Redazione

Prefettura: il Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica approva i progetti di videosorveglianza presentati da 9 Comuni della provincia.

Nel corso di unapposita riunione, tenutasi in data odierna, il Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduto dal Prefetto Michela La Iacona ha approvato i progetti di videosorveglianza che i Sindaci dei Comuni di Ceglie Messapica, Cisternino, Erchie, Fasano, San Donaci, San Pancrazio Salentino, San Pietro Vernotico, San Vito Dei Normanni e Torchiarolo hanno presentato, aderendo al bando di finanziamento promosso dal Ministero dellInterno.
Le risorse disponibili, che per l'anno 2022 sono pari a 36 milioni di euro a livello nazionale, sono destinate a sostenere gli Enti Locali nelle spese necessarie alla realizzazione degli impianti di videosorveglianza comunali.
 
Nel corso dell'incontro, svoltosi alla presenza del Questore, del Comandante Provinciale dei Carabinieri, del Comandante Provinciale della Guardia di Finanza e dei Sindaci interessati, sono stati accertati i requisiti di ammissibilità delle proposte progettuali presentate che hanno ricevuto, anche, il parere favorevole della Zona Telecomunicazioni della Polizia di Stato di Bari e che saranno trasmesse al Ministero dellInterno per la redazione della graduatoria dei Comuni ammessi ai finanziamenti.
Il Prefetto La Iacona, nell'evidenziare i vantaggi che i sistemi tecnologici di controllo rappresentano sotto il profilo della prevenzione nonché per l'attività investigativa delle Forze dell'Ordine, ha espresso apprezzamento per l'attenzione dimostrata dagli Amministratori Locali che, con l'interesse a dotarsi di sistemi di videosorveglianza, confermano la volontà di potenziare la percezione della sicurezza nelle comunità amministrate e, conseguentemente, il senso di fiducia nelle Istituzioni.
 

Il florovivaismo Made in Puglia vale 160 milioni di euro ma è stretto d’assedio da piante e fiori stranieri con le importazioni balzate del 35% nell’ultimo anno toccando il massimo di sempre. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in occasione dell’apertura di Myplant & Garden a Milano, la principale fiera internazionale di settore, con gli spazi allestiti da Assofloro, Affi, l’Associazione Leverano in Fiore e il Comune di Leverano.

Il settore florovivaistico in Puglia è leader in Italia con il distretto in provincia di Lecce di Taviano e Leverano che si estende anche ai comuni limitrofi di Alliste, Maglie, Melissano, Nardò, Porto Cesareo, Racale e Ugento e quello della provincia di Bari con al centro della produzione e degli scambi Terlizzi, Canosa, Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo, e altre realtà aziendali sparse nel resto della regione. Le serre e i vivai Made in Italy stanno subendo un attacco a tenaglia su due fronti. Da un lato ci sono i cambiamenti climatici con lunghi periodi di siccità, caldo anomalo intervallato da gelate improvvise, che stanno mettendo a dura prova le piante, dall’altro ci sono le conseguenze economiche e commerciali della guerra in Ucraina.

L’altro fronte aperto – evidenzia Coldiretti – è quello dell’esplosione dei costi di produzione a causa della guerra in Ucraina che pesa su ogni cosa, dai fertilizzanti agli imballaggi, dalla plastica dei vasetti alla carta delle confezioni fino al gasolio per il riscaldamento delle serre. E – sottolinea Coldiretti – sono esplose anche le spese di trasporto in un paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su gomma.

Con una differente politica del verde pubblico sarebbe possibile affrontare meglio anche l’aumento esponenziale dei costi dell’energia, spiega Coldiretti nel sottolineare che “dobbiamo agire come sistema per creare un Paese diverso e migliore rispetto al passato usando i fondi per gli accordi di filiere con l’utilizzo di piante italiane per creare valore e bellezza sui territori, nelle grandi città come nei piccoli comuni.

La messa a dimora di nuovi alberi è importante – sostiene la Coldiretti Puglia – per affrontare il problema delle città dove si dispone di appena 14 metri quadrati di verde urbano per abitante in Puglia, puntando su un grande piano di riqualificazione di parchi e giardini che migliori la vita della popolazione e la qualità dell’aria. Una pianta adulta è infatti capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili mentre un ettaro di piante è in grado di aspirare dall’ambiente ben 20mila chili di anidride carbonica (CO2) all’anno. Senza dimenticare – conclude Coldiretti – gli effetti di mitigazione sui microclimi metropolitani visto che differenza di temperatura estiva delle aree urbane rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 2°C nelle città più grandi, secondo uno studio Ispra.

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8411 visitatori e 1115 studenti sono i numeri resi noti dal piano strategico di gestione del Castello Dentice di Frasso di Carovigno promosso dall’Ets Le Colonne Arte Antica e Contemporanea, in collaborazione con il Comune di Carovigno. Nel corso del periodo di riferimento marzo 2022 – febbraio 2023 si sono registrati visitatori di età compresa tra i 18 e 60 anni provenienti per lo più dal sud Italia (47%) e dal nord Italia (25%), una percentuale più bassa si è registrata invece per gli italiani provenienti dal centro (17%) e per gli stranieri (11%). Da indagini qualitative e quantitative è stato possibile comprendere non solo il profilo socio-demografico, ma anche la motivazione che li ha condotti al Castello (svago 49% e arricchimento culturale 47%) e la valutazione della visita (il 56% dei visitatori si ritiene molto soddisfatto). Gli studenti, invece, di età compresa tra i 6 e i 14 anni, hanno aderito alle proposte didattiche e ai progetti di Educazione al Patrimonio, quali laboratori didattici e visite guidate a tema.

Con gli studenti degli istituti superiori sono stati realizzati progetti strutturati in base alla loro maturità, il più importante quello sulla Legalità. Il progetto è nato dalla consapevolezza che la scuola ha un ruolo fondamentale nel diffondere tra "i cittadini di domani" la cultura della legalità e della cittadinanza attiva e consapevole con l’obiettivo di educare i ragazzi all’ascolto e al rispetto delle regole gettando le basi per una sana e civile convivenza. Successivamente, è stato avviato un PTCO con il Liceo "Ettore Palumbo: Scienze umane, Economico sociale e Linguistico" di Brindisi, un percorso trasversale per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro acquisendo competenze e conoscenze che torneranno loro utili in futuro. Per quanto concerne il pubblico generico, sono state condotte visite guidate in italiano e in lingua, organizzate secondo percorsi tematici (“Il Castello di Carovigno: da fortezza a residenza nobiliare”, “Le donne del Castello: da Maria d'Enghien a Elisabetta Schlippenbach”, “Antiche tradizioni: le stoffe di Carovigno”) che hanno incluso non solo il Castello, ma anche il centro storico e il Parco della Contessate. Sono state realizzate anche mostre, conferenze e convegni, incontri formativi, laboratori didattici, presentazioni di libri, concerti, spettacoli e manifestazioni. Notevole successo ha avuto la mostra di Uccio Biondi e curata dal Prof. Massimo Guastella dl titolo: “Durch den Kamin.

L’arte per mai più” un’installazione intermediale in memoria delle vittime di tutte le violenze, presente nelle sale storiche dal 17.07.2022 al 17.03.2023. La mostra ha voluto essere una riflessione concreta, realizzata tramite video e sculture, per riaccendere la memoria collettiva su argomenti dolorosi. La promozione è avvenuta attraverso il sito www.castellodicarovigno.it e i profili social delle maggiori piattaforme, quali Facebook, Twitter e Instagram, sui quali sono stati pubblicati non solo contenuti volti a promuovere gli eventi in programma, ma anche ricerche storiche, immagini d'epoca e curiosità finalizzate alla storia del territorio. Il Castello è aperto al pubblico dal martedì alla domenica secondo i seguenti orari: dal martedì al venerdì: 9:30 – 12:30 / 15:30 – 17:30 sabato e domenica: 9:30 – 12:30 / 16:00 – 18:00.

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Fobia a Mesagne per l’avvistamento di un cinghiale in una delle zone residenziali della città, le contrade Torretta e Palmitella. Alcuni cittadini hanno anche allertato la polizia locale che arrivata sul posto non è riuscita a trovare l’animale segnalato. D’altronde non poteva essere altrimenti poiché questi animali si avvicinano alle zone residenziali per cercare del cibo e dell’acqua e poi si allontano percorrendo diversi chilometri in poco tempo. Ieri mattina diversi residenti hanno monitorato decine e decine di ettari nelle contrade vicine all’avvistamento senza, tuttavia, trovare tracce del mammifero. Resta il dubbio che possa trattarsi di un maiale nero di Calabria fuggito da qualche allevamento domestico presente in zona.

A individuare il cinghiale è stata una signora che vive in contrada Palmitella che si è trovata faccia a faccia con l’ungulato. Pensando che si trattasse di un animale fuggito dal terreno di un residente vicino alla sua proprietà ha allertato la famiglia. Con suo stupore ha scoperto che l’animale non solo non era dei suoi vicini, ma nemmeno di tutti gli altri che vivono nel comprensorio. Pertanto è scattato l’allarme. È stata allertata la polizia locale che ha inviato sul posto una pattuglia. Gli agenti, giunti nella zona segnalata, non hanno notato la presenza dell’animale che nel frattempo, forse disturbato dalla presenza di tante persone, si è allontanato. Nelle ore successive diversa gente ha iniziato a monitorare il territorio interessato alla ricerca del cinghiale senza riuscire a trovarlo. Di lui è rimasta solo la paura tra la gente di trovarselo di fronte. I cinghiali sono generalmente animali notturni che si muovono alla ricerca di cibo. Di giorno riposano in anfratti o buche che scavano nel terreno. In ogni modo di questa inusuale vicenda lascia perplessi la presenza in zona di un solo animale poiché questi ungulati si spostano in gruppi piuttosto numerosi. Da qui la tesi che possa trattarsi di un animale domestico, cinghiale o maiale nero, sfuggito alla custodia dei proprietari.

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Un giorno sì e l’altro pure questa amministrazione comunale annuncia l’arrivo di fondi per cambiare il volto di Brindisi. Peccato che la realtà parli di parchi devastati, strade killer per le sospensioni delle auto, rifiuti ammassati, impianti sportivi - come le piscine – lasciati in malora e ponti come quello di Bozzano che versano in uno stato ai limiti dell’agibilità.
Un’amministrazione comunale si misura con la capacità di risolvere i problemi ordinari e di garantire condizioni minime di sicurezza, civiltà e decoro ai cittadini. Missione miseramente fallita da Rossi&Co. 
L’amministrazione raccolga dunque le ultime forze e intervenga sul ponte di Bozzano, le cui condizioni angosciano i brindisini, che settimanalmente ci contattano allarmati ed esasperati per le troppe cose - teoricamente di ordinaria amministrazione - che non funzionano.
 
Gianluca Quarta, consigliere comunale Forza Italia Brindisi

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10eLotto, Puglia protagonista: vincite per 27 mila euro. Il 10eLotto premia la Puglia con vincite complessive per 27mila euro: come riporta Agipronews, a Massafra, in provincia di Taranto, è stato realizzato un 6 Doppio Euro da 15mila euro, mentre ad Altamura, in provincia di Bari, è stato vinto un 6 Doppio Oro da 6mila euro, a cui si aggiunge un 8 da 6mila euro realizzato a Bari. L'ultimo concorso del 10eLotto ha distribuito premi per 26,5 milioni di euro in tutta Italia, per un totale di oltre 574 milioni dall'inizio dell'anno.

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Per la prima volta al Centro Trasfusionale dell'ospedale Perrino di Brindisi sono stati effettuati prelievi di sangue multicomponent in eritroplasma plt aferesi. Questa tecnica consente di ottenere in una sola seduta aferetica globuli rossi, plasma e piastrine, ottimizzando il processo della donazione che in questo modo da un singolo donatore ricava tre prodotti utilizzabili per diversi scopi.

L'eritroplasma plt aferesi si effettua usando separatori cellulari che, adeguatamente impostati, permettono la raccolta simultanea di emocomponenti da un singolo donatore. Antonella Miccoli, direttrice del Centro, ha spiegato che i potenziali donatori devono avere dei requisiti di idoneità specifici: età compresa tra 18 e 60 anni; emoglobina superiore ai 13.5 g/dl per gli uomini e ai 12.5 per le donne; peso maggiore di 60 kg. Il volume complessivo degli emocomponenti raccolti ammonta in 435 ml di plasma, 223 ml globuli rossi e 280 ml di piastrine.

“Questa nuova tecnica - spiega Miccoli - non è un'alternativa alla donazione tradizionale ma può rappresentare una strategia attraverso la quale raggiungere l'autosufficienza del sistema trasfusionale locale. Colgo l’occasione per ringraziare le forze armate che continuano a sostenerci con le donazioni, insieme ai cittadini che si presentano al Trasfusionale, anche a nome degli oltre 150 talassemici che hanno bisogno di quattro unità di sangue al mese”.

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In data 20 Febbraio, il Consiglio di Amministrazione ed il Comitato Scientifico della Fondazione Dieta Mediterranea hanno formalmente preso atto della decisione unilaterale del Comune di Ostuni di rescindere il contratto di locazione per Palazzo Tanzarella, sede della Fondazione Dieta Mediterranea e di recedere dalla Fondazione “Dieta Mediterranea.

Non spetta certo a me discutere o dubitare del fatto che il Comune possa far miglior uso degli spazi ora occupati dalla Fondazione. ”Ad majora semper” dovrebbe essere il motto di tutte le Amministrazioni. Ma che nella delibera del Comune si affermi che “non risulta che la Fondazione abbia recentemente assunto iniziative significative” è dimostrazione di colpevole superficialità, quando sarebbe opportuno fornire le fonti di informazione utilizzate per arrivare a tale conclusione.

Non è questa la sede per elencare tutte le attività della Fondazione , che riguardano, solo per fare alcuni esempi, la partecipazione ad iniziative europee (Switchtohealthy, statunitensi  e nazionali, che comprendono quelle in collaborazione con l’Università di Padova ,, con il Consiglio nazionale delle Ricerche, con l’Associazione Happy Ageing, la partecipazione alla Whole Grain Initiative , si aggiungano le iniziative in collaborazione con gli Istituti di Cultura Italiana di vari paesi nell’ambito del programma “Settimana della Cucina italiana nel Mondo” promosso dal Ministero degli Esteri, nonché interazioni continue con le scuole di ogni ordine e grado, in cui la Fondazione svolge formazione e ricerca. Innumerevoli sono poi le attività congressuali in cui ogni anno gli autorevoli membri del Comitato Scientifico partecipano in rappresentanza della Fondazione (Società Italiana per la Prevenzione cardiovascolare-SIPREC, Società Italiana di Scienze dell'Alimentazione-S.I.S.A., Società Italiana di Gerontologia e Geriatria-SIGG e numerose altre), nonché le pubblicazioni scientifiche, su riviste nazionali ed internazionali, su volumi e trattati, di cui ricordo, come esempio emblematico, il volume pubblicato dall’editore internazionale  Springer e intitolato “Benefit of the Mediterranean Diet in the Elderly patient” ad opera del Coordinatore del Comitato Scientifico, Prof. Antonio Capurso, che riporta in copertina il logo della Fondazione Dieta Mediterranea. L’ironia della sorte, per chi afferma che la Fondazione non ha iniziative significative recenti, vuole che proprio nelle scorse settimane sia stata data alla stampa una versione italiana, semplificata per raggiungere un pubblico generalista, di un volume dello stesso autore, patrocinato dalla Fondazione stessa.

Da ricordare, in ambito territoriale, le attività di collaborazione con i rappresentanti istituzionali in Parlamento nel tentativo di istituire un Disegno di Legge sulla Dieta Mediterranea, la stesura del dossier di candidatura della città di Ostuni a capitale della cultura italiana per il 2018, una raccolta fondi per l’acquisto di tablet per favorire la didattica digitale a distanza nel periodo pandemico, quindi la costante partecipazione a numerose iniziative pubbliche di divulgazione e promozione della dieta mediterranea in collaborazione con enti, imprese ed istituzioni.

                                     In sintesi, le attività scientifiche, culturali e divulgative della Fondazione Dieta Mediterranea sono state continuative, attuate con modalità diverse (anche a causa della pandemia degli ultimi anni), e senz’altro continueranno nel prossimo futuro, secondo quanto fortemente voluto e tracciato dai Presidenti che mi hanno preceduto, il Prof. Gaetano Crepaldi e il Prof. Renato Guerriero. La Puglia resterà il perno delle attività culturali e divulgative, perché questo mi è stato chiesto all’unisono dal Consiglio di Amministrazione e dal Comitato Scientifico e, anche per questa ragione, il Segretario Generale, Dr. Domenico Rogoli e il Vice Presidente, Dr. Angelo Faggiano, mi affiancheranno nel futuro con l’usuale competenza e dedizione. Il carattere nazionale della Fondazione, d’altro canto, continuerà ad esprimersi con attività di collaborazione ed interazione con organi ed istituzioni su tutto il territorio italiano. Ringrazio tutti coloro che in questi giorni hanno espresso solidarietà e supporto, dimostrando di credere nella Fondazione Dieta Mediterranea; con loro continueremo la nostra strada per affermare i valori in cui abbiamo sempre creduto.

Stefania Maggi, Presidente

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«La morte non porta via i nostri cari anzi li conserva e li nobilita nella nostra memoria». I palloncini rossi a forma di cuore che a fine giornata vengono liberati nel cielo di Fasano ben sintetizzano il senso delle nuove vie intitolate oggi pomeriggio. La prima a Vito Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone, ucciso nella strage di Capaci insieme alla moglie del magistrato Francesca Morvillo e agli altri agenti della scorta. La seconda a don Antonio L’Oliva, punto di riferimento per tanti anni della comunità fasanese.

Due uomini molto diversi, due vite agli antipodi forse, ma simili in un identico comune denominatore. Via Antonio Montinaro è stata inaugurata a Pezze di Greco, la frazione più popolosa del territorio di Fasano, alla presenza delle sorelle del poliziotto originario di Calimera, Matilde e Luigina. A scoprire la targa, accanto al sindaco Francesco Zaccaria e al suo vice, Luana Amati c’erano il prefetto di Brindisi, Michela Savina La Iacona, il questore di Brindisi, Danilo Gargano, rappresentati di Polizia di Stato, carabinieri (guidati dal comandante Massimo Cicala), la sezione di Brindisi dell’associazione nazionale Polizia di Stato, la Polizia Locale guidata dal comandante Marisella Speciale, il segretario provinciale di Libera Valerio D’Amici e il responsabile cittadino dell’associazione contro le mafie, la prof.ssa Giuditta Di Leo, che ha accompagnato una delegazione di studenti del liceo «Da Vinci» che compongono il presidio di Libera. 

«Commemorare è un dovere nei confronti dei familiari anche se cerimonia come queste non riusciranno mai a lenire le ferite che continuano a restare nell’anima – ha sottolineato il prefetto –. Non solo è importante ricordare, ma occorre richiamare forte il senso delle legalità per far comprendere ai giovani che per rompere il muro delle mafie bisogna sposare la necessità della giustizia. Solo puntando sulla parte sana della comunità si può portare i giovani a scegliere lo Stato e a preferirlo alla lucida follia delle mafie».

«Dare un nome, nominare significa dare sempre nuova vita – ha sottolineato il sindaco ricordando Franco Zizzi (il poliziotto fasanese ucciso nella strage di via Fani, ndr) –.  Occorre agire con passione perché in questo modo si lascia comunque un ricordo eterno che diventa modello presente e futuro per le nuove generazioni».

L’assessore Amati ha inoltre evidenziato che a Pezze erano già state intitolate strade a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Paolo Borsellino: «Con questa nuova strada continuiamo a onorare la memoria di grandi donne e uomini, esempio dello spirito di servizio, dell’amore per il proprio dovere anche oltre e a costo della propria vita».

«Antonio è uno di noi – ha sottolineato il questore ringraziando il comune di Fasano per la sensibilità fuori dal comune dimostrata –. Antonio è un esempio tutti i giorni e noi donne e uomini della Polizia di Stato cerchiamo concretamente di onorarne la memoria stando vicino al cittadino in un percorso comune di legalità in cui ciascuno agiste facendo la sua parte e non lasciando indietro nessuno».

Affinché possa prevalere «la normalità del coraggio» come ha sottolineato Matilde Montinaro: «Mio fratello era un ragazzo con una abnegazione straordinaria. Sapeva esattamente di essere in pericolo di vita, ma aveva un senso di responsabilità che ha prevalso sulla paura. Ed è questo senso di responsabilità che deve appartenerci affinché la targa di questa nuova strada non resti solo un simbolo, ma sia la molla per sconfiggere la mafiosità che c’è intorno a noi, per rifiutare e respingere gli atteggiamenti che creano l’humus dove la mafia germoglia».

Da Pezze di Greco a Fasano la cerimonia di intitolazione è continuata con lo scoprimento della targa nella nuova via don Antonio L’Oliva, nei pressi della parrocchia di san Francesco (la strada che si sviluppa dalla rotatoria di Via degli Astronauti e si innesta sulla Strada Comunale Lazzaretto) dove lui stesso ha operato. Per lui tanta commozione, i palloncini della sua comunità che ha chiesto con forza una via che portasse il nome del sacerdote. La cerimonia si è svolta alla presenza di don Carlo Latorre e don Vito Schiavone, dei familiari del sacerdote e dell’associazione nuova Aurora.

È stato un bel momento di comunità in cui il sacerdote è stato ricordato con affetto dai suoi parrocchiani nel giorno che precede quello del suo compleanno e che quest’anno coincide con il martedì grasso che chiude il carnevale, la festa a lui tanto cara e che lui stesso ha contribuito ad animare a Fasano inaugurando la tradizione cittadina della sfilata dei carri in città. “È stato un parroco coraggioso e in grado di costruire comunità con linguaggi innovativi”, ha sottolineato l’assessore Amati raccontando simpatici aneddoti del percorso sacerdotale di don Antonio. E tanti altri episodi dei suoi anni in parrocchia sono stati ricordati dai componenti dell’associazione nuova Aurora, esempio concreto dei tanti fedeli che don Antonio ha aggregato in questi anni e che ancora oggi si radunano attorno alla parrocchia di San Francesco. Il lancio finale dei palloncini colorati ha chiuso la cerimonia mentre la sfilata dei carri partiva dai pressi della parrocchia per raggiungere il centro della città, nel segno di una tradizione che quest’anno in sua memoria assume ancora più forza.

Antonio Montinaro (Calimera, 1962 - Capaci, 23 Maggio 1992) è stato un poliziotto italiano.

Era il capo della scorta di Giovanni Falcone, ucciso nella strage di Capaci.

Montinaro viaggiava nella prima delle tre Fiat Croma che riaccompagnavano il magistrato, appena atterrato a Punta Raisi da Roma, a Palermo. L'auto era guidata da Vito Schifani, sul sedile posteriore stava l'agente Rocco Dicillo (Falcone guidava la Croma bianca che li seguiva, su cui viaggiava anche la moglie Francesca Morvillo). Nell'esplosione, avvenuta sull'Autostrada A29 all'altezza dello svincolo per Capaci, i tre agenti morirono immediatamente, poiché la loro auto fu quella investita con più violenza dalla deflagrazione, tanto da essere sbalzata in un oliveto a più di dieci metri di distanza dal manto stradale. Quel pomeriggio il suo lavoro doveva svolgerlo nel turno di mattina ma, saputo che il "suo" magistrato sarebbe arrivato da Roma a quell'ora, chiese il cambio per essere lui ancora una volta a scortarlo, il suo antico capo scorta, Una scelta dettata dall'altissimo senso del dovere, una scelta che gli è costata la vita, perché sapeva che Falcone in Sicilia era "personalità ad altissimo rischio attentati”. Montinaro aveva 30 anni e lasciava la moglie e due figli. In sua memoria il Comune di Calimera ha intitolato una piazza ed eretto un piccolo monumento costituito da un masso estratto dal luogo dell'attentato e da un albero di mandarino di Sicilia, «Chiunque fa questa attività, ha la capacità di scegliere tra la paura e la vigliaccheria.

La paura è qualche cosa che tutti abbiamo: chi ha paura sogna, chi ha paura ama, chi ha paura piange. È la vigliaccheria che non si capisce e non deve rientrare nell'ottica umana. Montinaro in privato, con i cronisti, lo chiamava "Giovanni", e prometteva, senza averlo mai fatto, che un giorno o l'altro avrebbe fornito notizie da scoop. Ma il libro, probabilmente non l'avrebbe mai scritto e lo "scoop" non lo avrebbe mai fatto fare. Antonio Montinaro, non avrebbe mai svelato un segreto e per arrotondare il suo stipendio aveva messo su un negozietto per la vendita di detersivi, gestito dalla moglie. Nel suo lavoro Antonio era "professionale" così come gli altri suoi colleghi. A Michele Naccari, un fotografo di nera, quando era andato a trovarlo per ritirare delle immagini che lo ritraevano assieme a "Giovanni" aveva detto: "Dai che prima o poi mi faranno saltare in aria ed allora farai davvero uno scoop".

Don Antonio L'Oliva (Castellana Grotte 22.2.1945 - Fasano 1.11.2010). Don Antonio era nato a Castellana Grotte in una famiglia numerosa. Lui, il quinto di otto figli, sente subito il richiamo del Signore. Ha solo 14 anni quando decide di entrare in seminario ma solo nel settembre del 1970 diventerà sacerdote. Sarà viceparroco a Putignano e poi parroco nella stessa Castellana e nella contrada monopolitana di Antonelli. Ma a segnarlo come sacerdote è decisamente la missione di sei mesi in Brasile: un'esperienza dura che tempra lo spirito del prete e dell'uomo Antonio.

Nel 1998, dopo la morte di don Angelo Pezzolla, viene destinato alla parrocchia di S. Francesco d'Assisi di Fasano. Organizzando piccole manifestazioni di intrattenimento riesce ad introitare risorse economiche che destinerà alla ristrutturazione dell'ex cinema Serafico.

Don Antonio diviene una guida e molti parrocchiani cominciano a seguirlo costituendo un gruppo solido che ancora oggi è molto attivo sul territorio. Il carisma del vulcanico parroco e la sua innovativa maniera di interpretare il suo ruolo diventano i simboli del rinnovamento della parrocchia. Da allora è stato un vulcano di idee e non si è fermato un solo istante per raggiungere lo scopo primario che si era prefisso: la costruzione della nuova chiesa. II 4 ottobre del 2006 viene posta la prima pietra della nuova chiesa.

In questi anni i lavori sono andati avanti e il sogno stava diventando, seppur tra mille difficoltà dovute alla mancanza di soldi, realtà. Ma un destino crudele attendeva dietro l'angolo don Antonio: la terribile malattia lo colpisce alla gola. Don Antonio muore il 1° novembre 2010 senza apprezzare l'opera finita. I suoi parrocchiani continueranno il suo lavoro, portando a termine la nuova chiesa che oggi è dedicata a Giovanni Paolo II.

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 #Viaggiomediterraneo2023. Continua il book tour di  Viaggio Mediterraneo di Gino Locaputo e Maria Sportelli. Giovedì 23 febbraio, ore 19.00, gli autori saranno ospiti del I Festival delle Emozioni “Colori di Parole” di Mesagne, evento  ideato e organizzato da Leonardo Ancona e Alessandro Scialpi .

Appuntamento nell’Ex Convento dei Cappuccini attuale Monastero del Terzo Millennio, sede della ISBEM, (Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo). Dialogherà con gli autori il poeta e scrittore Nicola Dedominicis. Musiche dal Mediterraneo della Calliope di Puglia Anita Viesti. Seguici su Fb @viaggiomediterraneo

IL LIBRO - Viaggio Mediterraneo di Gino Locaputo e Maria Sportelli. Secop Edizioni, collana “Correlazioni Universali. 103 pagine, 12 euro. 

Sinossi – È un viaggio fatto di emozioni, d’incontri e parole d’amore. Gli autori, come due beduini del deserto, hanno seguito la propria strada immersi nella cultura del Mediterraneo. Così dalla Giordania all’Iraq passando dalla Turchia e dalla Siria hanno vissuto l’incontro con l’altro senza paura e pregiudizi.  Lo sguardo è rivolto ai popoli del Mare Nostrum, quel mare oggi al centro dell’attenzione internazionale a causa dei “naufragi di civiltà”, come ha detto Papa Francesco, “un cimitero senza lapidi”. 

               

Il viaggio di Gino e Maria è un omaggio virtuoso ad una umanità che non ha mai avuto ragione né motivo di nascondersi. Un viaggio sempre teso a cercare in un mondo genuino, governato dalla comunanza tra “diversi” uniti da un reciproco e indissolubile intreccio di destini, la felicità dell’armonia. L’approdo finale di ogni lungo viaggio, anche in questo caso come in tutti gli scritti e le opere di Gino Locaputo, è l’anima. Una meta vicinissima ad ognuno di noi, ma spesso resa irraggiungibile da una quotidianità che fa mostra di non averne alcun bisogno. Che preferisce soffocarla, metterla a tacere, relegarla in soffitta... (Pasquale Daniele). 

  

  Maria Sportelli, nata a Conversano il 28 aprile 1973. Laureata in Scienze Politiche, giornalista professionista. “Viaggio Mediterraneo” è il suo primo libro, scritto a quattro mani con Gino Locaputo per la Secop Edizioni, anche autrice della copertina. E’ presente, inoltre, nella raccolta della Secop “Il sentimento della Scrittura”; nella raccolta “Rinati” dell’associazione Sleeve La Rinascita. 

Gino Locaputo, è nato Conversano (Bari) il 12 febbraio 1953, oggi vive a Collepasso (Lecce).  Scrittore, poeta, attore, regista e direttore artistico per 25 anni  del Festival Mediterraneo Città di Conversano e Bisceglie. Ha alle spalle numerose pubblicazioni anche tradotte in arabo come il Pesciolino che ride e il Gigante Buono (dedicato a Giuseppe Di Vagno). Con la Secop Edizioni ha pubblicato la raccolta “Nei tuoi occhi le parole diventano pietre”, è presente nelle raccolte “Sette  poeti per sette notti”, “Dove arrotonda il mare: cieli  Bambini”, “Il Sentimento della Scrittura”.  

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