, ha gettato addosso ai militari una mazzetta di banconote per complessivi 855 euro, abbassando successivamente pantaloni e slip per mostrare le parti intime ai presenti. Dopo averlo bloccato, i militari operanti hanno preceduto alla perquisizione rinvenendo 2 spinelli di marijuana occultati rispettivamente vicino al registratore di cassa e sul balcone della sua abitazione. Inoltre, all’interno del suo veicolo, è stato rinvenuto vario materiale utile per il confezionamento, il tutto sottoposto a sequestro. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, dopo le formalità di rito, l’arrestato è stato rimesso in libertà.

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Emergenza epidemiologica, gli aggiornamenti: tra ieri e oggi a Mesagne si contano 6 nuovi casi e 8 guariti.

 Sono 77 le persone attualmente positive, di cui 5 in ospedale.
Nel primo pomeriggio odierno, durante mirati servizi straordinari di controllo del territorio
finalizzati alla prevenzione e repressione del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, il
personale della Polizia di Stato traeva in arresto in flagranza del reato di detenzione di sostanza
stupefacente ai fini dello spaccio un quarantaseienne mesagnese residente a Brindisi, M.P.L. già sottoposto agli arresti domiciliari.
In particolare, personale della polizia giudiziaria del Commissariato di P.S. di Mesagne dopo
aver pedinato un assuntore di sostanze stupefacenti di origini mesagnesi, individuava un
appartamento alla via Cappuccini di Brindisi come luogo di verosimile smercio della droga. A
questo punto unitamente agli investigatori della Squadra Mobile e con l’ausilio della Squadra
Cinofili dell’Ufficio Polizia di Frontiera di Brindisi, si decideva di procedere ad effettuare una
perquisizione presso l’abitazione dell’odierno arrestato, soggetto noto alla Squadra Mobile perché
già in precedenza dagli stessi arrestato per detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio.
A seguito della perquisizione domiciliare, ben occultati in una intercapedine dell’armadio
posto nella sua camera da letto, veniva rinvenuta e sequestrata sostanza stupefacente del tipo
cocaina per un peso complessivo di circa 160 gr., oltre 1000 euro in banconote di vario taglio
provento dell’attività di spaccio, un bilancino di precisione ancora intriso di sostanza stupefacente,
del materiale utile al confezionamento e diversi assegni in bianco su cui verranno effettuati ulteriori
accertamenti investigativi. La sostanza stupefacente era in parte già suddivisa in dosi, pronta già ad
essere immessa nel mercato cittadino, generando un guadagno di oltre 15000 euro per le casse della
criminalità.
Il M.P.L. veniva accompagnato presso gli uffici del Commissariato di P.S. di Mesagne per le
formalità di rito e, visti gli elementi di reità raccolti e veniva tratto in arresto
in flagranza di reato per detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio e, per come
disposto dal P.M. di Turno presso la locale Procura della Repubblica, tradotto presso la Casa
Circondariale di Brindisi, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

“Patto per la Lettura”: la città di Mesagne risponde con 47 adesioni. Continuano le iniziative promosse dall’Amministrazione Comunale nell’ambito del riconoscimento “Città che legge”, del quale il Comune di Mesagne è stato insignito lo scorso 3 luglio dal Centro per il Libro e la lettura – CEPELL per il biennio 2020/2021. Mentre procede la consegna dei libri a tutti i nuovi nati, nei mesi scorsi le attività si sono concentrate su un altro importante obiettivo, quello del coinvolgimento delle realtà locali disponibili alla sottoscrizione di un “Patto per la Lettura”, l’accordo di comunità che riconosce nella pratica della lettura un’abitudine largamente condivisa.

Hanno aderito 47 soggetti tra associazioni, scuole, cooperative sociali, testate giornalistiche, parrocchie, pediatri e singoli cittadini, una realtà variegata e rappresentativa della ricchezza culturale di cui Mesagne è espressione. L’adesione al Patto, quale strumento aggregativo - dichiara il sindaco Toni Matarrelli - resta un’opportunità sempre aperta per quanti vorranno condividere le proprie iniziative in una dimensione comunitaria”. Il sodalizio culturale stretto con il territorio è per definizione uno strumento di governance delle politiche di promozione del libro e della lettura adottato dal Centro per il libro, proposto ad istituzioni pubbliche e soggetti privati, che individuano nella lettura una risorsa strategica su cui investire e un valore sociale da sostenere attraverso un’azione coordinata tra i diversi protagonisti locali.

La delibera di Giunta Comunale dello scorso 26 marzo, considerata l’emergenza epidemiologica che impedisce la stipula in presenza del Patto, ha ratificato ed accolto tutte le richieste di adesione considerandole meritevoli e coerenti con quanto previsto dal progetto” spiega Marco Calò, consulente cittadino alle Politiche Culturali e Scolastiche. L’impegno richiesto agli aderenti è su base volontaria; a breve sarà convocato un incontro, la cui data sarà indicata anche sulla pagina facebook dedicata, "bibliotecacittàchelegge”, per definire nel dettaglio le attività da realizzare. Il progetto “Mesagne città che legge” è a cura della dott. Alessia Galiano, responsabile della Biblioteca Comunale “Ugo Granafei”.

«Purtroppo il ministero dell’Interno non riesce a controllare i flussi» dei cittadini, «i sindaci hanno qualche vigile urbano ma non ce la fanno. Forse, è una mia interpretazione, c'è stata una volontà di mollare un pò sui controlli perché c'è una tale tensione sociale che evidentemente hanno timore che stringere troppo i controlli potrebbe provocare esplosioni. I controlli non ci sono mai stati in Italia sui cittadini che sbagliano». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a Timeline su Skytg24. Emiliano ha quindi lanciato un appello ai cittadini: «Vi prego di autogestirvi, anche andare a fare gli auguri a una persona cara può essere pericoloso». «Le messe - ha concluso - si possono fare per tv, evitate per favore i contatti sociali». 

Mercoledì 31 marzo si è tenuto in modalità videoconferenza il Consiglio Territoriale della Uiltec di Brindisi. Presenti all’importante momento della vita sindacale il Segretario Generale Nazionale Paolo Pirani, il Segretario Generale Regionale Filippo Lupelli, il Segretario Generale della Uil di Brindisi Antonio Licchello ed il Segretario Regionale della Uil di Puglia Claudio De Giorgi.

La relazione introduttiva affidata al Segretario Generale Uiltec Brindisi Carlo Perrucci è stata occasione per fare il punto della situazione sulle numerose vertenze nel territorio brindisino a partire dalle difficoltà che l’intero settore industriale sta vivendo a causa della pandemia sia in termini di produttività, con cali di commesse particolarmente significativi nei settori del Tessile, della Gomma e della Plastica, sia in termini organizzativi, a causa delle numerose vicissitudini dovute all’utilizzo dello smartworking fortemente favorito dalle normative anticovid.

Nel suo intervento Perrucci ha approfondito le singole vertenze a partire dalla decarbonizzazione della Centrale Enel di Cerano, processo nel quale sono stati accumulati numerosi ritardi, in particolare nell’iter autorizzativo per la costruzione dei nuovi impianti a gas che permetteranno una transizione energetica sostenibile e necessaria per il mantenimento della rete elettrica. Tali ritardi rischiano di vanificare la partecipazione dell’Enel alle aste per aggiudicare la produzione di energia da fonti alternative che dovrebbero essere avviate a breve da Terna.

Altra importante vertenza riguarda la cessione d’azienda della Sanofi Aventis nella costituenda new-co EUROAPI, gruppo che punta ad essere protagonista mondiale nel mercato dei principi attivi. Un passaggio che dovrebbe formalizzarsi intorno ad ottobre mentre sono ancora poco chiare le volontà di questa nuova compagine industriale su Brindisi. Non si conosce ancora quali siano gli investimenti e le nuove produzioni che l’Azienda intende trasferire in città per sostenere uno dei siti farmaceutici europei tecnologicamente più all’avanguardia.

Infine l’ultima vertenza ricordata da Perrucci riguarda l’Eni-Versalis. L’annunciata fermata del cracking di Porto Marghera, per over-capacity di etilene, sembrerebbe un vantaggio per il cracking di Brindisi ma richiede attenta riflessione e approfondimento al fine di comprendere le prossime volontà di Eni sulla chimica di base e sugli interventi di riconversione che nel prossimo futuro potrebbero interessare il Petrolchimico brindisino.

Perrucci ha dato atto ad Eni-Versalis, ed alle altre aziende co-insediate come Enipower e ChemGas, dei sostanziosi investimenti in corso per ammodernare gli impianti e la rete elettrica. Così come ha ricordato che nella prossima fermata generale, salvo imprevisti dell’ultima ora, si porteranno a compimento importanti lavori tra i quali quello della messa in servizio della nuova Torcia a Terra. Per il Segretario generale Uiltec Brindisi è tuttavia necessario mettere in pratica tutto quanto previsto nel «Protocollo sulle relazioni industriali e sindacali INSIEME» sottoscritto con Eni.

Sono tante le sfide da affrontare: dallo smartworking, al riconoscimento del diritto alla disconnessione, dalle regole del confronto nelle Commissioni di Emergenza Covid alle procedure da rispettare durante la fermata generale. Fra tutti la possibilità di somministrare i vaccini antiCovid ai dipendenti delle Aziende nella eventualità che ciò sia concesso dal Governo. Per la Uiltec Brindisi somministrare in tempi rapidi il vaccino anticovid ai lavoratori di queste aziende è una misura necessaria ed urgente considerando che durante i vari lockdown di questo anno pandemico proprio le stesse Aziende sono state dichiarate “essenziali” per il sistema Paese.

Dalla relazione di Perrucci sono emerse le continue polemiche nel dibattito pubblico del territorio sul mondo industriale. Alle già note questioni sollevate da Associazioni, di cui non si conoscono in maniera chiara e trasparente nomi e ruoli, si registrano amaramente anche le polemiche avviate dal mondo politico e delle Istituzioni.

Fra tutte per la Uiltec Brindisi risulta inspiegabile l’atteggiamento del Comune di Brindisi spesso dedito a polemiche quando non ad azioni giudiziarie. Anche l’ultima dichiarazione sul ricorso al TAR contro l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) di Eni-Versalis và in questa direzione, con relativo impegno economico delle esigue risorse comunali. Un atteggiamento per nulla in linea con quanto espresso dal Governo nazionale attraverso la firma del Ministro Cingolani che dovrebbe essere considerato un passo in avanti notevole visto che traccia l’obiettivo del potenziamento del monitoraggio ambientale attraverso un necessario accordo fra Azienda ed Enti preposti.

Il Sindacato apprezza, invece, la posizione espressa da Confindustria Brindisi attraverso l’avvocato Farina Valaori: non è più ammissibile accettare iniziative ideologiche, soggettive e arbitrarie contro un sistema industriale che continua ad essere l’unico settore che investe sul nostro territorio e che crea occupazione vera e dignitosa. Con questo atteggiamento è difficile trovare la strada del dialogo e della concretezza per rispondere alle esigenze di tanti nostri giovani e meno giovani, donne e uomini che continuano a rivendicare una opportunità lavorativa.

Nelle sue conclusioni dei lavori il Segretario Generale Paolo Pirani ha rimarcato l’importanza dell’Industria nel nostro Paese e la necessità di una sana Transizione Ecologica, necessaria a processi non più rinviabili come quello della decarbonizzazione. Un percorso che vuole contribuire a tracciare un futuro green non solo a Brindisi ed a Taranto ma per l’intera dorsale Appulo-lucana, rendendola un sistema economico competitivo ed integrato. Pirani ha ribadito la necessità di estendere il blocco dei licenziamenti fino alla fine della pandemia e di chiedere alla UE l’estensione dei fondi del Recovery Plan nel tempo, perché non siano considerate risorse “una tantum” viste le note difficoltà da parte di tutti i Paesi europei.

Sul tema dei vaccini il Segretario Pirani ha dichiarato «utile e virtuosa la possibile produzione italiana» così come si è espresso favorevolmente all’utilizzo di vaccini in azienda «purché si proceda preventivamente con un accordo con i Sindacati. Per dirla con una battuta – ha fatto sapere Pirani - noi preferiremmo che i lavoratori fossero vaccinati piuttosto che licenziati».

Per il Segretario Generale Uiltec non bisogna seguire quanto fatto in Lombardia in cui l’accordo è stato sottoscritto solo con la parte datoriale «perché si devono tutelare gli interessi di tutti, anche dei lavoratori. Nel nostro comparto sono alcune migliaia le aziende che hanno dato la loro disponibilità a fornire i loro spazi aziendali per favorire la velocizzazione della campagna vaccinale. E in alcuni casi ci sono stati già contatti con le Asl e con i comitati Covid paritetici aziendali, formati da sindacati e aziende per gestire l’emergenza Covid-19».

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FASANO - Un consiglio comunale monotematico per individuare in maniera condivisa e responsabile ogni azione utile a tutela delle esigenze della comunità scolastica della scuola secondaria di primo grado “Bianco-Pascoli” e dalle famiglie per il pieno esercizio del diritto all’istruzione. Perché la situazione è ormai ingovernabile. È la proposta del sindaco Francesco Zaccaria e formalizzata in una nota inviata all’ufficio scolastico regionale e al presidente del consiglio comunale di Fasano, Vittorio Saponaro. A portare il primo cittadino a questa azione è la situazione in cui si trova la comunità scolastica del «Bianco Pascoli» dove, scrive il primo cittadino «è ormai compromesso il sereno e ordinato svolgimento delle attività per la presenza di accertate situazioni di incompatibilità ambientale». «La comunità scolastica del “Bianco-Pascoli” costituisce un indiscusso esempio di disponibilità e di operosità – sottolinea il sindaco –, doti che, nel tempo, hanno consentito all’istituto di raggiungere grazie alla costanza e alla professionalità dei docenti importanti traguardi nei più disparati ambiti, rappresentando esempio di fattiva collaborazione con le famiglie e le istituzioni in vista dell’obiettivo primario del pieno esercizio del diritto allo studio». Ma tutto questo è compromesso. «Le vicende del trascorso anno scolastico, hanno evidenziato che la mancanza di un sistema condiviso di obiettivi e di regole rischia di minare anche la più efficace delle organizzazioni», dice Zaccaria. Sono diversi gli episodi che hanno portato a questa situazione. A partire dalla decisione unilaterale della dirigenza, a maggio scorso nel pieno di dell’emergenza sanitaria, di sospendere la continuità didattica in modalità interattiva, compromettendo lo svolgimento delle attività scolastiche, «garantite fino a quel momento in tutta Italia con modalità peculiari, innovative per la classe docente e per gli studenti e consone a salvaguardare contemporaneamente il diritto alla salute e quello a all’istruzione», sottolinea il sindaco.

Ma non finisce qui: «Basti inoltre pensare alla mancata predisposizione, nei tempi utili e già calendarizzati, delle obbligatorie misure di contenimento del virus Covid- 19 al momento dell’avvio dell’anno scolastico 2020/2021 ed il clima di profonda incertezza che per l’Istituto in questione ha rappresentato la ripresa delle attività in presenza così come riportato analiticamente nel verbale del consiglio di istituto che è già nella disponibilità di codesto provveditorato». Comunità scolastica e famiglie sono allo stremo delle forze: «Si evidenzia il profondo travaglio della comunità scolastica e delle famiglie, vissuto con modalità analoghe, stigmatizzate anche in realtà viciniori». L’amministrazione è più volte intervenuta per restituire il clima di serenità e di collaborazione violato, facendo tutti i tentativi possibili. Ma finora tutto è stato vano: «Si è nuovamente costretti a prendere atto della diffusa situazione di malcontento generata dal rientro della contestata dirigenza – dice Zaccaria –. Nell’arco di pochissime ore, infatti, la situazione di incompatibilità ambientale ha nuovamente ripreso il sopravvento, al punto che non risulta eccessivo esprimersi in termini di ingovernabilità dell’istituzione scolastica. Il dato evidenziato stride fortemente, e non potrebbe essere diversamente, con il clima collaborativo e di condivisione degli obiettivi che, grazie al fattivo impegno delle reggenze susseguitesi, della comunità scolastica e delle famiglie, ha caratterizzato la vita dell’istituto nei trascorsi mesi». Di qui, secondo il primo cittadino, la necessità di convocare un consiglio specifico sull’argomento.

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Domani 2 aprile, i cimiteri di Brindisi e Tuturano resteranno aperti dalle 7 alle 18.

Da martedì 6 aprile i cimiteri di Brindisi e Tuturano saranno aperti dalle 7 alle 13 e dalle 15 alle 18, con la consueta chiusura pomeridiana il giovedì e la domenica.

Si ricorda che, al fine di garantire il rispetto delle misure di contenimento previste dal Dpcm del 2 marzo 2021, parchi cittadini e cimiteri resteranno chiusi nei giorni 3, 4 e 5 aprile, con esclusione per questi ultimi delle attività non differibili (tumulazioni, ecc.).

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Su richiesta delle organizzazioni sindacali territoriali, si è svolto in mattinata un incontro in videoconferenza tra i rappresentanti dei lavoratori della D.C.M. srl (società in liquidazione) ed i referenti aziendali, convocato dalla Prefettura per analizzare la vertenza che vede coinvolti 84 dei complessivi 184 dipendenti, i quali resterebbero esclusi dalla cessione del ramo d’azienda alla DAR srl, altra società rientrante nel medesimo gruppo imprenditoriale facente capo alla DEMA s.p.a.

La riunione odierna segue il precedente tavolo di confronto tenutosi in Regione Puglia lo scorso 25 marzo, su convocazione del Presidente del Comitato Monitoraggio SEPAC.

Durante l’incontro, sono emerse le posizioni divergenti delle parti in merito al futuro degli 84 lavoratori coinvolti nella vertenza. In particolare, i rappresentanti sindacali, rivendicando il mancato rispetto degli impegni assunti da DAR srl, hanno chiesto l’ingaggio da parte di quest’ultima di tutti gli attuali 184 dipendenti DCM. La controparte, evidenziando come la cessione del ramo d’azienda da DCM a DAR salvaguardi più della metà dell’intera platea di lavoratori interessati dalla vertenza in atto, ha ribadito l’impegno della DCM a proseguire con il ricorso degli ammortizzatori previsti dalla legge e, nel contempo, a cercare un ricollocamento dei restanti lavoratori, anche con l’ausilio delle politiche attive regionali.

Il Prefetto ha assicurato le OO.SS. che degli sviluppi della complessa vertenza in atto, che coinvolge anche ulteriori insediamenti produttivi presenti in altri ambiti regionali, sarà relazionato al Ministero dello Sviluppo Economico, al quale si continuerà a fornire notizia del confronto in corso a livello locale.

Al riguardo, infatti, è previsto nei prossimi giorni un ulteriore incontro tra liquidatore della DCM srl e rappresentanti sindacali, mentre il tavolo di confronto aperto presso la task force regionale tornerà a riunirsi a breve, al fine di valutare il ricorso agli ulteriori ammortizzatori previsti dalla normativa vigente e le politiche attive da attuare per la platea di lavoratori esclusi dalla cessione del ramo d’azienda a DAR srl.

Il Prefetto, constatata la volontà di azienda, parti sociali ed Istituzioni a cercare una soluzione alla vertenza in corso, ha ribadito la propria disponibilità a riavviare il confronto in Prefettura, laddove emergesse l’esigenza di un ulteriore momento di analisi e dialogo, all’esito degli incontri programmati.

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