Redazione
Il 2 Maggio a Bari i precari covid con Cobas
Il Sindacato Cobas di Brindisi insieme ai precari Covid ritornano a Bari dopo le manifestazioni e gli incontri con la Regione Puglia delle settimane scorse ed organizzano un altro corteo per Martedì 2 Maggio con partenza alle ore 9,00 da via Gentile angolo via Daunia per arrivare alla sede della sede della Regione Puglia, dove nella stessa giornata si svolgerà un Consiglio Regionale.
I lavoratori hanno informato le autorità politiche che intendono in questa occasione avere un incontro chiarificatore della loro situazione che non può più continuare ad andare avanti.
Il Commissario Asl Brindisi , Giovanni Gorgoni , e l’Amministratore di Sanitaservice, Francesco Zingarello, hanno mandato ancora nei giorni scorsi le carte richieste dalla regione per le necessità per il 2023 di assunzioni in Sanitaservice.
Le carte prodotte da questi dirigenti fanno riferimento al numero dei lavoratori che sono andati in pensione, alle ore di straordinario effettuate per mancanza personale , per le necessità relative ai nuovi servizi affidati alla società.
I numeri che sono stati analizzati dalla ASL per il nuovo anno confermano la necessità di nuove assunzioni in Sanitaservice, sufficienti per i precari Covid in attesa di essere stabilizzati da tempo.
Questi lavoratori giunti ormai alla fine della disoccupazione rischiano di cadere nel baratro della fame più nera.
Le nuove disposizioni della Regione Puglia, che saranno pubblicate a giorni,parlano che le decisioni in tema di assunzioni devono essere prese dalla Giunta Regionale.
Le carte inviate da Brindisi più volte da Brindisi sono in regola perché partono da conti di carattere matematico, non sono voli pindarici sbagliati che da qualche altra parte qualcuno può aver fatto.
I disoccupati Brindisino non possono essere penalizzati da un sistema sbagliato.
La Regione si deve rendere conto che questi disoccupati vanno salvati e restituiti al mondo del lavoro e della necessità di salute per i cittadini bisognosi di cura e di attenzione.
Veniamo a Bari per chiedere quello che è giusto….il nostro.
Per il Cobas Roberto Aprile
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XYLELLA: COLDIRETTI, BATTERIO AVANZA 20 KM ALL’ANNO, SOS ULIVI
Con una media di 20 chilometri all’anno nell’ultimo decennio, la Xylella, il batterio killer arrivato dal Centroamerica ha devastato gli ulivi italiani, con un’area invasa da piante zombie che va dal Capo di Leuca e Gallipoli, nell’estremità meridionale della provincia di Lecce, fino alle porte di Bari fra Polignano, Monopoli e Castellana Grotte. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sull’avanzata dell’epidemia di Xylella diffuso in occasione della giornata in difesa degli ulivi al Villaggio contadino di Bari, a 10 anni dall’arrivo della Xylella in Italia.
Siamo di fronte – evidenzia Coldiretti – a una vera e propria emergenza che non riguarda più solo alcune zone della Puglia ma rischia di estendersi a livello nazionale ed europeo con la guerra al batterio che ha un valore ambientale, scientifico ed economico. La Xylella – spiega Coldiretti – viene diffusa da un insetto, la “sputacchina”, che inocula il batterio nei canali linfatici delle piante, prosciugandole dall’interno e uccidendole senza pietà.
Ogni sputacchina – spiega Coldiretti – riesce a percorrere da sola fino a 400 metri, ma può restare attaccata a camion, moto e automobili coprendo decine di chilometri ogni anno come dimostra l’avanzata dell’epidemia in Puglia. L’insetto si infetta con il batterio della Xylella fastidiosa prendendolo da piante già contaminate e per tutta la sua vita rimane un portatore attivo del contagio.
Dal 2013 ad oggi la Xylella portata dalla sputacchina ha camminato e dopo aver praticamente azzerato il patrimonio olivicolo del Salento, compromesso gravemente gli oliveti di Brindisi e a Taranto, è arrivata in provincia di Bari – sottolinea Coldiretti - tanto da dover istituire una nuova area infetta denominata “Valle d’Itria” a causa dell’’elevato rischio sanitario confermato nell’area tra Monopoli, Polignano e Castellana Grotte dove è stato rinvenuto un pericoloso focolaio attivo.
Sotto accusa è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo – denuncia la Coldiretti – che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni.
Il “Libro nero della Xylella” copre gli ultimi dieci anni e si apre con i primi ulivi morti scoperti nella zona di Gallipoli nell’ottobre del 2013 e i mesi successivi che portano all’individuazione di nuovi focolai nella zona del Capo di Leuca con la malattia che – sottolinea Coldiretti - trasforma le piante in scheletri grigi, azzerando la produzione di olive. A luglio 2014 viene delimitata l’area infetta, individuando una fascia di eradicazione, una zona cuscinetto e un iniziale cordone fitosanitario. A febbraio 2015, il ministero nomina un commissario delegato per l’attuazione degli interventi per far fronte all’emergenza. Nel 2015 nuovo focolaio nel brindisino, a Oria.
Ad aprile 2016 le stragi degli ulivi proseguono nel sud Salento fra Giuggianello e Minervino di Lecce e nuovi focolai vengono ritrovati nel Brindisino a distanza di circa 50 chilometri dalla prima zona infetta di Gallipoli. A febbraio 2017 – continua Coldiretti – l’area cuscinetto viene allargata a nord con il batterio che dilaga a Ostuni e nel Brindisino. A marzo 2017 in provincia di Taranto le campagne di Manduria e Fragagnano sono per la prima volta interessate dal ritrovamento di piante infette.
A ottobre dello stesso anno si aggrava la situazione dei nuovi focolai in Valle d’Itria – evidenzia Coldiretti - e la nuova zona tampone si prepara a sconfinare per la prima volta in provincia di Bari, con l’epidemia ormai alle porte della pianta degli olivi monumentali. A marzo 2018 la zona cuscinetto viene creata per la prima volta in provincia di Bari. Fra gennaio 2019 e dicembre 2020 il batterio rafforza la sua presenza mortale nel Brindisino e in provincia di Taranto, per raggiungere a fine 2022 Monopoli, Canosa, Polignano e Castellana Grotte. Una marcia della morte che – continua Coldiretti – purtroppo non è ancora finita.
“Occorre intervenire per salvare un patrimonio unico del Paese con 250 milioni di piante che tutelano l’ambiente e la biodiversità ma anche un sistema economico che vale oltre 3 miliardi di euro grazie al lavoro di un sistema di 400mila imprese tra aziende agricole, frantoi e industrie di trasformazione che producono un alimento importante per la salute che non deve mancare dalle tavole degli italiani” conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
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XYLELLA: COLDIRETTI, INFETTATO 40% PUGLIA, ADDIO A 21 MLN ULIVI
XYLELLA: COLDIRETTI, INFETTATO 40% PUGLIA, ADDIO A 21 MLN ULIVI.
La Xylella ha contagiato oltre 21 milioni di piante, una strage di ulivi che ha lasciato un panorama spettrale, con oltre 8mila chilometri quadrati di territorio infettato pari al 40% della regione Puglia. Sono i risultati del monitoraggio della Coldiretti sull’epidemia del batterio killer diffusi in occasione della giornata in difesa degli ulivi al Villaggio contadino di Bari, a dieci anni dall’arrivo della Xylella in Italia. Una vera e propria tempesta perfetta sugli agricoltori senza reddito da dieci anni, milioni di ulivi secchi, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia e 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva e un trend che rischia di diventare irreversibile se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il “disastro colposo” nel Salento e rilanciare la più grande fabbrica green italiana che vantava, prima dell’arrivo del batterio, ben 60 milioni di ulivi dal Gargano al Capo di Leuca.
I danni causati dalla Xylella non riguardano solo la disponibilità di olio Made in Italy, ma si allargano anche all’ambiente, all’economia e al turismo con intere fasce di territorio ridotte a distese spettrali di alberi morti in un momento importante per la ripresa dell’economia nazionale. Una situazione che – evidenzia Coldiretti – pesa sulla produzione nazionale di olio extravergine di oliva visto che in Puglia, cuore dell’olivicoltura italiana, si arriva quest’anno – sottolinea Coldiretti - a un taglio del 40% delle produzioni a causa della Xylella dei cambiamenti climatici e della siccità. A causa del batterio sono andate perse 3 olive su 4 solo in provincia di Lecce con il crollo del 75% della produzione di olio di oliva. In provincia di Taranto si registrano ulivi secchi a macchia di leopardo, con un calo della produzione in quelle aree del 15%. In provincia di Brindisi la raccolta ha subito una riduzione generale del 20-25% a causa degli eventi atmosferici, con particolare riferimento al lungo periodo di mancanza di precipitazioni e temperature elevate che hanno stressato e indebolito gli oliveti con la continua avanzata della Xylella fastidiosa.
Il batterio killer e i cambiamenti climatici – spiega Coldiretti - hanno bruciato quest’anno un potenziale pari al 30% della produzione nazionale di olio crollata a circa 208 milioni di chili nella stagione 2022/2023 contro i 329 milioni di chili della stagione precedente. Se l’espansione della zona infetta non venisse arrestata, l’impatto economico per l’Italia – afferma la Coldiretti - potrebbe crescere fino a 5,2 miliardi di euro, sulla base dello studio della prestigiosa rivista americana PNAS (Atti della Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti d'America) sulla valutazione dell'impatto di Xylella fastidiosa pesa sull’olivicoltura in Italia, Grecia e Spagna, realizzato da un team multinazionale di ricercatori guidato da economisti dell'Università di Wageningen (Olanda).
Con la Puglia che rappresenta una delle culle dell’olio Made in Italy – afferma Coldiretti – è quindi strategico intervenire per un rapido ed efficiente utilizzo dei fondi messi a disposizione per la rinascita degli uliveti. Ma – denuncia Coldiretti - a tre anni dalla pubblicazione del Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia da 300 milioni di euro, non è stata liquidata alcuna risorsa agli agricoltori per i reimpianti degli ulivi secchi che avrebbero consentito di ricominciare a lavorare e a produrre. Per espianti e reimpianti – continua Coldiretti - non è stato liquidato ancora un euro agli agricoltori a fronte di 8.133 domande singole e 26 domande collettive (contenenti 880 richieste di adesione) per un valore di oltre 222 milioni di euro, rispetto a 40 milioni di euro disponibili a cui si sono aggiunti altri 20 milioni di euro dalla rimodulazione del Piano di rigenerazione
Nel 2022 la spesa degli italiani per l’olio extravergine d’oliva è comunque aumentata del 7,5% nei dodici mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2021, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea Ac Nielsen. Non a caso l’Italia – conclude Coldiretti – è fra i primi tre maggiori consumatori di olio extravergine di oliva al mondo con circa 480 milioni di chili, subito dopo la Spagna e prima degli Stati Uniti e rappresenta il 15% dei consumi mondiali secondo elaborazioni Coldiretti sugli ultimi dati IOC (International oil council).
“Il rilancio della produzione nazionale dell’olio d’oliva è però messo a rischio anche dal Nutriscore sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali come l’olio d’oliva che è uno dei pilastri della Dieta Mediterranea conosciuta in tutto il mondo grazie agli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute” conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “il successo dell’olio made in Italy è alimentato da un patrimonio di biodiversità unico al mondo con 533 varietà di olive coltivate dalle Alpi alla Sicilia”.
“Germogli di legalità 2023, coltiviamo responsabilità”, comincia all’indomani della festa nazionale dei lavoratori il programma di iniziative organizzate dall’Amministrazione comunale di Mesagne in collaborazione Scuole e associazioni.
«Legalità e giustizia sociale, un connubio che è soprattutto un impegno: si traduce in azioni condivise, che hanno come fine quello di rinsaldare il rapporto tra istituzioni e cittadini, attraverso occasioni create ad hoc con iniziative a tema, ma che in realtà servono per affermare l’importanza della legalità come regola di vita quotidiana», spiega il sindaco di Mesagne, Antonio Matarrelli.
Sarà l’Associazione “Scintilla”, martedì 2 maggio a Lab Creation, a inaugurare l’intero programma attraverso una speciale sezione inserita al suo interno - “Maggio dei Diritti e della Legalità 2023 a scuola” il titolo - che si articola in quattro appuntamenti e si chiude l’1 giugno presso l’Auditorium del Liceo Scientifico “Epifanio Ferdinando”.
Dal 2 al 10 maggio, le Sale espositive del Castello comunale ospiteranno la mostra fotografica “La strage dei fiori” a cura dell’associazione “Pari Opportunità”, sulle violenze di genere in Iran. Il 4 maggio la data è scandita da un importante anniversario, l’Associazione Nazionale Polizia di Stato di Mesagne festeggia i 25 anni di istituzione con un’intensa giornata celebrativa.
Il 6 maggio la scena è per i bambini e i ragazzi: dalle 17.30 alle 19.30, nelle vie del Centro Storico si snoderà un percorso di letture itineranti che si concluderà all’interno dell’antico Maniero con uno spettacolo di burattini, l’iniziativa è a cura del Comitato interscolastico dei genitori.
Si continua l’8 maggio al Salento Fun Park, dove a partire dalle 19.30 Antonella Napoli presenta il suo libro “Più forte della paura”: edizioni All Around, il testo racconta storie di innocenza spezzata e dell'impegno per i bambini di strada dell'ambasciatore Luca Attanasio, ucciso in un agguato il 22 febbraio del 2021 nella Repubblica democratica del Congo, e di tanti operatori che si occupano del loro recupero.
«Le iniziative proseguiranno per l’intero mese di maggio. Per la definizione della proposta finale – spiega Anna Maria Scalera, assessore ai Percorsi di Legalità della città di Mesagne - abbiamo potuto contare anche sul contributo che gli organizzatori di “Una corsa per la legalità”, la gara podistica che si svolse lo scorso maggio in ricordo le vittime della strage di Capaci, hanno voluto devolvere per la programmazione degli appuntamenti di quest’anno. Un gesto che vale e che apprezziamo molto».
Le numerose realtà che si ritrovarono a collaborare in quell’occasione – nove per l’esattezza, coordinate dall’ASD “Atletica Mesagne” e guidate dall’ANM– Associazione Nazionale Magistrati di Brindisi - seppero esprimere al meglio un modello culturale che si fonda congiuntamente sull’impegno diretto delle istituzioni e sul senso di responsabilità dei singoli cittadini.
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XYLELLA: COLDIRETTI, DA CANI A DRONI PER SALVARE ULIVI ITALIANI
Dalla prima task force cinofila anti-contagio ai droni per scovare dall’alto le piante malate, dagli innesti per salvare gli ulivi secolari alle ricerche di laboratorio per studiare le nuove varietà resistenti fino alla caccia senza tregua alla “sputacchina” che diffonde la malattia, è guerra su tutti i fronti alla Xylella arrivata in Italia per colpa di alcune piante importate dall’America Latina e che minaccia di distruggere il patrimonio di ulivi nazionali e dell’area del Mediterraneo. E’ quanto emerge dalla prima mappa delle armi utilizzate per prevenirne l’espandersi del batterio presentata in occasione della giornata in difesa degli ulivi al Villaggio contadino della Coldiretti di Bari, a 10 anni dall’arrivo della Xylella in Italia.
La “task force cinofila anti Xylella” – spiega la Coldiretti – è composta da due jack russel, un pastore belga malinois, un segugio, un labrador retriever e uno springer spaniel inglese che stanno concludendo il loro addestramento per poi essere schierati anche in porti, aeroporti e vivai per scoprire attraverso l’olfatto, come avviene per i loro colleghi dell’antidroga, le piante infette da bloccare prima che arrivino dentro i confini nazionali o che vengano messe in commercio.
La rapidità di intervento sui focolai – evidenzia Coldiretti - rappresenta un elemento strategico fondamentale per eliminare per evitare diffusione della malattia. Per questo è arrivato il primo tampone rapido anti Xylella, un dispositivo portatile per la diagnosi simultanea sia della presenza che della replicazione attiva del batterio in tessuti di pianta e insetti vettori, in modo da isolare subito l’ulivo infetto ed evitare che il cancro dei canali linfatici colpisca gli alberi circostanti
E se a terra ci sono agricoltori, specialisti, scienziati, tamponi rapidi e task force cinofile, le forze aeree anti Xylella entrano in azione con il progetto di ricerca Redox (Remote Early Detection of Xylella), finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e coordinato dal Distretto tecnologico aerospaziale (DTA), grazie al quale – spiega Coldiretti - saranno elaborate immagini aeree, acquisite da droni con sensori iperspettrali e termici, delle piante infette per la identificazione precoce di focolai prima ancora della manifestazione dei sintomi.
L’obiettivo – sottolinea Coldiretti - è studiare gli uliveti dall’alto e individuare i primi segnali della malattia che emergono con il diradamento e il rinsecchimento delle chiome che perdono il tradizionale colore verde per diventare di un sabbia smorto come se fossero coperte di ragnatele. I risultati raggiunti dal Progetto Redox consentiranno ad Unaprol e Coldiretti di essere in prima fila nella lotta alla Xylella, con la partecipazione ad altri progetti grazie alla partnership con il DTA ed il CNR.
Una guerra su tutti fronti per fermare la diffusione della “sputacchina” l’insetto che trasporta il batterio da una pianta all’altra e che ha la sua massima diffusione proprio fra la primavera e l’estate con le uova lasciate in bozzi di schiuma e saliva nell’erba, ai bordi delle strade, nelle cortecce, nei cespugli e nei muretti. In questo senso – spiega la Coldiretti – è fondamentale la pulizia e la disinfestazione per distruggere le nuove generazioni di insetto che stanno portando la malattia sempre più a nord in Puglia verso i confini con le altre regioni d’Italia.
E se per salvare gli ulivi secolari sono scattati i primi innesti con varietà resistenti in modo da rinforzare le difese di questi giganti della Storia, la ricerca – afferma la Coldiretti – sta sperimentando in ambienti protetti e isolati dall’esterno la capacità di reagire al batterio di alcune varietà di ulivo, oltre a quelle già individuate che sono il Leccino e la FS17.
“La diffusione della Xylella è ad un tale stato per cui non è possibile l’eradicazione del batterio ma bisogna conviverci. Non si può più parlare di emergenza ma di una drammatica ordinarietà, che rende necessario elaborare strategie di contrasto, contenimento e monitoraggio sempre più efficaci. Occorre un deciso cambio di passo, di approccio e di visione nella lotta alla Xylella per evitare i rischi di un’ulteriore rapida progressione” afferma il Presidente dell’Unaprol David Granieri nel sottolineare che “se, fino ad oggi, le risorse stanziate sono non solo insufficienti, ma addirittura non sono state spese, si ritiene necessario creare una cabina di regia, in grado di assicurare il coordinamento, l’attuazione, il monitoraggio e la gestione sia delle misure di contrasto alla fitopatia che delle misure di indennizzo e ristoro agli olivicoltori. Una struttura di riferimento stabile, in grado di dare risposta in tempi rapidi agli olivicoltori, segnati da dieci anni di crisi dovuta al diffondersi del batterio, che assicuri efficacia ed efficienza in una reale azione di rigenerazione dell’olivicoltura pugliese”.
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MINACCIA DEI RAGAZZI CON FUCILE KALASHNIKOV
MINACCIA DEI RAGAZZI CON FUCILE KALASHNIKOV. ARRESTATO UN 25ENNE DEL POSTO PER PORTO E DETENZIONE DI ARMI.
I Carabinieri della Stazione locale e della Compagnia di Brindisi, intervenuti la notte scorsa nel centro di San Pietro Vernotico, successivamente alla segnalazione di un giovane armato di fucile, hanno identificato ed arrestato un 25enne del luogo per porto e detenzione di arma da guerra. Alcuni presenti in via Torre di San Pietro Vernotico, all’1.30 della notte scorsa, avevano allertato la Centrale Operativa dei Carabinieri di Brindisi, poiché era stato notato un giovane aggirarsi con un’arma lunga simile a un fucile d’assalto Kalashnikov. L’attività investigativa condotta dai militari dell’Arma, sotto la guida della Procura della Repubblica di Brindisi, consistita nell’ascolto dei numerosi testimoni presenti questa notte nel centro di San Pietro Vernotico e nella visione delle immagini del sistema di videosorveglianza comunale, ha consentito di ricostruire l’accaduto e di risalire al presunto autore della minaccia. La successiva perquisizione domiciliare ha consentito di rinvenire l’arma che sarebbe stata utilizzata dal 25enne la notte scorsa nel centro del paese. L’arma, perfettamente funzionante, è stata sottoposta a sequestro, insieme al caricatore e alle cartucce mentre l’arrestato è stato tradotto nella Casa Circondariale di Brindisi.
1° MAGGIO, INTERVENTO DELLA UIL DI BRINDISI
«Sarà un primo maggio di mobilitazione, perché non ci sono le condizioni per festeggiare se troppi giovani non trovano lavoro, se troppi lavoratori sono precari o poveri e se i pensionati vivono con assegni da fame».
Le dichiarazioni del nostro Segretario generale Pierpaolo Bombardieri in preparazione alla Giornata di oggi restituiscono la giusta dimensione ad una ricorrenza nella quale, più di ogni altra, ricordiamo quanto sia fondamentale il Lavoro – non solo per l’articolo 1 della nostra Costituzione ma concretamente e nella vita di ogni giorno - e riflettiamo sulle sfide che lo attendono in ogni angolo del Paese e del nostro territorio.
Brindisi non è meno esposta di altre realtà alle scelte che i vari Governi nazionali hanno adottato in questi anni in tema di lotta alla disoccupazione e tutela dei diritti nel lavoro; cosi come medesime sono le grandi sfide e crisi che qui si vivono: da quella economica e finanziaria fino all’inflazione e all’aumento del costo della vita. Fenomeni che rendono difficile affrontare con le stesse entrate di sempre le necessità quotidiane, anche di base. Lo sanno bene i lavoratori ed i nostri pensionati che ogni mese scoprono sempre più insufficienti i loro assegni per rispondere all’aumento generalizzato dei costi di beni e servizi primari.
Cosa fare? Come aiutare le nuove generazioni che faticosamente ricercano un impiego qui, nella propria terra, non accettando di dover migrare per poter sopravvivere? Sono assilli che da sempre caratterizzano la vita e la missione del Sindacato, ancora più in una visione come quella della UIL che nel suo nuovo corso vuole essere il «Sindacato delle persone» a tutto tondo, oltre ogni condizione sociale, economica e lavorativa.
Come ricordato dallo stesso Segretario Bombardieri nel dare risposte a queste sfide l’attuale Governo italiano sta prendendo la direzione sbagliata. La proposta del taglio delle tasse di quale punto percentuale porterà ad avere in busta paga circa 15 euro in più al mese assolutamente insufficienti a compensare anni di aumento dei costi e di inflazione. Altra proposta dell’Esecutivo è di offrire la possibilità di rinnovare per tre anni i contratti a termine, una proposta che favorirebbe la precarietà già dilagante. Inoltre vi è il tema della Autonomia Differenziata che avrebbe la conseguenza di assegnare a territori più ricchi – ovviamente quelli del Nord del Paese – risorse importanti per lo sviluppo del Mezzogiorno.
Confidiamo nell’azione di mediazione che i Sindacati nazionali apporteranno al Decreto e mentre siamo attenti alle novità che arriveranno da Roma qui, sul territorio, occorre mantenere alta l’attenzione sulla tutela dei diritti del lavoro soprattutto negli impieghi precari e stagionali. Settori come quello agricolo o turistico ma anche molti lavori di committenza rimangono tutt’oggi ad elevato rischio di mancata dignità e sotto la morsa del ricatto occupazionale: dover continuare a scegliere, nel 2023, fra possibilità di lavorare e dignità dei diritti fondamentali rimane un sopruso inaccettabile.
Un altro imprescindibile requisito del lavoro in questa terra è la sicurezza e la prevenzione di ogni rischio sui luoghi di lavoro. Continuano ad essere numerosi, troppi, i casi di infortuni, fino alle morti, sui luoghi di lavoro in questa provincia. Nelle ultime settimane ne abbiamo avuto ulteriore testimonianza. La Uil di Brindisi, sulla linea di quanto proposto costantemente a livello nazionale, aderisce da tempo alla Campagna #ZeroMortisulLavoro ed un importante lavoro di sensibilizzazione si sta tenendo nelle scuole del territorio. Solo la formazione fin da giovanissimi, oltre a serrati controlli che garantiscano il rispetto della severa Normativa vigente in materia, possono scongiurare nuovi episodi sui quali a poco serve indignarsi dopo che siano avvenuti.
Inoltre, fra le diverse questioni fondamentali del territorio, si pone in modo deciso il tema del futuro della Sanità. Sono diverse le vertenze in questo ambito alle quali si è aggiunge il rischio di ridimensionamento di alcuni importanti Presidi ospedalieri come quello di Francavilla Fontana che significherebbe una diminuzione dei Livelli minimi di Assistenza sanitaria e sociale non tollerabili per l’intera popolazione e la conseguente mortificazione di importanti professionalità impiegate all’interno della struttura. A questi lavoratori giunga la nostra più piena vicinanza e solidarietà ed alle Istituzioni competenti l’appello a scongiurare una ipotesi nefasta.
Questa è una terra meravigliosa, dalle mille e positive risorse che si manifestano in iniziative imprenditoriali e di autoimpiego ed in molteplici altre attività lavorative. Il Sindacato è impegnato a tutelare e stimolare la nascita di ognuna di queste opportunità. Confidiamo che anche la politica locale, comprese le nuove Amministrazioni Comunali che prenderanno vita a seguito delle consultazioni elettorali, possa fare altrettanto per il futuro e la dignità del lavoro, fondamento della Repubblica e di questa terra.
Il Coordinatore Provinciale UIL Brindisi
Fabrizio Caliolo
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A unire Roma con Mesagne non c’è solo la via Appia antica bensì un vezzo che da alcuni anni i giovani capitolini praticano per giurarsi amore, eterno o no che sia. Lo fanno agganciando un lucchetto a ponte Milvio. Mesagne che di cuore è una specialista, almeno urbanisticamente visto che il centro storico ha tale conformazione spaziale, ha scopiazzato l’idea e ha scelto come proprio ponte dell’amore il cavalcaferrovia, dedicato a San Giovanni Paolo II, che unisce il rione Seta con il rione Grutti. I giovani hanno scelto la griglia di protezione e vi hanno agganciato i lucchetti. Al momento sono oltre una ventina, ma c’è da giurarci che presto aumenteranno notevolmente. I giovani innamorati salgono il passaggio pedonale e arrivano davanti alla griglia protettiva. In mano un lucchetto e tanti sogni. Lo aprono, scrivono una data particolarmente significativa e poi l’agganciano. Infine, gettano giù, nei rovi intorno alla ferrovia, le chiavi. Su un lucchetto, in particolare, si legge la data del 21 maggio 2021, sarà stato il giorno del fidanzamento o quando gli innamorati si sono recati in questo luogo per chiuderlo e gettare la chiave di sotto. Di certo, a due anni di distanza, non sappiamo se i sogni di questa coppia sono stati esauditi oppure se non sono più una coppia.
Ma come è nata questa idea di promettersi amore agganciando un lucchetto a un ponte? Il “lucchetto mania” è nato alcuni lustri fa con dei film che hanno fatto la storia dei giovani di quegli anni. Film come “Tre metri sopra il cielo”, cui è seguito “Ho voglia di te”, che aveva come protagonista Riccardo Scamarcio ad interpretare il giovane Step, idolo di milioni di ragazzine sognatrici, per vivere le loro travolgenti storie d’amore, hanno offerto lo spunto ai giovani. I due film sono stati pensati dal regista per un pubblico di adolescenti e da lì è scoppiata un vero e proprio “lucchetto mania” che ha portato i giovani a seguire mode e atteggiamenti. Tra questi anche l’utilizzo dei lucchetti dell’amore che hanno reso famoso nel mondo Ponte Milvio. E da Roma il vezzo è giunto anche a Mesagne, dove i giovani salgono sul ponte intitolato al santo Padre per giurarsi il loro reciproco amore. E col passar del tempo i lucchetti aumentano di numero tanto da farlo divenire un monumento all’amore. Così dopo la “Villetta degli innamorati” la città ha anche il “Ponte dell’amore”.
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Bilancio Partecipato, il voto della cittadinanza premia il progetto Francavilla Music Festival
509 persone votanti, 8 progetti in corsa, 4 giorni per scegliere le proposte da finanziare. Sono questi, in sintesi, i numeri della consultazione online della seconda edizione del Bilancio Partecipato che ha coinvolto i francavillesi residenti con almeno 16 anni d’età.
A vincere la competizione è stata la proposta “Francavilla Music Festival” dell’Associazione Agimus di Francavilla Fontana che ha conquistato 239 preferenze. Al secondo posto il progetto dell’Associazione Nuovaria “Generation Park” che ha ottenuto 121 preferenze seguito a pochissimi voti, 118, da “Il giardino meraviglioso - Riapriamo il fossato di Castello Imperiali” delle Associazioni Petrolio e Le Radici e le Ali Arciragazzi.
L’idea progettuale più suffragata è una evoluzione del “Francavilla Classica Lab” già realizzato nel 2018 e 2019. L'iniziativa, che propone un suggestivo intreccio tra i luoghi storici e la musica, si svolgerà nel primo fine settimana di luglio e prevede la realizzazione di sei postazioni musicali in via Roma, nei pressi della Porta del Carmine, Piazza Dante, Piazza Giovanni XXIII, Via Municipio e Corso Umberto I. Chiunque potrà accreditarsi per esibirsi contribuendo alla realizzazione di un innovativo percorso esperienziale nella bellezza tra arte e note musicali. Il costo totale del progetto è di circa 30 mila euro.
Con le risorse residue si potrà attuare parte della proposta “Generation Park” candidata dall’Associazione Nuovaria. Il progetto intende avviare un percorso di valorizzazione di Parco Caniglia attraverso processi di innovazione e inclusione. La progettualità ha il suo fulcro nella creazione di un fab-lab pensato come uno spazio aperto dedicato alla creatività che coinvolgerà studenti, artisti ed esperti. Per aumentare l'attrattività è prevista la creazione di aree dedicate al relax, al pic nic, ai giochi e al fitness. Il progetto prevede un nuovo allestimento dei locali interni e il rifacimento della pavimentazione. Il costo preventivato è di circa 47 mila euro.
La graduatoria finale della consultazione è così articolata: “Francavilla Music Festival” 239 preferenze, “Generation Park” 121 preferenze, “Il giardino meraviglioso - Riapriamo il fossato di Castello Imperiali” 118 preferenze, “Te lo racconto strada facendo” 62 preferenze, “We bike together!” 57 preferenze, “Alla fonte della storia” 39 preferenze, “Il giardino della Memoria” 30 preferenze, “Dal teatrino al Theatrum” 23 preferenze.
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Associazione Batti un colpo: cerimonia consegna defibrillatore
L’impegno e la solidarietà di tanti amici dell’Associazione «Batti un colpo» ha permesso di raggiungere un altro importante traguardo: rendere anche il quartiere Bozzano cardio-protetto. Stavolta - dopo i due defibrillatori donati e installati nel centro di Brindisi - la scelta è legata alla presenza nel quartiere di un parco, dedicato al giovane Mauro Maniglio, vittima di mafia, frequentatissimo non solo da bambini, ragazzi e anziani, ma da gente di tutta la città.
Un totem posizionato in viale Belgio, donato dalla vicina Farmacia del dott. Cecere, ospiterà un defibrillatore (marca Mindray) di ultima generazione. In assenza di personale sanitario o non sanitario formato, nei casi di sospetto arresto cardiaco è, comunque, consentito l'uso del defibrillatore semiautomatico o automatico anche a chi non sia in possesso di formazione specifica. Si applica l'articolo 54 del codice penale «Stato di necessità» per colui che, non essendo in possesso dei predetti requisiti, nel tentativo di prestare soccorso a persona con sospetto arresto cardiaco, utilizza un defibrillatore o procede alla rianimazione cardiopolmonare.
La modalità AED semiautomatica del defibrillatore permette di analizzare il ritmo cardiaco e determinare se sia consigliata l’erogazione di uno shock: solo in questi casi, tramite messaggi vocali e spia luminosa l'apparecchio invita il soccorritore a intervenire con la scarica elettrica. La cerimonia si terrà mercoledì 3 maggio (ore 11) e sarà realizzata con il contributo della Cantina «Tenute Girolamo» di Martina Franca e dei proprietari del Bar Suissè, Fabio e Francesca. Sono state invitate autorità civili, militari e religiose della città. Naturalmente, l’invito è rivolto agli abitanti del quartiere e a tutta la cittadinanza.
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