Redazione

Quattro denunce e tre segnalazioni amministrative per uso personale di stupefacenti.

A conclusione di un servizio straordinario di controllo del territorio eseguito nel Comune di Ceglie Messapica, i Carabinieri dei reparti dipendenti dalla Compagnia di San Vito dei Normanni hanno:

–    denunciato in stato di libertà:

  • un uomo che alla guida di un ciclomotore, a seguito di perquisizione personale e veicolare, è stato trovato in possesso di 2 coltelli a serramanico della lunghezza di 15 e 21 cm, sottoposti a sequestro;
  • una donna, controllata alla guida di un’autovettura, in evidente stato di ebbrezza alcolica, a seguito di accertamento etilometrico che ha confermato un tasso alcolemico superiore al limite consentito; la patente di guida è stata ritirata;
  • un giovane sorpreso alla guida di un’autovettura in stato di ebbrezza alcolica con un tasso alcolemico superiore al limite consentito come da accertamento etilometrico effettuato sul posto. La patente di guida è stata revocata poiché già sospesa per omessa presentazione a revisione;
  • un giovane che, in atto sottoposto al regime della detenzione domiciliare, è stato sorpreso a colloquiare con due persone all’esterno della propria abitazione

–    segnalati alla Prefettura per detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale:

  • un24enne di San Vito dei Normanni (BR), trovato in possesso di 0,2 grammi di hashish;
  • un20enne di San Vito dei Normanni (BR) trovato in possesso di 0,1 grammi di marijuana;
  • un45enne di Ostuni (BR), trovato in possesso di 0,67 grammi di cocaina.

Gli stupefacenti rinvenuti sono stati sottoposti a sequestro.

Complessivamente sono stati controllati 37 automezzi e identificate 43 persone, eseguite diverse perquisizioni, nonché controllati alcuni esercizi pubblici ed elevate contravvenzioni al Codice della Strada.

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Prevenzione incendi estivi e salvaguardia del territorio.

Alla cortese attenzione di S.E. il Prefetto di Brindisi, Michela La Iacona.

Apprendo dagli organi di stampa che in data 13 Giugno ha presieduto un incontro finalizzato a promuovere sinergiche azioni operative volte alla prevenzione e al contrasto degli incendi boschivi e di interfaccia. Sono intervenuti, oltre ai Sindaci dei Comuni della provincia, il Questore, i Comandanti Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, il Comandante del Gruppo Carabinieri Forestali, nonché rappresentanti della protezione civile regionale, di ANAS e di RFI e del coordinamento provinciale dei volontari di protezione civile. Noto con grande stupore e dispiacere, che non sono state invitate le associazioni degli Agricoltori della zona, e le associazioni Venatorie, e ne spiego il perché. Nessuno meglio di agricoltori e cacciatori conoscono le nostre campagne, sia che siano terreni coltivati, incolti, o boschivi “pochissimi purtroppo” della zona. Purtroppo conosco la diffidenza di un certo mondo associativo, e politico, nei confronti dei cacciatori, ma non lo condivido affatto! In particolar modo la politica e brava a sottrarre terreno cacciabile con i divieti, per poi lasciare tutto nell’abbandono più assoluto. Non conosco le realtà degli altri paesi vicini, ma a Mesagne ci sono due boschi di proprietà, vietati alla caccia, che versano nell’abbandono più assoluto, perché i proprietari da anni non effettuano nessuna azione di pulizia del sottobosco, infatti uno di essi lo scorso anno e stato interessato da un grosso incendio. Invece so per certo, perché ci sono andato a caccia, che nei boschi della Provincia di Taranto e di Bari, puntualmente ogni anno, la Forestale contrassegna gli alberi da tagliare, sia che i boschi siano privati o del demanio, in modo da mantenere pulito il sottobosco ed evitare gli incendi. Per non parlare delle stoppie che non si dovrebbero bruciare prima del 15 Settembre, e che invece puntualmente vengono date al fuoco molto, ma molto prima, in barba alla legge. Inoltre sempre agricoltori e cacciatori potrebbero essere utili per segnalare i rifiuti che puntualmente vengono gettate nelle nostre campagne, come già suggerito alla Dottoressa Olivieri, qualche anno fa. Nella speranza che il Signor Prefetto accolga il mio suggerimento, saluto.

Angelo Gabriele Pignatelli,

Delegato Regionale del Movimento Politico, Popolo Partite Iva-Unione Nazionale.

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Precipitazioni da sparse a diffuse, a prevalente carattere di rovescio o temporale, con quantitativi cumulati da moderati a puntualmente  elevati.

A Mesagne da mezzanotte e per le 24 ore successive sarà attivato il coc e nella giornata di domani sarà chiuso il cimitero. 

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Ha suscitato profondo cordoglio in città la notizia della scomparsa del dott. Emanuele Guarini (Uccio per tutti), avvenuta questa mattina presto a Lecce. Per lunghi anni primario otorino nell’ospedale di Copertino, il dott. Guarini conseguita la maturità classica, si era laureato in Medicina e chirurgia a Modena dove pure aveva conseguito la Specializzazione, quindi era ritornato nel Salento dove ha ricoperto per decenni l’incarico di primario ospedaliero nell’ospedale di Copertino fino al pensionamento. Trapiantato a Lecce, ma profondamente legato a Mesagne, il dott. Guarini aveva vissuto vite parallele con diversi concittadini, liceali, come lui, nel liceo classico comunale. Uno fra tutti, il prof. Ermes De Mauro con il quale si sentiva molto spesso. A dare notizia della scomparsa, la moglie e la figlia, i fratelli Roberto, Ezio e Alessandro, la sorella Maria Concetta ed i nipoti. I funerali sanno celebrati domani mattina, 15 giugno, alle ore 10 in Lecce, nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Vianney e la salma sarà tumulata nel cimitero di Mesagne, nella cappella di famiglia.

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Dal 15 giugno al 15 settembre 2023, l’ingresso nei musei e nei luoghi della cultura statali costerà un euro in più. I ricavi derivati dal temporaneo aumento del biglietto saranno interamente utilizzati per fronteggiare l’emergenza nelle aree colpite dagli eventi alluvionali, duramente provate da frane, infiltrazioni d’acqua e allagamenti che hanno danneggiato anche il patrimonio culturale – inclusi i musei – per il quale il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza.

 Come indicato nelle misure contenute nell’articolo 14 del Decreto Legge 1° giugno 2023, n.61 approvato dal Governo, in particolare, i proventi di questa importante iniziativa saranno utilizzati per mettere in sicurezza e ripristinare i beni culturali che sono stati interessati dall’alluvione, con interventi di tutela e ricostruzione del patrimonio pubblico e privato.
L’aumento include anche il biglietto ridotto per i giovani dai 18 ai 25 anni che aumenterà da 2 a 3 euro.
Resta la gratuità per le categorie previste dal Decreto 11 dicembre 1997 n. 507.
 

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Confesercenti chiede di posticipare l’avvio dei saldi. “Il settore moda sta perdendo importanti quote di mercato”. Ancora una volta, e non si stancherà mai di farlo, la Confesercenti della Provincia di Brindisi alza il tiro in merito all’avvio della stagione dei saldi estivi, non condividendo, praticamente da sempre, la decisione presa dalle autorità competenti di fissare la data al 6 luglio. Anche a livello nazionale, la Confesercenti aveva chiesto di posticipare di due settimane la data prevista per l’avvio dei “saldi”, in un anno, questo che stiamo vivendo, in cui un’evidente anomalia termica sta fortemente condizionando le vendite estive. “E’ quindi paradossale cominciare ad effettuare svendite di fine stagione – dichiara il presidente provinciale Michele Piccirillo - quando ancora la stagione estiva non può dirsi iniziata. Ed è avvilente che nelle nostre Istituzioni non ci sia nessuno in grado di capirlo e di interpretare positivamente questa legittima richiesta. L’unica nota positiva è che la data sarà praticamente la stessa per tutte le regioni, evitando situazioni concorrenziali tra territori limitrofi”.

Un’altra urgente necessità per Confesercenti è controllare affinché non si aggiri la data di inizio dei saldi con i soliti inviti, da parte di qualche addetto ai lavori, ad acquistare a “prezzi scontatissimi”. “Continuare a non considerare tali situazioni – conclude il presidente Piccirillo, condividendo ciò che ha esplicitato il Presidente Regionale Benny Campobasso - sta mettendo a dura prova le migliaia di imprese del settore moda che continuano a perdere quote di mercato significative, anche a causa delle vendite online che continuano indisturbate ad operare senza controlli, vanificando di fatto i ‘saldi’ che sono un appuntamento economico importante per le imprese sane della moda”.

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Lotto, a Bari colpo da 23.750 euro. La Puglia torna a sorridere con il Lotto. Nell’ultima estrazione, come riporta Agipronews, a Bari realizzato un colpo da 23.750 euro sulla ruota cittadina. L'ultimo concorso del Lotto ha distribuito 6,3 milioni in tutta Italia, per un totale di 518,8 milioni dall'inizio dell'anno.

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Sabato 17 giugno alle ore 10 il Castello Alfonsino di Brindisi ospiterà il laboratorio “I miti e il mare”, attività pensata per i bambini di età compresa tra i 7 e i 10 anni. Il laboratorio propone delle letture animate che mirano ad avvicinare i più piccoli al tema del mare, dei suoi miti e della sua importanza per la città di Brindisi, il tutto in uno dei luoghi più suggestivi della città, sull’isola di Sant’Andrea. I partecipanti avranno l’opportunità di immergersi nel mondo dei miti marini ascoltando storie coinvolgenti e appassionanti che stimoleranno la loro immaginazione e li porteranno a esplorare il mare attraverso i racconti. Per maggiori informazioni contattare il numero 3792653244 o inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Si ricorda che il Castello Alfonsino è aperto tutti i giorni ed è possibile prenotare la propria visita guidata seguendo le stesse modalità indicate per il laboratorio “I miti e il Mare”. Un’occasione imperdibile per esplorare la storia del maniero e lasciarsi affascinare dalla bellezza unica del Castello di Mare.

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Dopo la pandemia da Covid che ha colpito gli umani adesso è la volta di una pandemia agricola che sta colpendo la produzione di uva: la temibile peronospora. Infatti, a causa delle perduranti piogge e degli sbalzi di temperatura il batterio si sta annidando tra le produzioni viticole annientandole del tutto. Ed è allarme tra gli agricoltori per cercare di bloccare questa epidemia verde che incide negativamente sulla futura produzione di vino e sui relativi bilanci aziendali. La peronospora è la malattia crittogamica più grave della vite. Essa è in grado di attaccare tutti gli organi verdi della pianta, principalmente le foglie, i germogli e i grappoli, causando ingenti danni alle coltivazioni. Le viti infette possono subire un calo significativo della produzione, portando a un'inevitabile crisi economica per i nostri viticoltori. E a risentirne sarà la produzione vinicola regionale, e in particolare quella brindisina, i cui produttori da anni stanno combattendo contro un mercato sempre più globalizzato e in mano a logiche speculative.PERONOSPORA_su_vigneto_1.jpeg

Preoccupazioni e disagi che da tempo Coldiretti Brindisi ha segnalato alle autorità competenti denunciando le difficoltà che il mondo vitivinicolo brindisino e pugliese stanno attraversando sia nella passata che nella presente campagna vitivinicola. “Le speculazioni, l'assenza di visione e regia gravano su di un comparto che per molto tempo è stato trainante, ma che oggi necessita di un cambio di passo per affrontare le sfide del mercato ed un posizionamento che ancora è troppo spesso caratterizzato da prezzi bassi da scaffale e poco su valorizzazione del territorio e qualità”, ha spiegato Filippo Angelini De Filippis, presidente di Coldiretti Brindisi -. Basti pensare come sia esigua ancor oggi la percentuale di vino prodotto rispetto a quello imbottigliato”. Attualmente la Puglia è la seconda regione italiana per giacenza di vino, poco più di 7 milioni di ettolitri. “Troppe volte – ha proseguito il presidente - abbiamo denunciato la necessità per il settore di controlli più stringenti, di politiche mirate, di un ruolo centrale delle cooperative e di un diverso rapporto tra trasformatori e produttori, quest'ultimi ancora troppo spesso anello debole della filiera”. Non solo.PERONOSPORA_su_vigneto_1.jpg

“Lo scorso anno – ha proseguito De Miccolis - abbiamo visto come si sia improvvidamente cercato di scaricare sulla parte agricola l'aumento dei costi di trasformazione e le difficoltà derivanti dagli aumenti del costo dell'energia. Né, infine, è possibile sottacere i timori di scelte scellerate adottate da alcuni Paesi europei e di certe proposte presenti nei documenti Comunitari, circa l’obbligo di un’etichettatura shock sui pericoli del consumo di alcol, o dell’avvento dei vini dealcolati, che porterebbero ad un vero e proprio declassamento del comparto”. Davanti a questi fatti i viticoltori sono piuttosto preoccupati poiché devono combattere una battaglia su più fronti, prima nei terreni contro il batterio killer della peronospora e poi in cantina contro le speculazioni internazionali. “L'illusione che gli agricoltori possano resistere ad ogni scossone, ad ogni vessazione e gioco speculativo rappresenta una degli elementi di debolezza del sistema. Le rese nazionali e regionali preoccupano ed i dati parlano chiaro”, ha concluso il presidente di Coldiretti. Infine, Napoleone Cera, consigliere della Regione Puglia in una missiva inviata al presidente Emiliano, ha dichiarato: “La peronospora, una malattia fungina che colpisce le piante di vite, può causare gravi danni alle nostre colture: le viti infette possono subire un calo significativo della produzione, portando a un'inevitabile crisi economica per i nostri viticoltori”.

L'ESPERTO.Vulcano_Gino_agronomo1.jpg

Da decenni i vitigni sono afflitti da una fitopatia molto grave che si accentua quando si hanno annate con un andamento metereologico caratterizzate da giornate calde-umide. Si tratta della peronospora che falcidia i vigneti di uva da vino e da tavola. Per sapere qualcosa in più su questa “malattia” del vitigno che influisce anche sulla qualità del vino che si andrà a produrre ne abbiamo parlato con Gino Vulcano, agronomo della Coldiretti.

Dottore cos’è la peronospora.

“La peronospora della vite è un fungo che si manifesta attaccandosi alle foglie e al grappolo. Nelle foglie provoca una perdita della capacità fotosintetica e un futuro disseccamento delle stesse mentre sul grappolo, oltre alla perdita dello stesso, gli acini superstiti produrranno un vino con qualità scadente. Essendo una malattia di origina fungina il vero problema è che in questa annata con elevata umidità ed elevata temperatura gli attacchi diventano esplosivi”.

Una volta che la peronospora è nel vigneto come si deve comportare il viticoltore?

“Gli agricoltori si programmano nelle varie fasi della crescita della pianta i trattamenti da fare. Ma con le precipitazioni diventa impossibile entrare tempestivamente nei campi poiché diventano impraticabili a causa delle precipitazioni. Pertanto, capite bene, che non è solo un problema di trattamenti, ma anche di praticità nel non poter intervenire. Generalmente si utilizzano dei prodotti coprenti, preventivi, che hanno l’azione di formare una patina sulle foglie ed evitano l’attacco fungino ai tessuti della pianta. Si fanno nella primavera, quando la vegetazione è scarsa. In un secondo momento, molto delicato, quando ci sono le foglie formate in pre fioritura oltre a utilizzare prodotti coprenti si utilizzano prodotti citotropici translaminare o sistemici, cioè prodotti che sono assorbiti dalla pianta e anche traslocati con la soluzione circolante presente in essa. Questo trattamento si utilizza quando la malattia è penetrata nei tessuti della pianta. È l’unico modo per intervenire.  Si consiglia sempre di rispettare le modalità riportate nelle etichette”.

Ma una volta che si forma il grappolo cosa si può fare e le produzioni bio?

“La difesa della vite quando c’è la formazione del grappolo diventa più difficile poiché è difficile controllare la malattia. Ed è ciò che sta avvenendo in questi giorni. Soprattutto per le produzioni biologiche poiché mentre nei sistemi di produzioni convenzionali e integrati si possono utilizzare i prodotti sistemici nell’agricoltura biologica si utilizzano accorgimenti agronomici con tecniche colturali che prevedono l’inerbimento e l’indurimento dei tessuti con utilizzo di prodotti a base di rame, ma la difesa è totalmente di natura agronomica. Produrre in bio una buona qualità di vino è un grande successo quando, naturalmente, ci si riesce”.

 

 

Il maltempo, con temperature più basse della media stagionale, bombe d’acqua e vento forte, dopo la lunga siccità, continua a colpire, a macchia di leopardo, anche la provincia di Brindisi causando gravi danni alle colture. In primis ai vitigni in cui si è insidiata la terribile peronospora, la malattia crittogamica più grave della vite che, in pochi giorni, è in grado di attaccare tutti gli organi verdi della pianta, principalmente le foglie, i germogli e i grappoli, causando ingenti danni alle coltivazioni. Ne abbiamo parlato con Carmine Dipietrangelo, Amministratore unico di Tenute Lu Spada di Brindisi. “L’aggressività e la modalità con cui la peronospora sta colpendo – ha spiegato - non è nella mia memoria e neanche direi nei testi. È l’effetto delle condizioni climatiche che da aprile ad oggi hanno prodotto continue piogge, umidità notturne e mattutine consentendo alla peronospora di svilupparsi aggredendo non solo le foglie, ma contestualmente e direttamente anche i grappoli d’uva”. Dai dati meteo rilevati nell'areale della provincia di Brindisi si riscontra che la piovosità da gennaio 2023 ad aprile 2023 è stata mediamente di circa 350 millimetri con una punta massima di 130 millimetri di pioggia circa, caduti nel periodo di aprile 2023, contro una media di 500 millimetri di pioggia caduti durante tutto l'anno 2022. Se si aggiungono poi le piogge di maggio e di questi giorni abbiamo un quadro a dir poco allarmante. Le temperature medie rilevate nel periodo di germogliamento - fioritura della vite da vino, hanno registrato una media di 25° C la massima con punte di 29° C le minime medie di circa 10° C con punte di 6,5° C. “Questo contesto climatico – ha proseguito Dipietrangelo - secondo il nostro agronomo, ha permesso la maturazione piena delle spore di peronospora, ordinariamente svernanti nei vigneti e, successivamente, attraverso temporali e piogge abbondanti, sono iniziate le prime infezioni sui vigneti suscettibili, proseguendo poi ad infezioni latenti e poi ripetute, che manifestavano l'evasione della malattia in concomitanza a piogge o condizioni meteo con altissima percentuale di umidità relativa”. L'incidenza del danno maggiore, che ha coinvolto anche i grappoli in pre e post fioritura, si riscontra con virulenza sui vigneti condotti in biologico, e sui vigneti in convenzionale o integrato che hanno previsto interventi tardivi seguenti l'infezione primaria della malattia. “Nell'agro di Brindisi, nei confronti che ho cercato, ad oggi si registra un danno sui vitigni a "macchia di leopardo" con punte di incidenza anche del 60% di danno alla produzione”, ha precisato il manager di Tenute Lu Spada -. Sui nostri vigneti abbiamo rilevato da subito la criticità, facendo della protezione in copertura la strategia di difesa attuata, ma nonostante questo abbiamo danni soprattutto su Negroamaro, Malvasia Nera e Vermentino”. Purtroppo ad oggi si assiste ancora a condizioni climatiche avverse che favoriscono infezioni del fungo. Così, relativamente alla vendemmia 2023, ad oggi non si possono azzardare previsioni, per i motivi climatici, ma altresì per eventuali ulteriori patogeni che potrebbero incidere negativamente sugli aspetti quali-quantitativi dell'uva. “La speranza – ha proseguito Dipietrangelo - è una stabilizzazione delle condizioni meteo ed un ritorno di temperature ed umidità relative che possano contrastare lo sviluppo della peronospora e di altri patogeni, ma soprattutto per riequilibrare lo stato fisio-nutrizionale delle piante”. Problemi ci sono anche a Mesagne. Il vice presidente delle Cantine della Riforma Fondiaria, Emanuele Guglielmi, in fase di inglobamento nelle siciliane Cantine Ermes, ha tenuto a dire che “ci sono vigneti che hanno subito importanti attacchi di peronospora. Chi è riuscito a intervenire è riuscito a bloccarla, anche se la pressione è ancora alta. Noi non possiamo intervenire nei vitigni pieni di acqua con i trattori tantomeno con i droni poiché sono vietati. Ecco perché gli enti pubblici potrebbero aiutarci abbattendo il pagamento dell’Imu e di altri balzelli che gravano sui nostri bilanci aziendali. Oppure riconoscendo alle aziende viticole un bonus sui costi di produzione per i maggiori trattamenti eseguiti”. 

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Nonostante i proclami dell’assessorato alla Sanità della Regione Puglia, del 9 marzo 2023, l’abbattimento delle liste d’attesa resta un miraggio. I tempi per usufruire delle prestazioni sanitarie sono biblici. Avere una prestazione in provincia di Brindisi manco a parlarne bisogna rivolgersi fuori provincia, come ad esempio a Lecce. I tempi? Subito detto: per una risonanza magnetica di routine al cervello e al tronco encefalico, necessaria a un pensionato di Mesagne, si può scegliere tra il 9 dicembre 2024 presso il poliambulatorio di Lecce oppure il 14 gennaio 2025 presso l’ospedale Vito Fazzi, sempre di Lecce. Magari l’utente penserà che si sarà trattato di un caso. Che questi esami sono, purtroppo, particolarmente richiesti e, quindi, hanno tempi lunghi di attesa. Ma non è così.

Altro esempio. Una signora di Mesagne che ha prenotato una radiografia al bacino e alla colonna lombosacrale non ha trovato disponibilità nelle strutture Asl della provincia di Brindisi. Pertanto la prima data utile è il 7 dicembre 2024 presso il poliambulatorio di Lecce oppure il 13 gennaio 2025 presso l’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Questa è la realtà. Questi utenti devono attendere ben 18 mesi, ossia 540 giorni per vedere soddisfatta la richiesta di potersi sottoporre a un esame clinico. Esame di routine, non urgente, che in ogni modo è quanto mai necessario al medico specialista per stilare una corretta terapia. L’utente ha bisogno ora di quell’esame e non tra 18 mesi quando la sua forte emicrania a grappolo oppure i dolori al trigemino stanno influendo negativamente sulla sua qualità di vita. Stessa cosa per la signora che ha dei dolori fortissimi alla colonna sacrale e non riesce a riposare poiché non può distendersi sul letto.

Questi sono i drammi con i quali giornalmente i cittadini si interfacciano senza trovare una soluzione decente. L’alternativa, però, c’è: rivolgersi alle strutture sanitarie private che nel giro di qualche giorno possono soddisfare la richiesta. Naturalmente il tutto a pagamento. E che pagamento poiché questi esami costano centinaia di euro. E se qualcuno può pagare, altri no, basti pensare alla platea dei pensionati o dei disoccupati, che hanno difficoltà a sborsare tali somme poiché la crisi finanziaria e occupazionale sta falcidiando anche la classe media e i soldi servono per mangiare e sostenere la famiglia. Il tutto mentre i politici continuano a promettere chimere. Ad esempio nel giugno 2022 la Cgil ha denunciato: “Liste d’attesa: solo la punta di un iceberg nel caos Sanità”; il 3 marzo 2022 la direzione dell’Asl di Brindisi con un comunicato ha fatto sapere che “La direzione strategica della Asl Brindisi, consapevole delle criticità legate alle liste di attesa, ha da tempo messo in campo una serie di iniziative mirate a facilitare l’accesso alle prestazioni, dal potenziamento tecnologico del parco delle grandi macchine al perfezionamento degli accordi con le strutture private accreditate, medici di famiglia e specialisti ambulatoriali”. Nel novembre 2022 l’Asl di Brindisi ha comunicato la redazione di “un calendario straordinario per la Tac e la Risonanza magnetica che mira a tagliare le lunghe liste di alcune prestazioni che, soprattutto a causa della pandemia, si sono accumulate”. Certamente buone intenzioni, ma la realtà è ben altra cosa.

  

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