Redazione
covid 19. Oggi sono complessivamente 1294 i casi positivi in Puglia di cui 175 in provincia di Brindisi
Dati del giorno: 22 ottobre 2022
Dati complessivi
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Incontro sul futuro della linea ferroviaria Brindisi – Taranto
Lunedì 24 ottobre alle 18.00 a Castello Imperiali i Sindaci del territorio incontreranno l’Assessora Regionale Anita Maurodinoia e il responsabile della direttrice Adriatica di Rfi Roberto Laghezza per parlare del futuro della linea ferroviaria Brindisi – Taranto.
All’incontro, promosso dall'Associazione culturale “L’Isola che non c’è” con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, parteciperanno oltre al Sindaco Antonello Denuzzo, i Primi Cittadini di Oria, San Michele Salentino, San Vito dei Normanni, Villa Castelli, Ceglie Messapica, Maruggio, Grottaglie e Mesagne.
A condurre il confronto sarà Franco Giuliano, giornalista e Presidente onorario dell’Associazione culturale “L’Isola che non c’è”.
Il punto di partenza del confronto è l’investimento da 5 miliardi di euro previsto dal Governo nazionale per migliorare la direttrice ferroviaria Adriatica. Si tratta di un'occasione importante per lo sviluppo della tratta Brindisi – Taranto anche in un’ottica di mobilità sostenibile da applicare agli spostamenti extraurbani.
L’obiettivo dell’incontro è avviare un percorso partecipato con la Regione Puglia per definire il modello di trasporto locale da finanziare attraverso il “contratto di servizio” che viene rinnovato ogni sei anni con l’azienda che gestisce il trasporto regionale.
La linea Brindisi – Taranto collega, oltre ai due capoluoghi, anche le Città intermedie che possono trarre benefici in termini di riduzione del traffico su gomma non solo delle merci, ma anche dei pendolari che quotidianamente si spostano verso i luoghi di lavoro con i mezzi privati.
L’incontro è aperto al pubblico con ingresso libero e gratuito.
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IL CT BRINDISI VOLA A MILANO: LUIGI LAMARINA QUALIFICATO AL MASTER JUNIOR NEXT GEN ITALIA
Il Circolo Tennis Brindisi sale sul prestigioso palcoscenico del Master Junior Next Gen Italia 2022: il giovanissimo tennista brindisino Luigi Lamarina, classe 2012, si è qualificato per l’evento che, in programma dal 7 al 12 novembre, presso lo Sporting Club Milano 3, si svolgerà in concomitanza con le Next Gen ATP Finals. Una competizione di altissimo livello agonistico che vedrà la partecipazione di 150 ragazzi e ragazze nelle categorie Under 10, Under 12 e Under 14, più precisamente i primi cinque giocatori di ogni età e ogni Macroarea (Centro Nord, Centro Sud, Nord Est, Nord Ovest, Sud, definita in base al Circolo di appartenenza), che nell’arco dei tornei disputati nella precedente stagione hanno raccolto i punti necessari per la qualificazione al Master. Luigi Lamarina, appartenente alla Macroarea del Centro Sud, si è qualificato alla competizione milanese mettendo insieme i punti nei tornei giocati a Tolentino, Lanciano, Barletta, Castel di Sangro.
Il tennista brindisino ha iniziato a giocare sui campi del Circolo Tennis Brindisi all’età di 5 anni e ha cominciato l’attività agonistica nel 2021. Ha vinto tutti i tornei Kinder ai quali ha partecipato nell’ultimo anno. È vice campione regionale ed ha raggiunto insieme con la squadra under 10 del CT Brindisi la fase di Macroarea superando brillantemente la fase regionale.
«La partecipazione al Master premia il lavoro svolto con Luigi fino ad oggi, siamo molto contenti – afferma il Maestro Alberto Cristofaro -. È una esperienza importante nell’ambito del percorso formativo questo ragazzo sta affrontando con impegno, costanza ed entusiasmo. Si confronterà con i giovani tennisti più bravi di Italia e questo gli consentirà di crescere ancora, sportivamente, tecnicamente e personalmente».
«Siamo orgogliosi di questo traguardo raggiunto da Luigi – afferma il Maestro Vito Tarlo -, frutto di quanto avviene quotidianamente nella fase di allenamento, di tutta una serie di risultati ottenuti nel corso della stagione e della passione che Luigi ci mette in questo sport da sempre, sin da quado ha iniziato a giocare. Per Luigi il tennis è prima di tutto motivo di divertimento, lui guarda tutte le partite, conosce tutti i tennisti del mondo, è davvero un piccolo appassionato del tennis e questa credo sia la sua carta vincente. È felicissimo di partecipare a questo Master e noi siamo felici con lui: gli auguriamo che sia un punto di partenza per un brillante futuro tennistico».
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CIBO SINTETICO: COILDIRETTI PGULIA, AL VIA PETIZIONE PER SALVARE CIBO LOCALE DA ATTACCHI MULTINAZIONALI. I consumatori hanno risposto convintamente all’appello, ma hanno firmato anche gli agricoltori Pakistani guidati dal CIHEAM in visita al mercato di Lecce.
Fronte unico di consumatori, agricoltori e società civile, italiani e stranieri, sull’azione della Coldiretti di contrastare con ogni mezzo l’arrivo dei prodotti realizzati in provetta, dalla carne al latte finti. Al via in Puglia dal Mercato dei contadini a Lecce la petizione ‘No al cibo sintetico’, promossa da Coldiretti, Fondazione Campagna Amica, Filiera Italia e World Farmers Markets Coalition, con la firma dei consumatori leccesi a Km0 ma anche di una delegazione di agricoltori Pakistani, guidati dal CIHEAM di Valenzano per conoscere la strategia della vendita diretta organizzata.
Dopo la carne Frankenstein è arrivato il latte senza mucche, nuovo simbolo dell’attacco alle stalle italiane e all’intero Made in Italy a tavola portato dalle multinazionali del cibo, un’aggressione che, dietro belle parole come “salviamo il pianeta” e “sostenibilità”, nasconde – denuncia Coldiretti Puglia - l’obiettivo di arrivare a produrre alimenti facendo progressivamente a meno degli animali, dei campi coltivati, degli agricoltori stessi. L’ultima deriva a tavola arriva dalla Germania con i primi bastoncini di sostanza ittica coltivati in vitro senza aver mai neppure visto il mare, mentre negli USA con un’abile strategia di marketing si stanno buttando sul sushi in provetta. La società tedesca Bluu Seafood impegnata nel progetto promette di ricreare in laboratorio la carne di salmone atlantico, trota iridea e carpa partendo da cellule coltivate e arricchite di proteine vegetali.
Di contro è boom del cibo locale con quasi 4 consumatori su 10 (37%) a caccia di prodotti locali, che risultano al primo posto della classifica sulle intenzioni di spesa per i prossimi mesi, secondo le analisi di Coldiretti sulla base del rapporto Coop 2022 che fotografa gli effetti sul carrello della spesa della difficilissima situazione internazionale, con l’inflazione su valori record e la crisi degli approvvigionamenti di gas. che guida la spesa del consumatore – insiste Coldiretti Puglia - non è soltanto il prezzo quanto piuttosto fattori qualitativi, come ad esempio la trasparenza su provenienza e ingredienti, la tutela della salute (94%), l’eticità (83%).
Il cibo locale e la vendita diretta dagli agricoltori sono considerati una garanzia di cibo fresco e sicuro oltre che una soluzione per sostenere l’economia e lo sviluppo locale. Inoltre rappresentano una scelta sostenibile dal punto di vista ambientale, dove lo spreco alimentare per gli acquisti fatti direttamente dal produttore agricolo è del 15-20% contro uno spreco del 40-60% per i sistemi alimentari complessi. Questo perché i cibi in vendita sono più freschi, durano di più e percorrono distanze più brevi per arrivare al consumatore finale, inquinando meno.
L’affermazione dei mercati degli agricoltori nelle città capoluogo della Puglia e nelle province ha consentito di ridurre la distanza tra produttore e consumatore rafforzando il legame tra aree rurali e aree urbane con un importante patrimonio di biodiversità che dalle campagne si trasferisce in città. Anche nei pesanti tempi del Covid e della guerra in Ucraina i mercati contadini – aggiunge Coldiretti Puglia – hanno offerto un contributo fondamentale, garantendo alla popolazione cibo sicuro e approvvigionamenti costanti nonostante le difficoltà legate alla pandemia riuscendo anche a rendere più trasparente per il consumatore il prodotto acquistato, tutelando la biodiversità, le specificità locali e valorizzando la custodia dei territori.
Un’esperienza che ha fatto da base alla nascita della prima Coalizione Mondiale dei Farmers Market, promossa proprio per rispondere alla richiesta di cibi sani e locali da parte dei consumatori e alla necessità di garantire gli approvvigionamenti alimentari in tutto il mondo A livello globale già un Paese su cinque (20%) può contare su sistemi di vendita diretta che possono trovare nella nuova “World Farmers Market Coalition” un punto di riferimento per crescere. Tra i promotori della Coalizione Mondiale dei Farmers Markets, insieme all’Italia ci sono – spiega Coldiretti – Usa, Norvegia, Australia, Danimarca, Giappone, Canada, Cile, Ghana, Sud Africa, Georgia, Inghilterra e altri hanno già dichiarato il loro interesse ad aderire. Supportata dalla Fao, la coalizione è uno strumento per la diffusione dei mercati contadini nel mondo con particolare riguardo ai Paesi in via di sviluppo, accompagnando da una parte i governi verso l’adozione di un quadro normativo specifico e dall’altra assistendo le associazioni locali degli agricoltori nello sviluppo di reti come quella di Campagna Amica in Italia, della Farmers Market Coalition negli Stati Uniti o in Canada, con supporto a livello tecnico-legale, di comunicazione e di formazione per manager e agricoltori.
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Mesagne. Don Pietro: "Non dimentichiamoci del passato per tenere le coscienze sveglie"
Il cartello con la scritta “Mesagne”, sforacchiato e arrugginito dalle avversità del tempo, collocato all’ingresso alla città e fatto smontare dal muro, nel febbraio del 2021, dal sindaco Toni Matarrelli, è divenuto un’icona di quell’antimafia che per lustri ha caratterizzato l’attività della lotta alla criminalità che Mesagne ha svolto con impegno e determinazione. Tra coloro che non si sono mai tirati indietro per testimoniare i valori della legalità c’è don Pietro De Punzio, parroco del Santuario di Mater Domini, responsabile della Casa di Zaccheo, e nei lustri scorsi responsabile della vicaria dei giovani e della Caritas.
Componente religioso dell’associazione antiracket e antiusura cittadina. Insomma, un sacerdote che è stato ed è in prima linea per difendere i diritti degli ultimi e degli emarginati della nostra società. Don Pietro, a differenza di altri, non ha paura di sporcarsi le mani o di metterci la faccia. “Nella nostra società i segni sono più eloquenti delle parole e dei fatti – ha spiegato il sacerdote – personalmente credo che quel cartello segnaletico è stato l’immagine di una città ferita al di là di chi sono gli autori che lo hanno ridotto in quel modo”. Il parroco ha, pertanto, tenuto a sottolineare come sia sbagliato “banalizzare quel cartello”. E ne ha spiegato i motivi: “E’ come vanificare tutto lo sforzo che c’è stato negli anni passati da parte dei cittadini, delle forze politiche, delle forze dell’ordine, della Chiesa per ricostruire le coscienze in riferimento ai valori dell’onesta, della legalità, del rispetto e della giustizia”.
Ed è un bene che anche oggi, in un arco temporale di ritrovata serenità, se ne parli. In questi anni i magistrati, le forze dell’ordine hanno sempre invitato la società civile a non dimenticare il passato e parlarne sempre per tenere le coscienze sveglie. “È vero, è così – ha confermato don Pietro - bisogna essere sempre in allerta, mai abbassare la guardia. Bisogna tenere gli occhi aperti affinché non si banalizzino quegli eventi e quei segni che hanno mortificato per lunghi anni la nostra città e, soprattutto, i cittadini. Perché quando si parla di città si parla soprattutto dei cittadini”.
Il Comune di Mesagne ha nominato la commissione giudicatrice che valuterà due studi di Fattibilità Tecnico Economica pervenuti presso l’assessorato ai Lavori Pubblici, nell’ambito di uno specifico concorso, per la riqualificazione urbana del quartiere Zecchino e delle nuove dotazioni infrastrutturali per la città. Si tratta di progetti da candidare a finanziamenti nell'ambito dei bandi del Pnrr. La commissione è composta da tre dipendenti del Comune: l’ingegnere Rosabianca Morleo, l’architetto Marta Caliolo e l’ingegnere Carla Martucci. A loro si aggiungerà l’ingegnere Luca Vergine in rappresentanza dell’ordine degli ingegneri di Brindisi.
Il professionista che vincerà il concorso avrà l’incarico di progettare la riqualificazione grazie a una dotazione finanziaria che il Comune di Mesagne ha ricevuto per tale scopo dell’importo di 95 mila 362 euro. “La nostra idea di rigenerazione è di dedicare gran parte di questa zona per gli incontri sociale e sportivi”, ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici, Roberto D’Ancona. - Abbiamo già iniziato con la dismissione della struttura dell’ex macello con una riconversione in ambienti che i nostri giovani, le associazioni sportive e culturali possono utilizzare”. Tuttavia, il rione Zecchino non sarà il solo che avrà una destinazione sportiva. Il Comune, infatti, ha pensato di realizzare, nella zona che nell’attuale Piano regolatore è descritta come “Verde attrezzato”, un'area per lo sport e il passeggio, con inclusa una pista d'atletica. “Una zona dove potranno svolgersi diversi eventi pubblici e privati”, ha confermato l’assessore.
Anche il rione Seta sarà dotato di aree sportive. “Partiremo da via Brodolini, che sarà completamente "rinaturalizzata", rimessa a nuovo e consegnata alla città come zona di svago e di sport. Poi miglioreremo la situazione dal punto di vista idrogeologico su cui abbiamo investito circa un milione di euro”, ha detto l’amministratore. Intanto, a breve il Comune realizzerà nella zona industriale un polo per l’infanzia. “Stiamo dotando la nostra area Pip – ha concluso l’assessore D’Ancona – di un servizio che ritengo essenziale per agevolare il mondo del lavoro delle famiglie e delle donne in particolare. Un polo per l'infanzia collocato nell'area dove c'è un’alta percentuale di donne che lavorano”.
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FdI: inopportuna una colonnina di ricarica davanti al municipio
Il coordinamento cittadino di Fratelli d'Italia esprime il suo disappunto per la posizione
COLDIRETTI PUGLIA, nel 2022 crollo raccolto grano -26%; a causa di siccità e costi produzione in tilt
L’analisi nell’ambito del Focus Cereali organizzato da Coldiretti Puglia, Fiera del Levante, ICE, Casillo Group
A causa della siccità e dei costi di produzione in tilt, è crollata la raccolta del grano in Puglia nel 2022 con una diminuzione del 26% rispetto all’anno precedente. E’ quanto affermato da Coldiretti Puglia, sulla base dei dati Istat diffusi nel corso del Focus Cereali, organizzato in collaborazione con la Fiera del Levante, l’Agenzia ICE e Casillo Group, a cui hanno partecipato, tra gli altri, Felice Adinolfi Ordinario di Economia Agraria all’Università di Bologna, Angelo Frascarelli, presidente di ISMEA e Gianluca Lelli, Amministratore Delegato di Consorzi Agrari d’Italia.
Mentre è in progressiva diminuzione la produzione di grano duro in Puglia, ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali dei costi correnti – continua la Coldiretti Puglia - sono state proprio le coltivazioni di cereali, dal grano all’avena, che servono al Paese a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato. La crisi ucraina e i suoi contraccolpi globali hanno messo in evidenza quanto l’Italia sia deficitaria su molti fronti per quando riguarda il cibo ed è costretta ad importare i 3/4 (73%) della soia, il 64% del grano tenero per biscotti e pane e il 44% del grano duro per la pasta.
La minor produzione pesa sulle aziende cerealicole che hanno dovuto affrontare rincari delle spese di produzione che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio con incrementi medi dei costi correnti del 68% secondo elaborazioni Coldiretti su dati del Crea. Il taglio dei raccolti causato dall’incremento dei costi e dalla grave e perdurante siccità in alcune aree delle province di Bari e Foggia – sottolinea Coldiretti Puglia – rischia di aumentare ulteriormente la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari.
La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 360.000 ettari coltivati e 10milioni di quintali prodotti in media all’anno. La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Puglia ed in Italia, che nell’ultimo decennio – denuncia Coldiretti Puglia - hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente.
“Ci sono le condizioni per rispondere alla domanda dei consumatori ed investire sull’agricoltura del nostro territorio che è in grado di offrire produzione di qualità realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che – insiste Muraglia – valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti. Dobbiamo riscoprire la tradizione agricola per puntare all’obiettivo della autosufficienza a tavola per difendersi dalle turbolenze provocate dal conflitto che ha scatenato corse agli accaparramenti e guerre commerciali con tensioni e nuove povertà”, conclude Muraglia.
Intanto, si registra il balzo dell’export della pasta pugliese nel mondo con un aumento delle vendite all’estero del 44% nei primi 6 mesi del 2022 – insiste Coldiretti Puglia - proprio sotto la spinta dell’allarme globale provocato dalla guerra in Ucraina sulla certezza e salubrità del cibo che ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza.Le migliori varietà di grano duro selezionate, da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese – aggiunge la Coldiretti regionale - che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano.
“Gli agricoltori per una giusta remunerazione sono pronti ad aumentare la produzione di grano duro in Puglia. Sarebbero improbabili e dannosi per il tessuto economico del territorio percorsi di abbandono e depauperamento dell’attività cerealicola che deve puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale”, insiste Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia.
Gli acquisti di pasta fatta al 100% di grano made in Italy – sottolinea la Coldiretti - sono cresciuti ad un ritmo di quasi 2 volte e mezzo superiore a quello medio della pasta secca anche per effetto dello smart working e del lungo lockdown per combattere l'emergenza covid che ha costretto i cittadini in casa. Il risultato è che già oggi un pacco di pasta su 5 venduto al supermercato – precisa Coldiretti – utilizza grano duro coltivato in Italia, con la Puglia leader nella produzione dove si stima per la campagna ancora in corso un calo del 45% a causa del clima pazzo per le gelate e la siccità, ma di qualità ottima.
Le superfici seminate – aggiunge Coldiretti Puglia - potrebbero raddoppiare già a partire dalla prossima stagione, con la produzione di grano che deve puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati e tendere ad una sempre più alta qualità, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale. Con gli interventi straordinari decisi dalla Commissione Ue può essere garantita anche in Puglia la messa a coltura di oltre 100mila ettari lasciati incolti per la insufficiente redditività, per gli attacchi della fauna selvatica e a causa della siccità che va combattuta con investimenti strutturali per realizzare piccoli invasi che consentano di conservare e ridistribuire l’acqua per aumentare la produzione aggiuntiva di grano duro per la pasta, di tenero per fare il pane e di mais per gli allevamenti.
Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali ma è necessario investire – aggiunge Coldiretti Puglia - per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.
Bisogna invertire la tendenza ed investire per rendere il Paese il più possibile autosufficiente per le risorse alimentari facendo tornare l’agricoltura centrale negli obiettivi nazionali ed europei, conclude Coldiretti nel sottolineare che nell’immediato occorre salvare le aziende agricole da una insostenibile crisi finanziaria per poi investire per aumentare produzione e le rese dei terreni.
PRODUZIONE CEREALI PUGLIA |
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Anni |
2020 |
2021 |
2022 |
|
produzione raccolta - quintali |
produzione raccolta - quintali |
produzione raccolta - quintali |
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Tipo di coltivazione |
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|
frumento tenero |
|
393800 |
225000 |
213000 |
frumento duro |
|
9500800 |
9318000 |
6877000 |
orzo |
|
537550 |
538300 |
354730 |
avena |
|
547655 |
550655 |
483175 |
mais |
|
49735 |
51000 |
44250 |
sorgo |
|
3800 |
3800 |
3800 |
*Elaborazione Coldiretti Puglia su fonte dati Istat
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Progetti concreti per rendere ‘visibili’ extracomunitari con condizioni vita dignitose
A Lucera presentate le attività pilota del progetto UE FARMWELL per migliorare il benessere di chi opera in agricoltura
A San Severo in provincia di Foggia i migranti di Casa Sankara Ghetto Out coadiuvati da Coldiretti hanno dato vita ai pelati della Terra della Libertà, una terra libera dallo sfruttamento e dal caporalato nelle campagne di Foggia, dove dal pomodoro lungo di Foggia sono stati prodotti i pelati che arrivano direttamente sulle tavole dei consumatori. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione della visita a Ghetto Out Casa Sankara della delegazione proveniente dalle regioni italiane per la presentazione delle attività di innovazione sociale del progetto Farmwell finanziato dall'Unione Europea (Horizon 2020) che, grazie alla partecipazione di gruppi di ricerca e associazioni dislocati in sei diversi paesi membri (Belgio, Grecia, Romania, Polonia, Italia e Ungheria), mira a identificare e rendere più accessibili quelle innovazioni sociali che intendono migliorare il benessere degli imprenditori agricoli, delle proprie famiglie, dei lavoratori e della comunità rurale in cui vivono.
Coldiretti a Foggia ha avviato percorsi di trasparenza e condizioni di vita e lavoro dignitose per i migranti che giungono in Puglia, dai servizi alla persona all’assistenza fiscale, dal trasporto garantito per raggiungere i luoghi di lavoro alla consulenza per le buste paga, fino alle vaccinazioni a beneficio dei migranti che lavorano nei campi presso Casa Sankara Ghetto Out.
“Vanno tirati fuori dall’invisibilità i migranti che arrivano in Puglia, garantendo condizioni di vita dignitose ad una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Italy. E’ il segnale di un modello di sviluppo dell’agricoltura, fonte di grandi opportunità occupazionali da realizzarsi seguendo la strada della trasparenza, della legalità e delle regole certe. E’ fondamentale mettere le imprese agricole nella condizione di beneficiare realmente del contributo che i lavoratori extracomunitari possono offrire, strappandoli alla condizione di invisibilità”, dice Maddalena Rignanese Rinaldi, responsabile Coldiretti Donne Impresa Puglia.
La Coldiretti ricorda che in Puglia è ottenuto da mani straniere più di un quarto del Made in Italy a tavola, con oltre 39mila lavoratori stranieri che forniscono il 22,4% del totale delle giornate di lavoro, solo nella provincia di Foggia si contano oltre 973mila giornate di lavoro fornite da lavoratori stagionali stranieri, il 27,61% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore.
“E’ fondamentale mettere le imprese agricole nella condizione di beneficiare realmente del contributo che i lavoratori extracomunitari possono offrire, rendendo più facili e meno farraginose le domande di assunzione dei lavoratori, necessari soprattutto nei periodi di raccolta di prodotti agricoli in cui è fortemente richiesta la manodopera stagionale”, insiste Rinaldi.
La manodopera extracomunitaria in agricoltura, nonostante il calo progressivo negli ultimi 5 anni, resta determinante in Puglia nelle coltivazioni arboree 53,8% (frutta e viticoltura) e colture orticole 17,7% (fragole, meloni, insalate, pomodori, radicchio), con i braccianti extracomunitari che hanno per quasi l’88% una occupazione stagionale e rappresentano circa il 10% dei lavoratori dipendenti regolarmente impegnati in agricoltura.
Il contributo dei lavoratori immigrati all’agricoltura pugliese è importante nella raccolta dei pomodori, degli asparagi e dei carciofi e nelle stalle sono divenuti insostituibili. In Puglia il maggior numero di extracomunitari hanno nazionalità rumena (51,18%), albanese (13,02%), bulgara (13,11%), marocchina (4,11%) e polacca (3,51%)”.
Si tratta di lavoratori che spesso da anni collaborano con le imprese agricole italiane e che ogni anno attraversano il confine per poi tornare nel proprio Paese. In questo contesto – sostiene la Coldiretti regionale – è stato emanato il decreto flussi 2021 che dovrebbero portare nelle campagne pugliesi altri 5mila lavoratori extracomunitari ma anche le difficoltà burocratiche che ostacolano l’impiego dei lavoratori italiani in una situazione di difficoltà in cui si trovano altri settori economici. Una esigenza che si è fatta stringente con il calendario delle raccolte – insiste Coldiretti Puglia – che si intensifica con l’avanzare dei periodi di raccolta, dopo fragole, asparagi, carciofi, ortaggi in serra, ci saranno le grandi raccolte di ciliegie, albicocche, pesche e percoche fino all’uva da tavola, con la scalarità delle diverse varietà.
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Mercoledi 26 ottobre consiglio comunale
Convocato il Consiglio Comunale che si terrà nell’Aula Consiliare di Palazzo di Città – mercoledì 26 ottobre 2022 – ore 16.00 per discutere gli argomenti di cui al seguente ordine del giorno:
- Comunicazioni del Presidente del Consiglio comunale
- Comunicazioni del Sindaco
- Comunicazioni dei Consiglieri comunali.
- Approvazione processi verbali delle sedute consiliari del 27 luglio 2022 e 28 settembre 2022
- Concessione in comodato d’uso dell’immobile comunale denominato “Misericordia” in favore del Consorzio ATS BR4. Approvazione schema di comodato.
- Scioglimento con conseguente cessazione e liquidazione del Consorzio denominato “Leader II” tra i Comuni di Mesagne, Latiano, San Pancrazio Salentino, San Pietro Vernotico, Cellino San Marco, Sandonaci e Torchiarolo – C.F. 01792240747 – Approvazione
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