Redazione
La giunta comunale ha approvato richiesta e progetto esecutivo per candidare al bando “Sport e Periferie 2020” i lavori di rigenerazione della pista di atletica leggera “Lucio Montanile”, nel complesso sportivo in contrada Masseriola per l'attività agonistica a livello nazionale, e per lo svolgimento di tutte le discipline dell’atletica leggera riconosciute.
Questo progetto esecutivo sarà inserito nel redigendo programma operativo 2020-2022, dell’importo complessivo di 900mila euro, e prevede i seguenti interventi:
- rimozione degli elementi dei cordoli in alluminio;
- rimozione di tutta la pavimentazione della pista;
- leggera fresatura della pavimentazione sottostante e rimozione delle radici superficiali;
- leggera fresatura della pavimentazione sottostante e rimozione delle radici superficiali;
- correzioni di alcuni dislivelli longitudinali superiori al 1x1000, nei tratti in curva della pista, da eseguirsi precedentemente alla posa della nuova pavimentazione mediante piccole colate di resina ovvero con fresatura della parte eccedente;
- rifacimento della pavimentazione sportiva per atletica leggera da realizzare secondo i requisiti di cui al Regolamento tecnico FIDAL/IAAF;
- posa in opera di cordolino in alluminio;
- realizzazione della nuova segnaletica orizzontale tramite verniciatura del manto come da regolamento FIDAL;
- sostituzione della gabbia del lancio del disco;
- rifacimento delle pedane di lancio;
- manutenzione delle fosse di atterraggio in sabbia dei salti in lungo e triplo;
- manutenzione straordinaria della tribunetta;
- manutenzione straordinaria dei locali adibiti a deposito sotto la tribuna;
- revisione e ripristino dell'impianto elettrico previa sostituzione dei proiettori delle torri faro;
- revisione e ripristino dell'impianto di amplificazione con sostituzione degli altoparlanti;
- revisione e ripristino dell'impianto di irrigazione;
- realizzazione di sistema di videosorveglianza;
- miglioramento dell’efficienza energetica attraverso l’impiego di apposita tecnologia e l’utilizzo di fonti rinnovabili.
L’importo complessivo di 900mila euro sarà così ripartito: 700mila euro da finanziare attraverso il bando Sport e Periferie e, la restante parte di 200mila euro, con il cofinanziamento con fondi comunali.
L’impianto sportivo, una volta adeguato, potrà ottenere l’omologazione da parte della
FIDAL per lo svolgimento di manifestazioni sportive agonistiche regionali e nazionali, anche nell’ambito delle attività sportive paralimpiche per garantire la parità sociale per i diversamente abili.
A tal fine è stato già redatto e sottoscritto un protocollo di intesa con la FIDAL e con il CPI regionale al fine di avviare, a lavori ultimati, lo svolgimento continuativo di manifestazioni sportive di vario tipo.
“Dalla realizzazione dell'impianto sono trascorsi circa 40 anni - racconta l’assessore allo Sport Oreste Pinto - ed attualmente lo stato di utilizzo richiede un completo intervento di adeguamento, partendo dal piano della pista che non è più omologabile nemmeno per manifestazioni sportive a livello locale.
Il nostro intento è di ridare a Brindisi una struttura di eccellenza in campo nazionale che possa rappresentare un tassello importante della futura cittadella dello sport che si realizzerà anche con la presenza del nuovo palazzetto”.
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Ridisegnato il Pai, pronti investimenti a MESAGNE
Buone nuove per la città di Mesagne. Il Comune ha eseguito una serie di opere idrauliche necessarie ad abbassare il rischio di allagamenti nella città. Il tutto in ossequio al Pai, il Piano di assetto idrogeologico, che ha come obiettivo specifico l’individuazione delle aree a rischio di frane e di alluvione e la previsione di azioni finalizzate alla prevenzione e mitigazione di detto rischio sul territorio. Questi interventi permetteranno all’ente locale di riperimetrare il Pai, liberando diversi ettari di terreni dal rischio allagamento. Soddisfazione è stata espressa dall’intera Amministrazione comunale e dall’assessore ai Lavori pubblici e Protezione civile, Roberto D’Ancona.
Soprattutto le opere idriche realizzate in questi anni dovrebbero mettere la città al sicuro dagli endemici allagamenti. La vecchia perimetrazione fu fatta il 27 marzo 2006 a seguito degli allagamenti che scossero la città mettendo a rischio la vita degli stessi cittadini. Da allora l’Autorità idrica di bacino ha comunicato al Comune una serie di adempimenti necessari ad abbassare il rischio idraulico e, quindi, propedeutici alla riperimetrazione dell’area interessata. Sono stati eseguiti, anche, interventi di sistemazione e miglioramento ambientale, che favoriscano tra l’altro la ricostruzione dei processi e degli equilibri naturali, il riassetto delle cenosi di vegetazione riparia, la ricostituzione della vegetazione spontanea autoctona. Tra tali interventi sono compresi i tagli di piante stabiliti dall’autorità forestale competente per territorio per assicurare il regolare deflusso delle acque.
A distanza di 14 anni diverse opere sono state realizzate, altre sarà necessario approntarle nei prossimi anni affinché il territorio sia messo completamente in sicurezza. Dunque, è partita dal Comune di Mesagne la richiesta di modifica del Pai per la ridefinizione del rischio in gran parte del territorio urbano ed extra urbano. Il tutto a seguito del completamento degli interventi idraulici eseguiti per la mitigazione del rischio idrogeologico. Interventi iniziati nel 2012, con diversi stralci, e collaudati nel 2020 a seguito della conclusione dei lavori. “La richiesta, come da progetto e verifica ambientale, permetterà di eliminare completamente il rischio idrogeologico”, ha spiegato l’assessore D’Ancona -. Questo vuol dire avere una maggiore sicurezza per tutti i cittadini interessati in passato da situazioni di allagamenti, ma vuol dire, soprattutto, lo sblocco di alcuni limiti nel comparto edile, causati da questo vincolo. In pratica in quelle aree dove non c’è più nessun rischio di allagamenti adesso si potrà costruire”. La riperimetrazione, infatti, permetterà di svincolare “una grossa fetta di territorio che potrà essere edificata con benefici concreti nell'edilizia locale”, ha concluso l’assessore D’Ancona.
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Tap & Snam: tra compensazioni & distrazioni
Il Movimento NO TAP/Snam della Provincia di Brindisi non può perdere occasione di intervenire dopo aver letto alcune recenti dichiarazioni a mezzo stampa del Consigliere Regionale del Partito Democratico Fabiano Amati che ha avuto la bella idea di riprendere la questione delle c.d. “compensazioni” che TAP e Snam dovrebbero rendere ai territori interessati dal passaggio del tanto discusso gasdotto che da San Foca di Melendugno arriva a Brindisi in contrada Matagiola, a metà strada tra Brindisi e Mesagne.
Addirittura interviene sulla questione anche il Sottosegretario Turco, responsabile di gestire il fascicolo TAP per conto della Presidenza del Consiglio, con riferimento alle “compensazioni” ai fini del ristoro, cerca di propagandare una necessità di sviluppare proposte progettuali orientate a favorire investimenti forieri di sviluppo imprenditoriale, occupazionale o di benessere collettivo e condiviso in un percorso metodologico condiviso che vedrà il Governo come interlocutore dei Comuni attraversati dall'opera.
In verità la questione si trascina da alcuni anni ormai senza esiti degni di nota e viene ciclicamente riesumata inutilmente.
Ma adesso più che mai l'argomento delle “compensazioni” è diventato di attualità ed è molto discusso in queste settimane sulle pagine dei quotidiani locali nelle quali abbiamo registrato diversi interventi improvvisati da parte di qualche esponente politico di queste parti e non solo, come per dare un senso alla propria esistenza.
Non ci facciamo meraviglia di tutto ciò proprio, appunto, se a riproporre l’argomento delle c.d. “compensazioni”, e pure a babbo morto, è stato il Consigliere Regionale Fabiano Amati.
Come non ci facciamo meraviglia che gli effetti di queste sue brillanti affermazioni hanno scatenato le fantasie più disparate dei tanti che in politica hanno vissuto di espedienti.
Tant' è che è subito partita la corsa penosa all'inseguimento di una “elemosina” per il territorio ed è deplorevole vedere quei tanti che stanno già sgomitando per arraffare le briciole di quei quattro soldi ammesso pure che un giorno verranno gentilmente concessi a titolo di ristoro ai territori.
Ci sarebbe da approfondire la discussione sulla questione sia dal punto di vista tecnico e sia soprattutto dal punto di vista politico ma non è questo il punto, almeno per ora.
Coincidenza vuole che proprio adesso esce fuori la questione delle “compensazioni”.
Proprio in questo particolare momento che TAP e Snam sono in evidente difficoltà per l’emergere di presunte irregolarità procedurali/autorizzative che riguardano il loro operato e che sono oggetto di attenzione dalle Autorità Giudiziarie.
Cogliamo l'occasione per ricordare che a settembre scorso è cominciato il processo che coinvolge i vertici di TAP per le palesi violazioni ambientali commesse nella realizzazione delle opere del gasdotto nel quale la Regione Puglia, diversi Comuni, Enti, associazioni e cittadini hanno avanzato richiesta di costituzione di parte civile.
La nostra sensazione è invece che qualche ben pensante vuole tentare di lanciare un salvagente alle due multinazionali per indurre la politica e le istituzioni locali assieme, al governo, a trovare l'accordo sulle “compensazioni” in modo da legittimare tutto quello che è illegittimo e che tutto vada bene, madama la marchesa!
Quello che rafforza la nostra sensazione è che questi ben pensanti fanno pure finta di ignorare che manca ancora tutto il tratto della Rete Adriatica con annessa centrale di compressione di Sulmona per portare il gas di TAP a destinazione.
Altro che, come dice Amati, tra qualche settimana TAP aprirà le valvole ma per mandare il gas dove?
Può anche darsi che stiamo prendendo un clamoroso abbaglio ma è evidente il fatto che sicuramente uno più in sensi non si sarebbe mai spinto a prescindere a simili iniziative perché sa perfettamente che non ci sarebbe alcun vantaggio concreto per le comunità ospitanti il “tubicino” a fronte di una indecente proposta economica avanzata a suo tempo da TAP e Snam ai comuni interessati a titolo di compensazione per i disagi del passaggio del gasdotto con tutti gli annessi e connessi.
E uno in sensi farebbe molta attenzione a non sottovalutare l'aspetto etico e morale di una vicenda, quella del gasdotto TAP, nata forzando tutto l’inforzabile, un altro poco, finanche, forzando le leggi della fisica all’occasione.
Ci sarebbe ancora tanto e tanto da dire per scardinare pezzo per pezzo tutte le contraddizioni di questa allegra trovata di Amati ma per ragioni di spazio e di opportunità ci riserviamo di riprendere il filo in un secondo momento in caso dovesse essere necessario.
Nel momento in cui la Turchia di Erdogan rappresenta una grave minaccia per l'Europa e il conflitto tra Azerbaijan e Armenia per il Nagorno Karaback è dagli esiti imprevedibili è da scellerati non tenere conto degli effetti per nostra Nazione e per Europa di queste dinamiche che stanno mettendo in discussione gli equilibri geopolitici della regione caucasica da dove, appunto, parte il gas di TAP che per arrivare sulle coste salentine passa nel gasdotto TANAP per circa 2000 Km in territorio turco.
Qualcuno queste domande deve pur farsele e dubitiamo che Amati e suoi amici benpensanti se le faranno perché evidentemente hanno altro a cui pensare, politicamente si intende.
La cosa positiva è che non tutti, sindaci compresi, stanno cadendo nella trappola tesa da Amati & Co. e i motivi certamente ci saranno.
Auspichiamo che rinsaviscano al più presto tutti coloro i quali, speriamo in buona fede, si sta lasciando affascinare dalle sfolgoranti trovate di Amati perché a queste latitudini ci sarebbe da fare altro di più importante per riscattare questo territorio.
Auspichiamo che in questo territorio salentino si metta al più presto al centro della discussione invece l'abbandono delle fonti fossili e l'abbandono di un modello di sviluppo anacronistico e che porta solo devastazione climatica, ambientale, economica e sociale e che sia apra una nuova fase di progettazione di un modello di sviluppo alternativo attento ai bisogni del territorio e della gente che lo abita.
Movimento NO TAP /Snam della Provincia di Brindisi
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ARSENALE BRINDISI – ARESTA (M5S): “PROPOSTE ASSUNZIONI PERSONALE CIVILE DELLA DIFESA”
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Enel Produzione concede ai Carabinieri un’auto elettrica Nissan Leaf
Questa mattina, il responsabile della centrale elettrica Enel “Federico II” di Brindisi, Ing. Concetto Sergio Tosto, ha consegnato in comodato d’uso al Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi un’autovettura elettrica marca Nissan modello Leaf. Presenti anche l’ing. Vincenzo Masciavè, responsabile della Security e il dottor Angelo Di Giovine, responsabile degli Affari Istituzionali di Enel. L’iniziativa è inquadrata nelle finalità proprie di Enel Produzione S.p.A. di contributo allo sviluppo economico e sociale delle comunità locali, in una logica di crescita sostenibile e inclusiva. Il citato veicolo elettrico, che rappresenta lo stato dell’arte nel settore delle automobili elettriche di medie dimensioni, è stato consegnato al Comandante Provinciale, Colonnello Vittorio Carrara, e verrà utilizzato per le esigenze di servizio del personale dipendente del Comando Provinciale.
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Arrestato per detenzione di droga
I Carabinieri della Stazione di Mesagne hanno eseguito l’ordinanza della custodia cautelare in carcere per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, nei confronti di KUMBANKYET David, 29enne di origine ghanese residente a Mesagne. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Brindisi a seguito della reiterazione del medesimo reato. L’uomo, agli arresti domiciliari poiché tratto in arresto dai militari operanti in diverse circostanze e sempre per detenzione i ai fini di spaccio di stupefacenti, il 24 ottobre scorso è stato anche denunciato in stato di libertà per le medesime condotte. L’arrestato, concluse le formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Taranto.
PRIMITIVO E NEGROAMARO IN CIMA A CLASSIFICA VINI PIU' CONSUMATI AI TEMPI DELLA PANDEMIA
COVID: COLDIRETTI PUGLIA, PRIMITIVO E NEGROAMARO IN CIMA A CLASSIFICA VINI PIU' CONSUMATI AI TEMPI DELLA PANDEMIA. La Puglia spicca nella speciale top ten dei vini più graditi dai consumatori italiani, con un rapporto qualità/prezzo evidentemente molto appetibile e una distintività territoriale premiante, che fa balzare il vino Primitivo al secondo posto e il Negroamaro al quinto posto della classifica dei vini emergenti che ai tempi del Covid hanno fatto registrare il maggior incremento delle vendite. E’ il commento di Coldiretti Puglia ai dati della ricerca della Rome Business School, la business school a maggior presenza internazionale in Italia con studenti provenienti da 150 nazioni che ha approfondito i cambiamenti che stanno interessando il comparto del vino nello scenario del Covid-19.
“Parole chiave sono innovazione e diversificazione per contrastare gli effetti della crisi che il vino pugliese è riuscito a schivare. Non è un successo casuale, dato che forti sono stati gli investimenti sostenuti dalle cantine pugliesi per determinare innovazione in termini di prodotto e di processo, per conquistare negli ultimi 10 anni importanti fette di mercato nazionale ed internazionale”, dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
La Puglia è una delle 5 regioni dove si registra un incremento sensibile – conclude Coldiretti Puglia - delle performance delle Indicazioni Geografiche del vino, pari a 142milioni di euro, con la provincia di Taranto che aveva tirato la volata - fino al periodo pre-covid - con 42 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente.
“E’ il risultato di un mix vincente di fattori che partono dalle potenzialità del terroir e delle varietà autoctone passando per le capacità imprenditoriali dei vitivinicoltori pugliesi, ma anche grazie a un poderoso sistema di controlli che il settore si è dato in Italia”, ribadisce Gianni Cantele, responsabile della Consulta vitivinicola di Coldiretti Puglia.
Il crack della ristorazione con il crollo delle attività di bar, gelaterie, pasticcerie, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, a partire proprio dai vini che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.
“Alle limitazioni alle attività di impresa devono corrispondere in tempi stretti i sostegni economici a tutte le imprese lungo la filiera agroalimentare – conclude Cantele - per dare liquidità ad aziende che devo sopravvivere all’emergenza Covid, come il taglio del costo del lavoro con la decontribuzione protratta anche per le prossime scadenze superando il limite degli aiuti di Stato, interventi a fondo perduto per agriturismi e ristoranti per incentivare l’acquisto di prodotti alimentari e vino Made in Italy”.
Il bonus ai ristoranti che utilizzano prodotti 100% Made in Italy è importante per sostenere l'intera filiera agroalimentare – conclude Coldiretti Puglia - dal campo alla tavola che subisce una perdita stimata in 8 miliardi nel 2020 per mancati acquisti di cibi e bevande, a partire dal vino che ha risentito del crollo del turismo e del drastico ridimensionamento dei consumi fuori casa provocati dall’emergenza Coronavirus.
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Agitazione e sciopero dei servizi sociali
Il Sindacato Cobas dichiara lo stato di agitazione dei lavoratori che operano per il Comune di Brindisi nei servizi di Assistenza Domiciliare Integrata, Servizio Assistenza Domiciliare, Polo Servizi Territoriali che racchiude "Centro per la famiglia -servizio di mediazione,servizio affidi, sportello sociale", per il mancato pagamento dello stipendio del mese di Settembre da parte della cooperativa Genesi e soprattutto per la certa prospettiva di non pagarsi per i mesi successivi per difficoltà del Comune di Brindisi.
Il Cobas dichiara una giornata di sciopero di tutti i servizi sociali per Martedì 10 Novembre con manifestazione davanti al Comune di brindisi alle ore 9,00 perché il problema riguarderà nelle prossime settimane tutte le cooperative .
Così come avevamo preannunciato quasi un anno fa , in occasione delle nostre proteste in occasione del voto sul Piano di Predissesto Economico del Comune di Brindisi si è venuta a creare una situazione di grave crisi per i servizi sociali .
Il piano di predissesto prevedeva dei tagli ai servizi sociali ma al momento di applicarli il Sindaco Riccardo Rossi ha deciso di dare continuità agli stessi utilizzando lo strumento della ordinanza sindacale.
Tutto questo in pieno disaccordo con il dirigente del settore , il quale non avallava la decisione del Sindaco perchè in contrasto con il piano .
Da qui nascono i problemi.
L'uso della ordinanza sindacale presuppone che i pagamenti alle cooperative non possano essere effettuati normalmente perchè considerati debiti fuori bilancio .
Per poter pagare le cooperative questi debiti devono passare dal Consiglio Comunale ed essere riconosciuti per un successivo inserimento nel bilancio comunale.
In buona sostanza le cooperative dall’inizio della ripresa del lavoro a Maggio 2020 non hanno preso un euro ed hanno difficoltà a pagare così come ci ha comunicato La cooperativa Genesi.
I lavoratori per potersi pagare con questa situazione devono aspettare , se le cose vanno bene , altri numerosi mesi.
Ricordiamo che l’ordinanza sindacale prevede le attività per i servizi sociali fino a Dicembre e dopo?
Ci domandiamo come farà il Sindaco Rossi a mantenere l'impegno preso con i lavoratori di non fare più gare ma di costituire un Consorzio per superare la fase delle gestione delle Cooperative ?
Ancora non abbiamo capito con quali soldi e quale percorso realizzativo.
Nei giorni scorsi abbiamo chiesto un incontro al Sindaco Rossi proprio per capire le sue intenzioni in proposito.
Il Cobas intanto non ci sta a lavorare e non essere pagati chissà per quanti mesi ancora ed invita tutti i dipendenti delle cooperative a protestare Martedì 10 Novembre .
Per il Cobas Roberto Aprile
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Nuova convenzione con il Cinema Teatro Italia
Dal 1999 il Cinema Teatro Italia di via Santa Cesarea rappresenta un punto di riferimento culturale per l’intera comunità di Francavilla Fontana. Tanti i nomi di attori famosi e di giovani talenti che in questi 20 anni hanno calcato le tavole del suo palco regalando al pubblico emozioni e spunti di riflessioni.
Nel pieno dell’emergenza epidemiologica, mentre la prevenzione del contagio impone la chiusura dei teatri e dei cinema, l’Amministrazione Comunale di Francavilla Fontana ha deciso di avere fiducia in un futuro in cui quei luoghi torneranno ad avere una centralità nella vita sociale. Per questa ragione è stata stipulata una nuova convenzione che disciplinerà i rapporti con il Cinema Teatro per i prossimi 10 anni.
“In questi giorni di grande amarezza e apprensione per le sorti della cultura messa in ginocchio dalla pandemia, abbiamo pensato di alzare lo sguardo e vedere oltre questa quotidianità fatta di bollettini e chiusure – spiega l’Assessora alla cultura Maria Angelotti – il teatro e il cinema sono due elementi fondamentali per la crescita culturale generale e individuale. Per questo non ci siamo tirati indietro e ci siamo spinti ad una estensione della durata contrattuale.”
Il nuovo accordo prevede un prolungamento della durata della convenzione, che passa da 6 a 10 anni, e l’adeguamento delle tariffe agli indici ISTAT.
“Qualche anno fa un esponente di primo piano del Governo disse che con la cultura non si mangia – dichiara il Sindaco Antonello Denuzzo – purtroppo questo messaggio si è radicato nella mentalità di molti cittadini che valutano gli aspetti culturali come superflui. La pandemia ci ha insegnato che senza cultura si muore perché non si acquisisce la capacità di comprendere in maniera adeguata le informazioni. Noi crediamo fortemente nel valore della cultura e con questa convenzione, che prevede un maggiore investimento di risorse comunali, poniamo le basi per una rinascita del sistema culturale cittadino che dovrà fornire le coordinate per comprendere il mondo dopo la pandemia.”
In base alla nuova convenzione il Comune avrà la possibilità di utilizzare il teatro per l’organizzazione di iniziative culturali rivolte alla cittadinanza per 26 giorni all’anno.
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Ha fruttato diverse migliaia di euro un furto perpetrato da alcuni individui in un’abitazione di Mesagne. I malviventi per aprire la cassaforte hanno utilizzato la fiamma ossidrica con il rischio di incendiare i mobili presenti. Mentre fuggivano sono stati visti dai proprietari che hanno lanciato l’allarme. Sul posto sono giunte alcune gazzelle dei carabinieri che si sono messi, inutilmente, alla ricerca dei delinquenti. Febbrili le indagini degli uomini dell’Arma per cercare di individuare i ladri che hanno agito a colpo sicuro.
Da come si sono mossi, infatti, si pensa che i malviventi conoscessero bene le abitudini della famiglia, l’abitazione e i valori presenti. In aiuto alle indagini potrebbero giungere alcune immagini delle telecamere di sorveglianza presenti in zona. Anche se i ladri le hanno bypassate scegliendo un percorso sicuro. Dunque, altro episodio di criminalità a Mesagne compiuto con estrema spavalderia da due individui incappucciati. Scenario dei fatti è, ancora una volta, il rione Materdomini. Precisamente un’abitazione a primo piano dove vive una famiglia con figli piccoli. Come spesso accade la signora, intorno alle ore 18,30, ha deciso, insieme ai suoi figlioli, di scendere al pian terreno, nell’abitazione dei nonni. Una gioia per i bimbi poter giocare con loro.
Così, mentre la famigliola si trovava presso i nonni al piano superiore sono arrivati, dal giardino, due individui. Hanno forzato l’ingresso e sono entrati in casa. Una volta dentro si sono diretti nella camera da letto, hanno spostato due quadri che occultavano la cassaforte di famiglia. Con loro avevano una fiamma ossidrica. Hanno acceso il cannello e iniziato a lavorare sul forziere. Le scintille hanno raggiunto il copriletto e hanno rischiato che lo stesso si incendiasse. Sono bastati solo pochi minuti e la serratura è saltata, i ladri hanno aperto il portello. A quel punto hanno tolto la federa a un cuscino e hanno iniziato a razziare tutto il contenuto. Dentro al sacchetto improvvisato sono finiti dei candelabri, diversi monili e valori che la famiglia custodiva gelosamente nella cassaforte. Tuttavia, questo lavoro non lo hanno fatto in silenzio tanto che i bimbi che si trovavano al pian terreno hanno detto alla mamma che sentivano dei passi in casa loro. Rumori che anche il resto della famiglia ha udito. Si sono affacciati alla finestra, che dà sul giardino, e hanno notato due uomini incappucciati che fuggivano con il sacco tra le mani. I ladri, giunti davanti al cancello, lo hanno aperto e sono scappati. È stato lanciato l’allarme e sul posto sono giunti i carabinieri. I militari hanno effettuato un sopralluogo e ascoltato la testimonianza della signora particolarmente colpita dall’evento criminale.
I militari si sono messi alla ricerca di questi individui, probabilmente un terzo fungeva da palo all’esterno, senza riuscire a trovare nulla. Sono state avviate le indagini che sembrano essere piuttosto articolate, anche se partono da un dato certo: i malfattori conoscevano bene la famiglia. Se non personalmente attraverso un basista. Forse lo stesso fantomatico uomo che da anni segnala ai ladri le abitazioni del rione Materdomini in cui perpetrare furti remunerativi.
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