Redazione
Aggiudicata la concessione in valorizzazione del Parco Urbano
Il Parco Urbano con annesso campetto polivalente situato nella frazione Pezze di Greco è stato aggiudicato, per la gestione e la realizzazione degli interventi di adeguamento degli impianti, alla sig.ra Angela Angelini titolare dell'OVER BAR che ha partecipato alla gara in qualità di operatore singolo ottenendo un punteggio complessivo di 93/100 derivato dalla somma dei punti assegnati all’Offerta Tecnica e alla Offerta Economica.
L'aggiudicazione, definitiva e approvata in data 05 aprile 2023, ha una durata di 6 anni più 6 anni durante i quali il concessionario, tra gli altri, realizzerà il progetto di manutenzione straordinaria per rendere agibile il punto ristoro in attuale stato di degrado e del campetto sportivo polivalente con annesse gradonate, i lavori di manutenzione delle aree esterne pavimentate e di quelle a verde, la revisione degli impianti elettrico ed idrico-fognario il tutto come da cronoprogramma presentato.
«Esprimo grande soddisfazione – dichiara il Vicesindaco e assessore al Patrimonio Luana Amati - per l’esito della procedura pubblica e per la sottoscrizione della convenzione per la gestione, conduzione e manutenzione del bene, avvenuta negli scorsi giorni, e che vedrà a breve questo luogo di vita, dopo l’espletamento di ogni adempimento amministrativo e l’esecuzione dei lavori necessari per l’utilizzo dell’immobile, tornare a popolarsi anche attraverso l'organizzazione di eventi e manifestazioni in collaborazione con altre associazioni. Sarà, infatti, garantita la massima utilizzabilità del Parco Urbano – continua l’assessore Luana Amati - affinché l’immobile possa divenire anche il fulcro delle attività sportive e ricreative della frazione, di tutto il territorio e non solo con l'obiettivo di migliorare la qualità di vita degli utenti e restituire alla cittadinanza un luogo pulito e curato, dove le prime sentinelle dovranno proprio essere i fruitori di questo spazio»
Il Parco Urbano della più grande frazione fasanese consta di un'area di circa 6mila mq, di cui 5.400 a parco e struttura sportiva ed i rimanenti 600 mq destinati a parcheggio. L'impianto comprende tre zone collegate tra loro: la prima con campo polivalente di pallacanestro–pallavolo, recinzione, illuminazione artificiale, locali spogliatoio e servizi connessi; la seconda è dotata di spazio pavimentato per attività polivalenti all'aperto ed area destinata a prato con alberature, con annesso locale per servizio ristoro; la terza è un'area destinata a verde con spazi per attività ludiche per bambini.
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La Confesercenti Provinciale organizza il Corso di avvicinamento al vino - Sommelier
La Confesercenti Provinciale di Brindisi, con il patrocinio di Assoturismo e Fondazione Dieta Mediterranea, promuove e organizza la X edizione del Corso di formazione “avvicinamento al vino - Sommelier”. L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie alla proficua collaborazione di alcune tra le più rinomate ed importanti cantine vitivinicole del nostro territorio: • Cantina Paolo Leo; • Tenute Lu Spada; • Tenute Rubino; • Cantina Serio; • Cantine Tormaresca; • Cantina San Donaci. Questo momento formativo è rivolto a tutti gli operanti nel settore dei pubblici esercizi e mira a qualificare ed aggiornare le professionalità esistenti, nonché promuovere le migliori produzioni del territorio provinciale, valorizzandone le caratteristiche e le peculiarità, in un’ottica di sviluppo economico e turistico del territorio stesso. Il corso, gratuito per gli Associati Confesercenti, si svolgerà con l’ausilio dei docenti dell’Associazione Italiana Sommelier (AIS). Gli argomenti trattati sono di assoluto prestigio e importanza: funzioni del Sommelier, Vite, vigna e vino, Produzione di olio extravergine di oliva e degustazione, Abbinamento cibo-vino e degustazione. L’avvio del corso è previsto per mercoledì 10 maggio 2023, alle ore 16.00, presso il Ristorante “Sushiro”, in Corso Roma, a Brindisi. Le lezioni si terranno nel pomeriggio di ogni mercoledì, dal 10 al 31 maggio 2023, presso le seguenti attività della citta di Brindisi: • Ristorante Sushiro; • Ristorante C’era una volta; • Trattoria Pantagruele; • Flabi Mediterranean. Per informazioni ed iscrizioni si potrà contattare direttamente l’Ufficio Formazione della Confesercenti al n. 0831/523190.
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Politiche giovanili, nasce «Generazione - F»
FASANO – Un contenitore per generare nuove possibilità di crescita per i più giovani. Uno sportello di servizi che sia vetrina di occasioni e allo stesso tempo concretezza di azioni. Non (solo) un’etichetta, ma un vero e proprio sistema organizzato di opportunità strutturato in diverse aree. È «Generazione - F», il concept del Comune di Fasano per organizzare, con più forza comunicativa e impulso concreto, tutte le attività proposte e realizzate dell’assessorato alle Politiche Giovanili.
Si parte da Sportello360°, il servizio Informa-Giovani del Comune di Fasano e dal Servizio Civile Universale, per continuare con il progetto «La strada giusta» che premia con city-bike gli studenti universitari più meritevoli del territorio e cono il Fermenti Festival - Musica a Km0 tutto dedicato alla valorizzazione dei talenti musicali del territorio. E poi ci sono i due finanziamenti regionali ottenuti dall’amministrazione Comunale: Galattica - Rete Giovani Puglia, 50mila euro per lo sviluppo di laboratori e sportelli totalmente gratuiti per i giovani della città, e Punti Cardinali - Orientamento per la formazione e il lavoro, 91mila euro per finanziare corsi di formazione e giornate di orientamento al lavoro.
«Prima del 2016 le Politiche Giovanili erano totalmente assenti nella vita amministrativa della nostra città – dice l’assessore alle Politiche Giovanili Pier Francesco Palmariggi –. Averle riportate al centro è un risultato che va riconosciuto a questa amministrazione e in particolare al lavoro svolto nel primo mandato dal vicesindaco Giovanni Cisternino, con il quale dall’inizio ho sempre collaborato. Il Servizio Civile Universale, i progetti di alternanza scuola-lavoro, i bonus per gli studenti universitari fasanesi, l’orientamento scolastico, universitario e professionale, lo sportello Informa-Giovani, sono tutte iniziative che stiamo consolidando e potenziando per continuare ad accorciare le distanze tra istituzioni e una nuova generazione di cittadini. Ma ci sono anche nuove sfide, nuovi progetti in cantiere che essendo improntati sulla pianificazione futura del nostro territorio non potranno fare a meno del contributo dei giovani».
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FP CGIL Brindisi-Arsenale di Brindisi investimenti solo annunciati e nessuna assunzione all'orizzonte
Nei vari avvicendamenti al Comando della base di Brindisi nell’esposizione delle autorità militari, è stata espressa una volontà di progettualità per il sito dell’Arsenale di Brindisi, da qui ai prossimi dieci anni ci sono stati esposti una serie di intendimenti che porterebbero questa importante struttura ad avere una nuova dimensione per le attività navali della Marina, questo però si scontra con la realtà attuale dell'Arsenale che vede un progressivo svuotamento delle professionalità ed un aumento dei carichi di lavoro con la diminuzione costante del personale.
Inoltre tutto ciò si unisce all’allarme lanciato nelle audizioni recenti dal Capo di Stato Maggiore della Marina alla commissione Difesa della Camera dove è emerso che nelle città in cui sono dislocati gli Arsenali più importanti ed in particolare a Brindisi gli stessi sono afflitti da un grave debito manutentivo ed hanno necessità di un adeguamento tecnologico, anche se sembra si voglia prendere una posizione sulla necessità di investimenti strutturali per la tutela del patrimonio siamo fermi agli annunci, una questione che assume notevole rilevanza sul territorio data l’ubicazione ed il valore storico ed architettonico della Base di Brindisi.
Riteniamo che sia urgente investire su infrastrutture e piani logistici per il futuro, e a tal proposito, nelle riunioni a cui abbiamo partecipato, abbiamo richiesto che tutto questo venga messo in evidenza e che venga esplicato in un vero e proprio piano industriale, che indichi le risorse e che soprattutto riguardi le persone che verranno impiegate per la realizzazione dei vari progetti e per la conduzione delle normali attività dell’Arsenale in un contesto di aumento dei carichi di lavoro
Da anni la Fp Cgil di Brindisi tiene i riflettori accesi su quello che rappresenta uno dei maggiori siti produttivi presenti sul territorio se si considera il personale civile, militare e l’indotto, proprio la mobilitazione delle organizzazioni sindacali negli anni ha scongiurato il paventato rischio di chiusura, per poi arrivare alla conquista del suo rilancio con la ritrovata autonomia gestionale attraverso la fondamentale dislocazione anche rispetto alle opere manutentive dei mezzi anfibi, fino alla notizia di 40 assunzioni di personale civile che aveva in parte sopito le polemiche sulla miopia politica rispetto alle tante problematiche del territorio Brindisino.
Pertanto la mancata calendarizzazione delle 40 assunzioni di cui sopra, considerato che siamo fermi all’annuncio datato orami tre anni, va considerata un’occasione persa perché doveva essere un importante punto di partenza per altri impegni sul piano assunzionale, per garantire quella necessaria continuità e valorizzazione delle competenze e dare fiato all’economia di questo territorio; queste assunzioni erano parametrate alle esigenze di personale della pianta organica di quegli anni, nel frattempo tra pensionamenti e trasferimenti l’organico è già di molto diminuito e per i prossimi anni, considerato le quiescenze in atto, la carenza si attesterà a ben 180 unità in meno nel 2025, facendo scendere la Base ad una capacità lavorativa di un terzo del fabbisogno reale, anche se dovessero arrivare le 40 unità, cosa che non accadrà nel breve periodo, saremo comunque di fronte ad un organico ridotto della metà rispetto a quello necessario con l’aggravio di una perdita di competenze e conoscenze senza il trasferimento delle stesse in mancanza di avvicendamento, esperienze che in una situazione di questo tipo andranno disperse irrimediabilmente.
La Funzione Pubblica CGIL di Brindisi ha sempre evidenziato la necessità di dare continuità alle conoscenze altamente specializzate presenti nel sito di Maristanav Brindisi sia a livello logistico che per quanto concerne il settore della manutenzione delle navi, chiedendo nuove assunzioni e la riattivazione della scuola allievi operai al fine di non disperdere le preziose conoscenze, vogliamo comunque evidenziare che la FP CGIL di Brindisi non accetterà manovre al ribasso relativamente alla platea occorrente con un tentativo di riduzione degli organici con il ricorso ad appalti esterni oltre il necessario e per attività da sempre svolte dal personale civile interno all’Arsenale, un percorso di privatizzazione che la Funzione Pubblica CGIL Brindisi avverserà con determinazione ad ogni livello.
Luciano Quarta
Segretario Generale Funzione Pubblica CGIL Brindisi
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INFLAZIONE: COLDIRETTI PUGLIA, +18% PREZZI PASTA MA GRANO GIU’ DEL 30%; BOOM ALL’ESTERO +37%.
Aumenta del 18% il prezzo della pasta nell’ultimo anno mentre il grano duro per produrla viene pagato agli agricoltori il 30% in meno nello stesso periodo. E’ quanto denuncia la Coldiretti Puglia, che segnala al contempo il boom delle vendite all’estero di pasta made in Puglia del 37%, sulla base dei dati Istat Coeweb.
La pasta – sottolinea la Coldiretti Puglia – è ottenuta direttamente dalla lavorazione del grano con l’aggiunta della sola acqua è non trovano dunque alcuna giustificazione le divergenze registrate nelle quotazioni, con la forbice dei prezzi che si allarga e mette a rischio i bilanci dei consumatori e quelli degli agricoltori.
Una distorsione che appare chiara anche dall’andamento dei prezzi medi al consumo che secondo l’Osservatorio del Ministero del Made in Italy variano per la pasta da 1,50 a 2,3 euro al chilo, mentre le quotazioni del grano sono crollate a 38 centesimi di euro al chilo, insiste Coldiretti Puglia.
Una anomalia di mercato sulla quale – sostiene la Coldiretti - occorre indagare anche sulla base della nuova normativa sulle pratiche sleali a tutela delle 200mila imprese agricole che coltivano grano. I ricavi – sottolinea la Coldiretti - non coprono infatti i costi sostenuti dalle imprese agricole e mettono a rischio le semine ma anche la sovranità alimentare del Paese. Le superfici agricole coltivate a frumento duro, secondo le prime previsioni del Masaf per quest’anno, sono in flessione per un investimento di 1,22 milioni ettari con una riduzione di circa il 2% rispetto all’anno precedente. Le difficoltà del mercato dei cereali sono peraltro confermate dalla decisione di Polonia ed Ungheria di bloccare le importazioni di grano dall’Ucraina, contestata dalla Commissione Europea.
Siamo di fronte a manovre speculative con un deciso aumento delle importazioni di grano duro dal Canada dove il grano – precisa la Coldiretti - viene coltivato secondo standard non consentiti in Europa per uso del glifosate nella fase di preraccolta. Occorre invece – continua la Coldiretti - ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali. Bisogna riattivare da subito - precisa la Coldiretti - la Commissione Unica Nazionale per il grano duro, la cui attività in via sperimentale si è sospesa nell'ottobre del 2022, perché fornisce trasparenza al mercato e dà la possibilità di poter mettere attorno ad un tavolo tutti gli attori della filiera eliminando le distorsioni e i frazionamenti delle borse merci locali. Importante – conclude la Coldiretti - anche investire nella ricerca che, come motore dell'innovazione varietale, deve rispondere non solo alle richieste qualitative del mondo industriale, ma anche rispondere alle nuove esigenze produttive e di resilienza verso gli effetti del cambiamento climatico, rispondendo al contempo alle nuove richieste di sostenibilità volute dalla nuova Politica Agricola Comunitaria.
A causa della siccità e dei costi di produzione in tilt, era già crollata la raccolta del grano in Puglia nel 2022 con una diminuzione del 26% rispetto all’anno precedente, quando ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali dei costi correnti – continua la Coldiretti Puglia - sono state proprio le coltivazioni di cereali, dal grano all’avena, che servono al Paese a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato. La crisi ucraina e i suoi contraccolpi globali hanno messo in evidenza quanto l’Italia sia deficitaria su molti fronti per quando riguarda il cibo ed è costretta ad importare i 3/4 (73%) della soia, il 64% del grano tenero per biscotti e pane e il 44% del grano duro per la pasta.
La Puglia è il principale produttore italiano di grano, con 10milioni di quintali prodotti in media all’anno. La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Puglia ed in Italia, che nell’ultimo decennio – denuncia Coldiretti Puglia - hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente.
Intanto, si registra il balzo dell’export della pasta pugliese – insiste Coldiretti Puglia - proprio sotto la spinta dell’allarme globale provocato dalla guerra in Ucraina sulla certezza e salubrità del cibo che ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza.Le migliori varietà di grano duro selezionate, da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese – aggiunge la Coldiretti regionale - che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano.
Le superfici seminate – aggiunge Coldiretti Puglia - potrebbero raddoppiare con la produzione di grano che deve puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati e tendere ad una sempre più alta qualità, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale. Con gli interventi straordinari decisi dalla Commissione Ue può essere garantita anche in Puglia la messa a coltura di oltre 100mila ettari lasciati incolti per la insufficiente redditività, per gli attacchi della fauna selvatica e a causa della siccità che va combattuta con investimenti strutturali per realizzare piccoli invasi che consentano di conservare e ridistribuire l’acqua per aumentare la produzione aggiuntiva di grano duro per la pasta, di tenero per fare il pane e di mais per gli allevamenti.
Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali ma è necessario investire – aggiunge Coldiretti Puglia - per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.
Bisogna invertire la tendenza ed investire per rendere il Paese il più possibile autosufficiente per le risorse alimentari facendo tornare l’agricoltura centrale negli obiettivi nazionali ed europei, conclude Coldiretti nel sottolineare che nell’immediato occorre salvare le aziende agricole da una insostenibile crisi finanziaria per poi investire per aumentare produzione e le rese dei terreni.
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Mesagne Bene Comune lancia la campagna "Io Non Sfrutto"
Mesagne Bene Comune lancia la campagna "Io Non Sfrutto" per la legalità e contro lo sfruttamento lavorativo nella ristorazione.
Sarebbe opportuno per chi amministra la città assicurarsi che gli spazi di proprietà pubblica, quando affidati ad imprese, non diventino luogo di sfruttamento lavorativo.
E se alcune imprese vincono gli affidamenti di più di uno spazio pubblico, non diventerebbe ancora più opportuna questa rassicurazione? E se chi ufficiosamente rappresenta queste imprese non si limita in alcun modo a rendere chiara la propria posizione sui social su come dovrebbe essere quantificata " la paga" dei propri dipendenti e da anni ne è sempre alla ricerca di nuovi, non suonerebbe forse un campanello d'allarme?
C'è una questione che dobbiamo affrontare: se questa città ha deciso di accogliere, senza regolamentazione alcuna, l'apertura di attività ristorative allora come cittadini e amministratori dobbiamo pretendere che il profitto non si poggi sullo sfruttamento di chi ci lavora.
Mesagne Bene Comune lancia la campagna “IO NON SFRUTTO” chiedendo alle attività imprenditoriali mesagnesi di partecipare volontariamente ad un incontro in cui si raccontano e ottengono un adesivo da esporre all’esterno dei propri locali con la dicitura” IO NON SFRUTTO” per distinguersi da chi non garantisce ai propri dipendenti condizioni di lavoro dignitose.
Siamo certi dell’esistenza di imprese che operano onestamente sul nostro territorio a dimostrazione che si può fare, e siamo anche certi che alcune attività tirano a campare, ma altre se la cavano molto bene e che, per quanto non è mai giustificabile che i dipendenti non abbiano il 100% delle tutele, in alcuni casi le difficoltà a garantirle possono essere comprese. Non ci spieghiamo come sia possibile però avere le capacità finanziarie per ampliare le proprie attività o aprirne di nuove e non per regolarizzare i propri collaboratori.
Vogliamo vederci chiaro perché abbiamo l’impressione che questa sia una condizione consolidata nel tempo e diffusa capillarmente. Non è giusto nei confronti delle persone che ci lavorano, delle imprese che anche con sacrificio garantiscono ai propri dipendenti tutele e garanzie né tantomeno dei cittadini che hanno il diritto di sapere a quali condizioni e compromessi questo modello di sviluppo può coesistere con la bandiera della legalità che questa città ha deciso di far sventolare.
Lunedì 17 aprile - alle ore 17.30 presso l’Auditorium del Castello comunale di Mesagne - la presentazione dei risultati del progetto “Forma urbana e necropoli dell’abitato di Mesagne in età messapica e romana”. Il lavoro di ricerca, promosso dal Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università del Salento, è finanziato nell’ambito del Bando che ogni anno il Consorzio Universitario Interprovinciale Salentino rivolge ai Comuni a sostegno di iniziative locali da realizzarsi sul territorio. Degli importanti risultati si dà traccia nel volume “L’urbanistica di Mesagne in età messapica e romana” a cura della prof.ssa Liliana Giardino.
Intervengono:
- on. Antonio Matarrelli, sindaco della città di Mesagne
- prof. Raffaele Casciaro, direttore del dipartimento dei Beni Culturali dell’Università del Salento
- dott. Giuseppe Muci, funzionario archeologo c/o Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce
- dott. Stefano Minerva, presidente CUIS.
Relatori:
- dott.ssa Alessia Galiano, direttore del Mater - Museo Archeologico “Ugo Granafei” di Mesagne
- prof.ssa Flavia Frisone, referente scientifico “Forma urbana e necropoli”
- prof. Fortunato Sconosciuto, componente CUIS.
Conclude la prof.ssa Liliana Giardino, già titolare della Cattedra di Urbanistica del Mondo antico del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università del Salento.
Nell’occasione sarà ancora visitabile la mostra “Mesagne messapica. La città svelata” a cura della dott.ssa Giuliana Carluccio. L’allestimento, organizzato in tre sezioni, si sofferma sui temi ricostruttivi della forma urbana e delle necropoli in età messapica.
L’iniziativa è aperta al pubblico, ingresso gratuito.
AGRUMI: COLDIRETTI PUGLIA, CROLLO PREZZI (-48%)
AGRUMI: COLDIRETTI PUGLIA, CROLLO PREZZI (-48%); NECESSARI RAPPORTI FILIERA VIRTUOSI.
Sono crollati del 48% i prezzi degli agrumi sulla piazza di Taranto, con il rincaro del carrello della spesa e il cambiamento climatico che hanno decimato i raccolti, mentre i consumatori hanno tagliato gli acquisti di frutta che crollano dell’8% in quantità rispetto allo scorso anno, ai minimi da inizio secolo. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base del rapporto Ismea, con lo scenario illustrato nel corso del focus sugli agrumi del Golfo di Taranto a Massafra, quando è aumentata la superfice in produzione di agrumi del 13,7% nel 2022 rispetto all’anno precedente, mentre si assiste ormai in maniera strutturale al crollo delle quotazione, andamento ciclico in ogni campagna.
“I prezzi non sono assolutamente remunerativi. E’ stata l’ennesima annata da dimenticare”, lancia l’allarme il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo. “Si tratta di un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori, su cui è necessario intervenire con misure di trasparenza per promuovere i consumi sul mercato interno di prodotti del territorio e favorire le esportazioni”, aggiunge Cavallo.
Al calo dei consumi si aggiunge l’arrivo incontrollato di agrumi di provenienza estera che contribuisce notevolmente – dice ancora Coldiretti Taranto - ad appesantire il livello economico e occupazionale delle imprese agricole regionali, ma che ha anche riverberi negativi nei riguardi dei consumatori, su cui è necessario intervenire con misure di trasparenza per promuovere i consumi dei prodotti del territorio. Il risultato è un calo dei consumi che sono scesi per le arance sotto i 15 chili a persona all’anno – insiste Coldiretti Taranto - per effetto di una diminuzione che negli ultimi 15 anni varia da oltre il 20% per le arance ad oltre il 50% per i mandarini e le clementine.
“E’ necessaria l’istituzione di un tavolo agrumicolo permanente, considerato che la crisi del comparto è strutturale, e un Piano agrumicolo regionale che preveda il sostegno per nuovi impianti e una rigenerazione del patrimonio agrumicolo in provincia di Taranto”, chiede il direttore della Coldiretti regionale, Pietro Piccioni.
Per ridurre la volatilità e stabilizzare i prezzi occorre – insiste la Coldiretti Taranto - realizzare rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti e l’avvio da parte della Regione dia avvio a un immediato piano promozionale del prodotto agrumicolo regionale, anche in accordo con la Distribuzione Organizzata.
“Non è certo un periodo particolarmente positivo – spiega Lorenzo Bazzana, responsabile economico settore ortofrutta della Coldiretti nazionale - per le produzioni ortofrutticole, strette tra cambiamenti climatici, insetti e patogeni alieni, crisi economica e calo dei consumi. Gli italiani hanno ridotto i consumi di ortofrutta dell’8% nell’ultimo anno e rispetto al 2000 i consumi si sono quasi dimezzati. Servono iniziative importanti per rilanciare la produzione, ridare un giusto reddito ai produttori e stimolare i consumi perché, ai livelli attuali, meno di 300 grammi di ortofrutta al giorno, rischia di esplodere la spesa sanitaria del nostro paese. Si deve lavorare per rendere più distintive la nostre produzioni, con una identità legata al territorio ed alla qualità e rilanciare i consumi di ortofrutta, agrumi in particolare, alla base di quella dieta mediterranea che ha permesso agli italiani di raggiungere record di longevità e salute. Distintività, qualità, accordi di filiera e lotta alle pratiche sleali per un giusto reddito, sono gli strumenti per rilanciare l’economia ortofrutticola”, aggiunge Bazzana.
Le imprese agricole impegnate nella produzione di agrumi in provincia di Taranto sono 1.041, il 9% del totale dell’imprenditoria agroalimentare jonica, con una produzione di clementine, arance e mandarini di 2,5 milioni di quintali – dice Coldiretti Taranto - un patrimonio da valorizzare attraverso un piano straordinario agrumicolo ed un sostegno al reddito. Intanto, la Puglia ha detto addio a oltre 8 milioni di piante di frutta fresca in Puglia negli ultimi quindici anni con la scomparsa che riguarda tutte le principali produzioni, con il taglio maggiore che ha interessato limoni (-27%), arance (-23%), mele (-17%), clementine e mandarini (-3%).
Un trend pericoloso anche dal punto di vista ambientale con degrado e all’abbandono che favorisce le alluvioni e le frane. A preoccupare è anche l’impatto climatico: le coltivazioni, come le foreste, possono generare benefici ecosistemici che non sono solo la rimozione di CO2 ma, ad esempio, il miglioramento della biodiversità e della qualità dell’aria, secondo un’analisi di Rete Clima. Una pianta adulta – precisa Coldiretti Taranto – è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. In altre parole, quindi con la strage di piante da frutto è venuta a meno in Italia la capacità di assorbimento di ben 2 milioni di chili di inquinanti all’anno.
Per sostenere le esportazioni, la crescita e le nuove opportunità di lavoro occorre investire sulla competitività del Made in Italy a partire dall’apertura a nuovi mercati esteri e dal superamento delle grandi difficoltà create dall’embargo russo. Servono nuovi mercati e maggiori tutele per i produttori – insiste Coldiretti Puglia - circa il prezzo di vendita dei prodotti che possa tutelarli e consentirgli la copertura dei costi di coltivazione, gestione e raccolta dei prodotti così da poter distribuire maggiori ricchezze anche ai lavoratori.
L’impennata dei costi di produzione ha colpito tutte le fasi dell’attività aziendale – rileva Coldiretti Taranto - dal riscaldamento delle serr+e ai carburanti per la movimentazione dei macchinari, dalle materie prime ai fertilizzanti, con spese più che raddoppiate anche per gli imballaggi, con gli incrementi che colpiscono le retine e le buste (+72%), alla carta per bollini ed etichette fino al cartone ondulato per le cassette (+77%), stesso trend di rincari per le cassette in legno, mentre si allungano anche i tempi di consegna, in qualche caso addirittura quintuplicati.
Alle barriere commerciali si aggiungono i danni causati dalla concorrenza sleale – denuncia Coldiretti Taranto - con quasi 1 prodotto alimentare su 5 importato in Italia che non rispetta le normative in materia di tutela della salute e dell’ambiente o i diritti dei lavoratori vigenti nel nostro Paese, spesso spinto addirittura da agevolazioni e accordi preferenziali stipulati dall’Unione Europea.
E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute, secondo il principio di reciprocità. La crisi della frutta italiana mette a rischio non solo la salute dei cittadini ma anche il futuro delle oltre diecimila giovani imprese agricole che hanno scelto di investire nel settore ortofrutticolo, il più gettonato dagli agricoltori under 35, conclude Coldiretti nel sottolineare che si tratta di “una nuova generazione di imprenditori che hanno assicurato in questi anni un apporto importante dal punto di vista dell’innovazione di prodotto e della sostenibilità delle coltivazioni che non possiamo ora permetterci di perdere.
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Lotto, Puglia protagonista: vinti 153mila euro
Lotto, Puglia protagonista: vinti oltre 131 mila euro
Il 10eLotto premia la Puglia: nell’ultimo concorso, come riporta Agipronews, a Sammichele di Bari, in provincia di Bari, sono state centrate due vincite per un totale di 131.250 euro. La più alta, dal valore di 66.750 euro è seguita da un’altra da 64.500, entrambe con quattro terni e una quaterna sulla ruota di Torino. L'ultimo concorso del Lotto ha distribuito 10,1 milioni di euro, per un totale di 326 milioni da inizio anno.
10eLotto, Puglia fortunata: vinti 22 mila euro
La Puglia fa festa grazie al Lotto. Nel concorso del 15 aprile, come riporta Agipronews, centrate vincite per 22mila euro in Puglia, con un 6 Doppio oro da 12mila euro a Ortelle, in provincia di Lecce, e a un 5 da 10mila euro a San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia. L'ultimo concorso del 10eLotto ha distribuito premi per oltre 24 milioni di euro in tutta Italia, per un totale di oltre 1,16 miliardi di euro in questo 2023.
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Mattina da incubo per centinaia di passeggeri. Dovevano raggiungere Bari, ma il volo ha riportato oltre tre ore di ritardo all’atterraggio. È accaduto, oggi, lunedì 17 aprile, con il volo Ryanair Roma Bari FR5816, con pesanti disagi per i passeggeri della compagnia aerea Ryanair.
I passeggeri, quindi, sono stati costretti a trascorrere ore intere all’interno dell’aeroporto di Roma Fiumicino, vedendo rinviato il proprio volo in partenza inizialmente alle 07:05 e atterrato solamente alle 11:13.
Un disservizio che ha portato non pochi disagi per i passeggeri desiderosi di raggiungere la città pugliese, che, però, grazie all’assistenza gratuita di ItaliaRimborso, possono ottenere 250 euro come compensazione pecuniaria. Sembra che il ritardo, infatti, sia dovuto a problematiche della compagnia aerea ed il team sostiene che ci possano essere gli estremi per l’applicazione del Regolamento Comunitario 261/2004.
Per contattare ItaliaRimborso e segnalare il volo in ritardo Ryanair Roma Bari è possibile farlo segnalando direttamente il disservizio con il form presente nel sito italiarimborso.it.
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