Redazione

Il prossimo sabato 11 giugno 2022, alle ore 20:00, nella Chiesa Matrice di Mesagne sarà svolta la cerimonia di donazione, all’Archivio Capitolare di Mesagne, dell’opera manoscritta Messapographia seu Historia Messapiae, scritta da Diego Ferdinando circa il 1655.

L’opera è costituita da n. 241 carte cucite a formare un libro rilegato in pergamena + n.17 carte sciolte facenti parte della stessa opera.

Il manoscritto è stato donato dal prof. Domenico Urgesi (che lo aveva ricevuto dalla compianta Sig.ra Maria Profilo), per proprio atto di liberalità gratuito e disinteressato, rinunciando ad ogni e qualsivoglia pretesa materiale ed economica attuale e futura riguardo al predetto manoscritto.

L’opera rappresenta una delle più antiche ricostruzioni della storia di Mesagne; essa ha improntato per oltre tre secoli l’identità storiografica della città.

Sarà presente il sig. Giovanni Aquaro, erede unico della sig.ra Maria Profilo, informato della volontà del prof. Domenico Urgesi, condividendo ed apprezzando tale volontà.

Nell’occasione, sarà svolta una prolusione dal prof. Antonio Mario Caputo, già Direttore della Biblioteca Arcivescovile “Annibale De Leo”.

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Il Sindacato Cobas  incontra domani pomeriggio, Venerdì 10 Giugno 2022,  alle ore 15,30 i comuni  di Brindisi e San Vito dei Normanni che insieme gestiscono i servizi sociali per discutere sulle  nuove gare partite in questi giorni.

Il Cobas rigetta completamente le nuove gare programmate  dai 2 comuni , Brindisi e San Vito dei Normanni; chiama alla mobilitazione i lavoratori/trici  interessati ed i cittadini/e perché con queste nuove gare i servizi sociali subiscono  un ulteriore processo di demolizione  dell’esistente , con professionalità distrutte e stipendi ancora più bassi.

I lavoratori iscritti ai Cobas dei diversi servizi stanno in queste ore scrivendo  al Comune di Brindisi tutte le osservazioni relative ai  limiti contenuti nelle loro gare,  affinchè si eviti quella macelleria sociale contenuta nelle stesse.

 Da  queste osservazioni dei lavoratori/trici esce un quadro devastante delle nuove gare che sono da rigettare completamente per il bene dei cittadini, soprattutto dove i servizi fungono da collegamento con istituzioni come la Magistratura.

Alla faccia della  dei più deboli , dei bambini, delle  indifese.

Tra l’altro  l’impegno delle 2 Amministrazioni era di discutere i contenuti prima dell’avvio delle gare ; hanno sempre parlato di condivisione che di fatto non è mai esistita nonostante proprio nei servizi sociali vi è assoluta necessità, un blitz e via come ogni volta.

Il Cobas fin dal Dicembre 2019 si è sempre mostrata contraria al taglio economico riservato ai servizi sociali nel piano di predissesto del Comune di Brindisi che ha portato a riduzione di ore dei lavoratori interessati con un primo significativo peggioramento per i cittadini.

Le  nostre proteste sotto il comune addirittura riuscirono ad evitare la cancellazione dei servizi dell’assistenza domiciliare , ADI e SAD, prevista nel piano  di predissesto .

Questa volta si è passati molto oltre con lo scorporo dei servizi , con lavoratori che passano da un servizio all’altro calpestando professionalità costruite in oltre 20 anni di attività .

Saremo probabilmente in presenza di nuovi tagli per i lavoratori/trici che già oggi con lauree e quant’altro raggiungono  a fatica le mille euro, alla faccia del salario minimo di cui in molti ne rivendicano la  necessità.

I 2 Comuni hanno avviato gare con tempi a dir poco stretti in presenza con anomalie legislative e della  chiusura della piattaforma digitale dove poterle realizzare.

Tutto questo  nonostante i 2 comuni fossero stati avvertiti della chiusura della piattaforma per manutenzione.

Insomma ,un pateracchio a cui bisogna dire basta.

Da tempo si parla si parla dell’avvio del Consorzio utile per la gestione dei servizi sociali con possibili finanziamenti slegati dal piano di predissesto del Comune di Brindisi perciò migliorativi, ma ancora non se ne intravvede nemmeno l’ombra.

Sicuramente però delle cariche del futuro Consorzio stanno provvedendo alla spartizione.

L’Amministrazione comunale ha accolto la proposta a firma congiunta del presidente del Comitato '12 giugno' e del delegato dei Maestri del Lavoro del Consolato regionale con cui si invitano i sindaci dei Comuni pugliesi che hanno realizzato un monumento alla memoria delle vittime del lavoro, del dovere e del volontariato a tenere un momento celebrativo in loro ricordo: la cerimonia si svolgerà domenica 12 giugno - giorno in cui ricorre l’anniversario di inaugurazione dei Monumenti dedicati alla memoria di chi ha perso la vita – alle ore 10 presso il Cimitero comunale.

Interverranno il sindaco di Mesagne, Antonio Matarrelli; il presidente del Consiglio comunale, Omar Ture; l’assessore comunale alle Politiche Sociali e alla Legalità, Anna Maria ScaleraCosimo Semeraro del ‘Comitato 12 giugno’; Francesco Germano, delegato del consolato regionale; Vincenzo Gatto, Console provinciale.

Ottimo piazzamento per i giovanissimi atleti della New Marzial Mesagne Team Baglivo griffata “Nuova special Welding srl”. La società di Taekwondo del presidente Steeven Baglivo, nello scorso weekend al Foro Italico di Roma, ha partecipato con 29 atleti al torneo “Kim & Liù”, combattimento riservato ai bambini fino a 12 anni, che ha visto la presenza di oltre 2mila piccoli atleti provenienti da tutta Italia. Una bellissima avventura per il gruppo della New Marzial che ha portato a casa ben 21 medaglie: 11 oro, 3 argento e 7 bronzo. La rappresentativa mesagnese in trasferta a Roma ha ben figurato durante tutto il torneo, dando filo da torcere alle squadre avversarie.​

L’avventura al Foro Italino ha permesso ai giovanissimi atleti della New Marzial di fare una esperienza senza precedenti da condividere con tutti i loro compagni per il loro futuro agonistico. La Fita - Federazione Italiana Taekwondo - ha rivoluzionato il parco del Foro Italico trasformandolo in un imponente villaggio di Taekwondo con il “Grand Prix” ed il torneo italiano per bambini “Kim & Liù”. Il presidente Steeven Baglivo ha elogiato i suoi ragazzi ricordando loro di continuare a lavorare in palestra senza mai dimenticare i principi fondamentali del Taekwondo: “Cortesia, integrità, perseveranza, autocontrollo e spirito indomito”.​

Ecco gli atleti che hanno ricevuto la medaglia nel torneo “Kim & Liù”. Oro per: Maria Vittoria Rosato, Ginevra Resta, Antonio Laporta, Giacomo Pacciolla, Diego Romano, Mia Ciampi, Clarissa Nicolì, Flavia Frassica, Martina de Nitto, Dominic Lezzi ed Eva Zippo. Argento per: Gianfilippo Bellino, Benedetta Muri e Marta Nicolì. Bronzo per: Giuseppe Ciaccia, Fernando Rubino, Gabriele Colelli, Cloe Mitrugno, Alessandro Sanfedino, Violante Ascesi ed Ettore Santangelo.​

Mesagne. Allerta meteo

Giugno 08, 2022

La Protezione civile regionale ha diffuso un'allerta meteo gialla per il Salento per giovedì e venerdì poiché sono previste "Precipitazioni: da sparse a diffuse, a prevalente carattere di rovescio o temporale sulla Puglia settentrionale, con quantitativi cumulati da moderati a puntualmente elevati; da isolate a sparse, a prevalente carattere di rovescio o temporale sulle restanti zone della Puglia, con quantitativi cumulati da deboli a moderati. I fenomeni potranno essere accompagnati da rovesci di forti intensita', grandinate, frequente attivita' elettrica e forti raffiche di vento".

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Chi si aspettava una soluzione alla domanda se pagare o meno il tanto odiato tributo 630, per il rimborso dei contributi di bonifica imposti dal Consorzio dell’Arneo, è rimasto deluso. Però le persone presenti all’incontro, promosso dal comitato civico mesagnese “Contro l’Arneo, davvero tante, hanno compreso bene un’altra cosa: la politica su questa vicenda si è lavata le mani. Ossia si è eclissata, è sparita. I grandi assenti dell’incontro, infatti, erano proprio i politici, sia locali sia nazionali. Eppure sono migliaia le utenze che sono costrette a pagare un tributo senza riceverne in cambio un servizio o meglio ancora un beneficio. Una sentenza della Corte costituzionale, la 188/2018, ha chiarito che “Nel caso dei contributi consortili di bonifica, il beneficio per il consorziato-contribuente deve necessariamente sussistere per legittimare l’imposizione”. Insomma è un guazzabuglio in cui i contribuenti hanno capito, loro malgrado, che devono solo pagare una tassa che, allo stato dei fatti, ritengono “illegittima”. Di positivo c’è che Confindustria Brindisi ha inviato un dossier alla Procura della Repubblica, corredato da foto e documentazione di prima mano, in cui si sono paventati una serie di reati che il Consorzio dell’Arneo avrebbe commesso con l’imposizione e l’incasso del tributo 630. Inoltre, c’è la class action promossa da oltre 550 utenti, raggruppati dall’avvocatessa Stefania Pasimeni, cui in corso d’opera possono aggiungersene altri. Poi il nulla legislativo.AMATI_FABIANO_GIUGNO_2022.jpg

E sì perché il consigliere regionale del Pd, Fabiano Amati, l’unico politico presente all’incontro, ha chiarito subito che la soluzione del problema è nel Parlamento italiano che dovrebbe cambiare l’attuale legge che regola la vita dei Consorzi di bonifica. I Comuni, le province e le regioni non hanno armi legislative per bloccare una legge nazionale. Diversamente la pensa Carmine Dimastrodonato che più volte ha invitato gli enti locali ad adempiere alle funzioni che la legge, per la tassazione del tributo, impone loro. “Io non so più cosa fare – ha esordito il presidente Dimastrodonato -. Abbiamo fatto i ricorsi, ne abbiamo vinti la maggior parte, ma le notifiche continuano ad arrivare. Chiedo aiuto a tutti, ma non trovo una sponda che ci possa aiutare. Infine ci siamo inventati la class action, che è stata accolta, che ci ha aperto una spirale di speranza. Purtroppo, però, devo constatare che la politica su questo argomento non fa nulla”. Nel suo intervento il consigliere Amati ha detto che i consorzi “vanno soppressi perché questi enti di bonifica furono inventati negli anni trenta del secolo scorso per bonificare le terre paludose non utilizzabili per le coltivazioni ed erano fonte di malattie. Allora l’Italia era un altro Paese. Però una volta bonificate queste terre, con il tributo dei cittadini, la tassazione è rimasta e con essa i consorzi. Gli unici politici che possono abolirli sono i parlamentari”. Poi il consigliere ha comunicato ai presenti i debiti in capo al consorzio di Bonifica, di circa 13 milioni di euro, pari all’incirca al contributo che la Regione Puglia versa all’ente ogni anno. Infine, Amati ha inviato i sindaci a fare fronte comune per fare sentire la loro voce presso la Regione Puglia. E alla domanda degli utenti se “Dobbiamo pagare?”, la risposta di Amati è stata: “Chiedete all’avvocato”.

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Cia Puglia: “Ortofrutticolo ko. Redditività zero per le ciliegie, ‘tagliole’ per l’uva”. Al Tavolo Ortofrutticolo regionale, analisi e proposte dell’organizzazione sindacale degli agricoltori. Numeri impietosi: prodotti pagati ai produttori meno di quanto costa conferire i rifiuti in discarica. Lo strapotere della GDO: il prezzo delle ciliegie aumenta di 15 volte dal produttore al consumatore. “Ciliegie, angurie, uva da tavola, agrumi, prodotti orticoli: non c’è un prodotto del comparto agricolo che non sia in crisi. Produrre al di sotto dei costi di produzione non è possibile, così come non lo è produrre a ‘costi italiani’ e svendere a prezzi internazionali le produzioni ottenute, stando attenti a rispettare – doverosamente e come facciamo sempre - i contratti di lavoro, le norme sulla sicurezza e le regole per garantire la salubrità dei prodotti.

Tutta questa mole di lavoro non è riconosciuta da chi porta sulle tavole dei consumatori quei prodotti”. E’ questa la parte iniziale dell’ampia relazione che CIA Agricoltori Italiani Puglia ha sottoposto oggi 8 giugno all’attenzione di Donato Pentassuglia, assessore regionale all’Agricoltura, durante il Tavolo Ortofrutticolo convocato dalla Regione Puglia. Assieme a Pentassuglia, presente anche Francesco Paolicelli, presidente della Quarta Commissione consiliare della Regione Puglia. L’organizzazione sindacale degli agricoltori, rappresentata al Tavolo dal vicepresidente vicario regionale Giannicola D’Amico e dai responsabili CIA provinciali del settore, ha fatto rilevare come “in sostanza, il comparto agricolo sia uno dei pochi a subire e a non determinare il prezzo dei propri prodotti”. Un prezzo, dunque, che “è frutto delle speculazioni commerciali”. Sotto accusa, dunque, lo squilibrio di potere contrattuale che pende completamente a favore della GDO (la Grande Distribuzione Organizzata) e dei mediatori. Al danno di prezzi riconosciuti ai produttori né equi né remunerativi, si aggiunge la beffa di un aumento incontrollato dei costi di produzione: carburante, energia elettrica, concimi e fitofarmaci – insieme a tutti gli altri mezzi tecnici di produzione – nell’ultimo anno sono aumentati di almeno il 50%, con punte del 100% nel caso dei concimi e del carburante. CIA_Puglia_tavolo_ortofrutticolo_regionale_in_remoto.jpeg

“Prezzi al ribasso per i produttori, importazioni selvagge e squilibrio nei rapporti di contrattazione”, denuncia CIA Puglia, “hanno determinato una crisi gravissima del settore ortofrutticolo”.

IL PREZZO E I NUMERI DELLE CILIEGIE. Il prezzo delle ciliegie riconosciuto ai produttori è inferiore anche di 10-15 volte al costo imposto ai consumatori nei supermercati, in special modo quelli del Nord. Dei quasi 30 mila ettari coltivati a ciliegie a livello nazionale, con una produzione italiana complessiva che si attesta a circa 105mila tonnellate, la Puglia rappresenta oltre il 30%. Le superfici coltivate, secondo l’Istat, in Italia si sono ridotte dai 30mila ettari del 2010 ai 28.700 del 2021, con una produzione passata da 1,15 milioni di quintali di 12 anni fa a 1,04 milioni di quintali della scorsa campagna cerasicola, con una perdita del valore di 10 euro per quintale e un’incidenza sul totale del “valore frutta” sceso dal 5,1% all’attuale 3,8%.

PIU’ ETTARI MENO RESA IN PUGLIA. Per la Puglia i dati registrano un aumento della superficie, passata da 17.800 ettari nel 2010 ai 18.700 ettari del 2021, con una produzione di circa 445.000 quintali del 2010 a fronte dei 331.100 quintali circa del 2021, con  una resa in q.li/ha che è passata da 29,5 ai 17,9 quintali per ettaro nel 2021.

In termini di valore della produzione siamo passati da 55,4 milioni di euro del 2010 ai 38,15 milioni di euro del 2020, con una perdita del valore per quintale di circa 8 euro.

“Anche quest’anno”, ha denunciato CIA Puglia, “a causa dei fattori climatici le ciliegie raccolte hanno un calibro  inferiore ai consueti standard. Le dimensioni ridotte, che pure non inficiano la qualità delle ciliegie, fanno si che il prodotto sia giudicato meno appetibile per il consumatore. In Puglia, il raccolto quest’anno si sta caratterizzando per la produzione di quantitativi rilevanti, con il rischio di intasamento del mercato. Un fattore di non secondaria importanza è rappresentato dall’esiguità del numero di OP (Organizzazioni di Produttori) capaci di aggregare l’offerta, programmarne l’uscita sul mercato, differenziarla per tipologie e destinazione di consumo o trasformazione”. “Occorre dunque aggregare e differenziare l’offerta e favorire la rinascita di punti vendita e negozi specializzati per la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli, poiché la grande distribuzione, anziché avvicinare il produttore al consumatore, allarga la forbice imponendo costi aggiuntivi alla filiera legati alla logistica e ai trasporti”.

L’UVA DA TAVOLA. “Il 27% delle aziende ortofrutticole pugliesi è rappresentata da produzioni di ortive, mentre il 58% si colloca nel segmento dei fruttiferi. Nei fruttiferi a farla da padrona è l’uva da tavola, settore in cui la Puglia è la prima regione italiana per numero di aziende, quantità e qualità della produzione. Il dato complessivo regionale si attesta su una superficie di 25.085 ettari utilizzati e una produzione di 6.400.000 quintali. Per il comparto dell’uva da tavola, incombe, più di altri comparti, la questione delle royalty da pagare sulle nuove varietà. Sulle uve da tavola senza semi, soprattutto, ma anche su moltissimi prodotti ortofrutticoli e agrumicoli, negli ultimi tempi si sta giocando una vera e propria “guerra dei brevetti”.

LA QUESTIONE ROYALTY. In alcuni Paesi, come Israele, Cile e Stati Uniti, la ricerca scientifica ha prodotto nuove varietà di frutti. La proprietà intellettuale di quelle produzioni implica il pagamento delle royalty, da parte dei semplici agricoltori sul territorio, non solo per avere l’autorizzazione a coltivare determinate varietà ma anche nella successiva vendita del raccolto. Di fatto, agli agricoltori viene imposto anche a chi vendere. Un’imposizione che, se elusa, può avere conseguenze estreme, fino al taglio delle viti. In sostanza, per poter coltivare le nuove varietà, l’azienda agricola deve sottoscrivere un contratto che la vincola non solo a pagare le royalty, ma anche a vendere e commercializzare l’uva solo attraverso uffici della società che detengono il brevetto vegetale. I detentori dei brevetti decidono al posto dell’agricoltore come e quanto coltivare e quale reddito deve andare a chi investe e lavora sul campo, si accolla il rischio d’impresa, paga fior di euro per assicurare i propri vigneti e li cura”.

REGOLE DISEGUALI, ITALIA PENALIZZATA. “Le diverse regole anche all’interno dell’Unione europea rendono ancora più difficile la vita dei nostri produttori. L’Olanda, ad esempio, annualmente satura il mercato europeo dell'uva da tavola con prodotto acquistato dall'Egitto, che viene venduto, già confezionato, al prezzo medio di 0,60 €/Kg, contro il prezzo medio di 1,20 €/Kg dei produttori e commercianti italiani. Non è possibile vendere le nostre uve ad un prezzo più basso di 1,20 €/kg, un prezzo peraltro appena sufficiente alla sola remunerazione dei costi. L'Olanda ha stretto accordi commerciali con i produttori egiziani ed ha realizzato una grande piattaforma logistica di distribuzione del prodotto egiziano. Attualmente gli egiziani hanno una produzione di buona qualità ed ogni anno aumentano le proprie estensioni a frutto per migliaia di quintali. Avvalendosi di una manodopera a costo bassissimo, l'Olanda può oggi distribuire sul mercato europeo una grande quantità di uva da tavola, con e senza semi, di buona qualità a prezzi stracciati ed improponibili per i produttori italiani”.

FATTORI DI CRISI. Nel documento di CIA Puglia, si evidenzia poi l’incidenza devastante delle calamità naturali. La siccità colpisce sempre più duramente. “Per salvare le produzioni, le imprese agricole stanno facendo far ricorso a diversi interventi di irrigazione di soccorso con un aggravio di costi per i bilanci delle aziende”. Un altro fattore di crisi è la difficoltà di reperire manodopera. “La situazione è prossima a diventare critica, manca il flusso dell’Est Europa e dai Paesi extracomunitari; mancano tanti collaboratori ricorrenti, già formati e qualificati. I vari decreti emergenza e decreti flussi non hanno dato le risposte che ci si aspettava per effetto dei gravi ritardi che si sono accumulati nelle istruttorie delle richieste presentate.

FITOFARMACI. “Occorre eliminare le disparità esistenti anche in ambito europeo ed extra europeo rispetto all’uso dei fitofarmaci che attualmente favoriscono l’agricoltura di alcuni Paesi e tutto a danno degli altri, tra cui l’Italia. Ci sono nazioni che – incuranti delle conseguenze sull’ambiente – utilizzano la chimica per acquisire un vantaggio competitivo e migliori condizioni produttive rispetto a chi non può usare certi prodotti.

LE RICHIESTE CIA PUGLIA. “Serve innanzitutto approntare misure specifiche nel PSR pugliese e nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e resilienza, occorre l’appostamento di risorse per la gestione delle crisi di mercato, ed è necessario affrontare in maniera strutturale il problema della risorsa idrica con rifacimento della rete irrigua e riuso delle acque bianche e nere. Non è derogabile, inoltre, l’approntamento di misure per la gestione del rischio da calamità e crisi di mercato in grado di mettere gli agricoltori nelle condizioni di veder riconosciuto il valore del proprio prodotto. Per CIA Puglia, inoltre, occorre: a) Bloccare l’azione di strozzinaggio praticata dai breeders b) Sostenere programmi nazionali di ricerca volti al miglioramento genetico per l’uva da tavola, con una gestione pubblica delle nuove varietà c) Istituire “corridoi verdi” per i lavoratori extra comunitari, utilizzare la manodopera dei percettori del Reddito di Cittadinanza d) Sovvenzionare l’espianto di vecchi impianti, in modo da rinnovare le strutture e incentivare l’innovazione varietale e) Favorire l’aggregazione in OP controllate dagli agricoltori e disincentivandone la frammentazione f) Realizzare il catasto ortofrutticolo. CIA Puglia, inoltre, propone di rimodulare immediatamente i negoziati europei con i paesi extra europei, contingentando le importazioni per quantitativi e per periodi limitati nell’anno. L’organizzazione sindacale degli agricoltori, inoltre, propone misure di ridurre l’Iva al 2% su tutti gli articoli inerenti il comparto agricolo (teli plastici, pali, fitofarmaci, carburanti e altri mezzi tecnici di produzione), ridurre del 50% il costo dei contributi previdenziali e assistenziali per i CD/IAP e per la manodopera. “Occorre, infine, ridurre l’Iva sulle vendite all’1%”.

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Proseguono le attività del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto nell’ambito della Carta Europea per il Turismo Sostenibile con il primo educational dedicato agli operatori della ricettività che fanno parte del forum CETS della riserva. Obbiettivo della giornata: fornire gli strumenti utili per l’accoglienza consapevole. 

Gli albergatori e titolari delle strutture ricettive che hanno scelto di fare parte della rete CETS di Torre Guaceto e che, quindi, operano nei comuni di Brindisi, Carovigno e San Vito dei Normanni sono stati guidati alla scoperta dell’area protetta. 
Un evento pensato per offrire agli operatori tutte le nozioni necessarie per raccontare al meglio Torre Guaceto ai propri ospiti e, così, non solo offrire un ulteriore servizio ai turisti, ma anche tutelare la riserva stessa.
L’informazione e la collaborazione con i diversi stakeholder del territorio sono gli elementi cardine della strategia messa in campo dal Consorzio di Gestione dell’area protetta per il potenziamento dell’offerta turistica green locale e l’innalzamento dello standard di sostenibilità del territorio di riferimento. 
L’educational pianificato in sede di redazione del Piano delle azioni CETS 2021/2025, approvato dal forum che riunisce tutti gli attori del territorio coinvolti direttamente e indirettamente nella tutela e promozione dei tre comuni di pertinenza della riserva, sarà proposto due volte l’anno per mostrare agli operatori di filiera i diversi volti di Torre Guaceto. 
La scelta di dedicare un’occasione di approfondimento agli imprenditori della ricettività si deve alla consapevolezza che nessuno meglio di chi ospita i turisti nelle proprie strutture, può farsi portatore dei valori dell’area protetta e spiegare per primo agli utenti come fruirne in modo sostenibile ancor prima che questi scelgano di visitarla. torre_guaceto_trekking.jpg
Così ieri, come una rete che agisce in maniera osmotica per il bene di Torre Guaceto, l’ufficio CETS del Consorzio ha organizzato l’educational con la collaborazione di due partner del forum, la cooperativa Thalassia che ha guidato il tour e l’azienda Giursaco che si è occupato della logistica. 
“Le strutture ricettive sono il primo gate di passaggio dei turisti che arrivano sul territorio – ha commentato il presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Rocky Malatesta -, se loro sono informati e spiegano agli ospiti come vivere Torre Guaceto in modo corretto e sostenibile, aumentiamo il livello di protezione della riserva, ottenendo fruitori sempre più consapevoli e rispettosi. Noi ce la mettiamo tutta per informare e sensibilizzare chiunque visiti Torre Guaceto e affinché il nostro territorio di pertinenza sia sempre più attento al tema della tutela ambientale e in questa attività non siamo soli. Anche i nostri partner Cets si stanno impegnando, testimonianza ne è stata la scelta, a stagione estiva già avviata, di far partecipare il proprio personale all’attività sul campo in riserva. Ringrazio a nome del Consorzio che rappresento tutti gli operatori che hanno partecipato al nostro primo educational. Questo – ha chiuso Malatesta -, è solo l’inizio, vogliamo rafforzare l’alleanza con il nostro territorio e siamo certi che proseguendo su questa strada, otterremo ottimi risultati”. 
Le attività CETS dedicate agli operatori della filiera turistica di Torre Guaceto riprenderanno a settembre con i corsi di formazione gratuita avviati lo scorso maggio. 
Nel frattempo, gli operatori che vorranno entrare a far parte del forum CETS della riserva, potranno aderire, scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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"Quella dei salari bassi è sempre più un’emergenza, ora l’accordo raggiunto, in riferimento alla direttiva Ue sul salario minimo, è una buona base di partenza per invertire la rotta". E' quanto afferma l'on. Valentina Palmisano (Movimento Cinque Stelle).  "Anche su questo tema il Movimento Cinque Stelle aveva ragione. Da anni abbiamo chiesto l’introduzione in Italia di regole che contrastino lo sfruttamento e i salari da fame. Da nord a sud della nostra Penisola su questo fronte la situazione è per certi versi drammatica. Ed il M5s -continua la parlamentare pugliese - in tutti i modi, anche attraverso proposte di legge in Parlamento ha cercato di far capire l'urgenza di intervenire. Registriamo in questi giorni che finalmente il vento sembra cambiato". Un tema, quello del "salario minimo", non più rinviabile anche come contrasto a forme di assunzione o trattamenti economici lontani anni luce dal rispetto della dignità dei lavoratori. "Occorre fare presto. E' necessario dare risposte immediate a tutti coloro i quali ogni giorno pagano in ambiti lavorativi -conclude la deputata brindisina - diseguaglianze e condizioni lavorative non più accettabili nel 2022".

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CONSUMI: COLDIRETTI PUGLIA, ACQUISTI SENZ’AUTO PER CARO BENZINA (89%); 38% CONSUMATORI CON LISTA SPESA PER RISPARMIARE.

Per fare la spesa i consumatori pugliesi non usano l’auto (89%) e di fronte agli aumenti dei prezzi del carrello torna anche la lista della spesa in 4 famiglie su 10 (38). E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, sulla base del sondaggio su undefined, secondo cui a causa del caro gasolio che costringe a tirare la cinghia i consumatori pugliesi stanno cambiando le abitudini di acquisto, facendo la spesa vicino casa o al luogo di lavoro (89%), il 7% fa gli acquisti on line o in negozi con consegna a domicilio e solo il 4% è disposto a fare la spesa lontano da casa o dai luoghi di lavoro.

Con il caro prezzi si va anche a caccia delle promozioni (38%), si guarda con più attenzione al rapporto prezzo/kg di prodotto degli alimenti (47%) e soprattutto si taglia il superfluo (48%) a tavola, secondo Ismea che ha analizzato le strategie dirisparmio dei consumatori di fronte all’aumento dei prezzi alimentari che a maggio per l’Istat è stato del 7,1%.

Tra i comportamenti virtuosi segnalati dai consumatori – sottolinea la Coldiretti regionale - spicca la riduzione degli sprechi che riguarda ben il 68% delle famiglie. Un impegno che al valore economico aggiunge anche quello etico ed ambientale in un Paese come l’Italia dove in media nella spazzatura – continua la Coldiretti – finiscono quasi 31 chili all’anno di prodotti alimentari per un totale di oltre 1,8 miliardi di chili da smaltire. Sulle tavole dei pugliesi – continua la Coldiretti – sono così tornati i piatti del giorno dopo come polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia. Ricette che non sono solo una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma aiutano anche a non far sparire tradizioni culinarie del passato secondo una usanza molto diffusa che ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come – prosegue la Coldiretti – i calzoni di verdura, il pancotto con pane raffermo e verdure di stagione, le polpette di pane e la frittata di pasta.

La propensione al risparmio, in ogni caso, non sembra intaccare l’attenzione verso la qualità di ciò che si porta a tavola – aggiunge Coldiretti - con la guerra in Ucraina e il Covid che hanno spinto oltre 8 consumatori su 10 (82%) a cercare di instaurare un rapporto stabile con un agricoltore per garantirsi cibo sicuro, sano e di qualità.

Il risultato è che il valore della vendita diretta dagli agricoltori è salito in Puglia ad oltre 650 milioni di euro e coinvolge ormai oltre un’azienda agricola su cinque, grazie al progetto economico di filiera corta di ‘Campagna Amica’, con cui in Puglia è stata data una risposta alla grande attenzione dei consumatori alla tutela della salute e dell’ambiente attraverso scelte agroalimentari consapevoli, testimoniata quotidianamente dall’affluenza nei mercati contadini che contano 1.500 giornate di apertura e circa 750 produttori coinvolti.

Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente – precisa la Coldiretti regionale – l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove – continua la Coldiretti Puglia –  più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.

Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni, conclude Coldiretti Puglia nel sottolineare che nell’immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro.

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