Redazione
Mesagne. La precaria recinzione della scuola Borsellino
Scuola di primo grado Borsellino la cui recinzione si trova in precarie condizioni. Le foto dei genitori mostrano le lacune strutturali.
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Con una Pasqua molto anticipata e il clima favorevole è boom negli agriturismi pugliesi che registrano il tutto esaurito con la ristorazione che traina le prenotazioni nel weekend di Pasqua sotto la spinta della voglia di stare all’aria aperta alla ricerca del buon cibo. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti Puglia per le vacanze negli agriturismi di Puglia dove si lavora per i ponti di Pasqua e primavera che con il risveglio della natura è una stagione particolarmente apprezzata dagli amanti della vacanza in campagna con le piante fiorite, il passaggio degli uccelli migratori, ma anche le attività agricole con i lavori di preparazione dei terreni e di semina.
Nel tempo gli oltre 950 agriturismi pugliesi – conclude la Coldiretti regionale – hanno qualificato notevolmente la propria tradizionale offerta di alloggio e ristorazione con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking o attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici, ma anche corsi di cucina e wellness.
“I ponti di Pasqua e primavera rappresentano il primo grande banco di prova in vista della prossima estate e i primi dati confermano che l’agriturismo è entrato definitivamente nel cuore e nelle abitudini dei vacanzieri grazie al notevole processo di qualificazione del settore che è oggi in grado di offrire servizi diversificati tra loro. Già nel ponte di Pasqua abbiamo grande richiesta dai turisti italiani, ma le prospettive sono già buone anche per le prenotazioni dei vacanzieri stranieri”, spiega Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia.
Sulla base delle indicazioni di Campagna Amica a far scegliere una delle 945 aziende agrituristiche pugliesi – sottolinea la Coldiretti regionale – è anche la spinta verso un turismo tutto Made in Italy di prossimità, "sostenibile" in termini di costi, distanze e rispetto del proprio benessere. Un trend che vede protagonista la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne che ha portato le strutture ad incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness. Un’opportunità – sostiene la Coldiretti Puglia – gradita anche dalle giovani generazioni che spesso in piccoli gruppi di amici scelgono gli agriturismi, che hanno adeguato la propria offerta alle nuove esigenze. Oltre all’alloggio molte aziende – precisa la Coldiretti – si sono infatti attrezzate anche per la semplice messa a disposizione di spazi per tende, roulotte e camper per rispettare le esigenze di indipendenza di chi ama una vacanza davvero all’aria aperta, magari ricorrendo poi all’acquisto dei prodotti aziendali di Campagna Amica.
La cucina a chilometri zero è una delle ragioni principali per scegliere l’agriturismo, in un Paese come l’Italia dove un circa un terzo del budget delle vacanze di Pasqua i è destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o souvenir enogastronomici nei mercati che si moltiplicano con l’arrivo della primavera.
Sulle tavole delle località turistiche si riscoprono le ricette pasquali che caratterizzano le diverse aree della Puglia con il principe della tavola pasquale che è il Cutturiddu, agnello cotto nel brodo con le erbe tipiche delle Murge, ma anche ‘il benedetto’ un piatto composto dal capocollo di Martina Franca posto su un letto di fette d’arancia condite con un filo d’olio d’oliva, ricotta fresca, asparagi, taralli bolliti e uova sode. Non mancano anche i taralli glassati pasquali, i dolci di pasta di mandorla – dice Coldiretti Puglia - dalla “cupeta salentina” fino alle colombe agricole, le puddhriche leccesi e alle scarcelle baresi o squarcelle foggiane. Per scegliere l’agriturismo giusto il consiglio – conclude la Coldiretti – è quello di preferire aziende accreditate da associazioni e di rivolgersi su internet a siti come www.campagnamica.it dove è possibile confrontare le diverse offerte.
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Cobas: corteo e incontro a Bari per Dcm
Il Sindacato Cobas ha realizzato, a distanza di pochi giorni dal primo il secondo corteo per le strade di Bari contro i licenziamenti nel mese di Aprile dei lavoratori della DCM- ex GSE .
Dopo il corteo il Cobas ha partecipato alla Regione , su invito della Task Force Regionale sulla occupazione guidata dal Presidente Leo Caroli, ad una riunione del Comitato di Monitoraggio su questa grave situazione.
La storia viene dal 2018 quando all’epoca il nuovo acquirente divise GSE in due società ,Dar e Dcm, la prima operativa e la seconda in attesa di una ripresa lavorativa , cosa mai avvenuta .
Al punto tale che lo stabilimento Dar insieme ad un altro stabilimento brindisino il gruppo Dema in questi giorni aveva deciso di chiudere;decisione ora cambiata in una possibile vendita da parte del gruppo Dema.
Dopo una lunga discussione le parti sono addivenute ad essere d’accordo su 2 punti che alimentano piccole speranze di una ricollocazione lavorativa dei dipendenti DCM ,prossimi a fine Aprile a licenziamenti definitivi senza avere nessuna possibilità di salvataggio.
Alla fine della riunione il Presidente Leo Caroli ha così spiegato la posizione condivisa da tutti:
- La costituzione di un “bacino di professionalità” formato dai lavoratori DCM che possono essere chiamati a lavoro in caso di assunzioni da tutte le società del settore aeronautico brindisino; con gli auspici che il possibile nuovo acquirente oltre al lavoro già esistente possa portare qualcosa di suo e ricomprendere così anche i lavoratori DCM.
Il 12 Aprile il gruppo Dema sarà a Napoli in tribunale per un possibile concordato da cui può partorire l’acquisto di Dar di un possibile acquirente ,qualificato nel corso della riunione come la società Italsistemi che è una società del settore aeronautico di caratura nazionale.
- La Regione Puglia sosterrà eventuali percorsi di ricollocazione lavorativa con misure di sostegno economico e di formazione professionale al passo con i t empi.
Sono ancora in ballo, ha spiegato il Presidente Leo Caroli, 23 milioni del vecchio patto per la chimica che possono essere utilizzati per aziende che vogliono investire a Brindisi.
Abbiamo lasciato la sala della Regione Puglia con una piccola speranza in più e la certezza di non mollare;obiettivo è quello di salvare i lavoratori DCM e le loro famiglie .
Per il Cobas Roberto Aprile
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“Diciamoci le verità!”. Così Fials, Cisl Fp e Uil Fpl a seguito della risposta fornita dall’Amministratore unico di Sanitaservice, dr. Francesco Zingarello Pasanisi, lo scorso 29 marzo. “Una lettera – dicono Giuseppe Carbone (Fials), Giuseppe Lacorte (Cisl Fp) e Gianluca Facecchia (Uil Fpl) – “che lascia trasparire meraviglia a seguito della dichiarazione dello stato di agitazione del personale dipendente”. Dichiarazioni che – dicono i tre rappresentanti sindacali – ci consentono di fare un ampio spaccato sull’approssimazione con la quale finora l’Amministratore Unico si è approcciato alle Relazioni Sindacali. Intanto, non corrisponde al vero che il dr. Zingarello Pasanisi ha convocato le OO.SS. dopo soli tre giorni dalla richiesta sindacale: tra l’altro, la nostra del 27 marzo non era una semplice richiesta di incontro, ma la nota con la quale si dava avvio allo Stato di Agitazione del personale dipendente, con contestuale procedura di raffreddamento del conflitto in sede aziendale, come previsto dalla Legge. Atteso che le richieste di incontro della CISL FP, UIL FPL e FIALS anticipavano di gran lunga lo Stato di Agitazione perché datate 23 febbraio 2023, 17 marzo 2023 e 22 marzo 2023, delle due l’una: o l’Amministratore unico non le ha lette, oppure le ha lette e non ha voluto dare loro peso. Altro che convocazione dopo 3 giorni dalla richiesta sindacale!”.
Non solo. Carbone, Lacorte e Facecchia rimarcano come, “rispetto alle diverse riunioni tenutesi e puntualmente richiamate dall’Amministratore, vale la pena evidenziare come le stesse siano sì state numerose, ma purtroppo inconcludenti, ovvero non si è dato seguito agli accordi raggiunti. Pertanto, ritenendo (e ribadendo) che queste OO.SS. abbiano dato ampia dimostrazione di voler intraprendere ogni azione possibile allo scopo di dare risposte chiare ed impegni concreti ai lavoratori della Sanitaservice ASL BR, è obbligo assicurare che il rinvio richiesto al 6 aprile p.v. non è un sofisma, ma la conseguenza degli impegni istituzionali già fissati e non rimandabili, come quelli a cui anche il dr. Zingarello Pasanisi non di rado sottopone”.
Infine, l’ennesimo invito all’Amministratore unico alle corrette relazioni sindacali, tanto più perché – concludono –“sul tema non si arretrerà neppure di un centimetro, perché ulteriori ritardi non solo potrebbero compromettere l'espletamento del servizio, ma anche i livelli retributivi”.
Giuseppe Carbone (Fials), Giuseppe Lacorte (Cisl Fp) e Gianluca Facecchia (Uil Fpl).
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FASE PROVINCIALE DI ARTISTICA DEI CAMPIONATI NAZIONALI CSI
A BRINDISI LA FASE PROVINCIALE DI ARTISTICA DEI CAMPIONATI NAZIONALI CSI.
Si scende in pedana con la Ginnastica Artistica. Domani, sabato 1 aprile, presso la Palestra dell’Asd Ginnastica La Rosa Brindisi, si svolgerà la fase provinciale dei Campionati Nazionali CSI di Ginnastica Artistica.
L’evento, organizzato dal Comitato Provinciale di Brindisi del Centro Sportivo Italiano, con l’apporto tecnico organizzativo della società sportiva che ci ospiita, scenderanno in pedana circa le ginnaste che gareggeranno per conquistare il titolo di Campione Provinciale per qualificarsi alla fase regionale che si terrà il 25 Aprile e mettere un piede sulla pedana dei Campionati Nazionali che si terranno a giugno.
INCONTRO SCIENTIFICO ALL’OMCEO SU AUTISMO 1° aprile ore 9,00
INCONTRO SCIENTIFICO ALL’OMCEO SU AUTISMO 1° aprile ore 9,00.
Tavolo di lavoro sulla Biodiversità in Puglia
Il Comitato Scientifico della Fondazione Dieta Mediterranea ha approvato l’istituzione del Gruppo di Lavoro sulla Biodiversità in Puglia.
L’iniziativa nasce sul fondamento che il bacino del Mediterraneo è stato a lungo identificato come un 'hotspot' di biodiversità, un'area caratterizzata da concentrazioni eccezionali di specie endemiche. La perdita di conoscenze sull'uso di colture locali a favore di un piccolo numero di specie e varietà non autoctone ha colpito i sistemi di produzione alimentare tradizionali e la biodiversità in tutta l'area mediterranea. La Dieta Mediterranea incoraggia l'uso di una vasta gamma di cereali, frutta e verdura, e non solo prodotti coltivati ma anche specie selvatiche. Pertanto, salvaguardare e promuovere la Dieta Mediterranea è di fondamentale importanza per la conservazione della straordinaria ricchezza di diversità biologica della regione e viceversa.
La valorizzazione delle specie agroalimentari pugliesi espressione della Dieta Mediterranea, ancora poco conosciute, dimenticate o a rischio di erosione genetica, e la sensibilizzazione della popolazione alle tematiche inerenti la diversità biologica, attraverso l’organizzazione di attività di divulgazione, di formazione e di promozione delle identità agronomiche e naturalistiche territoriali, rappresentano le linee d’azione che il nucleo di esperti intenderà realizzare.
Il gruppo sarà coordinato dal dott. Angelo Giordano, promotore dell’iniziativa, costantemente supportato dal Segretario generale della Fondazione, dott. Domenico Rogoli.
Forte la soddisfazione del Presidente della Fondazione, prof.ssa Stefania Maggi, del Coordinatore del Comitato Scientifico, prof Antonio Capurso, e dei suoi membri, in quanto l’iniziativa rientra nel piano di rafforzamento delle attività dell’ente per una più ampia diffusione delle conoscenze inerenti lo stile di vita mediterraneo, per imprimere un maggiore impulso alla ricerca scientifica sulla sostenibilità e per migliorare la valorizzazione del patrimonio agrobiologico, naturalistico e culturale italiano e pugliese.
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Mesagne. Querelle genitori e scuola sul peso dello zaino
Un gruppo di genitori di studenti delle scuole medie di Mesagne ha espresso una pubblica denuncia mettendo in evidenza l’enorme peso che i loro figlioli devono portare giornalmente a scuola che incide, in maniera determinante, sulla postura degli stessi ragazzini. Infatti, secondo i medici uno zaino dovrebbe pesare non più di 4 chilogrammi mentre per l’Inail, l’Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro, spiega che “il peso dello zaino non deve superare un range tra il 10 e il 15% del peso corporeo”. E allora la colpa di questi zaini così pesanti è da attribuire ai docenti, ai ragazzi o ai genitori? Un bel guazzabuglio. Intanto, iniziamo a capirci qualcosa leggendo la nota diffusa dai genitori. “Alla scuola media di Mesagne – hanno denunciato i genitori - gli alunni sono costretti a portare zaini e altro materiale didattico che pesano tra i dieci e i quindici chilogrammi. Noi genitori abbiamo più volte evidenziato il problema, ma a quanto pare per i docenti il "peso della cultura" è più importante della salute”. Anche secondo le linee guida del Ministero della Salute "lo zaino non deve contenere oggetti per un peso complessivo superiore del 10-15 per cento del peso corporeo dell’alunno che lo indossa". “Basta fare due semplici calcoli – hanno proseguito i genitori nella loro nota epistolare - per capire che a Mesagne queste linee guida sono ampiamente disattese; non si può dare uno zaino di 13 chili ad un bambino che pesa 40 chili. Speriamo che la scuola torni a mettere al primo posto la salute dei suoi alunni. Intanto, in Italia sono già partite denunce e richieste di risarcimento danni per questa assurdità”.
Accuse che il Consiglio d’istituto ha immediatamente respinto al mittente e, con carte alla mano, ha dimostrato l’impegno della direzione scolastica a risolvere questo dolente punto. “La problematica libri – è scritto nella nota - è stata prontamente trattata dagli scriventi consiglieri già prima dell’insediamento del nuovo Consiglio d’Istituto. Il dirigente scolastico, infatti, nell’ottobre 2022 ha emanato la circolare 32, riprendendo le raccomandazioni del Consiglio Superiore della Sanità in materia di peso delle cartelle”. Pertanto, a seguito dell’emanazione della suddetta circolare i “Consigli di classe hanno lavorato per modificare l’orario interno ed ottimizzare l’utilizzo dei testi, i quali potevano essere condivisi e, in taluni casi, non portati affatto, svolgendo i compiti sul quaderno. Ottimi i risultati ottenuti”. Tuttavia, in data 26 gennaio 2023 il dirigente scolastico emanava una nuova circolare, la 102, letta anche dai genitori, nella quale si invitava i Consigli di classe “a non abbassare la guardia sulla questione, pur mettendo alla luce anche altri aspetti ed altre responsabilità: la poca propensione da parte di alcuni alunni a condividere i testi e la cattiva abitudine di taluni a portare tutti i libri della settimana ogni giorno. Superfluo ogni commento ulteriore”. Secondo il Consiglio d’istituto “in una scuola dove è possibile in qualsiasi momento chiedere un incontro con il dirigente scolastico o prenotare un colloquio con i docenti, dove risulta immediato e naturale, attraverso i rappresentanti dei genitori, comunicare ogni sorta di problematica durante le riunioni collegiali, risulta difficile capire perché si ricorra all’anonimato per discutere di una questione risolvibile (e risolta) con la consueta interazione”.
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Messaggio Pasquale dell’Arcivescovo Giovanni Intini
Carissimi,
attraverso il pellegrinaggio quaresimale, anche quest’anno, siamo giunti alla celebrazione del Mistero pasquale del Signore, cuore dell’anno liturgico e pilastro della nostra fede cristiana.
Questi pensieri che desidero condividere con voi non vogliono essere un messaggio di circostanza, ma degli appunti per una riflessione personale e comunitaria sulla responsabilità pasquale che abbiamo in quanto battezzati.
La Pasqua per noi non può essere solo un rito da celebrare liturgicamente, ma deve diventare un progetto di vita permanente.
A questo ci esorta San Paolo, quando ai cristiani di Corinto scrive: “Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e verità.” (1 Cor 5, 7-8).
La Pasqua di Cristo esige da noi credenti l’eliminazione dalla nostra vita di ogni lievito di malizia, perversità, incoerenza ed egoismo. Il Signore risorto ci chiede di impastare la nostra esistenza con il lievito nuovo della sincerità e della verità, perché abbia il profumo di una coerente testimonianza cristiana.
A guidarci in questa riflessione pasquale sono due immagini: il giardino e la strada.
❖ Il giardino
Il libro della Genesi narra che “il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato.” (Gen 2,8). Dunque, il cammino dell’uomo ha avuto inizio nel giardino fiorito di una armonica e serena relazione con Dio, con sé stesso e con l’ambiente. Questo giardino è stato ben presto infestato dalla zizzania della disobbedienza, della diffidenza e del sospetto verso Dio creatore, seminata dal nemico che approfittando della notte della coscienza umana, ha operato per la desertificazione del giardino.
Questo ha reso difficile il rapporto tra Dio e l’uomo, ma ha anche alterato il rapporto dell’uomo con sé stesso, il suo prossimo e l’ambiente da lui abitato.
Dio che “ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede il lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (Gv 3, 16), attraverso Gesù ha voluto ricostruire la relazione con l’uomo e far rifiorire tutte le dimensioni della sua esistenza. Per fare questa opera di restauro è ripartito dal giardino.
Narra l’evangelista Giovanni nel suo vangelo: “Dopo aver detto queste cose, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli.” (Gv 18,1). Gesù, dopo la cena pasquale nella quale si è donato come pane di vita e ha scolpito nel cuore dei discepoli il comandamento dell’amore con il gesto della lavanda dei piedi, ha attraversato il torrente Cedron imitando l’antico Israele che passò il Mar Rosso prima di entrare nella terra promessa, ed entrato nel giardino, reso inospitale dalla disobbedienza dell’uomo, si è consegnato nelle mani dei nemici: “Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca.” (Is 53, 7).
L’obbedienza feconda di Cristo, fino al dono totale di sé sulla croce, ha fecondato d’amore il giardino, che è ritornato ad essere luogo di vita e di armonia.
Nel giardino è stato seminato il chicco di grano: “Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, […] posero Gesù” (Gv 19, 41-42); ma il chicco di grano non può restare a lungo nella terra, deve sprigionare la vita nuova: il grano maturo della resurrezione.
Ha ragione Maria di Màgdala a pensare che Gesù risorto sia il custode del giardino (Gv 20, 15); si, è Lui che ha restituito al giardino della creazione la bellezza e l’armonia originaria, con la sua morte e resurrezione.
A lui sta a cuore il giardino della nostra vita! La Pasqua è l’occasione di verificare se la nostra vita è il giardino bello, armonioso e fecondo voluto da Dio e restaurato da Gesù con la sua morte e risurrezione, oppure è il giardino infestato di zizzania, dove si concepiscono progetti sciagurati che umiliano la vita e la dignità umana.
Torniamo al giardino della resurrezione per ritrovare la bellezza della vita che pur recando le sue ferite, tuttavia, è un dono d’amore.
Torni al giardino della resurrezione la Chiesa, spesso tentata da antiche nostalgie di immobilismo e da rassicuranti liturgie ritmate da logiche mondane, più che da melodie evangeliche.
Tornino al giardino della resurrezione le famiglie, sempre più alle prese con relazioni e legami deboli e spesso più impegnate a promuovere il benessere dei singoli individui, che la comunione armoniosa delle differenze, per la crescita comune di tutti i membri.
Tornino al giardino della resurrezione i responsabili della cosa pubblica, sempre più dediti alle alchimie politiche, che alla promozione del bene comune e della dignità di tutti, soprattutto dei poveri.
Torni ad essere giardino della resurrezione la nostra casa comune, sempre minacciata da logiche di profitto, che umiliano il bisogno di sostenibilità, di cura, di rispetto del creato, che sale dal grido di larga parte dell’umanità.
Il giardino della resurrezione sia, per noi discepoli del Signore, laboratorio dove progettare percorsi di annuncio del vangelo, di promozione umana e sociale, soprattutto delle fasce fragili della società, e di cura del creato.
❖La strada
Se il giardino è il laboratorio dove far rifiorire progetti di risurrezione, la strada è il luogo dove questi progetti vanno vissuti.
L’appuntamento dato da Gesù risorto agli apostoli, tramite le donne, è chiaro: “andate a dire ai suoi discepoli: È risorto dai morti, ed ecco, vi precede il Galilea; là lo vedrete” (Mt 28, 7). Gesù risorto dà appuntamento, ieri come oggi, sulle tante strade della Galilea della vita, agli incroci spesso turbolenti delle vicende umane dove è necessario tornare a portare la parola gentile e illuminante del vangelo della resurrezione.
Là, sulle strade della vita, lo vedremo; certo, non è facile per noi riconoscerlo come non lo fu per i discepoli di Emmaus. Perciò, come tracce della sua presenza, il Risorto continua a darci, ancora oggi, la sua Parola e lo spezzare del pane, il gesto eucaristico che è cifra interpretativa del dono totale della sua vita.
Frequentando assiduamente la Parola e l’Eucarestia, saremo in grado di riconoscerlo presente nei volti, nelle storie, nelle vite e perfino nelle passioni buone dei fratelli e delle sorelle che abitualmente incrociamo nei percorsi quotidiani della nostra vita.
Nel giardino della resurrezione elaboriamo sogni, progetti e percorsi di resurrezione, da portare sulle strade della vita. Questa è la stagione di evangelizzazione che si apre davanti a noi.
Dal giardino alla strada per vivere una nuova stagione del cammino di evangelizzazione; e forse conviene ricordare a noi Chiesa che il Cristo Risorto, quale segno di riconoscimento, ha mostrato le sue piaghe, garanzia di autenticità del dono di sé stesso.
Pertanto, non dobbiamo aver paura di mostrare i segni della nostra fragilità redenta dal Signore; anche le nostre piaghe, se sono frutto di un dono totale d’amore, sono garanzia di autenticità della nostra testimonianza evangelica.
Le ferite divenute feritoie lasciano trasparire la somiglianza al Figlio amato, che ha dato sé stesso per noi, e allora potremo anche noi dire con San Paolo: “Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Gal 2, 19- 20).
Care amiche e amici affido a voi questi semplici appunti pasquali, con la speranza che vi siano utili per progettare e decidere, nel vostro cuore, di intraprendere il santo viaggio della resurrezione, dal giardino alla strada, sulle orme del Pellegrino risorto, che sta alla porta della nostra vita e bussa, attendendo una risposta (cf Ap 3, 20).
Brindisi, 31 marzo 2023
BUONA PASQUA!
+ Giovanni Intini
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