Redazione
Covid - 19. Oggi sono complessivamente 3.218 i casi positivi di cui 312 in provincia di Brindisi
Dati del giorno: 13 gennaio 2022
Dati complessivi
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È slittata di due settimane la data entro la quale la commissione esaminatrice, delle candidature delle 23 città italiane candidate a divenire “Capitale italiana della cultura 2024”, farà la sua scelta. Una mole di documentazione presente nei 23 dossier ha indotto il presidente della commissione a chiedere al ministero della Cultura una proroga sui tempi di istruzione delle pratiche. Pertanto il prossimo primo febbraio la commissione comunicherà le 10 città finaliste ed entro il 15 marzo le convocherà per un’audizione pubblica di presentazione del dossier. Infine, entro il 29marzo 2022 invierà al ministero il nome della città ritenuta più idonea a essere insignita del titolo di “Capitale della Cultura 2024”. Intanto, a Mesagne c’è una certa fibrillazione per i tempi che si sono allungati e l’ansia la fa da padrona. E, come capita di constatare intorno alle grandi questioni, si discute di quello che ci sarà da organizzare nel caso in cui il nome della città dovesse risultare tra le dieci finaliste.
Un’ipotesi, quest’ultima, che conferirebbe definitiva consacrazione ad una proposta culturale che è più di un semplice progetto, inteso come classico programma di intenti da realizzare, rappresentando – al tempo stesso – anche molto più di un vademecum di appuntamenti. “La ragione dell’entusiasmo di un’avventura respirata dal territorio con tanta energia, e per tutto il periodo che ha preceduto la formalizzazione dell’invio al dicastero competente, risiede nella particolarità del percorso che si è tracciato”, ha spiegato il sindaco Toni Matarrelli. Gli effetti di tanta vivacità in città continuano. E la prova è la curiosità con cui la gente chiede se vi siano novità in merito, alla luce della recente istituzione della giuria che si sta occupando della designazione della capitale culturale d’Italia del 2024. E dalla quale, naturalmente, nulla trapela.
Ma facciamo un passo indietro per comprendere come quest’evento, quello della candidatura, abbia destato sincero interesse tra tanti, mesagnesi e non solo. “Le feste di candidatura con cui la città ha simbolicamente aperto le porte alla conoscenza delle sue bellezze storico-monumentali, il calendario incalzante di date e tavoli tematici attraverso il quale l’Amministrazione comunale, il gruppo di progettazione guidato dall’architetto Simonetta Dellomonaco e quello di autorevoli sostenitori hanno dato vita a momenti di grande partecipazione, hanno lasciato un segno profondo anche per le prospettive di impegno futuro”, ha tenuto a precisare il primo cittadino. L’occasione, nel suo insieme, ha realizzato la migliore evoluzione possibile di ciò che è stato messo in campo. “E’ soprattutto per questo – ha proseguito Matarrelli - che il lavoro svolto resterà come traccia preziosa già a partire da questo 2022. La ragione fondamentale per la quale si è scelto di candidare Mesagne a Capitale italiana della Cultura per il 2024 si nutre di una consapevolezza che è maturata durante i numerosi momenti di riflessione ed elaborazione comunitaria: Mesagne ha una storia importante da raccontare, un resoconto collettivo di cambiamento attraverso il quale si ha l’ambizione di poter spiegare un modello che si è fatto sistema. E di cui l’innovazione sociale e quindi economica rappresentano una sorta di trampolino di lancio per la promozione stessa del territorio”.
Per Marco Calò, consulente politico alla Cultura, “tutto ciò è il risultato non scontato e che si alimenta, in modo costante, grazie agli esempi di vivace intraprendenza che arrivano da una comunità che ha saputo riscattarsi, investendo su sé stessa e su peculiarità che la rendono unica”.
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Torna a vivere il campo polivalente del quartiere San Lorenzo dopo anni di abbandono e degrado. Il recupero del terreno di gioco, voluto dall’Amministrazione Comunale di FrancavillaFontana, è stato finanziato con fondi POR Puglia 2014-20 per la valorizzazione delle strutture sportive.
Grazie a questo intervento cresce il numero di infrastrutture dedicate allo sport di proprietà comunale e si dota il quartiere San Lorenzo di una risorsa che porterà benefici anche sul piano sociale.
“Abbiamo voluto dare nuova vita ad un luogo abbandonato e che per troppi anni è stato l’emblema della resa nei confronti dei vandali. Ribadiamo con forza – afferma il Sindaco Antonello Denuzzo – che l’Amministrazione Comunale c’è e non si arrenderà mai davanti a chi distrugge i beni pubblici. La rassegnazione sarebbe un atteggiamento illogico che priverebbe la cittadinanza di opportunità di incontro e crescita. Al contrario, presidieremo e ci adopereremo per affidare in gestione la struttura, perché solo così potrà esprimere al massimo tutte le sue potenzialità.”
L’intervento di recupero è consistito nel rifacimento della pavimentazione con la predisposizione del terreno per il calcetto, il tennis e la pallamano, il ripristino della recinzione e dell’illuminazione. Installato, infine, un sistema di videosorveglianza per vigilare sulla sicurezza dell’area.
Il percorso che ha condotto alla realizzazione dell’opera è stato avviato nell’ottobre del 2019 e ha visto la cittadinanza partecipare attivamente nella definizione del progetto che è stato poi successivamente candidato al bando regionale.
Nel corso dell’incontro con la cittadinanza e le associazioni, cui presero parte il Sindaco Antonello Denuzzo, l’Assessore all’Urbanistica Nicola Lonoce, l’ex Assessore Antonio Martina e l’Ing. Irene Licari dell’Ufficio Tecnico, emerse con forza il valore simbolico del recupero di questa opera pubblica come occasione per il quartiere e opportunità da offrire ai giovani francavillesi.
“La restituzione alla collettività del campo polivalente – conclude l’Assessore all’Urbanistica Nicola Lonoce – anticipa idealmente il processo di rigenerazione urbana accrescendo la qualità dei servizi e fornendo uno strumento di promozione sociale. Questo luogo si candida a diventare un attrattore naturale di giovani che qui potranno divertirsi e socializzare.”
Chiuso il cantiere ora si attende solo la pubblicazione del bando per la gestione della struttura e l’avvio della fruizione pubblica dell’opera.
L’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” istituisce il Dipartimento “tutela del consumatore dalle truffe on line”
“Quello che emerge dal report 2021 redatto dalla Polizia Postale è un dato allarmante dal punto di vista giuridico, economico e sociale che, però, la nostra Associazione aveva ampiamente previsto”
È questo il commento dell’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” in merito all’aumento delle truffe on line nel 2021 rispetto al 2020.
Dal rapporto annuale della Polizia Postale (www.poliziadistato.it) si evince che nel 2021 le truffe on line sono aumentate del 27 % rispetto al 2020.
“A causa della pandemia, abbiamo assistito al passaggio da consumatore on store a consumatore on line – afferma l’avv. Emilio Graziuso, Responsabile Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” – Di pari passo, è aumentato il numero di truffe on line nonché le metodologie attraverso le quali le stesse sono perpetuate. Il consumatore è, infatti, sottoposto a dei veri e propri arrembaggi, tramite phishing, smishing e visching, ai propri dati personali e, di conseguenza, al proprio conto corrente ed alla propria carta di credito”.
Per quanto riguarda, invece, i dati propri dell’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” rilevati attraverso le segnalazioni, richieste di informazione e di assistenza pervenute all’Associazione, rispetto all’anno 2020, esse sono aumentate del 70%.
Se raffrontato il dato 2021 con quello del 2019, l’aumento è, addirittura, pari al 100%.
Proprio per fornire il migliore servizio possibile ai consumatori ed avere un osservatorio costante sul fenomeno, l’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” ha istituito al proprio interno uno specifico Dipartimento dedicato alla tutela del consumatore dalle truffe on line.
Responsabile del dipartimento è stata nominata la dott.ssa Irene Zapparata.
“La nostra Associazione ritiene che la prima forma di tutela del consumatore sia l’informazione” - afferma la dott.ssa Irene Zapparata – “L’informazione assume un ruolo ancora più centrale nella difesa dalle truffe on line. Proprio per questo, siamo impegnati in una campagna informativa sui diritti dei cittadini, in modo tale che gli stessi possano evitare di andare incontro a “disavventure” dalle ricadute economiche spesso rilevanti. In tale attività di informazione abbiamo redatto un apposito vademecum che si prefigge di fornire uno strumento rapido, agile ed efficace per consentire al cittadino di individuare immediatamente una truffa informatica e non rimanere vittima della stessa”.
Per maggiori informazioni: tel. 347 – 0628721; email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.;Pagina FB Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”.
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COLDIRETTI PUGLIA, BOOM ERBE SELVATICHE E PIANTE OFFICINALI PER SVOLTA NATURALISTICA
La svolta naturalistica dei pugliesi, alimentata anche dall’emergenza Covid, spinge il ritorno delle erbe selvatiche e delle piante officinali dalla tavola alla farmacia, dalla cosmetica alla moda con un boom che ha portato le superfici coltivate in Puglia ad +298%, con la domanda nazionale salita a 25 milioni di chili. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Puglia, elaborata in riferimento all’intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni sul decreto interministeriale sulle piante officinali che chiarisce tutte le fasi per lo sviluppo del settore.
Le potenzialità del settore sono notevoli con la produzione di erbe selvatiche che potrebbe più che triplicare – aggiunge Coldiretti Puglia - con notevoli effetti sull’occupazione e sull’indotto, limitando la dipendenza dall’estero a quelle piante esotiche che per condizioni climatiche e ambientali non sono coltivabili in Puglia. Così come le piante selvatiche potrebbero divenire una valida alternativa in Salento per non condannarlo nuovamente alla monocoltura dell’olivo, dopo il disastro avvenuto a causa della Xylella.
Sono quasi 300 le piante prodotte che – sottolinea la Coldiretti regionale – grazie alle particolari proprietà vengono utilizzate per scopi erboristici, farmaceutici, cosmetici, liquoristici, culinari, per la preparazione di prodotti per la profumeria, per l’industria dolciaria, infusi, per la difesa delle colture, per l’igiene della persona, della casa o per l’ottenimento di oli essenziali o tinture per l’abbigliamento. Tra le altre – precisa la Coldiretti – ci sono basilico, elicriso, menta peperita, lavanda, stevia rebaudiana, peperoncino, tarassaco, maggiorana, timo, rosmarino, salvia, eucalipto, mirto, stevia e lippia, zafferano, camomilla, echinacea e bardana.
Sono circa 150 le aziende agricole pugliesi impegnate con una superficie coltivata a piante aromatiche, medicinali e da condimento di oltre 450 ettari che coprono però appena il 3% del fabbisogno nazionale, secondo una stima della Coldiretti Puglia sulla base di dati ISTAT.
Ancora ingente il ricorso di piante officinali dall’estero con la Cina – insiste Coldiretti Puglia – è il principale produttore mondiale tanto che circa ¼ delle erbe aromatiche e officinali utilizzate dall’Italia provengono dal gigante asiatico. Si tratta però di prodotti che spesso non rispettano gli stessi standard di sicurezza alimentare, ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori vigenti in Italia come dimostra il fatto che Pechino è ai vertici mondiali per allarmi alimentari secondo l’analisi del sistema di allerta rapido europeo (RASSF)
E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute – conclude Coldiretti Puglia - l’importanza di sostenere gli investimenti nazionali in un settore in forte crescita come quello delle erbe selvatiche e officinali.
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CONTESSA (ANCE BRINDISI) – LE IMPRESE SONO UN BRACCIO OPERATIVO DELLO STATO! VA RICONOSCIUTO LORO UN RUOLO PER POTER RICOSTRUIRE IL PAESE
Le cronache degli ultimi giorni forniscono un quadro desolante in relazione alla gestione degli appalti pubblici. Il riferimento è ai lavori per la costruzione del nuovo ospedale Monopoli/Fasano, alla bonifica di Micorosa e alla realizzazione dello “Shuttle” a Brindisi, al restauro della Torre dell’orologio a Cisternino, alla pista ciclabile e alla costruzione del nuovo palasport a Fasano e ai lavori stradali a Torre Santa Susanna.
In questi, come in altri casi, le responsabilità sui ritardi vengono addossate alle imprese.
Spesso, invece, in situazioni analoghe, sono state accertate le responsabilità della stazione appaltante determinate essenzialmente da carenze e imprecisioni progettuali.
La conseguenza è che si fa fatica a dare avvio ai lavori per la realizzazione delle opere o peggio ancora a completarle, tanto più perché non c’è mai una chiara assunzione di responsabilità da parte di chi ha bandito le gare, pur non essendoci a volte i presupposti per poter procedere.
Purtroppo questo determina gravi conseguenze, tanto più perché sui sindaci e, in genere, sui pubblici amministratori (vittime di errori e ritardi dell’apparato burocratico), ricade la pressione dell’opinione pubblica che chiede la realizzazione delle opere essendo all’oscuro di ciò che è realmente accaduto.
In un contesto così ingarbugliato la strada più semplice resta quella di addossare tutte le responsabilità alle imprese che si sono aggiudicate gli appalti, fino a giungere alla rescissione contrattuale, con la conseguente “coda” giudiziaria che spesso provoca ingenti danni economici agli enti pubblici (e immediate gravi difficoltà all’impresa che si è aggiudicato l’appalto e soprattutto ai dipendenti ed alle loro famiglie).
Non si capisce, inoltre, il motivo per cui solo alle imprese (al contrario di ciò che avviene nella PA) non viene riconosciuto l’accertato disagio provocato dal diffondersi della pandemia da covid-19 (con le conseguenti assenze per malattia/quarantena del personale) che inevitabilmente determina ritardi nel rispetto del cronoprogramma.
Forti sono le sollecitazioni ad intervenire, da parte delle imprese associate, presso gli uffici tecnici di urbanistica ed edilizia per gli atavici ritardi nel rilascio dei titoli autorizzativi, spesso dovuti ad interpretazioni soggettive delle leggi e dei regolamenti.
E’ giunto il momento, a questo punto, che le imprese si riapproprino di un ruolo, rivendicando in ogni sede i propri diritti nella gestione del rapporto con la Pubblica Amministrazione.
In questa ottica, l’Ance di Brindisi ha deciso di mettere a disposizione degli associati un servizio di assistenza sindacale per fornire consulenza legale stragiudiziale finalizzata a stabilire rapporti costruttivi ed efficaci con le pubbliche amministrazioni e quindi a prevenire situazioni patologiche di contenzioso attraverso una maggiore chiarezza sui livelli di responsabilità per l’eventuale mancato rispetto degli obblighi della tecnostruttura.
Non è più procrastinabile, infatti, la necessità per le aziende di rivendicare il rispetto del proprio ruolo e delle proprie funzioni, nell’interesse delle nostre comunità e dei sindaci che le amministrano.
È evidente che lo Stato, con la sua attuale organizzazione, potrà rendere efficace l’azione di governo politica e di investimenti, tra cui il PNRR, solo con il pieno coinvolgimento delle Imprese (che sono sostanzialmente un braccio operativo dello stesso Stato), ottimizzando e digitalizzando i servizi degli apparati burocratici.
Angelo Contessa – Presidente ANCE Brindisi
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Ammonta ad oltre 600 milioni di euro il taglio delle spese turistiche in Puglia per l’intero anno 2021 rispetto a prima della pandemia, con 1/3 delle perdite che hanno colpito i consumi 20mila ristoranti, pizzerie, trattorie e i 900 agriturismi, ma anche per l’acquisto di cibo di strada e souvenir agroalimentari delle vacanze. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in riferimento all’analisi elaborata sul movimento turistico nei primi nove mesi del 2021, sulla base dei dati divulgati dall’Istat dai quali si evidenzia che le presenze dei clienti negli esercizi ricettivi sono in crescita rispetto al 2020 (+22,3%) ma restano ben sotto i livelli del 2019 (-38,4%). Si tratta del risultato del blocco pressoché totale della stagione turistica invernale e della ripresa di quella estiva. A mancare all’appello sono stati soprattutto – sottolinea Coldiretti regionale – i turisti stranieri bloccati alle frontiere dall’avanzare dei contagi e dalla misure di restrizione adottate ma a calare sono state anche le presenze nazionali soprattutto nelle festività di fine anno mentre risultati più positivi si sono registrati nel periodo estivo.
Il turismo in Puglia impatta per 6,5 miliardi sui consumi finali, pari al 12,3% sui consumi totali – insiste Coldiretti Puglia – una ricchezza straordinaria a cui contribuisce il turismo esperienziale negli agriturismi, come dimostrato dalla quota percentuale di soddisfazione nel rapporto con il territorio. Ai primi posti di gradimento c’è l’offerta di olio di qualità all’85%, di prodotti agroalimentari all’83, paesaggi e colori per il 75%, l’ospitalità al 72% e l’offerta vitivinicola al 70%,
“L’agriturismo ha aumentato la disponibilità di accoglienza turistica, offrendo una lettura positiva del territorio pugliese e, pertanto, lo sviluppo dell’agriturismo significa maggiore capacità di attrazione da parte della Puglia a beneficio dell’intera economia regionale. L’ospitalità nelle strutture agrituristiche assume una rilevanza fondamentale per la salvaguardia del patrimonio rurale che, oggi, è il fiore all’occhiello del turismo regionale”, spiega Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti.
La Puglia – sottolinea la Coldiretti regionale - è fortemente dipendente dall’estero per il flusso turistico con oltre 3,8 milioni di pernottamenti di turisti stranieri che la scorsa estate hanno dovuto rinunciare a venire in Puglia per effetto delle limitazioni e alle preoccupazioni per la diffusione del contagio. L’assenza di stranieri in vacanza in Puglia grava sull’ospitalità turistica nelle mete più gettonate che risentono notevolmente della loro mancanza anche perché – sottolinea Coldiretti Puglia – i turisti dall’estero da paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna o la Cina hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa.
La mancanza di vacanzieri si trasferisce a valanga sull’insieme dell’economia per il crollo delle spese per alimentazione, alloggio trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Il cibo infatti – aggiunge Coldiretti Puglia – è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Puglia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche, un tesoro che può contare su 13 bevande analcoliche, distillati e liquori, 24 carni fresche e loro preparazione, 1 condimento, 17 formaggi, 1 olio extravergine aromatizzato, 120 prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati, 79 paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria, 43 prodotti della gastronomia, 9 preparazioni di pesci, molluschi e crostacei e tecniche particolari di allevamento degli stessi, oltre a 4 prodotti lattiero caseari, la ricotta fresca, la ricotta forte, la ricotta marzotica leccese e la ricotta salata o marzotica.
Il turismo enogastronomico "è il vero traino dell'economia turistica pugliese – afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – con il Covid che già nel 2020 ha fatto crollare il turismo straniero in Puglia del 61% nel 2020 rispetto all’anno precedente, toccando il minimo da almeno venti anni”.
Dietro ogni prodotto c’è una storia, una cultura ed una tradizione che è rimasta viva nel tempo ed esprime al meglio la realtà di ogni territorio – conclude Coldiretti Puglia – con la necessità di valorizzare questo patrimonio anche per aumentare la spinta propulsiva del Made in Italy sui mercati esteri.
Verso la definizione del Piano Urbano della Mobilità ciclistica
Prosegue il lavoro nella definizione di nuovi strumenti urbanistici capaci di ridisegnare l’assetto di Francavilla Fontana nel lungo periodo. Dopo l’adozione del PUMS e del PEBA, che consentono di delineare la mobilità in un’ottica di sostenibilità, accessibilità e inclusione, in cima all’agenda dell’Amministrazione Comunale c’è ora il Piano Urbano della Mobilità Ciclistica.
Dopo aver concluso gli studi preliminari da parte dei tecnici, la parola ora passa alla cittadinanza per una fase di ascolto e di condivisione.
Il primo incontro è in programma venerdì 14 gennaio a Castello Imperiali alle ore 17.30. Interverranno il Sindaco Antonello Denuzzo, l’Assessore all’Urbanistica Nicola Lonoce, l’Assessore alla Mobilità Sostenibile Sergio Tatarano e l’Ing. Nicola Berloco che si sta occupando della stesura del Piano.
“L’adozione di questi strumenti urbanistici – spiega il Sindaco Antonello Denuzzo – segna il passaggio dalla estemporaneità alla programmazione nelle politiche di mobilità urbana. Il Piano per la Mobilità Ciclistica è un ulteriore passo in avanti per una Città capace di tutelare tutti gli utenti della strada.”
Il Piano Urbano della Mobilità Ciclistica (PUMC) definisce obiettivi, strategie ed azioni per promuovere e intensificare l’uso della bici come mezzo di trasporto sia nel quotidiano sia per le attività turistiche e ricreative.
“Il PUMC – prosegue l’Assessore alla Mobilità Sostenibile Sergio Tatarano – costituisce un nuovo capitolo nel processo di pianificazione e di sostenibilità intrapreso da Francavilla Fontana negli ultimi tre anni. Questo strumento darà la definitiva spinta sia per ottenere i necessari finanziamenti (che già stanno arrivando) sia per programmare in senso ciclabile la nuova città del futuro, finalmente non più rassegnata, ma in grado di raggiungere i sogni che le sono stati negati per decenni.”
Il PUMC, per la cui redazione l’Amministrazione Comunale ha definito delle linee guida, sarà armonico con il Piano Urbanistico Generale, il PUMS e il PEBA. Lo scopo principale di questo strumento è quello di ridistribuire i flussi di viabilità consentendo il transito in sicurezza delle biciclette con la creazione di nuovi percorsi o con la rifunzionalizzazione degli esistenti. Tutto questo avverrà tenendo presenti le infrastrutture regionali e i percorsi europei realizzati o in programmazione che conducono sino alle porte di Francavilla Fontana.
“Già il PUG – conclude l’Assessore all’Urbanistica Nicola Lonoce – prevede per Francavilla la creazione di piste ciclabili, ma ora occorre rendere questi percorsi organici e funzionali alle esigenze degli utilizzatori abituali delle due ruote. Il PUMC arricchirà e completerà quanto già previsto dagli strumenti urbanistici. Condivideremo preliminarmente i prossimi passi con la cittadinanza perché dietro a queste sigle, PUMS, PEBA, PUG e PUMC, si nasconde la quotidianità di domani per ognuno di noi.”
La realizzazione del PUMC di Francavilla Fontana ha ricevuto un finanziamento regionale di 8 mila euro che consentirà di abbattere i costi relativi alla progettazione quantificati complessivamente in 18 mila euro.
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Mesagne. Sulla tari il sindaco assicura che nessuno pagherà di più dell'anno scorso
Pioggia di raccomandate a Mesagne che ha scatenato una maretta tra i cittadini chiamati a pagare una somma maggiore di tari. Questo perché in diversi casi, non corrisponderebbe alle reali superficie delle abitazioni. Così, un maggior volume riscontrato si trasforma, logicamente, in una maggiore spesa per le famiglie. Da qui le richieste di chiarimenti che stanno arrivando presso l’ufficio Tributi del Comune di Mesagne. Dunque, in questi giorni stanno arrivando nelle residenze dei mesagnesi le raccomandate con gli accertamenti tari, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti, relativa agli anni 2016/2017/2018/2019 e 2020. Il Comune, infatti, ha esternalizzato questo servizio necessario a incrociare i dati catastali con le dichiarazioni presentate negli anni scorsi dai cittadini. Da questo riscontro è emersa una situazione di elusione piuttosto alta. Per la verità lo scorso mese di novembre l’Amministrazione comunale aveva avvisato gli utenti di aver iniziato un doppio incrocio dei dati, chiedendo loro di verificare la situazione debitoria attraverso il sistema Unicumdata.
Purtroppo, la comunicazione non è arrivata in maniera capillare a tutti gli utenti, oppure non è stata tenuta nella giusta considerazione, e i disagi sono emersi quando l’ente ha fatto recapitare ai cittadini le raccomandate di pagamento. Così, in questi giorni diverse persone si stanno recando presso l’ufficio Tributi del Comune, al primo piano di Palazzo dei Celestini, per contestare e far correggere quanto accertato dal sistema informatico. Verande, terrazzini e balconi, spesso rimasti aperti, sono divenute superficie da tassare. In questi casi il tutto può essere chiarito con una semplice autodichiarazione. Nei casi più complessi, e sono la maggioranza, la superfice dichiarata non è la stessa di quella verificata con l’accertamento dal sistema informatico. Infatti, l’incrocio dei dati fiscali, tributari ed edili sta facendo emergere molte situazioni di elusione. A chiarire la situazione ci ha pensato il sindaco Toni Matarrelli: “Finalmente oggi abbiamo gli strumenti tecnologici per fare un censimento definitivo degli immobili – ha spiegato il primo cittadino -. Inoltre, con il sistema Unicumdata gli utenti o i tecnici possono collegarsi direttamente con gli uffici preposti e risolvere i problemi senza doversi recare pressi gli stessi. In questo modo si abbattono i disagi”. Matarrelli ha, quindi, aggiunto: “Sia chiaro che con questa operazione di controllo i cittadini non pagheranno un euro in più degli altri anni. Anzi queste verifiche ci porteranno, in un prossimo futuro, a ridurre il costo della tari. I cittadini sanno bene che quando promettiamo qualcosa la manteniamo. Chi pagherà in più sono coloro che erroneamente hanno dichiarato delle superficie minori di quelle esistenti”.
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Covid - 19. Oggi sono complessivamente 3993 i casi positivi in Puglia di cui 478 in provincia di Brindisi
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