Redazione

Tuturano. articolata indagine dei Carabinieri consente il rinvio a giudizio di 4 uomini, responsabili di concorso continuato nel reato di truffa. Dopo una articolata indagine condotta dai Carabinieri della Stazione di Tuturano, la Procura della Repubblica di Brindisi ha emesso avviso di conclusioni indagini e rinvio a giudizio nei confronti di 4 uomini denunciati dai militari per concorso continuato in truffa con l’aggravante di aver commesso il fatto approfittando della distanza posta tra il luogo della parte offesa e quelle degli indagati. In particolare, un automobilista 21enne di Cellino San Marco, durante un controllo eseguito dai Carabinieri esibiva un certificato assicurativo a scadenza mensile, che da accertamenti è risultato inesistente. Appurato ciò, il giovane formalizzava una dettagliata denuncia presso la Caserma dei Carabinieri dimostrando la sua buona fede ed estraneità ai fatti, documentando con regolari ricevute il  pagamento in favore di una società di broker del Nord Italia, trovata su internet. Le indagini dei militari hanno così accertato che S.S. 37enne del Pakistan ma residente a Napoli, G.M. 38enne di Maddaloni, C.N. 63enne di Casal di Principe (CE) e S.S. 50enne di Napoli, avevano contraffatto tramite strumenti informatici, diversi certificati assicurativi vendendoli all’ignara vittima, attraverso un sito internet, per un totale di 1.100,00 euro.

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi, lunedì 15 febbraio 2021 in Puglia, sono stati registrati 2.971 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 345 casi positivi: 115 in provincia di Bari, 30 in provincia di Brindisi, 6 nella provincia BAT, 95 in provincia di Foggia, 43 in provincia di Lecce, 53 in provincia di Taranto, 2 casi di residenza non nota, 1 caso di residente fuori regione.

Sono stati registrati 22 decessi: 1 in provincia di Bari, 3 in provincia BAT, 7 in provincia di Foggia, 7 in provincia di Lecce, 3 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.438.375 test.

91.416 sono i pazienti guariti.

40.464 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 135.501, così suddivisi:

51.416 nella Provincia di Bari;

14.667 nella Provincia di Bat;

9.938 nella Provincia di Brindisi;

28.000 nella Provincia di Foggia;

11.469 nella Provincia di Lecce;

19.301 nella Provincia di Taranto;

565 attribuiti a residenti fuori regione;

145 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

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L’arrivo del gelo in Puglia, con neve e ghiaccio ed il brusco abbassamento delle temperature, compromette la produzione di peschi e mandorli già fioriti, ma ad essere colpiti sono gli ortaggi coltivati come cavoli, verze, carciofi, finocchi, cicorie e broccoli. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti Puglia sugli effetti dell’ultima ondata di maltempo accompagnata da gelo artico che si è abbattuta sulle coltivazioni.

L’ondata di gelo – sottolinea la Coldiretti regionale - arriva infatti dopo un mese di gennaio segnato al sud da temperature superiori alla media storica che hanno favorito il risveglio della vegetazione che è ora più sensibile al grande freddo. L’abbassamento della colonnina di mercurio per lungo tempo sotto lo zero – precisa la Coldiretti - provoca danni gravissimi con la perdita della futura produzione di frutta e verdura ma lo sbalzo termico i ha inevitabilmente un impatto anche sull’aumento dei costi di riscaldamento delle produzioni in serra ma anche delle stalle dove si cerca di difendere gli animali dal freddo anche rinforzando la dieta per garantire una razione supplementare di energia e calorie. Siamo di fronte in Puglia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che ha fatto perdere – conclude la Coldiretti – oltre 3 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.

Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni, secondo le elaborazioni di Coldiretti Puglia sulla scorta dei dati ISPRA.

Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici, dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 3 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

Le forti nevicate con l’interruzione dei collegamenti rischia di lasciare gli animali senza acqua e cibo per le difficoltà di garantire l’approvvigionamento dei mangimi – aggiunge Coldiretti Puglia - per non parlare dei danni provocati dal gelo alle condutture che portano l’acqua agli abbeveratoi.

La presenza diffusa degli agricoltori sul territorio assicura un intervento capillare anche nelle aree più critiche “soprattutto nelle zone più impervie – dice il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia - nei paesi e nelle campagne dove ci sono le coltivazioni invernali in campo bruciate dal gelo come cavoli, verze, cicorie e broccoli e si registra una impennata dei costi di riscaldamento delle serre”.

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L’iniziativa del sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli, di togliere dall’ingresso della città il cartello stradale con la scritta “Mesagne”, impallinato nei decenni scorsi dai colpi a pallettoni sparati dalle armi della criminalità organizzata è stata accolta con grande soddisfazione e interesse. E non solo in città giacché l’iniziativa ha avuto un eco nazionale. Adesso, quello che tutti si chiedono, è che fine farà il cartello. Dove, il primo cittadino, intende collocarlo. “Quel cartello, sbrindellato da proiettili, andava rimosso per una semplice ragione di decoro urbano e per una questione, più sottile e simbolica, di immagine”, ha spiegato il sindaco Matarrelli che ha anticipato che “il segnale sarà conservato nel mio studio, a memoria di una stagione che non dimentichiamo e che, ogni giorno, ci impegniamo affinché non ritorni”. Il sindaco, quindi, ha tenuto a sottolineare che “nel corso degli ultimi trant’anni la città ha conosciuto un rinnovamento culturale, insieme ad un’evoluzione sociale e produttiva, che l’hanno resa un modello di riferimento di significativa importanza anche per altri contesti”. Questo grazie al fervido dinamismo che ha contraddistinto la lungimiranza delle istituzioni che, in questo percorso di autentica emancipazione, sono state affiancate dall’azione instancabile delle realtà associative, produttive e religiose. In questo solco, è stato fondamentale il ruolo assunto dal mondo del volontariato, dello sport e delle arti. “La lunga stagione di riscatto che la città ha costruito negli ultimi decenni - ha concluso il primo cittadino - parte da lontano, ma si rinnova ad ogni occasione, potendo contare su un tessuto sociale sano: la nostra comunità, laboriosa e paziente, è il volto autentico di un territorio che oggi vive nello sguardo ammirato dei turisti che si innamorano dei nostri monumenti, in un tessuto urbano che dal centro alle periferie viene attenzionato e migliorato”. Per l’assessore ai Percorsi di legalità, Anna Maria Scalera “la città certamente ha vinto la battaglia più importante, ma è evidente che la guerra è ancora lunga. Gli episodi di microcriminalità, la povertà economica e culturale in cui ancora alcune famiglie vivono, la mancanza di lavoro, soprattutto in questo momento di pandemia, le difficoltà degli imprenditori, sono aspetti da considerare, perché oggi la criminalità si può insinuare in forme più subdole e meno evidenti”. L’’assessore è certa che il collante “tra le forze dell'ordine, le istituzioni, con il presidio di Libera e la cooperativa Libere Terre, associazione antiracket, terzo settore e parrocchie può continuare a portare buoni frutti. Come Amministrazione puntiamo a promuovere la legalità, soprattutto tra i più piccoli”. Anche la società civile vuole che il cartello diventi simbolo della riscossa di una comunità. “Quel cartello stradale crivellato di colpi di arma da fuoco deve diventare un monito per tutti, giovani e meno giovani. Quel cartello deve rappresentare la capacità dimostrata dalla cittadinanza a riscattare il proprio orgoglio civico”, si è auspicato Mario Vinci, presidente dell’Istituto culturale “Storia e territorio”. Era l'8 giugno del 1989 quando, oramai stanchi dei vari episodi delittuosi che quotidianamente si registravano in città, la società civile scese in piazza per sensibilizzare e promuovere una primavera di rinascita. “Suggeriamo al sindaco affinché quel segnale stradale consunto dal tempo e arrugginito, fatto a colabrodo dai colpi sparati fosse conservato in un luogo simbolo della città, in una bacheca del palazzo di città accompagnato da una targa ricordo che ne spiegasse le ragioni, riconoscendo ai propri cittadini la capacità dimostrata di sradicare dal proprio territorio quella "capitale del crimine" che non certamente era confacente con la convivenza civile di questa città.  Che ha tutt'altre radici”, ha concluso il presidente Vinci.

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Ieri mattina a Mesagne sono caduti mediamente dodici centimetri di neve che hanno imbiancato la città messapica per la gioia di grandi e, soprattutto, dei piccoli. L’evento straordinario, peraltro già annunciato nei giorni precedenti dalla prefettura di Brindisi, ha trovato pronta la macchina organizzatrice del Comune messa in allerta dall’assessore alla Protezione civile e Lavori pubblici, Roberto D’Ancona, che nelle settimane precedenti aveva fatto anche una scorta di sale. Fin dal primo mattino, per far fronte alle criticità che potevano interessare la città in relazione alle precipitazioni nevose, è stato insediato il Centro operativo comunale presso la sede dei vigili urbani al fine di assicurare nel territorio del Comune la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso alla popolazione. In azione, fin dal mattino, i mezzi spargisale. In particolare nei pressi dell’ospedale, delle strutture sanitarie per anziani, davanti al commissariato e alla stazione dei carabinieri. Il sale è stato gettato anche sulle rampe di accesso della statale 7 e della circonvallazione. Sul fronte dei disagi un cavo telefonico è caduto in via Camigliatello mentre un cavo elettrico è caduto in via Manfredi Svevo e un altro in via Accademia degli Affumicati. Qui la strada è stata chiusa al transito veicolare e pedonale fino a quando i tecnici dell’Enel hanno riparato il guasto. In villa comunale sono caduti dei grossi rami. Sono intervenuti i volontari della protezione civile che con le seghe elettriche li hanno tagliati e hanno messo in sicurezza la zona. Peraltro, ieri mattina il polmone verde è stato preso d’assalto dai mesagnesi che si sono divertiti a fare pupazzi di neve o a giocare con le palle di neve. Un modo, forse, per scaricare la tensione delle ristrettezze dovute alla pandemia..

Grazie all’attività dei volontari e del consigliere delegato, Vincenzo Carella, i cani presenti nel canile sono stati accuditi con coperte, cibo e acqua. Diverse le pattuglie della polizia locale che hanno monitorato la città per evitare sinistri e intervenire su eventuali situazioni di emergenza. Nel frattempo il sindaco ha disposto la chiusura nel cimitero comunale ieri e oggi. Per evitare problemi per questa mattina, quando si prevede del ghiaccio sulle strade, il sindaco Matarrelli ha disposto la chiusura di tutte le scuole cittadine.

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Emergenza epidemiologica, gli aggiornamenti. 

Tra ieri e oggi a Mesagne si contano 9 nuovi casi e 6 guariti. Sono 78 le persone attualmente positive, 3 di loro sono ricoverate in ospedale, 2 in condizioni critiche, ma in ripresa.

In una stagione politica in cui comunicare è diventato più importante che fare, può succedere che anziché raccontare la realtà se ne crei una parallela che finisce per negare quella esistente e cancellare il passato, anche quando questo, a ricordarlo, può essere ragione di orgoglio ed elemento identitario per la comunità in cui si vive o che si ha l’onere e l’onore di amministrare.

E’ il caso della rimozione del cartello crivellato di colpi in via Tancredi Normanno, intervento che probabilmente si inserisce in una generale sostituzione della segnaletica esistente più volte annunciata dall’assessore ai lavori pubblici, rappresentata su alcuni organi di stampa come simbolo di una “sfida del Sindaco ai clan” perché da trenta anni nessuno aveva osato toccare quell’insegna. Quasi a dire che la stessa fosse ancora oggi simbolo di un dominio della criminalità organizzata sulla città, dominio al quale Mesagne, guidata da amministratori capaci, si è già ribellata ormai da diverso tempo.

Siamo convinti che non fosse intenzione del Sindaco far passare questo messaggio, che però è stato veicolato, purtroppo, da agenzie di comunicazione e organi di stampa nazionali. E ne siamo convinti perché questo avrebbe significato mancare di rispetto alla città che egli amministra e persino a sé stesso che da questa città è stato eletto Sindaco. Se si fosse trattato di un atto che altri Sindaci non hanno avuto il coraggio di fare, inoltre, bisognerebbe chiedersi e chiedere come mai questo atto simbolico non sia stato il primo di questa amministrazione anziché uno dei tanti venuti dopo. E’ evidente, invece, come quel cartello, oggi, non rappresentasse ciò che in alcune ricostruzioni si è voluto fargli rappresentare e forse sarebbe stato più prudente da parte del Sindaco non enfatizzare troppo questa azione di buona ma pur sempre ordinaria amministrazione.

L’occasione torna utile, invece, per riflettere e comprendere su quanto sia facile rimuovere in uno sol colpo tre decenni di lotta per l’affermazione della cultura della legalità condotta da bravi Sindaci, da Magistrati, da forze dell’ordine oltre che da uno straordinario corpo sociale fatto da associazioni, parrocchie, partiti politici, cooperative sociali. E’ stato questo straordinario e coraggioso impegno a gettare le fondamenta sulle quali è sorta la città che oggi rappresenta per tanti un importante punto di riferimento. Non disperdere questo patrimonio, come ci ha ricordato bene ieri dalle pagine del Quotidiano il Presidente regionale dell’associazione antiracket Fabio Marini, e non compromettere l’unità della nostra comunità su questa battaglia è, a nostro avviso, il più importante compito che il Sindaco ha davanti a sé. Anche per questo pensiamo sia necessario, questa volta facendo un uso virtuoso della comunicazione, correggere un racconto che distorce la realtà e non rende merito all’opera di tanti nostri concittadini, grazie alla quale Mesagne non è più da tempo soggiogata dai clan.

Partito Democratico Mesagne

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Alla presenza delle autorità comunali e degli associati dell’Accademia “Italia in Arte nel Mondo”, è stato consegnato nei giorni scorsi nell’Aula Consiliare del Comune di Mesagne il Catalogo ufficiale dell’evento dedicato alla Biennale internazionale d’arte contemporanea “Barocco Salentino 2020”.

La Biennale, svoltasi dal 13 al 19 luglio dello scorso anno, ha visto la partecipazione di artisti provenienti da 21 Paesi e da ogni Regione d’Italia, ospitando – nell’occasione - personalità del mondo del cinema e del teatro, della scienza e che si sono distinte per l’impegno sociale. “L’Accademia ringrazia in particolare il sindaco di Mesagne, l’On. Toni Matarrelli, il vicesindaco, l’Avv. Giuseppe Semeraro, e l’Avv. Marco Calò, consulente alle Politiche Culturali e Scolastiche del Comune di Mesagne, per il grande impegno profuso per la ottima riuscita della manifestazione”, hanno dichiarato i rappresentanti dell’Accademia “Italia in Arte nel Mondo” al momento della consegna del volume.

L’evento estivo, insieme al riconoscimento per le Arti Visive, ha anche accolto la prima edizione del riconoscimento intitolato ad Ubaldo Lay, a cura della direzione artistica, che è stato consegnato alle personalità selezionate in ambito cinematografico e teatrale. Tra queste, è stato premiato il noto attore Gianni Macchia. La presidenza della Accademia ha conferito premi speciali per l’impegno sociale – attraverso la consegna della statuetta de “Il Pensatore” di Auguste Rodin - a personalità politiche, scientifiche e impegnate in ambito sociale.

“Il catalogo – ha spiegato Marco Calò, che ha partecipato per l’Amministrazione al momento della consegna – rappresenta una gradita testimonianza della Biennale d’arte ospitata nel nostro meraviglioso Castello. La raccolta è prestigiosa, per le opere contenute e per la qualità editoriale con cui è stata realizzata”.

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Dopo il successo nel 2019 con la fortunata collaborazione con i Sud Sound System per il brano “Nell’azzurro”, la cantante brindisina Silvia Flores torna alla ribalta con il suo terzo singolo dal titolo “Ricordi da rifare” che porta la firma di Andrea Amati, autore tra l’altro delle cantanti Elodie, Emma, Alessandra Amoroso e tanti altri) e Fabio Barnaba, anche lui volto noto del pop italiano, che ha musicato e arrangiato il brano.

Il brano è un love pop melodico incentrato su una storia d’amore intensa, tormentata, vissuta ma alla fine conclusa a causa delle innumerevoli difficoltà che la vita mette di fronte ai due protagonisti.

Nonostante tutto, il destino fa in modo che i due a volte si incontrino per caso vivendo nella stessa città e questo smuove in lei forti emozioni, anche se consapevole che ormai è tutto finito; ed è per questo che in un dialogo interiore pensa che deve lasciare andare via i ricordi che la legano ancora indissolubilmente a lui.

Struggente ed intenso, il brano “Ricordi da rifare” racchiude un’alchimia di emozioni e sentimenti interpretati magistralmente dalla cantante brindisina.

Il singolo, prodotto da TRB Rec di Andrea Tognassi, è accompagnato dal videoclip firmato da Mosè Ferrari e girato anche nel centro di Brindisi, città natale dell’interprete.

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi domenica 14 febbraio 2021 in Puglia, sono stati registrati 7.274 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 732 casi positivi: 311 in provincia di Bari, 77 in provincia di Brindisi, 64 nella provincia BAT, 115 in provincia di Foggia, 44 in provincia di Lecce, 116 in provincia di Taranto, 6 residenti fuori regione. 1 caso di provincia di residenza non nota è stato riclassificato e attribuito.

Sono stati registrati 17 decessi: 2 in provincia di Bari, 2 in provincia BAT, 3 in provincia di Brindisi, 6 in provincia di Foggia, 4 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.435.404 test.

89.903 sono i pazienti guariti.

41.654 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 135.156, così suddivisi:

51.301 nella Provincia di Bari;

14.661 nella Provincia di Bat;

9.908 nella Provincia di Brindisi;

27.905 nella Provincia di Foggia;

11.426 nella Provincia di Lecce;

19.248 nella Provincia di Taranto;

564 attribuiti a residenti fuori regione;

143 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

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