Redazione
Mesagne. Bomba carta davanti a un'abitazione
Salgono a 28 i casi positivi da Covid a Mesagne
A Mesagne 4 nuovi casi, salgono a 28 le persone attualmente positive al Covid-19 nella nostra città.
Mesagne. Auto rubata rinvenuta dalla polizia locale
Un'Alfa Romea Giulietta è stata rinvenuta questa sera a Mesagne dalla polizia locale. Il mezzo era stato rubato in provincia di Lecce. La macchina, una Alfa Romeo bianca, è stata rinvenuta nei pressi di via Brodolini col motore acceso. Gli agenti della Polizia locale si sono avvicinati alla macchina aperta per verificare se l’autista avesse bisogno di aiuto, ma trovatala vuota e con il motore in moto si sono insospettiti. Da una verifica hanno accertato che l’auto era stata rubata qualche giorno fa in provincia di Lecce. Adesso si stanno espletando le pratiche per consegnare l’autovettura al legittimo proprietario. La polizia locale ha avviato le idagini per cercare di individuare i malfattori. Qualche telecamera della zona potrebbe aver ripreso i ladri.
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Impennata del Covid - 19. Oggi 1054 casi positivi in Puglia, 91 in provincia di Brindisi con 1 decesso
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi sabato 7 novembre 2020 in Puglia, sono stati registrati 7.081 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.054 casi positivi: 277 in provincia di Bari, 91 in provincia di Brindisi, 112 nella provincia BAT, 312 in provincia di Foggia, 95 in provincia di Lecce, 154 in provincia di Taranto, 13 residenti fuori regione.
Sono stati registrati 14 decessi: 3 in provincia di Bari, 1 in provincia di Brindisi, 1 in provincia BAT, 4 in provincia di Foggia, 5 in provincia di Taranto.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 601.611 test.
7.546 sono i pazienti guariti.
16.573 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 24.935, così suddivisi:
9.946 nella Provincia di Bari;
2.691 nella Provincia di Bat;
1.778 nella Provincia di Brindisi;
6.030 nella Provincia di Foggia;
1.792 nella Provincia di Lecce;
2.519 nella Provincia di Taranto;
179 attribuiti a residenti fuori regione.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
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Due arresti per detenzione illecita di sostanza stupefacente
Nella incessante attività di prevenzione e controllo del territorio, nella giornata di ieri il Commissariato di P.S. di Ostuni ha eseguito due arresti: il primo M.O. del 1992, per detenzione illecita ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e il secondo L.V.P. del 1973, per resistenza a pubblico ufficiale.
Entrambi sono residenti nella Città Bianca.
- Nei pressi della Villa Comunale, personale della Volante si avvedeva della presenza di diversi ragazzini e, tra questi, un giovane conosciuto all’Ufficio di Polizia per pregressi specifici in materia di sostanze stupefacenti. Notato lo stato di agitazione palesato dal M.O. alla vista degli operatori, veniva eseguita un’attività di controllo, all’esito della quale, veniva trovato in possesso di marijuana, abilmente occultata negli slip, suddivisa in involucri. La successiva perquisizione domiciliare consentiva di rinvenire ulteriori quantitativi della medesima sostanza stupefacente sparsa sul piatto di una bilancia, nonché denaro, verosimilmente, provento dell’illecita attività.
- All’atto della notifica di un’ordinanza di esecuzione di pene concorrenti emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi, per l’espiazione della pena della reclusione ad anni 4, mesi 8 e la multa di 11.200,00 euro per i delitti in materia di stupefacenti e furto aggravato, L.V.P. si dava a precipitosa fuga a bordo di uno scooter. Lo stesso veniva inseguito per le vie cittadine fino a far perdere le proprie tracce dopo aver imboccato una strada in controsenso. Successivamente, lo stesso si presentava spontaneamente in Ufficio e, dopo le formalità di rito, veniva associato alla Casa Circondariale di Brindisi.
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Cosa cambia nelle scuole con la nuova ordinanza regionale
L’Amministrazione Comunale di Fasano, nella persona dell'Assessore alla Pubblica Istruzione Cinzia Caroli, dopo il confronto, e in accordo con i dirigenti scolastici della Scuola Primaria di Fasano, e tenuto conto dell’ordinanza regionale emanata dal Presidente Michele Emiliano, comunica che, da lunedì 9 novembre, i bambini di Scuola Primaria potranno tornare a seguire le lezioni in presenza e recarsi regolarmente a scuola. I genitori che invece riterranno di continuare a far seguire le lezioni da casa in DAD, potranno farlo collegandosi come di consueto, con le medesime modalità già attuate.
Si informa che il servizio di trasporto scolastico sarà attivo senza variazioni.
Si comunica inoltre che il servizio mensa (per la sola Scuola Primaria) è sospeso fino a nuova indicazione. Pertanto i bambini seguiranno le lezioni secondo l'organizzazione del tempo normale. Viene dunque temporaneamente sospeso il tempo prolungato .
Per quanto concerne la Scuola dell'infanzia a Fasano, non vi saranno per ora variazioni: si continuerà con il normale servizio mensa.
«Esprimo tutta la mia vicinanza e solidarietà alle famiglie in questo delicatissimo momento - ha dichiarato l’Assessore Caroli -, stiamo cercando in ottemperanza ai continui aggiornamenti in termini di ordinanze, di garantire in città almeno un'uniformità di decisioni per evitare ulteriori confusioni.
Vorrei esprimere tutta la mia vicinanza e l'affetto nei confronti degli studenti, dai più piccoli (le cui decisioni dall'alto condizionano fortemente e continuamente la loro organizzazione e routine quotidiana) ai più grandi (che resteranno in regime di didattica a distanza). Sono mesi molto complicati per loro che pure hanno mostrato e mostrano grandissima maturità ed un alto senso di responsabilità!
Invito tutti a continuare ad impegnarsi nello studio, seppure la situazione contingente renda tutto più difficile, li esorto inoltre a rispettare alla lettera (come stanno facendo) le regole e le indicazioni per tutelare sé stessi e gli altri.
Torneranno giorni migliori e saremo in grado di cogliere e apprezzare tutto il bello che ci circonda».
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Scambia funghi velenosi per chiodini e resta intossicato
Un uomo di 56 anni di Carovigno è rimasto intossicato dopo aver mangiato funghi raccolti in campagna e si è presentato nella notte tra venerdì e sabato all’ospedale di Ostuni con tremori, sudorazione profusa e diarrea. È stato contattato l’esperto reperibile del Centro di controllo micologico della Asl di Brindisi, Giampaolo Amatori, che ha identificato il fungo. Subito dopo, in collaborazione con il Centro antiveleni di Milano è stata disposta la terapia. “L’uomo – spiega il direttore del Centro micologico, Liborio Rainò - ha scambiato i funghi, le Inocybe, per dei Tricholoma terreum, detti anche morette, e noti localmente come chiodini o cardellicchi. Ci ha raccontato che dopo un paio di ore dall’ingestione dei funghi ha avuto sintomi tipici di una intossicazione. L’Inocybe contiene muscarina che agisce sul sistema nervoso e può provocare deliri e allucinazioni. L’errore sulla specie fungina è un classico di queste intossicazioni perché entrambi i funghi hanno lo stesso habitat e agli occhi di un profano sono uguali. Accade spesso che il raccoglitore occasionale che incappa in una intossicazione, non possedendo alcun tipo di formazione specifica, abbia come riferimenti esclusivamente il ‘sentito dire’ o alcune conoscenze acquisite in ambito privato e familiare”.
Il direttore del Centro micologico invita in questa fase a essere maggiormente responsabili per non gravare sulle strutture già allertate per l’emergenza Covid con interventi che potrebbero essere facilmente evitati. “Insieme alla comparsa dei funghi spontanei – spiega - iniziano a registrarsi i casi di intossicazione legati al loro consumo: nelle ultime settimane sono già quattro i focolai che hanno impegnato i pronto soccorso della provincia con il conseguente intervento dei nostri micologi reperibili, ai fini della determinazione di specie e conseguente supporto all’azione di sanitari. Questi ultimi casi, pur richiedendo una terapia in ambito ospedaliero, hanno avuto un esito favorevole con dimissione degli intossicati. I funghi che hanno determinato i quadri tossici risultano essere stati raccolti in occasione di scampagnate nei boschi, o anche in aree verdi urbane, e consumati in assenza di qualunque tipo di precauzione. Ricordiamo, infatti, che bisogna effettuare una formazione obbligatoria in materia per conseguire il permesso di raccolta, rilasciato dal Comune, e sottoporre i funghi a verifica da parte di un esperto micologo della Asl”.
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Torre Guaceto: stop alla pesca per un mese per il bene della riserva
E’ appena iniziato il fermo pesca di 30 giorni nell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto. L’iniziativa voluta dal Consorzio di Gestione dell’area protetta non danneggerà i pescatori locali che, per il periodo di stop, saranno ristorati per il mancato reddito. Al termine di questo mese, il Consorzio, affiancato da Enti di ricerca, attraverso la raccolta di dati specifici, farà una fotografia dell’attuale stato di salute della fauna marina della riserva.
Il progetto ha una ricaduta diretta non solo sull’area protetta, ma anche sugli operatori della piccola pesca artigianale che, da regolamento dell’AMP, sono abilitati alla pesca in riserva. Ma affinché la tutela puntuale non si accompagni alla penalizzazione degli operatori economici, il Consorzio erogherà a loro beneficio risorse dedicate.
In questo periodo, i pescatori di Torre Guaceto, ancora una volta grandi alleati nella lotta quotidiana per la tutela della riserva, avendo aderito al progetto, non opereranno nell’area protetta ed anche fuori dai confini sotto tutela, nodo molto importante del progetto poiché frutto dell’azione volontaria di tutti i pescatori locali.
Gli operatori hanno, infatti, consegnato le proprie licenze di pesca alla Capitaneria di porto e per un mese, grazie al loro sostegno, sarà ridotto l’impatto antropico sulla costa nord brindisina.
Per fare un passo indietro, alla nascita dell’AMP, nel 2000, e quindi del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, la prima azione messa in campo fu un fermo pesca di 5 anni necessario per la rilevazione dello stato di salute degli habitat e della fauna marina protetti.
Nell’arco di alcune settimane, si passò dalla pesca indiscriminata, anche attraverso l’utilizzo di attrezzi esplosivi che distruggevano gli habitat e decimavano le specie animali, al blocco totale di ogni tipo di attività umana. L’azione, inizialmente combattuta dai pescatori locali, fu poi apprezzata e sostenuta dall’intera categoria una volta ottenuti i risultati degli studi.
Al termine della prima fase di ricerca, il Consorzio lanciò un piano di pesca redatto in modo tale da proteggere la riserva e, al tempo stesso, sostenere i pescatori locali che vi avrebbero aderito.
Il modello, poi negli anni esportato in numerose AMP nazionali, è ancora lo stesso. Possono operare nella riserva sono i pescatori professionali che risiedono nei comuni di pertinenza, Brindisi e Carovigno, il prelievo può essere effettuato solo con reti da posta e a maglia larga, per scongiurare la cattura dei pesci che devono ancora riprodursi, solo una volta a settimana previa autorizzazione dell’ente, ed esclusivamente nella zona C di Torre Guaceto, quindi nella fascia più esterna dell’AMP.
Il modello ha condotto a rese di pesca che inizialmente erano quattro volte superiori a quelle che i pescatori realizzavano fuori dalla riserva. Dopo 15 anni, oggi, la resa è ancora superiore a quella esterna, ma è comunque diminuita rispetto al passato.
Le ragioni del cambiamento sono con tutta probabilità dovute al dramma della pesca di frodo, ma il Consorzio vuole vederci chiaro e condurre nuovi studi specifici.
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Scuole, Macina (M5S): “Riaprono ma Emiliano scarica su famiglie e dirigenti scolastici”
Scuole, Macina (M5S): “Riaprono ma Emiliano scarica su famiglie e dirigenti scolastici”. La deputata pugliese: “Posizione pilatesca della Regione. Nel pieno spirito di leale collaborazione istituzionale, avevamo lanciato una scialuppa di salvataggio al Presidente, per aiutarlo in un settore in cui ha mostrato grosse difficoltà”. Roma, 7 nov 20 – “L’ultima ordinanza del Presidente Emiliano, lungi dal fare chiarezza, finisce per aumentare il caos e il senso di smarrimento, sconfina in competenze che non appartengono alla Regione, stabilendo che le assenze saranno giustificate e aprendo ad una pericolosa ‘facoltatività’ della scuola del primo ciclo. Messaggio non voluto, probabilmente, ma che invece veicola. Spiace davvero che sulla scuola si sia consumata una fuga in avanti inopportuna e che non cancella le responsabilità della Regione”. Così la deputata pugliese Anna Macina, portavoce del MoVimento 5 Stelle. “Si è deciso di non decidere - prosegue -lasciando sulle spalle delle famiglie la scelta di proseguire la didattica in presenza o quella a distanza, e sulle scuole l’onere di organizzare il servizio. In Puglia si è consumato il paradosso di avere due ordinanze conflittuali delle diverse sezioni del Tar della Puglia, che hanno generato una confusione non risolta dall’intervento pilatesco di Emiliano. Peraltro – evidenzia Macina - posto che le regioni sono sempre state coinvolte prima e durante l’adozione delle misure per contrastare la diffusione del virus, vien da chiedersi se la Puglia sia stata rappresentata in tali consessi. É di tutta evidenza che si sta scontando la disorganizzazione e il ritardo in alcuni processi e ambiti fondamentali per il contrasto al Covid-19, come la gestione regionale nel trasporto pubblico locale, il contact tracing e il mancato incremento dei posti letto delle terapie intensive, mentre si attende la portentosa ‘macchina da guerra’ che processa 10 mila tamponi al giorno. Vero colpo basso è l’accusa al sistema scuola che non sarebbe stato in grado di ‘farsi trovare pronto’. Ricordiamo le ingentissime risorse stanziate per la didattica a distanza e per l’efficientamento delle scuole, con interventi di edilizia leggera, che per il primo ciclo sono state assegnate ai Comuni, cui competeva l’onere di spenderle. Resta fermo il punto che la dad, che deve rimanere come extrema ratio, non è un equivalente della didattica in presenza, che assolve a funzioni fondamentali come la riduzione delle diseguaglianze sociali, l’integrazione, la socialità, la lotta alla dispersione scolastica. Spiace davvero constatare come non sia stata raccolta l’offerta di leale collaborazione tra istituzioni e parti sociali per mettere ordine al caos in cui Emiliano ha gettato il mondo della scuola pugliese. Per fortuna, oltre la miopia di qualcuno, le scuole tornano ad essere aperte” conclude la deputata.
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